Rocca di Papa, arrivano i migranti. Il Sindaco Crestini: “Rimarranno per due settimane. A lavoro per garantire sicurezza”

ROCCA DI PAPA (RM) – Questa sera, a Rocca di Papa giungeranno da Messina un centinaio di migranti provenienti dall’imbarcazione Diciotti, al centro della contesa politica delle ultime settimane. Dopo essere stati sottoposti alle consuete procedure di identificazione e controlli sanitari, queste persone verranno ospitate nel Centro di Accoglienza “Mondo Migliore” (centro autorizzato dalla Prefettura), qui a Rocca di Papa, così come concordato fra la Comunità Episcopale Italiana (CEI) e il Ministero degli Interni, col supporto operativo della Caritas.

“La decisione di trasferire temporaneamente a Rocca di Papa i migranti della Diciotti è venuta dall’alto – dichiara il sindaco, Emanuele Crestini – Come rappresentante delle istituzioni non posso che rispettare le disposizioni ministeriali, rimanendo a stretto contatto con la Prefettura e la cooperativa che gestisce la struttura, in modo tale da eliminare possibili disagi per la cittadinanza. In qualità di sindaco, sto lavorando per garantire l’equilibrio fra l’accoglienza dei rifugiati e le esigenze di sicurezza dei cittadini di Rocca di Papa.”

“Comprendo la preoccupazione di alcuni cittadini, ma desidero rassicurarli su questo. Come dichiarato dalla Caritas, queste persone rimarranno nel centro al massimo per due settimane, il tempo necessario per organizzarne la redistribuzione nelle molte diocesi italiane che in queste ore si sono dichiarate disponibili ad ospitarli.”

“Le manifestazioni contrarie, anche se comprensibili, in un momento delicato come questo non fanno altro che rendere più complessa la gestione della situazione. Purtroppo, alcuni stanno tentando di strumentalizzare il momento di attenzione mediatica per scopi politici ed elettorali. Per questo, desidero fare mie le recenti dichiarazioni di Don Ivan Maffeis (portavoce della CEI), che ricorda: “Non si può far politica sulla pelle dei poveri”. Spero che i rappresentanti delle forze politiche, anche locali, concordino con queste parole e collaborino ad una serena gestione della vicenda.”




Rocca di Papa, migranti al Mondo Migliore: il sindaco Crestini scrive a Papa Francesco

ROCCA DI PAPA (RM) – A fornire aggiornamenti sulla situazione migranti a Rocca di Papa è direttamente il sindaco Emanuele Crestini: “Nelle prime ore di questa mattina, abbiamo appreso dalle agenzie di stampa e dai telegiornali che circa cento dei migranti a bordo della nave Diciotti, per volontà della Santa Sede, saranno ospitati a “Mondo Migliore”, Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) che si trova qui a Rocca di Papa.

Quella della Diciotti rappresenta l’ennesima tragedia umanitaria che è stata oggetto di un braccio di ferro politico a livello nazionale ed europeo. Le persone a bordo della nave sono state ferme lì, senza conoscere il proprio destino per giorni. Finalmente, la situazione si è sbloccata. Non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali del Ministero degli Interni o della Prefettura, ma la decisione di ospitare i migranti a “Mondo Migliore” è una precisaindicazione personale di Papa Francesco. Sua Santità ha infatti dichiarato che i migranti verranno inseriti immediatamente in un percorso di integrazione, focalizzato sull’apprendimento della lingua italiana. “Mondo Migliore”  è un centro di accoglienza autorizzato dalla Prefettura ed è il fiore all’occhiello a livello internazionale, così come riconosciuto più volte da figure di spicco, specialmente sotto il profilo della sicurezza.

Rispetto la decisione del Santo Padre, che ha lavorato assieme al Ministro degli Interni per risolvere una questione politicamente difficile. Per quanto riguarda Rocca di Papa, ci stiamo già attivando, in coordinamento con la Prefettura e la cooperativa che gestisce il centro per continuare a garantire il massimo controllo sul territorio, per evitare eventuali disagi alla cittadinanza.

