M5S nel caos, tensione sui rimborsi: il buco supera il milione di euro

Potrebbe superare il milione di euro il ‘buco’ nelle restituzioni volontarie dei parlamentari del M5s sul conto del microcredito. Lo staff dei 5Stelle per ora non dà cifre, ma ammette che ‘mancano più soldi di quanto affermato dalla stampa’. ‘Non permetteremo a nessuno di inficiare il nome del M5s. Le mele marce le trovo e le metto fuori’, assicura Luigi Di Maio, che nelle prossime ore tornerà ad incontrare Le Iene, la trasmissione di Italia 1 che ha condotto l’inchiesta. L’incontro potrebbe essere inserito dal programma nel sequel al servizio messo ieri sul sito del programma.

Sono in corso, a quanto apprende l’ANSA, le verifiche dei vertici M5S sulle restituzioni volontarie fatte sul conto del microcredito. Dai primi riscontri si evince che non solo i parlamentari, ma anche alcuni consiglieri ed europarlamentari versano i rimborsi sul conto e, dai calcoli fatti, i vertici sottolineano che “mancano più soldi di quanto affermato dalla stampa”. Dallo staff di Luigi Di Maio si fa sapere che chi ha violato le regole interne avrà “lo stesso trattamento di Andrea Cecconi e Carlo Martelli”.

Non permetteremo a nessuno di inficiare il nome del M5S. Le mele marce le trovo e metto fuori”, ha detto il leader del M5S Luigi Di Maio sul caso rimborsi. “Io non conosco i nomi ma sia chiara una cosa le mele marce ci sono ovunque. Da noi vanno fuori negli altri partiti li fanno ministri”, spiega ancora Di Maio sottolineando di aspettare il resoconto del Mef per avere un quadro più preciso del caso.

“Per quanto ci riguarda è una persona che non ci aveva detto di far parte di una loggia massonica e per questa ragione non può stare nel movimento – ha detto in mattinata Luigi Di Maio in merito al caso del candidato Catello Vitiello e al suo legame con la massoneria -. Gli abbiamo inibito l’utilizzo del simbolo e quindi per lui è game over”.

“Quelle persone come Cecconi e Martelli le ho già messe fuori, per gli altri stiamo facendo tutte le verifiche che servono ma siamo orgogliosi di quello che è il Movimento. Non sarà qualche mela marcia ad inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e come sanno gli italiani da noi le mele marce si puniscono sempre”: così a Napoli, Luigi Di Maio, in merito ai rimborsi dei cinquestelle. “La notizia in un paese normale è che M5S ha restituito 23 milioni e 100mila euro di stipendi e questo è certificato da tutti quanti e ci sono 7mila imprese in Italia che lo testimoniano perché quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila posti di lavoro”, ha spiegato. ” Se ci saranno controlli da fare li stiamo facendo – ha concluso – ringrazio chi ha fatto queste inchieste ma questo è un paese strano in cui restituisci 23,1 milioni e la notizia è che manca lo 0.1″.

Ex militante M5S a “Le Iene”, in tanti mentono su rimborsi

“Tra deputati e senatori siamo ad una doppia cifra, è un partito fatto di furbi e furbastri che tradisce la fiducia dei cittadini”. Sono queste le parole con cui un ex militante, ai microfoni de Le Iene nel servizio sul M5S trasmesso via internet domenica sera, svela i mancati rimborsi che, a suo parere, coinvolgerebbero diversi esponenti del M5S. L’inchiesta de Le Iene, che il programma sceglie di mandare sul suo sito web, ha portato al ritiro, di fatto, dalla campagna elettorale dei parlamentari Andrea Cecconi e Carlo Martelli. E’ l’ex militante intervistato da Le Iene, infatti, a fare i nomi dei due esponenti pentastellati, rei – è la sua accuso ai microfoni del programma Mediaset – di aver finto di restituire oltre 21mila euro, nel caso di Cecconi, e oltre 76mila nel caso di Martelli. La mancata restituzione, spiega l’ex militante, si concretizza pubblicando sul sito “tirendiconto.it” i bonifici fatti salvo poi revocarli entro 24 ore dalla pubblicazione. Interpellati il 2 febbraio scorso dall’inviato de Le Iene Filippo Roma, sia Cecconi sia Martelli negano. “Non è vero, ho tutti i bonifici fatti, sono caricati online”, spiega Cecconi prima di andar via mentre Martelli prima nega con forza (“A me questa cosa non risulta, questa cosa qua finisce adesso, è una cosa terribile”) salvo poi rilevarsi più possibilista: “farà questa verifica, se è così provvederò a sistemare tutto”. A entrambi Le Iene chiedono di contattare il programma dopo la verifica ma nessuno dei due parlamentari, spiega il programma nel servizio, si fa sentire.




