Federazione PD Provincia di Roma intitolata a Bruno Astorre

Maugliani: “Un tributo doveroso che rispecchia i sentimenti della comunità politica che rappresentiamo.”

La federazione del Partito Democratico della Provincia di Roma verrà intitolata alla memoria del senatore Bruno Astorre morto precipitando dal quarto piano di uno degli uffici del Senato di Palazzo Cenci, a Roma lo scorso 3 marzo 2023.

“Lo abbiamo deciso all’unanimità nel corso della riunione del nostro attivo provinciale che abbiamo tenuto in call nella giornata di oggi.” – Così in una nota su Facebook il Coordinatore del partito per la Provincia di Roma Rocco Maugliani.

“Nelle prossime settimane – ha proseguito Maugliani – organizzeremo l’iniziativa che renderà effettiva questa decisione, la terremo al Provinciale e inviteremmo tutti coloro che potranno a partecipare. Bruno non è stato solamente il nostro territorio ma è indubbio che nel nostro territorio ha costruito una parte importantissima della sua azione politica e la traccia che ha lasciato nella nostra comunità è stata indelebile. Per questo, indipendentemente da quale sarà in futuro la sede del nostro partito, sarà la sede del Partito Democratico della Provincia di Roma, Federazione Bruno Astorre. Un tributo doveroso che rispecchia i sentimenti della comunità politica che rappresentiamo.”




Colonna, stadio pieno per i funerali del senatore Bruno Astorre, signore della Politica con la maiuscola

Francesca Sbardella: «Ciao amore mio. Ti amo tanto»

Lacrime, sorrisi, abbracci, grandi emozioni: Venerdì 9 marzo il campo sportivo di Colonna ai Castelli Romani, ha accolto migliaia di persone riunitesi per dare l’ultimo saluto al senatore Bruno Astorre, segretario del Lazio per il Partito Democratico, signore della politica, quella con la maiuscola, sempre dalla parte delle persone semplici e pronto ad ascoltare il territorio.

Tra tutti i primi cittadini della provincia anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il procuratore capo della Repubblica di Velletri Giancarlo Amato con sua moglie, il presidente della regione Lazio Francesco Rocca, il presidente Pd Paolo Gentiloni, l’amico ed ex governatore Nicola Zingaretti, il “fratello politico” Daniele Leodori, Michela Califano, Alessio D’amato, il ministro Francesco Lollobrigida, il segretario del PD Elly Schlein. Il figlio Francesco in composto silenzio insieme alla madre e ai parenti, la sua Francesca sposata da due anni, la grande partecipazione di ieri è stata un riconoscimento per tutto l’impegno umano e politico di un uomo delle istituzioni: «Oggi avrebbe compiuto 60 anni» ha ricordato Monsignor Mauro Meacci Abate del monastero di Subiaco che si è commosso durante l’omelia parlando del fratello Bruno che ha deciso di porre fine alla sua vita:«Bruno diceva sempre – ha ricordato monsignor Meacci – la gente bisogna vederla in faccia, chiedere che cosa gli serve e trovare le risposte concrete. Era un uomo desideroso di sedersi all’ombra degli insegnamenti di San Benedetto, alla ricerca di bene, pace e serenità. Un chirichetto come amava farsi chiamare orgoglioso. Il tuo faccione sempre sorridente nascondeva la sofferenza che ti dilaniava. Perdonaci Bruno!».

