Russia, abbattuto jet della Wagner: muore il generalissimo Yevgeny Viktorovich Prigozhin

Biden punta il dito contro il Cremlino

L’ex galeotto diventato miliardario, eroe della Russia per le battaglie in Ucraina e poi ribellatosi al potere di Vladimir Putin, è morto quando il jet privato su cui viaggiava si è schiantato tra Mosca e San Pietroburgo. “Abbattuto dalla contraerea russa”, secondo quanto afferma il canale Telegram vicino alla Wagner Grey Zone. “Il capo del gruppo Wagner, eroe della Russia e vero patriota, Yevgeny Viktorovich Prigozhin, è morto a causa delle azioni dei traditori della Russia. Ma anche all’Inferno sarà il migliore! Gloria alla Russia!”, si legge su Grey Zone. Con lui ha perso la vita il comandante militare della Wagner, Dmitry Utkin, ha confermato Rosaviatsia, l’Agenzia federale russa per il trasporto aereo.

La prima reazione a livello internazionale è arrivata da Joe Biden, che ha puntato immediatamente il dito contro il Cremlino: “Non sono sorpreso – ha detto il presidente americano -. Non c’è molto di quello che accade in Russia in cui Putin non sia dietro.

Ma non so molto al riguardo”. Nessun dubbio nemmeno da parte di Kiev: “E’ ovvio che Putin non perdona nessuno”, ha scritto su X il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. Per poi aggiungere che “l’eliminazione dimostrativa di Prigozhin e del comando Wagner due mesi dopo il tentativo di golpe è un segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024. Attenzione! La slealtà equivale alla morte”.

I servizi d’emergenza hanno riferito che a bordo dell’aereo che si è schiantato – un Embraer Legacy 600 – c’erano 10 persone, 7 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio. Nessuno sarebbe sopravvissuto. In un secondo momento gli stessi servizi d’emergenza, citati dall’agenzia Ria Novosti, hanno fatto sapere che erano stati recuperati solo 8 corpi senza vita. La notizia aveva alimentato i dubbi, accompagnandosi all’annuncio di Grey Zone che un altro aereo dello stesso Prigozhin era in volo sulla regione in quei momenti, ed era poi atterrato in un aeroporto vicino a Mosca senza riportare danni. Non si poteva dunque escludere l’ipotesi che il capo della Wagner fosse su questo secondo velivolo. Poi però è arrivata la conferma della morte.

L’aereo su cui si trovava effettivamente Prigozhin, scomparso dai radar alle 18.20 ora locale (le 17.20 in Italia), è precipitato nella regione di Tver, vicino al villaggio di Kuzhenkino. Grey Zone ha diffuso un video in cui si vede il jet precipitare verticalmente mentre dalla carlinga si sprigiona un denso fumo. Nel cielo blu si nota un altro sbuffo di fumo bianco, che secondo la stessa fonte sarebbe stato prodotto dall’impatto di uno o più proiettili della contraerea contro il velivolo. “Prima che l’aereo si schiantasse, i residenti locali hanno sentito due raffiche di caratteristiche difese aeree, e ciò è confermato dalle scie di condensazione nel cielo in uno dei video, così come dalle parole di testimoni oculari diretti”, scrive Grey Zone.

Le ultime immagini di Prigozhin risalgono a due giorni fa, quando sempre Grey Zone aveva diffuso un video in cui il capo della Wagner affermava di essere in Africa, dove i suoi miliziani stavano “conducendo attività di ricognizione e ricerca per rendere la Russia ancora più grande in ogni continente”. Prigozhin aveva aggiunto che il Gruppo Wagner stava continuando a “svolgere i compiti assegnati”. Oggi invece l’agenzia statale Ria Novosti ha confermato che è stato rimosso dal comando delle forze aerospaziali russe il generale Serghei Surovikin, dopo che negli ultimi due mesi erano circolate voci, mai confermate, di un suo siluramento e addirittura di un arresto per un presunto sostegno al tentato ammutinamento della Wagner.




Bombe su Kiev, Von der Leyen nella capitale ucraina: a Mosca la parata per l’anniversario della vittoria sulla Germania nazista

Esplosioni sono state udite stamattina a Kiev e nella regione della capitale ucraina, secondo quanto riferiscono media locali. Le stesse fonti affermano che l’allerta antiaerea è stata diramata oggi in 14 dei 24 oblast del Paese.

Durante la notte l’esercito russo ha lanciato 25 missili sull’Ucraina, 15 su Kiev, la maggior parte è stata abbattuta dalla contraerea, rende noto questa mattina l’aeronautica militare ucraina, citata dai media.

A Kiev non ci sono state vittime stando alle prime informazioni, secondo il capo dell’ amministrazione militare della capitale Sergiy Popko. Detriti sono caduti su un’abitazione nel distretto di Holosiivskyi, nel sud-ovest della capitale ha detto il sindaco di  Vitali Klitschko. “Kyev si è alzata di nuovo e si alzerà in futuro”, ha detto Popko.

“Nella notte del ‘sacro’ giorno del 9 maggio, giorno della Vittoria (uno dei giorni festivi più commemorati, che segna l’anniversario della sconfitta della Germania nazista nel 1945, ndr) gli occupanti russi hanno colpito il territorio dell’Ucraina con missili da crociera marittimi e aerei, con due ondate di bombardamenti sul Paese”, ha detto il comandante dell’aeronautica militare ucraina Mykola Oleschuk, citato dall’Ukrainska Pravda.

Il conflitto tra Russia e Ucraina si sposta intanto sul piano storico in occasione dell’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Vladimir Putin si prepara alla parata sulla Piazza Rossa affermando che è necessario lottare contro gli “attuali eredi ideologici” del nazismo, cioè i governanti di Kiev. Volodymyr Zelensky risponde decidendo di non festeggiare la vittoria sul nazismo il 9 maggio come fatto finora con la Russia, ma l’8, come avviene nel “mondo libero”.

Una discrepanza inizialmente dovuta alla differenza di fusi orari, ma diventata simbolo della nuova divisione del mondo. La Russia attende con trepidazione la parata di domani dopo i ripetuti attacchi di droni avvenuti sul suo territorio, compresi i due esplosi sopra il Cremlino la settimana scorsa. Un episodio che le autorità di Mosca hanno spiegato come un tentativo dei servizi segreti ucraini di uccidere Putin.