Terremoto rimborsopoli per M5s: i Dem chiedono dimissioni di Di Maio

Rimborsi europei fasulli quelli che sarebbero stati usati da Cristina Belotti, responsabile della comunicazione del gruppo Cinque stelle a Strasburgo, per seguire invece la campagna elettorale di Luigi Di Maio in Italia. La notizia è stata riportata ieri dal quotidiano ‘Repubblica’ e ha già scatenato un fuoco di fila da parte dei dem che chiedono le dimissioni del leader grillino.

“Aspettiamo di conoscere le risposte grilline, ma soprattutto aspettiamo di vedere cosa fa Luigi Di Maio”

Gli segnaliamo, nel frattempo, che in Francia nei mesi scorsi, per una vicenda simile si dimisero tre ministri dell’attuale governo”, commenta il senatore dem Stefano Esposito. Mentre il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi scrive ironicamente su Facebook: “Ecco la svolta ‘europeista’ di Di Maio: far pagare a Bruxelles con i soldi dei cittadini la sua collaboratrice per la comunicazione. Cristina Belotti prende stipendio, rimborsi e diaria per lavorare all’attività Ue, ma in realtà risulterebbe essere spesso in Italia a fare campagna elettorale, come ha svelato un’inchiesta interna a Strasburgo”.




M5s, attacco alla piattaforma Rousseau: perquisizione e ispezione informatica per un presunto hacker

MILANO – Perquisizione e ispezione informatica nei confronti di un 30enne veneto indagato per accessi abusivi alla piattaforma informatica dell’associazione Rousseau utilizzata per gestire le attività politiche del Movimento Cinque Stelle. Ad eseguire il decreto di perquisizione informatica, emesso dalla Procura dalla Procura della Repubblica di Milano, il compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Le attività investigative, condotte con il supporto del Centro Nazionale per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, proseguono per accertare altre responsabilità nelle intrusioni informatiche compiute ai danni del Movimento 5 Stelle.




M5S scarica Dessì: ha “menato ragazzi romeni” e paga 7 euro di affitto al mese a Frascati

Un altro scandalo M5S, un MoVimento che non si sta dimostrando poi così diverso dagli partiti. I vertici di M5S prendono le distanze da Emanuele Dessì, attivista della prima ora e candidato per il Movimento al Senato: il primo colpo, quello del balletto in palestra con il pugile poi condannato per usura Domenico Spada, lo aveva incassato bene; già meno il secondo, il post Fb in cui lui stesso, nel 2015, raccontava di aver “menato ragazzi romeni” che lo insultavano.

Poi Piazza Pulita ha dato il colpo del ko: un canone di affitto da 7 euro al mese che Dessì pagherebbe a Frascati per la casa popolare dove abita’.

Comune Frascati, assegnazione casa a Dessì è regolare  – “L’assegnazione della casa a Emanuele Dessì è regolare e non risulta moroso”. Lo precisa il comune di Frascati a proposito dell’abitazione assegnata al candidato al senato di M5S. “Per completezza di informazioni, lo stesso Dessi’ si era reso disponibile ad aumentare il valore del canone mensile corrisposto ma ciò non è stato possibile perché il Canone è correlato al reddito dichiarato”, precisa la nota del comune di Frascati. “Dalle verifiche svolte risulta che il signor Emanuele Dessi’ è in possesso di regolare assegnazione fin dal 1989 e non risulta moroso”, si legge nella nota del Comune di Frascati. L’amministrazione comunale inoltre precisa che “ha da tempo avviato un’azione di controllo, attraverso gli uffici dei Servizi Sociali, per verificare la posizione degli assegnatari degli immobili Erp. L’iniziativa mira a verificare se sussistano situazioni irregolari. Nel caso verrà posto rimedio”.