Come lettura, «la vigna del Signore è la casa d’Israele», parole cucite per Bruno Astorre, uomo di Chiesa e persona cresciuta con il valore per la terra, le origini contadine i valori della famiglia e dell’amicizia. Un gran bel momento quello dello scambio del gesto di pace, il sole ha fatto capolino tra il cielo biancastro e le nuvole grigie, molte persone si sono strette le mani e hanno sorriso come faceva il loro amico Bruno:«Bruno – ha detto commosso il suo caro amico Massimo Gargano – è stato e rimane un grande interprete vero e probabilmente irripetibile di tutto il territorio, uomo di grande umanità e di intelligenza vivacissima. Ci mancherà a tutti». Dopo la cerimonia, l’ultimo saluto della moglie Francesca Sbardella, sindaca di Frascati:«Ciao amore mio – ha detto – “Grazie” per tutto, per i sorrisi, per le risate, per le braccia sempre aperte, per le nostre giornate insieme. Grazie per aver accolto le mie difficoltà e i miei difetti. Scusa se non ho capito fino in fondo, mi porterò tante domande e anche senzi di colpa. Grazie per il cammino che abbiamo fatto insieme e continueremo mano nella mano per sempre, ti amo tanto».

Poi la presidente dei senatori del PD Simona Malpezzi:«Piazza Sant’Eustacchio era l’ufficio di Bruno, “piazza Astorre” perché Bruno stava tra la gente per la gente. Bruno hai fatto un miracolo ci hai costretto a fermarci. Ci hai fatto sedere, a guardarci negli occhi e a chiederci se siamo capaci di conoscerci e riconoscerci l’uno nell’altro». I saluti di Lollobrigida da parte del Governo e personali:«Voglio ricordare una persona che mi ha insegnato tanto, credeva nell’amore, nella passione».

Toccanti le parole dell’amico fraterno e sindaco di Colonna Fausto Giuliani: «Ti lascio con una canzone che ti accompagni in cielo tra i colori dell’arcobaleno, ciao fratello nostro». Fuochi d’artificio che a Bruno piacevano tanto quando partecipava alle feste e processioni nei borghi, un grande applauso e poi il silenzio. Il corpo cremato e sepolto nella sua Colonna.




Frascati, oggi in Comune l’ultimo saluto al Senatore Bruno Astorre

L’Amministrazione Comunale di Frascati, profondamente scossa dal grave lutto che ha colpito la Sindaca Francesca Sbardella e tutta la Comunità Tuscolana, informa che oggi, dalle 9:30 alle 12:00 e dalle 16:30 alle 19:00, resterà aperta l’Aula consiliare “Falcone e Borsellino” per dare la possibilità a chiunque volesse partecipare al cordoglio e al dolore per la scomparsa del Senatore Bruno Astorre, di porgere un ultimo pensiero.

L’ultima intervista di Chiara Rai al Senatore Bruno Astorre la mattina del 3 marzo 2023 a Officina Stampa



Bruno Astorre, il figlio della tradizione contadina…

Il segretario del PD Lazio amava citare spesso un proverbio africano: “Se vuoi andare veloce vai da solo. Se vuoi andare lontano vai insieme.”

Il video servizio dedicato al senatore Astorre all’indomani della sua elezione a segretario PD Lazio [Officina Stampa del 24/01/2023]

Figlio della tradizione contadina secondo cui un albero che cresce è tale sia se guardato dalla finestra di una casa sia se ammirato dalla piazza di un paese. Quella tradizione contadina, però, che sa che è importante che ci sia tanto in quella casa quanto in quel comune che amministra il massimo della collaborazione della lealtà della assunzione di responsabilità per far sì che l’albero viva. Così si autodefiniva Bruno Astorre senatore della Repubblica per il Partito Democratico di cui era il segretario regionale del Lazio.

Astorre ha da sempre militato nelle formazioni giovanili della Democrazia Cristiana, provenendo dal mondo del volontariato cattolico, una formazione giovanile quella di Bruno Astorre che lo ha visto attivo nel mondo della parrocchia dove ha affrontato un percorso intenso, una scuola che ha sostenuto la sua crescita interiore e sociale.

Politicamente con la fine della prima Repubblica e con la conclusione della grande storia della Democrazia Cristiana aderisce al Partito Popolare per poi approdare nella Margherita e fino ad oggi, dopo aver partecipato alla sua nascita, è stato un esponente del partito democratico.

