Fregene, grande attesa per l’evento con Roberta Bruzzone

Grande attesa per la presentazione del libro “Io non ci sto più” scritto dalla Psicologa forense e Criminologa investigativa più famosa d’Italia Roberta Bruzzone che sarà a Fregene domani 29 giugno 2019 ore 21:00 presso l’Auditorium scuola media statale Albertini .

Un vademecum fondamentale per riconoscere i manipolatori affettivi, le cosiddette “sanguisughe” della vita degli altri, egocentrici e che assorbono energie e potenziale di altre persone a loro vicine per nutrire il proprio disturbo narcisistico, la propria carenza di autostima.

Insieme a Roberta Bruzzone interverranno:

L’Avvocato penalista Serena Gasperini, la Dottoressa Marina Baldi, biologa e genetista forense. Modera l’incontro la giornalista Chiara Rai 




Nel salotto romano dell’Harry’s Bar la criminologa più famosa d’Italia: Roberta Bruzzone ospite della trasmissione “Ci vediamo a via Veneto”

Roberta Bruzzone ospite nel salotto romano dell’Harry’s Bar
di Piero Lepore per la terza puntata della trasmissione “Ci vediamo a via
Veneto” condotta dalla giornalista Chiara Rai.

Un’intervista, quella che andrà in diretta dall’Harry’s Bar di via Veneto sabato 25 maggio alle 18 sul canale www.civediamoaviaveneto.it ma anche sui social Facebook e Youtube alla scoperta degli aspetti meno noti della criminologa più famosa d’Italia.  

L’intervista potrà essere seguita anche su questa pagina a
partire dalle ore 18 di sabato 25 maggio

Roberta Bruzzone è divenuta nota principalmente per il suo
coinvolgimento nelle indagini sul delitto di Avetrana, quando le fu affidato il
ruolo di consulente della difesa di Michele Misseri. In seguito fu chiamata a
testimoniare proprio contro Misseri, dichiarando che l’uomo durante un
colloquio in carcere aveva accusato dell’omicidio la propria figlia Sabrina. Misseri
ha poi accusato la psicologa e il suo legale Galoppa di avergli esercitato
pressioni per spingerlo ad attribuire la responsabilità dell’accaduto alla
figlia. In precedenza, la Bruzzone era stata consulente per altri casi di
cronaca nera, fra cui la strage di Erba, tornata alla ribalta ultimamente.




Volla di Piedimonte, omicidio Gabriel Antonio: entrano in scena i criminologi Roberta Bruzzone e Carmelo Lavorino

VOLLA DI PIEDIMONTE (FR) – 17 aprile 2019. Volla di Piedimonte, vicino a Cassino, nel Frusinate. Per la strada una mamma cerca aiuto, tenendo in braccio il cadavere del figlio di due anni e mezzo, il piccolo Gabriel Antonio, denunciando un inesistente investimento da parte di una fantomatica auto pirata.

Donatella Di Bona, questo il nome della mamma del piccolo Gabriel, aveva denunciato di essere stata lei stessa urtata da un’auto che aveva travolto e ucciso suo figlio, e che aveva proseguito la corsa. I sanitari dell’elisoccorso, intervenuti rapidamente, non avevano potuto altro che constatare il decesso del bimbo, ma non per un investimento. Da subito ci si era accorti che il piccolo era stato strangolato.

La madre cerca fino all’ultimo di difendere la sua menzogna

ma poi nel pomeriggio del 18 aprile, incalzata dalle domande degli investigatori, deve cedere. Una successiva intercettazione tira in ballo anche il padre, Nicola Feroleto. Pare che il piccolo sia stato ucciso durante un rapporto fra i genitori, in auto, perché piangeva. Quindi non per un capriccio motivato dal fatto che voleva tornare dalla nonna. Tutto ora è in mano agli inquirenti.

Nella vicenda, ingaggiati dalle rispettive difese, scendono in campo due famosi criminologi, il professor Carmelo Lavorino e la dottoressa Roberta Bruzzone

La dottoressa Bruzzone, personaggio noto non solo agli addetti ai lavori, ma anche al grande pubblico del piccolo schermo, sarà al fianco della difesa di Nicola Feroleto, mentre il professor Lavorino affiancherà il collegio di difesa di Donatella Di Bona. Sarà un bell’incontro-scontro, sempre nell’interesse della verità non solo processuale.