Questa mattina ho inviato una lettera al Santo Padre, con la quale ho ricordato che Rocca di Papa è sempre stata pronta ad accogliere e a sostenere coloro che si trovano in una situazione di difficoltà. In particolare, il mio pensiero si posa sui tanti minori che abbiamo avuto modo di aiutare e collocare in strutture sicure, dove hanno trovato un luogo dove crescere sereni. In questo, si è creata una rete di solidarietà, formata da cittadini e associazioni locali, sostenuta dall’Amministrazione Comunale, grazie alla quale è stato possibile attivare numerosi progetti di inclusione. Nella lettera ho anche avuto il piacere di invitare Papa Francesco nella nostra cittadina”.




Scontro Italia – Europa, nessuna ridistribuzione migranti nave Diciotti: Conte sul piede di guerra

E’ scontro totale tra l’Italia e l’Unione europea. Casus belli è stata la riunione degli sherpa di dodici Paesi, convocati da Bruxelles per trovare soluzioni comuni a lungo termine sugli sbarchi dei migranti e finita con una fumata nera sulla ridistribuzione dei 150 bloccati a bordo di nave Diciotti, mettendo a nudo un’Italia sempre più isolata. “L’Europa non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali. Ne trarremo le conseguenze”, ha attaccato il premier Giuseppe Conte, puntando il dito contro “l’ipocrisia” dei partner, mentre dal Viminale l’esito dell’incontro veniva bollato come “l’ennesima dimostrazione che l’Europa non esiste”.

D’ora in poi, scrive su Facebook, l’Italia “si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa”. “L’Italia è costretta a prendere atto che l’Europa oggi ha perso una buona occasione: in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell’ordinamento europeo”.

Nella riunione convocata d’urgenza dalla Commissione Europea, dice ancora il presidente del Consiglio, “non è stato dato alcun seguito” alle conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo di fine giugno. “Anzi. Da parte di alcuni Stati è stato proposto un passo indietro, suggerendo una sorta di regolamento di Dublino mascherato, che avrebbe individuato l’Italia come Paese di approdo sicuro, con disponibilità degli altri Stati a partecipare alla redistribuzione dei soli aventi diritto all’asilo”, che sono una “percentuale minima”.

A bordo della nave la situazione comincia a farsi sempre più difficile. Dopo il quarto giorno di permanenza nel porto di Catania sull’imbarcazione, gran parte dei 150 migranti ha intrapreso uno sciopero della fame. E il ministro Salvini prosegue il suo braccio di ferro con l’Europa, che stenta a trovare un accordo nonostante il vertice di oggi, e le procure siciliane. In particolare quella di Agrigento, la quale ha annunciato che domani il procuratore Luigi Patronaggio sarà a Roma per sentire alcuni funzionari del Viminale. Il vicepremier leghista, però, ribatte: “Se questo magistrato vuole capire qualcosa gli consiglio di evitare i passaggi intermedi. Siccome c’è questo presunto sequestratore e torturatore, sono disponibile a farmi interrogare anche domani mattina”. Nel frattempo in tarda serata è giunta la notizia di una nuova richiesta da parte della nave Diciotti “di autorizzare lo sbarco dei naufraghi soccorsi per l’estrema criticità della situazione a bordo”. Il ministro dell’Interno, dunque, starebbe anche valutando “la possibilità di fare procedure di identificazione e riconoscimento per individuare profughi veri, che sono la minoranza, dai finti profughi prima ancora che le persone sbarchino”. Dopo la discesa dei 27 minori non accompagnati due giorni fa, sulla Diciotti ci sono complessivamente 130 eritrei, 10 migranti delle Isole Comore, sei bengalesi, due siriani, un egiziano ed un somalo. Di questi, sono 120 le persone che da oggi hanno intrapreso lo sciopero della fame, mentre le restanti trenta, comprese le undici donne a bordo, si alimentano regolarmente. Per alcune ore, le visite dei parlamentari a bordo sono state sospese per ragioni di sicurezza.

