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Cultura e Spettacoli

POTENZA: COMUNE, PROVINCIA E ROTARY CLUB INSIEME PER IL PROGRAMMA EUROPEO URBAN III

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Tempo di lettura 7 minuti Urbact III lavora sullo sviluppo urbano integrato e sui piani di azione partecipativi con un approccio che tiene conto delle dimensioni fisiche, economiche e sociali dello sviluppo urbano

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di Domenico Leccese

Potenza –  “Il protocollo di intesa Comune Provincia Rotary Club per promuovere la città resiliente” queso il titolo dell'incontro congresso organizzato lo scorso lunedì 8 febbraio, presso il Grande Albergo di Potenza, dal Rotary Club Potenza Torre Guevara. L'iniziativa, come ha illustrato il Dott. Francesco Pesce (Presidente Rotary Potenza Torre Guevara) si colloca nell'ambito di un percorso che, su proposta del club Rotary Potenza Torre Guevara, ha visto Potenza, capoluogo della Basilicata, entrare a far parte di un network di città europee (fra cui Rotterdam, Glasgow, Malmoe, Bristol e Roma) che lavoreranno assieme ed impareranno a condividere esperienze con lo scopo di sviluppare resilienza e sostenibilità nell’ambito del programma europeo Urbact III.

Urbact III lavora sullo sviluppo urbano integrato e sui piani di azione partecipativi con un approccio che tiene conto delle dimensioni fisiche, economiche e sociali dello sviluppo urbano, in una prospettiva sostenibile, con l’obiettivo di incrementare la resilienza delle città, ossia la capacità di reagire e ricrescere ancora più forti una volta affrontate fasi di stress o anche shock improvvisi.

Per la città di Potenza la partecipazione al network costituisce un’importante occasione per ricostruire un senso civico di appartenenza, mediante l’implementazione di un gruppo di azione locale che lavorerà allo sviluppo delle tematiche di progetto in un processo che tende anche a consentire ai “portatori di interesse” (stakeholder) di prendere parte al processo decisionale definendo politiche ed azioni inclusive e sostenibili.

Il club Potenza Torre Guevara, costituisce con i Partner Istituzionali (Comune di Potenza e la Provincia di Potenza), il soggetto attuatore dell’intervento, con la specifica funzione di animare la comunità locale nei processi partecipativi che concorreranno alla costruzione del Piano di azione locale che sarà redatto a conclusione dell’iniziativa. Torre Guevara continua, così, un’azione concreta di sollecitazione ed affiancamento delle istituzioni locali per concorrere ad un nuovo sviluppo integrato e sostenibile della città.

Dopo l’introduzione di Francesco Pesce (Presidente Rotary Potenza Torre Guevara) hanno relazionato:
Nicola Rocco Valluzzi (Presidente della Provincia di Potenza)
“La provincia di Potenza e la rete delle citta’ resilienti”
NiKi Frantzeskaki (Lead expert network RESEU-Urbact III)
“La rete -resilient europe- nel programma Urbact III”
Anna Rossi (project manager)
“Il contributo della città alla rete Reseu”
Alessandro Attolico (dirigente Provincia di Potenza)
“L’esperienza della Provincia”
Mariangela Faggella (Assessore Comune di Potenza – Programmazione – Agenda Urbana – Politiche Comunitarie – Coesione Territoriale)
“Le prospettive di sviluppo della città ”
Fedele Zaccara (referente del Rotary Potenza Torre Guevara)
“Il ruolo del Rotary”

Urbact III – è relativo a reti tematiche per la pianificazione di azioni del programma  (2014-2020). Le reti tematiche per la pianificazione di azioni sono reti che riuniscono città che presentano problemi simili a livello urbano perché possano  aiutarsi nell'elaborazione di strategie di sviluppo urbano o piani d’azione integrati. Esse dovrebbero sostenere un processo organizzato di scambio e apprendimento fra pari al fine di migliorare le politiche locali attraverso un idoneo processo di pianificazione

I temi sui quali è possibile costruire le reti sono tutti i 10 obiettivi tematici della politica di coesione ovvero:
1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione
2. Migliorare l'accesso e l’utilizzo di TIC (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione) di qualità
3. Promuovere la competitività delle PMI
4. Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori
5. Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi
6. Proteggere l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse
7. Promuovere trasporti sostenibili ed eliminare le strozzature nelle reti infrastrutturali chiave
8. Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori
9. Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà
10. Investire nell’istruzione, nelle competenze e nell’apprendimento permanente attraverso lo sviluppo di infrastrutture di istruzione e formazione*.