Fra i casi più noti di cui si è occupata Roberta Bruzzone, titolare della CSI Academy SRL, che organizza corsi di alta formazione in Scienze Forensi, figurano il delitto di Avetrana e la strage di Erba, i cui condannati, Rosa e Olindo, la Bruzzone ha sempre sostenuto che fossero innocenti. Suo è il libro del 2013 “State of Florida vs. Enrico Forti”, la storia di un nostro connazionale condannato all’ergastolo per un omicidio mai commesso, e ancora in carcere, nonostante l’interessamento di molti.

Carmelo Lavorino, titolare del CESCRIN, Centro Studi di Investigazione Criminale, nonchè della pubblicazione on line del periodico “Detective & Crime”, ha nel suo palmarès il caso del mostro di Firenze, il delitto di Arce – nel quale, dopo aver fatto assolvere il carrozziere Carmine Belli, è stato chiamato per la seconda volta quale consulente della difesa della famiglia Mottola, il maresciallo comandante la caserma dei carabinieri ai tempi della morte di Serena Mollicone – il delitto di Cogne, l’omicidio di Simonetta Cesaroni in via Poma, a Roma, nonché l’omicidio di Marta Russo. In questi giorni, dopo il successo del libro dedicato al serial killer Donato Bilancia, è uscito, per i tipi della casa editoriale ‘Ponte Sisto’ di Roma, l’ultimo libro di Carmelo Lavorino, dal titolo “FIVE”, cinque casi nei quali ha svolto le sue indagini criminologiche/criminalistiche; cinque casi di finto suicidio, che si sono poi rivelati altrettanti casi di omicidio. Un libro che inizia una collana di sette pubblicazioni, sempre a firma di Carmelo Lavorino, sempre pubblicata da Ponte Sisto.




Castel Gandolfo, al teatro Petrolini l’appuntamento con Roberta Bruzzone

CASTEL GANDOLFO (RM) – La Psicologa forense e Criminologa investigativa più famosa d’Italia Roberta Bruzzone sarà a Castel Gandolfo il prossimo venerdì 29 marzo 2019 al Teatro comunale Petrolini (ore 19) per parlare del suo ultimo libro “Io non ci sto più”.

Un vademecum fondamentale per riconoscere i manipolatori affettivi, le cosiddette “sanguisughe” della vita degli altri, egocentrici e che assorbono energie e potenziale di altre persone a loro vicine per nutrire il proprio disturbo narcisistico, la propria carenza di autostima.

Interverranno:
Milvia Monachesi, Sindaco Castel Gandolfo
Cristiano Bavaro , Vice Sindaco Castel Gandolfo
Marta Toti, avvocato e Presidente Consiglio Comunale Castel Gandolfo,
Francesca Barbacci Ambrogi, Consigliere con delega ai Servizi Sociali
Cinthia Vercelloni, presidente Associazione GENS Albana
Maria Grazia Piccirillo, presidente Associazione Culturi Amo

Modera
Chiara Rai, giornalista




Roberta Bruzzone: “Il mio messaggio per difendersi dai manipolatori affettivi”. Grande attesa per l’appuntamento a Castel Gandolfo

Grande attesa per l’appuntamento con la Psicologa forense e Criminologa investigativa più famosa d’Italia Roberta Bruzzone che sarà a Castel Gandolfo il prossimo 29 marzo 2019 al Teatro comunale Petrolini (ore 19) per parlare del suo ultimo libro “Io non ci sto più”.

Un vademecum fondamentale per riconoscere i manipolatori affettivi, le cosiddette “sanguisughe” della vita degli altri, egocentrici e che assorbono energie e potenziale di altre persone a loro vicine per nutrire il proprio disturbo narcisistico, la propria carenza di autostima.

Bruzzone fa chiaramente capire nel suo libro come tornare ad essere padroni della propria vita, eliminando qualsiasi manipolatore, personaggi pericolosi e negativi, che di fatto ostacolano la crescita personale, il successo, la serenità, la felicità di chi ha accanto. Chi sta vicino al manipolatore affettivo è una vittima e deve prenderne coscienza e uscire dal vortice.

