Obama al suo friend Renzi: "Patti chiari amicizia lunga"

di Vincenzo Giardino

USA – Un grande momento vissuto dal premier italiano Matteo Renzi ospite di Obama. Quest'ultimo involontariamente ha tirato una volata a Matteo in vista del referendum. A 39 anni da Giulio Andreotti e 28 anni dopo Romano Prodi, Matteo Renzi è il quarto premier italiano ad essere l'ospite d'onore di una State Dinner, il terzo considerato che Giulio Andreotti è stato invitato due volte. Il leader democristiano fu il primo presidente del Consiglio in assoluto, il 26 luglio 1977 fu invitato da Jimmy Carter. Poi bissò il 6 maggio 1990, su richiesta di George Herbert Walker Bush. L'ultima premier italiano ad avere avuto il privilegio è stato Prodi il 6 maggio 1988, invitato da Bill Clinton. "Abbiamo tenuto il meglio per la fine": è nella battuta con cui il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha accolto Matteo Renzi, il senso della visita del premier italiano a Washington, ultimo e più prestigioso appuntamento dell'agenda internazionale della Casa Bianca. Obama ha accolto Renzi con un "Buongiorno" in italiano, cui ha aggiunto un'altra frase in italiano nel corso del suo intervento: "Patti chiari, amicizia lunga", riferendosi alle ottime relazioni con il suo "friend" Renzi e fra Usa e Italia."L'Italia – ha aggiunto Obama – è uno dei più alleati e amici più stretti che abbiamo. Renzi è uno dei partner con cui condividiamo le idee su come ridurre le ingiustizia e le diseguaglianze". Il presidente Usa si è rivolto all'Europa, dicendo che deve "diventare un continente di libertà". La "Nato deve rafforzarsi, dobbiamo migliorare la politica sugli immigrati, dobbiamo accettare i profughi", ha aggiunto. Italia e Usa è stato il suo appello "lavorino insieme sui cambiamenti climatici, fianco a fianco per liberare mondo dalla fame".Renzi, accompagnato dalla moglie Agnese e tra gli altri dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni e dall'ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio. La cerimonia di accoglienza si svolge nell'ala sud del giardino della Casa Bianca adornato per l'occasione con bandiere italiane alternate a quelle americane. Presenti anche il vicepresidente Joe Biden e il segretario di Stato Usa John Kerry.

Renzi e Obama si sono salutati in modo cordiale, con tanto di pacche sulle spalle ma il primo a mettere la mano sulle spalle dell'altro è stato proprio Renzi. Le due first lady, Agnese e Michelle, si sono scambiate un bacio sulla guancia. Michelle ha scelto per l'occasione un abito smanicato bianco e nero, spigato e dalla gonna ampia. Per Agnese Landini una mise in pizzo verde, mezze maniche. Nella giardino della Casa Bianca, dopo il saluto dei leader e delle first lady alle rispettive delegazioni, sono stati sparati diciannove colpi di cannone, come vuole il cerimoniale per le visite di Stato, e intonati gli inni nazionali italiano e americano. Renzi e Obama hanno passato in rassegna le truppe mentre gli ospiti americani esultavano: "I love you president". Infatti le strette di mano del pubblico erano tutte a favore di Obama, Renzi ha cercato di salutare anche lui a suo modo ma persino i bambini sono rimasti sorpresi e si saranno chiesti: "Ma lui chi è?". I due leader hanno salutato tutti ma inutile ribadire a chi sono stati diretti baci e abbracci affettuosi. 

Questa sera la State Dinner è l'evento simbolico più importante per la diplomazia americana, l'occasione più formale, con gli uomini in smoking e le mogli in lunghi abiti sontuosi, occasione imperdibile per tessere relazioni e cementare rapporti. Fino all'anno scorso Barack Obama ne aveva organizzati solo nove. Ma lo State Dinner di stasera con Matteo Renzi è il 13mo per Barack Obama, l'ultimo del suo doppio mandato: solo nel 2016 ne ha organizzati 4, uno dei quali con tutti i leader dei Paesi scandinavi. L'ultimo, il 2 agosto con il premier di Singapore Lee Hsien Loong. Per avere un'idea di come gli Obama abbiano voluto dare alla 'State Dinner' un tono riservato alle grandi occasioni basti pensare che Lyndon B. Johnson ne organizzò 54 in 62 mesi di presidenza. Ronald Reagan 52 in due mandati. Jimmy Carter 28 in 4 anni. E gli stessi Clinton ben 28.