Le reti sono costituite principalmente da città
(intendendosi per città un’autorità pubblica che rappresenti città/municipi, livelli amministrativi infra-municipali quali distretti cittadini o quartieri, autorità metropolitane e agglomerazioni organizzate) ma anche non-city partners, categoria che comprende agenzia locali, autorità provinciali, regionali e nazionali, università, centri di ricerca; i non city-partner per essere eleggibili devono essere autorità pubbliche o organismi pubblici equivalenti (public equivalent body). Il proponente deve essere una città di uno dei 28 Stati membri, oppure dei Paesi partner (Norvegia e Svizzera). La procedura di selezione delle reti da finanziare prevede due fasi: per la prima fase la partnership deve comprendere 4/6 città di almeno 3 Stati membri/Paesi partner; la partnership dovrebbe inoltre comprendere almeno 2 città delle Regioni meno sviluppate. Se la rete proposta supera la prima fase, nella seconda fase la partnership si dovrà allargare fino a comprendere 8/12 partner (dei quali almeno 4 dei partner devono trovarsi nelle Regioni meno sviluppate) di almeno 3 Stati membri/Paesi partner; la rete potrà inoltre comprendere fino a un massimo di 3 non-city partners.

Il bando sosterrà la creazione di 20 reti, ciascuna con costi totali eleggibili compresi fra 600.000 e 750.000 euro; il cofinanziamento del FESR varia a seconda della localizzazione dei partner: per quelli delle regioni più sviluppate il tasso di cofinanziamento è del 70%, per quelli delle regioni meno sviluppate e in transizione è dell’85%. I partner di Norvegia e Svizzera son cofinanziati al 50% dai rispettivi fondi nazionali.

Il progetto "Smart Mature Resilience" promosso da diversi centri di ricerca europei –Università di Adger (Norvegia), Università di Strathclyde (Regno Unito), Università di Linkopings (Svezia), Iclei (Germania), Deutsches Institut für Normung (Germania) -in partenariato con sette città del continente- Kristiansand (Norvegia), Donostia-San Sebastiàn (Spagna), Glasgow (Regno Unito), Vejle (Danimarca), Bristol (Regno Unito), Roma Capitale, Riga (Lettonia)– è stato selezionato fra quelli vincitori nell’ambito di una Call del programma Horizon 2020.
Per Roma, che fa parte del network insieme ad altre città membri di 100 Resilient Cities, si tratta di un’ulteriore opportunità di rafforzamento del lavoro promosso da Roma Resiliente.

Horizon 2020 è il Programma Quadro dell’UE per la Ricerca e l’Innovazione, il più grande mai realizzato finora. Sono infatti stati messi a disposizione circa 80 miliardi di euro di finanziamenti per il settennio dal 2014 al 2020, ai quali si sommeranno ulteriori investimenti nazionali.
L’investimento in Ricerca e Innovazione è al centro della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: il programma mira allo sviluppo di innovazioni che siano immediatamente trasferibili negli ambiti della vita economica e sociale –e quindi urbana– dell'Unione.

