GIAPPONE-ITALIA: ECCO COME SONO I RAPPORTI TRA I DUE PAESI. LA MISSION DI RENZI

di Angelo Barraco
 
Il Giappone e l’Italia hanno sempre intrecciato rapporti e hanno sempre mantenuto fede ad una salda ed intensa collaborazione. La presenza del Premier Renzi in questa antica terra orientale ne è la prova ed è tangibile l’entusiasmo del premier oltre oceano, soprattutto quando parla della voglia di migliorare il nostro paese e quando dice loro che noi contiamo molto sulla capacità delle nuove generazioni. Renzi si trova in Giappone da ieri e ha avuto già  diversi incontri importanti tra cui una cena in ambasciata con la presenza di imprenditori italiani che investono in Giappone e con la comunità economica finanziaria giapponese. Ma il suo calendario di impegni è ricco e il fine ultimo è quello di promuovere il Made in Italy e l’Italia. Dopo l’intervento presso l’Università di Tokyo  incontrerà imprenditori e il premier Shinzo Abe, poi nostro premier con la moglie cenerà con il leader Abe e rispettiva moglie  e martedì andrà a Kyoto per incontri istituzionali. Renzi con Abe affronterà temi diversi come la crescita economica, la lotta al terrorismo e le relazioni culturali e il turismo. Un programma vasto, un ventaglio di argomenti “leggeri” e “pesanti”.
 
Ma non è la prima volta che Renzi incontra Abe, è il quinto incontro tra i due. Si sono incontrati nel 2014 in Italia, al G7 di Elmau, a Milano al vertice di Asem e quello sul nucleare di Aja. Ma la visita in Giappone sembra aver dato una ventata di ottimismo e buoni propositi a Matteo Renzi che ha speso parole verso il sud Italia che è piegato nella morsa della disoccupazione, sfruttamento lavorativo e perché no, nell’abbandono istituzionale, Renzi invece esclama che sul Sud basta piagnistei, Ha sottolineato che l'Italia è ripartita: “E' vero che il Sud cresce di meno e sicuramente il governo deve fare di più ma basta piangersi addosso”. Certamente il Giappone avrà influenzato il premier da un punto di vista economico-funzionale, ma non opera secondo le stesse dinamiche italiane.
 
Renzi ha parlato del suo rapporto con  Abe, riferendo che anche lui è impegnato in una riforma costituzionale. Spiegando però la differenza tra le riforme italiane e non, Abe è “fortunato” perché dovrà affrontare soltanto due passaggi, l’Italia andrà invece al referendum e i cittadini decideranno. Poi ha parlato di turismo, ma non ha parlato di turismo come una risorsa in abbandono nel nostro paese poiché lo Stato non investe sull’arte, non ha parlato di turismo sul degrado creato dall’impossibilità di ospitare un numero così copioso di immigrati e che porta al collasso centri d’accoglienza e città, non ha parlato di turismo come un costo di tassazione per i commercianti tale da costringerli a chiudere poiché sommersi da debiti e dalla crisi, Renzi ha detto a gran voce che nei prossimi mesi i nostri sindaci lavorino di più! aggiungendo inoltre un input per il turismo sottolineando che sono due milioni e settecentomila i giapponesi che vengono in visita in Italia. Chi fa un viaggio di diecimila chilometri deve essere accolto con la massima attenzione e quindi “dobbiamo mettere a posto di più le nostre città”.
 
