CAMPOBASSO: NAS SCOPRONO A VILLA FLORA, LA CLINICA DEGLI ORRORI

 

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Sono scattati 13 arresti domiciliari, compreso il titolare della struttura che, dalle prime informazioni risulta essere il sindaco Montaquila, dove è ubicata la stessa residenza

di Cinzia Marchegiani

Montaquila (IS)
– Villa Flora, è stata ribattezzata la clinica degli orrori, la Residenza Sociale Assistenziale in provincia di Isernia, dove i malati psichiatrici e anziani non autosufficienti venivano maltrattamenti e percossi. La scoperta è avvenuta grazie all’acquisizione dei filmati ottenuti in seguito alla segnalazione dei familiari di un paziente che aveva presentato segni di percosse sul corpo.

I Nas di Campobasso, ma anche di Bari, Napoli Salerno e Foggia già dalle prime ore dell’alba si sono attivati e stanno ufficializzando gli arresti domiciliari di 13 persone, tra cui infermieri e operatori socio-sanitari, compreso il titolare della struttura che dalle prime informazioni sembra essere il sindaco di Motaquila, dove è ubicata Villa Flora. L’ipotesi di reato a loro carico è maltrattamento, sequestro di persona, percosse, lesioni e abbandono di persone di incapaci.

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09/10/2014 MONTAQUILA, VILLA FLORA: ECCO GLI ORRORI DELLA CLINICA DEL SINDACO

 




TRITON: CECILIA MALMSTRÖM CONFERMA CHE L’OPERAZIONE NON SOSTITUISCE MARE NOSTRUM

di Cinzia Marchegiani


Bruxelles– A decorrere dal 1 novembre 2014,  il Frontex ha coordinato un'operazione congiunta  denominata Triton che  inizierà la sua attività nel Mediterraneo centrale a sostegno degli sforzi italiani. I dettagli di Triton, tra cui l'area operativa e le risorse necessarie, sono stati concordati tra Frontex e l'Italia, sulla base delle richieste formulate dalle autorità italiane.
A parlare e mettere i puntini sulle “i” sul funzionamento dell’operazione Triton è il commissario europeo Cecilia Malmström, con una dichiarazione inequivocabile oggi 7 ottobre 2014:” Con il suo funzionamento Mare Nostrum, l'Italia ha fatto un lavoro formidabile per aiutare migliaia e migliaia di rifugiati che hanno rischiato la loro vita cercando di attraversare il Mediterraneo in vasi traballanti. È chiaro che l'operazione Triton non può e non sostituire Mare Nostrum. Il futuro del Mare Nostrum rimane in ogni caso una decisione italiana. Triton non influenzerà le responsabilità degli Stati membri nel controllo della loro parte delle frontiere esterne dell'UE, e dei loro obblighi nei confronti della ricerca e soccorso di persone in difficoltà. Sono fiducioso che l'Italia continuerà ad adempiere ai propri obblighi europei e internazionali e la Commissione europea è pronta a continuare a fornire assistenza europea a tali iniziative.” Il commissario Malmström spiega che per avere successo, questi sforzi in mare devono essere integrati da altre misure, gli stati europei ora devono dare piena attuazione del sistema europeo comune di asilo, e che sarà fatto un serio sforzo per stabilire un programma veramente europeo per il reinsediamento dei rifugiati:”Le sfide che l'Unione europea si trova ad affrontare richiede tutti gli Stati membri di assumersi la responsabilità, e offrire protezione a chi ne ha bisogno."

