Una vacanza italiana all’insegna del buon vino: Ecco le 5 destinazioni enologiche suggerite da HomeToGo

In occasione del periodo della vendemmia di questo 2018, HomeToGo, il più grande motore di ricerca per alloggi vacanza al mondo, torna a parlare di enoturismo suggerendo 5 destinazioni enologiche in Italia da raggiungere quest’anno per una vacanza all’insegna del vino. Alcune regioni sono una costante nel panorama enologico italiano e internazionale, altre relativamente emergenti sono le nuove tendenze dell’enoturismo. Insieme, rendono l’Italia il produttore di vino numero 1 al mondo. Un orgoglio da sostenere e supportare con una serie di attività, una tra tutte il turismo del vino. 5 regioni italiane, i loro imperdibili vini e un paio di consigli per chi deciderà di scoprirle.

Piemonte
Primo propulsore del rilancio dell’enologia italiana nel mondo, il Piemonte, conosciuto più per i suoi vini rossi, offre in realtà anche ottimi bianchi e spumanti, che crescono favoriti dalla composizione argillosa delle colline rivolte a sud, del clima ventilato e dell’escursione termica notte giorno.
La superficie vitata è intorno ai 44.000 ettari e si sviluppa per lo più nell’area sud-est e nord della regione, raggiungendo le zone alpine e prealpine. La zona, forse in assoluto, più celebre e decisamente ideale per la viticoltura sono le Langhe, un altopiano a 500 metri sul mare, parte del patrimonio dell’UNESCO e culla di due grandi nomi tra i vini piemontesi: il Barolo e il Barbaresco.
Qui la percentuale di vini DOC in rapporto alla produzione vinicola totale – circa 2 milioni di ettolitri nel 2017 – è davvero alta, sono ben 17 i vini DOCG e 42 quelli DOC3, la maggior parte dei quali derivano da una ventina di vitigni autoctoni.

Vitigni principali: Barbera, Moscato bianco, Dolcetto, Nebbiolo, Cortese
Zone vinicole principali: Langhe, Monferrato, Astigiano, Canavese, Gattinara e Ghemme
Vini imperdibili: DOCG – Barolo, Barbaresco, Cortese di Gavi, Bracchetto d’Acqui passito, Moscato d’Asti DOC – Dolcetto D’Alba, Roero Arneis
Consigli extra: Stop alla città termale di Acqui, degustare il moscato in combo con i “coppi di tegola”, bike tour per le “colline moreniche”

Un soggiorno in Piemonte durante la vendemmia costa in media 116€/notte.
Occhio al budget: 206€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!

Toscana
Sono circa 70.000 gli ettari destinati alla viticoltura sulle sue dolci colline. Icona del vino Chianti, la Toscana ha storia e tradizione del vino secolari e deve le sue ottime capacità in termini di produzione vinicola, almeno in parte, al suo clima temperato. La vicinanza alla costa e le caratteristiche del suo territorio rappresentano lo scenario ideale per la viticoltura.
Nonostante siano stati 1.901.000 gli ettolitri prodotti nel 2017, 37% e del 30% sotto la media storica, la Toscana resta una terra di rubini e granati davvero preziosi – quasi il 90% dei vitigni toscani sono rossi – produttrice, infatti, di alcuni dei vini italiani più richiesti all’estero, con Stati Uniti e Germania come principali mercati di destinazione.
Qui sono 52 i vini Dop, di cui 11 Docg e 41 Doc, 6 gli Igp e il vitigno Sangiovese è senz’altro il più rappresentativo della regione – circa il 62% della superficie dedicata – seguito da Merlot e dal Cabernet Sauvignon.

 

Vitigni principali: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Trebbiano toscano, Merlot, Canaiolo, Vernaccia S. Gimignano
Zone vinicole principali: Chianti, San Gimignano, Montalcino, Val di Chiana e Cortona, Val d’Orcia
Vini imperdibili: DOCG – Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Morellino di Scansano, Vernaccia S. Gimignano, Amarone della Valpolicella DOC – Bolgheri Sassicaia
Consigli extra: Visitare una villa del 500′ sulle colline lucchesi, le botteghe del vino a Montalcino, la zona di Marradi per castagne e marone glacé e la Costa degli Etruschi

Un soggiorno in Toscana durante la vendemmia costa in media 127€/notte.
Occhio al budget: 218€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!

Sicilia – Trend Enoturismo 2018     
Vini da dessert ma anche bianchi e rossi robusti, la produzione vinicola della regione è varia come il suo territorio. Dalle zone collinari, a quelle vulcaniche, isole incluse, la viticoltura copre qu107 mila ettari, tra le più estese in Italia.
L’enoturismo in Sicilia è tra i settori dalla maggiore crescita. Già un paio di anni fa i numeri hanno riconosciuto l’impatto del turismo enogastronomico sul turismo regionale. Quest’anno, il Primo Rapporto sul Turismo Gastronomico Italiano vede la Sicilia sul podio tra le migliori destinazioni italiane da visitare per un viaggio enogastronomico. La Sicilia enologica è, quindi, IL trend del 2018.
Tra i vini siciliani più noti, anche a livello internazionale, vi sono senz’altro il Marsala, un vino liquoroso dalle radici antiche, prodotto a Marsala, da cui prende il nome, e in tutto il trapanese, e lo Zibibbo. Tra i prodotti agroalimentari da non perdere vi sono il Cappero di Pantelleria IGP e il Pomodoro di Pachino IGP.