Dessì, casa? Ho provato a pagare 200 euro mi dissero no -“Ho chiesto di pagare una cifra più congrua, più alta ho provato a pagare fino a 200 euro al mese ma la legge non me lo ha permesso e mi sono stati rigettai”. Lo ha detto in diretta Fb Emanuele Dessì, il candidato M5S al Senato in merito all’abitazione assegnata. “La storia di questa casa nasce nel 1943 quando col bombardamento a Frascati la mia famiglia perse tutto. Mia nonna rimase lì fino al 1987 dove morì. Dopo una vertenza la casa venne data a me, mia madre e mio cugino nel 1999. Io non ho rubato nulla”, aggiunge.

Dessì, no ho frequentato il clan Spada ma il pugile Domenico Spada – “Durante la primavera del 2014 misi un video su una palestra in cui c’era il campione Domenico Spada. Io non frequentavo nessun clan Spada, frequentavo il pugile campione del mondo che si chiama Domenico Spada. Mi interessava il suo talento”. Lo ha detto in diretta Fb Emanuele Dessì.

Dessì, romeno picchiato? Non volevo menare nessuno – “Il video in cui litigavo con dei ragazzi romeni era pubblico da anni. Non volevo menare quella persona, è capitato. Queste cose sono uscite dopo la presentazione della lista del M5s, non è un caso. E’ stato tirati tutto fuori ad arte per colpire il partito che rappresento. Mi scuso di quel gesto. Camminavo con mia moglie all’epoca e uno di loro mi chiede una sigaretta. Io non fumo e gli rispondo di non averla, lui mi sputa sui piedi e si gira”. Lo ha detto in diretta Fb Emanuele Dessì. “Mia moglie gli ha chiesto ‘ma cosa fai’ – ha aggiunto – e lui ha detto in romeno una volgarità. Poi mi ha sputato. Forte dell’esperienza pugilistica ho colpito quell’uomo, dovevo difendere mia moglie e i miei figli. Ho sbagliato a condividere uno sfogo. Non sono un razzista”.

Dopo un pressing durato alcuni giorni, intanto , Luigi di Maiorivendica il suo ruolo di “capo politico del movimento. ‘Il mio dovere – dice – è tutelare il movimento. Grazie ai giornalisti che hanno fatto gli approfondimenti. Abbiamo avviato tutti gli accertamenti stamattina, se dovesse essere vero quello che sta emergendo, allora non avremo nessun problema sul fatto che queste persone non possono stare nel movimento, quindi dateci il tempo di fare gli accertamenti”.

A precisare la propria posizione è anche Roberta Lombardi: deputata cinquestelle che punta alla presidenza della Regione Lazio, cui Dessì è vicino. “Ma non è – precisano dall’enourage della candidata alla Pisana  – non certo il suo braccio destro”.

Il tentativo del Pd e di alcuni giornali di associare il nostro candidato al Senato Emanuele Dessi’ agli Spada o di…




M5S, Di Maio presenta i candidati esterni e attacca: “FI e Lega si rubano i voti a vicenda”

ROMA – Luigi Di Maio presenta a Roma i candidati “esterni” del M5S ai collegi uninominali. “Oggi è un giorno d’orgoglio e felicità, vi presenterò le persone che hanno risposto al nostro appello e sono tutti delle eccellenze nei loro ambiti. Il nostro obiettivo è dare all’Italia il miglior gruppo parlamentare che abbia mai avuto. Oggi vi presento un gruppo di supercompetenti che incarnano testa e cuore”.

Ci siamo! In diretta da Roma per presentare i candidati del MoVimento 5 Stelle nei collegi uninominali. Collegatevi!

Pubblicato da Luigi Di Maio su Lunedì 29 gennaio 2018

“In queste ore in tutte le Regioni d’Italia i nostri delegati stanno presentando le liste per le Politiche. I collegi uninominali li abbiamo messi a disposizione per tutti quelli che volevano mettersi in gioco con noi. domani mattina presenterò questi candidati, una squadra incredibile, c’è un tale che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi ci sono presidenti di ordini professionali, c’è un ammiraglio, c’è un capitano dell’esercito, ci docenti universitari, imprenditori, c’è il presidente del Potenza Calcio, lucano dell’anno”, Lo afferma in un video su fb il candidato premier M5S Luigi Di Maio.