L'operazione Mare Nostrum è spiegata nei dettagli da una nota sul sito dell’UE, definita come operazione in corso in prossimità della costa libica con mezzi navali italiani. L'UE ha sostenuto l'operazione finanziariamente 1,8 milioni di  euro le azioni di emergenza nell'ambito del Fondo per le frontiere esterne. L’assistenza per l'Italia è stato fornito attraverso le due operazioni Frontex coordinate Hermes and Aeneas e le operazioni congiunte coordinate da Frontex Hermes ha, in una forma o l'altra e con poche interruzioni, andata avanti per diversi anni. L'Italia ha agito come unico Stato ospitante. Questa operazione congiunta è in corso in prossimità della costa italiana per il controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea con un budget annuale per il 2014 di circa 5 milioni di euro. Conformemente alla richiesta del paese ospitante, mare attività sostenute nel funzionamento provengono da Italia (Guardia Costiera e / o Guardia di Finanza); altri Stati membri contribuiscono con una sorveglianza di aeromobili e ospiti ufficiali sulla terra per aiutare con lo screening / debriefing.
Frontex ha inoltre coordinato Enea un'operazione congiunta con l'Italia come Stato ospitante. Questa operazione concentrata principalmente sui flussi migratori provenienti da Egitto e Turchia (via Grecia) per l'Italia.
Triton conta sulle risorse umane e tecniche messe a disposizione dagli Stati membri partecipanti. In questa direzione Frontex ha lanciato un invito agli Stati membri per i contributi di cui due velivoli ad ala fissa di sorveglianza, tre pattugliatori, così come sette squadre di agenti distaccati per debriefing / raccolta di intelligence e le finalità di screening / identificazione. Inoltre le attività italiane faranno parte dell'operazione.
Un costo esorbitante, il budget mensile è stimato intorno a 2.900.000 euro al mese. Per finanziare il lancio e la prima fase dell'operazione, i fondi sono stati riassegnati dal Fondo Sicurezza interna e all'interno del bilancio di Frontex. L’aumento del bilancio Frontex 2015 deve essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, al fine di finanziare l'operazione con la stessa intensità nel lungo periodo. Come per tutte le operazioni Frontex, Triton opererà nel pieno rispetto degli obblighi internazionali e comunitari, tra cui il rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento che esclude spalle push.
Triton è destinato a sostenere gli sforzi italiani, e non sostituisce o sostituire gli obblighi italiani nel monitoraggio e rilevamento delle frontiere esterne di Schengen e nel garantire il pieno rispetto della UE e degli obblighi internazionali, in particolare quando si tratta di ricerca e soccorso in mare. Essa implica che l'Italia dovrà continuare a fare continui sforzi notevoli con mezzi nazionali, pienamente coordinati con l'operazione Frontex, per gestire la situazione.
Tutti gli Stati membri potrebbero utilizzare per il supporto operativo, vale a dire i costi di gestione delle loro operazioni di controllo delle frontiere, fino al 40% delle risorse disponibili per i loro programmi nazionali nell'ambito del nuovo Fondo Sicurezza. Nel caso di Italia, tenendo conto che oltre 156.000.000 di euro sono assegnati in Italia, più di 62.500.000 di euro potrebbe essere assegnato al supporto operativo nell'ambito del suo programma nazionale per il periodo 2014-2020.

Gli Italiani guradano e si stupiscono come i fondi per emergenze umanitarie siano sempre diponibili, ma non per le emergenze nazionali dei paesi membri. Una discriminazione che sta sempre più esasperando chi sta cominciando a vivere nella povertà nel proprio paese, senza assistenza e senza più diritti…dovrebbero spiegarlo a quegli italiani che avevano occupato palazzi abbandonati e fatiscenti e sfrattati per strada.




DELITTO GARLASCO: MERCOLEDI' 8 OTTOBRE RIAPRE IL PROCESSO DI SECONDO GRADO A MILANO

di Cinzia Marchegiani

Milano – Importante appuntamento domani al Palazzo di Giustizia di Milano, riapre il processo di secondo grado disposto dalla Cassazione. Unico imputato dell’omicidio di Chiara Poggi è il suo fidanzato Alberto Stasi. Il corpo della ragazza fu trovato il 13 agosto del 2007 Garlasco che giaceva massacrato nella villetta dei genitori assenti in qui giorni. Per Stasi stavolta la strada si fa più impervia. Al processo sarà considerato il nuovo dato emerso dalla perizia chiesta dai Giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano che da pochi giorni è stata depositata: “È pressoché impossibile che Alberto Stasi quando ritrovò il corpo senza vita della sua fidanzata Chiara Poggi abbia potuto evitare di calpestare delle macchie di sangue. Le probabilità di non intercettare alcuna traccia ematica nella villetta di via Pascoli sono pari a 13 o a 16 per ogni miliardo.” Nella relazione di cui si discuterà in aula, Roberto Testi, responsabile dell'unità di medicina legale dell'Asl 2 di Torino, Gabriele Bitelli e Luca Vittuari (entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Bologna) hanno scartato il cosiddetto "evitamento implicito" su cui si "è ampiamente dibattuto" nel processo di primo grado.
Chiara aprì la porta al suo assassino o era con lei? In quel periodo i suoi genitori erano in vacanza e a dare il primo allarme nel pomeriggio fu Alberto Stasi, che preoccupato perché non riusciva a contattarla, si era recato a casa di Chiara dove la trovò in un lago di sangue. Una storia che lascerà troppi dubbi e alcuna certezza. Del suo rinvio a giudizio Stasi fu assolto in primo grado, la stessa sentenza fu poi confermata in appello. Di quella sentenza rimarrà un boccone amaro per  Stasi, poiché la Corte di Cassazione annullò il 18 aprile 2013 l’assoluzione ed ora è pronta a ripartire la macchina della giustizia. I nuovi elementi emersi dalla nuova perizia appena depositata e quella sugli accertamenti genetici saranno discussi in aula a partire da domani 8 ottobre 2014. Sarà determinante la ricostruzione della dinamica dell'assassinio fatta dai tre nuovi esperti nominati, che a differenza dei periti del primo grado, spiegano che la prima fase dell'aggressione, avvenuta in soggiorno, non "sarebbe durata un tempo considerevole" bensì "assai breve" (in questo modo sarebbe ridotto anche il lasso di tempo in cui è stato commesso l'omicidio). Inoltre gli stessi ipotizzano che Chiara, dopo essere stata buttata lungo le scale ed essere scivolata per i primi gradini, "sia stata raggiunta dall'aggressore, nuovamente colpita e spinta per i piedi verso il basso".