 

Vitigni principali: Corvina, Rondinella e Molilnara, Trebbiano di Soave, Garganega, Vespaiola, Fiularo, Glera

Zone vinicole principali: Trapanese, Vittoria, Etna, Siracusano, Lipari, Pantelleria

Vini imperdibili: DOCG – Cerasuolo di Vittoria DOC – Nero d’Avola, Marsala di Siracusa e di Noto, Nerello Mascalese, Cerasuolo, Passito di Pantelleria, Malvasia delle Lipari, Alcamo Bianco, Etna

Consigli extra: Vedere gli affreschi del Borremans a Caltanissetta, visitare il borgo di Erice, l’isola di Pantelleria, provare i “Facciuni di Santa Chiara” (dolce tipico della provincia di Siracusa) con un Moscato di Noto

Un soggiorno in Sicilia durante la vendemmia costa in media 100€/notte.
Occhio al budget: 173€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!

Puglia
Nota tanto per il vino quanto per l’olio, qui uniti da un forte legame, la Puglia è tra le principali regioni vinicole italiane per superficie vitata, oltre 87.000 ettari, che si sviluppa per lo più nelle aree pianeggianti della regione. La diversità del territorio si riflette nei vini locali in una grande varietà di sapori e profumi.
4 i vini riconosciuti DOCG – di cui tre prodotti in provincia di Bari nella zona di Castel del Monte e il quarto in provincia di Taranto, il famoso Primitivo di Manduria – 29 i DOC. Nonostante circa il 65% della produzione sia di vini rossi, alcune uve a bacca bianca sono particolarmente note, tra cui Greco, Fiano, Verdeca e Falanghina.
6.740.000 gli ettolitri prodotti nel 2017, con un calo del 30% rispetto all’annata precedente. Valori in discesa, però, si sono registrati a livello regionale così come nazionale e internazionale. La produzione per il 2018 è stimata a 9.934.000 ettolitri, una cifra persino maggiore rispetto al 2016.

 

Vitigni principali: Negro amaro, Sangiovese, Primitivo, Uva di Troia, Malvasia, Bombino Nero, Fiano, Verdeca, Trebbiano

Zone vinicole principali: Daunia, Alta e Bassa Murgia, Valle d’Itria, Penisola Salentina

Vini imperdibili: DOCG – Primitivo di Manduria, Castel del Monte Nero di Troia riserva DOC – Gioia del Colle, Aleatico di Puglia, Salice Salentino, Locorotondo

Consigli extra: Visita a una tipica masseria, giro a cavallo al tramonto, visita al borgo di San Severo e a Altamura dove abbinare il noto pane a un Primitivo

Un soggiorno in Puglia durante la vendemmia costa in media 96€/notte. Occhio al budget: 170€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!

Veneto
Piacevolmente amarognoli o spumeggianti, i vini prodotti in Veneto sono da numeri 1. Con una superficie vitata di oltre 75.000 ettari, per lo più in pianura ma anche in collina, il Veneto è tra i primi produttori di vino in Italia e in Europa. La sua produzione vinicola è tra le più variegate, in grado di soddisfare qualsiasi palato: rossi, bianchi e rosati ma anche passiti e spumanti per oltre 25 DOC e 14 DOCG.
I vini più conosciuti sono prodotti principalmente nelle province di Verona e Vicenza. Il più noto dei vini veronesi è l’Amarone della Valpolicella, di fama mondiale. Tra i bianchi, i vitigni del Soave – da solo contribuisce al 40% della produzione regionale – e del Gambellara beneficiano delle proprietà del terreno vulcanico in cui crescono.
Il Veneto è, poi, particolarmente conosciuto per il suo Prosecco, vino spumante immancabile per aperitivi e diversi cocktail. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, nelle versioni Extra Dry o Brut, è il prosecco veneto DOCG. Tante sono le strade del vino, tra valli e colline, alla scoperta di castelli, borghi e le bellezze naturalistiche e le tradizioni enogastronomiche da scoprire nella culla del Rinascimento.