L’uomo di Firenze colpisce ancora

 

di Roberto Ragone

 

I sondaggisti sondano, e tante volte, quando non conviene a chi li foraggia,  non comunicano i loro risultati al grande pubblico, cioè a noi. Diciamola tutta: ormai la credibilità del premier è ai minimi storici, ben lontana da quando, da sindaco di Firenze, tuonava contro i ‘rottamandi’ – che poi sono ancora al loro posto. In realtà non aveva alcuna voglia di rottamarli, né ne avrebbe avuto il potere. Però sapeva che così facendo avrebbe demagogicamente attirato le simpatie di tutti, e così è stato. Purtroppo! Non sapevamo cosa ci aspettava, a partire da Letta, liquidato con l’ormai famoso “Enrico stai sereno, nessuno vuole il tuo posto” e una pacca sulla spalla. La data fatidica si avvicina, e don Matteo ne fa di tutte per migliorare i risultati dei sondaggi, in vista del 4 dicembre. Se la riforma a molti non è chiara, è chiaro però l’impegno del presidente del consiglio per farla approvare; un impegno mai visto, con frequenti puntate in tutte le reti e in tutti i talk show politici possibili. L’abbiamo visto dalla Gruber, da Giletti, da Bianca Berlinguer; l’abbiamo visto contendere con Travaglio e Zagrebelski, confronti da cui è uscito massacrato, nonostante lui affermi il contrario; lo vediamo quotidianamente da tutte le parti, in particolare dove può mostrare la sua magnanimità, la sua vicinanza a chi è più sfortunato di lui – e magari ha perso la casa nel terremoto – inaugurare cose, annunciarne altre. Annunci, proclami, programmi, stanziamenti, promesse: si sprecano. Bisognava fare qualcosa per rialzare il suo personale indice di credibilità, visto che ormai a tutti appare sospetto tanto impegno per un referendum che alla fine dovrebbe essere espressione libera dei cittadini, e non l’espressione di una volontà distorta a tutti i costi. Alle spalle tuonano i cannoni di Napolitano, con l’artiglieria pesante; sul campo l’impegno di santa Maria Elena Boschi incontra vistose e ripetute gaffes, pietosamente taciute dai giornali asserviti al potere, cioè quasi tutti. Abbiamo già visto Renzi battere il pugno sul tavolo a Bruxelles contro la Merkel & Co., lasciandoli allibiti. “Cosa mai avremo fatto?” avranno pensato, …

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Renzi e il … "Frenetico immobilismo" Ue

 

di Paolino Canzoneri

 

Nell'aula di Montecitorio il nostro presidente del Consiglio ha lanciato una ennesima critica all'Unione Europea perchè, a suo dire, sembra caratterizzata da un "frenetico immobilismo" espressione usata da Jurgen Habermas per bacchettare le politiche europee. Il summit europeo previsto a Bruxelles per la prossima settimana è vicino e come è avvenuto al vertice di Bratislava, la critica non sembra cambiata: "Dopo i vertici di Berlino, Bruxelles e Ventotene dove avevamo immaginato per Bratislava un significativo programma di riforme, ambizioso per il futuro, abbiamo dovuto realizzare che il frenetico immobilismo portasse poco più che a niente. Un documento banale, somma di tanti riassunti, elenco di buone promesse assolutamente non all’altezza della grande sfida Ue. Abbiamo dovuto registrare come questo frenetico immobilismo portasse poco più che a niente, un documento banale, una somma di tante promesse. Jean-Claude Juncker ha dato lo stesso giudizio che abbiamo dato noi". Matteo Renzi sembra convinto che l'Europa sia incapace di …

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Crescita, Padoan conferma l'1%. Renzi: "Vedremo chi ha ragione".

 

di Paolino Canzoneri

 

