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Roma

VALMONTONE LA BEFFA DEL PARCHEGGIO MULTIPIANO, UNA CATTEDRALE TUTTA “ITALIANA” NEL DESERTO

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Tempo di lettura 6 minuti I cittadini pagano 1 euro al giorno per parcheggiare in un'area disastrata quando esiste un parcheggio nuovo di zecca ma chiuso al pubblico

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di Cinzia Marchegiani

Valmontone (RM) – In Italia le opere fantasma sembrano un “cult de noartri”, colate di cemento e costruzioni faraoniche lasciate mangiare dal tempo e dagli atti vandalici, e come sempre riportano la gravità della gestione dei comuni nel territorio, che oltre a spendere soldi pubblici, non riescono neanche a garantire un servizio al cittadino. Questo è il caso del parcheggio multipiano realizzato presso la stazione ferroviaria di Valmontone. Doveva accogliere le auto dei pendolari, accedere direttamente alla stazione ferroviaria,  e dare respiro a quel piccolo parcheggio creato su un piazzale che a detta di un cittadino sembra più una discarica.


LA DENUNCIA DEL CITTADINO

Un cittadino  ha contattato il nostro giornale dichiarandosi stanco di questa situazione poiché a pagare le conseguenze sono espressamente i pendolari. Ha inviato le foto riguardanti sia il parcheggio esterno dove le macchine possono parcheggiare al prezzo di un euro su un piazzale che, tranne qualche romanella alla meno peggio di asfalto, lascia il fondo sempre pieno di pozzanghere e fango. Non solo, non si capacita come mai una struttura multipiano di recente costruzione adiacente la stazione adibita a terminal bus e a parcheggi completata e mai aperta al pubblico è stata lasciata al deterioramento del tempo e degli sciacalli, mentre è costretto a parcheggiare su un piazzale fatiscente che sembra più una discarica:”Segnalo altresì che l'illuminazione pubblica di questi luoghi nonché del sovrapassaggio rimangono spente nelle ore di serali e notturne, esponendo i poveri utenti delle ferrovie a qualsiasi forma di pericolo." Dichiara il cittadino.

E l’amarezza dell’utente è grande, soprattutto perché occorre ricordare che un pendolare non può scegliere l’orario del rientro a casa, ci viene spiegato che si ha sempre paura di perdere anche per un minuto il treno alla stazione e dover prendere quello successivo, il posto oltre a non avere controllo per la sicurezza ora è lasciato al buio. 

IL FALLIMENTO DEL PROGETTO, LA STORIA DELLA SOCIETA’ PARTECIPATA DEL COMUNE

Una storia piena di ombre che a quanto pare lascia solo molti quesiti, poiché la Società Valmontone Stazioni a partecipazione comunale che doveva gestire quest’opera pubblica sembra aver lasciato un milione di debiti e la ditta che ha provveduto alla sua realizzazione non è stata pagata. Con un comunicato del 9 dicembre 2013, apparso sul sito ufficiale del Comune di Valmontone, si informava i cittadini che avveniva la definitiva conclusione della procedura di liquidazione della Valmontone Stazioni, avviata nel 2010.

CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL LAZIO

Si legge che nell’adunanza del 15 luglio 2008 composta dai magistrati:Vittorio Zambrano, Presidente Rosario Scalia Consigliere, Antonio Frittella Consigliere relatore, Giuseppe Borgia Consigliere, Maria Teresa Polverino Consigliere, Maria Luisa Romano Primo Referendario, in considerazione della relazione concernente le risultanze del rendiconto 2006 del Comune di Valmontone, redatta dal revisore unico in ottemperanza alle prescrizioni dell’art. 1, comma 166, della legge n. 266/2005 ed in conformità alle linee-guida fissate dalla Corte dei conti pur in assenza di specifiche segnalazioni concernenti la sussistenza di gravi irregolarità contabili, ha esposto dati evidenzianti profili sintomatici di una situazione finanziaria non rispondente a criteri di sana gestione.
A seguito dell’esperimento di apposita istruttoria (nota del magistrato istruttore n. 1958 del 22/04/2008) l’organo di revisione ha trasmesso ulteriore documentazione ed elementi conoscitivi integrativi i quali non hanno consentito di superare tutte le criticità contestate. Il Magistrato istruttore, pertanto, ha ritenuto la necessità di promuovere il deferimento all’esame collegiale, ai sensi e per gli effetti dell’art. 1, co.168, L.F. 2006.

5. PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ART. 2447 C.C.

In relazione alla contestata mancata adozione delle misure previste dal Codice civile per la perdita conseguita al 31/12/2006 dalla società Valmontone S.p.A., interamente partecipata dal comune di Valmontone, l’Amministrazione ha fornito, con le controdeduzioni trasmesse in data 11 luglio u.s., esaurienti chiarimenti atti a precisare le procedure adottate. A tal fine appare peraltro opportuno puntualizzare che l’art. 7, comma 7, della legge n. 131/2003, affida alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti, tra l’altro, la verifica della “sana” gestione finanziaria degli enti locali e, l’art. 1, comma 168, della legge 266/05 prevede che (le sezioni medesime) “qualora accertino, anche sulla base delle relazioni di cui al comma 166, comportamenti difformi dalla sana
gestione finanziaria…..adottano specifica pronuncia”.

Nel caso in esame la Sezione ritiene necessario evidenziare alcuni aspetti emersi dall’esame degli atti trasmessi, al fine di valutare la “virtuosità” delle scelte gestionali del comune di Valmontone:
a) dalla documentazione inoltrata sembrerebbe emergere che il pieno assolvimento dell’oggetto sociale della Valmontone Spa – Società di trasformazione urbana, costituita il 25/1/2006 con Capitale sociale di euro 120.000, fosse condizionato al trasferimento “di alcuni terreni di cui il comune di Valmontone aveva la promessa di cessione da parte
della Federservizi”;
b) con la deliberazione consiliare n. 101 del 18/10/2006, veniva deciso il conferimento di alcune aree alla Valmontone Stazioni Spa, nonché si manifestava la disponibilità a predisporre idonea garanzia per l’accensione di un mutuo necessario al completamento dell’opera. Tale volontà dell’amministrazione, è bene evidenziare, veniva espressa prima dell’approvazione del bilancio di esercizio 2006, cioè prima della rilevazione della perdita di euro – 79.760,00, la cui entità, incidendo fortemente sul capitale sociale, rendeva obbligatoria la convocazione dell’assemblea per deliberare la trasformazione della società o la riduzione del capitale con conseguente ripristino della stesso ad una cifra non inferiore al minimo. Nessuna documentazione che attesti il verificarsi di tali adempimenti è stata inoltrata, né risulta sia stata adottata una deliberazione di riconoscimento del debito fuori bilancio sebbene si tratti di fattispecie riguardi una fattispecie diversa da quelle elencate all’art. 194 TUEL, derivante dalla perdita della Valmontone spa, perdita
interamente a carico del bilancio comunale.
c) con Verbale del Consiglio di Amministrazione del 30 aprile 2008 viene accertato, a fronte di perdite registrate di euro 161.973 (anni 2006 e 2007), lo scioglimento della Società, ai sensi dell’art. 2484 c.1, n.4, C.C. e la revoca delle deliberazioni di accensioni di mutuo e/o richiesta di fido bancario e la vendita di locali commerciali.
Nel suddetto verbale si legge tra l’altro che: “a seguito della mancata realizzazione dell’operazione di conferimento da parte del socio unico comune di Valmontone – mediante la quale la società avrebbe dovuto ripianare le perdite verificatesi negli esercizi 2006 e 2007, ammontanti complessivamente ad euro 161.973,00- si è verificata la causa di scioglimento contemplata dall’art. 2484 c. 1, n. 4 del codice civile.”