Questa spinta all'innovazione riguarda anche una delle sfide più rilevanti indicate dalle istituzioni europee, quella della resilienza.  Horizon 2020 su questi temi ha previsto nuove linee di finanziamento. Il progetto Smart Mature Resilience –SMR, questo l’acronimo– s’inquadra all'interno della priorità d'investimento Horizon 2020, DRS-7-2014: “Disaster-resilience”, salvaguardia e sicurezza, lotta al cambio climatico e azioni operative per la resilienza. SMR punta a sviluppare strumenti utili ai governi locali per accrescere la resilienza delle città rispetto alle sfide ambientali e sociali del ventunesimo secolo. L’attenzione, in particolare, è riservata all’elaborazione di indicatori che sostengano le città nella valutazione di quanto siano oggi  effettivamente resilienti a queste sfide.

Per Potenza resiliente –che sta entrando in queste settimane  nella fase di elaborazione delle azioni da inserire nella strategia– si tratta di una grande opportunità per rafforzare le azioni che si proporranno attraverso la costruzione di indicatori che possano valutarne l’efficacia e la pertinenza.
In questo quadro, nella prossima primavera, Potenza parteciperà ad un workshop internazionale a Roma, dedicato a una delle sfide più rilevanti per il bacino mediterraneo e l'Europa, quella dell'accoglienza dei flussi migratori legati alle crisi geopolitiche e ambientali.
Alla fine del seminario, si è tenuto un incontro aperto al pubblico dal titolo
hanno discusso delle opportunità di resilienza per la città, un partecipato dibattito, con numerosi e qualificati interventi, compreso quello del sottoscritto, in qualità di Presidente dell’Associazione Borgo Antico Portasalza di Potenza, e le conclusioni del Presidente Francesco Pesce.

Potenza ha iniziato il suo percorso verso lo sviluppo di una strategia resilienza lo scorso mese di gennaio. Il processo è strutturato in due fasi. Nella prima fase Potenza Resiliente ha osservato e analizzato la città nel suo complesso, rilevandone i punti di forza e di debolezza sistemici, individuando gli shock e gli stress dei quali è oggetto e le tendenze di lungo periodo con le quali dovrà necessariamente confrontarsi se vuole diventare più resiliente.
Attività fondamentale della prima fase del processo è stata l’ingaggio e il coinvolgimento di stakeholder che nella loro qualità di portatori di particolari interessi, sapere ed esperienze potessero fornire pareri informati sulla città. Potenza Resiliente ha coinvolto dunque questi stakeholder in diverse attività volte ad identificare in modo adeguato e partecipato le aree prioritarie di resilienza che saranno approfondite nella seconda fase del progetto.

Ecco alcune delle attività partecipative proposte, nel corso del dibattito di lunedì, ed in fase di programmazione per Potenza Resiliente:
– Seminari Partecipativi di Consultazione sulle priorità di resilienza di Potenza, che dovranno avere come obiettivo quello di raccogliere le opinioni di una vasta platea di portatori di interesse rispetto alla città, ai rischi e alle opportunità che per essa si presentano, e rispetto alle azioni che già oggi la rendono resiliente. I workshop hanno il compito di coinvolgere diversi stakeholder, da rappresentanti dell’amministrazione, a quelli del settore privato, a chi si occupa di integrazione e qualità della vita, al mondo associativo e della cittadinanza attiva, ad università ed enti di ricerca. Per permettere a Potenza Resiliente di ampliare e approfondire il suo sguardo sulla città, individuando legami e connessioni tra diversi fenomeni e problemi in una maniera fino ad oggi inedita. 

– Focus Group sulle infrastrutture e gli asset critici della città di Potenza e della sua Area Metropolitana. Le infrastrutture e gli asset critici rappresentano la colonna vertebrale delle città e sono, in quanto tali, vitali per il suo funzionamento. Capire a quali rischi tali infrastrutture sono esposte nel presente e nel futuro e prepararsi per affrontarli correttamente è un passo necessario per comprendere quali azioni di resilienza porre in essere in sede di sviluppo della strategia.
I Focus Group di Potenza Resiliente avranno come oggetto sia asset materiali e funzionali, come quelli relativi alla mobilità, alle telecomunicazioni e al ciclo delle acque, sia asset fondanti per l’identità e l’economia della città, come ad esempio il patrimonio artistico, culturale e naturale, sia asset immateriali come la sicurezza.
La partecipare ai focus group è riservata, principalmente, a gestori di diversi beni e di servizi, enti di ricerca e rappresentanti dell’amministrazione cittadina, metropolitana e regionale.