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi difende ancora a spada tratta il contenuto del documento di programmazione economico-finanziaria e dalle parole di Pier Carlo Padoan rivolte ai deputati e senatori delle commissioni di Bilancio traspare una sicurezza e una convinzione sulla crescita prevista per il prossimo anno, previsione che non aveva incontrato il plauso dei rappresentati di Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di Bilancio che aveva invalidato la previsione richiedendone una revisione. Il nostro ministro dell'Economia ostenta sicurezza: "Il PIL programmatico non è una scommessa. E' la stima dell'effetto che la manovra produce sul prodotto il governo conferma il suo quadro programmatico all'1% e lo fa sulla base della consapevolezza che questo risultato viene dalla valutazione dell'impatto delle misure della prossima manovra sul tasso di crescita. Ai previsori, compreso l'ufficio parlamentare di bilancio, mancano queste specifiche informazioni ma proprio per questo ci sono i margini per chiudere il gap" tra le diverse stime." Renzi stesso con una punta di ironia, in partenza per il Veneto rilascia poche decise parole: "Vado ad incontrare chi il Pil lo produce non chi lo analizza; come sempre ad ottobre gli esperti ci dicono che le nostre misure non hanno copertura e i numeri non tornano. Rispetto le loro tesi anche se ricordo che dicevano la stessa cosa per gli 80 euro, per la tassa sulla prima casa, per il Jobs Act e i suoi incentivi, per l'Irap costo del lavoro, per le tasse agricole, per il patent box e il superammortamento o per i soldi in più sulla scuola o sulla cultura. Abbiamo sempre trovato le coperture, smentendo le previsioni negative: continueremo a farlo. Il governo non fa nessuna scommessa ma un calcolo, pure prudente, della spinta al Pil che arriverà con la prossima manovra". L'obiettivo di crescita all'1% per il nostro ministro Padoan appare ambizioso ma realizzabile e, pur sempre disponibile al dialogo, sembra voler confermare la linea e le stime del prossimo quadro macroeconomico redatte appunto nel DEF che il premier difende dicendo inoltre: "Essendo previsioni vedremo tra un anno chi ha ragione, l'ultimo anno siamo stati più prudenti della realtà ed è andata meglio. La crescita è ripartita anche se al momento è come una macchina con il freno a mano ancora tirato". Ritocco al ribasso dal Fondo Monetario che attenua le stime ufficiali relativamente alla crescita a +0,9 per il 2017 e +0,8 del 2016 e per il peso del debito pubblico in ascesa per quest'anno al 133,2% e per il prossimo al 133,4%, differenza evidente rispetto i dati del DEF che prevedevano un debito al 132,8% per il 2016 in discesa a 132,5% per il 2017. Le privatizzazioni giocheranno un ruolo fondamentale e Padoan stesso asserisce: "Il Governo ha ferma intenzione di andare avanti dopo il rallentamento di questi mesi da imputare alla alta volatilità dei mercati ma la sostenibilità del debito rimane oggetto di massima attenzione. Questa ambizione è sostenuta in modo concreto da una manovra che dà un boost, una spinta alla crescita,  quindi quel tipo di impatto è realistico perché la manovra è costruita con la cura alla composizione che spesso è stata evocata tra gli altri dal Presidente della Bce, e che ieri è stata richiamata durante l'audizione di Banca d'Italia, quale elemento cruciale di una strategia sostenibile per la crescita". Nessuna sovrastima quindi per Padoan, e inoltre aggiunge che ci potranno essere: "Sorprese positive visto che tecnicamente siamo in una fase di bassi tassi e rischio deflazione e facciamo fatica a stimare i moltiplicatori, che sono quindi adottati in modo prudente. Inoltre nello stesso quadro disegnato dall'esecutivo non vengono calcolati gli effetti positivi dell'utilizzo dell'extradeficit per la messa in sicurezza del territorio sia dal rischio sismico sia da quello idrogeologico". Il capogruppo dei socialisti al Parlamento Europeo Gianni Pittella interviene dicendo: "non vedo come Bruxelles possa dire 'no' ad una deviazione di uno zerovirgola" per mettere in sicurezza il territorio, sarebbe assurdo".




Renzi e Raggi, botta e risposta degno delle migliori commedie

Redazione

Sembrava quasi vero che Renzi non volesse rispondere e intromettersi sull'operato di Raggi. Invece è da quando la sindaca ha detto no alle Olimpiadi che il premier, anche spornato dal clima di campagna elettorale per il Referendum, si è scatenato contro la grillina o meglio la 2gattina" viste le riunioni sul tetto che scotta per mirare panorami diversi da stanze con le orecchie da Dumbo. "Pensate che avrebbero detto se Muraro fosse del Pd? In fondo la svolta della Raggi è dare la gestione dei rifiuti a un donna collegata totalmente a Mafia Capitale, a quelli che c'erano prima". Lo ha detto il premier Matteo Renzi alla scuola di formazione del Pd, citando il caso Muraro. "Insomma credo che ci sia nel M5s una doppia morale", ha aggiunto Renzi. "La doppia morale dei 5 Stelle fa ridere i polli", ha proseguito Renzi, citando anche alcuni parlamentari M5s tra cui lo "scienziato Di Battista" che in un post "aveva lanciato una campagna contro Italia Capua accusandola di traffico illecito di virus, che era chiaramente una bufala. La Capua giustamente ha detto in questo Parlamento non ci sto, mentre ci resta Di Battista". Arriva via Twitter la risposta di Virginia Raggi alle parole del premier: "Affari con Mafia Capitale? Mica siamo il PD. I cittadini sanno che quel sistema l'hanno creato loro. Noi lo combattiamo". Poi su Fb scrive: "Il premier quando è in difficoltà – ultimamente capita spesso – prova a distogliere l'attenzione e a cambiare argomento. Forse è nervoso perché si avvicina la data del referendum sulle finte riforme. E i confronti in tv lo vedono in grossa difficoltà. Piuttosto si concentri sul disastro economico del governo, sui dati della disoccupazione giovanile, sulla fallimentare politica estera, sull'emergenza migranti. Buon lavoro". Poi Renzi parla del referendum e dice: "Ci giochiamo nei prossimi due mesi, i prossimi 20 anni. E' una sfida pazzesca, molto più grande del futuro mio e del mio governo. Una scelta decisiva per il futuro dell'Italia nell'Europa. E' la partita chiave dei prossimi 20 anni, non tornerà più un'occasione del genere", ha detto Renzi.




