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“Al 113 con tanto amore”: la nascita del 113 e degli altri numeri attivati negli anni

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Tempo di lettura 4 minuti Cenni storici a partire dagli esordi del modello di riferimento mondiale per la gestione del soccorso pubblico

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di Chiara Rai

 

Questo primo lancio è dedicato ai cenni storici riferiti al 113: dalla nascita ai giorni nostri. Poche pennellate per conoscere bene una ricchezza che si è persa.

 “113 soccorso pubblico pronto” così rispondevano quando si chiamava il caro vecchio 113. Dal 1968 questo numero al quale dedichiamo meritatamente uno speciale è al servizio della comunità. Perché? Molto semplice: è stato un modello mondiale per la gestione delle chiamate di emergenza. Prima che si prendesse l'infausta decisione di mandarlo in pensione l'’italia rappresentava un modello da imitare sotto il profilo della gestione del soccorso pubblico mentre oggi è un Paese sanzionato per le inadempienze sul corretto funzionamento del numero unico di emergenza europeo 112.

Si è arrivati a questo perché la normativa europea ci ha imposto il numero unico di emergenza europeo 112. Dopo 49 anni dalla sua istituzione il Governo e Parlamento hanno perciò mandato in pensione lo storico 113 e con lui hanno mandato in pensione anche il 112 nazionale gestito dai carabinieri, 115 per le richieste di pronto intervento dei Vigili del Fuoco e il 118 utilizzato per la chiamata delle autoambulanze. Restano attivi tutti gli altri numeri unici italiani proliferati nel corso degli anni.

Abbiamo dunque sentito il dovere morale, oltre all'immenso piacere, di rendere omaggio al 113, un “personaggio” istituzionale molto famoso non solo per aver servito per circa 50 anni tutti i cittadini che lo hanno chiamato per esigenze di soccorso pubblico o di pronto intervento, ma anche e soprattutto per essere stato uno dei primi numeri telefonici unici al mondo.

Fu negli anni ‘60 che si iniziò ad avvertire l’esigenza di poter disporre di uno strumento immediato di soccorso, un numero unico da chiamare in caso pericolo. Fino ad allora esistevano esclusivamente numeri dei centralini di Carabinieri, Questure, Commissariati e i numeri locali delle Sezioni di Polizia Stradale e di autoambulanze che la gente era abituata a conservare sull’agenda di casa. Nel 1964 ci fu in primo tentativo di unificazione del numero unico che individuava il 177 per le chiamate dirette alle questure e il 178 per quelle indirizzate alla Polizia Stradale. La differenza dei distretti telefonici non consentiva scelta tecnica migliore. Alla fine di ottobre 1967 la SIP riuscì a mettere a disposizione il 113 come numero un unico valido su tutto il territorio nazionale.

Il 15 febbraio 1968 Il Capo della Polizia Angelo Vicari firmò la circolare istitutiva del “113” numero unico nazionale per le emergenze, fissandone l’esordio per il 1° marzo successivo. Con il passare degli anni i Comandi e gli Enti di pronto intervento come Carabinieri, i Vigili del Fuoco e la Croce Rossa Italiana, che avevano concordato sul progetto di unificazione del numero unico avendo il medesimo problema di frammentazione numerica già visto per la Polizia, avvertirono il bisogno di avere un proprio numero di pronto intervento.

E così nacquero gli altri numeri di soccorso pubblico: 

Nel 1981 il comando Generale dell’Arma dei Carabinieri scelse il numero 112, come numero unico per le chiamate al servizio d’emergenza dell’Arma dei Carabinieri.

Nel 1987 fu attivato il 115, come numero nazionale per le chiamate ai Vigili del Fuoco

Nel 1992 fu istituito il 118, per l'attivazione dei servizi di soccorso sanitario

Nel1996 la Guardia di Finanza istituì il 117 per le richieste di intervento e soccorso inerenti ai compiti del Corpo.

 

A seguire vennero istituiti anche il 1515 per Emergenza ambientale gestito dal Corpo Forestale dello Stato, il 1530 Numero Blu – Emergenza in mare gestito dal Corpo delle capitanerie di porto -Guarda Costiera per le emergenze e gli incidenti in mare e il 1544 gestito dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria per le problematiche legate alla situazione carceraria.