Onorata il Sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi: “Credo – ha detto – che avere nella nostra Città la dottoressa Roberta Bruzzone rappresenti un importante momento di riflessione contro il femminicidio e la violenza di genere. È un tema che ci troviamo spesso ad affrontare proprio con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e le tante donne che necessitano di supporto morale e psicologico”.

Ad intervistare Roberta Bruzzone sarà  la giornalista Chiara Rai: “Roberta Bruzzone – ha detto Chiara Rai – ha delle competenze professionali uniche nel suo genere oltre ad avere in carico come perito e consulente i casi di cronaca nera più famosi d’Italia degli ultimi anni. È amata da tutti per la sua schiettezza ed è diventata una delle massime esperte di criminologia investigativa e psicologia forense degli ultimi tempi. Intervistarla per me che la seguo da molti anni significa contribuire ad arricchire un bagaglio personale e a trasmettere qualcosa a chi avrà il piacere di ascoltarci. Un appuntamento quello del 29 marzo a Castel Gandolfo da non perdere sicuramente”.  

Per la presidente di Gens Albana Cinthia Vercelloni il 29 marzo rappresenta una vera e propria occasione per tutte le donne: “Ho letto il libro di Roberta Bruzzone – ha detto Vercelloni – e mi sento di consigliarlo a tutte le persone che vivono un momento in cui hanno perso di vista la propria vita per mettere al centro delle loro attenzioni un vero e proprio manipolatore affettivo che vuole prendere le decisioni al loro posto e non solo. La violenza psicologica si può insinuare nella nostra vita in maniera silente ma poi quando colpisce può lasciare segni indelebili”.

All’evento interverranno anche la presidente di CulturiAmo Maria Grazia Piccirillo che con Chiara Rai sta curando un approfondimento di quelli che sono i valori che accompagnano fino alla prossima edizione del PREMIO CASTEL GANDOLFO 2019 che si terrà a Castel Gandolfo il prossimo 6 settembre 2019.

Non mancheranno gli interventi del Vice Sindaco Cristiano Bavaro, dell’Avvocato Marta Toti che in particolare cura la difesa di numerose donne vittime di violenza e al contempo è Presidente del Consiglio Comunale di Castel Gandolfodel Consigliere con delega ai Servizi Sociali Francesca Barbacci Ambrogi che ha curato già diversi eventi volti ad apportare un contributo al tema della violenza di genere.

Appuntamento dunque a Castel Gandolfo venerdì 29 marzo 2019 ore 19 al Teatro comunale Petrolini per l’appuntamento con Roberta Bruzzone. L’evento è organizzato e promosso dal Comune di Castel Gandolfo e dalle associazioni AgenSal, Gens Albana e CulturiAmo. 




Roberta Bruzzone vince in tribunale contro gli autori dell’articolaccio apparso sul Secolo XIX: Cetara e La Rocca condannati per diffamazione a mezzo stampa. Adesso dovranno risarcire i danni

IN DATA 26 GENNAIO 2024 L’AVV. MARIA PAOLA FERRARI DELLO STUDIO LEGALE LICONTI GALLIANO VILLA E ASSOCIATI HA INVIATO UNA PEC A QUESTO QUOTIDIANO PER INFORMARE RIGUARDO L’ESITO FINALE DELLA VICENDA GIUDIZIARIA, VALE A DIRE DELL’AVVENUTA ASSOLUZIONE DEL DOTT. CETARA E DEL DIRETTORE DE “IL SECOLO XIX” DOTT. LA ROCCA DALLE IMPUTAZIONI LORO ASCRITTE, INTERVENUTA CON LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO PENALE DI GENOVA N. 2703 DEL 28/9/2023, PASSATA IN GIUDICATO E DEPOSITATA IN CANCELLERIA IN DATA 27 NOVEMBRE 2023 CHE RENDIAMO DISPONIBILE QUI DI SEGUITO:

CLICCARE QUI PER LEGGERE LA SENTENZA

Vittoria schiacciante per Roberta Bruzzone. Il Tribunale di Genova ha pronunciato una sentenza che condanna Umberto La Rocca, direttore Responsabile del quotidiano Il Secolo XIX e Cetara Graziano autore di un articolo che ha diffamato la professionista Bruzzone.