Renzi attacca Raggi: dopo il no alle Olimpiadi: "Stop per paura? Sbaglia mestiere"

Redazione 

Renzi non perde l'occasione per attaccare Raggi sul caso dell'occasione persa di candidare Roma ad accogliere le Olimpiadi 2024 nonostante avesse detto, subito dopo il "no" ufficiale del Campodiglio, che la questione fosse chiusa: "Se la Raggi dice no alle Olimpiadi – parole di Renzi – prendiamo atto e parliamo di altro". Ma nei fatti l'appuntamento a Prato per il "sì" al Referendum è stata la prima occasione per ritornarci sopra perbene: "Se hai davanti otto anni – dice il premier – se hai un minimo di autorevolezza e credibilità tu i ladri li cacci. Se preferisci non metterci la faccia hai sbagliato mestiere". E poi ha rincarato la dose: "All'Expo è accaduto che tanti hanno detto 'bella l'Italia che ce la fà, alle Olimpiadi invece cosa succede: i soldi delle Olimpiadi li puoi mettere nelle periferie di Roma se le fai, se no quei soldi vanno nelle periferie di Parigi e Los Angeles. Mi piange il cuore per i posti di lavoro persi a Roma, per le periferie di Roma". Il presidente del Consiglio torna sulla polemica con l'Ue, "Se qualcuno pensa che dopo tre terremoti io faccio una legge di stabilità che non consente di fare ai sindaci gli adeguamenti sismici delle scuole, non ha capito cos'è l'Italia. Se pensa che non rispetti le regole non sanno cos'è l'Italia. Le regole le devono rispettare tutti, anche chi come la Germania ha un surplus commerciale di 90 milioni di euro che non sono stati investiti. E' finita l'era degli espropri in Germania. Le regole le devono rispettare tutti". "E' finita l'epoca degli egoismi, tutti. Se pensano di intimorire me hanno sbagliato persona e se pensano di intimorire l'Italia non sanno cosa sia l'Italia". Sul Referendum Renzi parte con una stoccata a Massimo D'Alema: "Ho grande rispetto per D'Alema perchè ogni volta che siamo in difficoltà, lui c'è sempre. Quando può dare una mano, non la fa mai mancare mettendosi dalla parte sbagliata. Ha detto" recentemente sulla riforma costituzionale "una serie di cose impressionanti…". E spiega: "Questa è un'occasione che non ricapita. Su questo l'Italia si gioca 20 anni di futuro e di speranza. Io farò il globe trotter in giro per l'Italia. Prenderò qualche fischio? C'è chi fischia e chi rischia. Io sono tra coloro che rischiano…". Se vince il 'No' al referendum costituzionale "torniamo a chi vuole il potere di veto piuttosto che di voto, a chi vuole un'altra Bicamerale magari con Brunetta e Grillo perché l'alternativa al 'Sì' è quella dei Salvini e di Grillo, non la rivoluzione proletaria".