“Per gli altri – sottolinea -la composizione delle liste è stata un’esperienza devastante, e cito Matteo Renzi. Per noi è stata un’esperienza entusiasmante che ci ha permesso di portare a bordo del M5S tanta gente nuova, di cui dobbiamo essere orgogliosi della cui disponibilità siamo onorati”. “La campagna sta andando bene, sono arrivati quasi 500mila euro di donazioni ma continuate”, sottolinea ancora Di Maio che mostra gli ultimi sondaggi di Ixé che mostrano il M5S in crescita. E, in merito ai sondaggi Di Maio osserva: “FI e Lega si rubano i voti a vicenda, il centrodestra è una grande allucinazione, quando cresce il partito di Berlusconi cala quello di Salvini e viceversa. Gli unici che crescono anche quando aumenta l’affluenza al voto siamo noi. I prossimi trenta giorni valgono i prossimi dieci anni”.




M5s, avviso di garanzia per la senatrice Ornella Bertorotta: avrebbe fatto pressioni per assunzioni facili

Avviso di garanzia per la senatrice M5s Ornella Bertorotta che avrebbe fatto pressioni per delle assunzioni presso una casa di cura che lei, da senatrice M5s, stava ispezionando. La vicenda che la vede coinvolta risale al 2015. La senatrice comunque si dichiara “totalmente estranea ai fatti”. In seguito al ricevimento dell’avviso di garanzia, la parlamentare catanese ha annunciato sul social Facebook il ritiro della propria candidatura alle imminenti elezioni politiche di Marzo. Si tratta dell’ennesima sostituzione in corsa fra i vincitori delle parlamentarie che si sono svolte qualche giorno fa e che hanno destato non pochi malumori tra i candidati.


“Cari amici,
Questa mattina sono stata raggiunta da un avviso di garanzia. Sono dunque sottoposta ad indagine per una questione riguardante il 2015. Io sono totalmente estranea ai fatti che riguarderebbero delle pressioni che avrei esercitato per un’assunzione presso una casa famiglia dove ho fatto un’ispezione. Mai nella mia vita avrei pensato di trovarmi in una situazione del genere ma ho fiducia nella magistratura. Sono convinta che la Legge sia uguale per tutti, anche per me. Ho ritirato oggi la mia candidatura al Senato della Repubblica per tutelare il movimento 5 stelle e per avere la serenità di difendermi qualora venissi rinviata a giudizio. Noi del movimento 5 Stelle siamo chiamati a dare sempre l’esempio e sono onorata di avere la possibilità di farlo anche questa volta dimettendomi da candidata. Resterò sempre un’attivista e un’innamorata del progetto di democrazia che vedrà il 4 Marzo tanti amici andare al Governo di questo Paese.
Ornella”




Roma, metro A affidata al cugino dell’assessore M5S. “Onestà, onestà”

ROMA – “Onestà, onestà” questo slogan pentastellato si sta svuotando della sua missione principale: il MoVimento Cinque Stelle dovrebbe rappresentare una rottura rispetto a logiche della vecchia politica ma purtroppo i fatti dicono un’altra cosa: a Roma, la metro A è stata affidata a Federico Chiovelli, cugino dell’Assessore M5S del XV municipio romano Paola Chiovelli.

Il MoVimento 5 Stelle non doveva cambiare musica e distinguersi?

Non sono poche le difficoltà in cui versa il servizio dei trasporti romano e chi quotidianamente prende la metro ne è pienamente consapevole. Per risolvere i problemi, quantomeno della metro A, è stato scelto Federico Chiovelli un nome che non suona nuovo.

Chiovelli infatti nel 2016 fu rimosso dalla linea Viterbo-Roma dall’ex direttore generale dell’Atac, Marco Rettighieri, che entrò in rotta di collisione con la giunta Raggi e si dimise.Dopo qualche mese anche un altro dg Atac, Bruno Rota rompe con la sindaca Raggi e, a luglio di quest’anno, utilizza parole infuocate contro Enrico Stefàno, presidente della commissione mobilità del Campidoglio:

“Lui e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti. Suggerisco a Stefano, nel suo interesse, di lasciarmi in pace e di rispettare chi ha lavorato. Onestamente. Sempre i soliti”

E’ lecito domandarsi per quale motivo a Chiovelli sia stata affidata una responsabilità così alta e poco opportuna (viste le parentele) nonostante lo stesso sia stato allontanato dal lavoro svolto.