 

Vitigni principali: Corvina, Rondinella e Molilnara, Trebbiano di Soave, Garganega, Vespaiola, Fiularo, Glera

Zone vinicole principali: Valpolicella, Conegliano-Valdobbiadene, Veronese, Colli Euganei, Breganze

Vini imperdibili: DOCG – Amarone e Recioto della Valpolicella, Bagnoli Friularo, Bardolino Superiore, Soave Superiore DOC – Bianco di Custoza, Gambellara Classico, Lugana spumante

Consigli extra: Scoprire il territorio di Negrar e le sue ville, assaggiare le famose Ciliegie di Marostica, fare tappa a Verona, un tour in barca sull’Adige, del trekking alternativo con gli asini sui Colli Euganei

Un soggiorno in Veneto durante la vendemmia costa in media 97€/notte. Occhio al budget: 147€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!




Vendemmia 2017, Duca di Salaparuta: Tar Lazio autorizza denominazioni “Grillo” e “Nero d’Avola”

di Vincenzo Giardino

Il noto produttore di vini siciliani Duca di Salaparuta, che riunisce i brand storici di Duca di Salaparuta, Corvo e Florio, ha opposto una decisa presa di posizione nei confronti della DOC Sicilia, motivata dalla discutibilità dei fini commerciali e speculativi di quest’ultima.

La Duca di Salaparuta S.p.a. , si è fatta promotrice di un’azione a tutela del reale concetto di DOC, dichiarando che dovrebbe essere legato al concetto di diversità e di etereogenità del territorio, conseguentemente ha deciso di non accettare le condizioni volute dal Consorzio DOC Sicilia e dall’Associazione IGT Terre Siciliane.

Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso della Duca di Salaparuta autorizzandola, con l’ordinanza pubblicata il 1° settembre 2017, ad etichettare i propri vini IGT Terre Siciliane con il nome dei vitigni “Grillo” e “Nero d’Avola” per la vendemmia 2017.

Dal comunicato stampa della nota azienda vinicola si legge: “A tutela del consumatore e della propria storica identità enologica non si sottometterà alla coercizione enologica voluta dal Consorzio DOC Sicilia ed al “cavallo di Troia” del Consorzio , l’Associazione IGT Terre Siciliane, contrariamente al proprio nome mira ad eliminare la IGT Terre Siciliane ed a regalare la notorietà delle uve Nero D’Avola e Grillo a favore di una Doc costruita senza fondamenta tecniche.”

L’Azienda Duca di Salaparuta ha quindi invitato gli altri produttori della Regione Siciliana, che condividono la stessa mission concordando la difesa della IGT Terre Siciliane, a presentare a loro volta ricorso al Tar del Lazio entro la metà del mese di ottobre per suffragare le motivazioni del dissenso nei confronti del Consorzio Doc Sicilia.




Movimento Turismo del Vino Lazio: tutto pronto per "Cantine aperte in vendemmia 2016"


Red. Cronaca


Il 25 settembre per “Cantine Aperte in Vendemmia” dalle ore 10.30 alle 18.30 i turisti saranno accolti come veri amici dai migliori produttori della Regione Lazio, Associati al Movimento Turismo del Vino Lazio, saranno guidati tra botti e gallerie, per degustare il loro vino abbinato ai prodotti tipici della gastronomia locale, accompagnati da manifestazioni culturali e di folklore durante il periodo della vendemmia, vieni in cantina e vedi come nasce una bottiglia di qualità; dalla raccolta dell’uva all’assaggio del mosto per seguire e approfondire il processo di trasformazione dell’uva in vino e vivere con i produttori la festa della vendemmia con curiosità e allegria in un’atmosfera ricca di profumi autunnali.

 

Gli enoturisti avranno l’opportunità di visitare cantine molto diverse fra loro, da quella costruita in una cisterna romana all’altra in un castello medievale fino a quelle situate vicino a insediamenti archeologici e in casali del ‘600, ville del ‘700/’800 e primi '900. La manifestazione “Cantine Aperte in Vendemmia” vuole far conoscere come nasce una bottiglia di vino e farne gustare un bicchiere, spillato dalla botte, per richiamare alla memoria un gesto antico nel nostro mondo consumistico, che spesso appiattisce le antiche culture contadine. Ogni azienda proporrà degustazioni di mosto, di vino e assaggi “nell’angolo dei sapori” dei prodotti territoriali tipici delle Province del Lazio (Olio extravergine di oliva, Pane, salumi, formaggi, porchetta, prodotti biologici e sottolio, dolci, miele, marmellate ed altre golosità, per promuovere oltre al vino i prodotti agricoli e gastronomici autunnali dei territori della Regione Lazio. Si replica inoltre “a pranzo con il vignaiolo”. Il turismo del vino anche nell’ambito di CANTINE APERTE IN VENDEMMIA, unisce la cultura della vendemmia alla cultura dell’Arte. Nella prossima manifestazione vi saranno eventi culturali e di tradizione (in alcune aziende si potrà provare l’emozione di pigiare l’uva a piedi nudi, come si usava nei tempi passati). “Il vino è la poesia della terra”, così sosteneva Mario Soldati. Da anni il Movimento Turismo del Vino del Lazio sostiene la festa della vendemmia per vedere come si ottengono i migliori vini delle cantine associate. È un’occasione unica per incontrare gli enoturisti in un’atmosfera permeata di profumi di mosto e dell’autunno.