Quanto sopra riportato induce la Sezione a una duplice considerazione:
1. la mancata iscrizione in bilancio delle suddette perdite e la conseguente assenza di rilevazioni in contabilità finanziaria dell’operazione di conferimento dei terreni alla STU, rilevabile solo dal Conto del Patrimonio, qualora il conferimento fosse andato a buon fine;
2. la previsione dell’Ente di provvedere alla copertura delle perdite societarie con conferimenti di beni del patrimonio immobiliare, quindi con risorse che non sono riferibili alla gestione corrente, mentre le perdite societarie, avuto riguardo al Principio contabile punto 95 e alla giurisprudenza consolidata delle Sezioni regionali di controllo (cfr. parere Sezione regionale di controllo Toscana n. 10P/2007; parere Sezione regionale di controllo Piemonte n. 15/2008; Sezione regionale di controllo Abruzzo, deliberazione n. 578/2007; Sezione regionale controllo Puglia, delib. 65/F/2007; Sezione regionale controllo Marche, delib. N.22/2007), costituiscono spese di parte corrente e non in conto capitale.

A tale proposito, è da evidenziare che nella nozione di spese in conto capitale, ciò che prevale è l’impiego di risorse finanziarie volte ad acquisire beni a fecondità ripetuta, ovvero beni non solo destinati al consumo, ma in grado di prestarsi ad un uso ripetuto nel tempo e di costituire delle vere e proprie dotazioni permanenti a disposizione dell’ente locale; tale nozione di spesa in c/capitale, pertanto, non si concilia con quella di perdita societaria che, al contrario, corrisponde ad un decremento del patrimonio.

Da quanto descritto emerge che l’Ente non ha agito nel rispetto dei principi di sana gestione, anzi ha costituito una società in house in cui il perseguimento dello scopo sociale era parzialmente condizionato da un evento che l’ente stesso non poteva “controllare”, tale scelta gestionale ha comportato un costo per la collettività amministrata pari al valore del conferimento in denaro per il capitale versato oltre alle successive perdite che graveranno nel bilancio 2008. In proposito, appare utile ricordare che in base alle disposizioni in vigore (artt. 27 e ss. della legge n. 244/2007) l’Ente con deliberazione consiliare avrebbe dovuto provvedere alla verifica della sussistenza dei presupposti per il mantenimento della partecipazione nella STU e, in occasione della verifica del rispetto degli equilibri di bilancio, avrebbe dovuto individuare le risorse per la copertura della perdite realizzate dalla Valmontone Spa.

La struttura multipiano lascia un'amara desolazione, poiché rappresenta la solita cattedrale nel deserto, costruita in un comune, che doveva offrire un servizio per la comunità non solo di Valmontone, ma anche dei comuni limitrofi, ad oggi con difficoltà non si comprendono le procedure ostative all’apertura al pubblico, e la constatazione oggettiva che proprio per la mancata funzione e manutenzione della costruzione già realizzata, l’opera stessa sta diventano uno sfregio proprio per gli utenti che si vedono impossibilitati alla sua fruizione.

L’Osservatore d’Italia si attiverà per cercare di contattare le Ferrovie dello Stato e il Comune stesso, per poter dare risposte certe agli utenti che ad oggi sembrano lasciati all’oscuro di tutto, anche della luce che dovrebbe essere un deterrente per personaggi malintenzionati, ad oggi quel parcheggio sterrato sembra più una meta notturna per focosi amanti!

Castelli Romani

Frascati: eletti i presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali e Bilancio

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Eletti ieri i presidenti della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate del Comune di Frascati, rispettivamente Maria, detta Emanuela, Bruni e Roberto Mastrosanti.

Una nuova elezione che segue le dimissioni, sembrerebbe senza alcuna motivazione, di Anna delle Chiaie e Marco Lonzi.

La Commissione Affari Istituzionali, da Statuto del Consiglio Comunale, spetta di diritto alle opposizioni che siedono a Palazzo Marconi che oggi erano rappresentate dalla stessa Emanuela Bruni, Roberto Mastrosanti, Anna delle Chiaie e Matteo Angelantoni con la sola assenza di Marco Lonzi.