PACEMAKER CERTIFICATI SENZA TEST: ISS E MINISTERO DELLA SALUTE SOTTO L’OCCHIO DELLA MAGISTRATURA

di Cinzia Marchegiani

Roma – Una sanità che fa accapponare la pelle. Falle gigantesche che sono individuate espressamente da inchieste giornalistiche, mentre i tutori e i garanti della sanità preposti a tale compito sembrano dormire sonni tranquilli. Report, storica trasmissione televisiva su Rai tre fa centro un’altra volta con un’inchiesta mandata in onda domenica sera, 5 ottobre, a firma del giornalista Sigfrido Ranucci sul laboratorio fantasma dell'Istituto Superiore di Sanità che certifica la sicurezza di pacemaker e defibrillatori. Una vera inchiesta ha spalancato porte che nascondono verità agghiaccianti.Dalle immagini trasmesse in esclusiva si mostrava un laboratorio in stato di abbandono con macchinari rotti, vecchi e inutilizzati. Inoltre, dalla documentazione in possesso di Report, emergeva anche che l’Istituto Superiore di Sanità era a conoscenza che il laboratorio non funzionava già dal settembre 2010, quando con uno scambio di lettere protocollate, un ingegnere incaricato di migliorare l’efficacia dei controlli sulla sicurezza dei pacemaker, rinunciava all'incarico perché impossibilitato a svolgere le attività previste, come si evince dal documento riportato da Report :”In relazione all’incarico di servizio si comunica che non esistono condizioni oggettive per svolgere le mansioni relative all’incarico di responsabile della linea di protocollo Pacemaker, per le ragioni sinteticamente riportate di seguito:
L’attuale laboratorio di prova pacemaker non consente l’esecuzione di nessuna delle prove previste dall’attuale normativa tecnica (EN 45502-1, EN45502-2-1, 60601-1, 60601-1-2)
La supervisione della manutenzione e dell’assistenza tecnica delle apparecchiature del laboratorio di prova Pacemaker presuppone l’esistenza del laboratorio di prova, che di fatto, non esiste.
Si sottolinea inoltre la difficoltà di svolgere le mansioni relative all’incarico di responsabile della manutenzione, sviluppo e gestione delle apparecchiature elettroniche, in quanto la gestione delle apparecchiature HW e SW è subordinata, oltre che alla presenza delle apparecchiature stesse e di SW con licenza, anche dell’esistenza di una pianificazione tecno-economica. Inoltre le attuali procedure di acquisto di beni e servizi non consentono di garantire una corretta gestione del parco attrezzature in relazione alle scadenze temporali tipiche di un’attività di certificazione. Per quanto evidenziato, non è possibile svolgere le attività previste per l’incarico ricevuto.”
Ora la stessa redazione di Report informa che gli ispettori del Nucleo della Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, coordinati dal colonnello Cosimo di Gesù, nel corso della perquisizione negli uffici dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), avrebbero trovato le prime conferme di quanto denunciato da Report. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno ispezionato il laboratorio, che dovrebbe certificare la sicurezza di dispositivi che sono impiantati nel corpo, quali ad esempio pacemaker e defibrillatori, trovandolo nelle stesse condizioni documentate dall’inchiesta di Sigfrido Ranucci. E’ stato trovato addirittura un plico di certificazioni con un post-it allegato con sopra scritto “mancano i rapporti di conformità” , quei rapporti che vengono fatti solo in presenza dei test eseguiti in laboratorio. Sarebbero stati trovati solo vecchi rapporti di conformità risalenti addirittura al 2009, con risultati anche approssimativi. E sarebbero state raccolte le prime ammissioni da parte di alcuni dipendenti che avrebbero ammesso che dietro quelle certificazioni non sono mai state fatte le prove.
La perquisizione nei locali dell’ISS è stata effettuata su mandato del pm Giorgio Orano della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo poche ore dopo la messa in onda dell'inchiesta di Report.