I numeri allarmanti di Atac

Disagi e numeri delle corse allarmanti. A maggio la perdita del servizio è stato pari al 3,85%. A perdere il maggior numero di chilometri è stata la metro A con 26144. Per la metro B perdita pari solo a 2679 chilometri. A giugno il servizio non reso è salito  al 6,34%, con sempre la metro A a far la parte da leone. Luglio è il mese chiave di questo racconto. Il mancato servizio ha infatti sfiorato il 10%, registrando il sorpasso, per i chilometri persi, della metro B sulla metro A.

Agosto mese sostanzialmente tranquillo, nel quale il servizio della linea è stato praticamente dimezzato  come certificato dai numeri. A settembre e ad ottobre il servizio è andato peggiorando: -13,69% sulle tre linee metro a settembre e -16,59% ad Ottobre.

Se a settembre la perdita sulla B è stata di 64.843 chilometri e ad ottobre di 67.684, la metro A ha visto crescere i propri problemi soprattutto ad ottobre arrivando a perdere 59.030 contro i 36.185 di settembre

 

 

 




Ostia: vittoria stellare per Giuliana Di Pillo M5S con oltre il 60 %

 

OSTIA (RM) – A Ostia vincono i cinque stelle. Il crollo dell’affluenza non danneggia la candidata M5S Giuliana Di Pillo, che in base ai dati quasi definitivi appare nettamente in testa nella corsa per la presidenza del Municipio Decimo di Roma. I risultati la danno oltre il 60 per cento rispetto al 40% scarso di Monica Picca del centrodestra. Un risultato che consegna ai cinquestelle uno dei pochi territori della capitale che ancora non governavano e spazza via per il momento le nubi sulla giunta di Virginia Raggi, per la quale l’elezione costituiva una prima verifica indiretta. Di certo le vicende traumatiche delle ultime settimane non hanno spinto i cittadini ad andare nelle 183 sezioni elettorali, che erano sorvegliate da 400 agenti in più. E’ del 33,60% l’affluenza alla chiusura dei seggi. Al primo turno era stata del 36,10%, secondo il sito del Campidoglio: il calo é quindi di oltre il 2,5%.

“E’ la vittoria di tutti i cittadini e della voglia di rinascita. Grazie di cuore!”. Cosi’ Giuliana Di Pillo su twitter.

“I cittadini tornano protagonisti. Brava Giuliana Di Pillo! I romani sono con noi e per il cambiamento”. Cosi’ la sindaca Virginia Raggi su twitter.

“All’idroscalo, dove sono rappresentati i voti di Casapound, noi abbiamo perso e loro hanno guadagnato circa mille voti”. Il voto degli Spada è andato alla Di Pillo? – chiede un giornalista. “Penso proprio di sì”, la risposta della candidata del centrodestra alla presidenza del Municipio di Ostia, Monica Picca, commenta il risultato del ballottaggio che l’ha vista sconfitta contro la candidata M5S, Giuliana Di Pillo




Ostia, ballottaggio M5S-centrodestra: seggi blindati, spettro non voto

OSTIA (RM) – Il municipio di Ostia si prepara a scegliere la sua nuova guida politica, dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni criminali. Urne aperte alle 7 e chiuse alle 23, con i 183 seggi vigilati anche da agenti in borghese. Seggi blindati dopo la vicenda dell’aggressione ad un giornalista, che ha portato all’arresto di Roberto Spada.

E che il clima non sia dei più sereni sul litorale romano lo testimonia anche l’intimidazione al circolo Pd di Ostia con il portone bruciato da ignoti. Ma, mentre le forze dell’ordine saranno impegnate a tutto campo per garantire la regolarità del voto e a evitare “condizionamenti”, c’è un altro spettro che incombe sulla consultazione elettorale: l’astensionismo.
A sfidarsi per la poltrona di presidente del X municipio sono due donne: Giuliana Di Pillo, la candidata del Movimento 5 Stelle e Monica Picca, in corsa per il centrodestra. Chi è rimasto fuori dalla sfida, segnatamente Pd e Casapound, non ha dato indicazioni di voto.