“Il mio essere cristiano cattolico è un punto di partenza ed un porto di approdo da questo molo mi incammino ogni giorno perché ritengo necessario confrontarmi con la società questa esigenza nasce dal desiderio di costruire essere al servizio della comunità delle famiglie che la compongono dei cittadini tutti i protagonisti in cui mi riconosco perché io a loro appartengo con tutto il mio essere e dunque anche con la mia fede e i miei errori”. Parole queste con le quali Astorre ha descritto quello che era il suo credo, il suo modo di vedere e affrontare le sfide che si incrociano lungo il percorso della vita e che gli hanno fatto da preludio a quella che è stata sua mission di segretario dem del Lazio.

“La nuova rotta sulla quale il Partito Democratico deve posizionarsi – aveva detto Astorre appena eletto segretario PD Lazio – partendo dalle sezioni che devono ospitare le energie per poter essere tra i più indifesi coi cittadini che hanno difficoltà e quindi utilizzando piccoli team di professionisti di avvocati o di commercialisti sul modello di quelli di strada che danno una mano fanno consulenze gratuite a tante persone che mi hanno bisogno e desiderano un consiglio su un problema”. Una nuova rotta quella disegnata dal senatore che aveva suscitato grandi entusiasmi nel popolo del PD che era tornato a sentir parlare dei suoi principi e dei suoi valori.

Bruno Astorre amava citare spesso un proverbio africano: “Se vuoi andare veloce vai da solo. Se vuoi andare lontano vai insieme.” E aggiungeva a conclusione dei suoi interventi politici: “Andiamo uniti e andremo lontani insieme.”

IL SENATORE BRUNO ASTORRE APPENA ELETTO SEGRETARIO PD LAZIO OSPITEB A OFFICINA STAMPA PER UNA INTERVISTA CON CHIARA RAI [24 GENNAIO DEL 2019]






Roma, morto il senatore Bruno Astorre

L’ultima video intervista con Chiara Rai poche ore prima a Officina Stampa

L’ultima video intervista del Senatore e segretario del Pd Lazio Bruno Astorre rilasciata a Chiara Rai durante la trasmissione web Officina Stampa

Una notizia drammatica per il Partito Democratico è morto stamattina precipitando dal palazzo del Senato.

Bruno Astorre (Roma, 11 marzo 1963) è stato un politico italiano, senatore dal 2013 e segretario regionale del PD nel Lazio da dicembre 2018.

Militante nella Democrazia Cristiana, con il Partito Popolare Italiano viene eletto consigliere comunale a Colonna nel 1995 e successivamente è primo degli eletti al Consiglio provinciale di Roma nel 1998.

Diventa consigliere regionale del Lazio con La Margherita nel 2003, e viene rieletto nel 2005 nelle liste de L’Ulivo, che sostengono il candidato presidente vincente, Pietro Marrazzo. Diventa così assessore ai Lavori Pubblici ed alla Casa nella giunta Marrazzo, incarico che mantiene fino a quando il 16 settembre 2009 non diventa Presidente del Consiglio regionale del Lazio, subentrando a Guido Milana nel frattempo eletto eurodeputato al Parlamento europeo.

Alle elezioni regionali del 2010 si candida per la terza volta col PD, nella coalizione a sostegno di radicale Emma Bonino, venendo eletto al consiglio regionale del Lazio, risultando primo degli eletti con il Partito Democratico. Pertanto il 12 maggio 2010 viene eletto vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, in quota della minoranza.

Con la turbolenta fine della consiliatura in seguito alle polemiche collegate a vari scandali nati in Regione e le travagliate dimissioni della presidente Renata Polverini, Astorre nel dicembre 2012 si candida, in provincia di Roma, alle primarie “Parlamentarie” indette dal PD per la scelta dei candidati alle successive elezioni politiche del 24 e 25 febbraio: arriva terzo (dietro Marietta Tidei ed Annamaria Parente) con circa 7 200 preferenze, e perciò ottiene un posto nella lista regionale per il Senato della Repubblica.