Le tradizionali parate sono state cancellate in oltre 20 città, ma prendere un’analoga decisione per quella in programma sulla Piazza Rossa sarebbe stata quasi un’ammissione di sconfitta. Così sotto le mura del Cremlino sfileranno come da programma migliaia di soldati con le loro armi, e il presidente terrà regolarmente il suo discorso. Ma nel pomeriggio è stata cancellata per ragioni di sicurezza la tradizionale marcia del Reggimento Immortale, cioè dei discendenti dei combattenti contro il Terzo Reich che sfilano con le fotografie dei loro congiunti. Lo scorso anno Putin vi prese parte di persona, mostrando la fotografia di suo padre. Solo un pugno di capi di Stato e di governo stranieri assisterà alla parata: quelli di Bielorussia, Armenia, Kazakhstan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan. Alcune delle ex repubbliche sovietiche alle quali Putin ha inviato un messaggio per fare appello alla comune lotta contro Hitler come membri dell’Urss. “E’ nostro dovere morale preservare le sacre tradizioni di amicizia e reciproca assistenza tramandate dai nostri padri e nonni, non permettere che la verità storica sulla Grande guerra patriottica sia distorta e non permettere le giustificazioni dei nazisti, dei loro complici e dei loro attuali eredi ideologici”, ha affermato Putin con un chiaro riferimento al governo di Kiev. Zelensky ha replicato facendo a sua volta un parallelo tra il leader russo e Hitler: la Russia sarà sconfitta “nello stesso modo” in cui lo fu il nazismo nel 1945, ha affermato, per poi annunciare che l’Ucraina d’ora in poi festeggerà la vittoria sui nazisti un giorno prima di Mosca, l’8 maggio.

Il 9 viene invece dichiarata Giornata dell’Europa, come nell’Unione europea, nella quale Kiev aspira ad essere ammessa. Anzi, di cui si sente già parte per eredità culturale, ha affermato Zelensky, pubblicando un messaggio su Telegram corredato con una bandiera ucraina e una della Ue. Domani nella capitale ucraina arriverà non a caso la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in visita per manifestare “l’incrollabile sostegno della Ue” al governo ucraino. Con il cambio di data per la festività Zelensky intende inviare un segnale preciso: l’Ucraina, ha spiegato, fa già parte di quel concerto europeo che, come ha distrutto il nazismo (il ruolo di Mosca viene omesso), così sconfiggerà quello che il presidente ucraino definisce il “ruscismo”, neologismo inventato a Kiev per indicare il “fascismo russo”. Mosca non poteva certo prenderla bene. La decisione di Zelensky mostra che è un “traditore”. Anzi, la “nuova incarnazione di Giuda nel XXI secolo”, o ancora “un collaborazionista fascista 80 anni dopo”, ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.

Farnesina, gli italiani lascino immediatamente l’Ucraina – “Si continuano a registrare sempre più pesanti attacchi missilistici a Kiev e in tutto il territorio ucraino. Si raccomanda la massima prudenza. Tutti i viaggi verso l’Ucraina, a qualsiasi titolo, sono assolutamente sconsigliati. Ai connazionali ancora presenti in Ucraina è fortemente raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare immediatamente il Paese, negli orari in cui non è in vigore il coprifuoco”. E’ quanto si legge sul sito Viaggiare Sicuri, gestito dall’Unità di Crisi della Farnesina, in un aggiornamento odierno pubblicato anche sulla homepage dell’ambasciata d’Italia a Kiev.




Porto di Sebastopoli, russi respingono attacco con droni

Le forze russe hanno respinto nella notte un attacco con droni contro il porto di Sebastopoli, nella Crimea annessa: lo ha reso noto su Telegram il governatore della città, Mikhail Razvozhayev, come riporta la Tass. “Oggi, a partire dalle 3:30 del mattino (le 2:30 in Italia), è stato tentato un attacco a Sebastopoli.

Secondo le ultime informazioni: un drone in superficie è stato distrutto dalle forze di difesa antisommergibile/sabotaggio, un altro è esploso da solo. Il tutto è avvenuto all’ancoraggio esterno, nessuna struttura è stata danneggiata. In questo momento la città è tranquilla, ma tutte le forze e i servizi rimangono in allerta”, ha scritto Razvozhayev. 

E continuano le manovre offensive delle truppe russe nelle direzioni di Bakhmut, Avdiivka e Maryinka – nella regione di Donetsk (est) – dove ieri sono stati respinti quasi 60 attacchi: lo ha reso noto lo Stato Maggiore dell’Esercito ucraino nel suo aggiornamento quotidiano sull’andamento del conflitto, come riporta Ukrinform. “Nelle ultime 24 ore, l’aeronautica ucraina ha effettuato 14 attacchi contro i cluster nemici. Inoltre, sono stati abbattuti due droni di tipo Merlin, un drone Orlan-10 e otto droni kamikaze di tipo Lancet”, si legge nel rapporto. Da parte sua, Mosca ha lanciato ieri un attacco missilistico e 46 raid aerei, sparando anche 60 raffiche di razzi con sistemi a lancio multiplo Mlrs sulle posizioni delle truppe ucraine e sulle aree popolate. I russi hanno inoltre bombardato le regioni di Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Secondo l’esercito la probabilità che la Russia lanci altri attacchi missilistici e aerei sull’intero territorio ucraino rimane alta.

Le forze russe hanno attaccato la città di Nikopol, nella regione di Dnepropetrovsk (sud-est), senza provocare feriti o vittime: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergey Lysak, come riporta Ukrinform. “Stanotte, il nemico ha colpito Nikopol. Hanno colpito la città con artiglieria pesante. Nessuna persona è stata ferita dai bombardamenti”, ha scritto Lysak. Ieri pomeriggio le truppe russe avevano attaccato con i droni la città di Nikopol ferendo tre persone.

Dopo tanti annunci e speculazioni, sono arrivati i primi segnali della controffensiva ucraina per liberare i territori occupati dai russi. A sostenerlo è il think tank americano Institute for the Study of War (Isw), che ieri nel suo ultimo aggiornamento ha annunciato che le forze di Kiev hanno raggiunto la riva sinistra della regione di Kherson, un primo passo verso il tentativo di rimuovere gli invasori dalle loro posizioni. Se da una parte la portavoce militare ucraina per la regione meridionale, Natalia Humenyuk, ha rifiutato di commentare le notizie sottolineando che “è in corso un’operazione militare che richiede il silenzio informativo”, dall’altra il capo filorusso del Kherson, Vladimir Saldo, ha negato la presenza degli ucraini sulla riva orientale.




Ucraina, arrivati i Patriot statunitensi

L’esercito ucraino ha ricevuto i primi sistemi di difesa aerea Patriot americani. Lo ha detto il ministro della Difesa di Kiev Oleksii Reznikov.

“Oggi i nostri splendidi cieli ucraini diventano più sicuri con l’arrivo in Ucraina dei sistemi di difesa aerea Patriot”, ha twittato il ministro ucraino, ringraziando Stati Uniti, Germania e Paesi Bassi per “aver mantenuto la parola data”. 

