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Cronaca

YARA GAMBIRASIO: MASSIMO BOSSETTI CONDANNATO ALL'ERGASTOLO

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Tempo di lettura 2 minuti La decisione dei giudici è arrivata dopo oltre 10 ore di camera di consiglio

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Redazione
 
Bergamo – Massimo Giuseppe Bossetti è stato condannato all’ergastolo, lo hanno deciso i Giudici della Corte D’Assise di Bergamo, presieduta da Antonella Bertoja. Il mutatore di Mapello è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la giovane di Brembate che scomparve in data 26 novembre 2010 e venne rinvenuta cadavere dopo tre mesi. La decisione dei giudici è arrivata dopo oltre 10 ore di camera di consiglio. Lo scorso 13 maggio, il Pm Ruggeri aveva chiesto l’ergastolo e isolamento diurno di sei mesi. Tale richiesta è stata formulata a fine maggio e il Pm ha detto inoltre che non vi è nessun dubbio che l’omicidio sia stato volontario ma ha aggiunto che non è possibile individuare un movente per il delitto. Il Magistrato ha detto che le ipotesi sono le seguenti “O Bossetti l’ha convinta a salire o l’ha tramortita” e ha aggiunto che l’omicidio sarebbe stato compiuto per un’incapacità di controllo. Il pm ha precisato che, malgrado non vi sia la certezza, l’incontro tra Bossetti e Yara non è avvenuto davanti la palestra ma sarebbe avvenuto o in Via Morlotti o in Via Rampinelli, strade che la giovane avrebbe dovuto percorrere necessariamente per far rientro a casa. In merito alle telecamere ha precisato che l’uscita di Yara dalla palestra coincide con il passaggio di Bossetti, in merito alle fibre rinvenute sugli indumenti di Yara ha spiegato che vi è compatibilità. Ha inoltre puntualizzato che oltre alla prova del dna vi è un “corollario significativo” di indizi. Massimo Bossetti ha rilasciato in aula dichiarazioni spontanee ““Sarò anche stupido, un ignorantone, un cretino, ma non sono un assassino; questo sia chiaro a tutti” e ha precisato che si debba portare alla luce la vera verità sull’omicidio di Yara. Ha riferito inoltre che vorrebbe incontrare i genitori della piccola Yara, anche loro vittime poiché “non ha ancora saputo trovare il vero colpevole o i veri colpevoli”. Nel corso delle sue dichiarazioni spontanee sottolinea che “Quel Dna non è mio, vi imploro, ripetete il test” e ha continuato dicendo “Se fossi l'assassino sarei un pazzo a dirvi di rifarlo”. Ha sottolineato “Sarò uno stupido, sarò un cretino, sarò un ignorantone ma non sono un assassino: questo deve essere chiaro a tutti. Quello che mi viene attribuito è vergognoso, molto vergognoso”. Ha concluso dicendo “il verdetto qualunque esso sia perchè pronunciato, ne sono convinto, in assoluta buona fede. Ma ricordatevi che se mi condannerete sara' il piu' grave errore giudiziario di questo secolo. Mi rendo conto che è molto difficile assolvere Bossetti, ma è molto piu' difficile sapere di aver condannato un innocente”. 

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Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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