– Un Seminario Partecipativo sul Ciclo Urbano delle Acque finalizzato a condividere un'agenda di problemi, opportunità e azioni sul tema del rapporto fra Potenza e le sue acque – dalla gestione dei rischi al loro ruolo nell’ecosistema urbano fino alle opportunità di ricreazione e benessere urbano che queste rappresentano –  con il coinvolgimento di stakeholder. Al seminario potranno e/o dovranno partecipato anche le amministrazioni comunali delle città di Rotterdam (Olanda), Copenhagen (Danimarca) e New Orleans (Stati Uniti).

– Una consultazione pubblica attraverso la quale i cittadini potranno avere l’opportunità di esprimersi sui punti di forza e i punti di debolezza della città e sulle azioni che secondo loro rendono già oggi più resiliente la città.
Anche mediante un questionario diffuso in rete.

– Ulteriori eventi pubblici con la partecipazione di esperti nazionali ed internazionali su temi rilevanza per lo sviluppo della strategia quali le politiche del cibo, gli impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente urbano, la governance della resilienza e della sostenibilità, le strategie di gestione integrata delle infrastrutture critiche.

– Inoltre, è necessario organizzare il Seminario Conclusivo della prima fase del progetto Potenza Resiliente, durante il quale i risultati preliminari raccolti attraverso la campagna di ingaggio e coinvolgimento degli stakeholder saranno presentati, a tutti i soggetti attuatori ed alla cittadinanza attiva.

I risultati di tutte queste attività confluiranno nel documento conclusivo di questa prima fase del progetto Potenza Resiliente, ovvero la “Valutazione Preliminare di Resilienza” che individuerà le priorità su cui si concentrerà lo sviluppo della strategia di resilienza a partire dal mese di Aprile Maggio.
 

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Roma, conto alla rovescia per la 4 edizione dell’Hip Hop Cinefest: un fine settimana all’insegna di cinema, musica e cultura

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Venerdì 10 e sabato 11 maggio alla Casa della Cultura di Torpignattara (Via Casilina, 665 – Roma) – Ingresso Libero
 
L’unico evento italiano e uno dei cinque al mondo dedicato alle storie scritte, prodotte e dirette da amanti della cultura Hip Hop, passando per tutti i generi cinematografici compresi quelli sperimentali.
 
La forte vocazione internazionale dell’Hip Hop Cine Fest conferma l’evento come punto di incontro di culture e idee che arrivano da tutto il mondo. Come nelle passate edizioni, oltre alla proiezione delle opere cinematografiche selezionate, l’evento diventa un forum di discussione sui temi complessi della narrazione culturale attuale. La kermesse, nelle varie attività e azioni di cui si compone, è un laboratorio di creazione, condivisione, ispirazione e sperimentazione che si muove oltre le barriere geografiche, favorendo scambi artistici su scala globale. L’Hip Hop Cine Fest esplora le intersezioni tra cinema, musica e le sfide culturali del nostro tempo, celebrando la ricchezza della cultura Hip-Hop e il suo impatto trasformativo nella società.
 
Durante la due giorni, si terranno dibattiti e workshop, con una particolare attenzione ai processi educativi non formali dell’Hip-Hop come strumento pedagogico innovativo. Le categorie in gara includono documentari, fiction, video musicali, e opere sperimentali, sia lunghe che corte. Per l’edizione 2024 sono stati selezionati 112 progetti provenienti da 26 paesi: 22 documentari lunghi, 19 documentari corti, 6 cortometraggi di finzione, 20 progetti sperimentali, 6 progetti web/seriali e 39 videoclip musicali.
 