Le aziende che partecipano:

    Nell’Az. Agr. Cantina del Tufaio a Zagarolo (RM) Degustazione dei vini aziendali con assaggi di pane e olio, salsicce e formaggi, tour in grotta e storia della cantina. Piatto unico in abbinamento ad un vino (a scelta tra salsicce e fagioli e tordo matto e verdura). Tel. 06-9524502 Cell. 339-6380419; www.cantinadeltufaio.it
    L’Az. Agr. Casale Marchese a Frascati (RM) Degustazione dei vini aziendali, stand gastronomici, mercatino artigianale e visita ai vigneti e alla cantina. Tel. 06-9408932; www.casalemarchese.it
    L’Az. Agr. Donnardea ad Ardea (RM) Passeggiate e visite ai vigneti con il produttore, degustazione vini e piccoli assaggi di gastronomia locale. Solo su prenotazione (informazioni e prenotazioni al 335-7573789) l'ormai famosa "Colazione con il Vignaiolo": un fagottino che ripropone l'idea di pranzo che un vendemmiatore. Nel primo pomeriggio assaggio della Ciambella al mosto 2016, dolce tipico dei Castelli Romani. Musica tradizionale Romana e balli folkloristici sui prati! Tel. 06 9115435 – 335 7573789; www.donnardea.it
    L’azienda Casale Cento Corvi Menadi S.r.l. Cerveteri (RM) Degustazione di tutti i vini prodotti, guidati dal sommelier, e assaggio dei mosti e visita guidata ai vigneti. In esclusiva per gli ospiti sarà possibile attraversare l’area della necropoli Etrusca della Banditaccia (sito Unesco) con guide specializzate; per i più piccoli è possibile partecipare alla pigiatura dell’uva. Sarà possibile anche degustare prodotti tipici della nostra zona, grazie alla presenza di stand gastronomici. Tel. 06-9903902; www.casalecentocorvi.it
    L’Az. Agr. Biologica La Luna del Casale Lanuvio (RM) Degustazione vini abbinati a prodotti tipici del territorio, visita ai vigneti e alla cantina. Tel. 06-9370036 Cell. 347-8248506; www.lalunadelcasale.it
    L’Az. Agr. Tenuta Le Quinte a Montecompatri (RM) Degustazione di vini abbinati a prodotti tipici Castellani, visita ai vigneti e alla cantina. Tel. 06-9438756; www.lequinte.it
    L’Az. Agr. Cantina Sant’Andrea a (Sabaudia) Terracina (LT) Degustazione vini prodotti tipici locali, visite guidate alla cantina e al vigneto. Tel. 0773-755028; www.cantinasantandrea.it
    L’Az. Agr. Biologica Roberta Scarpellini a Cisterna di Latina (LT) Visite guidate dell'azienda e dei vigneti, degustazione guidata dei vini aziendali, piccolo buffet di prodotti del territorio e alle ore 17 presentazione di due libri editi dalla casa editrice Atlantide: "Giallo nella palude redenta" di Antonio Scarsella e "Il vino tra psiche e poesia" di Edmondo De Amicis e Giuseppe Giacosa. Ingresso libero. Tel. 06-9601036 Cell. 349-2883659; www.ilcasaledeglioleandri.it
    Nell’az. Agr. Casale del Giglio a Le Ferriere: Visita per circa 1 ora a gruppo dei vigneti e della cantina; degustazione dei vini aziendali abbinati ai prodotti tipici: Pane casereccio, Pecorino Romano, Porchetta di Ariccia, Crostate con confettura di albicocca produzione artigianale dell’Azienda; visita guidata e gratuita al Museo di Satricum dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Nella cantina a Ponza: Percorsi tra i vigneti isolani, e degustazioni enogastronomiche in loco. Tel. 06-92902530;  www.casaledelgiglio.it.
    Az. Agr. Biologica Ganci a Borgo Grappa (LT) Degustazione dei vini aziendali, accompagnati dai prodotti tipici dell'Agro Pontino. Sarà possibile visitare la cantina, la quale offre una visione d’insieme dell’enologia degli ultimi 50 anni, e i vigneti che si affacciano sul Lago di Fogliano (Parco Nazionale del Circeo). Nella mattinata la Vendemmia con i Bambini: raccolta dell’uva sui filari, separare gli acini dal raspo e pigiatura con i piedi, come si faceva una volta. Chi vorrà potrà fermarsi “a Pranzo con il Vignaiolo” (previa prenotazione). Tel. 0773-208219; www.cantinaganci.com
    Nell’Az. Agr. Marco Carpineti a Cori (LT) Programma per la cantina a Velletri-Anzio: dalle ore 10.00 alle ore 18.00 presentazione azienda, visita guidata in cantina, degustazione vini in cantina. Programma per la Tenuta S. Pietro, in Via di Colle Pantaleo (Cori): dalle 13.00 alle 20.00 pic nic in vigna Tel. 06-9679860; www.marcocarpineti.it
    Nella Tenuta Pietra Pinta a Cori (LT) Degustazione gratuita e guidata di tutta la produzione dei vini dell’azienda e l'assaggio dei primi bianchi appena fermentati. Presso l'agriturismo sarà possibile pranzare con un menù basato sui profumi dei nuovi vini. Lo chef dell’agriturismo vi delizierà con un menù particolare. Tel. 06-9678001; www.pietrapinta.com
 




