Redazione Lazio
COTRAL: ADRIANO PALOZZI CAPRO ESPIATORIO
Tempo di lettura 6 minuti Ecco i dirigenti d'oro a destra e a sinistra
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9 anni fail
IL DOSSIER SU COTRAL PUBBLICATO NEL 2014 DA L'OSSERVATORE D'ITALIA
di Chiara Rai
Cotral – Adesso ci mettiamo tutti le mani nei capelli solo perché la Guardia di Finanza, su mandato del Pm Erminio Amelio, ha sequestrato una lettera a firma del consigliere regionale (FI) Adriano Palozzi quando ricopriva la carica di presidente del Cotral in cui veniva stabilita una somma di circa di 800mila euro garantiti all'ex manager del Cotral Silvio Blasucci in caso di licenziamento. Mentre sappiamo bene, anche attraverso la grossa inchiesta fatta in solitario da L'Osservatore d'Italia, come è sempre funzionato questo carrozzone che gestisce il trasporto su gomma del Lazio: manutenzioni esterne affidate direttamente senza gara, doppie fatturazioni, officine interne a braccia conserte, liquidazioni d’oro ai dirigenti, premi ecc. ecc.
Adriano Palozzi è stato sindaco del Comune di Marino per due mandati, consigliere provinciale e consigliere regionale. La sua gestione è sempre stata contraddistinta dalla trasparenza amministrativa e non diciamo altro.
Per fortuna che Adriano Palozzi è stato al Cotral dal novembre 2011 al gennaio 2013, perché se fosse rimasto di più, volente o nolente, ci sarebbero state altre rogne.
In Cotral i veri intoccabili che decidono il brutto e bel tempo sono proprio i maxi stipendiati dirigenti che rimangono incrostati alle poltrone nonostante i cambi di bandiera. La lettera “dello scandalo” sarebbe stata firmata prima delle elezioni che avrebbero portato alla presidenza della Regione Lazio Nicola Zingaretti a seguito delle dimissioni di Renata Polverini. La cifra riconosciuta equivale a tre anni di preavviso in caso di licenziamento su una busta paga più che ottima.Quello che intendiamo dire è che in Cotral dirigenti, Cda e presidenti che si sono susseguiti nel tempo dovrebbero essere tutti, secondo noi, tutti nell’occhio del ciclone della magistratura e che “l’abuso di ufficio” (non è una novità) sembra purtroppo una consuetudine. Ma veniamo per gradi
La famigerata lettera Cotral è datata 24 gennaio 2013 depositata nella stessa data nella Presidenza indirizzata a Blasucci Silvio e avente come oggetto: Integrazione delle condizioni economiche e normative del contratto di lavoro e sottoscritta da Adriano Palozzi nella sua qualità di Presidente di Cotral spa”.
Dunque, non scandalizziamoci per la lettera in sé quanto per le liquidazioni d’oro ai dirigenti strapagati dalle società pubbliche o partecipate che sono sull’orlo del dissesto. Blasucci e le sue disavventure le abbiamo trattate e straraccontate a maggio 2014 quando abbiamo parlato del suo flop nel caso del fallimento del servizio di verifica titoli di viaggio (si chiama Comov) cioè quello che per missione deve lottare e stanare l’evasione tariffaria, e che invece non ha funzionato come avrebbe dovuto e potuto. Parliamoci chiaro, Blasucci è una vita che sta al Cotral, c’era anche quando Storace era presidente.
La storia è questa. Era da almeno il 2006 che questo servizio era diretto dal dirigente Silvio Blasucci che, per inciso, era insieme ad altri due dirigenti il più pagato al Cotral. Il costo del dirigente è di circa 160 mila euro l’anno, cui si aggiunge un premio di risultato annuo che va dal 35 al 40 per cento dello stipendio (circa altri 40 mila euro netti). Questo servizio ha anche dei quadri. Sotto questi “capi”, dirigente e quadri appunto, ci sono circa quaranta verificatori, considerati da essi stessi insufficienti come numero.
Allora al dirigente Silvio Blasucci venne un’idea: si fece affiancare per farsi spiegare (a lui che è appunto fra i più pagati) come lottare meglio contro l’evasione tariffaria. Quindi in affidamento diretto scelse (di gare di appalto non se ne parla), lui e l’amministratore delegato di allora, la società Sbc.