Interviene anche il vicepremier, Luigi Di Maio, secondo il quale l’Italia ha deciso di voltare le spalle all’Italia. “A questo punto l’Italia deve prendersi in maniera unilaterale una riparazione. Non abbiamo più intenzione di farci mettere i piedi in testa”. E rilancia: “Noi siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all’Unione Europea. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli”. “Hanno deciso di fregarsene dei principi di solidarietà e di responsabilità – incalza Di Maio – nonostante nell’ultimo consiglio europeo avessero assicurato che chi sbarcava in Italia sbarcava in Europa”




Migranti, fondi all’Europa: i particolari dell’accordo sfumato

È scontro tra Italia ed Europa sulla questione migranti. A Bruxelles il vertice tecnico dei 12 stati membri convocato dalla Commissione europea ha prodotto un nulla di fatto: nessun accordo è stato trovato sulla ripartizione dei 150 migranti presenti a bordo della nave Diciotti ferma al porto di Catania da 4 giorni. E secondo quanto trapelato, nel corso della riunione a porte chiuse, si sarebbe parlato di un'”Italia isolata” anche perché “i ricatti del governo hanno peggiorato il clima”. E lo scontro si sposta sulla quota di fondi che l’Italia paga alla Ue. “Non siamo più disposti a dare i 20 miliardi che pretendono”, tuona il vicepremier Luigi Di Maio.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte affida a Facebook la posizione del governo: “L’Italia ne trarrà le conseguenze – avverte – e, d’ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia” che c’è “tra parole e fatti, che trascolora in ipocrisia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa”.

L’Italia, dunque, ne trarrà le conseguenze. Come? Secondo quanto si apprende, il governo esclude l’ipotesi di ‘Italexit’ – come detto dallo stesso Luigi Di Maio stamattina – anche se l’orientamento è di mettersi di traverso e fare la voce grossa su tutti i temi che saranno affrontati in sede europea.

L’irritazione del presidente del Consiglio nasce dal fatto che a Bruxelles gli sherpa abbiano rifiutato di sottoscrivere una bozza di dichiarazione che era stata preparata dalla Commissione per una gestione comune degli sbarchi e della ripartizione dei migranti e dare così seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di giugno. “L’Italia è costretta a prendere atto che l’Europa oggi ha perso una buona occasione – denuncia il premier Conte – in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell’ordinamento europeo” e anzi, punta il dito, “da parte di alcuni Stati è stato proposto un passo indietro, suggerendo una sorta di regolamento di Dublino ‘mascherato’, che avrebbe individuato l’Italia come paese di approdo sicuro, con disponibilità degli altri Stati a partecipare alla redistribuzione dei soli aventi diritto all’asilo, che notoriamente sono una percentuale minima dei migranti che arrivano per mare”.

“Dalla Diciotti non sbarca nessuno”

Anche dal Viminale filtra la stessa posizione dura e intransigente: “Dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto” sottolineano fonti del Ministero dell’Interno secondo cui l’esito del vertice europeo è l'”ennesima dimostrazione che l’Europa non esiste”.

Ma sul tavolo c’è un’altra questione: la minaccia ventilata ieri e ribadita oggi dal vicepremier Di Maio di bloccare i pagamenti del nostro paese all’Ue in mancanza di collaborazione nella ridistribuzione dei migranti che si trovano a bordo della nave Diciotti. E anche se il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, sottolinea che “pagare i contributi all’Ue è un dovere legale dei membri”, il ministro del Lavoro e dello sviluppo economico insiste: “Oggi l’Unione Europea ha deciso di voltare le spalle all’Italia ancora una volta. A questo punto l’Italia deve prendersi in maniera unilaterale una riparazione. Non abbiamo più intenzione di farci mettere i piedi in testa”.