Vendemmia 2016: Italia prima nel mondo

Red. Cronaca
 
E' atteso un calo di circa il 10% della produzione di vino in Francia rispetto allo scorso anno con produzione si dovrebbe quindi attestare a 42,9 milioni di ettolitri, di molto inferiore ai 48,5 milioni di ettolitri stimati per l’Italia dall’Ismea. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base del servizio statistico del ministero agricolo transalpino Agreste, dalla quale si evidenzia che l’Italia conquista quest’anno il primato mondiale nella produzione mentre la Francia potrebbe addirittura perdere addirittura il posto d’onore a vantaggio della Spagna dove le prime stime parlano di valori attorno ai 45 milioni di ettolitri.
 
La débacle produttiva francese – spiega la Coldiretti – è dovuta a gelate primaverili che hanno colpito alcune zone viticole (Champagne, Borgogna e la Valle della Loira), episodi ricorrenti di vento, cui si sono aggiunti il peggioramento della siccità verso il Mediterraneo e la grandine in alcune aree (Charente, Borgogna-Beaujolais, Linguadoca-Rossiglione) che hanno pesano sulla raccolta.
 
In Italia – sottolinea la Coldiretti – si registra un andamento fortemente differenziato tra le diverse regioni con il primato produttivo in Veneto con 9,7 milioni di ettolitri in aumento del 2% rispetto allo scorso anno, ma incrementi del 5% sono previsti anche in Emilia Romagna, dell’8% in Toscana, del 5% in Piemonte e in crescita anche la Puglia mentre un forte calo del 15 % si rileva in Sicilia, tra le regioni con i maggiori raccolti.
 
La vendemmia del 2016 è iniziata in Italia il 12 agosto in Franciacorta con un ritardo di quasi una settimana rispetto allo scorso anno quando pero’ era stata condizionata dal grande caldo e siccità con la raccolta piu’ precoce dell’ultimo decennio. Molto dipenderà dal mese di settembre ma – continua la Coldiretti – le condizioni meteo fanno ben sperare per una annata di buona qualità, dopo un inverno particolarmente mite e un germogliamento anticipato.
 
In Italia se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento – precisa la Coldiretti – ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola con 650mila ettari di vigne e oltre 200mila aziende vitivinicole.
 
L’andamento produttivo è una buona premessa per le esportazioni che nel primo quadrimestre del 2016 sono ulteriormente aumentate del 2 per cento in valore rispetto al record storico fatto segnare lo scorso anno, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con il risultato che oltre la metà del fatturato realizzato dal vino quest’anno sarà ottenuto dalle vendite sul mercato estero.
 
Il vino in Italia attiva un motore economico che genera quasi 10 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
 




VENDEMMIA LAZIO 2014: QUANTITA' E QUALITA' A FORTE RISCHIO

 

Le precipitazioni intermittenti, pressochè quotidiane dei mesi di giugno e luglio hanno in molti casi reso difficili o inefficaci i trattamenti antiparassitari di copertura finalizzati a prevenire l’insorgere delle principali malattie fungine che colpiscono la vite, oidio e peronospora in primo luogo.

 

Redazione

Vendemmia Lazio – Da Tarquinia a Terracina, passando per Castiglione in Teverina, Montefiascone, i Castelli romani e per finire al Piglio nel Frusinate, tra i produttori laziali a seconda degli areali di produzione i giudizi critici si alternano a quelli ottimistici, tutti indistintamente si interrogano sull’andamento climatico del mese appena iniziato.
Annunciata sul finire della primavera come una campagna fortemente anticipata, in linea con quanto avvenuto nelle ultime annate, la vendemmia 2014 si prospetta alquanto problematica. Azzerato nell’arco di 2 mesi il forte anticipo di maturazione registrato in precedenza, l’andamento climatico avverso caratterizzato da frequenti precipitazioni, alto tasso di umidità e temperature largamente al di sotto della media stagionale rischia di compromettere seriamente quantità e qualità della produzione.