L’articolo in questione titolato “Criminologi in guerra: Via la Bruzzone dalle trasmissioni Rai” è infatti risultato altamente diffamatorio per la reputazione di Roberta Bruzzone tacciata di aver inserito nel curriculum vitae dei titoli accademici non veritieri. L’articolo a sfondo puramente diffamatorio ha avuto pesanti strascichi tant’è che è stata scritta addirittura una lettera, firmata da alcuni sindacati di polizia e “noti esponenti della criminologia forense”, inviata all’attenzione di Bruno Vespa conduttore di Porta Porta, programma dove Roberta Bruzzone è ospite fissa.

L’intento era di screditare la dottoressa Bruzzone agli occhi del conduttore ma tutta questa operazione si è rivelata un boomerang perché sia il direttore che l’autore dell’articolo sono stati condannati per diffamazione a mezzo stampa aggravata. Le accuse che hanno rivolto a Bruzzone sono gravissime e totalmente prive di fondamento. I due si sono macchiati di una vergognosa pagina di giornalismo tentando di screditare una professionista di successo soltanto a causa di dinamiche facilmente comprensibili. Ora dovranno risarcire Bruzzone per tutti i danni causati.

Soddisfatta Roberta Bruzzone per la sentenza che le da piena ragione: ”
Finalmente un giudice molto scrupoloso – ha dichiarato la criminologa – ha verificato quanto io vado sostenendo da anni, confermando pienamente in sentenza la mia ricostruzione dei fatti e cioè che le accuse che mi sono state rivolte di non avere i titoli per esercitare la mia professione sono totalmente false oltre che gravemente diffamatorie. Ora il danno dovrà essere quantificato in sede civile. Il giudice stesso in sentenza che ha condannato i due giornalisti del Secolo XIX parla infatti di accuse gravissime quanto infondate. Sono davvero molto soddisfatta per l’esisto del processo. Il tempo è galantuomo per chi, come me, non ha mai avuto nulla da nascondere”.




Bruzzone a Marco Strano: “Si può risparmiare di venire a Genova e a Savona per l’udienza a meno che non voglia mangiarsi dell’ottimo pesto!”

Pronta la replica della criminologa Roberta Bruzzone alla nota del legale di Marco Strano che invitava la brava e bella professionista del crimine, consueta ospite del programma Porta a Porta, a rinunciare alla prescrizione. E la replica è stata chiara e diretta: “Ma anche no! Sono davvero spiacente – dice Roberta Bruzzone – ma dovrò deludere, anche questa volta, le aspettative dello Strano. Non ho nessuna intenzione di rinunciare alla prescrizione soprattutto per quattro ordini di motivi:
1. Ho già vinto un processo in sede civile praticamente per i medesimi post “fai da te” (scritti su pagine di programmi di videoscrittura senza il benché minimo riferimento al mio profilo Facebook) nei confronti della moglie di Strano. La sentenza è già passata in giudicato. Pensate, non è stato neppure proposto appello. E la signora Strano è stata persino condannata a pagare le mie spese legali. Anzi, approfitto dell’occasione per ringraziare pubblicamente l’ufficiale giudiziario per essere riuscito, dopo tre anni e una visita a casa Strano, a recuperare l’intera somma che mi doveva;
2. Non ho alcuna intenzione di fare a Strano il grande regalo di sperare di potermi rivedere ancora di persona.
3. Non ho alcuna intenzione di permettere a questo soggetto di godere, di riflesso, della mia enorme visibilità mediatica.
4. Non ho alcuna intenzione di dovermi difendere ancora dalle sua accuse completamente infondate. In questi 10 anni mi ha denunciato per calunnia, tentata estorsione, appropriazione indebita e usurpazione di titoli, diffamazione aggravata e, indovinate un pò? Tutte queste sue querele sono state archiviate perché completamente prive di fondamento. Praticamente mi ha denunciato per tutti i reati del codice penale tranne che per omicidio. Per il momento almeno.

