SPERIMENTAZIONE FARMACI: NUOVA PARTENZA DEL TAVOLO MINISTERIALE


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di Cinzia Marchegiani

Roma – Lo scorso Mercoledì 7 ottobre 2015 può essere considerata una data storica che ricorderà il riavvio del Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi/sostitutivi alla sperimentazione animale.

Inaugurato dal precedente ministro della salute Renato Balduzzi a seguito di un accordo politico con il Partito Animalista Europeo, successivamente era stato bloccato dall'attuale ministro Beatrice Lorenzin.

La linea dura intrapresa dal Partito Animalista Europeo nel difendere a tutti i costi il confronto scientifico tra le diverse posizioni degli scienziati in merito alla sperimentazione dei farmaci, aveva portato a diffidare la stessa ministra Beatrice Lorenzin a continuare i lavori. Una sorta di braccio di ferro innescato con molte polemiche che di fatto ha visto la risoluzione di questa empasse istituzionale scientifica solo a distanza di due anni, a seguito dell'iscrizione sul registro degli indagati del precedente direttore generale Gaetana Ferri, rimossa dall'incarico, e dello stesso ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

La lieta novella dell’avvio ai lavori fu annunciata dallo stesso presidente del PAE lo scorso 23 maggio 2015, quando il Ministero della Salute, con documento a firma del nuovo Direttore generale della sanità animale e farmaci veterinari, Dott. Silvio Borrello, indirizzato alla segreteria nazionale del Partito Animalista Europeo, confermava la volontà di ripristinare il Tavolo tecnico-scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.

Nuova partenza del confronto scientifico. Il 7 ottobre con una nuova partenza il Tavolo ministeriale ha tagliato il nastro e il giorno dopo si è svolta presso la sede centrale del Ministero della Salute la prima seduta del Tavolo tecnico scientifico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale del Governo Renzi.

 Il Presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli con un comunicato ha voluto dare un segnale di grande apertura del nuovo incontro: "Gli esperti indipendenti, da noi designati e provenienti dalla comunità scientifica accreditata, che hanno preso parte a questa prima seduta sono: Prof. Giulio Tarro, Dott. Marcello Villanova, Dott.ssa Costanza Rovida, Dott.ssa Valeria Roni ed il Prof. Bruno Fedi, quest'ultimo anche nella qualità di coordinatore. Assente per un contrattempo il Prof. Claude Reiss. Poiché il precedente tavolo non aveva prodotto risultati ed essendo tutti animati dal desiderio di trovare metodi più scientificamente produttivi per tutti, umani e non umani, si è deciso che non dovesse esistere contrapposizione fra i presenti”.

Il presidente del PAE spiega i lavori avviati: “I punti fondamentali in discussione sono stati l' effettiva applicazione dei metodi validati e la ricerca di nuovi, nonché il loro possibile finanziamento. E' stato sottolineato il lungo tempo necessario per realizzare i metodi alternativi. L’intervento della dott.ssa Rovida faceva notare che questo era dovuto al confronto coi metodi tradizionali, che hanno tempistiche ancora più lunghe oltre ad essere più costosi e dichiarati inattendibili da vari enti prestigiosi. Si è dunque deciso di effettuare una indagine su tutti i centri che effettuano ricerche per sapere quali metodi validati siano conosciuti, applicati ed in quale misura”.


Stefano Fuccelli dopo questa nuova partenza è ottimista: “Si tratta di un passo soltanto, ma nella giusta direzione”. A tal riguardo spiega Fuccelli come l' ECVAM European Centre for the Validation of Alternative Methods ha validato dei metodi migliori di quelli del passato, che però, sono scarsamente applicati.

Focus ECVAM. ECVAM è il laboratorio di riferimento dell'Unione europea per le alternative alla sperimentazione animale (EURL-ECVAM) ed è stato formalmente istituito nel 2011, a causa della crescente necessità di nuovi metodi per sviluppare e proposti per la convalida in seno all'Unione europea. EURL ECVAM è ospitato dal comune di ricerca Centro, Istituto per la Salute e tutela dei consumatori(IHCP) che si trova a Ispra, in Italia. EURL ECVAM ha una lunga tradizione nella convalida di metodi che riducono, migliorano o sostituiscono l'uso di animali nelle prove di innocuità e prove di efficacia / potenza di prodotti chimici ,biologici e vaccini. Laboratori di ricerca sono in grado di presentare a EUR L ECVAM per la validazione scientifica dei metodi alternativi alla sperimentazione animale che hanno sviluppato.

“Non si può identificare il meglio e lasciarlo inapplicato. E' uno spreco di denaro e risorse umane inaccettabile” – conclude Fuccelli

Nuovi obiettivi. La sperimentazione animale oggettivamente pone in discussione da molto tempo i molteplici farmaci immessi in commercio e poi costantemente ritirati o rimodulati perché il post marketing (sperimentazione di massa) dimostra le carenze dei trials clinici.

Il confronto scientifico, finalmente avviato, nonostante una censura iniziale, servirà a far decollare il processo, ormai necessario per tutelare sia la salute del cittadino ma anche della sofferenza spesso inutile degli animali. E’ questione di onestà scientifica che è sotto gli occhi di tutti. E su questo basta leggere il comunicato della stessa AIFA che spiega quando un farmaco viene ritirato: "In realtà, l’introduzione di un nuovo medicinale sul mercato porta con sé sempre una quota di azzardo che purtroppo si gioca sulla pelle dei pazienti. I dati a disposizione al momento di capire se vale la pena metterlo a disposizione della comunità sono sempre limitati a ciò che siamo in grado di valutare in un ambito sperimentale. Spesso si è in condizioni distanti dalla pratica clinica di tutti i giorni, dove sono molteplici i fattori che entrano a complicare lo scenario del nuovo intervento terapeutico. L’enfasi data al ritiro di un farmaco nasconde però l’incapacità di percepire, da parte degli operatori sanitari e del pubblico, la necessità di una revisione “continua” del profilo beneficio/rischio di ogni medicinale. Una lettura più critica consentirebbe forse al prescrittore, al dispensatore e al pubblico una diversa predisposizione ad un ruolo attivo nella farmacovigilanza, attraverso la segnalazione delle reazioni avverse (vecchie e nuove). Nessun farmaco può considerarsi scontatamente sicuro, anche se sostenuto alla base da risultati recenti e da un utilizzo consolidato. La rivalutazione del profilo beneficio/rischio di un medicinale non è quindi un’ammissione implicita di colpa né una sorta di testimonianza di una sistema che fallisce la sua missione di evitare rischi inutili."

Insomma, c’è molto da lavorare, servirà anche un cambiamento culturale che deve far ripartire l'intero processo assieme alle università e ai centri di ricerca che sono la fucina dei nuovi scienziati e ricercatori. E’ possibile cambiare, la scienza lo chiede già da tempo.