Renzi è in Giappone per promuovere il “Made in Italy”, ma ci sono stati anni in cui i prodotti Made in italy venivano apprezzati tantissimo dai Giapponesi e per l’Italia la crescita e l’esportazione dei prodotti rappresentava una crescita economica ulteriore e non c’era alcun bisogno di andare fare “promozione”? ma cosa è successo? Cosa è cambiato? Perché il made in Italy non funziona? Molte aziende italiane si sono trasferite all’estero e noi siamo costretti a ricomprare i prodotti malgrado l’azienda sia italiana, è un paradosso ma funziona così. Ma se due Stati sono in buoni rapporti dal 1866, hanno affrontato insieme la prima guerra mondiale e si sono sempre sostenuti il legame rimane, durante la seconda guerra mondiale i rapporti furono mantenuti ma non furono idilliaci a causa di divergenze di scopi bellici durante gli anni conclusivi della guerra. Durante la guerra fredda i due paesi, entrambe uscite sconfitte, hanno ripreso a collaborare ed entrambi i paesi ebbero una forte crescita economica ma quando è scoppiato il boom economico e Giappone e Italia sono state investite dall’ondata, come mai poi l’Italia non ha proseguito la crescita esponenziale come il Giappone? Infondo ad entrambe le potenze, l’ondata economica è sopraggiunta contemporaneamente. Ma il rapporto tra le due massime potenze è rimasto ben saldo, a testimoniarlo è il terremoto de L’Aquila del 2009, il governo giapponese ha donato all’Italia 6 milioni di euro per un progetto di assistenza per la ricostruzione della città, l’Italia ha ricambiato nel 2011  quando c’è stato il terremoto in Giappone. L’ex Presidente della Repubblica Carlo Aziglio Ciampi, nel 2002, descrisse i rapporti con il Giappone come “un'ormai antica e salda amicizia, alimentati da una continua tradizione di scambio e collaborazione”.



RENZI: “ RESTITUIREMO AI COMUNI SOLDI IN MENO DI TASI E IMU”

di Ch. Mo.

Un Matteo Renzi deciso e tenace ha così risposto ad un lettore di Trento perplesso sulla tassazione della prima casa: “I soldi in meno della Tasi/Imu saranno restituiti integralmente ai Comuni. E il tuo bravo sindaco saprà farne prezioso uso”. Parole che suonano allettanti in un periodo di grande crisi come questo e che in pochi minuti fanno il giro del mondo.


La vicenda del Voto Rai. Sulla vicenda del voto Rai, il premier si è detto dispiaciuto per gli atteggiamenti dei parlamentari che feriscono l’intera comunità del Pd, militanti e volontari compresi, ma che non saranno espulsi.


I sindacati. Anche ai sindacati in crisi il premier ha qualcosa da dire: “Noi ci siamo. E spero che stavolta i sindacati accettino la sfida: una buona legge sulla rappresentanza potrebbe aiutarli a vincere la crisi che sta fortemente minando la rappresentatività delle organizzazioni. Oggi anche nel sindacato c'è troppa burocrazia. E girano più tessere che idee". Una proposta, una nuova legge che visti i tempi e i rapporti burrascosi che corrono tra i due, difficilmente potrà essere approvata.


Abolire il bicameralismo. “Per me decisivo è abolire il bicameralismo paritario e semplificare le Regioni. Se portiamo a casa questa che è la madre di tutte le riforme, a quel punto avremo davvero svoltato”, ha ribadito il premier. Vi sono territori in cui non è stato fatto abbastanza; un iscritto al pd romano invita il premier a soffermarsi sulla “palude locale” che si è creata nella capitale. Di tutta risposta, Renzi annuisce, affermando che “si può fare di più in alcuni territori”.

 




RENZI: “LE TASSE SCENDERANNO. CROCETTA E MARINO SI OCCUPINO DI COSE CONCRETE”

di Christian Montagna

Roma – Si dice determinato il premier Matteo nell’abbassamento delle tasse. Proprio in un’intervista al tg5, ha ribadito la sua volontà di voler diminuire la spesa mensile che pende sulle famiglie italiane, incoraggiando così una ripresa ancora troppo timida. “Alla minoranza Pd dico che, piaccia o non piaccia, abbiamo preso un impegno con gli italiani e lo manterremo"., ha ribadito durante l’intervista. E’ un programma fiscale quello del premier che se attuato potrebbe concretamente sollevare la condizione delle famiglie italiane. Tra l’altro, proprio in un momento di grande crisi come questo, non potranno essere i rivali politici o anche “gli amici” del premier a poter bloccare il programma: Fassina, D’Alema e Bersani dovranno arrendersi dunque dinanzi alla determinazione di un premier che avanza oggi più spedito che mai.


“E' il momento una volta per tutte di buttar giù le tasse", ha poi continuato nel corso dell’intervista. Che sarà la volta buona? C’è da essere ottimisti in un periodo come questo: è l’unica cosa che potrebbe finalmente far smettere il popolo italiano di piangersi addosso! L’Italia ripartirà con le riforme, ne è sicuro il premier, una volta eliminati gli avversari e i dissidenti, la promessa fatta agli italiani sarà mantenuta.