Quindi vedremo come andrà a finire. Di sicuro questi due procedimenti non avranno neppure modo di vedere la luce. Per cui, visto che sono una persona corretta, già gli anticipo che si può risparmiare di venire a Genova e a Savona per l’udienza a meno che non voglia mangiarsi dell’ottimo pesto. In tal caso alzo le mani”.




Roberta Bruzzone e il suo ex Marco Strano: due appuntamenti in tribunale per la bella criminologa

La bagarre tra Roberta Bruzzone e Marco Strano è finita al tribunale di Genova in un processo che vede la bella e bionda criminologa accusata del reato di diffamazione aggravata nei confronti del suo ex compagno, il poliziotto Marco Strano. Il prossimo 2 luglio è fissata la seconda udienza dopo che a novembre 2017 c’è stato un difetto di notifica alla difesa di Bruzzone dell’avviso conclusione indagini preliminari.
Come riportato in una nota dell’avvocato Elena Fabbri, legale di Strano, l’accusa mossa alla bellissima e celebre criminologa, spesso ospite di Porta a Porta, riguarda “condotte perpetrate , in tesi di accusa , in un arco temporale , nel quale la stessa imputata avrebbe insistentemente propalato – mediante messaggi veicolati tramite il notissimo social network Facebook, così contemplandosi la specifica circostanza aggravante dell ‘utilizzo di un mezzo di pubblicità offensivi apprezzamenti nei confronti del Dott . Marco Strano nonché della sua fidanzata , ad oggi legittima consorte, giovane e bellissima modella di provenienza dell ‘est”.

Lo stesso legale di Strano fa sapere alla nostra redazione de L’Osservatore d’Italia che il prossimo 11 di luglio a Savona ci sarà l’udienza preliminare di un altro procedimento penale , sempre a carico della di Bruzzone e con Marco Strano in veste di persona offesa e “costituenda” parte civile per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa tramite internet , in relazione ad articoli nei quali Bruzzone asseriva che il funzionario di Polizia la perseguitava da anni ed affermava di averlo ripetutamente denunciato proprio per questi motivi.
La del legale dell’ex fidanzato di Bruzzone prosegue: “Tuttavia , le denunce sporte dalla Dott.ssa Bruzzone trattate negli articoli di stampa ed internet di cui al capo di imputazione sono state oggetto di archiviazione , mentre il Dott . Strano è ad oggi persona offesa in due procedimenti a carico della Bruzzone e non vi è stato alcun rinvio a giudizio per i fatti all’epoca denunciati da quest ‘ultima. Infine , con specifico riferimento all ‘esigenza manifestata dalla stessa Bruzzone , a mezzo di comunicato-stampa a firma dei propri legali del 5 febbraio 2015, di vedere nel suddetto processo per diffamazione l ‘occasione a lungo attesa per dimostrare all’Autorità Giudiziaria di essere vittima di una campagna persecutoria , si auspica vivamente che la Dottoressa voglia rinunciare alla prescrizione , che vanificherebbe la predetta opportunità da tempo attesa dalla medesima”.




Omicidi, social network, emergenza ambientale: da Roberta Bruzzone a Camillo Scoyni, ecco gli ospiti di Officina stampa

La società di oggi gioca un ruolo importante: possono i frequentatori di social network, di un luoghi di culto o addirittura adolescenti o vicini di casa risvegliare istinti suicida o omicida in alcune persone? Quali sono le caratteristiche di un “criminale”? Si può intervenire su questi soggetti prima che finiscano sulle cronache?
Questo il tema principe che verrà affrontato nella prossima puntata di OFFICINA STAMPA ricca di ospiti e di notizie. La puntata condotta dalla giornalista Chiara Rai, andrà in diretta web Tv giovedì 2 febbraio a partire dalle 18:00 direttamente dall'esclusivo locale di Lino Ventriglia Black Jack Cafè di Grottaferrata.
Oltre che dalla location, il programma può essere seguito in diretta dalle ore 18:00 sul canale Youtube OFFICINA STAMPA o sulla pagina FACEBOOK OFFICINA STAMPA o direttamente sul sito www.officinastampa.tv

In apertura la criminologa Roberta Bruzzone: parlerà di se stessa, della sua professione ma anche di alcuni casi interessanti che sta seguendo.