Questi della Sbc gli “insegnarono” come combattere e stanare gli evasori prevedendo anche che questo nuovo metodo avrebbe comportato un tot di aumento di entrate per il Cotral. Il paradosso del contratto, previsto tra le parti, era che in base alle nuove entrate presunte, la Sbc prendeva a monte, in soldi veri, la percentuale prevista. E così nel 2010 e nel 2011 la Sbc incassò 400 mila euro l’anno sui presunti risultati conseguiti. Mentre, ovviamente le entrate previste per il Cotral non furono quelle che avrebbero dovuto essere.
Quindi il servizio Comov più costoso d’Italia, ha prodotto risultati che lo videro fanalino di coda nella classifica nazionale della lotta all’evasione tariffaria delle aziende di trasporto pubblico. Su segnalazione dei dirigenti interni che evidenziarono il paradosso del contratto, il Collegio dei Sindaci denunciò il tutto alla Corte dei Conti e Cotral “stracciò” il contratto. A quel punto la Sbc fece ricorso e nacque un contenzioso.
E allora che successe, vi chiederete? Il Cda con a capo Surace, preoccupato, prendendo atto dell’operato di Silvio Blasucci affidò a Paolo Toppi, ormai ex consigliere d’amministrazione Cotral, di seguire quel servizio (anche qui ritorna questa ingerenza dei consiglieri politici di un Cda nella gestione quotidiana che è campo dei dirigenti, come per esempio ha fatto Giovanni Libanori nei confronti della Cometa Srl). Nel mentre la patata bollente passò a Toppi, Blasucci che fece? Ma è semplice, continuò a prendere non solo lo stesso stipendio ma addirittura fino al 2013 anche il premio di risultato. Per paradosso, nacque una forte alleanza con l’Ad Vincenzo Surace nominato sotto il governo in Regione di Renata Polverini il quale encomiò Silvio Blasucci per il lavoro svolto.
Grazie ai suoi “ottimi risultati”, il dirigente Silvio Blasucci venne rimesso a capo del personale come ai tempi di Francesco Storace. E rimase lì il tempo necessario per presiedere una commissione interna che apparse e continua ad apparire tutt’oggi illegittima (in quanto esiste l’Audit per statuto) per giudicare il lavoro dei suoi colleghi, poi inopinatamente licenziati senza attendere il corso della Magistratura. E tra l’altro l’accusa principale, quella di falso sollevata da Silvio Blasucci e Vincenzo Surace, è stata archiviata.
Ora, fa sorridere lo sdegno di Amalia Colaceci che grida allo scandalo sul caso Adriano Palozzi ma che di fatto ha sì licenziato Blasucci però quest’ultimo rappresenta ancora l’azienda Cotral nel procedimento contro i tre dirigenti licenziati.
L’unica carta poco efficace contro i tre sarebbe unicamente Blasucci. Fare veramente pulizia, nell’era delle “donne rock”, significherebbe reintegrare i dirigenti senza cercare scuse o giustificazioni di sorta.
Dunque torniamo all’iter di Blasucci. Il tempo necessario per svolgere questo lavoro di “spionaggio ai colleghi”, che gli altri dirigenti si sono rifiutati di svolgere -presiedere tale commissione- ed ecco che Silvio Blasucci venne non solo tolto da capo del personale ma il Cda decise di licenziarlo. Ma Silvio Blasucci, a questo punto, si ammalò (sei mesi, caso vuole, è il limite del computo allo scadere del quale il dirigente scende ad un terzo dello stipendio). Guarì fatalmente dopo sei mesi di grave malattia. Blasucci depositò il ricorso contro Cotral per la sua “dequalificazione” e continuò con dichiarazioni contro Domenico De Vincenzi e Vincenzo Surace, “due uomini contrapposti ma che trovano sempre la quadra sulle cose” (come dice negli interrogatori, dove attacca pesantemente Domenico De Vincenzi).
Da voci interne all’azienda, si raccontava che lui si sarebbe aspettato almeno 500 mila euro, con la formula di accompagnamento alla pensione “per il lavoro che aveva svolto”. D’altronde se erano legittimi per Pasqualino Siggillino 200 mila euro a un mese dal compimento dei suoi 66 anni, perché non concedere 500 mila euro a lui che ne aveva solo 63? Il Cda non lo licenziò più. Lo misero a disposizione dell’Ad Vincenzo Surace: insomma pur rimanendo il più pagato rimase nei fatti pur senza compiti da svolgere fino a quando non è stato licenziato da Amalia Colaceci, nuovo e attuale presidente Cotral.
