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Milano, partita la 61esima edizione del Salone Internazionale del Mobile

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Dal 18 aprile per 6 giorni. Quasi duemila espositori, di cui oltre 550 giovani talenti sotto i 35 anni e 27 scuole di design
Questa 61ª edizione del Salone Internazionale del Mobile vuole essere un momento, un luogo e uno strumento per riflettere sul ruolo e sull’evoluzione del sistema fieristico. Così, il Salone dimostra di essere un laboratorio globale di sperimentazione e contaminazione, luogo di creazione di cultura e generatore di pensiero, spazio inclusivo di incontro e confronto e produttore di valore aggiunto Ritorna dunque il “bello” e il “ben fatto” su un palcoscenico di importanza internazionale. Un ritorno che ha in sé un carattere di eccezionalità, non solo per la qualità delle proposte e delle aziende protagoniste, ma anche per l’accelerazione che la Manifestazione dimostrerà di aver dato al processo di trasformazione ed evoluzione dell’evento fieristico.
Il Salone ha sempre dato prova di una straordinaria curiosità, disponibilità e apertura al confronto e di una grande volontà e capacità di migliorarsi, innovando formule consolidate. In questi anni così complessi, riflessioni, ricerche, domande sul futuro delle fiere sono state all’ordine del giorno e hanno portato a una concreta revisione del modello espositivo con l’obiettivo di poter continuare a generare valore per tutta la comunità della progettazione.
“Come saranno le fiere di domani? Il Salone del Mobile oggi ha già provato a dare una risposta. Presentiamo una 61ª edizione rinnovata, fruibile e fresca, vitale e vivace, che guarda al futuro dell’esperienza fieristica con la fiducia e l’impegno di chi ne conosce il valore e lo vuole preservare. Sarà un Salone ricco di novità, aperto a contaminazioni. Design e arredamento si nutrono di scienza, ricerca tecnologica, arte, fotografia, comunicazione digitale, editoria e tanto altro. Il nuovo format della Manifestazione mostrerà questa relazione proponendo una nuova profondità di orizzonte” ha commentato Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile Milano.
Le Manifestazioni del 2023 raduneranno, complessivamente, quasi duemila espositori, di cui oltre 550 giovani talenti sotto i 35 anni e 27 scuole di design. Il Salone coordina sezioni − il Salone Internazionale del Mobile, il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S.Project, Euroluce, il SaloneSatellite −, ne gestisce le regole – distribuzione e organizzazione su un unico livello, percorsi estetici e culturali, spazi esperienziali e aree di sosta e riposo –, suggerisce partecipazioni a conferenze, seminari, mostre tematiche, librerie, installazioni, per dare ai visitatori la possibilità di un’esplorazione appassionante, soggettiva, memorabile, la sola in grado di creare connessioni (anche di affari) di lungo periodo.
I Numeri
Salone del Mobile Milano    www.salonemilano.it/
170.308,50 mq di superficie netta espositiva e 1.962 espositori di cui 550 i designer del SaloneSatellite – con un 30% di aziende estere (escluso SaloneSatellite).
Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S.Project 1.091 espositori di cui 26% esteri per 136.058 mq
Euroluce 321 espositori di cui 45% esteri su oltre 30.250,50 mq
SaloneSatellite 550 designer e neo-laureandi, 27 scuole internazionali di design su 4.000 mq
La Finlandia, una presenza di qualità
Un paese come la Finlandia non poteva mancare a questa edizione in rilancio, E lo fa con tre espositori di grande qualità e suggestione: Secto Design, Nikari e Woodnotes.
Secto Design oy,produzione di apparecchi per illuminazione da parete; Apparecchi per illuminazione da soffitto; Apparecchi per illuminazione da tavolo; Apparecchi per illuminazione da terra. Secto Design è un’Azienda specializzata in moderne lampade, realizzate a mano, in betulla locale ad alta qualità certificata. Le autentiche lampade in legno Secto Design vengono prodotte in Finlandia in modo ecologico e sostenibile. Il designer dell’intera collezione di lampade é l’architetto Seppo Koho che dichiara  “Mi piace molto trasformare gli schizzi in prototipi in legno con le mie mani. Trovare una soluzione concreta per realizzare un dettaglio dopo una sperimentazione persistente è un momento affascinante! “
https://www.youtube.com/watch?v=pT-fKgdt1F0
Nikari è specializzato in proposte e soluzioni decorative, d’arredo e tecniche per l’architettura di interni ed esterni. Nikari è uno studio di design del legno e produttore di mobili con uno stile pluripremiato. Fondata nel 1967, già i primi anni dell’azienda sono stati contrassegnati da una stretta collaborazione con i maestri dell’architettura e del design finlandesi. Le fondamenta di Nikari si basano sull’idea di trasmettere la conoscenza dell’artigianato tradizionale alla generazione successiva per far emergere il meglio del legno nel design contemporaneo di alta qualità; si impegna continuamente nel migliorare lavorando con dedizione sulle cose che ritiene essenziali per un futuro migliore: materiali reali, produzione sostenibile, vita pacifica e autentica; ricerca del vero equilibrio con la natura.
https://www.youtube.com/watch?v=Z29pLqzuPmc&embeds_euri=https%3A%2F%2Fwww.salonemilano.it%2F&feature=emb_imp_woyt
Conosciuto per la sua filosofia senza compromessi, Woodnotes è un design acclamato a livello internazionale; azienda che produce oggetti per interni ispirati alla bellezza naturale del filato di carta e destinati all’uso in abitazioni e spazi pubblici. La filosofia di Woodnotes si basa sull’estetica di design raffinato e puro. I prodotti di alta qualità sono di lunga durata e, quindi, rispettosi dell’ambiente. I materiali puri e privi di polvere sono sicuri e di facile manutenzione. Fondata nel 1987 da Ritva e Mikko Puotila, Woodnotes è cresciuta da una linea di tappeti in filato di carta in un concetto totale di interior design. Attualmente, viene esportato circa il 70% della sua produzione in più di 30 paesi. La collezione comprende disegni di Ritva Puotila, Minna Ahokas, Tapio Anttila, Mia Cullin, Ilkka Suppanen, Raffaella Mangiarotti, Harri Koskinen e Ulla Koskinen.