Dei 700 mila portatori di pacemaker in Italia, si è valutato che ogni anno ci sono altri 60 mila nuovi pazienti si sottopongono all'impianto del dispositivo. Ma cosa è stato impiantato? Erano sicuri questi dispositivi medici salvavita? Ora l’indagine si farà più capillare per comprendere quali enti debbano certificare che i pacemaker, neuro stimolatori o defibrillatori impiantati siano sicuri, con il marchio di conformità CE. L'istituto Superiore di Sanità è uno degli organismi notificati europei a certificare i dispositivi che vengono impiantati nel nostro corpo, e l'unico in Italia per pacemaker e neurostimolatori, Ma soprattutto si dovrà comprendere una volta per tutte, il ruolo del Ministero della Salute, che dovrebbe vigilare sopra tutto. Per ora Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha disposto l'avvio di una indagine amministrativa urgente per accertare l'effettivo svolgimento dei fatti, il rispetto delle procedure di legge ed eventuali responsabilita' sul laboratorio "fantasma" per i controlli sui pacemaker all'Istituto Superiore di Sanita'. Il Ministro ha chiesto pertanto al Commissario straordinario dell'Iss Gualtiero Ricciardi di effettuare un audit interno urgente, di riferirne gli esiti al Ministero vigilante e di assumere senza indugio ogni iniziativa, anche di tipo giurisdizionale, per garantire il buon andamento dell'azione dell'Istituto…

Come dire, chiudiamo i cancelli quando i buoi son scappati tutti. Nel frattempo è allarme per chi ha ricevuto un dispositivo medico salvavita che deve venire a sapere da un’inchiesta giornalistica televisiva che i garanti della sanità son caduti dal pero, e che forse quei dispositivi non sono mai stati controllati prima di essere stati inseriti nel loro corpo. Repost si conferma dalla parte dei consumatori e dei cittadini.




DELITTO GARLASCO: I TRE ESPERTI DELLA CORTE D'ASSISE D'APPELLO SCARTANO L'“EVITAMENTO IMPLICITO” DEL SANGUE DI CHIARA POGGI

Roberto Testi, responsabile dell'unità di medicina legale dell'Asl 2 di Torino, Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Bologna, viene scartato il cosiddetto "evitamento implicito" su cui si "è ampiamente dibattuto" nel processo di primo grado.

di Cinzia Marchegiani

Delitto Garlasco – Un giallo che promette ogni volta cambi repetini e importanti piste che sembrano aprire nuovi scenari. Nel ricostruire la dinamica dell'assassinio i tre nuovi esperti nominati, a differenza dei periti del primo grado, spiegano che la prima fase dell'aggressione, avvenuta in soggiorno, non "sarebbe durata un tempo considerevole" bensì "assai breve" (in questo modo sarebbe ridotto anche il lasso di tempo in cui è stato commesso l'omicidio). Inoltre ipotizzano che Chiara, dopo essere stata buttata lungo le scale ed essere scivolata per i primi gradini, "sia stata raggiunta dall'aggressore, nuovamente colpita e spinta per i piedi verso il basso". Questa perizia e quella sugli accertamenti genetici verranno discusse in aula a partire dall'8 ottobre. Le nuove relazioni sembrano confermare che Stasi avesse poche e infinitesime possibilità di non pestare il sangue di Chiara. Questa importante ricostruzione sarà portata al processo di secondo grado che parte fra due giorni, dove Stasi è imputato per l’omicidio di Chiara il 12 agosto 2007. Al processo sarà considerato il nuovo dato emerso dalla perizia chiesta dai Giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano: “È pressoché impossibile che Alberto Stasi quando ritrovò il corpo senza vita della sua fidanzata Chiara Poggi abbia potuto evitare di calpestare delle macchie di sangue. Le probabilità di non intercettare alcuna traccia ematica nella villetta di via Pascoli sono pari a 13 o a 16 per ogni miliardo. Nella relazione, depositata qualche giorno fa, e di cui si discuterà in aula, Roberto Testi, responsabile dell'unità di medicina legale dell'Asl 2 di Torino, Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Bologna, viene scartato il cosiddetto "evitamento implicito" su cui si "è ampiamente dibattuto" nel processo di primo grado.
Il dato emerso prenderebbe ancora più corpo e valore in quanto Alberto Stasi non è riuscito mai a spiegare nel dettaglio e quindi a chiarire se quel giorno fosse sceso per uno o due gradini della scala sulla quale ritrovò il cadavere di Chiara. In merito sono state analizzate due alternative su un'area "effettivamente calpestabile". La prima analizza il percorso compiuto costituito da 8 passi per via dell'esclusione del secondo gradino e "un innaturale" movimento di Alberto ("arretramento sui propri passi senza girare il piede sul gradino"): secondo i calcoli degli esperti nominati dalla Corte d'Assise d'Appello, "si ottiene per la probabilità composta il valore 0.0000316% se il percorso ha inizio con il piede sinistro ed il valore 0.0000320% se il percorso ha inizio con il piede destro. Se si considerano 10 appoggi", incluso quindi anche il secondo gradino, "si ottiene per la probabilità composta il valore 0.0000016% se il percorso ha inizio con il piede sinistro ed il valore 0.0000013% se il percorso ha inizio con il piede destro".
A queste nuove evidenze, “Chi l’ha Visto?” storica e importante trasmissione su Rai 3, ricorda gli accertamenti eseguiti sulle scarpe indossate da Stasi e da lui consegnate ai carabinieri la mattina dopo il che delitto e risultate prive di macchie di sangue, prove che vanno ad ingrossare le nuove perizie in questa direzione. Per i periti “la morfologia delle suole della Lacoste calzate quel giorno da Alberto si prestava a trattenere le tracce di sangue, anche i frammenti essiccati: dall'esame "è possibile – riporta la relazione – osservare la presenza di piccole particelle adese alle creste della suola" ed "è ragionevole che tali particelle restino aderenti per un tempo determinato". Per questo ritengono impossibile che non sia stata trasferita alcuna traccia ematica sui tappetini della sua Golf, l'auto su cui salì per andare dai carabinieri a dare l'allarme, dopo aver "percorso avanti e indietro il pavimento sporco di sangue."




