FEDERLEAGUE, UNA CENA DI BENEFICENZA PER SOSTENERE IL PROGETTO “KENYA CHARITY CAMP”

Redazione

Roma – Dalle parole ai fatti. Solo qualche settimana fa la Federazione Italiana Rugby Football League (Firfl) aveva annunciato ufficialmente la nascita del progetto “Kenya Charity Camp Firfl”, un’idea che intende insegnare e infondere i valori del rugby league agli sfortunati bambini degli orfanotrofi di Watamu e Malindi, vale a dire due delle città più importanti della nazione africana. Un progetto subito accolto con entusiasmo dalla locale Federazione di rugby a 13 che lo ha sostenuto e ha collaborato con l’ente italiano. Recentemente due tecnici della Federleague, Daniele Ursetta e Cristiano Lavini, sono andati per ben trenta giorni in alcune strutture kenyote proprio per lanciare questo messaggio di sport e speranza, accolto con grandissimo entusiasmo dalla popolazione locale e in particolar modo dai piccoli “fruitori” di queste lezioni di rugby a 13. La Federazione Italiana Rugby Football League aveva annunciato la volontà di portare avanti questo progetto almeno per i prossimi mesi, senza nascondere l’intenzione di voler continuare per i successivi due anni. Già alcuni partner della Federazione, dando dimostrazione di grande sensibilità, hanno collaborato per sostenere il progetto e la Firfl invita tutti coloro che fossero interessati a fare lo stesso a contattare la Federazione. Un evento importante, in questo senso, avverrà domani sera (mercoledì) a partire dalle ore 20 quando presso il ristorante “Sushimura” di largo Panizza a Frascati (ridente cittadina dei Castelli Romani) si terrà una “cena di beneficenza” nell’ambito di una serata denominata “Insieme per l’Africa”. L’intero ricavato della serata verrà devoluto dalla Federleague per sostenere il progetto “Kenya Charity Camp”. Un avvenimento fortemente voluto dalla Federazione Italiana Rugby Football League che, comunque, a gennaio del nuovo anno ripeterà l’esperimento già messo in pratica il mese scorso, mandando altri tecnici negli orfanotrofi delle città kenyote.




LA FEDERLEAGUE LANCIA IL SUO NUOVO SITO INTERNET: WWW.FEDERLEAGUE.IT

Redazione

Roma – La Federazione Italiana Rugby Football League (Firfl) si rinnova dal punto di vista tecnologico e della comunicazione. Da qualche giorno è on line il nuoto sito istituzionale www.federleague.it che, ovviamente, non ha cambiato dominio rispetto al precedente, ma il nuovo portale presenta diverse novità come spiega Walter Maria Semproni, amministratore della Media Star srl che si è occupata del profondo restyling. «Innanzitutto abbiamo rinnovato la parte grafica e amplificato il numero delle sezioni presenti (oltre ai contatti si trovano le news, gli approfondimenti regolamentari, la modulistica e gli “extra” con le foto e video gallery, ndr). Poi nella parte destra gli utenti troveranno tutti i risultati degli eventi sportivi del nostro movimento. Ma la novità principale riguarda il fatto che il nuovo sito è stato creato utilizzando la tecnologia responsive, cioè quella che adatta i contenuti del sito alla tecnologia su cui il sito viene visualizzato (quindi sia tablet che smartphone, ndr). L’adattamento – aggiunge Semproni – è completo sia per le immagini che vengono ridimensionate a minor dimensione che per la griglia del sito che si autoadatta alla composizione della pagina». Per tutti gli appassionati di Federleague, inoltre, c’è la possibilità di scaricare la “App”, un’applicazione dinamica che consente agli utenti di visualizzare in tempo reale tutte le novità presenti sul sito: al momento la “App” consente solo la lettura di un documento pdf che illustra la storia e la natura della Federazione Italiana Rugby Football League, ma da gennaio sarà possibile avere il servizio completo. «Quanto tempo ci abbiamo lavorato? Un mese e mezzo – rimarca Semproni – e ora ci auguriamo che gli utenti possano gradire il prodotto. Noi, ovviamente, continueremo a lavorare per migliorarlo ancora».
Il sito ufficiale si affianca alla avviatissima pagina Facebook “Italia Rugby Football League”.
 