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Ieri e oggi, salutarci anche se non ci si conosce: esiste ancora questo status di gentilezza verso “l’estraneo”?

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Non è necessario avere una deontologia sociologica per rispondere che oggi a differenza di ieri è difficile incontrare persone che si salutano anche se non si conoscono l’una con l’altra.

Un tempo, in particolare nel periodo del boom economico e successivamente (dagli anni ’70 in poi), era consuetudine salutarsi per strada o all’interno di un locale anche se non ci si conosceva.


Questa testimonianza ci arriva dalle parole dei nostri nonni o comunque da persone che hanno vissuto l’ultimo ventennio del secolo scorso. Le persone di “ieri” dichiarano che, soprattutto nei paesi, quasi tutti si conoscevano e si salutavano quando ci si incontrava nei bar o nei negozi non solo come atto di gentilezza, ma come momento celebrativo di “quell’”incontro. I giovani, gli adulti e gli anziani che si incontravano avviavano veri e propri discorsi, si scambiavano pensieri e ridevano insieme. Vigeva “la legge” del convivere e del condividere tutti assieme.


Oggi è evidente che la società è cambiata, le persone si isolano, parlano solo con chi conoscono e a volte faticano a salutare amici, conoscenti o addirittura persone della propria famiglia. La società si isola perché non vuole parlare di sé a chi non conosce o dispensare pensieri che ritengono poco interessanti.


I giovani, ma anche gli adulti “sono amici” della loro “compagnia” nonché quelle persone con cui si esce da sempre per mangiare una pizza, per fare un aperitivo o semplicemente per scambiarsi consigli e pareri. Sono quegli amici di cui ci fidiamo e con cui si sono condivisi momenti di gioia, di tristezza, di malinconia e di angoscia; istanti di vita che solo quell’amico/a possono capire.


La società del XXI secolo è molto “attaccata” alla presenza dei cellulari, dei pc e da tutte le nuove comunicazioni tecnologiche: chat, web, videochiamate, social network, selfie e internet. I giovani sono sempre più distaccati dai propri genitori e spesso non hanno tempo di parlare, ma prediligono trascorrere le proprie giornate al cellulare e sui social.
Oggi, di concerto, anche gli adulti sono dipendenti dalle tecnologie e spesso si “perdono” in momenti di pura solitudine, tralasciando il presente.