Renzi contro Marino e Crocetta. Altro tasto dolente toccato durante l’intervista è quello dei sindaci di Roma e del presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta. “ Si occupino delle cose concrete, dei problemi della gente, mettano a posto le loro città, sistemino la sanità. Se sono in grado di governare governino, vadano avanti altrimenti vadano a casa". Un messaggio, indice forse di stanchezza da parte del presidente nel combattere continuamente le telenovelas che sindaci e governatori mettono in atto: “la gente non si chiede se un politico resta in carica ma se risponde alle sue domande” ha poi concluso.




RENZI: “DAL 2016 TOGLIAMO LA TASSA SULLA PRIMA CASA”. SARA’ LA VOLTA BUONA?

di Ch. Mo.

Roma – Una vera e propria rivoluzione del fisco quella che vuole attuare il premier Matteo Renzi. Già dal prossimo anno, potrebbero giungere i primi tagli. Sarà questa la volta buona? Durante l’assemblea Pd in corso ad Expo, il premier ha toccato i temi dell'agenda di governo e quelli che riguardano più da vicino la vita interna del partito. Ma la "notizia dei quotidiani di domani", come lui stesso ha sottolineato, è "la sforbiciata alle tasse" che andrà a cambiare la natura stessa del Partito Democratico che diventerà “ il primo partito d'Italia a tagliare le tasse”.


I progetti entro il 2018. Si scaglia contro chi lo accusa di non aver mantenuto le promesse il premier: entro il 2018, ha annunciato, "dobbiamo rispondere a chi dice che facciamo le cose sull'onda delle emozioni del momento. Dobbiamo lavorare su debito, investimento e tasse". Uno squilibrio tra soldi stanziati e quelli spesi è evidente secondo il premier che assicura si cambierà rotta.


Le riforme. "Se faremo le riforme nel 2016, e le faremo, elimineremo noi, perché gli altri hanno solo fatto finta, la tassa sulla prima casa, l'Imu agricola e sugli imbullonati". Dal 2016, quindi, "daremo una sforbiciata alle tasse che continuerà anche nel 2017. Nei prossimi cinque anni faremo una operazione sulle tasse senza precedenti nella storia d'Italia, faremo una rivoluzione copernicana. Si parte – ha spiegato Renzi – da Irap e Ires. Si continuerà nel 2018 con interventi sulle pensioni e sull'Irpef", ha poi concluso nel corso del suo intervento in merito alle riforme da fare entro il prossimo anno. Forte dei successi elettorali, Renzi ha in mente una vera e propria rivoluzione che, se attuata, potrebbe risollevare gli italiani dallo stallo in cui sono da anni. Ad onore del vero però bisogna dire che il premier sebbene fosse stato spesso contestato e accusato per non aver mantenuto la parola, rispetto ai precedenti pare che si stia muovendo in qualche modo pur di cercare una soluzione adattabile all’Italia.


La vicenda della bimba diabetica morta in mare. "Dobbiamo restare umani. Se una bambina che ha l'età di mia figlia muore durante una traversata si può dire quello che si vuole, ma non permettiamo che i nostri figli pensino che, in cambio di qualche punto in più nei sondaggi, abbiamo rinunciato alla nostra umanità", ha avvertito Renzi. L'Isis, ha aggiunto, "non riuscendo a farci morire come piace ai terroristi, cerca di farci vivere come piace ai terroristi: rannicchiati in noi stessi". Per questo il premier sottolinea la necessità di riappropriarci "della nostra identita', che non e' il contrario dell'integrazione. La nostra cultura e identità sono il contrario della chiusura rozza e becera".


Il riferimento a Matteo Salvini. Secondo il premier, tre sono gli avversari al momento: Grillo, Salvini e la sinistra radicale. Ha poi ironizzato con un riferimento anche alla Francia e all’Inghilterra: ”Sognavano Cameron, sognavano Sarkozy e si trovano Le Pen, sognavano la destra e si trovano Salvini…". 