Tra le opere in concorso i documentari: “Street Heroines” di Alexandra Henry dagli Stati Uniti, la celebrazione del lavoro di tre artiste latine attive nella scena dei graffiti tra NY, Città del Messico e San Paolo, e “Olossa” diretto da F.Randrianambinana, J.O.Tsibeny E M.A.Ramangason, un viaggio nella drill del Madagascar. Tra i progetti di finzione “The last Carreo” dal Perù di P.Malek, 24 ore nella vita di Lucho freestyler di Lima, un action tra contraddizioni e dura realtà. Tra i progetti sperimentali “The graffiti mistery” dalla Francia di C.Diaz, un progetto che esplora il lettering attraverso la settima arte; per i best of the web “Fazilona” di Z.Bandido, M.A.Verdiell, E.d.G.Koperuna, web serie dedicata alla scena delle fanzine di Barcellona. Tra i videoclip musicali “Survaival” del regista cubano A.V.D’Mente.
 
Per tutte la durata della manifestazione, sarà allestita una mostra d’arte curata dalla galleria Croma e una selezione espositiva dell’Italian Hip Hop Museum.
Tutti progetti selezionati saranno trasmessi in streaming gratuito sulla piattaforma filmocracy.com dal 29 aprile al 19 maggio.
 
 
Il programma
 
venerdì 10
ore 13.00 – 21.30
Proiezioni non stop delle opere in concorso
dalle ore 15
graffiti live painting a cura dell’artista peruviano suc
ore 15.00
workshop di Djing con DJ Mixturesse dall’Olanda
ore 16.30 – 17.30
Talk “Hip Hop e Narcostati”, tra gli ospiti il regista Federico Peixoto.
All’interno dei difficili contesti del Latinoamerica dove i narcotrafficanti dettano legge, l’Hip-Hop è capace di veicolare un messaggio di resistenza e fratellanza, il tutto raccontato direttamente da un artista della Costa Rica.
Ore 18.00 – 19.30
Panel “Hip Hop e resistenza: Tunisia, Palestina e Siria”, tra gli ospiti l’artista tunisino Elyes Fatnassi. Testimoni diretti provenienti da tre paesi attualmente infiammati da guerre, oppressioni e instabilità: Palestina, Siria e Tunisia si incontrano sulla scia di un insolito filo conduttore: L’Hip Hop e la sua capacità di diventare strumento di resistenza per cultura anche nei contesti più difficili, restituendo speranza
 
 
Sabato 11
Ore 10.00 – 22.00
Proiezioni non stop delle opere in concorso.
Ore 11.00 – 12.30
Panel “Breaking: dall’arte-educazione alle olimpiadi”, tra gli ospiti il tecnico federale e giudice Edoardo Bernardini.
Partendo dal potere arte-educativo del Breaking, nato tra i vicoli delle periferie, fino alla consacrazione olimpica della disciplina, che futuro si prevede per la “original street dance”? La sua formalizzazione in disciplina olimpionica sarà preponderante, o rimarrà più forte il richiamo della strada?
Dalle ore 13
Graffiti live Painting a cura dell’artista palestinese Hamza Abu Ayyash.
Ore 13.30 – 14.30
Workshop “Hip Hop Filmaking” con il regista olandese Stephan Velema.
Ore 15.00 – 16.30
Panel “Hip Hop – Femminismo – Empowerment”, tra gli ospiti Martha Diaz dell’Hip Hop Education Center di New York.
In questa sezione si cercherà di affrontare le delicate questioni che riguardano il ruolo troppo spesso marginalizzato della donna a livello globale, tanto nella società come anche nella cultura Hip-Hop. È in questo contesto che nascono movimenti come il femminismo hip-hop e l’afro-femminismo, che promuovono l’empowerment femminile e un cambio di paradigma radicale.
18.00-19.30
Tavola rotonda “Storia del cinema hip hop vol. 4”, tra gli ospiti il professore e ricercatore Giuseppe Gatti.
Quarto appuntamento con la riflessione sulla natura e lo stato del cinema Hip-Hop, quest’anno si andranno ad analizzare le prospettive future di questo genere ibrido e le sue possibilità evolutive, sia dal punto di vista produttivo, che soprattutto distributivo.
Ore 21
Cerimonia di premiazione dei vincitori del festival.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Cultura e Spettacoli