 
Ospite nell’angolo di Simone Carabella, Roberto Pennacchi, fratello di Francesco Pennacchi commercialista di Velletri ucciso barbaramente da un vicino di ufficio che sentiva “troppi rumori”. Roberto annuncerà importanti novità.
Non mancherà occasione di affrontare i problemi del territorio, tra tutti l’allarme di abbassamento del livello dell’acqua del lago di Bracciano. Ospite in trasmissione un membro del Parlamento: il deputato Pd Emiliano Minnucci. A partecipare a questo spazio di cronaca anche il giornalista Emilio Ammaturo noto per il suo piglio concreto e talvolta piacevolmente irriverente.


Momento musicale di grande pathos con Athanas che ha brevettato un nuovo strumento oltre che una nuova maniera di fare musica: presenterà una performance con chitarra e percussione grazie al "Rhythm and Play"

A curare il momento della rassegna stampa il giornalista Marco Montini, collaboratore de “Il giornale della Provincia”, “Le Città” e “La Torre”.

A chiudere la puntata di OFFICINA STAMPA un ospite speciale: il giornalista, autore televisivo RAI e scrittore Camillo Scoyni che ci farà amare un giallo dalle tinte forti con sapori storici e mistici non digiuno di profezie: “Il male sulle scarpe”. Il libro di Scoyni parla della “Roma oscura”: gioielleria di via Marcantonio Colonna. I corpi senza vita di titolare e dipendenti vengono ritrovati dagli uomini dei Vigili del Fuoco. Emerge subito un particolare raccapricciante: l'assassino, prima di uccidere a sangue freddo il proprietario, gli ha versato in bocca dell'oro fuso.
Con l’occasione potranno essere acquistate alcune copie del suo giallo che naturalmente verranno autografate dallo stesso autore. Davvero un appuntamento da non perdere quello di giovedì 2 febbraio con OFFICINA STAMPA che si sta confermando a tutti i gli effetti come il nuovo modo di fare informazione. 




OMICIDIO MARIO BIONDO: SPUNTANO "MISTERIOSAMENTE" 25 FOTO. ROBERTA BRUZZONE VOLA A PALERMO

di Chiara Rai

Si fa sempre più concreta la pista dell’omicidio sul caso del decesso in Spagna del cameraman Mario Biondo e sempre più pesanti sono le ombre sulla gestione delle indagini spagnole che lasciano sempre più pensare a un depistaggio e simulazione di suicidio
Oggi , mercoledì 27 gennaio, in Procura a Palermo c’è il conferimento d'incarico al medico legale Prof. Procaccianti alla presenza di tutti i consulenti della famiglia Biondo tra cui la criminologa Dottoressa Roberta Bruzzone e si tiene un importante approfondimento della relazione medico-legale alla luce delle 25 foto del ritrovamento della vittima "miracolosamente" spuntate fuori dopo due anni che Bruzzone e il team di consulenti della famiglia le ha ripetutamente richieste,
Interessante e fondamentale al riguardo l’Autopsia Psicologica e Criminal Investigative Analysis stilata da Bruzzone che obiettivamente fa luce su diversi punti oscuri del difficile caso. Quest’ultima rappresenta una tecnica di analisi principalmente focalizzata sulle cosiddette “tracce comportamentali” emerse dall’analisi della scena del crimine. In particolare, la capacità dell’investigatore di comprendere le logiche che sottendono determinate azioni attraverso l’analisi di ciò che viene denominata “traccia comportamentale” rappresenta un elemento di cruciale importanza per analizzare in maniera coerente e fedele quell’enorme mole di informazioni che normalmente un’investigazione è in grado di produrre.
Ma veniamo al fatto e successivamente al focus su alcuni punti analizzati dalla criminologa Roberta Bruzzone
Il giorno 30 maggio 2013, il corpo del sig. Mario Biondo veniva rinvenuto nella sua abitazione madrilena dalla donna di servizio intorno alle ore 17,10. Il personale di polizia sul luogo rinveniva Mario Biondo ormai impiccato con un foulard annodato al collo e l’altro estremo fissato alla libreria presente nel salone. Alle ore 17,35 perveniva sul luogo personale sanitario che eseguiva un esame ECG, ne accertava il decesso e descriveva il cadavere come “freddo e rigido”. Alle ore 18,15 perveniva sul posto il medico-legale che disponeva il trasporto della salma presso l’Istituto Anatomico-Forense. Alle ore 18,30 venivano effettuati i rilievi da parte della Polizia Scientifica.
2011 – Durante le riprese del programma “Supervivientes” (versione iberica del programma “l’Isola dei famosi”), Mario Biondo incontrò colei che sarebbe divenuta di lì a qualche mese sua moglie, la conduttrice televisiva spagnola Raquel Sanchez Silva. Fu l’inizio della favola: gli spagnoli e gli italiani si appassionarono a questa storia d’amore, culminata con le nozze in grande stile, tenutesi in Sicilia nel 2012.
2012 – 22 Giugno, le nozze in Sicilia, abito bianco e sorrisi sulla terrazza che domina il golfo di Taormina. La luna di miele viene seguita dai rotocalchi in ogni passaggio. 2013 – Mario Biondo è molto soddisfatto e felice per i suoi risultati professionali. Ha portato a termine il suo impegno lavorativo, ha sistemato la sua moto così come era suo desiderio, sta per realizzare un programma tutto suo dove finalmente firmera’ la regia, progetta con sua moglie l’arrivo di un bambino (sul punto esistono abbondanti riscontri versati in atti) e ha già acquistato i biglietti per la sua famiglia affinche’ possa raggiungerlo in Spagna per trascorrere le vacanze insieme. Proprio attraverso gli ultimi messaggi scambiati via chat con i due fratelli la sera del decesso, traspare il grande entusiasmo di Mario per i progetti ,tutti assai concreti, che lo vedevano coinvolto su più fronti in maniera molto determinata. Già, rileva Bruzzone, tale circostanza risulta del tutto inconciliabile con l’ipotesi suicidaria.