PALERMO, CASA DEGLI ORRORI: VIOLENZE SESSUALI DI GRUPPO A TRE FRATELLINI

Si aprono le porte del carcere per la donna proprietaria della casa, la trentenne ora dovrà espiare una pena di 7 anni e 24 giorni. Nel 2008 tra i “carnefici” dei bambini arrestati vi era anche la madre delle tre vittime 

 

di Cinzia Marchegiani

Palermo – Una casa nel palermitano, quella del focolare, nella zona popolare di Ballarò, è stata il teatro di violenze sessuali su tre bambini e abusi inenarrabili. Ieri, dopo anni 7 anni dalla scoperta macabra, frutto di un’indagine delicata avviata allora dalla Polizia di Stato, il dolore e il danno perpetrato a tre fratellini vittime degli orchi e della stessa madre, apre le porte del carcere anche per la donna proprietaria della casa delle sevizie.

Il fatto e la scoperta agghiacciante. Nel lontano aprile del 2008, la Squadra Mobile accertò la realizzazione di violenze sessuali di gruppo, compiute in pregiudizio di tre fratellini nella casa abitata dalla donna palermitana che ieri, 8 ottobre 2015, è stata arrestata. In quella casa, abitava anche il compagno della donna ed era frequentata anche da altri familiari, alcuni dei quali autori degli abusi. Tra gli arrestati di sette anni fa, oltre ad un ragazzo all'epoca diciassettenne, anche la madre dei tre bimbi, i piccoli, allora, avevano tutti e tre meno di dieci anni.

La scoperta delle violenze e orrore sui bambini. Gli orrori scoperti suscitarono raccapriccio e sgomento per il fatto che le vittime fossero legate ai componenti del gruppo da vincoli, non soltanto di conoscenza ma anche di stretta parentela: infatti, tra i “carnefici” dell’agghiacciante storia, anche la madre delle tre vittime.

Le indagini e i racconti dei bambini. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile indirizzarono il loro discreto sguardo sull’abitazione teatro della violenza, a seguito delle atroci rivelazioni, fatte, all’epoca, da una delle vittime che, ospite di una casa famiglia, trovò il coraggio di rivelare agli assistenti della stessa struttura ed ai responsabili del Servizio di Neuropsichiatria Infantile le verità fino ad allora sottaciute.

Il focolare, consumati giochi erotici. Dai racconti delle vittime, riscontrati dagli investigatori, risultò che la casa della coppia di coniugi fosse stata, nel corso del tempo, luogo di abituale frequentazione per i piccoli e la madre e, soprattutto, teatro di giochi erotici spinti cui, nel migliore dei casi, i fratellini sarebbero stati costretti ad assistere.

I figli costretti a partecipare giochi sessuali di gruppo e abusi. Strumento di coinvolgimento per i minori ai “giochi sessuali di gruppo” sarebbe stato, tra l’altro, il gioco “obbligo o verità”, realizzato con la classica bottiglia che, a conclusione del suo giro, avrebbe stabilito il destinatario dell’abuso perpetrato dalla coppia di coniugi ed addirittura, in alcuni casi, anche dalla madre delle vittime.

Abusi, video porno, e droga. La storia diventa sempre più densa di particolari inquietanti. Gli indagati, all’interno dell’abitazione, non si sarebbero limitati ai giochi sessuali ma avrebbero anche fumato liberamente e fatto fumare marijuana alle vittime ed avrebbero visionato film pornografici, sempre in presenza dei minori.

Conferma degli abusi. Le dichiarazioni delle vittime sono state vagliate da operatori e psicologi infantili che in conclusione ne attestarono l’attendibilità.

Arresto della donna. Ieri 8 ottobre 2015 finalmente la Polizia di Stato ha tratto in arresto la donna, palermitana 30enne, in esecuzione di un Ordine di Carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palermo-Ufficio Esecuzioni Penali. La donna dovrà espiare una pena di 7 anni e 24 giorni, essendo stata riconosciuta colpevole di svariati reati, quasi tutti a sfondo sessuale: violenza sessuale di gruppo, violenza sessuale aggravata, atti sessuali su minorenne e maltrattamenti in famiglia, in concorso e continuati.

Il provvedimento è stato eseguito da personale della Squadra Mobile palermitana, appartenente alla sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” ed ha messo la parola fine ad una squallida vicenda di abusi scoperchiata, anni fa, dalle delicate indagini condotte, sempre dalla Squadra Mobile del capoluogo, ma della sezione “reati sessuali ed in danno di minori”.
Termina dopo 7 lunghi anni, un parziale epilogo a quei terribili abusi, con la definitiva condanna della donna e madre dei bambini seviziati.




APOLLO 11: DOPO 46 ANNI E' ANCORA MISTERO

di Cinzia Marchegiani

Mosca – Ancora troppi dubbi su quell'allunaggio del lontano 1969 da parte dell'Apollo 11 sul satellite della terra. A dirlo non siamo certo noi, ma una querelle che ormai dura da troppi anni.

Il problema sollevato sull’atterraggio lunare da parte dell’uomo è ancora pieno di misteri mai decifrati, e lo dimostrano le infinite discussioni, seppure quasi tutte le prove che gli uomini sono stati sulla luna sono state fornite dall’agenzia spaziale americana NASA.

Per lungo tempo infatti ci fu la teoria del "complotto lunare" in base al quale gli americani non sono mai atterrati sulla Luna e per cui tutto era frutto di una bufala ben orchestrata, poiché la NASA non poteva avere la tecnologia per portare l'uomo sul satellite terrestre.

Un giorno storico per l’umanità, 20 luglio 1969. Il 20 luglio del 1969, Neil Amstrong ed Edwin Buzz Aldrin furono i primi esseri umani a calpestare il suolo lunare, atterrando con il lander Apollo 11.Erano le 04:56 del 21 Luglio 1969 ( 6 ore dopo l’allunaggio), quando l’umanità incollata alle televisioni guardava esterefatti lo sbarco lunare degli astronauti americani. “E’ un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigante per l’umanità, queste le parole dell’astronauta Neil Armstrong con cui descriveva il primo passo di un essere umano sulla superficie della Luna. In quel momento la Luna si trovava a 388.650 chilometri dalla Terra ed era prossima al primo quarto. Immagini sgranate trasmesse dalla RAI in una diretta in bianco e nero sono rimaste impresse nella memoria storica di ogni uomo.

Russi cercano le controprove. Ora un gruppo di gruppo di ingegneri russi e di appassionati dello spazio hanno messo in programma di lanciare un satellite sull'orbita lunare per fotografare le impronte o meglio le tracce sulla superficie del satellite lasciate dagli stessi astronauti dell'Apollo" e del “Lunojodi” il rover lunare sovietico.

                                  VIDEO PROGETTO MICRO SATELLITE LUNARE

 

Progetto per svelare il complotto lunare. A spiegare il progetto è la stessa piattaforma Bumstarter russa che lo scorso 1° ottobre 2015 ha aperto una pagina dedicata alla raccolta fondi per realizzare un micro satellite che possa finalmente fotografare le impronte dello sbarco lunare. Secondo uno dei promotori del progetto, Vitali Egorov, lo studio teorico e calcoli matematici li aiuteranno a definire le caratteristiche di base della navicella, e ciò richiederà almeno 1 milione di rubli.