FEDERLEAGUE, UN SUCCESSO IL CORSO PER I TECNICI A LONDRA. MONCADA: «UN’ESPERIENZA ESTREMAMENTE FORMATIVA»

Redazione

Roma – «Un’esperienza estremamente formativa». Così Beppe Moncada, uno dei tecnici della Federleague che hanno partecipato alla spedizione di Londra, descrive l’importante corso per allenatori a cui lui e altre quattro coach italiani hanno partecipato pochi giorni fa. In “cattedra” è salito Ty Sterry, il responsabile tecnico della Nazionale italiana della Firfl (Federazione Italiana Rugby Football League, assieme ad un suo collaboratore. «Sono stati cinque giorni molto intensi trascorsi tra la teoricità dell’aula e la praticità degli insegnamenti sul campo di gioco» racconta Moncada. I partecipanti del corso non sono stati scelti casualmente dalla Federleague perché Luigi Ferraro (per Emilia Romagna, Liguria e Toscana), Luciano Gorla (per la Lombardia), Riccardo Marini (per Lazio e Campania) e Matteo Lombardi (per Abruzzo e Molise), oltre allo stesso Moncada (per Toscana e Umbria), rappresentantano ognuno uno “spicchio” d’Italia. «L’intento della Federazione – spiega Moncada – è quella di poter organizzare a breve dei corsi di questo tipo anche in Italia e l’esperienza di Londra sarà fondamentale per permettere a noi di trasmettere determinati concetti a chi vuole “insegnare” questo sport che ha lo spirito del rugby, ma che poi si distingue e che, a mio giudizio, ne è propedeutico». La Federleague, infatti, ha già in programma delle lezioni per allenatori nel prossimo mese di gennaio, probabilmente iniziando dalla Sicilia. Il corso londinese si è svolto in strutture di grande livello sia di Rugby Union che Rugby League e i cinque tecnici italiani hanno potuto osservare da vicino i metodi di allenamento di una selezione femminile molto importante. «Quello è davvero un altro mondo – conclude Moncada -, ma abbiamo voglia di trasportare la tradizione e lo spirito anglosassone del rugby a XIII in Italia, pur non dimenticando la nostra cultura sportiva».
 




LA FEDERLEAGUE SBARCA IN AFRICA COL PROGETTO “KENYA CHARITY CAMP FIRFL”

Redazione

Roma – La Federazione Italiana Rugby Football League (Firfl) sbarca in Kenya. La Federleague, infatti, vuole allargare i propri confini attraverso un importante progetto denominato “Kenya Charity Camp Firfl”. Un’idea che sarà avviata in maniera sperimentale a partire da novembre e per sei mesi, ma c’è l’intenzione di continuare ad alimentarla per i prossimi tre anni. Nella sostanza la Federazione Italia Rugby Football League manderà allenatori federali negli orfanotrofi di Watamu e Malindi, vale a dire due delle città più importanti della nazione kenyana. Lo scopo dei tecnici della Federleague non sarà semplicemente quello di insegnare e infondere i valori del rugby league agli sfortunati bambini africani, ma l’intento principale della Firfl è quello di aiutare un paese in cui la tragicità degli ultimi avvenimenti di cronaca è stata lampante e ha avuto una eco mondiale. La permanenza dei tecnici federali, nel primo periodo, non sarà affatto breve: ci sarà una sorta di “staffetta” tra il primo gruppo che partirà a novembre e un altro che dovrebbe “dare il cambio” a cavallo tra i mesi di gennaio e febbraio 2014. Il progetto della Firfl è stato subito accolto con entusiasmo dalla locale Federazione di rugby a 13 che lo ha sostenuto e si è adoperata per far sì che l’idea si tramutasse in realtà.
La Federazione di rugby a 13, infine, non nasconde la speranza di poter ottenere fondi, in futuro, da partner attenti a investimenti etici per poter creare borse di studio per i bambini kenyani che vivono realtà drammatiche nella vita di tutti i giorni.