Il sistema missilistico  di difesa aera Patriot, consegnato all’Ucraina da Berlino insieme alle sue munizioni, sarà in grado di abbattere i bersagli russi a una distanza massima di 150 km. Lo ha detto Yurii Ihnat, portavoce del Comando delle forze aeree dell’Ucraina, citato da Unian. Il “complesso a lungo raggio sarà in grado di raggiungere obiettivi a una distanza massima di 150 km e questo consentirà di allontanare l’aviazione russa dai nostri confini”, ha spiegato Inhat, aggiungendo che “prima va in servizio di combattimento, meglio è”.

Il portavoce del Comando delle forze aeree dell’Ucraina ha concluso osservando che se si tratta di una delle ultime varianti, ovvero il Patriot Pac-3, allora sarà anche in grado di abbattere missili balistici come l’Iskander-M a una distanza massima di 40 km. 

Inoltre, la Germania ha consegnato all’Ucraina il secondo dei quattro sistemi di difesa aerea Iris-T Slm promessi. Secondo quanto riporta Spiegel, la consegna di un sistema e di 16 missili sarebbe avvenuta pochi giorni fa, intorno al 16 aprile. Il primo Iris-T era stato consegnato da
Berlino lo scorso ottobre. 




Russia, Nikolai Patrushev: “La Russia possiede armi avanzate e uniche in grado di spazzare via qualsiasi nemico, compresi gli Stati Uniti”

La Russia possiede armi avanzate e uniche in grado di spazzare via qualsiasi nemico, compresi gli Stati Uniti, ha dichiarato il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev in un’intervista al quotidiano Rossiyskaya Gazeta rilanciata dalla Tass. “La Russia è paziente e non intimidisce nessuno con il suo vantaggio militare.

Tuttavia, possiede armi avanzate e uniche in grado di distruggere qualsiasi nemico, compresi gli Stati Uniti, in caso di minaccia alla sua esistenza”, ha detto il capo della sicurezza. Patrushev ha dichiarato che “di fatto i Paesi della Nato sono parte del conflitto” in Ucraina. “Non nascondono che il loro obiettivo principale è cercare di prolungare questo conflitto militare il più a lungo possibile, la sconfitta della Russia sul campo di battaglia e un’ulteriore divisione”, ha affermato. “Hanno trasformato l’Ucraina in un grande accampamento militare. Stanno inviando armi e munizioni alle forze ucraine, così come informazioni, utilizzando una costellazione di satelliti e un gran numero di veicoli aerei senza equipaggio”, ha dichiarato ancora il segretario del Consiglio di sicurezza della Russia.

Inoltre, la Russia procederà con i piani di dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia indipendentemente dalla reazione dell’Occidente. Lo fa sapere il Cremlino citato dall’agenzia statale Tass. La reazione dell’Occidente non può influenzare i piani della Russia di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia, ha dichiarato oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Senza dubbio, tale reazione non può influenzare i piani della Russia”, ha assicurato Peskov, affermando di non avere nulla da aggiungere a ciò che è stato spiegato dal presidente russo Vladimir Putin in un’intervista di sabato.

Circa due mesi dopo la decisione del governo federale di Berlino, i 18 panzer Leopard 2 tedeschi sono arrivati in ucraina. Lo scrive der Spiegel.

Il presidente ucraino Voldymyr Zelensky ha visitato il fronte a Zaporizhzhia. “Sono onorato di essere qui oggi, accanto ai nostri militari. Sono grato a ciascuno dei nostri guerrieri per aver difeso l’Ucraina, la nostra sovranità, le nostre città e i nostri figli. Vinceremo sicuramente”, ha affermato Zelensky. Il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, è in visita nella regione di Zaporizhzhia con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “La centrale idroelettrica del Dniepr è una parte essenziale del sistema che sostiene la sicurezza nucleare della centrale nucleare di Zaporizhzhya. Zelensky mi ha mostrato i recenti danni subiti dalla diga”, ha twittato lo stesso Grossi postando foto della visita.

L’ambasciatore d’Ucraina in Italia Yaroslav Melnyk commenta: “Stiamo controllando la situazione e vediamo quali passi concreti saranno fatti. Per questo abbiamo chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu e speriamo che questo tema sia molto ben discusso da tutti i partner alleati e da tutti i Paesi del Mondo”. “La minaccia con gli armamenti nucleari – ha rilevato – non porta solo la minaccia all’Ucraina, ma a tutti i popoli. Non ci sono confini tra i Paesi che possono bloccare le conseguenze dall’uso di questo tipo di armamenti e non possiamo giocare con il fuoco, con gli armamenti nucleari”.

Ieri l’alto rappresentante ue per la politica estera Josep Borrell aveva sottolineato che il dispiegamento di armi nucleari russe in Bielorussia rappresenterebbe “una irresponsabile escalation e una minaccia alla sicurezza europea”, aggiungendo che “la Bielorussia può ancora fermare” questa escalation, “è una sua scelta. L’Ue è pronta a rispondere con ulteriori sanzioni”.

La retorica nucleare russa è “pericolosa e irresponsabile”, ha affermato invece un portavoce della Nato, citato dal Guardian, all’indomani dell’annuncio di Mosca sul dislocamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia. “La Nato vigila, stiamo monitorando la situazione e non ci sono passi che ci costringano a modificare la nostra strategia”, aggiunge il portavoce dell’Alleanza.

La Russia sta tenendo Minsk come “ostaggio nucleare”, ha dichiarato invece il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino, Oleksiy Danilov. “Il Cremlino ha preso la Bielorussia come ostaggio nucleare”, ha scritto Danilov su Twitter, aggiungendo che la mossa rappresenta “un passo verso la destabilizzazione interna del Paese”.

“La dichiarazione di Putin sul posizionamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia, un passo verso la destabilizzazione interna del Paese, massimizza il livello di percezione negativa e di rifiuto pubblico della Russia e di Putin nella società bielorussa. Il Cremlino ha preso la Bielorussia come ostaggio nucleare”: si legge nel tweet.

Proseguono intanto gli scontri in Ucraina. Esplosioni questa mattina a Mariupol, nel Donetsk, e a Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia, città occupate dall’esercito russo. Lo riferiscono gli amministratori in esilio delle due città, citati da Rbc-Ukraine. Secondo il sindaco di Melitopol Ivan Fedorov sono state colpite strutture dove si trova l’amministrazione russa, la quale ha dichiarato che a seguito del “bombardamento di artiglieria” a Melitopol un edificio è stato parzialmente distrutto, altre strutture sono danneggiate, 4 persone sono rimaste ferite. Un  funzionario della regione occupata di Zaporozhzhia Vladimir Rogov ha pubblicato foto delle esplosioni .