Il progetto ambizioso Russo. Gli ingegneri russi hanno pubblicato la descrizione del progetto nella piattaforma di finanziamento collettivo russo Boomstarter per raccogliere 800.000 rubli necessari per farlo partire. Gli scienziati hanno intenzione di creare un satellite con peso ridotto e basso costo per le associazioni non governative di ingegneri professionisti e hobbisti possono permettersi. Lo stesso Egorov spiega: "Le discussioni sulla realizzazione di un volo con equipaggio sulla Luna non sono scomparsi con il passare del tempo. La competizione sull’atterraggio sulla luna è una parte importante della storia nazionale, quindi non è sorprendente l’interesse per la Russia".

IL dubbio delle foto. "L’Apollo e Lunojodi (rover lunare sovietico) sono stati registrati solo dal satellite americano LRO e per dissipare ogni dubbio si possono scattare foto di qualità superiore”– chiosa Egorov.

L'obiettivo e la conquista. Il piano sembra coinvolgente: "Siamo in grado di costruire una nave spaziale che si recherà verso la Luna e farà fotografie dei luoghi di sbarco dell'equipaggio americano Apollo. Questo metterà fine alla lunga disputa 'letalschikov' con 'neletalschikami'. Inoltre, si svilupperà una tecnologia spaziale avanzata e un serio studio scientifico del satellite naturale della Terra con qualità di immagine senza precedenti".

Partecipazione azionisti. Su questo progetto, tutti possono prendere parte alla creazione, e diventare azionisti. Il micro satellite una volta realizzato potrà orbitare intorno alla Luna e volare ad una quota relativamente bassa sopra la sua superficie: "L'unità avrà in dotazione una macchina fotografica ad alta risoluzione per scattare foto, che contraddistinguono le singole tracce di astronauti, se ci sono".

Fondi e azioni di un progetto eccezionale. Per avviare l'attuazione di questa idea fondi necessari per lo sviluppo del progetto del veicolo spaziale. Il progetto è necessario per determinare ciò che il dispositivo può svolgere i compiti. Quali sono le dimensioni e il peso che avrà? Che motore e alimentazione del carburante? Che sistema di stabilizzazione e di targeting? Come effettuare misure di traiettoria nella fase del volo sulla luna e la sua orbita? Come portare il satellite in orbita lunare? Come proteggere l'elettronica di bordo contro le radiazioni? Quali telecamere a circuito ottico e orbita del satellite permetterà di togliere ogni dubbio? Come trasferire le immagini ad alta risoluzione della Terra? ..

In definitiva gli ingegneri dichiarano che hanno bisogno di rispondere a due domande: 1) Dimensioni e peso della navicella richiedono; 2) qual è il prezzo del programma?
Le risposte a queste domande – spiegano gli ideatori – saranno incluse nella descrizione del progetto e sarà il risultato della prima fase del nostro programma lunare. Ora informano che servono i finanziamenti per la preparazione del progetto, ci vorranno circa sei mesi: “Il risultato sarà l'eredità di tutti coloro che forniscono assistenza finanziaria o altro. Sarà poi pubblicato un documento di pubblico dominio cui tutti possono accedere e forse sarà tradotto in inglese per aprire il lavoro al resto del mondo”.

E il messaggio è stato lanciato veramente al pianeta. Produrranno una bozza di un micro satellite più compatto e meno costoso possibile, che sarà messo in orbita senza scopo di lucro da associazione di esperti e appassionati: “ Allo stesso tempo, non vediamo l'ora di contatti di importanti sponsor e investitori che vogliono partecipare al programma che segnerà la storia”.

Il complotto lunare forse troverà presto la soluzione, visto che le immagini che sono state regalate al mondo intero sono state immortalate dal satellite americano LRO e che ha fornito solo la NASA stessa. Il progetto russo darebbe quindi vita ad una vera stazione fotografia che sfiorerà la superficie del bellissimo pianeta lunare, che potrà acquisire immagini di eccezionale precisione, come hanno spiegato gli stessi ideatori…se ci sono!.




CASO CHIL POST: NUOVA BUFERA SULLA FAMIGLIA RENZI

di Cinzia Marchegiani

Firenze – Il caso Chil Post ritorna a soffiare come una tempesta sulla famiglia Renzi. Era il 7 gennaio 2015 quando il Consigliere regionale Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia in una conferenza stampa aveva denunciato, con documenti sconcertanti, che i debiti contratti dall'azienda di famiglia di Renzi erano stati pagati dal Governo Renzi con soldi pubblici e in parte dalla Regione Toscana tramite Fidi garantiti da quest'ultima.

Allora il Consigliere Donzelli precisava: “Ero convinto che questa fosse una vicenda indegna e immorale. Ero schifato anche dal fatto che Renzi fosse presidente della Provincia quando l'azienda della sua famiglia, azienda di cui era dirigente, chiedeva a Fidi (partecipata della Provincia stessa) la garanzia del proprio debito, era Sindaco quando il finanziamento era stato garantito ed è Presidente del Governo ora che il Governo ha ripianato il debito contratto dall'azienda della sua famiglia. In una nazione normale un leader politico cade e sparisce per molto meno.”

Il papà di Matteo Renzi e il finanziamento. Tiziano Renzi era accusato di bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro a seguito del fallimento della Chil Post. Il curatore fallimentare aveva ravvisato dei passaggi sospetti nella cessione di rami d'azienda "sani" alla Eventi Sei, società intestata alla moglie dello stesso Tiziano. In sintesi, le sezioni sane della società sarebbero state cedute per poche migliaia di euro, dunque ad un valore sottostimato, alla moglie, immediatamente prima di dichiarare il fallimento.

La Procura di Genova aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo per bancarotta fraudolenta aperto a carico di Tiziano Renzi. A marzo 2015, la procura aveva scagionato senior Renzi, secondo la quale non aveva avuto responsabilità nel fallimento della Chil Post, che avrebbe ceduto in piena salute, e quindi dall’accusa di bancarotta fraudolenta in quanto lui avrebbe ceduto la società di distribuzione editoriale Chil Post nel 2010, tre anni prima del suo dichiarato fallimento da parte degli acquirenti. Non avrebbe avuto alcun ruolo attivo nella bancarotta e la cessione dei rami di azienda "sani" per appena tremila euro alla Eventi Sei, società intestata alla moglie, non sarebbero stata una "spoliazione" di capitali della Chil Post preordinata al successivo fallimento. Tutte le responsabilità relative alla bancarotta fraudolenta della Chil Post erano state imputate dalla procura genovese ad Antonello Gabelli, 53 anni, di Alessandria e Mariano Massone, 44 anni, genovese residente ad Alessandria, rispettivamente amministratori di diritto e di fatto della Chil Post, di cui sono diventati titolari il 14 ottobre del 2010, mandandola fallita il 7 febbraio del 2013 con sentenza del tribunale di Genova.