Le precipitazioni intermittenti, pressochè quotidiane dei mesi di giugno e luglio hanno in molti casi reso difficili o inefficaci i trattamenti antiparassitari di copertura finalizzati a prevenire l’insorgere delle principali malattie fungine che colpiscono la vite, oidio e peronospora in primo luogo. In diversi casi, nonostante l’assidua copertura assicurata dai viticoltori che mediamente sono intervenuti con il doppio dei trattamenti rispetto agli anni scorsi, le perdite di prodotto sono state notevoli; per non parlare di quanto avvenuto nelle zone colpite duramente dalle violente grandinate. Del resto, la spinta impressa dalla grande disponibilità idrica all’apparato radicale ha favorito uno sviluppo prepotente della vegetazione e una crescita abnorme della superficie fogliare, rendendo difficile la copertura del grappolo durante gli interventi di irrorazione, mentre quest’ultimo, formato da acini rigonfi, ha raggiunto rapidamente l’ingrossamento lasciando liberi ridotti interstizi per la penetrazione del prodotto.

Una vendemmia senza dubbio difficile quella che si prospetta nel Lazio per l’annata in corso, con un aumento tendenziale delle produzioni poi in molti casi falcidiate dagli attacchi parassitari e dalle avversità atmosferiche.

Più articolate, nei giudizi dei produttori, le valutazioni sulla qualità attesa. Al pessimismo marcato di alcuni, si contrappongono spesso posizioni più ottimistiche di altri che evidenziano, in particolare, gli effetti positivi degli sbalzi termici sulle caratteristiche organolettiche delle uve, con una decisa esaltazione delle proprietà aromatiche. Tutti, comunque, indistintamente sono in attesa di vedere quale sarà l’andamento climatico dell’ultimo mese. La vera incognita, che tuttavia risulterà determinante.

Quanto ai prezzi, il giudizio rimane sospeso anche se i massicci flussi di importazione di vini sfusi dalla Spagna, registrati negli ultimi mesi, così come i consistenti stock di invenduto giacenti presso le cantine, frutto della precedente campagna di raccolta, fanno intravvedere notevoli difficoltà di mercato e quindi prezzi tendenzialmente in flessione.

Più nel dettaglio, il nostro viaggio tra i produttori laziali che ha inizio dal sud pontino, tra i vigneti della doc Circeo e del Moscato di Terracina, mette in risalto sfumature particolarmente interessanti per capire le differenze che si presentano nei divesi areali di produzione.




VENDEMMIA 2013: L'ITALIA SUPERA LA FRANCIA E CONQUISTA IL PRIMATO MONDIALE

Redazione
 
Se il braccio di ferro sull'Alitalia è ancora in corso almeno sul vino alla fine con una produzione stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri l’Italia supera la Francia, che si ferma a 44 milioni di ettolitri, e conquista nel 2013 il primato mondiale. E’ la Coldiretti a fare il bilancio della vendemmia che si è praticamente conclusa per la quasi totalità delle uve in tutta Italia, dove si è registrato un aumento del 2 per cento rispetto allo scorso anno con una qualità buona con punte eccezionali per i grandi rossi, dal Barolo al Chianti, dal Brunello di Montalcino all’Aglianico. Un aumento produttivo che – sottolinea la Coldiretti – ha consentito di battere i concorrenti francesi dove il raccolto è aumentato del 7 per cento secondo l’organizzazione mondiale della vigna e del vino (OIV). L’andamento climatico anomalo – precisa la Coldiretti – ha capovolto le previsioni iniziali e consente all’Italia di conquistare nel 2013  la leadership nazionale nella produzione di vino a livello internazionale dove dopo la Francia si classifica al terzo posto la Spagna con una produzione in forte crescita a 40 milioni di ettolitri (+23 per cento), seguita dagli Stati Uniti..
 
La vendemmia si chiude in ritardo di quasi due settimane rispetto allo scorso anno che in realtà – spiega la Coldiretti – significa un ritorno alla normalità per effetto dell’andamento climatico con temperature estive, non eccessivamente bollenti e con escursioni termiche, che hanno favorito una più lenta ma ottimale maturazione delle uve, e una qualità molto elevata. In Italia è stato già raccolto circa il 90 per cento delle uve e la vendemmia si sta concludendo con Aglianico e Cabernet e Nerello. La produzione è stata  destinata per oltre il 40 per cento – precisa la Coldiretti  – ai 331 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 59 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
 
La conclusione della vendemmia si festeggia in Italia con il record storico per il vino all’estero con un valore delle vendite che raggiunge per la prima volta i 5 miliardi di euro per effetto di un aumento del 9 per cento degli acquisti oltre confine, secondo le proiezioni Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno. A realizzare le migliori performance sono stati gli spumanti – sottolinea la Coldiretti – che mettono a segno un aumento in valore del 18 per cento togliendo anche spazi di mercato allo champagne. Per i vini italiani la maggioranza del fatturato all’estero viene realizzata sul mercato statunitense dove l’export in valore aumenta del 10 per cento mentre al secondo posto – continua la Coldiretti – si classifica la Germania che mette a segno un positivo aumento del 9 per cento. Un aumento del 10 per cento si registra anche in Russia e una crescita record (+23 per cento) anche in Australia. Un dato significativo se si considera che lo stato oceanico è oggi il primo Paese esportatore di vino tra quelli extraeuropei e il quarto a livello mondiale dopo Francia, Italia e Spagna.  Positivo anche il dato sui mercati asiatici, con una crescita complessiva del 3 per cento, con un apprezzabile aumento del 6 per cento in Cina che è il Paese con maggiore crescita dei consumi. Negli Stati Uniti – continua la Coldiretti – sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella ed al Collio mentre in Russia sono apprezzati Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti ed in Inghilterra Prosecco, Chianti, Barolo.
 