LA FEDERLEAGUE A LEZIONE A LONDRA PER PROSEGUIRE IL SUO PROCESSO DI CRESCITA

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Roma – La Federazione Italiana Rugby Football League (Firfl) va “a scuola” a Londra. Una importante delegazione della Firfl, guidata dal responsabile tecnico della Nazionale maggiore Ty Sterry e composta da Luigi Ferraro, Beppe Moncada, Tino Magrì, Luciano Gorla, Riccardo Marini e Matteo Lombardi (ognuno rappresentante di uno “spicchio” d’Italia), sarà nella capitale britannica per un importante corso per allenatori dal 21 al 24 novembre. Quattro giorni di intenso lavoro diviso tra aula didattica e campo di gioco, dove i tecnici della Federleague saranno “messi alla prova” su una selezione giovanile locale. Il corso si svolgerà in strutture di grande livello sia di Rugby Union che Rugby League. Una presenza che dimostra l’importante sinergia che si ha tra i due codici come insegnano gli staff delle nazionali piu importanti, vale a dire quella gallese (Edwards), inglese (Farrel) e australiana che da tempo riempiono le bacheche con trofei e le panchine con allenatori di rugby a 13. L’intento è quello di continuare il processo di crescita tecnico e organizzativo dell’intera Federazione e delle sue componenti, in modo tale che ogni referente che parteciperà alla trasferta londinese possa poi trasmettere i concetti dell’insegnamento ricevuto ai giovani che si avvicinano alla disciplina del rugby a 13. L’obiettivo principale è quello di creare un gruppo di allenatori-educatori che possa formare a sua volata allenatori su tutto il territorio nazionale e estero.
Fondamentale, in questo senso, la presenza di Sterry che, da responsabile tecnico della Nazionale italiana di rugby a 13, è certamente l’uomo più indicato per portare avanti un progetto di crescita e di formazione di questo tipo.
Il periodo scelto per il corso di Londra, tra l’altro, non è affatto casuale: i tecnici della Federleague, infatti, potranno assistere da vicino alle gare dei quarti di finale della Coppa del Mondo di rugby a 13 che si sta tenendo proprio in questo periodo nel Regno Unito.




FEDERLEAGUE, FERRARO: «IL NOSTRO MOVIMENTO RAPPRESENTA TUTTA L’ITALIA»

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Roma – La Federleague è in costante crescita. Lo dimostrano i numeri e il seguito ottenuto, per esempio, in occasione della Final Four scudetto tenutasi lo scorso luglio all’Acquacetosa di Roma. Il vice presidente Luigi Ferraro, per un giorno, smette i panni ufficiali e a titolo personale interviene per difendere con orgoglio il lavoro di tutto lo staff organizzativo della Federazione di rugby a 13. «Innanzittutto ci tengo a sottolineare che il nostro movimento non rappresenta solo il centro sud Italia, perché nel nord del nostro Paese abbiamo tante squadre affiliate come Firenze, Albinea, Reggio Emilia di S10, Falchi Pesaro ed altre. Io, come altri componenti della Federleague come Guido Porcellini (responsabile medico della Montepaschi Siena basket) e Pierluigi Gentile (S10, Premiership in Scozia, Nazionale a 7), viviamo lo sport di un certo livello in Italia con dei valori che vanno oltre lo sport stesso ed è forse questo che ci differenzia molto dall'altra associazione esistente. Forse per la nostra italianità (e per la consapevolezza che fare un mondiale in questa maniera, avrebbe sì portato a delle vittorie, ma sarebbe stata una non veritiera fotografia del nostro movimento e di quello complessivo) abbiamo preferito non accettare delle scelte non democratiche in cui non credevamo e attendere. Pensiamo all'Italia Fir, ben più ricca e ben strutturata, che ci ha messo 10 anni per ottenere un po’ di rispetto al Sei Nazioni: qui in un anno, con una squadra la cui maggioranza fa il secondo caps al mondiale, spazziamo via Galles e Inghilterra e pareggiamo con la Scozia. Non penso che il movimento rugbystico sia così ingenuo. Sì, è vero, forse un po’ di ritorno d’immagine c’è e ci sarà, ma durerà ben poco una volta finito il mondiale se non supportato da un lavoro effettivo e costante fatto su tutto il territorio e su tutti i livelli». Ferraro torna poi sui motivi del mancato accordo con l’altra associazione. «Nel marzo 2013 abbiamo inviato delle offerte di riunificazioni democratiche sotto il controllo Coni, basate sul lavoro reale sul territorio, sia alla Firl che alla Rlef: non solo non sono state accettate, ma sono state denigrate dal presidente australiano della Firl che è Orazio D'Arro e che si trova a Sydney. Mai abbiamo detto che non avremmo voluto italo australiani (che per noi sono italiani), ma avevamo solo chiesto che la Nazionale avesse sia italo australiani che italiani del movimento giocato (almeno al 50%), che avrebbero meritato rispetto per la passione messa in questi anni. Nemmeno quell’idea è stata accettata. Ci è stato proposto uno statuto in cui votavano 4 comitati italiani e 3 stranieri (Francia, Australia e Inghilterra). Non ho mai sentito, per esempio, che il presidente inglese venga votato dal presidente australiano. Nonostante tutto, essendo nell'istruttoria Coni, abbiamo dovuto rifiutare in quanto statuti non democratici non sono ammessi per chi vuole essere riconosciuto.
Noi abbiamo i requisiti Coni, abbiamo progetti sociali, ma soprattutto siamo italiani – rimarca Ferraro -. Non so come l'abbiano presa i non tanti loro tesserati, ma credo che se realmente ci fossero, non sarebbero stati contenti di vedersi superati una settimana prima del mondiale. Invitiamo tutti i club italiani e tutti coloro che credono nell'italianità e nello sport puro ad unirsi alla grande maggioranza che in Italia fa questo sport con certi valori, per essere tutti riconosciuti dall'unico organo che può dire se siamo “veri” o no, il Coni.
Crediamo anche noi – conclude Ferraro – nell’idea di un unico movimento forte e con dei valori importanti come quelli che cerchiamo di trasmettere e rimaniamo aperti ad una riunificazione purchè sia dettata da regole democratiche e meritocratiche ma soprattutto costituzionali, tutto ciò che il Coni richiede».