Per questo, prosegue, “l’Unione Europea non vuole ottemperare ai principi concordarti nell’ultimo consiglio europeo? Noi siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all’Unione Europea. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli e si prendano carico di un problema che non possiamo piu’ affrontare da soli. I confini dell’Italia sono i confini dell’Europa. Agli italiani non chiederemo un centesimo di piu’. Lo dico da capo politico del Movimento 5 Stelle, visto che la UE non rispetta i patti e non adempie ai suoi doveri, noi come forza politica non siamo più disposti a dargli i 20 miliardi all’anno che pretendono”.

Concorda Matteo Salvini: “Io penso che i soldi pagati da italiani e immigrati regolari in tasse devono finire agli italiani. Possiamo diminuire il contributo in quota parte sulla base di quello che l’Europa fa o non fa penalizzando l’Italia. Mi sembra un dovere ridiscutere queste spese condominiali”.

Il monito di Oettinger​

If Italy would refuse to pay its contribution to the #EUbudget, it would be the first time in the history of the EU. This would result in late payment interests. And a breach of Treaty obligations leading to possible further heavy sanctions. #cooperation-not-threats

— Günther H. Oettinger (@GOettingerEU) 24 agosto 2018

“Se l’Italia si rifiuta di pagare il suo contributo al bilancio europeo, sarebbe la prima volta nella storia dell’Ue. Questo comporterebbe interessi per i ritardi nei pagamenti, e una violazione degli obblighi del Trattato che porterebbe a possibili ulteriori forti sanzioni”, sottolinea su Twitter il commissario europeo al bilancio, Guenther Oettinger, aggiungendo l’hashtag #cooperazione-non-minacce.

Il Pd all’attacco: “Se Conte non è in grado di governare, vada a casa”

Intanto, sul fronte dell’opposizione il Pd con il segretario Maurizio Martina sollecita Conte a riferire al più presto in Parlamento e a dimettersi se incapace nel gestire l’emergenza: “Conte deve gestire la situazione se ne è capace o vada a casa perché stiamo affrontando una situazione incredibile, mai vista. Con una evidente incapacità del governo a gestirla. Se non sono in grado di governare vadano a casa per il bene degli italiani”. Quindi, conclude, “con la Ue che ci volta le spalle, è una Italia sempre piu’ isolata. Conte venga a riferire in Parlamento perché siamo oltre la soglia di guardia”.




Migranti: bloccato nuovo sbarco a Cagliari

CAGLIARI – Un nuovo tentativo di sbarco di migranti è stato bloccato dagli uomini del Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Cagliari. Ieri pomeriggio un elicottero delle Fiamme gialle ha avvistato un barchino con a bordo 12 persone a circa 12 miglia dall’isola del Toro, nel Sud ovest della Sardegna. Il natante è stato raggiunto dal Guardiacoste G208 Casotti. I migranti sono stati trasferiti sul mezzo del Roan, mentre l’imbarcazione è stata sequestrata.
Gli stranieri, portati a terra, una volta identificati e visitati sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Monastir (Cagliari). Sono tutti uomini di nazionalità algerina.




Trump si complimenta con Conte: “Sui migranti l’Europa dovrebbe seguire l’esempio dell’Italia”