Nuova bufera in arrivo, q
ualcuno favorì Chilpost. Dalla Regione Toscana arrivano solo ora nuove informazioni. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, Giovanni Donzelli, in seguito alla risposta fornita due giorni fa, in Consiglio regionale dall’assessore della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo sulla vicenda dei debiti dell’azienda di famiglia del premier dichiara: “La risposta della Regione all’interrogazione conferma: qualcuno ha agito favorendo la Chil. Mi recherò alla Procura della Repubblica di Firenze perché a Fidi Toscana si è consapevolmente forzata la procedura prevista da regolamento per pagare la garanzia concessa all’azienda Chil della famiglia Renzi”.

Nuovi elementi, erano secretati? Il Consigliere Donzinelli scatta una fotografia al limite del grottesco: “Stando alla ricostruzione ufficiale della Regione – sottolinea Donzelli che ormai da un anno si sta occupando del caso – Fidi Toscana si era accorta che l’impresa Chil della famiglia Renzi era diventata da maschile a femminile e si era trasferita dalla Toscana alla Liguria e per questo aveva sospeso la procedura di erogazione del mutuo. A quel punto la Bcc di Pontassieve – che ha concesso il mutuo grazie al parere di Marco Lotti, padre di Luca Lotti Sottosegretario del governo Renzi – ha fornito i documenti che lo dimostravano e sulla base della quale oggi la stessa Fidi, con il parere della Regione, ha chiesto alla banca la revoca della garanzia attraverso il curatore fallimentare”. C’è da chiedersi come mai queste informazioni arrivano solo ora…

La denuncia, la concessione del mutuo era firmata da Tiziano Renzi. Donzinelli esterefatto dalla documentazione entrato in possesso spiega: “E’una vicenda su cui ci sono troppe ombre, bastava leggere la carta di concessione del mutuo alla Chil per notare che era stata firmata da Tiziano Renzi come rappresentante di un’azienda che aveva il diritto ad una agevolazione per imprese femminili. Ci sono troppi fattori sulla base dei quali non crediamo che si tratti di un caso, partendo dal fatto che uno dei fondatori di Fidi Toscana è Alberto Bruschini, zio di Francesco Bonifazi renzianissimo tesoriere del Partito democratico”.

Nuove prove, ora va tutto in procura. I documenti appena desecretati parlano di altre prove inoppugnabili e arrivano solo dopo la richiesta di archiviane il reato di la bancarotta fraudolenta a carico del premier Matteo Renzi. “Ora – conclude Donzelli – saranno i magistrati a decidere cosa fare sulla base dei documenti che consegnerò loro”.




SANZIONI AI MEDICI DI FAMIGLIA: È SCONTRO CON LA LORENZIN

Contestato al congresso FIMMG il ministro della salute. Il decreto ministeriale sull’appropriatezza, terrorizza e perseguita i medici. Proclamato lo stato di agitazione

di Cinzia Marchegiani

Chia (Sardegna) – Circa 1.800 medici di famiglia provenienti da tutta Italia si sono ritrovati a Chia in provincia di Cagliari, per l'apertura dei lavori del 71esimo Congresso nazionale Fimmg Metis dal titolo "Un medico per la persona, la famiglia, la società”. Il convegno cade in un momento particolare della politica Sanitaria del bel Paese, alle prese con tagli e spendig rewiew che interessano anche la sanità italiana. In questo contesto si cala la figura del medico di Famiglia primo terminale nel rapporto con il cittadino e il territorio. 

Il congresso ha visto un confronto faccia a faccia tra i medici e la stessa ministra Lorenzin in merito al decreto appropriatezza, deciso dal governo e dalla Conferenza delle Regioni lo scorso 2 luglio. Il decreto è stato da subito oggetto di dibattiti e controversie, poiché di fatto permette di sanzionare i medici che prescrivono analisi o diagnostica definite “inappropriate” o meglio “inutili” di una lista dettagliata di 208 esami che spazia dalle Tac alle risonanze magnetiche, ai test allergici.

Lorenzin sulle sanzioni ai medici: colpa delle Regioni. Atteso l’intervento del Ministro Lorenzin, che sul tema caldo sull’appropriatezza degli esami inutili ripassa un’altra volta la palla alle Regioni: “il provvedimento è stato il frutto di una mediazione perché le regioni avevano proposto all’inizio la segnalazione diretta del medico alla Corte dei conti“. La stessa Lorenzin, con il gioco delle parole poi cerca di sedare le proteste che i medici hanno sollevato su questo Decreto Ministeriale:”per come è stato immaginato il sistema io credo che saranno pochissimi i medici che saranno richiamati. I medici non sono sicuri che siano applicate nel modo giusto. Ho detto loro che avevano ragione e mi sono fatta carico di convocare una conferenza stato-regioni per cercare di trovare un codice di operatività ben chiaro. Non basta questo? Facciamo di più. Ma l’importante è che l’appropriatezza si inizi a fare e non si può tornare indietro. Dobbiamo informare bene paziente su questo concetto. È il medico che decide, non il paziente”.

Caustico l’intervento Segretario Nazionale di FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia), Giacomo Milillo. Milillo è stato perentorio, facendo presente che il Decreto Ministeriale con cui si tagliano 2,4 miliardi di euro è tutto da dimostrare e poi: “Le sanzioni sono una prerogativa irrinunciabile delle regioni che sono state proprio loro a creare inappropriatezza programmatoria, organizzativa e gestionale”.

Posizione medici FIMMG. Decreto terrorizza e perseguita i medici. Mellillo nel suo discorso rincara e precisa:“I medici non credono più al titolo quinto della costituzione che sta minando il diritto costituzionale alla salute. Non si è tenuto conto delle opinioni dei medici come è avvenuto nella stesura del decreto dell’appropriatezza. Il taglio delle prestazioni ai cittadini è iniziato da tempo e le tecnocrazie approfitteranno per ricattare e perseguitare terrorizzare i medici”. Milillo spiega che la platea dei medici presenti guardano con indifferenza all'ipotesi di trovare un sistema uniforme di sanzionamento dei trasgressori, o alla banalizzazione dei suoi effetti: “Perché sanno che la caccia alle streghe è già iniziata e nessuna regione o azienda terrà conto delle decisioni della conferenza. E ciò non potrà che far male ai cittadini. I medici non considerano compensazione provvedimenti che potrebbero sembrare consolatori sulla responsabilità professionale, sul precariato o sul rispetto dei diritti costituzionali alla contrattazione. Questi sono interessi prioritari che il sistema Paese ha il dovere di perseguire, non benefit dei medici”

Milillo denuncia la persecuzione ai medici e un ricatto amorale. Il segretario Milillo approfitta dell’intervento della Lorenzin per spiegare come il taglio delle prestazioni ai cittadini, di cui la stessa ministra rigetta la responsabilità, è già iniziato da tempo ed aumenterà perché le tecnocrazie regionali ne approfitteranno: “Già lo stanno facendo -fa notare Melillo- di provvedimenti come questi per ricattare e perseguitare i medici. Hai ripetuto più volte che tu e il Governo volete la collaborazione dei medici, ma al momento attuale, salvo vostri ripensamenti, l'avete già persa e tantomeno ve la potrà restituire lo scatenare i NAS, la Guardia di Finanza e i funzionari regionali ed aziendali più miopi contro i medici ‘insubordinati’”.