LA GAFFE DI RENZI IN KENYA: ECCO COSA SI INTRAVEDE DALLA SUA GIACCA. LA FOTO DIVENTA SUBITO VIRALE

Redazione

Kenya – Ennesima gaffe del premier Matteo Renzi in visita in Kenya al presidente: alcuni fotografi hanno scattato delle foto in cui dalla giacca del premier si intravede un giubbotto anti-proiettili. La foto è diventata virale e i quotidiani si sono scatenati con le ironie sul caso. La rivista Nairobi News ad esempio ha considerato un'offesa il gesto del presidente del Consiglio italiano e ha ironizzato così: "Non avrà preso troppo seriamente l'invito di Kenyatta a iniziare a occuparsi di sicurezza?"


Gaffe plateale quella del nostro premier che intimorito si è imbottito di protezioni. Aveva per caso paura che potesse succedergli qualcosa? La foto estratta da una videoregistrazione ufficiale dell'incontro purtroppo non lascia adito a dubbi: il giubbotto è ben visibile nonostante sia nascosto dalla giacca.




RENZI E I PROBLEMI CON LA GEOGRAFIA POLITICA: LA MELONI LO BACCHETTA SU TWITTER

di C. Ma.

Diventa virale sui socialnetwork il botta e risposta tra Matteo Renzi e Giorgia Meloni. Un premier incredibilmente disorientato, e quasi pittoresco, forse spinto nel voler fotografare l’Europa come una grande casa dove esistono straordinarie realtà, ha dimostrato di avere problemi nel riconoscere la geografia politica dell’Unione Europea, tanto che in visita al Cern di Ginevra, ha scritto sul social network : “Al Cern di Ginevra, l’Europa che ci piace, l’Europa che funziona”.
Immediata la replica del presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che sotto il suo post gli scrive: «Matteo Renzi, ci stai dicendo che l’Europa che funziona è quella fuori da UE e Euro? O è solo un epic fail?».
La Svizzera, infatti, non è né nell’Unione Europea né nell’eurozona. Insomma un epic fail che Matteo Renzi incassa e che sta diventano virale in rete, che va ad aggiungersi alle molteplici gaffe che Renzi sta seminando ormai da mesi.




SUL DEFAULT GRECO, RENZI TRANQUILLIZZA GLI ITALIANI: "L' ITALIA SI E' RIPRESA GRAZIE ALLE RIFORME"

Redazione
 
Ciò che sta accadendo in Grecia è sotto gli occhi di tutti e gli italiani seguono attentamente il premier Tsipras e la sua tenacia, si o no? Vedremo, intanto sul fronte italiano il premier Matteo Renzi vuole tranquillizzare il paese dicendo che l’Italia non ha paura di conseguenze specifiche, “Tre o quattro anni fa eravamo il problema insieme alla Grecia, eravamo compagni di sventura, adesso non e' piu' cosi' grazie alle riforme e alla ripartenza dell'economia. Noi siamo dalla parte di quelli che cercano di risolvere il problema, non siamo piu' il problema” dice Renzi. Continua dicendo che anche  i denari messi da parte per la Grecia gia' sono computati nel conto del debito. Quindi, gli italiani non devono avere paura. Certo c'e' una questione politica, la situazione e' complessa: ma smettiamo di raccontare l'Italia come il malato d'Europa. Non siamo piu' il malato d'Europa e ha aggiunto inoltre che “il presidente Obama ci telefona per farci i complimenti, e in Italia scoppiano le polemiche. Ma come e' possibile?” il problema è che scoppiano le polemiche, i politici sono coinvolti in tali polemiche ma nessuno paga per tutto ciò. Questo Renzi lo avrà detto ad Obama? 
 
I leader di Cgil-Cisl-Uil dicono che Occorre far convergere tutti gli sforzi per rafforzare la permanenza della Grecia nell'Unione, consentendo una ristrutturazione del debito con tempi più flessibili così da consentire e ristabilirne un percorso di crescita sostenibile. Occorre “esprimere vicinanza ai lavoratori ed al popolo greco, chiedono a tutti i leader politici di trovare una via di uscita alla crisi in linea con lo spirito dell'integrazione europea basata su solidarietà, interdipendenza e rispetto delle decisioni democratiche”.
 