Alle elezioni politiche del 2013 viene candidato nelle liste del PD al Senato della Repubblica, nella circoscrizione Lazio, e successivamente eletto senatore per la XVII Legislatura.

Il 4 dicembre 2013 è stato eletto dal Senato, a scrutinio segreto, membro della commissione di vigilanza della Cassa depositi e prestiti.

Eletto all’Assemblea nazionale del Partito Democratico nelle primarie del Partito Democratico dell’8 dicembre 2013, è stato nominato membro della Direzione nazionale del Partito Democratico.

Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 viene ricandidato nella medesima circoscrizione, per la coalizione di centro-sinistra in quota PD, e rieletto senatore. Successivamente, entra a fa parte della VIII Commissione Lavori Pubblici, comunicazioni, di cui è segretario.

Il 1º dicembre 2018 viene eletto segretario regionale del PD per il Lazio.

Alle elezioni politiche anticipate del 25 settembre 2022 viene candidato per il Senato come capolista nel collegio plurinominale Lazio 02 risultando eletto.




Dove va il PD? il senatore Bruno Astorre intervistato da Chiara Rai a Officina Stampa

MORTO IL SENATORE E SEGRETARIO DEL PD LAZIO BRUNO ASTORRE

Il senatore e segretario del Partito Democratico Bruno Astorre ospite di Chiara Rai nel corso della puntata di oggi venerdì 3 marzo di Officina Stampa ha parlato del nuovo corso del PD.




Marino, cacciata democratica di Marco Rapo: “Caro Astorre, calma e gesso. Mi dimetto da solo”

Una uscita dal Partito democratico. Questa la lettera di dimissioni “spintanee” di Marco Rapo dal Pd:

“Sono stato deferito alla commissione di garanzia provinciale del PD per – così recita l’iniziativa – alcune mie posizioni espresse nell’ultimo consiglio comunale.Il provvedimento a firma dei Segretari regionale e provinciale del Partito si compone di quattro parti meritevoli di puntuale riflessione.Nella prima, si legge: “Le posizioni espresse dal consigliere comunale di Marino Marco Rapo non sono compatibili con i valori del Partito Democratico. (…) la sua contrarietà alla richiesta del gruppo consiliare … di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e a concederla alla senatrice Liliana Segrè.”.È la parte della mistificazione ad hoc, quella che attiene al merito della vicenda per la quale parla la mia storia fino alle ultime mie dichiarazioni che il Partito ha potuto solo decontestualizzare per ribaltarne il senso e, strumentalizzandole, creare il presupposto per la mia espulsione. Un’operazione che si giudica da sola sulla base della semplice contrapposizione del significato delle mie parole, rispetto allo stravolgimento che ne ha fatto il regionale che si è posto in termini di potenza e prepotenza, con tutto quanto ne segue sulla riconducibilità ideologica ad un siffatto uso della forza e sul carattere dei soggetti che la personificano.La seconda parte è quella che introduce la fase procedurale interna: “…abbiamo deciso di deferire il consigliere alla commissione di garanzia provinciale del partito che, siamo certi, interverrà con la massima celerità e, speriamo durezza.”. Intanto, non sarà sfuggito a nessuno che cronologicamente l’iniziativa non è affatto conseguente al Consiglio comunale ma ad un mio successivo post nel quale evidenzio la figura barbina fatta dai miei Colleghi PD firmatari del comunicato sul Mamilio.it di domenica scorsa.