Maria, detta Emanuela, Bruni

All’unanimità dei presenti viene eletta la dottoressa Bruni, già candidata sindaco nel 2021 del centro destra Frascatano: un curriculum vitae che spazia dalla carriera giornalista, a ruoli istituzionali – la prima donna a presiedere il cerimoniale di Palazzo Chigi – ed, attualmente, consigliere del CdA del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

Roberto Mastrosanti

Per la Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate viene eletto, sempre all’unanimità dei presenti compresi i capogruppo dei partiti di maggioranza di Palazzo Marconi, l’avvocato Roberto Mastrosanti, già sindaco della città: una regola non scritta, ma sempre rispettata dall’assise tuscolana, attribuisce sempre alle opposizioni tale presidenza in virtù del fatto che trattasi, pur sempre, di una commissione di controllo.
Si ricuce così il rischio di un blocco dell’attività politica del Consiglio Comunale.
A caldo il commento del commissario cittadino di Forza Italia, nonché membro della segreteria provinciale, il dottor Mario Gori: “Eletti due consiglieri comunali con grande esperienza Amministrativa ed Istituzionale, oltre che stimati professionisti, che, sicuramente, eserciteranno le loro funzioni nell’interesse della collettività”. Si aggiunge poi, nella serata, dalle pagine Facebook, il commento della Lega Frascati che oltre ad augurare un “buon lavoro” ai neoeletti scrive: “su queste commissioni parta un percorso di costruzione di una alternativa politico-amministrativa all’attuale giunta a guida PD”.

Ai neo presidenti auguriamo un buon lavoro.

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Anna Zaratti

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Anna Zaratti, classe 1983, sposata. Una laurea in biologia cellulare molecolare ed un master in genetica forense, oggi docente nella scuola media secondaria.

Una chiacchierata in serenità davanti ad un caffè cercando di capire cosa spinge una ragazza della sua età ad una competizione elettorale.

Anna, anche con te, ci diamo del tu? Come sei arrivata alla politica?

(sorride serena) Si si, diamoci del tu. Ho respirato in casa questa passione.
I primi momenti di vita politica li ho vissuti all’università ed è stata per me un bel banco di prova perché ho compreso in pieno il concetto che la “vera politica parla sempre”.

Spiegami un po’ questa tua ultima affermazione

Vedi non è una questione di ideologie contrapposte ma il concetto stesso che la politica è arte del fare e del discutere. Ha come fine il bene delle persone, della comunità.
Quindi va da se che costruire una strada, una scuola, non è né di destra né di sinistra è semplicemente da FARE e questo si vede ancora di più in un ambito, come quello locale, dove bisogna necessariamente superare questi steccati ideologici.

Quindi vuoi dirmi che alla fine gli steccati ideologici crollano o meglio debbono venire meno di fronte a questo tuo principio?

(il sorriso diventa serio) Certo che si.
La contrapposizione ideologica porta sempre allo scontro delle persone e non al chiarimento delle idee e quindi compiere delle scelte sulla base del FARE deve essere, necessariamente, il principio di chi si presenta di fronte agli elettori.

A Rocca Priora la scelta del tuo partito, Fratelli d’Italia, di cui sei presidente, viene vista come una scelta sofferta. È vero?

Ma neanche tanto.
Quello che ci rimproverano è il discorso delle solite facce, delle solite persone.
Ti faccio un esempio: tu lasceresti una Ferrari o un aereo in mano ad una persona che non l’ha mai guidata?
Io tentennerei nel farlo, preferirei avere qualcuno al fianco che mi insegnasse a farlo, mi spiegasse come tirare fuori al meglio le potenzialità della Ferrari o dell’aereo.
Ecco: guidare una macchina amministrativa, di certo, non è una cosa facile.
C’è bisogno di chi ha le capacità di farlo e che permetta a “noi giovani” di fare esperienza creando poi una nuova classe dirigente.

Quindi fare quella che un tempo era la “gavetta” è necessario anche in politica?

Ancora di più. Si dice spesso che chi governa debba essere un buon padre o una buona madre di famiglia.
Ma non mi risulta che ci sia il “manuale del perfetto genitore” bisogna fare esperienza sul campo ed avere vicino donne e uomini che di “esperienza” ne hanno già e che ci permettano di acquisire con loro quelle capacità amministrative e di governo necessarie per il bene della popolazione.

Mi ha colpito molto nella riunione del 24 aprile quando hai parlato di biodiversità e nello specifico del Bosco del Cerquone. Ho appuntato un acronimo “ZSC” mi spieghi cosa significa e come può diventare quella località il valore aggiunto per Rocca Priora?