FEDERLEAGUE, L’AZZURRINO BERNACCHIONI: «IL RUGBY A 13 PUÒ ESSERE PROPEDEUTICO PER IL 15»

Redazione

Roma – Il futuro della Federazione Italiana Rugby Football League passa anche da talenti come lui. Matteo Bernacchioni, apertura classe 1997 e toscano di nascita, è stato capitano di una delle due selezioni azzurre Under 17 (denominate “Probabili” e “Possibili”) che si sono sfidate ad Avezzano lo scorso luglio. «Un’esperienza molto emozionante – dice Bernacchioni – quella di rappresentare un'intera nazione. I giorni che hanno preceduto la partita non ho fatto altro che pensare a quando sarebbe arrivato il momento di cantare l'inno e giocare la partita. Poi l’essere sceso in campo è stato per me un grandissimo onore e quando ho saputo che avrei avuto il ruolo del capitano, ho capito che era un grande momento nella mia carriera sportiva. Essere capitano mi ha motivato e spero di aver trasmesso un po' della mia motivazione ai compagni: ho dato il massimo e spero di poter dare ancora di più in futuro». Giovane, ma già con una buona esperienza alle spalle, Bernacchioni sottolinea l’importanza del rugby League anche per chi gioca a 15. «Sono convinto che sia molto utile, soprattutta per i trequarti. Infatti giocando a rugby a 13, si migliora la capacità di trovare o creare gli spazi dove andare a giocare e si migliora la visione di gioco». La giovane apertura toscana parla poi delle sue prospettive future nella Nazionale di rugby a 13. «Il mio obiettivo è di dare il massimo in ogni occasione. Se per caso non venissi convocato tra quelli che andranno a disputare la partita in autunno mi impegnerei ancora di più per poi avere la possibilità di essere richiamato e per far vedere al mio allenatore che anche io merito di stare in quella squadra. Ho iniziato da capitano questo “viaggio” e non voglio che finisca subito. Ho intenzione di continuare, anche per far sì che questo sport diventi più conosciuto e amato. Sono nato nel rugby a 15 e adoro quello sport tanto che, se oggi potessi scegliere tra l’andare nella Nazionale di rugby a 15 o in quella di rugby a 13, opterei per la prima. Ma se avessi la possibilità di portare avanti entrambe, lo farei tranquillamente».

 




PARRELLO (ALBINEA) PROMUOVE LA FEDERLEAGUE: «CRESCIUTI LIVELLO TECNICO E SEGUITO PER LA NOSTRA DISCIPLINA»