Più nel merito, è evidente a tutti che se la richiesta di condanna giunge dalla più alta carica regionale, con sottolineata celerità e durezza del provvedimento invocato, non c’è Commissione che possa tenere alla quale, comunque, non mi sottoporrò sia per evitare l’imbarazzo di chi in coscienza dovesse trovarsi d’accordo con la mia posizione, sia perché la sentenza è stata già scritta.La terza parte è quella dove, infatti, l’estensore della sentenza, il Senatore Bruno Astorre in persona, da un lato non riesce a contenere tutto il suo malanimo, dall’altro smentisce la democrazia di Partito di cui, invero, sul territorio abbiamo già avuto più di una dimostrazione ma che, anche per brevità, rinvio all’occorrenza: “È nostro auspicio che l’avvocato Rapo possa trovare quanto prima formazioni politiche più vicine ai suoi valori.”.La quarta ed ultima parte, è dove il senatore esagera e questo il mia pur modesta persona non lo permette neanche a lui: “L’arco costituzionale ci offre purtroppo una certa gamma di formazioni politiche che fanno del revisionismo storico quando non addirittura dell’antisemitismo, un proprio tratto identitario.”.

Intanto, il segretario regionale dimostra un disprezzo totale delle regole e degli organismi del Partito che dirige, perché – democrazia, libertà e quindi Astorre permettendo – nessuno poteva escludere che la Commissione avrebbe potuto esprimersi diversamente dai suoi desideri se non lui stesso indicando con tanto livore una strada che difficilmente sarebbe ormai smentibile; ma soprattutto non tiene conto di ciò che il Partito Democratico, e non il Consigliere Rapo, hanno fatto di quell’arco costituzionale sia nei territori sia nei vari Governi fino all’ultimo con il M5S rispetto al quale il PD e il Senatore si erano originariamente dichiarati contrari con un netto: “Mai… senza se e senza ma”. Ed anche questa è storia che non si presta a revisioni e manipolazioni.Purtroppo, il Partito non ha colto nell’unico modo possibile la mia richiesta di battere un colpo, vale a dire quella di porsi in ascolto di ciò che da anni accade a Marino ed in generale in quasi tutti i territori che puntualmente si sono persi e ripersi. Eppure, ho fatto riferimento alle distorsioni locali di una sezione che fa comunicati non condivisi; che non opera il necessario raccordo del gruppo consiliare, solo perché la maggioranza del Partito è in dissenso con la mia posizione.

Tutte situazioni che a parità di considerazione dei consiglieri avrebbero necessitato l’intervento del Partito e forse della Commissione ma con destinatari diversi. Tutti fatti non smentibili, se non con la macchina del fango che prontamente si è messa in moto.

Invece è intervenuto a chiamata papà Bruno ma con entrata scomposta e non degna nemmeno del suo ecumenismo per il quale se ti deve fare fuori – politicamente si intende – lo fa soft, con democristiana maniera, anziché col machete. Ma, soprattutto, la domanda è: perché cacciare Marco Rapo anziché ammonire una Sezione che notoriamente non funziona?Infine, davvero senza polemica ma per tornare all’unico elemento di pregio della vicenda, ossia quello concettuale storico e politico, merita un passaggio l’Anpi di Marino la quale è la richiedente della ormai famosa mozione abbasso Mussolini e viva Segre, al punto tale che i consiglieri nel loro comunicato ne hanno quasi negato la paternità nonostante la sottoscrizione. Intendiamoci, niente di male nel fatto che l’Anpi possa avere trovato il proprio interlocutore per una iniziativa in Consiglio comunale; solo che se adesso, come ha fatto, trascrivendo integralmente il comunicato con il quale il PD provinciale avvia il procedimento nei miei confronti, compie, sì, un’azione partigiana ma di un parteggiare che stride gravemente con gli incidenti di percorso del Partito Democratico. Lo dico davvero a loro tutela, non avendo motivo per essere in contrapposizione, affinché si premurino che con lo stesso metodo piddino anche l’Anpi regionale o nazionale non abbia a processarli. Anzi gli propongo di rimuoverlo perché i partigiani di adesso non sono quelli impavidi di allora.Giunto a questo punto del mio percorso in un Partito che ha smesso da tempo di rappresentare l’unica speranza di una politica riformista, è con decisione affatto difficile e sofferta che rassegno le dimissioni da iscritto.