OPEL: 8 MILA MODELLI POTREBBERO ESSERE PERICOLOSI

di Cinzia Marchegiani

Opel, sta richiamando due modelli la Adam e la Corsa (modello attuale) consegnate da Maggio 2014. Circa 8000 di questi veicoli sono stati prodotti con un componente del sistema sterzante che non è conforme alle specifiche. La casa automobilistica con urgenza invita, al fine di evitare qualsiasi rischio, di non utilizzare questi modelli prima di essere controllati.
L’Opel sta prendendo provvedimenti immediati, poiché è venuta a conoscenza della circostanza durante controlli periodici di qualità effettuati nello stabilimento di produzione del veicolo, ma non è a conoscenza di alcun incidente o lesione collegato a questo evento.
L’azienda sta mettendosi in contatto con i propri clienti attraverso molteplici canali. Nel caso in cui il veicolo fosse interessato il cliente sarà automaticamente contattato da Opel. Comunque i clienti possono verificare se la loro vettura rientra tra quelle interessate seguendo le istruzioni che vengono indicati dal sito ufficiale dell’Opel che qui riportiamo:
1) è necessario controllare il Numero Telaio del Veicolo e il codice di produzione sull’albero dello sterzo. Il numero di telaio si trova nella parte inferiore del parabrezza, o nel libretto di circolazione del veicolo, sono necessarie le ultime 8 cifre.
Prese le ultime 8 cifre, Per verificare se il veicolo è interessato da questo richiamo, è necessario controllare questo numero di telaio rientra nel seguente intervallo:
OPEL ADAM:
Numero telaio (ultime 8 cifre) compreso tra: E6077301 – E6113446
F6000001 – F6006544
OPEL Corsa D:
Numero telaio (ultime 8 cifre) compreso tra: E6071016 – E6118738
E4181031 – E4308122
2) Se il numero telaio della vettura è compreso in questo intervallo, si deve procedere nella verificare del codice di produzione sull’albero dello sterzo.
Se il codice di produzione sull’albero dello sterzo è 20E4 oppure 20K3, il veicolo rientra tra quelli interessati, e non deve essere guidato per evitare qualsiasi rischio. L’Opel spiega nei dettagli com’è individuato il codice di produzione sull’albero dello sterzo, che avviene tramite delle procedure precise:
Aprire la portiera lato guidatore della vettura.
Verifiare che il veicolo si trovi in un luogo sicuro e che il freno di stazionamento sia inserito, in modo da impedire qualsiasi movimento del veicolo stesso.
La marcia del cambio manuale deve essere in folle, la leva del cambio automatico deve essere nella posizione “P”.

L’Opel spiega nei dettagli com’è individuato il codice di produzione sull’albero dello sterzo, che avviene tramite delle procedure precise:
Aprire la portiera lato guidatore della vettura.
Verifiare che il veicolo si trovi in un luogo sicuro e che il freno di stazionamento sia inserito, in modo da impedire qualsiasi movimento del veicolo stesso.
La marcia del cambio manuale deve essere in folle, la leva del cambio automatico deve essere nella posizione “P”. Avviare il motore per attivare il servosterzo.
Osservare la zona dei pedali, dietro i pedali della frizione, del freno e dell’acceleratore: si vedrà un giunto cardanico che ruota quando si ruota il volante. Ruotare il volante fino a quando si vedeno i codici stampati sul giunto inferiore. Questo codice a 4 cifre è stampato al contrario. Occorre voltare il capo per leggere le cifre correttamente.

Se il codice di produzione non è 20E4 oppure 20K3 la vettura può essere guidata in tutta sicurezza fino al Suo concessionario di fiducia per avere la conferma definitiva.

