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Editoriali

Trevignano, veggente e amici “facoltosi”: spunta fuori un terreno… pronto all’uso?

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Ci si preparava forse ad ospitare migliaia e migliaia di fedeli?

TREVIGNANO (RM) – Sembra esserci un bel business e giro di soldi intorno alle apparizioni che ogni mese colpiscono la sedicente veggente di origini siciliane Maria Giuseppa Scarpulla o Gisella Cardia.

Intanto l’ultimo rendiconto della Onlus che gestisce le attività della veggente e raccoglie le donazioni, presieduta dal marito Gianni Cardia, rende disponibile sul proprio sito (fino a qualche giorno fa) soltanto la rendicontazione del 2020 dove le “donazioni” dichiarate ammontano a quasi 70 mila euro. Nel 2020 sono entrati nelle casse della Onlus oltre 119 mila euro e usciti circa 97 mila.

Non ci sono rendicontazioni degli anni successivi. Non ci sono notizie della segretaria Concetta Alessandra Tallarita, è difficile contattarla. Non si riesce a contattare neppure quella che nel rendiconto viene definita come collaboratrice nel 2021, ovvero la sociologa Giorgia Cotugno che secondo quanto scritto sul rendiconto della Onlus avrebbe aiutato  nello studio di alcuni progetti sociali.

Poi ci sono alcune coincidenze come quella relativa l’acquisto di un terreno di 7 ettari confinante all’area di preghiera in via Campo delle Rose dove avverrebbero le apparizioni mariane

Un terreno acquistato da una società la cui denominazione fa esplicito riferimento alla Beata Vergine e che per ora non rendiamo nota. Una società, che ha presentato gli ultimi due bilanci (2020/2021) in perdita, di proprietà di una sola persona che a sua volta detiene anche la proprietà di quote societarie di una SPA con un capitale sociale di 150 milioni di euro, oltre ad altre partecipazioni societarie. Da alcune testimonianze sembrerebbe che questa persona sia anche specializzata in sculture di opere sacre e mariane e che abbia frequentato, anche se sporadicamente, il luogo di preghiera entrando in contatto con la presunta veggente e il marito di quest’ultima e abbia visto, in una delle apparizioni mariane, “Il sole pulsare”.

Ci si preparava forse ad ospitare migliaia e migliaia di fedeli? Questa persona, molto facoltosa e credente, potrebbe essere stata anche una potenziale donatrice in buona fede di quei soldi provenienti da benefattori privati che hanno gonfiato le casse della Onlus presieduta dal marito della presunta veggente, a meno che non si voglia ipotizzare un business da turismo religioso. Ma queste sono solo ipotesi e sta alla Magistratura trovare evidenze tramite il fascicolo aperto in Procura a Civitavecchia.

Fatto è che il terreno acquistato per circa 140mila euro è vincolato e quindi non ci si può piantare nemmeno un albero, in compenso, però, gode di una vista mozzafiato.

Questa breve digressione per significare che la veggente comunque ha attirato l’attenzione di persone in buona fede e anche facoltose che avrebbero potuto essere potenziali ottimi donatori per la “buona causa” che comprende la moltiplicazione degli gnocchi, lo sfamare decine di persone con un coniglio, miracoli e guarigioni tutti meticolosamente raccontati nei libri in vendita (insieme ai gadget) da parte dell’associazione presieduta da Cardia.

Nel frattempo nei giorni scorsi l’investigatore privato Andrea Cacciotti  ha sporto denuncia ai carabinieri della compagnia di Bracciano riguardo l’attività svolta dalla sedicente Maria Giuseppa Scarpulla. E dal comando di Bracciano sono stati trasmessi gli atti in Procura a Civitavecchia che deciderà il da farsi. Nella denuncia si chiede di voler fare delle verifiche per accertare se vi siano o meno dei reati perpetrati dalla donna, tra cui, quelli di truffa e raggiro. “Qualcosa non va – si è lasciato sfuggire l’ investigatore alle telecamere di Mattino 5, perchè, come stiamo verificando, ci sarebbero anche dei soldi versati su alcuni conti correnti di associazioni…”.

Intanto in paese c’è chi dice che la veggente avrebbe fatto le valigie e lasciato Trevignano ma a dire del marito della veggente è soltanto una maldiceria: nessuno è scappato ma le aggressioni e le malelingue li hanno costretti a cercare privacy altrove. Sembra più un pettegolezzo, di fatto la presunta veggente al momento non è colpita da alcuna restrizione giudiziaria.