Terremoto, Renzi: "Ricostruiremo tutto". Danni per almeno 4 miliardi

Redazione

A un mese esatto dal terremoto che ha colpito il centro Italia fanno il punto a Palazzo Chigi sia il commissario per la ricostruzione Vasco errani che il premier Renzi. I primi dati li fornisce Renzi dicendo che la stima dei danni si aggira intorno ai 4 miliardi di euro. Subito dopo Errani ha parlato di meccanismo di riconoscimento dei danni "chiaro": "Il decreto sarà approvato dal Consiglio dei ministri non oltre il 2 o il 3 ottobre e proporrà, scelta importante, un meccanismo chiaro di riconoscimento pieno dei danni del terremoto e dunque non ci troveremo in una situazione nella quale ogni anno dovremo discutere le quote per il risarcimento". Errani ha parlato per "parole chiave" dicendo che legalità e trasparenza saranno garantite: "L'esempio – ha detto – sarà il modello Expo, una collaborazione rafforzata con l'Anac e liste di merito per le imprese. Tutte le imprese che lavoreranno sul terremoto con contributi pubblici, per edifici pubblici o privati, dovranno essere iscritte in queste liste. E ci sarà un controllo capace di verificare il contrasto delle infiltrazioni, la legalità e la trasparenza. Le stazioni appaltanti saranno solo le 4 Regioni e ci sarà un'unica stazione di committenza. Questo per avere il pieno controllo" sulla ricostruzione "degli edifici pubblici, delle chiese e del patrimonio culturale". La terza parola chiave è riattivazione economica ovvero "sostegno immediato per le imprese che hanno bisogno, per non andare via, di un contributo pubblico. Una sorta di prestito d'onore minimo. Poi ci occuperemo anche del turismo e della filiera agroalimentare"

Non si placano le scosse ad un mese dal terremoto del 24 agosto che ha distrutto Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto e varie frazioni. Intanto a Palazzo Chigi il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa, ha fatto il punto sulla situazione insieme al commissario Vasco Errani e al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. I danni sono stimati in non meno di 4 miliardi. Renzi assicura che verrà ricostruito tutto ''come era prima e più bello di prima''. Attualmente sono circa 3 mila le persone assistite, 2.500 ancora in tenda, anche se a giorni comincerà una drastica riduzione della popolazione in tendopoli. Ci vorrà pero' ancora del tempo, circa 7 mesi, per l'arrivo delle casette in legno. Il decreto sulla ricostruzione sarà pronto per il 2-3 ottobre.

La terra trema ancora – Ancora scosse di terremoto nella zona tra Norcia, Accumuli e Arquata del Tronto. Quella di magnitudo 3.8 registrata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia poco dopo le 22 di ieri sera è stata infatti subito seguita da una di magnitudo 3.3 sempre nella stessa aerea. Altre due scosse di magnitudo 2.1 sono state rilevate nell'area di Norcia alle 7.49 e alle 8.32 di stamani.

Renzi: "Ricostruiremo tutto come era prima" – "Il nostro Paese ricostruirà i territori colpiti del terremoto come erano prima e più belli di prima", ha detto Renzi nella conferenza stampa a Palazzo Chigi per descrivere lo stato dell'arte ad un mese dal terremoto che ha devastato alcune località del Centro Italia. "Il nostro obiettivo – ha aggiunto Renzi -, per le prime e le seconde case e per gli esercizi commerciali, è riportare tutto a come era prima". Che ricostruzione sarà? Una "che assicuri che con un terremoto di magnitudo 6.0 non ci siano crolli e non si rischierà più la vita", assicura il commissario Vasco Errani.

Danni stimati in almeno 4 miliardi – "Il danno non sarà meno di 3-4 miliardi, una cifra orientativa che temo non sarà inferiore", ha detto il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. "E' stato molto prudente perché come minimo stiamo sui 4 mld ma è un'analisi che va verificata punto punto, il terremoto ha colpito non solo luoghi dove ci sono state vittime ma ha creato lesioni importanti in altre zone", ha aggiunto Renzi. Curcio, parlando di circa 3 mila assistiti, ha confermato che per la costruzione delle 'casette' "ci vorranno 7 mesi al massimo". "

Decreto per i primi di ottobre – Il decreto sul sisma sarà approvato dal Consiglio dei Ministri "non oltre il 2-3 ottobre", ha assicurato Vasco Errani, spiegando che "proporrà un meccanismo chiaro di riconoscimento pieno dei danni del terremoto". Stasera ci sarà una deliberazione in consiglio dei ministri per la determinazione del cratere, passaggio fondamentale per la ricostruzione post-sisma, ha aggiunto Renzi. Quanto al piano Casa Italia renzi firmerà entro lunedì un dpcm "per formalizzare la struttura di missione guidato dal rettore del Politecnico Giovanni Azzone e che vedrà il coinvolgimento di Renzo Piano".




Renzi, Hollande, Merkel: c'è accordo su agenda. Stabilità più importante delle regole

Redazione

"L'Europa è davanti alla prova della Brexit e a una sfida, quella di vivere a 27. La posta in gioco è quella di fare l'agenda di Bratislava. Con la Cancelliera Merkel, con Matteo Renzi e molti altri leader siamo d'accordo. Vogliamo avere un' agenda con tre temi semplici che permettano di avere fiducia nel progetto europeo: sicurezza, preparazione dell'avvenire ovvero essere una grande potenza economica sul piano globale, che significa poter dare lavoro; dare speranza per il futuro. Ecco la roadmap". Così Hollande a Bratislava. "Non si tratta ora di aspettarsi semplicemente da un vertice la soluzione dei problemi dell'Europa. Siamo in una situazione critica – ha detto Angela Merkel -. Ma si tratta di dimostrare coi fatti che possiamo diventare migliori nel campo della sicurezza, interna e esterna, nella collaborazione nella lotta al terrorismo, nel campo della difesa", in quello della "crescita e posti di lavoro".