La Lorenzin vorrebbe rimediare allo strappo sulle sanzioni. La Lorenzin dopo l’accusa di aver varato tagli alla sanità con un decreto che de finanzia di fatto con taglio di ben 2,4 miliardi di euro senza tener contro del contributo dei medici stessi, cerca di rimediare: “Abbiamo bisogno di lavorare da adesso e per i prossimi 5 anni con i medici di famiglia, l’appropriatezza la faremo insieme, le sanzioni riguarderanno solo casi gravi, c’è la necessità di ricostruire un filo organizzativo. Sulla 566 sono favorevole che l’atto medico resti pertinenza del medico, l’interpretazione data dai più sull’appropriatezza è sbagliata. Abbiamo bisogno di lavorare insieme in questo momento di cambiamento”.

FIMMG avverte lo stato di mobilitazione. Al 71 esimo Congresso nazionale Fimmg Metis, è unanime il verdetto, “Caro Ministro, avete perso la collaborazione dei medici, si va verso la mobilitazione, domani stato di agitazione”.

Il sospetto che dietro queste sanzioni e i tagli sull’appropriatezza, che farebbero risparmiare (a detta del ministro Lorenzin) solo106 milioni di euro a fronte dei 13 miliardi, ci sia la volontà di cancellare definitivamente le prestazioni ai cittadini che in massa hanno ottenuto l’esenzione dei tickets, avendo basso reddito o addirittura nullo, è sempre più forte. Chi avendo necessità e nell’emergenza si rivolge al privato, che tra l’altro costa meno rispetto ai prezzi statali e accessibili tempi brevi, altro che lista d’attesa snelle. Insomma sarebbe una beffa per il medico, non più libero deontologicamente, e per il cittadino su cui si abbatterebbe la scure della crisi economica due volte.

 




INEFFICACIA DEI VACCINI ANTINFLUENZALI: GLI SCIENZIATI RUSSI SPIEGANO I MOTIVI

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di Cinzia Marchegiani

Mosca – Ogni anno si ripetono gli annunci propagandistici dell’importanza di vaccinare la popolazione contro l’influenza. Ma quanto la progettazione dei vaccini riesce ad anticipare le forme virali che saranno poi in circolazione, se i vaccini vengono prodotti molto tempo prima, per ovvi problemi di sicurezza, di essere messi in commercio? Poco o nulla sembrerebbe e ce lo dice la memoria storica delle stagioni influenzali precedenti, come quella dello scorso anno 2014/2015.

Fallimento vaccinale 2014/2015. La scorsa stagione influenzale ha insegnato che i vaccini pubblicizzati in tutti canali istituzionali, fino alla rete pubblica ammiraglia Rai Uno con il “Fluad Show” a Porta a Porta, erano inefficaci, e inoltre nonostante i decessi avvenuti in concomitanza alla profilassi vaccinale è stato sempre consigliato di vaccinarsi.

Ma il 5 giugno 2015 e solo a fine stagione influenzale, l’agenzia del Farmaco Italiana lasciava testimonianza ufficiale ed indelebile dell’efficacia, o meglio inefficacia del vaccino antinfluenzale che era stato precedentemente raccomandato per la stagione 2014-2015 a tutti i cittadini, compresi i bambini e nel dettaglio si leggeva:Durante la stagione si sono diffusi i virus dell'influenza A(H1N1) pdm09, A (H3N2) e di tipo B virus, con il ceppo dominante A (H3N2) che ha rappresentato oltre il 50% di tutti i rilevamenti di virus. Dei virus H3N2 che sono stati ulteriormente analizzati, a causa di una deriva antigenica, il 71% era dissimile al ceppo del vaccino. Ciò ha causato l'efficacia limitata della componente H3N2 dei vaccini contro l'influenza della scorsa stagione. Le componenti A (H1N1) pdm09 e B del vaccino hanno offerto protezione contro i virus circolanti.”

Una scoperta che arriva dalla Russia contraddice le eminenze vacciniste. Gli scienziati del Moscow State University hanno fatto un passo in avanti riguardo la previsione di pandemie influenzali. I ricercatori russi hanno esaminato la relazione tra mutazioni breve e quella a lungo termine dei virus, per valutare l’impatto delle pandemie influenzali e per ovvi motivi anche l’efficacia (o non efficacia) dei relativi vaccini prodotti.

I risultati di questa ricerca scientifica sono stati pubblicati la scorsa settimana sulla rivista PloS Genetics e apre scenari importanti proprio sulla scarsa capacità di realizzare vaccini efficaci che poi vengono commercializzati, e che purtroppo per ovvi motivi solo a stagione influenzale terminata possono dimostrare il loro effettivo potere immunizzante contro i ceppi virali circolanti (e non ipotizzati) che hanno colpito le persone.

L’Università di Mosca nel mostrare il lavoro dei propri scienziati ha illustrato questo importante studio: “Ogni anno, migliaia di vite vengono colpite dall'epidemia di influenza. Sebbene la vaccinazione influenzale risulta molto efficace, non è possibile eliminare completamente il rischio dell'influenza a causa dell'insolito ed elevato tasso di evoluzione dei ceppi virali”. La ricerca spiega come ogni nuovo ceppo influenzale che si diffonde ogni anno in tutto il mondo sia sempre diverso da quello dell'anno precedente. I nuovi ceppi prenderebbero quindi "in giro il nostro sistema immunitario" e renderebbero quindi il vaccino meno efficace. Non di poco conto, inoltre, il fatto che di tanto in tanto appare un ceppo virale radicalmente nuovo che mette tutta l'umanità di fronte alla pandemia. Infine è stato considerato il fattore legato alle mutazioni genetiche in atto nei virus, e in diverse scale.

La nuova scoperta. L’influenza stagionale si verifica a causa di mutazioni puntiformi e le grandi pandemie, spesso sono associate a importanti cambiamenti genetici, detti “riassortimento”. Riassortimenti e mutazioni puntiformi sono tra le principali varietà di influenza A virus. È stato evidenziato il fattore relativo ai riassortimenti che provocano un aumento temporaneo del tasso di cambiamenti di aminoacidi come le proteine virali che si adattano al nuovo ambiente genetico, sottolinenando il fatto che questo fenomeno non era stato studiato sistematicamente. La relazione tra questi tipi di eventi è stata studiata per la prima volta dagli scienziati russi del Dipartimento di Bioingegneria e Bioinformatica, Lomonosov Moscow State University, in collaborazione con i colleghi del Central Research Institute di Epidemiologia e l'Istituto per l'Informazione problemi di trasmissione (IPPI), RAS; Uno degli autori, il professor Alexey Kondrashov, affiliato con l'Università del Michigan.