Ma non finì qui: oltre ai numeri telefonici di emergenza, vennero istituiti anche numeri telefonici per richiedere interventi urgenti. Ed ecco comparire:
114 – Emergenza infanzia, gestita dal Telefono Azzurro per segnalare situazioni di emergenza in cui la salute psicofisica di bambini o adolescenti sia in pericolo o a rischio di trauma.
1525 – Servizio emergenza ambientale, assegnato nel 2007 al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per creare un servizio telefonico a cui rivolgersi in caso di particolari emergenze ambientali.
1522 – AntiViolenza Donna, gestito dal Dipartimento per le pari opportunità, per prestare aiuto e supporto alle donne vittime di violenza.
1518 – Viaggiare informati, gestito dal CCISS, per avere informazioni riguardo alla viabilità e alla situazione del traffico, oltre che di ricevere eventuali segnalazioni di problemi alla viabilità.

 

L’Italia, nel 1968, è stato il primo Paese al mondo ad attivare il numero unico a livello nazionale per le chiamate di emergenza nella storia. L’Unica Nazione che ci ha preceduti è stata l’Inghilterra ma non a livello nazionale. Il 30 giugno del 1937, fu inaugurato a Londra il primo servizio telefonico 999 dedicato esclusivamente alle emergenze. Si poteva denunciare un crimine o chiedere l’aiuto di un’ambulanza o dei pompieri. Gli Stati Uniti istituirono il 911 nel 1968 nello stesso anno in cui l’Italia rese operativo a livello nazionale il 113. Nel resto del mondo, i numeri unici per le emergenze arrivarono con un certo ritardo. Molte delegazione estere venivano a Roma in visita alla sala Operativa per conoscere il funzionamento del nostro servizio 113. Il prefetto Francesco Tagliente, allora dirigente della sala operativa, nel 1974 ha illustrò il nostro Servizio a ben 72 delegazioni estere.
Nel corso degli anni, mentre tutti gli altri Paesi si ispiravano al modello italiano, nel 1976 dopo 8 anni dalla operatività a livello nazionale del 113, anche l’Europa raccomanda l'uso del numero unico decidendo di istituirlo per tutta l’Unione Europea poi nel 1991. Mentre il mondo si ispirava al modello italiano, i Governi protempore consentivano la proliferazione dei numeri per le richieste di pronto intervento 112, 114, 115, 117, 118, 1515, 1518, 1522, 1530, ,1525, 1544 arrivando a farsi sanzionare dai giudici dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea per le inadempienze sul corretto funzionamento del numero unico di emergenza europeo 112.
Sperimentato a Varese, il 112 NUE è già operativo in Lombardia, nel Lazio (Roma città), in Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed è in fase di realizzazione nel corso dell’anno nella Sicilia Orientale (Catania)e province diverse da Roma-06 nel Lazio. Entro il prossimo anno sarà attivato in Emilia Romagna, Marche e Umbria e Toscana

 

In alcune città Italiane (Brindisi, Biella, Modena, Rimini, Salerno, Prato, etc.) è temporaneamente attivo un sistema che suddivide le chiamate a 112 e 113 al 50% tra Polizia di Stato e Carabinieri, lasciando inalterate le chiamate dirette a 115 e 118. Questo modello è in fase di superamento per concentrare tutte le chiamate verso il solo 112. Nel prossimo numero iniziamo con le testimonianze. 

Castelli Romani

Frascati: eletti i presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali e Bilancio

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Eletti ieri i presidenti della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate del Comune di Frascati, rispettivamente Maria, detta Emanuela, Bruni e Roberto Mastrosanti.

Una nuova elezione che segue le dimissioni, sembrerebbe senza alcuna motivazione, di Anna delle Chiaie e Marco Lonzi.

La Commissione Affari Istituzionali, da Statuto del Consiglio Comunale, spetta di diritto alle opposizioni che siedono a Palazzo Marconi che oggi erano rappresentate dalla stessa Emanuela Bruni, Roberto Mastrosanti, Anna delle Chiaie e Matteo Angelantoni con la sola assenza di Marco Lonzi.