Intanto Matteo Salvini ha spiegato il perché non sarà domani in Grecia, riferendo che: “Ritengo più utile parlare con gli italiani piuttosto che farmi 2 giorni di vacanza accucciandomi accanto a un pensionato piangente in fila al bancomat, anche perché, di questo passo, i pensionati così li avremmo presto anche da noi.



SCUOLA: LA COMMISSIONE CULTURA BOCCIA I 140 EMENDAMENTI DELL'OPPOSIZIONE. APPROVATO IL DDL

di Angelo Barraco

Roma –  Sono stati bocciati dalla commissione Cultura della Camera tutti i 140 emendamenti dichiarati ammissibili e presentati dalle opposizioni al testo licenziato dal Senato e quindi non subisce modifiche. La Commissione Cultura alla Camera ha approvato il testo del ddl Scuola e ha dato mandato alla relatrice Maria Coscia (Pd) di presentare il provvedimento in aula. Ora il Ddl approderà il 7 luglio e maggioranza e governo vogliono chiudere in tempi brevi. La commissione di Bilancio alla Camera ha dato parere favorevole così come modificato dal Senato, invece la V commissione non ha espresso condizioni vincolanti. La relatrice Maria Coscia (Pd), al termine della commissione di oggi ha detto che “Abbiamo concluso e approvato il mandato al relatore. In aula si va martedì 7 luglio, sono stati esaminati circa 150 emendamenti: le opposizioni hanno continuato a mostrare la loro contrarietà; la maggioranza invece la volontà di approvare un provvedimento positivo, con significative modifiche che hanno tenuto conto di molte critiche che sono arrivate” ha aggiunto poi che “è un passo molto importante per valorizzare il lavoro che già si fa e le tante buone pratiche ci sono nelle scuole”. 

Il ddl scuola. Si punta al rafforzamento dell’autonomia scolastica con quello che a breve da disegno di legge potrebbe diventare riforma. Libertà nella gestione degli edifici, della didattica, dei progetti formativi e dei fondi a disposizione di ogni singola scuola. L’organico sarà gestito direttamente dal dirigente scolastico che potrà proporre le cattedre ai docenti (a partire dall'anno scolastico 2016/2017) e i posti utilizzando gli albi territoriali che – dal 2016 – racchiuderanno le Reti di scuole. La chiamata degli insegnanti sarà, dunque, senza più graduatorie ma sulla base degli albi (o ambiti) a cui si accederà per concorso pubblico oppure tramite il Piano straordinario di assunzioni 2015.
 
L’autonomia. Con l'articolo 1 viene ribadita l'autonomia scolastica da attuare attraverso alcuni strumenti: la possibilità di rimodulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina; il potenziamento del tempo scuola anche oltre i modelli e i quadri orari; la programmazione plurisettimanale e flessibile dell'orario complessivo. Le scuole dovranno dunque garantire “ l'apertura pomeridiana delle scuole e la riduzione del numero di alunni e di studenti per classe” o potrà prevedere “articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scuola o rimodulazione del monte orario rispetto a quanto indicato al decreto del presidente della Repubblica 89 del 2009”. Infine, le scuole potranno rimanere aperte anche d'estate. Nei periodi di sospensione dell'attività didattica, infatti, gli istituti e gli enti locali promuoveranno 'attività educative, ricreative, culturali, artistiche e sportive' da svolgersi negli edifici scolastici.
 
Articolo 1 – La riforma nazionale del sistema di istruzione prende il via con il primo articolo, fatto passare dalla Camera alle 11:58 di venerdì 15 maggio. L'articolo 1 disciplina l'intero ddl e presenta le finalità della riforma: prima di tutto, viene stabilita l'autonomia delle scuole, anche in relazione alla dotazione finanziaria, in modo da renderle più efficienti nelle decisioni. Questa riforma renderà le scuole più autonome e con maggior potere decisionale: secondo il governo, questo porterà a un miglior utilizzo delle risorse e delle strutture scolastiche. 
 
Ogni scuola dovrà effettuare ogni tre anni un Piano dell'offerta formativa, che aumenterà l'apprendimento degli studenti e l'apertura dell'istituto verso il territorio. Il Piano, che verrà redatto dal preside e dai docenti, stabilirà il monte ore annuale di ciascuna disciplina, in vista comunque di un potenziamento del tempo scolastico e delle attività interdisciplinari. 
 