Le dichiarazioni. "Ogni anno, focolai di influenza stagionale sono dovuti principalmente alla deriva antigenica spiega George Bazykine pertanto, ogni anno, molti di noi soffrono di influenza e ogni anno, abbiamo contratto un nuovo ceppo del virus che cambia tutta la tempistica relativa le contromisure". 
Spiega l'autore principale George Bazykin, eminente ricercatore della Facoltà di Bioingegneria e Bioinformatica, Università Statale di Mosca e capo del Dipartimento di Molecular Evolution IITP: L'influenza A è un virus in rapida evoluzione con genoma composto da otto molecole di RNA distinte chiamate segmenti. Questa struttura genetica permette la formazione di nuove combinazioni di segmenti quando una cellula è coinfezione da più ceppi virali, in un processo chiamato riassortimento. Mentre la "deriva antigenica" – il processo di continuo accumulo di mutazioni puntiformi che modificano le proprietà antigeniche delle proteine virali – è il principale responsabile per l'influenza stagionale, le pandemie più pesanti sono stati causati dalla diffusione di ceppi conseguenza di shift antigenico associato".

Tuttavia, l'associazione tra questi due tipi di processi non era stato studiato sistematicamente. Lo studio russo ha utilizzato numerosi dati di sequenziamento completo del genoma disponibili per influenza A H3N2 per dedurre i tempi evolutivi e studiare i modelli di sostituzioni acido RNA. Questa scoperta ha permesso di trovare che i riassortimenti erano spesso rapidamente seguiti da sostituti, che forse compensato la perdita di forma fisica associata alla riassortimento o esplorate picchi di fitness recentemente accessibili. Questi risultati, spiegano i ricercatori, possono essere rilevanti per la previsione delle future ceppi pandemici di influenza A. L'ipotesi è stata confermata, il riassortimento accelera sostituzioni degli aminoacidi successivi..

Continua George Bazykin: "La maggior parte delle grandi pandemie influenzali del XX secolo si è verificato a causa di riassortimento. Possiamo guardare i ceppi che hanno dato luogo a queste epidemie, e per vedere che sono una tale combinazione di segmenti virali che non hanno incontrato prima. Così è stato con le pandemie del 1957 e il 1968, è stata l'influenza suina del 2009, e del peggiore nella memoria storica di una epidemia di influenza – influenza spagnola del 1918, sembra essere lo stesso è stato come d'accordo, anche su un lungo evento così non può dire con certezza " .

I ceppi più virulenti, risultato del riassortimento. Come risultato del riassortimento può verificarsi un ceppo molto virulento del virus, come i principali cambiamenti genetici rendono insolito per le cellule del sistema immunitario e il virus si diffonde con successo attraverso la popolazione.
Evoluzione del virus, lo spostamento antigenico. Questo è un modo di evoluzione del virus, che gli esperti l’hanno chiamato “spostamento antigenico”. Ma vi è deriva antigenica, quando le proprietà del virus non cambiano bruscamente, ma lentamente e gradualmente a causa dell'accumulo di piccole mutazioni. Queste mutazioni portano ad un cambiamento nella proteina antigenica in primo luogo (le proteine di superficie del virus) emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA). Geni che codificano per queste proteine sono in continua e rapida evoluzione durante la corsa agli armamenti tra il virus e il sistema immunitario.

Insomma gli scienziati russi, con questi inedito ed epocale studio hanno ottenuto risultati che possono essere rilevanti per la previsione dei futuri ceppi pandemici di influenza A. Ciò dimostra quanto labili siano state finora le strategie attuate delle vaccinazioni contro la pandemia del secolo, che ogni anno sembra ricadere sempre sugli stessi errori nel programmare un vaccino potenzialmente efficace.

A conferma della valenza di questo studio, ci sono le pandemie che ogni anno colpiscono il pianeta e come quasi sempre i vaccini dimostrano la loro incapacità ad essere progettati per proteggere dai virus realmente circolanti. Non dimentichiamoci che a fine stagione influenzale 2014/2015, la GSK chiedeva con urgenza il ritiro di tutti i lotti in commercio. Esattamente il 16 aprile 2015 aveva notificato con dicitura “URGENTE DOSI DA RITIRARE” al CDC e la FDA il richiamando volontariamente tutti i lotti rimanenti del vaccino antinfluenzale 2014-2015 del FLULAVAL® quadrivalente Thimerosal-Free (Siringhe preriempite). Il richiamo non riguardava problemi legati alla sicurezza del farmaco, ma perché i prodotti FLULAVAL potevano aver subito una ridotta efficacia a causa di una diminuzione della potenza rilevata attraverso i test di routine… peccato che ormai la stagione influenzale era finita e si conoscevano i ceppi virali in circolazione. Questo paradosso era stato anticipato con il comunicato del 4 dicembre 2014 del Centro di Controllo e Prevenzione Malattie americano che dichiarava come il vaccino antinfluenzale non era più efficace.

Ora questa nuovo studio russo scopre i motivi del fallimento vaccinale e ne sottolinea tutta la sua illogicità, che diventa memoria storica e scientifica solo a stagione influenzale terminata. Insomma, prima si finiscono tutte le scorte e a stagione terminata si dichiara che erano inefficaci. 




GIUGLIANO: PADRE ORCO TORTURAVA IL FIGLIO ANCHE CON SCARICHE ELETTRICHE

di Cinzia Marchegiani

Giugliano (NA) – Una storia da raccapriccio, che parla di violenza dentro le mura della propria casa, di dolore e vergogna che vivono sulla propria pelle i minori, abusati dai propri genitori che diventano l’orco della fiaba, l’aguzzino che impone silenzi e barbarie.

L’arresto dell’algerino di 47 anni. L’arresto del presunto padre orco è avvenuto la sera del 3 ottobre 2015. Le indagini relative a questo delicatissimo caso erano partite dalla denuncia della madre che pochi giorni prima e per la prima volta, denunciava ai Carabinieri della Stazione di Campobasso (città ove, a seguito delle vessazioni, si era rifugiata con i figli) i gravi episodi di continui maltrattamenti e sevizie di cui era vittima da anni.

Figlio e madre vittima di violenza inaudite. I Carabinieri della città molisana, dopo aver effettuato urgenti accertamenti, riferivano alla Procura della Repubblica di Napoli Nord in quanto i fatti si erano verificati in Giugliano.

Racconto dell’orrore del figlio. Particolarmente allarmante è apparso il racconto di uno dei figli anche egli vittima di violenze fisiche e psicologiche. Il ragazzo, infatti, tra l’altro raccontava che in alcune occasioni veniva costretto, a torso nudo, a rimanere fuori casa al freddo invernale dove veniva bagnato dall’indagato con secchi di acqua fredda, mentre, in altre occasioni veniva torturato con scariche elettriche

L’arresto e protezione alle vittime. Le indagini e la scoperta denunciata in procura dagli stessi Carabinieri. Grazie all’indagine effettuata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i Carabinieri di Varcaturo, stazione dipendente dalla Compagnia di Giugliano in Campania, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 47enne algerino, residente in Giugliano, gravemente indiziato di maltrattamenti nei confronti della moglie e di uno dei figli.