Maria, detta Emanuela, Bruni

All’unanimità dei presenti viene eletta la dottoressa Bruni, già candidata sindaco nel 2021 del centro destra Frascatano: un curriculum vitae che spazia dalla carriera giornalista, a ruoli istituzionali – la prima donna a presiedere il cerimoniale di Palazzo Chigi – ed, attualmente, consigliere del CdA del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

Roberto Mastrosanti

Per la Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate viene eletto, sempre all’unanimità dei presenti compresi i capogruppo dei partiti di maggioranza di Palazzo Marconi, l’avvocato Roberto Mastrosanti, già sindaco della città: una regola non scritta, ma sempre rispettata dall’assise tuscolana, attribuisce sempre alle opposizioni tale presidenza in virtù del fatto che trattasi, pur sempre, di una commissione di controllo.
Si ricuce così il rischio di un blocco dell’attività politica del Consiglio Comunale.
A caldo il commento del commissario cittadino di Forza Italia, nonché membro della segreteria provinciale, il dottor Mario Gori: “Eletti due consiglieri comunali con grande esperienza Amministrativa ed Istituzionale, oltre che stimati professionisti, che, sicuramente, eserciteranno le loro funzioni nell’interesse della collettività”. Si aggiunge poi, nella serata, dalle pagine Facebook, il commento della Lega Frascati che oltre ad augurare un “buon lavoro” ai neoeletti scrive: “su queste commissioni parta un percorso di costruzione di una alternativa politico-amministrativa all’attuale giunta a guida PD”.

Ai neo presidenti auguriamo un buon lavoro.

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Ambiente

ANBI, trasparenza e sicurezza lavoratori: Consorzi di Bonifica bresciani primi firmatari protocollo con Prefettura

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Massimo Gargano: “E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano”
 
“E’ un impegno concreto non solo per la trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche, ma anche per il controllo sull’osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene, sicurezza sul lavoro, tutela dei lavoratori sia contrattualmente che sindacalmente: temi di drammatica attualità e su cui ribadiamo la nostra, massima attenzione in tutta Italia.”
 
Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), annunciando la  firma del Protocollo di Legalità per la Prevenzione dei Tentativi di Infiltrazione della Criminalità Organizzata negli Appalti Pubblici tra il Prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà ed i Presidenti dei locali Consorzi di bonifica, Luigi Lecchi (Cdb Chiese) e Renato Facchinetti (Cdb Oglio Mella).
 
I due enti consortili sono impegnati nella realizzazione di importanti opere per la gestione dell’acqua, grazie alle risorse pubbliche, stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), nonchè da fondi nazionali e regionali; da qui l’esigenza di salvaguardare la realizzazione delle opere da possibili tentativi di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata, in grado di condizionare le attività economiche.
 
Come strumento efficace, per conseguire gli obbiettivi di tutelare la trasparenza nelle procedure concorsuali di appalto, è stato esteso l’obbligo di acquisire le informazioni antimafia prima della sottoscrizione dei contratti, che vedranno l’inserimento di precise clausole nel merito.
 
“Mai come ora devono essere rafforzati gli strumenti di prevenzione antimafia ed anticorruzione salvaguardando, al contempo, l’esigenza di assicurare certezza e celerità nell’esecuzione dei lavori pubblici” dichiara il Prefetto, Laganà.
 
La sottoscrizione del Protocollo di Legalità nasce su iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e vede i Consorzi di bonifica bresciani tra i primi firmatari.
 
“L’atto sottoscritto a Brescia conferma l’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per la trasparenza e la prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata: ora sono ampliate le informazioni antimafia nei bandi di gara e viene rafforzata la vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori. E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano” dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
 
Con il Prefetto, i Presidenti dei Consorzi di bonifica “Chiese” ed “Oglio Mella” hanno condiviso anche la necessità di proseguire gli investimenti dedicati alle infrastrutture idriche, indispensabili all’intera provincia sia per l’irrigazione, sia per la salvaguardia di un territorio idrogeologicamente fragile.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Politica

Pescara, convention FdI: Meloni annuncia candidatura alle europee

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Il colpo di teatro arriva solo alla fine: perché la candidatura in tutte le circoscrizioni era oramai più che scontata ma lei chiede anche di scrivere sulla scheda “solo Giorgia, il mio nome di battesimo” perché “io sarò sempre e solo una di voi, una del popolo”.