L’idea di creare una ‘Nato globale’ con la partecipazione dei Paesi dell’Asia-Pacifico ricorda l’alleanza militare delle potenze dell’Asse ai tempi della seconda guerra mondiale, secondo quanto affermato il presidente russo Vladimir Putin in un’intervista trasmessa dal canale televisivo Rossiya-24 ripresa da Interfax. “Cosa stanno facendo gli Stati Uniti? – ha detto -. Stanno creando sempre più alleanze. E questo dà motivo agli analisti occidentali, agli analisti politici occidentali di dire solo che l’Occidente sta costruendo nuovi ‘assi’. Sono gli analisti occidentali, non noi, a dire che l’Occidente sta iniziando a costruire un nuovo asse simile a quello creato negli anni ’30 dal regime nazista in Germania, quello fascista in Italia e il Giappone militarista”, ha sottolineato il presidente. Nel 2022, la Nato ha approvato un nuovo concetto di sviluppo strategico, ha affermato Putin. “E proprio lì ha affermato che la Nato intende sviluppare le relazioni con i Paesi della regione Asia-Pacifico”, menzionando Nuova Zelanda, Australia e Corea del Sud quali futuri partner di una ‘Nato globale’. “Il Regno Unito e il Giappone hanno persino firmato un accordo sulla reciproca apertura, in altre parole sullo stabilire contatti e sviluppare relazioni nel settore militare, all’inizio dell’anno, credo a gennaio”, ha detto Putin. Insomma una alleanza che, secondo il presidente russo, ricalca gli equilibri precedenti alla seconda guerra mondiale.

Putin è convinto che l’Occidente stia oltrepassando tutte le linee rosse, e persino le linee rosse più profonde, fornendo armi all’Ucraina. “Sì, è quello che stanno facendo, l’hanno fatto fin dall’inizio nel 2014, quando hanno facilitato un colpo di Stato” in Ucraina, ha detto Putin rispondendo a una domanda del giornalista Pavel Zarubin nel corso di un’intervista al canale tv Rossiya-1.

La cooperazione tra Russia e la Cina “non è un’alleanza militare“: lo ha detto oggi il presidente russo Vladimir Putin in un’intervista al canale tv Rossiya-24, come riporta la Tass. “Questo è assolutamente falso”, ha detto Putin al giornalista Pavel Zarubin quando gli è stato chiesto se la cooperazione tra Mosca e Pechino possa rappresentare una minaccia per l’Occidente. “Non stiamo creando alcuna alleanza militare con la Cina – ha aggiunto -. Sì, collaboriamo anche sul fronte tecnico-militare, non lo nascondiamo, ma è trasparente, non c’è nulla di segreto”.

Sono 170.550 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione, inclusi 660 nella giornata di ieri, secondo l’esercito di Kiev. Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l’esercito ucraino indica inoltre che si registrano 305 caccia, 291elicotteri e 2.216 droni russi abbattuti. Lo riportano i media nazionali. Le forze di Kiev affermano di aver distrutto anche 3.595 carri armati russi, 2.631 sistemi di artiglieria, 6.947 veicoli blindati da combattimento, 18 navi, 522 sistemi missilistici a lancio multiplo, 277 sistemi di difesa antiaerea e 911 missili da crociera.

Non ci sono indicazioni che la Russia si stia preparando ad usare armi nucleari: lo ha detto un alto funzionario del governo americano commentando alla Reuters l’annuncio di ieri del Cremlino di voler dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia. “Non abbiamo riscontrato alcun motivo per modificare la nostra posizione nucleare strategica, né alcuna indicazione che la Russia si stia preparando a usare un’arma nucleare. Restiamo impegnati nella difesa collettiva dell’alleanza Nato”, ha affermato l’alto funzionario, come riporta l’agenzia di stampa sul suo sito. La Russia e la Bielorussia parlano da tempo del trasferimento di armi nucleari, ha aggiunto.




Putin e XI, tutto pronto per il “faccia a faccia” di questa sera

Poche ore prima del loro incontro a Mosca, i presidenti di Russia e Cina, Vladimir Putin e Xi Jinping, hanno pubblicato oggi editoriali paralleli sulla stampa del loro interlocutore – Putin sul Quotidiano del Popolo, Xi sulla Rossiyskaya Gazeta – per sottolineare la loro alleanza strategica e spiegare quello che Putin ha definito il “ruolo costruttivo” di Pechino nella “soluzione della crisi ucraina”.

Putin ha detto che nutre “grandi speranze” sulla visita del presidente Xi Jinping a Mosca, la prima dal lancio della sua “operazione militare speciale”, a febbraio 2022, contro l’Ucraina.

“In relazione agli eventi che si stanno verificando in Ucraina, per comprendere la loro origine e le vere cause, accogliamo con favore la volontà della Cina di svolgere un ruolo costruttivo nella risoluzione della crisi”, ha scritto il presidente russo, che secondo il programma diffuso dal Cremlino dovrebbe avere un primo faccia a faccia informale con Xi già questa sera e un altro ufficiale domani, al quale seguirà una dichiarazione congiunta e la firma di vari accordi e documenti di cooperazione.

L’articolo di Xi, più incentrato sulla guerra in Ucraina, punta a trovare un equilibrio difficile tra l’appello alla pace e l’evitare le critiche aperte alla Russia.

Pechino ha negato le accuse di Stati Uniti e Nato secondo cui sta considerando la fornitura di armi per aiutare l’aggressione di Mosca a Kiev, che Putin continua a insistere come “alimentata dall’Occidente”. Il piano di pace della Cina, che prevede il rispetto della “sovranità di tutti i Paesi” e la fine di eventuali sanzioni, è “costruttivo” e promuove una “soluzione politica”, ha affermato Xi, per il quale “i problemi complessi non hanno soluzioni semplici”. Ma la fine della guerra garantirebbe “la stabilità della produzione globale e delle catene di approvvigionamento”.

E la soluzione si può trovare “se tutti sono guidati dal concetto di sicurezza comune, globale, congiunta e sostenibile, e continuano il dialogo e le consultazioni in modo paritario, prudente e pragmatico”, ha scritto ancora Xi, riepilogando la posizione di Pechino sulla vicenda. Il partenariato economico è una “priorità” per Cina e Russia, ha aggiunto ancora il presidente cinese, assicurando che le parti puntano a “una partnership omnicomprensiva”, efficace in un mondo minacciato da “atti di egemonia, di dispotismo e di bullismo”.

Russia e Cina stanno combattendo “minacce comuni”, ha osservato Putin, mentre il loro rapporto diventa “costantemente più forte” ed è al “livello più alto della loro storia”. La visita di Xi, ha detto, costituisce un “evento storico” che “riafferma la natura speciale del partenariato Russia-Cina”. Il presidente russo descrive quindi Xi un “buon vecchio amico” con il quale “abbiamo raggiunto un livello di fiducia senza precedenti nel nostro dialogo politico, la nostra cooperazione strategica è diventata di natura veramente globale ed è alle porte di una nuova era”.