Articolo 2 – Votato con 251 sì e 83 no, l'articolo 2 disciplina l'autonomia scolastica e le maggiori responsabilità del preside. Grazie all'autonomia delle scuole, il Piano triennale stabilirà monte ore, attività extra e fabbisogno di docenti e di personale Ata. In questo articolo compare l'annosa questione del potere del dirigente scolastico. Il preside, infatti, sentito il collegio d'istituto e secondo il Piano triennale, individuerà il personale da assegnare nella scuola; inoltre, il dirigente promuoverà i necessari rapporti con gli enti locali e le istituzioni economiche, in modo da organizzare attività lavorative per gli studenti. 
 
Inoltre viene stabilito un incremento della lingua inglese, dello studio di internet e dei social network, dei nuovi media e delle leggi dello Stato. Si combatterà il cyberbullismo e verranno tutelate le minoranze linguistiche e religiose. La scuola rimarrà aperta anche il pomeriggio, per aumentare le attività extra degli studenti. Infine, viene incrementato di 126 milioni di euro annui il Fondo per le istituzioni scolastiche.
 
Articolo 3 – Tutti gli studenti saranno dotati di un curriculum personale, che verrà pubblicato anche sul portale della scuola, e che terrà conto del percorso degli studi ma soprattutto delle attività opzionali svolte dallo studente, attività di lavoro in alternanza allo studio e attività di volontariato. Le scuole introdurranno insegnamenti opzionali a partire dal secondo biennio, che potranno anche essere finanziate da soggetti esterni. Il curriculum servirà allo studente per entrare più facilmente nel mondo del lavoro. In sede di esame di Stato, inoltre, la commissione terrà conto del curriculum personale dello studente.
 
Articolo 4 – Il governo stanzia 100 milioni di euro annui per permettere agli studenti l'alternanza scuola-lavoro. Dal terzo anno in poi, i ragazzi potranno svolgere attività di stage o tirocinio presso enti privati o pubblici, individuati dal preside, per permettere un programma di iniziazione al lavoro già dalla scuola. Ci saranno 400 ore di scuola-lavoro per gli istituti tecnici e 200 per i licei. Le attività si potranno svolgere anche all'estero e aumenteranno il valore del curriculum personale di ogni studente. 
 
Articolo 5 – Questo articolo dà disposizioni per l'insegnamento negli istituti penitenziari. Viene stabilito che per questo tipo di insegnamento è istituito un ruolo speciale, al quale possono accedere docenti che abbiano almeno tre anni di esperienza.
 
Articolo 6 – Le fondazioni che gestiscono gli istituti tecnici superiori dovranno avere un fondo minimo di 100.000 euro, per permettere il normale svolgersi delle lezioni e delle attività. Inoltre, il ministero ripartirà i fondi agli istituti in base al tasso di occubabilità degli ex studenti a 12 mesi dal diploma e al numero di corsi attivati negli stessi istituti.
 
Articolo 7 – Viene approvato il Piano nazionale scuola digitale che prevede interventi strutturali tesi a: realizzare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; potenziare laboratori e strumenti digitali nelle scuole; formare i docenti per l'utilizzo di tali strumenti; adottare testi digitali stile e-book da dare agli studenti. Il decreto stabilisce che 90 milioni di euro, già stanziati nel 2014 per l scuola, verranno usati in questo programma di digitalizzazione. Dal 2016 verranno spesi 30 milioni di euro annui.
 
Articolo 8 – A decorrere dal 2016, viene stabilito che l'organico di ogni scuola deve essere deciso su ambito territoriale. Questo vuol dire che verranno istituiti degli uffici regionali territoriali, grandi al massimo come una provincia, che decideranno la ripartizione della dotazione organica per ogni scuola. Questa scelta permetterà anche una maggiore interconnessione tra gli istituti che si trovano nello stesso territorio.
 
Articolo 9 – Questo è uno dei punti più cruciali di tutto il testo. Il preside, in base al Piano triennale dell'istituto, deciderà quali professori assumere nell'ambito territoriale. I docenti avranno un contratto di durata triennale, rinnovabile. Il preside deve dichiarare che il docente scelto non sia imparentato con lui (fino al secondo grado). I professori che non saranno scelti dai dirigenti scolastici verranno ricollocati dall'ufficio regionale. Inoltre, gli stipendi dei dirigenti, in totale, verranno incrementati di 12 milioni per il 2015 e di 35 milioni annui successivamente.
 