Lo dice Giorgia Meloni dopo quasi un’ora di comizio, tra una battuta e l’altra pure sulle sue condizioni, “sull’ottovolante” per gli otoliti.


Lanciando non solo la campagna elettorale di Fratelli d’Italia per le europee ma anche la sfida a pesare il suo consenso personale, dopo un anno e mezzo alla guida del governo.
La premier dal palco vista mare di Pescara chiama il suo popolo al plebiscito su di sé (‘Giorgia Meloni detta Giorgia” sarà la dicitura sulla lista che consentirà di indicare come preferenza solo il nome) mentre in platea la ascoltano “l’alleato fedele” Antonio Tajani, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi.

Matteo Salvini, come annunciato all’ultimo, non c’è e fa solo una comparsata, collegato per strada, da Milano. “Ci ha preferito il ponte”, dice lei a metà tra lo scherzo e la punzecchiatura. Per poi infilarsi in 73 minuti di discorso in cui ripercorre la storia di Fratelli d’Italia, ricordando che alle scorse europee “mancammo di pochissimo il quorum del 4%” mentre ora il partito punta almeno a confermare quel 26% conquistato il 22 settembre scorso, che ha portato la destra al governo. Ora, è l’Europa a essere “a un bivio” e tutti “devono essere pronti a fare la loro parte” sprona parlamentari e militanti la premier, che è anche presidente di Fdi e di Ecr, quei conservatori europei che, è convinta, saranno “strategici e fondamentali” nella prossima legislatura Ue. L’impresa, “difficile ma non impossibile”, per Meloni, è quella di replicare a Bruxelles “il modello italiano” di una “maggioranza che metta insieme le forze del centrodestra” per “mandare all’opposizione la sinistra anche in Ue”.


“Mai con la sinistra” è il mantra, che serve a spazzare via, almeno per ora, le ipotesi di cedimenti dopo il voto, quando ci sarà da sedersi al tavolo delle trattative per i nuovi vertici europei. Anche perché – è il concetto che ripete da inizio anno la Meloni – un conto sono gli accordi per la Commissione, altro è una maggioranza stabile al Parlamento europeo.


Intanto, archiviata la conferenza programmatica (quello che ironicamente anche nel ‘fantacongresso’ che circola tra i Fratelli d’Italia viene definito il ‘Giorgia beach party”, che dava parecchi punti in classifica a chi lo pronunciava) ora “c’è la campagna elettorale”. E i dirigenti del partito già hanno iniziato a organizzare i prossimi appuntamenti. Non essendo “la leader del Pd so che il partito mi aiuterà”, ha detto Meloni lanciando una delle tante stilettate a Elly Schlein, cui tuttavia dà il ruolo di avversaria. E se “Giorgia”, come ha detto lei stessa dal palco, in giro andrà poco perché vuole restare concentrata sull’attività di governo, toccherà alla sorella, Arianna Meloni, uscire di più dalle retrovie di qui al voto dell’8 e 9 giugno (un appuntamento per la responsabile della segreteria e delle tessere sarà quasi sicuramente al Sud, in Salento).


Per il resto la premier sfodera il classico armamentario da comizio, attacca Schlein chiamandola direttamente per nome ma anche il Movimento 5 Stelle quando parla del Superbonus come della “più grande patrimoniale al contrario” fatta in Italia. E poi la natalità che deve diventare centrale, la difesa delle origini “guidaico-cristiane” dell’Europa, il cambio di passo già impresso a Bruxelles sulle politiche green, sull’auto, sui migranti. E l’ennesima difesa di Edi Rama (e un attacco a Report) “linciato da quella che poi chiamano Telemeloni, solo perché ha aiutato l’Italia”.

Alla fine il saluto con Ignazio La Russa (che si è perso l’Inter per sentire la premier ma ha la partita “registrata” e poi corre a vedersi il secondo tempo) e niente pranzo sul lungomare, dove pure la aspettavano. Non sta bene, sempre gli otoliti, dicono i suoi. “Se mi vedete sbandare – scherza lei dal palco – non vi preoccupate, cerco di stare ferma e ce la faccio”. Prima della frase più attesa: “Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fdi in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo….”. 

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