Questa situazione comporta un’inversione relazionale: si passa dal salutarci senza conoscersi al “negare” quasi la presenza di un’altra persona.


Si è sorpassato il limite massimo della convivialità e della comprensione altrui; ci si è lasciati travolgere dalla chiusura emotiva piuttosto che dalla volontà di andare oltre, pensando non solo a noi stessi, ma anche agli altri.

L’emotivo è caduto, lasciando spazio all’egocentrismo.

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Rai Yoyo, per la gioia di grandi e piccini torna “L’Albero Azzurro”

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Tremila puntate per “L’Albero Azzurro”. Da lunedì 6 maggio il programma per bambini più longevo della tv italiana torna in una rinnovata edizione e per l’occasione viene promosso in prima serata “L’Albero Azzurro”. Appuntamento dal lunedì al giovedì, alle ore 20.50, su Rai Yoyo e RaiPlay.
 
Unico nel panorama televisivo italiano “L’Albero Azzurro” è il programma che ha saputo conquistare i cuori di intere generazioni: 32 edizioni, 34 compleanni dalla prima trasmissione del 1990, e ben 2099 puntate andate in onda fino a ora sono la forza di un progetto editoriale e di un brand Rai che ha da sempre saputo rinnovarsi nel segno di una evoluzione dei linguaggi e dell’estetica senza mai tradire l’intuizione originale e il significato poetico di un luogo speciale per i più piccoli. Quella di lunedì 6 maggio sarà la puntata numero tremila: un record per un programma dedicato ai bambini.
 
In occasione dei 70 anni della Tv, L’Albero Azzurro trova una nuova collocazione alle 20.50, regalando 15 storie originali ai bambini prima di andare a dormire. È un cambiamento che trasforma lo spazio luminoso dell’Albero Azzurro con una magica e suggestiva nuova luce. Le avventure di Dodò e dei suoi amici si aprono a una dimensione più intima, dove, attraverso storie coinvolgenti e qualche brivido, sono indagate le emozioni e le paure dei cuccioli. Il momento è speciale, al limite della giornata, prima o dopo il sonno, o dopo un momento intenso di attività. Le avventure ci accompagnano nel mondo fantasmatico che si delinea tra la coscienza e l’immaginazione, alla ricerca di parole e comportamenti che fanno ritrovare sicurezza e allontanano i timori.
 
Sempre nel segno del divertimento, Dodò (che ha la voce di Paolo Carenzo ed è animato da Emanuele Buganza) e i suoi amici Zarina e Ruggero incontrano creature buffe e bizzarri personaggi, fanno viaggi speciali e sogni incredibili guidati dalla stella più splendente, scoprendo così che anche i suoni provenienti dalle zone sconosciute o buie, molto spesso, possono essere più amichevoli che paurosi. A condurre il gioco sono sempre Laura Carusino e Andrea Beltramo, che con il loro sguardo attento rappresentano i rassicuranti ruoli di adulti di riferimento. Laura e Andrea proteggono, sostengono, invitano all’autonomia, aiutano ad affrontare con gioia e leggerezza, ma anche con chiarezza e verità, le piccole e “grandi” conquiste di ogni giorno.
 
In un ideale percorso di crescita, le avventure del nostro beniamino Dodò partono dalla “sua” casa, il set con l’albero azzurro, un nido che accoglie e disegna uno spazio colorato e rassicurante per tutti i bambini. L’innesco di trama è sempre un “problema” che impedisce al cucciolo di rilassarsi, che sia la paura del buio o dei mostri, la paura di fare brutti sogni o di lasciare andare un giocattolo rotto, fino ad arrivare a paure più complesse come la paura che i grandi litighino o quella di diventare grandi. Il passaggio segna l’ingresso nell’immaginario di Dodò.
 
Un nuovo set che porta la firma di Franco Bottara mette in scena il mondo del fantasmatico dove il problema e la paura vengono affrontati e risolti con l’aiuto di personaggi spaventosamente buffi e travestimenti capaci di suscitare stupore. Laura e Andrea danno vita a personaggi di fantasia in grado di tradurre le emozioni dei cuccioli e di aggiungere una nota comica e sdrammatizzante a situazioni che altrimenti potrebbero risultare troppo minacciosi. In questo modo, il format mantiene e rinforza il suo modo tipico di strizzare l’occhio a un tipo di ironia e di estetica che aggiunge una nota di contemporaneità e comicità che piace anche ai più grandi.
 