Articolo 10 – Stabilisce un “un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, per la copertura dei posti vacanti e disponibili nell'organico dell'autonomia”. Saranno assunti a tempo indeterminato coloro che hanno vinto il concorso pubblico per titoli ed esami a posti e cattedre bandito dal ministero dell'Istruzione. Ma saranno assunti anche coloro che sono iscritti alle Graduatorie ad esaurimento (Gae), che, successivamente, perderanno efficacia. 
 
Articolo 11 – I professori, prima di entrare a lavorare a pieno titolo, dovranno svolgere un anno di formazione e di prova, che è subordinato allo svolgimento del servizio effettivamente prestato per almeno 180 giorni, dei quali almeno 120 per le attività didattiche. Il preside, poi, dovrà valutare la prestazione del docente.
 
Articolo 12 – Il governo stanzia 381 milioni annui per istituire la “Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. "La Carta – si legge nel testo -, dell'importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico, può essere utilizzata per l'acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di natura didattico-scientifica, di pubblicazioni e di riviste riferite alle materie di insegnamento e comunque utili all'aggiornamento professionale, per l'acquisto di hardware e software”. 
 
Articolo 13 – Il preside, insieme a un comitato di insegnanti, attribuirà ad alcuni professori meritevoli un bonus una tantum. Il governo stanzia, per questa somma, 200 milioni di euro annui.
 
Articolo 14 – I contratti a tempo determinato dei docenti potranno durare al massimo 36 mesi, anche non continuativi. 
 
Articolo 15 – “Il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario in posizione di comando, distacco o fuori ruolo alla data di entrata in vigore della presente legge, sulla base di un provvedimento formale adottato ai sensi della normativa vigente, può transitare, a seguito di una procedura comparativa, nei ruoli dell'amministrazione di destinazione”.
 
Articolo 16 – Viene istituito il Portale unico dei dati della scuola, pubblicando in formato aperto i dati relativi ai bilanci delle scuole, i dati pubblici afferenti al Sistema nazionale di valutazione. Questa misura costerà 100mila euro all'anno.
 
Articolo 17 – “In sede di dichiarazione dei redditi, a partire dall'anno 2016, i contribuenti che intendono destinare la quota del cinque per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche potranno indicare la scuola del sistema nazionale di istruzione alla quale devolvere la suddetta quota”.
 
Articolo 18 e 19 – Viene istituito lo school bonus. “Per le erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l'occupabilità degli studenti, spetta un credito d'imposta pari al 65 per cento”. 
 
Articolo 20, 21 e 22 – Questi tre tabella riguardano la struttura delle scuole. Ne verranno costruite una per regione, di ultima generazione, e verranno stabiliti dei criteri di valutazione sugli edifici, soprattutto riguardo ai problemi sismici che caratterizzano alcune zone d'Italia.



MAFIA CAPITALE: IL GRUPPO PD IN CAMPIDOGLIO, SI AFFANNA PER METTERE LA PACE TRA MARINO E RENZI

A. D. M.

Non c'è niente da fare la poltrona suscita in chi la "frequenta" un amore che va oltre tutto e tutti. Di fronte allo scandalo di Mafia Capitale, in Campidoglio dove regna l'inerzia e l'ottimismo più goffo si levano le anime del pd che annunciando di volersi "muovere", palesemente ammettono una situazione di immobilismo che come una rete ha praticamente incastrato il sindaco Ignazio Marino. «Nelle prossime settimane il gruppo consiliare del Pd farà qualcosa, ci metteremo al centro della discussione. Vogliamo continuare ad andare avanti e ci metteremo in gioco tutti quanti». Così Fabrizio Panecaldo, capogruppo Pd in Campidoglio, durante un incontro con i cittadini alla Festa dell'Unità. L'intenzione è quella di riunirsi per elaborare una proposta per uscire dall'impasse dell'essere stretti tra due fuochi. Una proposta, dunque, «che vada a bene sia a Marino che a Renzi». «Io penso che ce la faremo – ha aggiunto – e il gruppo consiliare farà la sua parte».