(gli brillano gli occhi ed il suo sorriso risplende) Mi fa piacere che ti sia soffermato su questo argomento lo serbo nel mio cuore dai tempi in cui, in università, facevo ricerca.
Noi abbiamo la fortuna di avere una Zona Speciale di Conservazione, ZSC appunto.
Prova a chiudere gli occhi e pensare al nostro territorio in periodo compreso tra 600 mila anni fa e 40 mila anni fa … beh! quello è il Bosco del Cerquone.
Un unicum per il nostro territorio, una zona non contaminata dalle successive forestazioni, i castagni ad esempio, che mutarono moltissimo l’aspetto delle nostre zone.
Li si conservano ancora querce, tigli ed aceri tipici della nostra zona.
Un vero e proprio Santuario Ecologico, un campionario, passami il termine, di molteplici biodiversità, sia faunistiche che floreali.
Si potrebbe creare un indotto turistico magari un vero e proprio centro di ricerca assieme alle università arrivando fino all’ARPA.
Ma quello che diventa ancora più necessario è quello che Claudio Fatelli ha esposto nella riunione a cui tu facevi riferimento: creare quelle strutture capaci di accogliere turisti e ricercatori. Oltre l’indotto ci vuole la capacità recettiva.

Sempre in quella stessa occasione hai ampiamente parlato di Sport ma cosa rappresenta per te?

Qui il discorso si ampia.
Siamo troppe volte abituati a considerare lo sport esclusivamente come pratica sportiva, come attività.
Ma se andiamo a guardare bene lo Sport è la base dell’inclusione, è simbolo e sinonimo di pace, basta guardare nel mondo antico quando durante il periodo olimpico si interrompeva ogni guerra.
Lo Sport insegna a fare tesoro delle sconfitte.
Lo Sport educa i giovani ad una disciplina comportamentale, è la scuola delle regole.
Lo Sport deve diventare un progetto educativo, sociale, inclusivo non esclusivamente motorio.
Quindi una progettualità di questo genere deve diventare l’anima di ogni azione amministrativa.

Un progetto ambizioso, il tuo, ma non si può non condividere

Beh aggiungo che Rocca Priora ha avuto la fortuna di essere stato uno dei primi paesi dei Castelli Romani a dotarsi di un complesso sportivo polivalente. Oggi quella realtà può e deve diventare una Cittadella dello Sport proprio in questo ambito che ho appena descritto. E lo si può fare anche utilizzando strutture ecocompatibili che ne farebbero un unicum nel suo genere.

Sei alla tua seconda esperienza come candidato al consiglio comunale. C’è qualcosa che nella prima tua prima esperienza ti ha colpito?

Si! Non te lo nascondo – dice guardandomi fissa negli occhi – ho sentito forte il peso della responsabilità delle persone che avevano riposto in me la loro fiducia. Un peso importante ma che oggi, ancora di più, mi spinge a fare meglio.
Ma stavolta ho dietro di me una bella squadra che mi supporta e mi sprona ad andare avanti e quello che chiedo ai roccaprioresi è di non smettere mai di stimolarmi anche il giorno dopo le elezioni ricordandogli la mia piena e totale disponibilità a riceverli ogni volta che lo riterranno necessario.
Ed in più, mi prendo l’impegno, già da ora, di incontrarli spesso, in una Assemblea Pubblica, per fare il punto della situazione. Un impegno concreto che mi permetta di ascoltare i loro suggerimenti, le loro idee e, perché no, anche le eventuali lamentele.

Le mie interviste, lo avrai letto, si chiudono sempre con una bacchetta magica che io ti presto e che può far avverare due desideri: uno per te, per la tua famiglia ed uno per la tua città …

Beh facile per la mia famiglia: la serenità e l’armonia e quella capacità di comprendersi sempre.
Per Rocca Priora ho un sogno: una Ludoteca, un luogo che permetta ai giovani di trovarsi e di incontrarsi.
Un luogo che permetta loro di poter tornare ad essere comunità che si unisce e che crea valore aggiunto. E questo lo si può fare utilizzando quelli spazi, troppe volte abbandonati e che, grazie al PNRR il Comune di Rocca Priora sta recuperando appieno.