La mia distanza dal PD è divenuta incolmabile. Figuriamoci se un domani, dopo il Governo con i 5S, dovesse tornare utile o necessaria un’altra oscillazione verso destra anche a Marino. No, troppo disinvolto revisionismo per essere quello di un Partito sedicente di sinistra; non mi appartiene.

Marino, 18 maggio 2020 Marco RapoConsigliere Comunale di Marino”




Incendio Monte Tuscolo, Bruno Astorre: “Infinita rabbia”

“Provo un senso di infinita rabbia e di profonda tristezza nel vedere le immagini del nostro Tuscolo in fiamme ad opera di maledetti criminali. Mi auguro che gli autori di questo delitto siano individuati e per loro ci siano pene esemplari.
In questo momento il mio grazie va a tutti i soccorritori, vigili del fuoco, volontari della Protezione civile, guardiaparco che hanno operato per domare l’incendio e limitare il più possibile i danni”. Queste le parole del segretario regionale Pd e senatore della Repubblica Bruno Astorre, molto legato all’area dei Castelli Romani e fautore della riqualificazione del Parco Archeologico del Tuscolo che fortunatamente non ha subito danni.

Serena Gara, vicepresidente della Comunità Montana non vedeva episodi del genere da oltre due anni: “Non si è mai verificato un incendio di questa portata – dice – neppure cinque anni fa quando un altro grosso incendio ha colpito il Tuscolo. Fortunatamente le fasce tagliafuoco che abbiamo installato a giugno hanno evitato che l’incendio colpisse l’aria archeologica che si è salvata tranne una parte di vegetazione vicino ai sepolcri. Abbiamo messo a disposizione degli inquirenti le immagini dell’unica telecamera che punta nella zona dell’incendio che si è propagato dalla zona Anagnina a salire”.




Sardegna, vince il centrodestra. Pd primo partito e crollo del M5s. Astorre: “La strada è ancora lunga…. ma è quella giusta!”

Il centrodestra vince le Regionali in Sardegna.
Christian Solinas sarà, dunque governatore. “Oggi ha vinto la
Sardegna. Ringrazio i sardi della fiducia, è stato premiato il progetto di
governo che abbiamo presentato. Non ho mai visto un testa a testa, che non
rispondeva al vero, 14 punti di vantaggio rappresentano
un dato incontrovertibile
“, dice subito dopo la vittoria.

Astorre: “Pd primo partito. La strada è ancora lunga…. ma è quella giusta!”

Ad ammettere la sconfitta è il candidato del
centrosinistra, Massimo Zedda, che sottolinea, comunque, il buon risultato del
Pd nella competizione, primo partito e sopra il Movimento cinque stelle nelle
preferenze.

“Purtroppo non abbiamo vinto – commenta il senatore Dem e segretario regionale del Lazio del Pd Bruno Astorre – ma il dato della Sardegna è importantissimo. Pd primo partito… – prosegue Astorre – Siamo vivi altro che morti come diceva qualcuno… il campo largo (cosi’ come in Abruzzo) ci rende competitivi ed attrattivi, il M5s praticamente è stato cancellato… la strada è ancora lunga…. ma è quella giusta!”

https://www.facebook.com/brunoastorre.SenatorePd/photos/a.1206531666057153/2201322726578037/?type=3&eid=ARDykYdnPNSLxIqvn5dKp1PCfg9r2IEQPGSdtWtPuEQPui0XM-kQZJQgVRhjoqH3VJSxfs9yCB3bGLhu&xts%5B0%5D=68.ARCKcingyTvilwf_lPfJCpz8c5P0ppHJumkxiuU8SoHG80kV_fNTU4XIsITc0NPptg9-eAikI6KPf9Y7VH6dvbuLRHzdQBSqZOXsyQXVMZKG5pzScYsHfaMKXl1ISyyVyeBaGk-JkpDLCUGMOPwU3Y1EJ2MtGRWBTysC5LTb2B5_jQl8D1UkENmxSbneQXHujIzHMh03mFrJ_YIb1J90pyVLZX-PI-8op44Ly_g3KvsTgygBJP6J_iSFDjmdssU6srPKRoo1dlEZQLQJ07ZBBQkw5BwJP-QwoBp1WC6_DJeIrdODlI3kjsMIDHnPI9clL0K8jwlBMKXrX6xXJdBmDkUd6aiG&tn=EEHH-R