“Proprio prima dell’inizio della visita di Stato di Xi, Putin ha fatto il suo primo viaggio nella città ucraina occupata di Mariupol, più che simbolica per l’invasione russa, in un altro apparente tentativo di segnalare che ha il sostegno di Pechino”, ha notato con l’ANSA una fonte diplomatica. Tuttavia, piuttosto che spingere Putin a ritirarsi dall’Ucraina, Xi – per alcuni osservatori – userà l’incontro con il presidente russo per sviluppare il partenariato strategico bilaterale. Al fine di rafforzare l’immagine di parte neutrale interessata alla pace, Xi dovrebbe poi parlare in modalità virtuale con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa, probabilmente dopo il suo viaggio a Mosca, ha riportato nei giorni scorsi il Wall Street Journal.

In Russia da oggi a mercoledì, il presidente Xi Jinping rafforzerà i suoi rapporti con Putin, partner sempre più dipendente da Pechino ma anche sempre più imprevedibile. “Una missione per la pace”, l’ha presentata venerdì il ministero degli Esteri cinese, collegandola alla guerra di Mosca contro l’Ucraina. Forte dell’inedito terzo mandato consecutivo appena ricevuto alla presidenza della Repubblica popolare dopo l’altrettanta storica terza segreteria di fila del Partito comunista di ottobre, Xi ha deciso di iniziare le visite all’estero del nuovo decennio da Mosca, proprio come fece 10 anni fa una volta conquistato il vertice istituzionale del Paese.

Il suo incontro con Putin sarà il 40/mo di persona, a sottolineare la continua importanza della sua intesa russa anche se il viaggio rischia di mettere a repentaglio altri obiettivi di politica estera, tra cui quelli di evitare che le relazioni della Cina con gli Stati Uniti sfuggano da ogni controllo e di tutelare i rapporti con Bruxelles con cui Pechino sta cercando di far avanzare ulteriormente la cooperazione economica e commerciale. La Cina ha ancora bisogno dell’accesso ai mercati, alla tecnologia e al capitale occidentali per ritornare ad una crescita robusta, la vera fonte di legittimità del Pcc. Il Cremlino, invece, è sempre più dipendente dal Dragone per l’acquisto di petrolio e gas di fronte alle sanzioni occidentali, ma rivendica la sua capacità di manovra.

La Casa Bianca si prepara alla visita in una posizione attendista: “Vedremo cosa emergerà da questo meeting”, afferma il portavoce della Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ma se emergerà la richiesta di una tregua in Ucraina sarà “inaccettabile” perché significherebbe “ratificare le conquiste fatte fino a oggi dalla Russia” e “concedere più tempo a Putin”. Da quando Mosca ha attaccato l’Ucraina oltre un anno fa, Pechino ha evitato qualsiasi condanna mantenendo una posizione ambigua. Qualsiasi presa di distanza significativa da Mosca avrebbe un contraccolpo che la Cina non può permettersi: è possibile che la leadership comunista stia cercando un migliore equilibrio tra il duplice obiettivo di raggiungere la stabilità nelle relazioni con l’Europa e garantire che la Russia non perda la guerra, rimanendo allineata con la Cina, essenziale per i piani di Xi sui nuovi assetti mondiali a danno degli Usa. “Xi si rifiuterà di mettere il suo nome su qualsiasi cosa possa causare un contraccolpo economico all’Occidente”, ha aggiunto la fonte diplomatica. Mentre Hu Xijin, ex direttore del Global Times, tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, ha osservato che “gli Usa forniscono la ragione e l’energia per continuare la guerra ucraina”. Invece, la Cina “fornisce la razionalità e la speranza per porvi fine”, ha scritto Hu su Twitter.




Ucraina, arrivano i super tank tedeschi e statunitensi. Orologio dell’apocalisse a 90 secondi dalla mezzanotte

Antonov: “Le forze armate russe distruggeranno i carri armati M1 Abrams di fabbricazione statunitense e altri equipaggiamenti militari della Nato”

Dopo settimane di trattative e polemiche arriva la svolta sui tank per l’Ucraina: gli Stati Uniti sarebbero pronti a inviare gli Abrams M1, punta di diamante dell’equipaggiamento militare a stelle e strisce, e la Germania, dal canto suo, a fornire i Leopard finora negati.

Sono i carri armati a lungo invocati da Kiev per cambiare le sorti di un conflitto giunto ormai all’undicesimo mese e oggetto di uno scontro senza precedenti che ha rischiato di minare la coesione dell’Alleanza.

Le indiscrezioni sono arrivate dalla stampa: le notizie si sono letteralmente inseguite e alle rivelazioni del Wall Street Journal sulla fumata bianca americana hanno fatto seguito quelle dello Spiegel sulla virata tedesca. Olaf Scholz e Joe Biden avrebbero trovato l’accordo e il cancelliere, sotto pressione da giorni per aver rifiutato di far andare la Germania avanti da sola, nonostante il pressing degli americani, ottiene un importante risultato diplomatico.

E la replica di Mosca arriva con la voce dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov: le forze armate russe distruggeranno i carri armati M1 Abrams di fabbricazione statunitense e altri equipaggiamenti militari della Nato se verranno forniti all’Ucraina, ha promesso, secondo quanto riporta la Tass. Secondo Antonov, Washington vuole infliggere alla Russia una “sconfitta strategica”. E “l’analisi dell’intera sequenza delle azioni di Washington mostra che gli americani stanno costantemente alzando l’asticella dell’assistenza militare al loro governo fantoccio”. Secondo il rappresentante di Mosca, “se verrà presa la decisione di trasferire a Kiev gli M1 Abrams, i carri armati americani saranno senza dubbio distrutti come tutti gli altri equipaggiamenti militari della Nato”.