Oltre che Blasucci, quindi, perché non parliamo anche di Pasqualino Sigillino? L’Osservatore d’Italia lo ha trattato a marzo 2014. Con proposta di deliberazione del 21 maggio 2013 l’amministratore delegato Cotral Vincenzo Surace avvia la risoluzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato del dirigente aziendale Pasqualino Sigillino a causa della “macromodifica della struttura aziendale”. In tale proposta di deliberazione si fa esplicito riferimento al fatto che “nel caso di specie, il Dirigente non si trova nella condizione per la quale sarebbe prevista la ulteriore somma rapportata all'età del dirigente, in quanto ha superato il 59 esimo anno di età”. In soldoni significa che non sarebbe dovuta nessuna “buonauscita”.
In pratica con la risoluzione del contratto comunicata nei modi e tempi, Sigillino per legge non avrebbe avuto nulla a che pretendere da Cotral e invece… cosa succede? Succede che nonostante la premessa di cui sopra, Cotral decide ugualmente di corrispondere una somma lorda di € 200.000,00 (duecentomila) all’allora responsabile manutenzioni Pasqualino Siggillino, con tanto di apposito atto transattivo di conciliazione con finalità, appunto la risoluzione del rapporto di lavoro.
Quest’uscita di 200 mila euro di soldi pubblici, è bene ricordarlo, è nient’altro che il frutto di una risoluzione consensuale e quindi, a dire dell’azienda Cotral, senza rischi che il dirigente impugni il "licenziamento" con conseguenti ed eventuali costi in caso di soccombenza aziendale. Peccato però che è la stessa Cotral ad asserire che “il Dirigente non si trova nella condizione per la quale sarebbe prevista la ulteriore somma rapportata all'età del dirigente, in quanto ha superato il 59 esimo anno di età”.
E in termini più comprensibili era colui che si occupava, tra l’altro, dell’affidamento a terzi dei servizi di manutenzione meccanica (manodopera e ricambi) degli autobus appartenenti alla flotta Cotral Spa.
Sotto questo ciclone, al governo della Regione non c’era più Renata Polverini ma Nicola Zingaretti. Michele Civita, assessore ai Trasposti che dice di tutta questa storia? E’ infatti avvenuto tutto, inspiegabilmente, senza la benché minima opposizione, neppure da parte dell’assessore Civita. La società Cotral è sottoposta a controllo analogo (ovvero la Regione Lazio che è proprietaria di Cotral ha il dovere diritto di controllare le azioni intraprese dall’azienda al fine di porne, eventualmente rimedio).
Ma la Regione Lazio, nel caso appena esposto, non è intervenuta. Va bene i riflettori puntati su Adriano Palozzi ex presidente Cotral ma davvero, in tutta questa vergognosa storia chi è senza peccato scagli la prima pietra.
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Frascati: eletti i presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali e Bilancio
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1 Maggio 2024
Eletti ieri i presidenti della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate del Comune di Frascati, rispettivamente Maria, detta Emanuela, Bruni e Roberto Mastrosanti.
Una nuova elezione che segue le dimissioni, sembrerebbe senza alcuna motivazione, di Anna delle Chiaie e Marco Lonzi.
La Commissione Affari Istituzionali, da Statuto del Consiglio Comunale, spetta di diritto alle opposizioni che siedono a Palazzo Marconi che oggi erano rappresentate dalla stessa Emanuela Bruni, Roberto Mastrosanti, Anna delle Chiaie e Matteo Angelantoni con la sola assenza di Marco Lonzi.
All’unanimità dei presenti viene eletta la dottoressa Bruni, già candidata sindaco nel 2021 del centro destra Frascatano: un curriculum vitae che spazia dalla carriera giornalista, a ruoli istituzionali – la prima donna a presiedere il cerimoniale di Palazzo Chigi – ed, attualmente, consigliere del CdA del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.