"La stabilità più importante è quella dei nostri figli prima ancora delle regole", ha aggiunto Renzi. "La difesa europea è la sfida per l'Europa" che "deve essere capace di proteggersi da sola", perché "non c'è continente, non c'è unione se non può difendersi da sola", ha detto il presidente francese Francois Hollande. In questo quadro "la Francia può essere la prima, ma non vuole essere sola", aggiunge Hollande, che sottolinea il ruolo della Nato ma parlando con i giornalisti osserva: "Se gli Usa facessero la scelta di allontanarsi, l'Europa deve essere capace di difendersi da sola".

L'Ue cerca una diagnosi per il futuro, ma 27 divisi a Bratislava (Paola Tamborlini e Marco Galdi) – Divisi sulla Brexit, sulla flessibilità, sull'immigrazione. Divisi anche sull'accordo Ttip di libero scambio con gli Usa. Con i paesi del gruppo Visegrad che annunciano di puntare alla revisione dei Trattati. Oggi a Bratislava, nel primo vertice europeo senza un inquilino di Downing Street, i 27 sono praticamente obbligati a trovare un punto di incontro. O almeno arrivare ad una "diagnosi realistica" e soprattutto condivisa perché, come osserva Donald Tusk alla vigilia, "l'unica cosa sensata è fare una valutazione sobria e brutalmente onesta della situazione". E se da una parte c'è un Jean Claude Juncker che confessa di sognare gli Stati Uniti d'Europa, dall'altra c'è un Tusk che pragmaticamente avverte: non si può partire dalla "beata convinzione" che vada tutto bene. Per evitare che la Ue si sgretoli, insomma, bisogna "assicurare i cittadini che abbiamo imparato la lezione della Brexit".

Non a caso tutti parlano di un vertice, quello di Bratislava, "cruciale" che deve segnare "un punto di svolta" per il futuro dell'Europa. Lo fa la stessa presidenza Slovacca che indica come obiettivo del summit quello di dare un "chiaro segnale" del fatto che l'Europa è forte, unita e in grado di dare risposte ai cittadini. Lo fa Angela Merkel sottolineando che "l'Europa è a un momento chiave della sua esistenza" ed è "importante decidere insieme su diverse cose". E le fa eco il presidente tedesco Joachim Gauck: a Bratislava si farà "un punto decisivo" sul futuro dell'integrazione europea. Fin qui le parole. Ma la realtà è che gli stati arrivano al vertice con molte recriminazioni da fare. Dopo le polemiche con i paesi Euro-med, la cui riunione ad Atene ha fatto infuriare i falchi di Germania, resta aperto il tema della flessibilità e delle regole. Sul quale è tornato il premier Matteo Renzi.

"Sulle regole europee intendiamoci: l'Italia le sta rispettando – ha detto – altri paesi no" perché "c'è la regola del deficit ma anche la regola del surplus primario che la Germania non rispetta. Se le regole valgono devono valere per tutti". Il premier però precisa anche che l'obiettivo del summit è "dare un futuro all'Europa" che però, precisa Renzi che prima del vertice vedrà Juncker e Schulz, "non può essere fatto solo di regole". Poi l'immigrazione, altro dossier che ha diviso i 27, bacchettati ieri da Juncker nel discorso sull'Unione. L'Italia tornerà a chiedere, anzi "pretendere", come ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, maggiore collaborazione da Bruxelles. Ma l'osso più duro sono i paesi dell'Est Europa, da sempre contrari alle quote. Da loro, o meglio dal gruppo Videgrad (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia) arriva l'ostacolo più duro per il vertice di oggi: sotto la guida del premier ungherese Viktor Orban, intendono mettere sul tavolo la revisione dei Trattati Ue per dare agli stati membri più potere diminuendo il ruolo della Commissione. Un estremo tentativo di mediazione, per evitare l'ennesima frattura della quale l'Europa proprio non ha bisogno in questo momento, lo faranno Tusk, Juncker, Schulz e il premier slovacco Fico che ha la presidenza Ue di turno, durante una cena pre-vertice.