Dottoressa Bruzzone, Come è andata oggi ?
Direi benissimo, ritengo che le 25 foto del ritrovamento della vittima sono molto importanti e confermano le nostre perplessità e sospetti che gettano ombre sul caso. Alla luce di questi elementi ritengo che le nostre valutazioni possono essere ancora più puntuali e utili ai fini del processo.

Attraverso la sua relazione che profilo della vittima emerge?
Abbiamo fato un’analisi molto dettagliata, in grandi linee posso dirle che Mario Biondo dall’analisi della sua storia, degli evidenti traguardi raggiunti, dalla capacità di vicinanza ed empatia ricade nel profilo del “vincitore”. Parliamo di una persona equilibrata, positiva e cosciente delle sue potenzialità. Il copione vincente è di chi arriva dove vuole e si diverte

Quali incongruenze ha rilevato rispetto alle indagini condotte in Spagna?
Non posso fornire molti particolari, le dico soltanto che ad esempio che la polizia sembra esser intervenuta molto prima delle 17:10 questo spiegherebbe anche la diffusione della notizia sui social network avvenuta prima delle 17:10

C’è altro?
Ad esempio secondo il medico-legale spagnolo intervenuto sul posto, la morte del soggetto doveva farsi risalire alle ore 4,00 dello stesso giorno. Invece, nel certificato di morte il decesso viene indicato come risalente alle ore 06,00 del 30/05/2013

 




ROBERTA BRUZZONE: L'INTERVISTA SULLA QUERELA DI LUCIANO GAROFANO

di Chiara Rai

“Signor Garofano, sono lieta di vedere che con il pensionamento si è molto rilassato al punto da dimenticare i fondamenti del diritto: il nostro ordinamento prevede tre gradi di giudizio tanto nel procedimento a cui ha fatto riferimento lei quanto nel processo che la vede imputato per diffamazione in mio danno a Roma…di cui nessuno era a conoscenza fino ad ora perché io, non essendo pensionata ed essendo una libera professionista, non ho tutto il tempo che ha lei da passare sui SOCIAL Media…comunque le auguro di godere appieno della cospicua pensione che noi cittadini italiani le paghiamo con la serenità che ho io che credo nella Giustizia e nella fisiologica dialettica operata nelle aule…lasci che siano i giudici che ci attendono, e in diverse sedi, a decidere chi ha diffamato chi…” Questa la replica della dottoressa Roberta Bruzzone, stimata Psicologa Forense e Criminologa rivolta a Garofano. Anche a lei abbiamo voluto rivolgere qualche domanda

Da dove nasce questa storia? Perché è accusata di aver diffamato Luciano Garofano?