Per la Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate viene eletto, sempre all’unanimità dei presenti compresi i capogruppo dei partiti di maggioranza di Palazzo Marconi, l’avvocato Roberto Mastrosanti, già sindaco della città: una regola non scritta, ma sempre rispettata dall’assise tuscolana, attribuisce sempre alle opposizioni tale presidenza in virtù del fatto che trattasi, pur sempre, di una commissione di controllo.
Si ricuce così il rischio di un blocco dell’attività politica del Consiglio Comunale.
A caldo il commento del commissario cittadino di Forza Italia, nonché membro della segreteria provinciale, il dottor Mario Gori: “Eletti due consiglieri comunali con grande esperienza Amministrativa ed Istituzionale, oltre che stimati professionisti, che, sicuramente, eserciteranno le loro funzioni nell’interesse della collettività”. Si aggiunge poi, nella serata, dalle pagine Facebook, il commento della Lega Frascati che oltre ad augurare un “buon lavoro” ai neoeletti scrive: “su queste commissioni parta un percorso di costruzione di una alternativa politico-amministrativa all’attuale giunta a guida PD”.
Ai neo presidenti auguriamo un buon lavoro.
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Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Anna Zaratti
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29 Aprile 2024
Anna Zaratti, classe 1983, sposata. Una laurea in biologia cellulare molecolare ed un master in genetica forense, oggi docente nella scuola media secondaria.
Una chiacchierata in serenità davanti ad un caffè cercando di capire cosa spinge una ragazza della sua età ad una competizione elettorale.
Anna, anche con te, ci diamo del tu? Come sei arrivata alla politica?
(sorride serena) Si si, diamoci del tu. Ho respirato in casa questa passione.
I primi momenti di vita politica li ho vissuti all’università ed è stata per me un bel banco di prova perché ho compreso in pieno il concetto che la “vera politica parla sempre”.
Spiegami un po’ questa tua ultima affermazione
Vedi non è una questione di ideologie contrapposte ma il concetto stesso che la politica è arte del fare e del discutere. Ha come fine il bene delle persone, della comunità.
Quindi va da se che costruire una strada, una scuola, non è né di destra né di sinistra è semplicemente da FARE e questo si vede ancora di più in un ambito, come quello locale, dove bisogna necessariamente superare questi steccati ideologici.
Quindi vuoi dirmi che alla fine gli steccati ideologici crollano o meglio debbono venire meno di fronte a questo tuo principio?
(il sorriso diventa serio) Certo che si.
La contrapposizione ideologica porta sempre allo scontro delle persone e non al chiarimento delle idee e quindi compiere delle scelte sulla base del FARE deve essere, necessariamente, il principio di chi si presenta di fronte agli elettori.
A Rocca Priora la scelta del tuo partito, Fratelli d’Italia, di cui sei presidente, viene vista come una scelta sofferta. È vero?
Ma neanche tanto.
Quello che ci rimproverano è il discorso delle solite facce, delle solite persone.
Ti faccio un esempio: tu lasceresti una Ferrari o un aereo in mano ad una persona che non l’ha mai guidata?
Io tentennerei nel farlo, preferirei avere qualcuno al fianco che mi insegnasse a farlo, mi spiegasse come tirare fuori al meglio le potenzialità della Ferrari o dell’aereo.
Ecco: guidare una macchina amministrativa, di certo, non è una cosa facile.
C’è bisogno di chi ha le capacità di farlo e che permetta a “noi giovani” di fare esperienza creando poi una nuova classe dirigente.
Quindi fare quella che un tempo era la “gavetta” è necessario anche in politica?
Ancora di più. Si dice spesso che chi governa debba essere un buon padre o una buona madre di famiglia.
Ma non mi risulta che ci sia il “manuale del perfetto genitore” bisogna fare esperienza sul campo ed avere vicino donne e uomini che di “esperienza” ne hanno già e che ci permettano di acquisire con loro quelle capacità amministrative e di governo necessarie per il bene della popolazione.
Mi ha colpito molto nella riunione del 24 aprile quando hai parlato di biodiversità e nello specifico del Bosco del Cerquone. Ho appuntato un acronimo “ZSC” mi spieghi cosa significa e come può diventare quella località il valore aggiunto per Rocca Priora?
(gli brillano gli occhi ed il suo sorriso risplende) Mi fa piacere che ti sia soffermato su questo argomento lo serbo nel mio cuore dai tempi in cui, in università, facevo ricerca.