La vera svolta sull’invio dei carri armati, a stretto giro, si vedrà però sul terreno, dove gli ucraini potranno contare sulle “armi più forti” invocate stamani anche dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, alla sua prima bilaterale ufficiale con il neo ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. In ballo ci sono pe ora “un numero consistente” di Abrams americani e 14 Leopard 2A6 provenienti dalla Bundeswehr. Ma la Germania, alle prese con un inventario, sta valutando le possibilità dell’industria, e Rheinmetall ha già fatto sapere di poter inviare 139 Leopard. Abc News ha poi reso noto che con l’ok di Berlino altri 12 Paesi europei (Polonia in testa) sarebbero pronti a inviare almeno altri 100 superpanzer tedeschi (ne servirebbero 5-600 all’esercito di Kiev per lanciare una vera controffensiva e recuperare i territori persi, secondo le stime di Pietro Batacchi, direttore della Rivista italiana difesa). La progressiva apertura della Germania dopo la divisione registrata a Ramstein – dove il segretario della Difesa americano Lloyd Austin ha dovuto chiudere il vertice del gruppo di contatto sull’Ucraina con un nulla di fatto, il 20 gennaio scorso – si era già avvertita nelle parole di Pistorius: i partner potranno iniziare ad addestrare gli ucraini all’uso dei Leopard, aveva detto di prima mattina a Berlino. Inoltre Varsavia ha già inviato alla Repubblica federale la richiesta di autorizzare l’invio dei Leopard a sua disposizione, e dalla cancelleria è trapelata la volontà di dare l’ok già domani. È l’intesa con Washington, però, che ha accelerato la comunicazione della decisione berlinese. Scholz aveva infatti chiarito a Joe Biden nei giorni scorsi al telefono – lo ha raccontato la Bild – che la Germania sui superpanzer sarebbe andata avanti soltanto “insieme”. Il cancelliere ne ha fatto un principio inderogabile, affiancato alla condizione – pure ripetuta quotidianamente – che “la Nato non diventi parte del conflitto”. Dopo aver già concesso i blindati Marder agli ucraini, a fronte della decisione di Washington di inviare i carri leggeri del tipo Bradley, il leader socialdemocratico ha rifiutato di andare avanti da solo sui Leopard, negando quell’autorizzazione chiesta a gran voce (perfino dai suoi alleati di governo e dall’opposizione) alla consegna dei superpanzer tedeschi. Il Kanzler aveva messo un paletto: per il suo sì, Washintgon avrebbe dovuto garantire gli Abrams, ma l’amministrazione Biden aveva respinto la richiesta. Troppo costosi, troppo complicati da usare e troppo difficile la logistica, aveva argomentato. Poi il ripensamento, malgrado le perplessità del Pentagono. Per il Wall Street Journal il via libera ufficiale di Washington potrebbe avvenire già in settimana, proprio “nell’ambito dell’accordo con i tedeschi”.

I due volontari britannici Chris Parry e Andrew Bagshaw, dichiarati scomparsi in Ucraina due settimane fa, sono stati uccisi mentre tentavano un’evacuazione umanitaria da Soledar, nell’est del Paese. Lo ha dichiarato la famiglia di Parry in una nota rilasciata dal Foreign Office citata da Sky News. Parry, 28 anni, è stato visto l’ultima volta lasciare Kramatorsk per Soledar con Bagshaw prima che i contatti venissero persi questo mese. Ora è arrivata la notizia della morte, dopo che l’11 gennaio i mercenari Wagner avevano riferito di aver trovato il corpo di uno dei due volontari, con addosso i passaporti di entrambi.

Il mondo non è mai stato così vicino all’Armageddon – Orologio dell’apocalisse a 90 secondi dalla mezzanotte

L’Orologio dell’Apocalisse segna solo 90 secondi alla mezzanotte, ovvero alla catastrofe.

Con la guerra in Ucraina e l’accentuarsi dei timori di una tragedia nucleare, le lancette del ‘Doomsday Clock’ sono state spostate quest’anno in avanti rispetto ai 100 secondi del 2022, segnalando l’avvicinarsi del giorno del giudizio per l’umanità.

“Viviamo in un periodo di pericolo senza precedenti, e l’Orologio dell’Apocalisse riflette questa realtà”, ha spiegato Rachel Bronson, il numero uno del Bulletin of the Atomic Scientists, l’organizzazione che annualmente tiene il polso dei pericoli di un olocausto nucleare e non solo. L’avvicinarsi dell’Armageddon è imputabile “in gran parte, ma non solo, all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e al rischio crescente di un’escalation nucleare”, hanno scritto gli scienziati, che quest’anno per la prima volta hanno diffuso il comunicato con la loro decisione anche in russo e in ucraino nel tentativo di far arrivare il monito alle capitali più interessate.

“Il governo americano, i suoi alleati della Nato e l’Ucraina hanno molteplici canali di dialogo. Chiediamo ai leader di esplorarli” così da poter spostare le lancette indietro e allontanare la fine, ha aggiunto Bronson. L’Orologio dell’Apocalisse “suona l’allarme per tutta l’umanità. Siamo sull’orlo del precipizio ma i nostri leader non agiscono ad una velocità sufficiente per assicurare un pianeta in pace e vivibile”, ha denunciato l’ex alto commissario dell’Onu per i diritti umani Mary Robinson. Le ha fatto eco l’ex segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon: “Siamo vicini alla mezzanotte e questo mostra come il mondo è divenuto più pericoloso sulla scia della pandemia, del clima e della scandalosa guerra della Russia in Ucraina”.




Zelensky arrivato negli Usa. Putin annuncia nuovi missili

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atterrato per Washington dove incontrerà alla Casa Bianca Joe Biden e interverrà al Congresso statunitense alle 19.30 americane, le 3.30 italiane.  “Zelensky era desideroso di compiere il suo primo viaggio all’estero negli Stati Uniti per ringraziare il Paese del sostegno bipartisan” alle forze di Kiev, ha sottolineato un alto funzonario della presidenza Usa.

“Volodymyr mi auguro che il tuo volo stia andando bene. Sono felice di averti qui. Molto da discutere”. Lo twitta Joe Biden replicando al cinguettio di Volodymyr Zelensky in volo verso Washington, nel suo primo viaggio fuori dall’Ucraina da quando è scoppiata la guerra.

   Durante la visita del presidente ucraino, Biden annuncerà l’invio di un nuovo pacchetto di armi all’Ucraina “di quasi due miliardi” di dollari che per la prima volta conterrà “missili Patriot”, ha aggiunto la stessa fonte, sottolineando che “la visita di Zelensky a Washington è un messaggio degli Stati Uniti a Putin e al mondo che aiuteremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario” e che Biden non intende “spingere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad un negoziato”.

Da parte sua, la presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha pubblicato una lettera aperta a Zelenskiy invitandolo a parlare personalmente al Congresso oggi. Nella lettera, riporta il Guardian, Pelosi scrive tra l’altro che “la lotta per l’Ucraina è la lotta per la democrazia stessa”

In un tweet, il presidente ucraino ha confermato la notizia. “Sono in viaggio verso gli Stati Uniti – ha scritto – per rafforzare la resilienza e le capacità di difesa dell’Ucraina. In particolare, il presidente degli Stati Uniti ed io discuteremo della cooperazione tra l’Ucraina e gli Stati Uniti. Terrò anche un discorso al Congresso e una serie di incontri bilaterali”.

Il programma degli incontri


La storica visita di Zelensky inizierà nel pomeriggio, alle 14 allo Studio Ovale,  dove avrà un colloquio con il presidente Joe Biden. Dopo l’incontro, è prevista alle 16,30 una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca per l’annuncio di un nuovo pacchetto di aiuti militari Usa a Kiev di quasi due miliardi di dollari. Poi il leader ucraino si trasferirà a Capitol Hill,
 in prima serata, per parlare al Congresso. Biden -secondo un alto funzionario dell’amministrazione citato dalla Cnn-  ha discusso per la prima volta della prospettiva di una visita di Zelensky a Washington durante una telefonata con il leader ucraino lo scorso 11 dicembre. Una settimana fa è stato esteso un invito formale che Zelensky ha accettato, avviando consultazioni congiunte sui parametri di sicurezza del viaggio che si presentava rischioso e altamente riservato. La decisione definitiva è stata presa domenica.