L’avevo conosciuta dalle parole di alcuni amici che me l’avevano descritta come una donna tenace ma piena di voglia di fare e di capacità di fare sintesi: avevano ragione.
Grazie Anna ed un grosso in bocca al lupo.

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Castelli Romani

Castel Gandolfo, sulle sponde del lago appare un cartello del Comune “Attenzione pericolo di Morte”

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L’assessore Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi”

“Attenzione pericolo di morte, divieto di accesso nell’area e nello spazio lacuale antistante. Presenza di ordigni bellici inesplosi”. Questo quanto riportato dalla segnaletica, apparsa da qualche giorno e messa dal Comune di Castel Gandolfo che dice chiaramente che nel lago ci sono bombe inesplose che stanno lì dalla seconda guerra mondiale.

La segnaletica richiama due ordinanze (ndr. come scritto sui cartelli stessi) del 2013 e del 2021

Il fatto che esistano ben due ordinanze sta a significare che il pericolo della presenza di ordigni bellici si conosce da almeno 11 anni ma il segnale di pericolo, inequivocabile nella sua interpretazione, è stato messo pochi giorni fa:

Il cartello si trova sull’arenile del lago Albano di Castel Gandolfo, tra il vecchio porticciolo e il civico 7 di via dei Pescatori, vicino a un circolo di canoa direttamente con accesso in acqua per disabili.

Il cartello ha scatenato non poche polemiche e messo preoccupazione tra più di qualche operatore balneare e turistico nonché dei residenti che qualche bracciata lì intorno, almeno in questi anni e ultimi tempi, l’hanno azzardata: “Ci chiediamo perché sia comparso adesso – dicono altri residenti del posto – ci sembra davvero strano e il messaggio è inquietante: se si fa il bagno c’è il pericolo che esploda una bomba. Naturalmente vieteremo ai nostri figli di frequentare la zona, ci manca anche la disgrazia e poi magari ci sentiamo dire che ci avevano avvisato”.

Dal Comune, risponde l’assessore alle Attività produttive Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi e il Genio Civile ha provveduto alla bonifica. In via precauzionale abbiamo deciso insieme a Prefettura e Arma dei carabinieri di apporre la segnaletica e le boe che delimitano alla zona di pericolo in attesa di effettuare una bonifica più generale dell’area. Il sindaco ha già richiesto un intervento diretto della Regione o in alternativa i fondi per poter effettuare quanto prima l’intervento”.

Questi ordigni, rimasti dormienti per decenni, rappresentano un rischio reale e tangibile per chiunque si avvicini alle rive del lago. La presenza di ordigni bellici inesplosi, sebbene sorprendente nonostante abbastanza frequente nell’area dei Castelli Romani, è un fenomeno che semina paura e non incoraggia il rilancio turistico di qualità tanto auspicato per l’intera provincia. I resti dei conflitti passati continuano a emergere, minacciando la sicurezza e la stabilità delle comunità locali. Tuttavia, la loro scoperta sulle rive tranquille del Lago serve da promemoria urgente dell’importanza di affrontare questi pericoli con determinazione e urgenza. «Le autorità locali devono agire prontamente – dicono alcuni residenti – per identificare e rimuovere in modo sicuro gli ordigni bellici rimasti, proteggendo così il pubblico da potenziali rischi mortali. Allo stesso tempo, è essenziale educare il pubblico sulla natura di questa minaccia e sull’importanza di rispettare i divieti d’accesso per garantire la sicurezza di tutti». Lo scorso anno, a fine agosto, un bomba risalente alla Seconda Guerra Mondiale è stata trovata nella tarda mattinata di una tranquilla domenica nei pressi del lago. La scoperta è stata fatta da una persona che stava passeggiando lungo il percorso naturalistico di via dei Pescatori. Scattato l’allarme alle forze dell’ordine, sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo. La bomba, una spoletta lunga 10 centimetri non pericolosa, al momento del ritrovamento si trovava a qualche metro di distanza dalla riva. Il cartello apparso pochi giorno fa lascia presagire che il pericolo sia davvero concreto.

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