Anche sull'accordo di libero scambio Ttip le divisioni non mancano: 11 stati – compresa l'Italia ma non Francia e Germania – hanno firmato una lettera per chiedere alla commissione di continuare i negoziati. Di certo i leader dovranno trovare un punto di incontro, per dare un segnale che l'Europa è in grado di superare quella "crisi esistenziale" di cui ha parlato Juncker e frenare l'ascesa dei populisti nelle principali capitali europee. Uno è quello della sicurezza e della difesa. Federica Mogherini alla vigilia ha inviato una lettera a Tusk, Juncker ed i 27 per aggiornare sul piano della difesa comune. I lavori sono già cominciati. Da Bratislava si punta quindi a far uscire almeno una linea che indichi alcuni punti prioritari, dall'immigrazione alla sicurezza interna e delle frontiere esterne, fino alla crescita e all'occupazione, su cui lavorare per arrivare al vertice di marzo di Roma con nuove proposte o decisioni. 




Cernobbio, Renzi: "L'Italia va meglio, prosegue la sua lunga marcia"

 
di Paolino Canzoneri

CERNOBBIO – La tre giorni del Workshop Ambrosetti nella meravigliosa cornice del Lago di Como ha dato il via alle prime dichiarazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi prima del volo con il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per il G20 in Cina.
 
Sul tema dell'economia l'Italia, a detta del premier, prosegue la sua marcia e i dati del Pil sono incoraggianti e la politica deve proporsi quale luogo di speranza. Ogni anno sin dal 2012 abbiamo assistito a chiusure positive: "Il 2016 si chiuderà meglio del 2015 che si è chiuso meglio del 2014, del 2013 e del 2012, questo è un dato di fatto inoppugnabile , siamo andati meglio anche dagli ultimi dati che confermano una crescita del primo semestre dello 0,6 ma non ho bisogno di un sondaggio per dire che questo meglio non basta. Non siamo nel gruppo di testa. Abbiamo recuperato il gruppo ma c'è ancora molto da fare". Che il nostro premier sia stato da sempre un ottimo comunicatore e stratega è un dato di fatto e non ha perso l'occasione per dire ancora la sua sul referendum costituzionale: "Se vince il NO non assisteremo all'invasione della cavallette, non ci sarà la fine del mondo, resterà tutto cosi ma se vince il SI l'Italia sarà un paese più facile". Sulla consultazione ha concluso dicendo: "C'è stato un eccesso di toni per responsabilità diverse e anche mie." Toni più rilassati e analisi in scia con il premier anche dal nostro Ministro dell'Economia Padoan che si è limitato a confermare che il Pil è in crescita ma la soluzione del problema della crescita globale sembra piuttosto lontana per cause complesse. La legge di stabilità comunque avrà spazi e risorse a beneficio della crescita stessa ma per essere efficaci ed efficenti dovranno essere ben definite. Il Ministro afferma: "La legge di bilancio di cui abbiamo cambiato la struttura ed il nome in legge di stabilità, sarà presentata ad ottobre e conferma gli obiettivi di politica economica del governo fin qui adottati".



Renzi non ha dubbi: "Si vota nel 2018 comunque vada il referendum"

Redazione

"Si vota nel 2018 comunque vada il referendum". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri sera al Caffè della Versiliana. "Tutti gli italiani devono essere orgogliosi che domani, in un luogo simbolo di un grande ideale dell'Europa, la cancelliera Merkel e il presidente Hollande verranno per rilanciare dal basso l'Unione europea". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, stasera al Caffè della Versiliana.

"L'Europa ha tanto bisogno dei valori dell'Italia". E ha aggiunto poi il premier:  "Io lo so che ho perso dei voti ma quando vedo un bambino che rischia di annegare, la prima cosa è che quel bambino dev'essere salvato" ha detto Renzi.

"Invito il presidente dell'Anpi ad una delle Festa dell'Unità in Emilia-Romagna la prossima settimana per discutere con me di referendum. Io dirò come la penso e lui dirà come la pensa, e poi ci daremo un abbraccio".  E ancora:"Mi dicono, e alcuni anche dal mio partito, che non bisogna ridurre le tasse…io mi metto le mani nei capelli!". "L'economia non va benissimo, è ripartito il mercato del lavoro. Spero di arrivare a fine anno a uno, uno e due di Pil. Ma bisogna far ripartire gli investimenti: è questione di fiducia". "La parola austerity in Europa ha creato solo danni". Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando alla Versiliana alla vigilia del vertice di Ventotene con Angela Merkel e Francois Hollande."Se D'Alema avesse messo un decimo del tempo che ha messo per attaccare me per attaccare Berlusconi… Lui pesca sempre la carta di attaccare quello più vicino, prima è toccato a Prodi. E la riforma di D'Alema era molto più dura, il governo aveva molti più poteri. Se D'Alema vuole fare la battaglia per difendere le poltrone e magari tornare in Parlamento, auguri. Ma non si utilizzi il referendum per cercare la rivincita al congresso che si farà quando previsto", ha concluso Renzi