La visita del presidente Volodymyr Zelensky a Washington, definita di “estrema rilevanza”, smentisce chi sosteneva che i rapporti fra l’Ucraina e gli Stati Uniti si stessero “raffreddando”, ha detto il principale consigliere del presidente ucraino, Mikhailo Podolyak. Il viaggio in Usa del leader ucraino, ha aggiunto Podolyak, sarà un’occasione per “spiegare al nostro intelocutore americano la reale situazione in Ucraina, di quali armi gli ucraini abbiano bisogno per combattere i russi e perché”. Gli Usa, ha concluso, “appoggiano inequivocabilmente l’Ucraina”.   

Zelensky ha viaggiato in treno dall’Ucraina alla Polonia e lì è salito in aereo per volare verso Washington. Lo rivela la Cnn, che mostra una foto e frame di un video preso dalla tv polacca Tvn da dietro a una rete metallica, nel quale si vede Zelensky è appena sceso dal treno a Przmysl, cittadina polacca a ridosso del confine ucraino. Poi, racconta l’emittente Usa, il leader ucraino è salito su un suv 4×4 che l’ha portato all’aeroporto di Rzeszow, dove si è imbarcato. Il presidente era in compagnia dell’ambasciatrice Usa a Kiev, Bridget Ann Brink.

E nel frattempo il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che il suo paese dispiegherà presto i missili balistici intercontinentali Sarmat, considerati il fiore all’occhiello dei nuovi programmi militari di Mosca. Alla dichiarazione, che giunge poche prima dal previsto annuncio del via libera di Washington all’invio dei missili Patriot a Kiev, Putin ha aggiunto anche che il nuovo missile da crociera ipersonico Zircon sarà incluso nella flotta russa all’inizio di gennaio.

Intanto, in Ucraina, sono tornate a suonare stamane le sirene antiaeree in tutte le regioni del paese, annunciando una nuova ondata di bombardamenti ed attacchi missilistici russi. Allo stessoi il vice capo dell’Ufficio del presidente, Kyrylo Tymoshenko, ha informato che 5 civili sono stati uccisi e altri 17 sono rimasti feriti negli attacchi russi di ieri. Seconndo i dati delle amministrazioni militari regionali, quattro civili sono stati uccisi nella regione di Donetsk e uno nella regione di Kherson. Ieri le forze russe hanno aperto il fuoco su quest’ultima regione 71 volte, secondo la stessa fonte.

“Pensiamo ai tanti bambini dell’Ucraina che soffrono, soffrono tanto per questa guerra. In questa festa di Dio che si fa bambino pensiamo ai bambini ucraini”, ha detto  Papa  Francesco all’udienza generale aggiungendo che quando li incontra in Vaticano “la maggioranza non riesce a sorridere e quando un bambino perde la capacità di sorridere è grave. Questi bambini portano su di se la tragedia di quella guerra che è così inumana, così dura. Pensiamo al popolo ucraino in questo Natale senza luce, senza riscaldamento, senza le cose principali per sopravvivere e preghiamo il Signore perché porti la pace il più presto possibile”.




G20, Biden e Xi dicono no alle armi nucleari in Ucraina

E’ durato poco più di tre ore il summit tra i presidenti americano Joe Biden e cinese Xi Jinping. I due, appena incontratisi, si sono salutati con una calorosa stretta di mano.

I leader hanno concordato sul fatto che non si debbano usare le armi nucleari in Ucraina. Presto il segretario di Stato Usa Antony Blinken si rechera’ in visita in Cina. Lo riferisce la Casa Bianca. Manca però l’intesa su Taiwan: chiunque cerchi di dividere l’isola dalla Cina “violerà gli interessi fondamentali della nazione cinese: il suo popolo non lascerà assolutamente che ciò accada”.

Intanto un alto funzionario cinese rivela al Financial Times, che, sull’invasione russa in Ucraina, Vladimir Putin “non disse la verità” al leader di Pechino. “Se ce lo avesse detto non ci saremmo trovati in una situazione così difficile. C’erano oltre 6 mila cittadini cinesi in Ucraina ed alcuni di loro morirono durante l’evacuazione, anche se non possiamo dirlo pubblicamente”. Lo stesso Putin aveva affermato il mese scorso di non aver detto al “caro amico” Xi dell’imminente attacco.

“Come leader delle principali economie del mondo, dobbiamo gestire la competizione dei due nostri Paesi”, ha detto il presidente Usa Joe Biden al suo omologo cinese Xi Jinping, nelle battute iniziali del loro bilaterale a Bali, anche se Washington continuerà a “competere” con Pechino “vigorosamente”. “E’ un piacere incontrarti”, ha affermato Biden. Non deve esserci nessuna nuova guerra fredda con la Cina, ha detto Joe Biden in una conferenza stampa dopo il bilaterale con Xi Jinping.

“E’ un piacere rivederti dall’ultima volta avvenuta nel 2017”. E’ quanto ha detto il presidente Xi Jinping al suo omologo americano Joe Biden nelle battute iniziali del loro bilaterale a Bali.

La guerra in Ucraina

La Cina è “estremamente preoccupata per l’attuale situazione in Ucraina”. Lo ha detto il presidente Xi Jinping nel summit di Bali con l’omologo Usa Joe Biden. Di fronte “a una crisi globale e composita come quella in Ucraina, è importante riflettere seriamente su quanto segue: primo, conflitti e guerre non producono vincitori; secondo, non c’è soluzione semplice a una questione complessa; e terzo, il confronto tra i principali Paesi deve essere evitato”. Per questo, “sosteniamo e attendiamo impazienti la ripresa dei colloqui di pace tra Russia e Ucraina e auspichiamo anche che Usa, Nato e Ue dialoghino con la Russia”, ha concluso.

Taiwan e l’Asia

I leader hanno parlato di “Taiwan in modo schietto”. Xi ha detto “di sperare di vedere la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan, ma attraverso lo Stretto la pace e la stabilità e l’indipendenza di Taiwan sono inconciliabili come l’acqua e il fuoco”. Taipei, secondo la diplomazia di Pechino, è “una questione interna cinese. È aspirazione comune di popolo e nazione cinesi realizzare la riunificazione e la tutela dell’integrità territoriale”.La questione “è al centro degli interessi fondamentali della Cina” e costituisce “il fondamento politico delle relazioni Cina-Usa”: è “la prima linea che non deve essere superata”. Gli Usa hanno ribadito la loro opposizione ad azioni “aggressive e coercitive” da parte di Pechino, constatando che “La politica Usa dell’unica Cina non è cambiata”. Washington ha anche chiesto al presidente cinese Xi Jinping di incoraggiare la Corea del Nord ad agire “in modo responsabile”. Ha trovato spazio nei colloqui anche la preoccupazione degli Usa per le “pratiche della Cina” in Xinjang, Tibet e Hong Kong, e, in generale, i “diritti umani”, riferisce la Casa Bianca. “Non vedo un’intenzione imminente della Cina di invadere Taiwan”, ha detto il presidente americano Joe Biden.