La donna e i minori si trovano attualmente in una struttura protetta, assistiti dai Servizi Sociali, mentre l'uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Napoli –Poggioreale.

Con sgomento la società viene a conoscenza di questi abusi, dove la violenza non rimane confinata solo nei segni materiali, ma nelle ferite che squarciano quelle sicurezze dei minori, ragazzi che diventano vittime silenziose di torture anche e soprattutto psicologiche dei propri genitori aguzzini, cui il tempo difficilmente riuscirà a lenire.




CERVETERI CALCIO: GRAVE IL PORTIERE BRUNI, INVESTITO DAVANTI ALLO STADIO DA UN UBRIACO

di Ci. Ma.

Cerveteri (RM) – Grave incidente per il portiere del Cerveteri calcio, Daniele Bruni. Ieri pomeriggio proprio davanti al al campo sportivo "Enrico Galli" dove Bruni si allenava, un autocarro che trasportava legna lo ha investito.

Una brutta notizia che ha travolto la città di Cerveteri e anche Ladispoli, il ragazzo è stato ferito gravemente all’impatto con questo mezzo, alla guida uno straniero in apparente stato di ebbrezza. Le testimonianze sembrano indicare la scena dell’incidente, Bruni era vicino alla sua automobile nel parcheggio nei pressi dello stadio, quando è stato investito dall’autocarro. Immediato l’intervento della polizia locale che ha coordinato il soccorso, sul luogo anche i Carabinieri e l’eliambulanza. Bruni ora è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma. Ancora non sono note le sue attuali condizioni.

L’autista, uno straniero, un cinquantaquattrenne romeno sembrerebbe essere risultato poi ubriaco in seguito all'alcool test effettuato dai carabinieri. L’autista, dopo aver investito Daniele Bruni, ha fatto retromarcia e danneggiato anche un’altra vettura, tanto che i Carabinieri al loro arrivo sul luogo dell’incidente lo hanno salvato dall’ira delle persone presenti all’accaduto.

Immediati sono stati gli sdegni e la rabbia di chi conosce il ragazzo, Daniele 28 anni e lo sport come guida nella sua vita. Ora sono tutti a pregare per lui, nella consapevolezza che non si può più accettare che in Italia, un ubriaco alla guida possa rovinare la vita perché non ci sono abbastanza controlli e una spregiudicatezza di chi si mette alla guida senza fine.
Dalla pagina di facebook , il “Cerveteri Calcio” racconta le proprie paure e speranza per il loro Daniele: “Tutta la A.s.d. Città di Cerveteri si stringe attorno a Daniele Bruni ed alla sua famiglia in queste ore piene di incertezza e paura. Daniele è sempre stato un ragazzo forte, un vero numero uno, dentro e fuori dal campo. Supererà anche questa!”

 




MAFIA CAPITALE, IL PROCESSO: BUZZI PREPARA I FUOCHI D’ARTIFICIO

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Buzzi chiama a testimoniare 250 persone, tra i quali Nicola Zingaretti, il sindaco Marino, Gianni Alemanno, oltre il Prefetto Gabrielli, gli ex Prefetti, Giuseppe Pecoraro e Mario Morcone, e l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – Il maxi processo su Mafia Capitale sta entrando nel vivo della storia ancor prima dell'inizio della prima udienza che è stata calendarizzara dal Gip per il prossimo 5 novembre e che si svolgerà presso la X° sezione della Procura di Roma, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia.

Ai primi di agosto 2015, Salvatore Buzzi aveva scatenato lo tsunami sulla Regione Lazio, toccando i massimi vertici, dal presidente Nicola Zinaretti, a Daniele Leodori Presidente del Consiglio regionale del Lazio.

Confessioni pesanti le sue rilasciate ai magistrati presso il carcere di Nuoro, dove è detenuto dal 2 dicembre 2014, soprattutto in merito ai rapporti con importanti esponenti della politica tanto che lo stesso Nicola Zingaretti finito nell’occhio del ciclone, ha dovuto rispondere al Consiglio Regionale del Lazio lo scorso 3 agosto 2015. 

Gelo e paura sul governo regionale, tanto che inaspettatamente Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale del Lazio, anticipava il giorno successivo la chiusura dei lavori dello stesso Consiglio regionale, mandando tutti in vacanza anticipata, scatenando aspre critiche da parte di tutta l’opposizione. Proprio in riferimento all'sms con il quale lo stesso Daniele Leodori informava tale decisione: “Si comunica che la seduta consiliare n.44 è aggiornata. Con apposita Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari sarà individuata la data della ripresa dei lavori. Cordialmente, la Segreteria operativa del Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale”, era stato definito uno sgarbo istituzionale da tutta l'opposizione, tanto che alla ripresa dei lavori nel mese di settembre, gli stessi consiglieri Aurigemma per Forza Italia, Sabatini per Ncd, Storace per La Destra, Sbardella per il Gruppo Misto, Corrado per il Movimento Cinque Stelle e Righini per Fratelli d'Italia , avevano deciso di saltare la conferenza dei capigruppo, la riunione che decide il calendario delle assemblee e di salire sull'Aventino.

In Regione Lazio d’altronde era stato sollevato un dibattito tesissimo, un vero processo al governatore Nicola Zingaretti. E il presidente della Regione Lazio con la nota di smentita aveva messo tutto a tacere, riservandosi querele per tutelare sua onorabilità. Nicola Zingaretti nello stesso comunicato annunciava: “Avverto impraticabilità per chi con onestà vuole cambiare la Regione. Da indiscrezioni di stampa contenute nel servizio di un tg emerge che il signor Salvatore Buzzi, in carcere dal 2 dicembre, avrebbe rilasciato dichiarazioni sui suoi atti corruttori diretti verso molte personalità politiche, nessuna della Regione Lazio”. Ebbene, nella nota di Nicola Zingaretti non si cita il presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori, mentre Salvatore Buzzi lo trascina nel vortice di Mafia Capitale come persona informata di fatti precisi e dettagliati. Infatti, secondo il servizio di un Tg, Buzzi tira in ballo anche Daniele Leodori: “sapeva che l’assessore Patanè ci chiedeva soldi per la gara del multi materiale”.

Ora a far ripiombare nel terrore i politici romani sono le parole dell’avvocato di Salvatore Buzzi, Alessandro Diddi, che ha anticipato a mezzo stampa le linee strategiche della difesa del primo degli imputati per mafia, Salvatore Buzzi. 