Il primo ministro Giuseppe Conte è stato ricevuto alla Casa Bianca con una calorosa stretta di mano dal presidente americano Donald Trump. “Grazie Giuseppe per essere qui”, ha detto il presidente Usa. “E’ un grande onore essere qui”, ha risposto il premier.
Conte ha ricevuto il via libera dal presidente americano su tre questioni cruciali: la Libia, una cabina di regia permanente per il Mediterraneo e la questione degli scambi commerciali e dei dazi. Lo affermano fonti di Palazzo Chigi al termine dell’incontro alla Casa Bianca.
Il Presidente americano – informano fonti di Palazzo Chigi – ha dato il suo via libera su tre questioni cruciali poste da Giuseppe Conte. In particolare, il primo è che l’Italia conta sull’appoggio degli USA per la Conferenza sulla Libia che si terrà nel nostro Paese, come annunciato dallo stesso Conte un mese fa al vertice NATO, e che può rappresentare un passaggio cruciale nel processo di messa a punto delle condizioni politiche, legali e di sicurezza indispensabili per lo svolgimento delle prossime elezioni politiche e presidenziali libiche. Ricevuto l’ ok di Trump. Quindi è stato ottenuto – prosegue la stessa fonte – il sostegno di Trump ad una “cabina di regia permanente” tra USA e Italia per il Mediterraneo allargato in chiave di lotta al terrorismo, maggiore sicurezza, immigrazione e soprattutto Libia. Con questa cabina di regia – da attuarsi attraverso i reciproci ministeri degli Esteri e della Difesa – l’Italia assumerebbe un ruolo di punto di riferimento, in Europa, per la Libia e di interlocutore privilegiato con gli Usa. L’idea è che Italia e USA possano insieme farsi promotori e fautori della stabilizzazione del paese nord africano. Ricevuto ok di Trump. Infine, via libera sul tema degli scambi commerciali e dazi: l’obiettivo di Conte è anche avere da Trump garanzie che gli interessi delle aziende italiane non vengano toccati, con particolare riferimento ai prodotti dell’agroalimentare. Per questo l’Italia si dichiara soddisfatta dell’accordo raggiunto tra Trump e Junker e ne auspica una rapida attuazione. Anche su questo tema via libera di Trump.

“Conte sta facendo un lavoro fantastico”, ha detto Donald Trump ricevendo alla Casa Bianca il premier Giuseppe Conte. “Sono molto d’accordo con quello che state facendo sull’immigrazione legale e illegale”, ha affermato il presidente Usa sottolineando: “Sono d’accordo con la vostra gestione dei confini”. “Molti altri Paesi in Europa dovrebbero seguire l’esempio dell’Italia” sull’immigrazione e su una posizione dura ai confini, ha spiegato il presidente Usa.




Salvini su Migranti: “La sinistra usa come scusa la bassa natalità per importarli”

“Un Paese dove non nascono bambini è destinato a morire. Alla fine di questo mandato il Governo sarà valutato sul numero di nuovi nati più che sul suo debito pubblico”. In gioco “c’è la nostra tradizione, la nostra storia, la nostra identità” e la sinistra sta usando la bassa natalità come una “scusa” per “importare migranti”. Così il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervistato dal Times.

In un’altra intervista al Sunday Times il ministro parla di Brexit: “La mia esperienza nel Parlamento europeo mi dice che o ti imponi o loro ti truffano”, ed esorta la premier britannica Theresa May ad adottare una linea più dura nei negoziati con la Ue sulla Brexit. Per Salvini, May dovrebbe prepararsi a lasciare il tavolo senza un accordo. “Perchè – aggiunge – su alcuni principi non c’è bisogno di essere flessibili e tu non dovresti fare passi indietro”.

Fontana: grande Salvini, stesse idee per bene Italia – “Grande Matteo Salvini sul Times: ‘Un Paese dove non nascono bambini è destinato a morire’. Stesse idee per il bene della nazione. Avanti tutta!”. Lo scrive oggi sul suo profilo facebook il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana. Nel corso della Commissione Affari sociali sulle linee di indirizzo del suo dicastero, Fontana tre giorni fa aveva espresso lo stesso concetto: “La famiglia deve essere considerato un investimento e non una spesa. Il capitale famiglia rappresenta infatti un investimento per il welfare, per il futuro e in termini di Pil. Ogni anno perdiamo in termini demografici una città come Padova. Un problema non certo risolvibile solo allargando le maglie dei flussi migratori”.




Migranti: ecco cosa cambia dopo la direttiva voluta da Salvini

“Se vogliono dare soldi a qualcun altro lo facciano, l’Italia non ha bisogno di elemosina”. Matteo Salvini boccia la proposta della Commissione Europea sull’immigrazione (6mila euro per ogni migrante accolto) e prepara il suo ‘contropiano’. E’ un decreto, al Viminale i tecnici ci stanno lavorando e sperano di sfornarlo per l’estate. Due i punti cardine: via la protezione umanitaria istituita dal primo governo Prodi nel ’98 e istituire centri di identificazione ed espulsione (Cie), uno per ogni regione.