Redazione

Roma – E’ una delle colonne portanti della Federazione Italiana Rugby Football League (Firfl). Marco Parrello è il vice presidente della Federleague nonché massimo dirigente della società Albinea Rugby League, che è stata tra le protagoniste dell’ultimo campionato di rugby a 13 disputatosi in estate pur non riuscendo a centrare l’accesso nell’ambita Final Four che ha assegnato lo scudetto il 14 luglio scorso. Il suo giudizio da esponente della Federazione e da presidente di un club partecipante al campionato di rugby a 13 è sostanzialmente positivo. «Rispetto all'ultima esperienza che avevo vissuto – dice Parrello – ho notato un continuo miglioramento di qualità sia di gioco che di giocatori. Inoltre ho potuto toccare con mano un aumento di partecipazione da tutta Italia e nello specifico del numero dei tesserati». Quindi maggior coinvolgimento, un tasso tecnico di alto livello e tanto seguito tra gli appassionati: questa la fotografia della Federazione Italiana Rugby Football League (Firfl) secondo Marco Parrello che già si prenota in vista della prossima stagione agonistica. «Ovviamente come Albinea (squadra che rappresenta un comune in provincia di Reggio Emilia, ndr)  parteciperemo al prossimo campionato perché siamo rimasti molto felici dell’ultima esperienza. Non ho dubbi che la Federazione lavorerà per ottimizzare e migliorare ancora la macchina organizzativa. Sono altrettanto convinto che ci sarà una qualità di gioco di altissimo livello sulla scia di quanto visto nell’ultima edizione perché le squadre partecipanti hanno acquisito una esperienza tale che ogni stagione le partite diventano sempre più interessanti».
Non resta che attendere che la palla ovale del rugby a 13 inizi a rotolare: Parrello e la sua Albinea non mancheranno.




IMPORTANTE COMUNICATO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA RUGBY FOOTBALL LEAGUE

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Roma – La Federazione Italiana Rugby Football League (Firfl) intende sottolineare che, in merito a discorsi istituzionali e programmatici che riguardano la disciplina del rugby a 13 a livello nazionale e internazionale, l'unico canale ufficiale da prendere in considerazione per gli organi di stampa è il sito internet www.federleague.it e la pagina Facebook “ItaliaRugbyFootballLeague”. Diversi appassionati della nostra disciplina, infatti, creano delle pagine Facebook o dei blog non ufficiali ed esprimono considerazioni che devono essere considerate del tutto personali sui temi sopra esposti. La Firfl non intende rispondere di quelle prese di posizione, ma invita tutti gli organi della comunicazione a fare riferimento ai soli canali ufficiali della Federleague.
Infine la Federazione Italiana Rugby Football League tiene comunque a ringraziare i tantissimi tifosi e appassionati che fanno costantemente sentire il loro sostegno alla disciplina del rugby a 13 e che non mancano di incoraggiare l’ulteriore processo di crescita del movimento.




FEDERLEAGUE, MONCADA (MAGNIFICI FIRENZE): «STIAMO GIÀ LAVORANDO PER IL PROSSIMO CAMPIONATO»

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Roma – Con i suoi Magnifici, squadra di Firenze, è stato uno dei protagonisti della Federleague. Giuseppe Moncada è il direttore tecnico della compagine toscana e quindi può essere buon testimone dell'esperienza vissuta la scorsa estate nella Federazione di rugby a 13. «All'interno dei Magnifici mi occupo dell'organizzazione di tutto quello che ruota intorno alla squadra. Ma al tempo stesso cerco di promuovere il rugby league su tutto il territorio toscano». Moncada ripercorre gli ultimi suoi passi nella Federleague che si è conclusa da poco. «L'ultima esperienza con Firfl – specifica – è stata la partita tra i ragazzi della nostra Nazionale italiana Under 17 “Possibili” opposta alla selezione dei “Probabili” e in quel frangente ho ricoperto il ruolo di secondo allenatore. E' stata una bella esperienza dove tutto è stato curato nei minimi dettagli. I ragazzi sono rimasti molto contenti, ma sopratutto abbiamo ricevuto tanti ringraziamenti ed elogi da parte dei genitori. Essendo una nazionale di minorenni – conclude il concetto Moncada – è importante avere il loro appoggio e il loro sostegno oltre che ascoltare la loro opinione». Dopo un'esperienza ravvicinata Moncada può dunque commentare con dovizia di causa i passi in avanti compiuti dalla Federleague. «Tra i pregi del nostro movimento c'è sicuramente quello che, pur essendo una Federazione “giovane” e visto il momento di crisi che stiamo attraversando che indubbiamente si ripercuote sullo sport, stiamo portando avanti un progetto ambizioso e concreto con poche risorse economiche, ma con tanta buona volontà. Come Magnifici – conclude Moncada – siamo ovviamente già al lavoro con tutte le squadre satellite per disputare la Coppa Toscana, mentre il gruppo principale sta lavorando anche se con ritmi più bassi per prepararsi al meglio in vista del prossimo campionato».




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