Noi abbiamo la fortuna di avere una Zona Speciale di Conservazione, ZSC appunto.
Prova a chiudere gli occhi e pensare al nostro territorio in periodo compreso tra 600 mila anni fa e 40 mila anni fa … beh! quello è il Bosco del Cerquone.
Un unicum per il nostro territorio, una zona non contaminata dalle successive forestazioni, i castagni ad esempio, che mutarono moltissimo l’aspetto delle nostre zone.
Li si conservano ancora querce, tigli ed aceri tipici della nostra zona.
Un vero e proprio Santuario Ecologico, un campionario, passami il termine, di molteplici biodiversità, sia faunistiche che floreali.
Si potrebbe creare un indotto turistico magari un vero e proprio centro di ricerca assieme alle università arrivando fino all’ARPA.
Ma quello che diventa ancora più necessario è quello che Claudio Fatelli ha esposto nella riunione a cui tu facevi riferimento: creare quelle strutture capaci di accogliere turisti e ricercatori. Oltre l’indotto ci vuole la capacità recettiva.
Sempre in quella stessa occasione hai ampiamente parlato di Sport ma cosa rappresenta per te?
Qui il discorso si ampia.
Siamo troppe volte abituati a considerare lo sport esclusivamente come pratica sportiva, come attività.
Ma se andiamo a guardare bene lo Sport è la base dell’inclusione, è simbolo e sinonimo di pace, basta guardare nel mondo antico quando durante il periodo olimpico si interrompeva ogni guerra.
Lo Sport insegna a fare tesoro delle sconfitte.
Lo Sport educa i giovani ad una disciplina comportamentale, è la scuola delle regole.
Lo Sport deve diventare un progetto educativo, sociale, inclusivo non esclusivamente motorio.
Quindi una progettualità di questo genere deve diventare l’anima di ogni azione amministrativa.
Un progetto ambizioso, il tuo, ma non si può non condividere
Beh aggiungo che Rocca Priora ha avuto la fortuna di essere stato uno dei primi paesi dei Castelli Romani a dotarsi di un complesso sportivo polivalente. Oggi quella realtà può e deve diventare una Cittadella dello Sport proprio in questo ambito che ho appena descritto. E lo si può fare anche utilizzando strutture ecocompatibili che ne farebbero un unicum nel suo genere.
Sei alla tua seconda esperienza come candidato al consiglio comunale. C’è qualcosa che nella prima tua prima esperienza ti ha colpito?
Si! Non te lo nascondo – dice guardandomi fissa negli occhi – ho sentito forte il peso della responsabilità delle persone che avevano riposto in me la loro fiducia. Un peso importante ma che oggi, ancora di più, mi spinge a fare meglio.
Ma stavolta ho dietro di me una bella squadra che mi supporta e mi sprona ad andare avanti e quello che chiedo ai roccaprioresi è di non smettere mai di stimolarmi anche il giorno dopo le elezioni ricordandogli la mia piena e totale disponibilità a riceverli ogni volta che lo riterranno necessario.
Ed in più, mi prendo l’impegno, già da ora, di incontrarli spesso, in una Assemblea Pubblica, per fare il punto della situazione. Un impegno concreto che mi permetta di ascoltare i loro suggerimenti, le loro idee e, perché no, anche le eventuali lamentele.
Le mie interviste, lo avrai letto, si chiudono sempre con una bacchetta magica che io ti presto e che può far avverare due desideri: uno per te, per la tua famiglia ed uno per la tua città …
Beh facile per la mia famiglia: la serenità e l’armonia e quella capacità di comprendersi sempre.
Per Rocca Priora ho un sogno: una Ludoteca, un luogo che permetta ai giovani di trovarsi e di incontrarsi.
Un luogo che permetta loro di poter tornare ad essere comunità che si unisce e che crea valore aggiunto. E questo lo si può fare utilizzando quelli spazi, troppe volte abbandonati e che, grazie al PNRR il Comune di Rocca Priora sta recuperando appieno.
L’avevo conosciuta dalle parole di alcuni amici che me l’avevano descritta come una donna tenace ma piena di voglia di fare e di capacità di fare sintesi: avevano ragione.
Grazie Anna ed un grosso in bocca al lupo.