“L’ipotesi non esiste. L’Italia non chiede l’elemosina, anche perché nel corso del tempo ogni richiedente asilo costa tra i 40mila e i 50mila euro”, continua Salvini sulla proposta della Commissione Europea che ha l’obiettivo di rendere operative le intese firmate nell’ultimo Consiglio europeo a fine giugno. Si tratta delle intese che lo stesso ministro dell’Interno esaltò, quantificando la vittoria italiana al vertice europeo con un grasso “70 per cento”. Anche il premier Giuseppe Conte si disse soddisfatto, addirittura “all’80 per cento”, proprio mentre tutto intorno le intese erano già belle e naufragate: nate su base volontaria, in poche ore si ritrovarono abbattute dagli Stati che ritiravano la propria disponibilità a ospitare i nuovi ‘centri controllati’ per migranti. Ora su queste intese scritte sulla sabbia si cimenta la Commissione Ue per cercare qualcosa di concreto per il 30 luglio, giorno dell’incontro Ue con Unhcr e Oim a Ginevra.

La direttiva di Salvini

Differenti modalità di assistenza per i richiedenti asilo e razionalizzazione della spesa. Sono questi gli obiettivi della direttiva firmata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha voluto ridefinire il modello vigente di accoglienza dei migranti, nell’ottica di ottimizzare i servizi e contenerne i costi.

Il nuovo modello prevede una differenziazione di servizi offerti in relazione alle fasi dell’accoglienza dei migranti, nel rispetto delle norme internazionali ed europee, e assicura il risparmio di spesa pubblica, secondo le raccomandazioni formulate dalla Corte dei Conti nel marzo scorso al termine dell’indagine conoscitiva sul sistema di prima accoglienza.

La direttiva Salvini, in concreto, individua due livelli di prestazioni: a tutti i richiedenti asilo verranno assicurati i servizi assistenziali di prima accoglienza, mentre gli interventi per favorire l’inclusione sociale saranno riservati esclusivamente ai beneficiari di forme di protezione.

Cosa cambia?

Le singole prestazioni saranno rese con modalità diversificate e specificamente individuate, più coerenti con la tipologia di accoglienza. Per le piccole strutture costituite da singole unità abitative situate sullo stesso territorio o in ambiti contigui, al fine di conseguire economie di scala, saranno messi “in rete” specifici servizi quali, ad esempio, servizi amministrativi, mediazione linguistico-culturale, informazione normativa.

In ogni caso saranno adeguatamente tutelati le categorie cosiddette “vulnerabili”. Particolare attenzione sarà riservata alla determinazione delle basi d’asta dei servizi, da individuare sulla scorta dei prezzi standard di riferimento stabiliti da centrali di committenza, ovvero indicati dall’ANAC nelle proprie delibere.

Le nuove linee di intervento del Ministro Salvini saranno attuate con l’elaborazione, in raccordo con l’ANAC, di un nuovo capitolato per la fornitura di beni e servizi, comprensivo degli schemi di bandi tipo a cui dovranno attenersi i prefetti nella predisposizione delle gare di appalto di competenza. Per definire le modalità di tale vigilanza collaborativa tra Viminale e ANAC e’ stato sottoscritto dal Ministro Salvini e dal Presidente ANAC Cantone uno specifico protocollo di collaborazione.

“Le linee di intervento delineate oggi con la direttiva- ha detto il ministro Salvini -permetteranno di razionalizzare la spesa uniformandoci alla media dei Paesi europei”.