"Miracolo Renzi", la Salerno-Reggio Calabria senza cantieri. Taglio del nastro per il Viadotto Italia

Redazione

SUD – Criticato sì, eppur si muove. "L'Italia è più grande di chi vorrebbe fermarla e l'autostrada Salerno-Reggio Calabria è il simbolo che se tutti insieme lavoriamo nella stessa direzione alla fine i risultati parlano": questo il messaggio lanciato da Matteo Renzi intervenendo alla cerimonia di apertura del Viadotto Italia, sulla A3, nel tratto in provincia di Cosenza compreso tra Laino Borgo e Laino Castello. "Un anno fa", ha ricordato il premier, "la discussione sul Mezzogiorno era tutta in negativo, oggi vediamo i primi dati che comunque non ci bastano perche' vediamo quanto sono alti i dati della disoccupazione giovanile e quelli sulla necessita' di infrastrutture, per i quali abbiamo previsto un piano da 12,8 miliardi nel piano pluriennale per il Mezzogiorno, ma quello che serve adesso e' che ci credano i cittadini e le cittadine del Sud".

Quella del 2016 è la prima estate senza cantieri sulla Salerno-Reggio, con l'apertura al traffico di quasi tutto l'ultimo tratto in costruzione dell'autostrada A3, di oltre 20 chilometri tra Laino Borgo e Campotenese in Calabria, in cui rientra anche il Viadotto Italia. La A3, per la prima volta nella sua storia, diventa così percorribile senza deviazioni per l'intera estensione di 443 chilometri, sia in direzione Nord che in direzione Sud (su tre corsie per senso di marcia nel tratto compreso tra Salerno e Sicignano degli Alburni e due corsie per senso di marcia fino a Reggio Calabria).

"Da oggi, per la prima volta dalla sua realizzazione, la Salerno-Reggio Calabria è percorribile senza cantieri. E presto l'opera sarà conclusa", ha promesso, anche su Twitter, Renzi. "Quando siamo partiti ridevano di noi, il 22 dicembre percorreremo questa infrastruttura da Salerno a Reggio Calabria con Delrio, andremo piano, la scorta se vuole segue". Per il premier in l'Italia "nessuna impresa è impossibile", ma questo non vuol dire che sono tutte rose e fiori. "Mi accusano di fare sempre il racconto in positivo, di raccontare solo le cose belle. Non è così", ha puntualizzato Renzi, "non siamo quelli che raccontano il mondo tutto a colori, ma siamo convinti che anche di fronte ai probemi l'Italia è in condizione di affrontare i problemi e di superare i limiti".

Renzi è tornato sul tema a lui caro dei gufi: "C'è una parte di italiani che spera che le cose vadano male, per aggiungere un elemento di contestazione", ha lamentato prendendosela soprattutto con alcuni settori della politica. "Poi c'è la maggioranza degli italiani che tutte le sante mattine si svegliano, si spaccano la schiena, sperano che il Paese vada meglio e fanno la loro parte perché sia così. A quest'Italia qui", ha aggiunto il premier, "dico che questa autostrada è un simbolo: come l'Expo, come la Variante di Valico. Ogni giorno qualcuno vi dirà che non ce la si fa, e noi tutti i giorni dimostreremo che invece si può fare. Più forti di quelli che sanno solo dire che non ce la si farà".

Renzi ha rivolto un pensiero a Adrian Miholca, l'operaio morto il 2 marzo 2015 nel crollo di una campata del vecchio tracciato del viadotto Italia: "L'impegno per garantire il massimo della sicurezza è stato profuso anche nel suo nome", ha assicurato.

"Questa autostrada è stato uno degli elementi di blocco per il turismo nel Mezzogiorno", ha ricordato il premier, "fare un grande piano per il turismo nel Paese passerà anche naturalmente dalla possibilità che sia lo stato a gestire la promozione all'estero e non le regioni, e questo è uno dei punti del referendum costituzionale. Ma passerà anche da questa infrastruttura, che sarà tecnologicamente all'avanguardia e che permetterà una velocità di spostamento. È una rivoluzione per il turismo: accanto all'accoglienza, elemento fondamentale è l'accessibilità". Il premier ha poi sottolineato che sono stati investiti "12,8 miliardi nel piano pluriennale per il Mezzogiorno. Ma serve che ci credano le cittadine e i cittadini del Sud"