Prato, il museo di Palazzo Pretorio celebra i suoi 10 anni

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Inaugurata una nuova sala con dipinti del ‘400 e del ‘500  provenienti dai depositi
 
 
Sono trascorsi dieci anni dall’inaugurazione del Museo del Palazzo Pretorio di Prato che aprì il 12 aprile 2014, dopo un complesso restauro del Palazzo, iniziato nel 1998, sede dal 1912 del Museo Civico. E molti sono stati i progetti realizzati, guidati da un unico obiettivo: essere interprete della contemporaneità di ogni tempo e diventare sempre più inclusivo.
 
“Festeggiamo i 10 anni dall’apertura del Museo di Palazzo Pretorio con la presentazione di una nuova sala, a dimostrazione che il Pretorio non è mai rimasto fermo: mostre, nuove sale, linguaggi inclusivi, un polo culturale con una particolare attenzione all’autismo, sono la testimonianza di come l’arte sia capace di coinvolgere tutti con la sua bellezza e la sua capacità di comunicare.
 
Da oggi al primo piano si potranno ammirare opere del ‘400 e ‘500 provenienti dai depositi, grazie alla volontà di investire per valorizzare il patrimonio esistente”, dichiara Matteo Biffoni  sindaco di Prato. Un anniversario significativo, quello del decennale, che il Museo condivide con la comunità rendendo godibili diciassette opere che fino ad ora sono state custodite nei depositi e adesso hanno trovato collocazione nella nuova sala “Dai depositi al museo: dipinti del Quattrocento e del Cinquecento”, posta al primo piano nell’area recentemente restaurata dell’antico Monte dei Pegni. Il percorso espositivo così si amplia con un nucleo di maestri del Quattrocento che documentano il clima culturale che si riflette nelle tante botteghe attive a Firenze e nelle periferie; e con la preziosa raccolta di Sacre Famiglie e di Madonne con Bambino del secolo XVI composta da dieci dipinti.
 
La nuova sala rientra in un progetto di ampliamento dell’offerta museale che vedrà a breve altri due spazi dedicati, rispettivamente, “Prato prima di Prato” con reperti archeologici provenienti dal territorio e dalla vicina area di Gonfienti, sede di un insediamento etrusco del VI secolo avanti Cristo, arricchito anche da contenuti multimediali, e al Museo del Risorgimento, con una raccolta di cimeli dell’antico Museo del Risorgimento che dai primi del Novecento fu allestito nel Pretorio e ancora conservati nei depositi. “In questi dieci anni, il Museo civico di Palazzo Pretorio è diventato un punto di riferimento nel panorama non solo toscano. Un lavoro costante – in prima fila la Direttrice Rita Iacopino, tutto lo staff ed il Comitato scientifico – ha consentito di intrecciare relazioni e consolidare ed arricchire un patrimonio inestimabile. La scelta dell’amministrazione di ampliare il percorso della Collezione recupera l’idea del progetto di Gae Aulenti e Bianca Ballestrero e restituisce con ancora maggiore aderenza la storia non solo artistica del nostro territorio”, aggiunge Simone Mangani, Assessore alla cultura del Comune di Prato, presentando il nuovo allestimento anche a rappresentanti della stampa estera. Questi allestimenti si aggiungono al recente percorso parallelo multisensoriale arricchito di contenuti interattivi, opere da toccare e da ascoltare, guide nella lingua dei segni, nuovi dispositivi multimediali.
 