A problema risolto, si torna all’Albero. L’ultimo passaggio è quello della canzone che aiuta a ricomporre il conflitto e a spostare il focus del bambino dalle proprie paure individuali a un rituale condiviso e rassicurante…. Cantando, anche gli ultimi timori si dissolvono. Il corredo musicale è in linea con questa edizione speciale, proponendo qualche sano antidoto contro la paura, rime scaccia fantasmi e nuovi arrangiamenti per le canzoni già in repertorio. All’Albero Azzurro la cosa importante è stare insieme e rinnovare un modo autentico per crescere.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Friuli Venezia Giulia, prosegue con successo il Festival delle Dimore Storiche

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Prosegue con successo con la seconda edizione il Festival delle Dimore Storiche organizzato da ADSI FVG (Associazione delle Dimore Storiche): quattro giorni per conoscere la storia del Friuli Venezia Giulia, visitando e vivendo il ricco patrimonio artistico ed architettonico della regione che spesso resta nascosto dietro siepi e cancelli.
 
Dal 25 al 28 aprile, con l’apertura straordinaria delle dimore e dei parchi, è stato realizzato un ricco programma di eventi organizzati grazie all’iniziativa dei proprietari: degustazioni, concerti, presentazioni di libri, esercizi di cucina..
 
Sono 21 le dimore private, ancora oggi abitate, che hanno aperto le porte e proprio i proprietari hanno fatto da guida per raccontarne non solo storia e caratteristiche architettoniche, ma anche aneddoti e curiosità dei luoghi che si tramandano da generazioni.
 
“È una grande soddisfazione poter organizzare il secondo Festival dopo la sfida della prima edizione: il nostro obiettivo era proprio quello di renderlo un appuntamento annuale; – sottolinea il presidente di Adsi Fvg Raffaele Perrotta –lavorando da mesi per costruire un programma ricco e vario in modo da attrarre sia chi vive sul territorio sia chi arriva da fuori regione e da oltre confine. Si tratta di un’occasione unica per far conoscere un patrimonio unico in Europa per storia, per valore culturale ed artistico.”
 
Sono sedici le dimore ad aver aperto in provincia di Udine: partendo dalla Carnia con Palazzo De Gleria (Comeglians), scendendo nelle colline a nord della città con Casa Asquini (Fagagna), La Brunelde Casaforte d’Arcano (Fagagna), Villa del Torso Paulone (Brazzacco di Moruzzo), Villa Gallici Deciani (Cassacco), Villa Schubert (Marsure), passando per il centro di Udine con Palazzo Orgnani,  Palazzo Pavona Asquini e Villa Garzoni, fino ad arrivare a sud con Casa Foffani (Clauiano), il Folador di Villa Rubini (Trivignano), Villa Iachia (Ruda), Villa Lovaria (Pavia di Udine), Villa Pace (Campolongo Tapogliano), Villa Ritter de Zahony (Monastero di Aquileia), Villa Vitas (Strassoldo di Cervignano del Friuli).          
 
Tre dimore invece nel goriziano, Villa Attems Cernozza di Postcastro (Lucinico), Villa del Torre (Romans d’Isonzo) e Villa Marchese de Fabris (San Canzian d’Isonzo), e due nel pordenonese, il Palazzo d’Attimis Maniago (Maniago) e Palazzo Scolari (Polcenigo).
 
Il programma è risultato ricco e variegato con oltre 40 eventi comprendenti aperitivi in villa e degustazioni, cene, presentazioni di libri, mostre d’arte e fotografiche, concerti, conferenze, spettacoli teatrali.
 
Per la visita guidata alle dimore era richiesta un’offerta minima di 10 euro a persona: i fondi raccolti serviranno a sostenere ulteriori progetti di valorizzazione del patrimonio culturale privato ADSI FVG e del territorio circostante. Bambini e ragazzi fino a 17 anni entravano gratis.
 
Il programma completo delle aperture e degli eventi con luoghi, orari e prezz disponibile su: bit.ly/3VryIWM, oppure consultando i profili social (Instagram e Facebook del Festival).
Privo di virus.www.avast.com



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