EXPO: RENZI BLOCCATO IN ASCENSORE. LO SALVANO I VIGILI DEL FUOCO

di Simonetta D'Onofrio

“Abbiamo stretto i rapporti con il Kazakistan…”, è stato il commento del premier Matteo Renzi, quando dopo un inconveniente tecnico, i vigili del fuoco lo hanno tirato fuori da un ascensore dentro Palazzo Italia, all’Expo di Milano. Non ha perso il suo senso dell’humor, nonostante la figuraccia che, inevitabilmente, il nostro paese ha mostrato agli occhi del mondo. Durante la visita all’esposizione di Nursultan Nazarbaev, presidente Kazako, che seguiva il forum bilaterale, non tutto è filato liscio. L’ascensore che stava portando i due politici al piano superiore della struttura, si è bloccato alcuni minuti, rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco armati di accetta, che sono riusciti alla fine ad aprirne le porte. Un incontro che era nato con buone premesse. Sono stati stipulati contratti per centinaia di milioni, tra le aziende italiane e kazake presenti all’expo. Il presidente della repubblica asiatica ha dichiarato, durante la manifestazione: “L’Italia è il nostro primo partner, e gli italiani mangiano gli spaghetti fatti con il nostro frumento”.


Un inconveniente fastidioso, ma che fortunatamente è accaduto con un paese “amico”, che non userà quanto accaduto per schernirci. Anzi, passato il momento degli imbarazzi, Nazarbaev ha puntato decisamente sul profilo commerciale dell’incontro, promuovendo la qualità del latte di giumenta, prodotto di punta dell’agroalimentare del Kazakistan. Nell’occasione, c’è stato anche spazio per un momento di solidarietà internazionale con le vittime degli attentati terroristici di questi giorni, col premier che ha dichiarato: “Prima del business viene un altro motivo di unione e cooperazione. Italia e Kazakistan condividono un’idea di lotta al terrorismo, pace universale, ascolto e inclusione culturale. E in questo momento c’è bisogno che tutti i Paesi dell’area euro-asiatica cooperino per la pace contro il terrorismo e il fanatismo che in queste ore e in questi giorni ha fatto i danni che conosciamo, tra Tunisia, Francia e Kuwait”.




LEGGE SEVERINO: RENZI SOSPENDE DE LUCA

di Christian Montagna

In seguito al consiglio dei ministri, il premier Matteo Renzi ha annunciato la sospensione di Vincenzo De Luca, neo eletto presidente di Regione in Campania, sulla base della legge Severino. Il decreto è stato “come previsto dalla legge”. Ora, “Il presidente potrà a norma di ciò che scrive l'Avvocatura dello Stato fare gli atti consentiti dal parere» e quindi nominare il vice e la giunta”.


Senza nessuna motivazione ad hoc, il premier ha firmato il decreto di sospensione che prevede, a partire da oggi, 18 mesi di sospensione contro cui, De Luca, potrà fare ricorso al giudice civile.
In seguito alla presentazione poco prima delle elezioni regionali del nome di De Luca nella lista degli Impresentabili redatta da Rosy Bindi, i presagi diventano realtà: già dal pomeriggio, il ministro Boschi aveva detto che sarebbe stata applicata la legge Severino, perché, “rispetteremo la legge come abbiamo sempre fatto”.


La replica dei legali di De Luca. Secondo i legali, la sospensione per effetto della legge Severino non è applicabile al caso del neogovernatore della Regione Campania , condannato per abuso d'ufficio a un anno di reclusione. La legge, proseguono i legali di De Luca, ha delimitato il potere del governo in tema di sospensione e decadenza da cariche pubbliche, “unicamente per sentenze di condanna intervenute successivamente all'assunzione della carica.” E’ per questo motivo che la sospensione sarebbe perciò inapplicabile. Infine, gli avvocati hanno così concluso: “ In assenza di una norma espressa di fonte primaria che limiti tassativamente l'esercizio delle cariche pubbliche elettive anche per le condanne non definitive al conferimento del mandato elettivo, la sospensione della carica di presidente della giunta regionale non può essere applicata a Vincenzo De Luca”.