Il Museo celebra il decennale proponendo anche un originale programma di eventi, spettacoli, danza, laboratori, musica, incontri a tema e attività, rivolte a pubblici diversi. Tra gli altri ha organizzato, in collaborazione con la Fondazione Opera Santa Rita, la mostra “PretorioAPERTO – 10 anni 1000 sguardi”, i cui I protagonisti sono i ragazzi con sindrome dello spettro autistico del Centro “Silvio Politano”, che attraverso il loro punto di vista regalano ai visitatori una chiave di lettura alternativa delle opere del Museo di Palazzo Pretorio; le loro produzioni artistiche, inedite e originali, sono realizzate in collaborazione con i loro educatori, gli operatori museali e il contributo degli studenti del Liceo Artistico “Umberto Brunelleschi”di Montemurlo. Uno spazio di confronto, conoscenza e dialogo con le diversità. La mostra è ad accesso gratuito, dal 20 al 29 di aprile.
Con Prato Card è disponibile un unico biglietto che permette di visitare i quattro musei principali di Prato: Museo di Palazzo Pretorio, Museo del Tessuto, Museo dell’Opera del Duomo di Prato e Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Una tessera rivolta a tutti, turisti e residenti, con offerte per giovani e famiglie.
 
Tuttavia Prato merita anche una rapida conoscenza del suo centro storico, con una passeggiata definibile “Prato Classica – La città dei mercanti, di ieri e di oggi”: Itinerario a piedi nel centro cittadino. Si parte da Francesco di Marco Datini, il mercante che nel ‘400 fondò la prima conglomerata europea e che con il suo lascito contribuì a fondare l’Ospedale Degli Innocenti di Firenze, per arrivare alla monumentale Forma Squadrata con taglio di Henry Moore, installata a Prato nel 1974, 50 anni fa, la cui presenza rappresenta il segno tangibile del rinnovato mecenatismo degli imprenditori tessili pratesi del secondo Novecento e l’inizio del rilancio culturale e artistico della città laniera. Imperdibile una vista all’antica chiesa diSan Francesco, con il chiostro di Santa
Maria delle Carceri e il Castello dell’Imperatore.
Privo di virus.www.avast.com

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Castelli Romani

“Firmitas, utilitas, venustas”: a Frascati il convegno per la rinascita di un’architettura umana

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Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile

“Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza.
Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza parsimonia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all’uso; bellezza, infine quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto calcolo delle simmetrie”

Vitruvio nel “De Architectura” sviluppa un concetto costruttivo che può essere racchiuso in tre semplici parole “Firmitas, utilitas, venustas” – solidità, funzione, bellezza – e partendo proprio da queste tre espressioni l’accademia Vivarium Novum di Frascati, nell’incantevole cornice di Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile, terrà un Convegno dal titolo “Firmitas, utilitas, venustas: per la rinascita di un’architettura umana”.

Iniziativa estremamente lodevole patrocinata da School of Architecture della Notre Dame University, dal movimento internazionale New traditional architecture, dall’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, dal FAI – Fondo per l’ambiente italiano – Delegazione di Roma, dall‘Ordine degli architetti PPC di Roma e provincia, dall’Ordine degl’ingegneri di Roma, da Pulchria, dallo Studio ACAM, dal Festival dell’innovazione di Frascati.

Un “nuovo approccio della concezione architettonica” si legge nelle parole del Comunicato stampa diffuso in occasione di questo convegno che evidenzia, inoltre, la necessità di individuare “criteri e approcci architettonici e urbanistici rispondenti alle reali necessità materiali e spirituali dell’uomo, che da un lato aspira a proporzione ed equilibrio, dall’altra richiede socialità piena e vitale desiderosa di spazi da condividere con altri” – prosegue il comunicato stampa.

L’architettura deve tornare ad esprimere armonia con i luoghi ed, assieme alla solidità, offrire spazi capaci di rispondere ai bisogni sociali delle persone.

Lo scopo di Accademia Vivarum Novum punta ad una profonda “riflessione che possa approdare ad un rinnovamento delle pratiche culturali, artistiche e architettoniche, affinché esse pongano la naturale disposizione umana verso l’armonia e la bellezza al centro del loro operato, perseguendo inoltre un’idea di continuità, piuttosto che di rottura, coi paesaggi naturali e culturali costruiti attraverso i secoli”.

Un rinascimento architettonico che porti di nuovo l’Uomo al centro di ogni arte.

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