Certamente la mia è stata una reazione di rabbia espressa nella lettera aperta che ho pubblicato sul mio blog e va contestualizzata perché in quel momento ero attaccata in maniera molto pesante da Garofano e da altre persone che continuavano ad offendermi e diffamarmi sul social, tant’è che ci sono numerose querele in corso

Insomma, una vera e propria guerra. Per “altre persone” chi intende? Il suo ex compagno Marco Strano?
Si, Strano con il quale ho convissuto da aprile 2003 a luglio 2008, insomma una convivenza derubricata in seguito da Strano come un “breve flirt”. Ci tengo a sottolineare che io ho sempre e solo risposto alle nefandezze che hanno messo in circolo sulla mia persona. E’ tutto documentabile, ho sempre subito delle provocazioni e sulla mia persona non sono stati risparmiati ignobili epiteti che spesso purtroppo vengono rivolti al genere femminile

Dunque Garofano l’avrebbe provocata?
Sì, ma ha fatto molto di più. Ha messo su contro di me un vero e proprio teatrino, addirittura chiamando alle armi tutti gli amici, attraverso un post sulla bacheca di Strano che contava circa oltre 5mila contatti (il tenore ed il destinatario di quel post terribilmente offensivo erano inequivocabili…ed era chiaramente rivolto a me), affinché tutti insieme mi "sputtanassero" insomma… ha esortato affinché mi facessero cattiva pubblicità attraverso ogni canale possibile: convegni, corsi, manifestazioni e soprattutto con il canale “PORTA A PORTA” scritto in maiuscolo nel post però…capisce?

Capisco “Porta a Porta”, la trasmissione di Vespa intende?

Purtroppo la mia popolarità evidentemente li disturba parecchio, in particolare la mia partecipazione al programma PORTA A PORTA visto che è spesso citato nelle loro "iniziative". Un esempio? Nel 2011 Strano e Garofano hanno scritto una lettera aperta a Bruno Vespa in cui comparivano altri presunti firmatari che hanno poi negato (per iscritto) di aver preso parte alla cosa (…buona parte dei presunti firmatari, guarda caso , tra questi, tutti i sindacati di Polizia citati, si sono dissociati dall'iniziativa). Nella missiva si diceva che io mi sarei vantata addirittura di titoli che non ho mai conseguito. Come se non bastasse sono stata denunciata da questi soggetti per tentata estorsione e usurpazione di titoli. Ebbene, la magistratura ha controllato tutto e io ho messo tutti i titoli a disposizione e ha così potuto appurare la veridicità dei miei titoli e meriti. Ovviamente le loro querele per tentata estorsione e usurpazione di titoli sono state tutte archiviate. Adesso, dopo che è stato tutto ovviamente verificato dagli inquirenti e che la questione penale si è chiusa in mio favore, agirò in sede civile a mia tutela. Pensi, proprio nel periodo in cui girava questa infamante lettera contro di me ho dovuto persino rispondere a delle contestazioni sul punto da parte di un avvocato mentre mi trovavo in corte d'assise come consulente tecnico per un caso molto importante.


E la redazione di Vespa come si comportò?
Portai tutti i miei titoli in redazione. Capirono che si trattò di un attacco del tutto infondato nei miei riguardi. Si resero conto che quanto mi veniva attribuito era falso e continuai ad essere ospite fisso. Ormai sono anni che siedo nel prestigioso salotto di Porta a Porta con buona pace di questi soggetti.

Insomma, dottoressa Bruzzone, cosa avrebbe scritto contro Garofano in questa lettera aperta sul suo blog?
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Ho semplicemente risposto nell'immediatezza, con comprensibile rabbia, al post pesantissimo che Garofano aveva scritto precedentemente sulla bacheca di strano (post che Garofano ha ammesso essere stato a me rivolto in un'altra vicenda), usando per altro le stesse parole che lui aveva rivolto a me. Parole di disistima sicuramente.