Conte all’Ue sui migranti: “Necessario creare una cellula di crisi’

“E’ essenziale dotarsi da subito di un meccanismo Ue di gestione rapida e condivisa dei vari aspetti relativi alle operazioni di Search and Rescue” attraverso “una sorta di cellula di crisi” che abbia il compito di “coordinare le azioni” degli Stati “riguardo all’individuazione del porto di sbarco e dei Paesi disposti ad accogliere le persone soccorse. Il mio suggerimento è che tale meccanismo venga coordinato dalla Commissione europea (dalla Dg Home, ad esempio)”. Lo scrive Giuseppe Conte nella lettera inviata il 17 luglio a Juncker e Tusk di cui l’ANSA ha ottenuto copia.

In una lunga intervista in apertura di prima pagina al direttore del Fatto Quotidiano., il premier ha detto di aver inviato martedì la missiva: “Martedì ho scritto la seconda lettera a Juncker e Tusk per chiedere che quel che è avvenuto domenica”, cioè la suddivisione dei migranti, “diventi una prassi, affidata non più alle nostre telefonate ai partner, ma a un gabinetto o comitato di crisi sotto l’egida della Commissione Ue, che poi si faccia mediatrice con i vari governi”.

Il premier annuncia inoltre che c’è in cantiere “una riforma organica, direi rivoluzionaria, del fisco, basata su due aliquote e una no tax area, consentiremo a chi ha col fisco pendenze senza colpa di azzerarle”. “Giuro che non ci saranno condoni”, assicura inoltre il premier. “La Costituzione impone giustamente la progressività fiscale e noi la rispetteremo”, aggiunge.




Migranti: Pozzallo, fatti sbarcare in 184. Salvini: “Vittoria politica!”

I migranti giunti a Pozzallo (Rg) sulle navi Monte Sperone e Protector sono stati tutti sbarcati. Prima i 184 uomini della Protector e successivamente anche i 209 della Monte Sperone. Ora sono al lavoro gli uomini della Prefettura e della Questura per i ricollegamenti dei migranti negli altri paesi europei. E’ arrivata in tarda serata dal Viminale l’autorizzazione per lo sbarco di tutti i migranti ancora presenti a bordo della nave della Gdf e di quella di Frontex che erano ferme da ieri in rada. “Oggi per la prima volta potremo dire che sono sbarcati in Europa”, si afferma dalla presidenza del Consiglio.

Al momento l’hotspot accoglie 256 migranti. Gli operatori del centro sono impegnati da più di 24 ore sul fronte accoglienza.

“E’ una vittoria politica”, ha commentato il ministro dell’interno, Matteo Salvini. Fino alla decisione del Viminale, il pattugliatore della Finanza Monte Sperone e la Protector di Frontex erano rimasti ormeggiati nelle acque di Pozzallo in attesa di nuove disposizioni dopo che era stato consentito lo sbarco a donne e bambini, insieme a chi aveva bisogno di assistenza medica e ad alcuni uomini, per evitare che le famiglie venissero divise.

Una decisione, quella di far scendere donne e bambini, presa dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, affermano fonti di Palazzo Chigi, nelle ore in cui raccoglieva la disponibilità di Spagna e Portogallo ad accogliere altri migranti.

La Guardia Costiera – ma i numero potrebbero essere non definitivi – parla di 43 donne e 14 minori in salvo a terra. Oltre ai profughi fatti scendere perché in condizioni di salute precarie: solo oggi sono stati sette, tutti portati all’ospedale di Modica. Due donne incinte, una con problemi cardiaci, sbarcata su una barella, l’altra con gravissimi problemi di denutrizione e loro i due bambini sono arrivati nel tardo pomeriggio. Una giovane con i figli questa mattina. L’attesa si è prolungata, invece, per i compagni di viaggio.