La signora da quasi cinque anni, dice di parlare direttamente con la Madonna e ha creato un giro di fedeli seguaci che pendono dalle sue labbra. Secondo quanto raccontato dalla veggente, il volto della Madonna di Trevignano si sarebbe bagnato di lacrime di sangue e alla donna sarebbero comparse anche le stigmate. Inoltre il tre di ogni mese, una folla di centinaia di persone si raduna in preghiera sul luogo dove sorge la statua. Attorno a lei ha creato dunque un vero e proprio fenomeno, con seguaci e fedeli che arrivano in massa su un promontorio che affaccia sul lago di Bracciano, fuori dal centro storico, dove ormai è sorto un punto di ritrovo che causa non pochi disagi ai residenti, molto dei quali ormai si lamentano per l’immagine e risonanza mediatica che sta avendo un borgo così bello alle porte di Roma Nord nonchè per il traffico e circolazione che ogni tre del mese va in tilt.

La pseudo veggente Gisella, 53 anni di origini siciliane che prima di scoprirsi una persona con poteri sovrannaturali era imprenditrice, è risultata essere condannata in primo grado dal tribunale siciliano di Patti a due anni per bancarotta fraudolenta, pena sospesa. La signora si sarebbe riscoperta veggente dopo un trascorso lavorativo che è finito nel mirino degli inquirenti.

Ora ci si chiede: il 3 di maggio sarà nell’area di preghiera. Certo tutto questo clamore da una parte ha messo in presunti guai giudiziari e non la veggente ma dall’altra ha accresciuto l’attenzione mediatica sul fenomeno e sul personaggio. E come sempre ci sarà chi continuerà a seguirli come e più di prima.

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Cronaca

Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Editoriali

19 luglio 1992: un maledetto pomeriggio

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Lo ricordo come allora quel tragico 19 luglio 1992.
Un caldo improponibile, come quello di questi giorni.
Ma era sabato e con gli storici amici del paese l’appuntamento era fisso: “… ci vediamo più tardi al chiosco, verso le 5, e poi decidiamo dove passare pomeriggio e serata …“.
E cosi facemmo!
Arrivammo un po’ alla spicciolata (cellulari, WhatsApp ed altro sarebbero arrivati anni dopo).
Per ultimo, ma non per questo meno importante, uno dei nostri amici, all’epoca cadetto alla scuola sottufficiali dei Carabinieri.
Lo sguardo basso, ferito oserei dire.
Il passo lento, non era il suo solito passo.
Gli occhi lucidi che facevano presagire che qualcosa di grave era successo.
“Hanno ammazzato pure Paolo”, furono le sue uniche indimenticabili parole.
In un momento i nostri sorrisi, la nostra voglia di festeggiare quel sabato si ruppe.
Non erano passati neanche due mesi dell’attentato di Capaci in cui Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta erano stati ammazzati per ordine della Mafia ed ora anche Paolo Borsellino e la sua scorta erano lì dilaniati dall’ennesimo atto vigliacco di Cosa Nostra.
Giovanni e Paolo incarnavano i sogni di quella nostra generazione pronta a scendere in piazza per dire “NO ALLA MAFIA”.
Una generazione che aveva fatto dell’impegno politico e sociale la propria stella polare.
Quei due uomini seppero farci capire quanto l’impegno dovesse essere sempre animato da uno spirito di sacrificio personale.
Ci fecero capire che per cambiare il mondo il primo impegno era mettersi in gioco.
Quel pomeriggio i nostri sogni di ragazzi che volevano un mondo migliore saltarono in aria come quella maledetta bomba in via d’Amelio.
Ma capimmo, anni dopo, che dalla loro morte sarebbe germogliato quel seme che avrebbe fatto crescere la pianta rigogliosa della legalità.
Oggi a più di 30 anni dalla loro morte tengo in mente due loro pensieri:

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

L’ importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza (Giovanni Falcone)
La paura è umana, ma combattetela con il coraggio (Paolo Borsellino)


Ecco paura e coraggio … le loro vite, il loro impegno, il loro sacrificio ci hanno insegnato che possono convivere e farci essere grandi uomini.

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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