Per chi non è in grado di eseguire il controllo da solo, si invita a non guidare la vettura e contattare il proprio concessionario Opel, i clienti possono anche rivolgersi al Centro Assistenza Clienti Opel, tel. +39 06 5465 2000 o l’indirizzo mail “opel.italy@gm.com”




STAMINA “COLORIAMO LA SPERANZA”: INIZIA IL TOUR A ROMA CON LA PRIMA TAPPA

di Cinzia Marchegiani

Roma
– Al via il Tour Coloriamo l'Italia di speranza prima tappa proprio a Roma, cornice di tante manifestazioni e incontri di tutte le famiglie che ad oggi attendono risposte documentate su quello che è stato il loro grande dramma. Il Tour Coloriamo l'Italia vuole essre la prima di tante occasioni in varie città d'Italia per aiutare le famiglie, che da mesi lottano per poter curare i propri figli col metodo Stamina, per sentire la loro testimonianza e incontrarsi, far conoscere questa realtà a più persone possibili. Il loro obiettivo è racchiuso in questo progetto che ora diventa concreto:” Il tour nasce con l'intento di divulgare la verità, sempre sottaciuta quando non manipolata da parte dei media nazionali, di sostenere economicamente anche azioni legali, collettive o personali in caso di famiglie in difficoltà, tese a riaffermare lo stato di diritto che dovrebbe essere garantito da ben due leggi italiane (la legge Turco-Fazio del 2006 e la legge 57 del 2013), che prevedono le terapie compassionevoli, per malati rari e gravissimi orfani di alternative terapeutiche, e infine essere pronti a sostenere anche le spese per le infusioni qualora si sbloccasse la situazione a Brescia.”

Il Movimento Stamina si presenta senza bandiere e colori, definendosi come un'associazione di volontari apolitica e apartitica, nata per aiutare le famiglie dei malati in cura o in lista d'attesa a Brescia, la Stamina Foundation, e in generale le famiglie dei malati tutti.
Il tour, definito della speranza, approderà, con il passaggio di un testimone virtuale da una regione all'altra. Le tappe interesseranno proprio le città natie di alcuni dei bimbi in cura con Stamina e non, e saranno presenti i loro genitori, a raccontare i miglioramenti che hanno avuto i bambini, grazie alle infusioni, pur essendo affetti da patologie rare e neurodegenerative molto gravi, ma verrà data voce anche a tutti i malati che vorranno portare la loro testimonianza.




COTRAL, MEZZI IN FIAMME: CITTADINANZATTIVA LAZIO ONLUS CHIEDE URGENTI INTERVENTI DI MANUTENZIONE

di Cinzia Marchegiani

Montefiascone e Montefalco (RM)  – Cittadinanzattiva Lazio esprime la massima preoccupazione per i ripetuti episodi di incendio o malfunzionamento di pullman Cotral registrati nelle ultime settimane. Questo comunicato raccoglie anche le preoccupazioni del Comitato Mobilità Pendolari e Studenti della Provincia di Roma che ha già richiesto a Cotral di intervenire, raccogliendo promesse e impegni che evidentemente tardano a trasformarsi in realtà. Il Segretario Regionale Cittadinanzattiva Lazio Onlus, Roberto Crea in merito si riferisce alle notizie riportate dai media dei due incendi che hanno coinvolto due mezzi tra ieri e oggi: uno a Montefiascone, al momento vuoto e in attesa dei passeggeri (completamente distrutto dalle fiamme partite, sembra, dal motore), mentre il secondo ha bruciato un pulman che collega Montefalco a Tivoli carico di studenti che per fortuna sono riusciti a scendere [TIVOLI, COTRAL: PRENDE FUOCO BUS MONTEFALCO TIVOLI CON STUDENTI A BORDO]

Chiediamo interventi immediati di manutenzione e verifica dei mezzi per evitare che episodi come questi, davvero inaccettabili, possano trasformarsi in tragedie. Solo qualche settimana fa Cittadinanzattiva aveva segnalato a Cotral, senza ricevere risposta alcuna nemmeno dalla Regione, un pulman della stessa società che ha percorso la strada Tivoli-Roma senza luci posteriori in pieno buio, considerando che la Tiburtina in lunghi tratti non è illuminata.




TIVOLI, EMODINAMICA CHIUSA: PARTE LA DIFFIDA PER NICOLA ZINGARETTI

 

Cittadinanzattiva fa presente che nessuno degli atri punti della diffida hanno avuto una risposta:”Dispiace che questa amministrazione, dopo promesse di partecipazione, ascolto e cambio di sistema, consideri le diffide di Cittadinanzattiva e dei cittadini alla stregua di lettere di auguri.”

 

di Cinzia Marchegiani

Tivoli (RM) – Per Cittadinanzattiva Lazio – Tribunale per i Diritti del Malato il tempo delle parole è finito. Dopo la consegna della diffida al Presidente Zingaretti, al Ministro della Salute e al Direttore Generale della Roma G, l’associazione ricorda come rispondeva la Regione Lazio: “Per quanto riguarda l’emodinamica dell’ospedale di questa Amministrazione ha risolto in questi mesi tutti i problemi che ostacolavano la regolare e legale funzionalità del servizio e da settembre riprenderà a funzionare grazie anche all’apporto di due cardiologi.”