Sul mercato interno ed estero è pero' in atto la riscossa dei vitigni autoctoni del territorio che hanno conquistano ben tre premi su quattro assegnati dalla principali guide 2014, a conferma di una tendenza che, nel tempo della globalizzazione, vede gli italiani bere locale a “chilometri zero”, secondo una analisi della Coldiretti sulla ricerca condotta da Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) e Università Politecnica delle Marche, che hanno catalogato i vini bianchi vincitori e i premi assegnati dalle sei pubblicazioni più autorevoli (Bibenda, Slow Wine, Gambero Rosso, Vini d’Italia de L’Espresso, Veronelli, Vinibuoni d’Italia 2014). Complessivamente – rileva Coldiretti – i vitigni autoctoni portano a casa il 76 per cento dei riconoscimenti rispetto a quelli internazionali a conferma di un trend che vede una domanda sempre più sostenuta di vini di produzione locale. Il forte legame del vino con il territorio di produzione, le abitudini di consumo, ma forse anche una maggiore attenzione dei cittadini al sostegno dell’economia locale in un momenti di crisi ha come risultato il fatto che – sottolinea la Coldiretti – le bottiglie piu’ richieste e più premiate sono quelle prodotte a livello regionale, da Sud al Centro fino al Nord del Paese. Non a caso in testa alla classifica dei vini bianchi più premiati dai gourmet c’è il marchigiano Verdicchio che si aggiudica 57 massimi riconoscimenti davanti a Fiano (35), Sauvignon (31), Soave (30), Friulano (27).
 




CASTELLI ROMANI, L'ACQUA SALVA IL VINO

Redazione

Se non fosse piovuto così abbondantemente, il risultato non sarebbe stato lo stesso. E’ iniziata la raccolta delle prime uve precoci per la vendemmia 2012 dove si può ben dire che l’acqua ha “salvato” il vino grazie alla generosità delle piogge di questi giorni che hanno rinvigorito i vigneti salvaguardandone la qualità. E se la qualità è rimasta intatta grazie all’”acqua benedetta” come confermano anche i viticoltori, la stessa cosa non si può dire della quantità perché quest’anno si è registrata una flessione di produzione che supera il 20 per cento rispetto al 2011: “L’andamento climatico degli ultimi tre mesi  – dice l’enologo Luigi Tonet, esperto conoscitore dei vigneti dell’area dei Castelli Romani – ha influenzato notevolmente il processo di maturazione delle uve, anticipando il periodo di raccolta a fine agosto. A parità di produzione sulla pianta si osserva una riduzione del peso di circa il 20 per cento mentre la qualità delle uve è straordinaria e ci fa ben sperare in vini ricchi di sentori aromatici, armonici e longevi”. Insomma, “poca ma buona” un esito che incoraggia il debutto della prima vendemmia Docg del vino Frascati dei Castelli Romani. Una denominazione "garantita" che il Consorzio di Tutela del Frascati, guidato da Mauro De Angelis, ha voluto seguire passo dopo passo mettendo in piedi una sorta di "accordo di tutela" con produttori e vinificatori per fare in modo che si attribuisca alla Docg la massima valorizzazione, anche in termini di prezzi. Visti i risultati della genitrice di Dio Bacco, “poca ma buona”, dovrebbe essere senz’altro prevista una migliore remunerazione per i viticoltori. Del resto i Castelli Romani, i cui vigneti si estendono dalle ultime pendici delle zone pedemontane e risalgono i versanti dei colli sino a dove la loro giacitura consente la lavorazione meccanizzata del terreno, sono rinomati per la produzione di ottimo vino, ereditato dalla Capitale. Perché, in effetti, la coltivazione dei vigneti nei Castelli Romani, pur provenendo da un’antica tradizione, ebbe grande sviluppo con l’espansione edilizia di Roma, poiché sparirono, progressivamente, tutte le vigne che in epoca pontificia esistevano anche entro la stessa città, ove erano famosi, per la pregevolezza del prodotto che ne derivava, i cosiddetti terreni casalini con vigneti impiantati sui ruderi delle case. E di recente, anche il Principe Pallavicini ha avviato, a dire il vero già dallo scorso anno, un progetto di valorizzazione della sua produzione del Frascati Docg anche grazie alla collaborazione dell’esperto Carlo Ferrini che, per la prima volta, ha raccolto la sfida di produrre nel Lazio, avendo alle spalle una rodata esperienza “toscana” e internazionale. Maria Camilla Pallavicini ha difatti di recente dichiarato che non a caso l’obiettivo della qualità è stato raggiunto in quanto “l’azienda rappresenta oggi il più grande vigneto privato nella zona del Frascati  – fa sapere la principessa Pallavicini – con 54 ettari dedicati alla coltivazione di uve bianche per la produzione del Frascati Docg, sui complessivi 80 ettari vitati che producono anche ottimi vini rossi di grande valore”. Le storiche cantine dei “vini di Roma”, hanno compreso in pieno la politica della Docg: “Penso che si sia riusciti, quest’anno – dice Luigi Caporicci, presidente della Gotto d’oro, una delle più importanti cantine dei Castelli Romani  – a coniugare il concetto della qualità e la Docg si inserisce in quest’ambito come un’occasione unica per valorizzare il Frascati come merita con l’auspicio che si perseveri verso questo obiettivo”.