Le relazioni tra Cina e Usa “dovrebbero non essere un gioco a somma zero in cui una parte supera la competizione o prospera a spese dell’altra”. I successi di Cina e Stati Uniti, ha affermato il presidente Xi Jinping nel summit con l’omologo Usa Joe Biden, “sono opportunità, non sfide, l’uno per l’altro. Il mondo è abbastanza grande perché i due Paesi possano svilupparsi e prosperare insieme”. Le due parti dovrebbero avere “una corretta percezione delle reciproche politiche interne ed esterne e delle intenzioni strategiche”, ha detto Xi, secondo la diplomazia di Pechino.

Fonti, il comunicato G20 usa parola ‘guerra’ sull’Ucraina – Nel comunicato finale del G20, così come approvato dagli sherpa, si usa la parola “guerra” per definire il conflitto in corso in Ucraina e si “deplorano” i suoi effetti negativi sui prezzi dell’energia, dei prodotti alimentari e sull’inflazione. Lo precisa un funzionario occidentale. Il testo richiama poi la risoluzione dell’assemblea generale della Nazioni Unite di ottobre, dove solo Cina, India e Sud Africa – tra i membri del G20 – si sono astenuti. Il funzionario ritiene che vi siano “alte probabilità” che il testo sia quello definitivo.




Ucraina, droni contro obiettivi russi. Mosca denuncia uso di armi chimiche

Altri attacchi di droni contro obiettivi russi sono stati segnalati in Crimea e in altre parti occupate dell’Ucraina, secondo quanto scrive la Bbc.

Mentre Mosca denuncia che l’esercito ucraino ha usato agenti chimici contro le truppe russe. 

“Il fumo si alza sopra il quartier generale della flotta del Mar Nero della Federazione Russa a Sebastopoli”, ha riferito questa mattina l’emittente pubblica ucraina Suspilne, citando i media locali e pubblicando video dalla scena.

I media russi hanno affermato che ieri è stato sventato un attacco contro un porto nella parte occidentale della Crimea. I video girati in Crimea mostrano la difesa aerea russa che intercetta obiettivi nei cieli di Sebastopoli, Yevpatoriya e Zaozerne. Le autorità di occupazione russe hanno affermato che si trattava di droni ucraini.

La Russia ha già perso circa 44.900 soldati in Ucraina, 200 nell’ultimo giorno. La dichiarazione è stata rilasciata dallo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine su Facebook, come riferisce Ukrinform. Tra il 24 febbraio 2022 e il 20 agosto 2022, il totale delle perdite russe in combattimento comprendeva anche 1.907 carri armati (+8 nell’ultimo giorno), 4.212 veicoli corazzati da combattimento (+17), 1.018 sistemi di artiglieria (+2), 266 sistemi missilistici a lancio multiplo, 141 sistemi di guerra antiaerea, 234 aerei, 197 elicotteri, 3.137 veicoli a motore e serbatoi di carburante (+7), 15 navi da guerra/barche, 803 veicoli aerei senza pilota (+8), 97 unità di equipaggiamento speciale (+3). In totale, sempre secondo Kiev, sono stati abbattuti 190 missili da crociera nemici. 

Secondo Mosca, l’esercito ucraino ha utilizzato agenti chimici contro le truppe russe nella regione di Zaporizhzhia. Il ministero della Difesa, citato da Interfax e Tass, parla di segni di “forte avvelenamento” riscontrati in soldati che sono stati ricoverati in ospedale. L’agente utilizzato, aggiunge Mosca, sarebbe “la tossina del botulino di tipo B”, secondo quanto riferiscono le agenzie russe. 

Il ministero della Difesa russo ha aggiunto che sta preparando il dossier con i risultati dei test effettuati sui soldati ricoverati con segni di grave avvelenamento dopo aver completato la loro missione nella regione di Zaporizhzhia. “Le prove del terrorismo chimico del regime di Kiev saranno presto presentate all’Opac”, l’Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche con sede all’Aia, ha specificato Mosca in una nota. Denunciando che l’utilizzo di agenti tossici “è stato autorizzato dal regime di Zelensky”. Un’indagine supplementare è in corso, si aggiunge, per l’avvelenamento del governatore ad interim di Kherson, la regione nel sud dell’Ucraina sotto controllo russo




Ucraina, piano di pace italiano al vaglio di Mosca ma Kiev frena: no a concessioni su Crimea e Donbass

Mosca ha ricevuto e “sta studiando” il piano di pace per l’Ucraina presentato dall’Italia all’Onu, ma ancora non fa commenti. Così come non si registrano reazioni dalle cancellerie europee.

Solo la portavoce del governo tedesco, ad una domanda in proposito, risponde che spetta all’Ucraina decidere se il piano sia accettabile.

E Kiev, attraverso la vice ministra degli Esteri Emine Dzhaparova, in visita a Roma, mette in chiaro che “qualsiasi piano di pace che non preveda la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina non è un piano sostenibile”.

Le iniziative diplomatiche rimangono avvolte nella nebbia dell’incertezza

La Russia, ha detto il vice ministro degli Esteri Andrey Rudenko, ha “ricevuto recentemente” le proposte italiane, articolate in quattro tappe sotto la supervisione di un Gruppo internazionale di Facilitazione (Gif): il cessate il fuoco, la possibile neutralità dell’Ucraina, le questioni territoriali – in particolare Crimea e Donbass – e un nuovo patto di sicurezza europea e internazionale.

Il piano è stato illustrato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ma non inviato direttamente a Mosca, secondo quanto si apprende. Rudenko ha detto che Mosca è pronta a riprendere i negoziati con Kiev appena l’Ucraina mostrerà “segnali costruttivi”.

Parole che appaiono semplici affermazioni di rito in assenza di sviluppi concreti, almeno alla luce del sole. Allo stesso tempo è chiaro che la leadership moscovita non si aspetta soluzioni che portino alla revoca delle sanzioni occidentali, come emerge dalle parole del presidente Vladimir Putin in occasione di un incontro a Sochi con il suo omologo bielorusso e grande alleato, Aleksandr Lukashenko. “L’economia russa resiste abbastanza bene”, ha affermato il capo del Cremlino, ma “non tutto è facile” e “tutto ciò richiede un’attenzione speciale da parte del blocco economico e del governo e sforzi speciali”.