In merito ricordiamo che proprio il 18 settembre 2014 con un decreto n.289 firmato dal Commissario ad acta, Nicola Zingaretti la Regione ufficializza la conclusione del procedimento di accreditamento dell'emodinamica in funzione presso l'ospedale di Tivoli ed esprimeva parere favorevole alla sua messa in esercizio. Zingaretti ne commentava la notizia:” Questo provvedimento consegna alla sanita' di un'area densamente abitata del sublacense, una struttura fondamentale per fronteggiare i casi d'infarto in modo tempestivo e senza spostamenti in ospedali piu' lontani. Anche in questo caso si volta pagina con questo provvedimento si dota il sistema d'emergenza di un'area della provincia importante e densamente abitata, come quella di Tivoli e Guidonia, di un servizio essenziale e d'avanguardia su cui potranno fare affidamento i cittadini nel caso di gravi malattie cardiache''.

Ma Cittadinanzattiva Onlus fa i conti con la realtà e fa presente che ai primi di ottobre tutto ancora è chiuso e rincara:”dopo una paradossale, pubblica pantomima con scambio di accuse reciproche tra Regione e Direzione Aziendale sul personale mancante, questo è il risultato: nulla!" I pazienti rischiano la vita in caso di infarto come la stessa associazione dimostra con i dati ufficiali dei documenti presentati, dove emerge come in assenza di emodinamica la mortalità è molto più alta. Cittadinanzattiva inoltre fa presente che nessuno degli atri punti della diffida hanno avuto una risposta:”Dispiace che questa amministrazione, dopo promesse di partecipazione, ascolto e cambio di sistema, consideri le diffide di Cittadinanzattiva e dei cittadini alla stregua di lettere di auguri.”

Cittadinanza riporta i dati pesanti sull’emergenza sanitaria del territorio, denunciando la mancanza dei centri i centri mobili di rianimazione (ce n’è uno solo dotato di equipaggio in tutta la ASL, la più grande di Roma, e ha ormai 580.000 km sulle spalle) e le ambulanze con medico a bordo;  la TAC attiva 24 ore c’è una sola, ed è a Tivoli, per la somministrazione di mezzo di contrasto in caso di necessità per casi urgenti; mancano anche le elisuperfici attrezzate per gli interventi di emergenza dell’elicottero (quindi si muove tutto su ambulanze assolutamente insufficienti in casi gravi, quindi la situazione è assai grave). Sul fronte posti letto il quadro fotografato vede numeri al di sotto delle norme previste, 0,98 posti letto per acuti ogni 1000 abitanti contro i 3 previsti. “Subiaco – continua Cittadinanzattiva- diventerà poco più di una casetta della salute, e dubitiamo che possa garantire il pronto soccorso perchè la chirurgia non è prevista ma solo un day-surgery (parola del viceministro della salute e il sovraffollamento drammatico dei pronto soccorso, la mancanza di personale che peggiora di giorno in giorno, e così via.”

Tutto questo a danno dei cittadini che hanno bisogno di assistenza e nonostante degli sforzi del personale sanitario. Abbiamo tentato in ogni modo di aprire una discussione, nessuna risposta. Adesso basta davvero, partono le azioni legali, come anticipate nella diffida precedentemente inoltrata.




ZAGAROLO: SAGRA DELL’UVA ALL’OMBRA DI ILARIA RASCHIATORE

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Una Sagra dell’Uva partecipata, e sentita. Corrado e Liliana, genitori della piccola Ilaria Raschiatore morta a quattro anni nel 2004 sotto il peso di un cancello non in sicurezza in una scuola materna di Zagarolo, sono presenti in piazza Indipendenza, accanto a Palazzo Rospigliosi con un gazebo per continuare la raccolta delle firme relative la petizione per avere risposte in merito alla scuola che doveva essere già costruita a Colle Palazzola.

Un edilizia scolastica che doveva essere intitolata a nome della loro figlia morta il 6 ottobre di 10 anni fa, dopo che un cancello della scuola Colle dei Frati non in sicurezza gli cadde addosso. Una petizione che purtroppo conferma che ad oggi non sia ancora arrivata alcuna comunicazione ufficiale, che spieghi cosa intralcia l’inizio dei lavori su un progetto che ad oggi ha dimostrato l'esistenza di troppe ombre, sia dalle istituzioni comunali che dalla Regione Lazio. Una nebulosa che sembra non volersi diradare.

Continueremo a seguire la vicenda e terremo informati i lettori anche su come si è conclusa la richiesta dell’Osservatore d’Italia in merito all’accesso agli atti protocollata al Comune di Zagarolo, lo scorso 1 settembre 2014, usciti dall’ufficio del Sindaco Giovanni Paniccia. Quel giorno  il nostro giornale era stato testimone dell’incontro avvenuto tra il comune di Zagarolo e la famiglia Raschiatore…

La petizione, ricorda Corrado Raschiatore, non costa nulla, e questa servirà a coinvolgere chi vuole essere partecipe, ma non utilizza internet nella quotidianità.