La ‘vecchia’ Europa appoggia l’Italia sui migranti, mentre i paesi di Visegrad, alleati in teoria della linea dura sugli sbarchi propugnata da Matteo Salvini, la accusano di “aprire la strada per l’inferno”. Il premier Giuseppe Conte, dopo il sì di Malta e Francia, è riuscito ad incassare la solidarietà del paese che più conta in Europa: la Germania. Che indubbiamente ha dato la linea: poche ore dopo sono arrivate anche le adesioni di Spagna e Portogallo. Tutti pronti ad accogliere 50 dei 450 migranti sbarcati a Pozzallo. Ma contro la linea italiana, oltre al silenzio dell’Austria, si sono scagliati i Paesi dell’Est, in primis Ungheria e Repubblica Ceca. “Ho ricevuto la lettera del premier italiano Conte in cui chiede all’Ue di occuparsi di una parte delle 450 persone ora in mare – ha scritto su Twitter il premier ceco Andrej Babis -. Un tale approccio è la strada per l’inferno”.

Una donna incinta su una barella, una mamma con un neonato e un bimbo di tre anni sono i primi migranti scesi dalla nave della Guardia Costiera che si trova a largo di Pozzallo. I profughi sono giunti a terra a bordo di una motovedetta della Capitaneria. Sono stati portati in ospedale a Modica




Migranti: è scontro tra Conte e Macron

L’accordo sui migranti faticosamente raggiunto tra i 28 nella lunga notte di trattative si rivela alle prime luci dell’alba di Bruxelles per quello che è: un’intesa per salvare la faccia ed evitare l’implosione dell’Unione ma che risolve poco o nulla. E la lite a distanza tra il premier Giuseppe Conte ed il presidente francese Emmanuel Macron sui centri volontari per i migranti diventa emblematica del caos.

E’ proprio il concetto di volontarietà – cardine attorno al quale ruota tutta l’intesa – a rendere tutto troppo aleatorio. E le piattaforme di accoglienza da condividere in Europa tra gli Stati ‘volenterosi’ diventano il primo casus belli. Francia, Belgio, Olanda, Austria non ne vogliono sentir parlare. Lo spagnolo Pedro Sanchez spiega di averne già. E anche Conte, vista l’indisponibilità degli altri, ne sta alla larga. “I centri sorvegliati di accoglienza in Ue su base volontaria vanno fatti nei Paesi di primo ingresso, quindi sta a loro dire se sono candidati ad aprire questi centri. La Francia non è un Paese di primo arrivo”, mette le mani avanti Macron. In buona sostanza, il capo dell’Eliseo rimanda la palla a Italia, Spagna e Grecia. Ma così per Roma salta tutto. “Abbiamo finito alle 5 di mattina. Macron era stanco, lo smentisco”, gli replica stizzito Conte in conferenza stampa. Nell’accordo raggiunto, spiega, “non si fa riferimento a un Paese di primo transito o di secondo transito”. Ma linea di Parigi resta quella. E pochi minuti dopo le parole del premier, Macron la chiarisce di nuovo: “Il concetto di Paese di primo arrivo non si può cancellare. La Francia non è un paese di primo arrivo e non aprirà dei centri di controllo dei migranti”. Chiusura totale.

Anche tra Roma e Berlino le cose non vanno meglio: sui respingimenti, Angela Merkel ha chiuso intese bilaterali con molti Paesi, dalla Spagna alla Grecia, dall’Austria alla Francia, ma non con l’Italia. “Non riprenderemo alcun migrante che dovesse essere stato registrato da noi e poi andato in Germania”, avverte il presidente del Consiglio, insistendo sul fatto di non aver promesso niente alla cancelliera. Poco male per la Merkel, che lasciando Bruxelles con in tasca un carnet di accordi sui movimenti secondari “che dovrebbero più che soddisfare gli alleati bavaresi della Csu”, mette però in guardia Conte: continueremo a prendere rifugiati sbarcati in Italia “come abbiamo fatto in passato” solo se ci sarà un accordo con Roma sui movimenti secondari. Intanto i quattro Paesi dei Visegrad esultano per essere riusciti ad evitare le quote obbligatorie per la ridistribuzione dei migranti. Di “grande vittoria” parla l’ungherese Viktor Orban. Un “gigantesco successo” lo definisce il polacco Mateusz Morawiecki. E “soddisfazione” viene espressa dallo slovacco Peter Pellegrini e dal ceco Andrej Babis