Elezioni 2018: il termometro siciliano e il partito degli astenuti

Anche questa volta, dopo il risultato elettorale si sono scatenate le polemiche di ogni tipo. Tutti danno interpretazioni di parte, spesso superficiali, sulle cause di vittoria dell’uno e della sconfitta dell’altro. Anche questa volta alle elezioni regionali in Sicilia viene attribuito un termometro che dovrebbe prevedere l’andamento delle successive elezioni politiche nazionali.

 

I dati veramente importanti di queste elezioni regionali siciliane, sui quali dovrebbero riflettere tutte le forze politiche sono:
numero di elettori……………………………………………4.661.111
numero di votanti……………………………………………2.179.111
numero di voti a Musumeci 830.821
numero di voti M5s 722.555

 

La Sicilia verrà governata da una forza politica (mista) che rappresenta esattamente il 17,82% dell’elettorato siciliano.

Il maggior fronte di opposizione, il M5s (che si proclama prima forza politica) ne rappresenta invece il 15,50%, ovviamente senza considerare la maggiore irrilevanza dei gruppi di sinistra e centro sinistra. Con questi risultati costoro pretendo di rappresentare le istanze di una intera popolazione che da decenni subisce le scelleratezze di una classe politica pressappochista e opportunista.

 

Gli aventi diritto al voto che si sono astenuti sono 2.481.926, esattamente il 53,25% che non ha voluto esprimere alcuna preferenza: questa quindi è la vera prima forza politica della Sicilia. Una forza silente o inascoltata e quindi rassegnata a subire, una forza che oppone la propria protesta nell’unico modo che può: il non-voto.
Tra questi astenuti si trovano delusi di ogni tipo e di ogni colore politico:
– i delusi per preconcetto contro il sistema in genere;
– i delusi dai partiti di centrodestra;
– i delusi dai partiti di centrosinistra;
– i delusi dal M5S.

Molti di questi hanno smesso di riporre la fiducia nelle forze politiche per la risoluzione dei propri disagi sociali, per le soluzioni concrete di una ripresa economica o semplicemente per rendere efficienti i servizi pubblici. Musumeci nel suo discorso post-elettorale ha dichiarato che sarà il presidente regionale di tutti, anche di coloro che non hanno votato. Saranno proprio questi ultimi a valutare l’operato di questo ennesimo presidente della regione Sicilia che promette rinnovamento, efficienza e rinascita, se anche lui fallirà l’unica forza politica che continuerà a crescere sarà proprio quella dell’astensione.

Il centrodestra in Sicilia ha vinto per due motivi fondamentali: l’incapacità dimostrata dalle sinistre e per l’alto profilo morale e di coerenza politica che presenta Musumeci.
Ebbene che Miccichè & C. tengano bene a mente questo dettaglio importante, in quanto anche una parte del loro elettorato è stato confortato da questa presenza di indiscutibile dirittura morale.
Una replica su scala nazionale di questa vittoria siciliana sarà possibile solo con un candidato premier che abbia le stesse analogie culturali. E sarà un’impresa non da poco trovarlo tra le file di Forza Italia.

Per quanto riguarda invece il M5s, che vanta di essere la prima forza politica con il 15,50% dell’elettorato siciliano, dovrebbe fare un buon bagno di umiltà per capire le cause della mancata vittoria. Un maggiore riconoscimento, controllo e regolarizzazione dei Meetup, unico sistema (?) di avvicinamento al movimento, potrebbe già essere una azione utile in quanto spesso nascono già con conflitti tra gli appartenenti. Rivedere l’utilizzo e l’abuso della piattaforma Rousseau, potrebbe essere un altro passo. Evitare linguaggi aggressivi ed offensivi nei confronti di chi dissente o degli avversari politici potrebbe essere un ulteriore toccasana per guadagnare consensi tra gli indecisi. Altra azione potrebbe essere di far capire alla gente (per evitare di essere accusati di incoerenza) che un gruppo politico è costretto ad accettare compromessi e cambiamenti anche radicali se il suo obiettivo è quello di governare il Paese. Sarebbe soprattutto utile al M5s che il suo principale rappresentante eviti di fare brutte figure alle quali debba poi dare delle giustificazioni risibili. Di Maio non può ancora avere l’arroganza di snobbare un incontro da lui stesso chiesto con un riconosciuto leader di partito anche se quest’ultimo risulta perdente. E’ stata un’azione priva di intelligenza politica.

