Scuole, cresce la preoccupazione per la riapertura. Figliuolo: “Convincere 215mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi”

“Siamo un po’ indietro, ma abbiamo spinto molto su 70-80enni, ora dobbiamo spingere sui cinquantenni, soprattutto convincere i 215 mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi per tornare a scuola in sicurezza”. Lo ha detto il commissario all’emergenza Covid Francesco Figliuolo in una dichiarazione alla stampa durante la visita a Roma all’hub vaccinale di Acea, azienda di acqua ed elettricità della capitale.

Chiederemo una precisazione al Cts che ha dato un parere sul ritorno a scuola senza considerare le vaccinazioni: dato che le vaccinazioni stanno andando avanti noi chiederemo che formuli anche questa ipotesi”.

Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a margine dell’European Summer Camp a Roma rispondendo ai giornalisti sul rientro a scuola il prossimo anno scolastico, a partire da settembre.

In Italia – dove gli over 12 vaccinati totalmente sono quasi il 39%, percentuale che aumenta con l’età – si continua intanto a discutere ormai da settimane di una presunta carenza di vaccini a luglio, addotta dalle Regioni per giustificare rinvii e riduzioni degli appuntamenti, e così Figliuolo dovrebbe incontrare alcuni presidenti oggi, secondo quanto trapela. La mancanza di fiale è stata sempre smentita con forza dal generale, che ha riconfermato gli obiettivi della campagna: immunità di gregge a settembre.

“Oggi supereremo i 54 milioni di dosi somministrate – ha anticipato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza -, la pandemia non é finita, i numeri ci segnalano anche da altre parti del mondo che nonostante una vaccinazione significativa i contagi ci possono essere soprattutto a causa di varianti come la Delta”. Speranza torna sull’obbligo di vaccinazione per i sanitari da far rispettare, ma il problema principale restano i 2,5 milioni circa di over 60 da raggiungere, non si sa quanti dei quali rifiutino tout court di essere immunizzati (tra i 60 e i 69 anni poco più della metà ). Al quale si aggiunge quello degli adolescenti tra i 12 e i 16 anni da immunizzare per una ripresa delle lezioni a settembre diversa da quella dell’anno scorso.

I numeri parlano di oltre 34,8 milioni vaccinati con almeno una dose in Italia, oltre il 54,8% della popolazione. Percentuale che sale fino all’88,8% tra gli ultrasettantenni. I vaccinati completi sono quasi 21 milioni, come detto quasi il 39% degli italiani sopra i 12 anni. In questo quadro, con Delta che morde in Gran Bretagna almeno per numero di contagi e conquista spazio anche in Italia, alcuni governatori tornano a parlare di carenza delle dosi. Dall’Emilia Romagna Stefano Bonaccini premette che Figliuolo e la struttura commissariale “stanno facendo un lavoro straordinario”, ma che riguardo alla fornitura di vaccini “lui stesso in un’intervista ammette che c’è un po’ di taglio, e questo costringerà a qualche rinvio per qualcuno che doveva ricevere la prima dose. “Ci auguriamo che tutto possa essere compensato, come lo stesso generale dice – conclude il governatore Pd -, e lavoriamo, invece che polemizzare, per fare tutti insieme un grande lavoro come l’Italia sta facendo”.

In un intervista il generale ha ribadito che le Regioni hanno dosi per fare ancora 500 mila iniezioni al giorno, tra 15 milioni di Pfizer e Moderna, più il residuo del mese precedente e le seconde dosi AstraZeneca per gli over 60.

Cresce intanto la preoccupazione per la riapertura delle scuole tra circa due mesi

Dalla Toscana il presidente della Regione Eugenio Giani annuncia che “le vaccinazioni dei bambini dai 12 ai 15 anni partiranno dopo Ferragosto”. “Quando avremo la garanzia che tutto ciò che è stato prenotato potrà essere rispettato ripartiranno le agende – aggiunge -. E per avere questa conferma dobbiamo avere dati un po’ più certi dei vaccini che ci manderanno a luglio e ad agosto. La riunione in cui prenderemo una decisione è giovedì”. 

Dal Veneto, invece, Luca Zaia torna sull’unico settore ancora chiuso. “E’ vergognoso che si lascino chiuse attività come le discoteche e che si legittimino le piazze piene, con musica e assembramenti da far schifo, dove nessuno ha nulla da dire – dice il governatore leghista -. In un paese civile non si può accettare questo”. Secondo Zaia è necessario “stabilire regole che siano uguali per tutti”.