tabella PRECEDENTI:

14/08/2012 CASTELLI ROMANI, SI AVVICINA LA PRIMA VENDEMMIA DOCG



REGIONE, APPROVATO NUOVO PIANO DI RICONVERSIONE DEI VIGNETI

Chiara Rai

I viticoltori del Lazio hanno tempo fino al 30 gennaio per presentare la domanda di contributo previsto dal nuovo piano per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti approvato dalla Regione.  Il piano prevede contributi comunitari di 12.350 euro ad ettaro, anziché 9.350 come stabilito negli anni passati. Si tratta di un’ottima possibilità per i viticoltori e produttori di vino, di incentivare la progressiva sostituzione dei vigneti con varietà di uve di qualità maggiore al fine di ottenere prodotti sempre più prestigiosi. Oltre a questo, si aggiunge la possibilità di consentire la meccanizzazione delle principali operazioni colturali. Angela Birindelli, assessore alle Politiche agricole della Regione Lazio ha sottolineato l’importanza di non lasciar cadere i contributi previsti dal piano: “E’ un vantaggio importante per i nostri viticoltori – ha aggiunto Birindelli – per riqualificare i vini del Lazio e proporli sui mercati a prezzi più competitivi e remunerativi”. Ai Castelli Romani i vigneti ricoprono ancora una superficie abbastanza ampia, si parla di circa sei mila ettari in totale e di questi, ben 1.400 ettari appartengono al Frascati Doc. Quest’ultimo, col nuovo disciplinare, può comprendere varietà di vitigni Malvasia di Candia e del Lazio, da soli o congiuntamente, fino al 70 per cento mentre per Greco, Grechetto e Bombino fino al 30 per cento. Nell’area Castellana, diversi vigneti sono stati espiantati e ancora gran parte non sono stati ancora meccanizzati e “rinnovati”. Dal prossimo anno inoltre, la vendemmia seguirà i criteri del Docg – Denominazione d'origine controllata e garantita – che, tra l’altro prevede, la vendita di vino soltanto in bottiglia munita di sigillo di garanzia e controllate partita per partita nella fase dell'imbottigliamento. Dunque, poter riconvertire e “riabilitare” i vigneti del Lazio prediligendo determinate varietà in favore di altre,  è vista come una grande opportunità sia dal presidente del consorzio Frascati Doc Mauro De Angelis che da quello dei Colli Lanuvini Antonio Posti. “ E’ un’opportunità ottima – dice De Angelis – ho auspicato uno sforzo da parte dei produttori a reimpiantare i vigneti del Frascati con logiche che prediligano la qualità piuttosto che la quantità. Di fatti, gli attuali disciplinari obbligano a dei vigneti di qualità, certo, fare questo senza alcuna prospettiva economica è durissima per i viticoltori e produttori, è per questo che mi auguro che a stimolare questo rinnovamento siano anche le cantine dando prospettive ai produttori. La vita media di un vigneto è di circa 50 anni e le cantine, in questo senso, mi auguro abbiano una visione lungimirante perché è un peccato che queste risorse non vengano utilizzate. Si dovrebbe puntare alla valorizzazione della bottiglia e ritrasferire parte della redditualità ai produttori ”. Per Luigi Caporicci,  il presidente della Gotto d’oro, una delle più importanti cantine del Lazio che ha sede ai Castelli Romani, il nuovo piano è un’opportunità da cogliere al volo: “E’ un’occasione importante – dice Caporicci – che permettere la possibilità di poter utilizzare nuove tecnologie di meccanizzazione e nuovi metodi e soprattutto di ridurre i costi di produzione. Sono convinto che questa ulteriore possibilità offerta dalla Regione, giova a migliorare l’immagine del vigneto Lazio”. Anche il presidente del consorzio Colli Lanuvini, Antonio Posti si augura che le adesioni al piano siano numerose: “Ho inviato la comunicazione alle aziende – dice Posti – è finalmente possibile adeguare le varietà che abbiamo e in alcuni casi ad esempio sostituire determinate varietà con altre. Ad esempio si può sostituire la Malvasia di Candia con  la Malvasia Puntinata, adeguando così la produzione di varietà delle uve al mercato odierno”.