Grottaferrata: stasera Astorre e Leodori per il SI al referendum

Redazione

GROTTAFERRATA – Gli appuntamenti di “Basta un Sì – in Provincia di Roma” proseguono e fanno tappa questa sera (Mercoledì 26 Ottobre) a Grottaferrata. Alle ore 19.00, presso la Taverna Mari (Via Piave, 29), è previsto un dibattito pubblico di approfondimento sulla riforma costituzionale, in vista del referendum del 4 Dicembre.

Parteciperanno il Senatore Bruno Astorre, il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori, e il Vicepresidente della Commissione Politiche sociali e salute della Regione Lazio, Gianfranco Zambelli.

Coordineranno e modereranno Danilo Intreccialagli del Comitato "Grottaferrata OraSi” e Sabrina Monti del Comitato "Grottaferrata Basta un Si".

“Dopo la grande partecipazione di ieri sera a Civitavecchia, torniamo nei Castelli Romani a spiegare la riforma costituzionale – precisa il Senatore Bruno Astorre. – Questi incontri pubblici stanno attraversando tutta la Provincia di Roma e ci stanno aiutando a far comprendere le ragioni del Sì: dal superamento del bicameralismo perfetto al taglio dei costi della politica, con la vittoria del Sì avremo un Paese più stabile e concreto”.

 




REGIONE LAZIO INCHIESTA CECINELLI: IL GIP ARCHIVIA L'UFFICIO DI PRESIDENZA

Redazione


Roma – Si è conclusa con una archiviazione l'inchiesta della procura sui componenti dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale del Lazio che nel 2012 prorogarono di altri sei mesi l'incarico a segretario generale di Nazareno Cecinelli, benché fosse già in pensione. Il gip Valerio Savio, dopo una riserva di alcuni giorni, ha accolto quanto sollecitato dal pm Alberto Pioletti, che aveva chiesto di archiviare, per carenza dell'elemento psicologico del dolo, la posizione di Bruno Astorre, Gianfranco Gatti, Claudio Bucci, Raffaele D'Ambrosio e Isabella Rauti, indagati per concorso in abuso d'ufficio. Per la procura, anche se fu tutto l'ufficio di presidenza a votare all'unanimità quella nomina, come risulta dalle varie delibere, la proposta venne solo dall'allora presidente Mario Abbruzzese. Una linea condivisa in buona sostanza anche dal gip Savio. "Dagli atti – scrive il giudice nel suo provvedimento di tre pagine – non emergono concreti indizi di condotte collusive tra Cecinelli e gli indagati" che non risulta avessero una "comune, consapevole volontà diretta a favorirlo". Astorre e gli altri quattro "avrebbero tutti fatto affidamento, prima di votare a all'unanimità la delibera, sui tecnici che l'avevano predisposta ed analiticamente motivata e sul presidente Abbruzzese che l'aveva politicamente proposta e promossa, restando ignari del fatto che la 'prorogatio' di Cecinelli avrebbe fatto superare il limite di incarichi esterni previsti dalla legge". Il destino giudiziario di Abbruzzese e Cecinelli, che avrebbe ricevuto un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito dall'attribuzione del trattamento economico di segretario generale, si conoscerà invece dopodomani: sarà un altro giudice a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio, sempre per abuso d'ufficio, avanzata dal pm Pioletti, secondo il quale Abbruzzese non poteva non sapere che la proroga dell'incarico di Cecinelli fosse in contrasto con la normativa vigente.