Ricordiamo l’indirizzo per aderire alla petizione Popolare “Scuola per Ilaria” http://www.change.org/p/matteo-renzi-scuola-per-ilaria

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NICHOLAS GREEN: UN GESTO D’AMORE CHE RIMANE CRISTALLIZZATO NEL CUORE DEGLI ITALIANI

di Cinzia Marchegiani

IL 1° ottobre 1994 è una data che gli italiani hanno scolpito nella propria memoria, quel giorno il piccolo Nicholas Green perdeva la vita in un letto d’ospedale al centro neurochirurgigo dell’ospedale di Messina. Nicholas aveva sette anni quando dalla California era partito con i genitori e sua sorella Eleonor per visitare il nostro belpaese della cultura, delle bellezze storiche che affascinavano la sua famiglia. Ma un destino e una casualità infame lo attendeva sull’autostrada A3 Salerno Reggio Calabria, nei pressi dell’uscita Serre, vicino a Vibo Valencia. La loro autovettura, una Y10 Autobianchi era stata scambiata per quella di un gioielliere cui i malviventi avevano avuto una soffiata per eseguire una rapina. Era il 29 settembre 1994, e Nicholas è colpito con un proiettile alla testa. La morte di Nicholas sconvolse l’Italia intera, rimasta ammutolita per la barbarie e disumanità perpetrata con tanta facilità. Un piccolo turista veniva ucciso in un agguato di malaffare e crudeltà inaudita, e tutti nel nostro intimo ci siamo sentiti impotenti contro quell'omicidio eseguito a sangue freddo.

Le indagini furono subito attivate, nel 1995 furono individuati gli autori del delitto che fece notizia sui giornali di tutto il mondo. Francesco Mesiano (di 22 anni) e Michele Iannello (di 27 anni), entrambi originari di Mileto (Vibo Nalencia) vennero indagati e rinviati a giudizio per questo omicidio, loro si dichiararono innocenti. Nel 1997 furono assolti dalla corte d'assise di Catanzaro, ma la corte d'assise d'appello di Catanzaro nel 1998 condannò Mesiano a 20 anni di reclusione mentre a Iannello (in qualità di autore materiale dell'omicidio) fu comminato ’ergastolo,la sentenza che sarà poi confermata in Cassazione. Iannello, decise in seguito di collaborare con la giustizia di confessare vari delitti chiedeva la revisione del processo Green in quanto continuava a dichiararsi estraneo a questo omicidio. ma l’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Vibo Valencia sulle basi di queste indicazioni fu poi archiviata.
Di quest’immane tragedia, nacque un fiore stupendo, che rimane a tutt’oggi cristallizzato nella memoria e nei cuori degli italiani. Un gesto d’amore immenso messo a disposizione dei malati in Italia. Papà Reginald Green e sua moglie autorizzarono il prelievo e la donazione degli organi di Nicholas di cui ne beneficiarono ben sette, quattro adolescenti e un adulto, mentre altri due riceventi riacquistarono la vista grazie al trapianto delle cornee.

I coniugi Green profusero con umiltà, un esempio di grande altruismo e coraggio che fu da subito contraccambiato con una grande riconoscenza e ammirazione, poiché in un momento di profondo dolore sono riusciti ad insegnare al mondo intero che la vita rimane comunque un dono prezioso, un atto che farà di seguito impennare le donazioni in Italia, sensibilizzando vivacemente una tematica delicata. L'Amministrazione Comunale di Cosenza, con a capo il sindaco Giacomo Mancini, ha intitolato l'ex Parco degli Ulivi "PARCO NICHOLAS GREEN"…. ma non solo, poiché in ogni parte d’Italia fu intitolata una piazza, un giardino, una scuola in ricordo di questa giovane vita rapita dalla mano violenta, per esprimere riconoscenza e ammirazione per la forza, il coraggio e l'umanità mostrati dai genitori di Nicholas. Ogni anno il papà di Nicholas torna in Italia avvolto dall’amore e riconoscenza di quel gesto d’amore. A Reggio Calabria Reginald Green, quest’anno a settembre è stato accolto in un convegno a Reggio Calabria, ricevuto da Francesco Talarico il presidente del Consiglio regionale della Calabria, l'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, e il responsabile del Centro regionale trapianti, Pellegrino Mancini. Il monumento eretto a nome di Nicholas con sette campane e sette colombe simboleggia la vita che rinasce proprio da quel gesto che commosse tutti in Italia. La targa con la scritta "Donare è rinascere. Giornata in memoria di Nicholas Green" è stata posta sul monumento che è stato realizzato con la fusione dei metalli ricavati dalle armi sequestrate alla criminalità organizzata.

Nicholas Green, vive non solo nei malati che beneficiarono della donazione, ma in ogni italiano, un gesto che rimarrà scolpito nella memoria di tutti.