Vincenzo Giardino




Guidonia, M5S scivola sul 4 novembre: si dimentica le celebrazioni

GUIDONIA (RM) – Pessima figura istituzionale quella fatta dall’amministrazione M5S guidata da Barbet a Guidonia Montecelio. Si sono dimenticati del 4 Novembre che è una delle giornate più importati d’Italia. Non una corona non un drappello, un picchetto: solo il niente come ben riesce ai grillini. Eppure la giornata celebrativa italiana per eccellenza che pure fu istituita nel 1919 è l’unica che abbia passato indenne la monarchia, l’età liberale, il fascismo e l’età repubblicana.

Il 4 novembre non solo segna la fine della prima guerra mondiale, di milioni di Italiani che si sacrificarono, si immolarono fra stenti e privazioni, come i giovani di tutti gli eserciti partecipanti , ma indica l’ideale più alto: il Tricolore. Una sola bandiera per tutta l’Italia. E’ necessaria la memoria dei valori che evidenzia la nostra civiltà. E la civiltà inizia dal culto di chi ci ha preceduto e combattuto per quegli ideali. E’ vero che nel ’76 per la maledetta austerity fu abrogato come giorno festivo ma divenne mobile. Ma a Guidonia Montecelio insiste solo l’immobilismo: la pretesa di occupare lo scranno quasi per volontà divina senza mostrare alcun merito se non quei 20 o 40 voti di amici e parenti più prossimi.

L’Amministrazione comunale non ha fatto nulla “In questo giorno, in cui ricordiamo la conseguita completa Unità d’Italia e rendiamo onore alle Forze Armate, rivolgo il mio pensiero commosso a tutti coloro che si sono sacrificati sull’Altare della Patria e della nostra libertà, per l’edificazione di uno Stato democratico ed unito. Coltivare la loro memoria significa comprendere l’inestimabile ricchezza morale che ci hanno trasmesso” come ha avuto modo di dire il Presidente Mattarella all’Altare della Patria. Neanche una bandiera al balcone comunale ha saputo mettere il sindaco eppure è lo stesso Stato che gli paga lo stipendio ogni mese. Ma è risaputo che come tutti i radical chic i grillini sono ricchi di loro come il loro comico capofila. Spiace che il sindaco Barbet ed i suoi adepti abbiano perso un’altra occasione per stare vicino alla gente: al popolo. Forse per stare dietro al computer per fare strategia sui social. Barbet avrebbe potuto concertare con il Comando aeroportuale un picchetto per la deposizione di una corona ai caduti.

L’aviere alla porta carraia ci ha confermato che la Città non è rientrata tra le 28 in Italia dove le caserme erano aperte. Peccato perché all’aeroporto Barbieri di Guidonia sono passati migliaia di uomini e donne che tra civili e militari in tutti questi anni hanno messo su famiglia e percepito lo stipendio ogni mese. Quant’era bello negli anni passati camminare davanti agli hangar e respirare quella sicurezza, quel calore, quell’abbraccio ideale che solo le Forze Armate e la Bandiera Italiana ti sanno dare.

Adesso c’è Barbet con i suoi grilini : non sento alcuna emozione. Forse hanno avuto paura di acquistare una corona d’alloro visto che sono tre volte che cambiano i numeri sul bilancio ma 55 milioni di euro di debito restano sulle spalle dei Guidoniani.

Da consigliere eletta con Noi con Salvini ho pensato ad una dimenticanza di un invito istituzionale: ho girato per la Città per tutti i cippi celebrativi. C’erano soltanto corone essiccate come le emozioni davanti a tanta mestizia amministrativa. W le Forze Armate. W la Bandiera Italiana.

 

Il Consigliere di Noi con Salvini 

Giovanna Ammaturo