Buzzi chiama come testimoni Zingaretti, Marino, Alemanno e i Prefetti di Roma. L’avv. Diddi ha spiegato che Buzzi è prontissimo ad affrontare questo maxi processo, e ovviamente a combattere. Il legale spiega che la loro lista dei testimoni che dovrà essere presentata a fine ottobre è quasi pronta: “comprende circa 250 persone. Chiameremo a testimoniare molti nomi noti, tra cui il presidente della Regione Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Ignazio Marino, l'ex sindaco Gianni Alemanno, l'attuale Prefetto Franco Gabrielli, gli ex Prefetti Giuseppe Pecoraro e Mario Morcone, e l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. D'altra parte, visto che la Procura ritiene che il mio cliente, insieme agli altri imputati, abbiamo condizionato con metodi non ortodossi la pubblica amministrazione, noi chiameremo davanti al giudice i rappresentanti e i vertici della pubblica amministrazione per chiedere se ritengono che ci siano stati condizionamenti. Certo, non posso escludere che qualche funzionario possa avere sfruttato il ruolo che ricopriva a sui favore, ma è tutto da dimostrare di quale reato si sia trattato”.

Tutto è pronto, il maxi Processo si svolgerà con circa tre udienze a settimane almeno fino a gennaio nell'aula bunker di Rebibbia e vedrà dietro il banco degli imputati 59 persone, tutti sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, estorsione, riciclaggio e usura. 

Il Maxi processo. Il Gip di Roma, accogliendo la richiesta della Procura guidata da Giuseppe Pignatone, aveva disposto il processo con rito immediato per 34 persone coinvolte nella seconda parte dell'inchiesta su Mafia Capitale, tra cui troviamo Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, ritenuti i capi del clan, oltre a molti politici e imprenditori. I pm guidati da Pignatone, dopo la ormai nota ed eclatante operazione avvenuta a dicembre 2014, avevano avviato una seconda fase dell’indagine, terminata quando il Giudice per le indagini preliminari, la dott.ssa Flavia Costantini, il 29 maggio 2015 emetteva istanza di cattura e arresto per ben 19 persone tra cui Buzzi e Carminati, mentre ad altri 25 personaggi veniva applicata la custodia cautelare, rigettando la richiesta della misura cautelare nei confronti di Fabrizio Amore, Gabriella Errico, Luca Odevaine e Giovanni Fiscon.

La seconda fase d’inchiesta su mafia capitale s’inpernia su Buzzi e i suoi contati, lo stesso gip lo definisce come “riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate”.

Buzzi preannuncia fuochi d’artificio, d’altronde nessuso lo conosceva, nessuno ha fatto affari con le sue coop sociali, ma 3600 ore di intercettazionin dicono altro, tanto che la Procura ha comunicato che sarà allestita per i legali della difesa di Buzzi, una apposita sala per l'ascolto, criticata dallo stesso legale Diddi, la quale l’ha definita:“Iniziativa che ritengo assolutamente inutile. Anzi, ho già inoltrato la richiesta affinché il mio assistito possa essere messo nella condizione di ascoltare in prima persona le telefonate intercettate. Richiesta che corrisponde al principio dettato dall'articolo 6 della Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo, secondo il quale un accusato ha il diritto di difendersi personalmente e il presupposto fondamentale perché lo faccia è quello di potersi documentare”.

Per novembre sono annunciati fuochi d’artificio. Il Campidoglio, il governo regionale sotto lente d’ingrandimento, così non ci sono mai stati. 




VERTICE FONDAZIONE AN: VINCE FRATELLI D’ITALIA. A CASA FINI E ALEMANNO

di Alessandro Rosa

Roma – Il Partito di Giorgia Meloni incassa un successo che dovrebbe aprire una nuova stagione per la destra italiana. All’hotel Midas di Roma in quest'ultimo weekend appena trascorso sono state infatti consumate ore di tensione, una vera lotta intestina tra i leader della destra italiana all'assemblea dei soci della Fondazione An.

Il verdetto finale ha incoronato Fratelli d’Itala l’unico partito della destra italiana a poter continuare ad utilizzare il simbolo di AN. Vince quindi il duello con “lame e coltelli” la linea Gasparri-Matteoli-La Russa, mentre incassa una sconfitta sonora non solo Gianfranco Fini ma anche Gianni Alemanno per i quali il tramonto politico è già calato da un pezzo ormai..

La votazione. La proposta, intitolata "Fondazione per l'Italia" incassa 266 su 490 votanti e oltrepassa il quorum dei 246 scrutini. Per la mozione ribattezzata dei “quarantenni” i voti sono stati invece 222, mentre una terza proposta, a prima firma Nicola Bono, raccoglie solo 215 voti.

Giorgia Meloni esplode di gioia. Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, al termine dei lavori della seconda Assemblea della Fondazione An esclama: “Finalmente si fa chiarezza e si capisce a chi spetta il compito di aggregare la destra moderna. La legittimazione di Fratelli d’Italia è avvenuta prima attraverso il consenso popolare e oggi anche nella Fondazione An: non ne dubitavamo. Fratelli d’Italia è l’unico partito presente in Parlamento che si richiama ai valori della destra e che continua a crescere e a lavorare sul territorio. Manterremo l’impegno preso e da oggi daremo il via ad una grande campagna di aggregazione”.

La cordata dei quarantenni, fallisce clamorosamente. Tornano a mani vuote la cordata dei quarantenni, così ribattezzata l’alleanza del gruppo che sosteneva Gianni Alemanno, Roberto Menia, Italo Bocchino e Mario Landolfi, che volevano delegittimare la Meloni e il suo progetto politico, mentre con titolo ora potrà far rinascere dalle ceneri una destra appiattita, senza anima e spesso senza orgoglio, così almenop loro dicono.

La prova mancata dei "quarantenni". Per i colonnelli ormai detronizzati, Fratelli d'Italia avrebbe dovuto dire addio al simbolo di An e appoggiare un congresso per la creazione di un nuovo partito della destra sotto lil simbolo della stessa Fondazione AN. Un "Partito degli italiani", era il nome proposto, che fosse in grado di superare la subalternità alla Lega di Matteo Salvini e a Forza Italia di Silvio Berlusconi. Ma vince però al duello con “lame e coltelli” la linea Gasparri-Matteoli-La Russa.

Maurizio Gasparri è uno dei primi a commentare e lo fa su Twitter:Soddisfatto per la sconfitta del tentativo di Fini e Alemanno di condizionare #FondazioneAN , respinto assalto alla cassa“.

L’on. Fabio Rampelli, capogruppo di FdI in Camera dei Deputati lancia un messaggio inequivocabile: “Dall'Assemblea dei Soci di An esce un messaggio inequivocabile di chiarezza: la destra è rappresentata da Fratelli d'Italia e da Giorgia Meloni. Fini, Alemanno, Bocchino, insieme ai tesserati del partito di Alfano tra cui Roberta Angelilli, in fila a votare per loro, possono arrendersi a questa evidenza. La mozione dei risentimenti è stata bocciata. A FDI AN resterà il simbolo e ci faremo carico di un'altra stagione di nuove aggregazioni che sarà suggellata da un grande congresso”.




CANNABIS E TERAPIA DEL DOLORE CRONICO: NESSUN EFFETTO COLLATERALE AI PAZIENTI

Dal Canada, il primo grande studio di sicurezza a lungo termine sul consumo della cannabis ha permesso di valutare l’assenza di effetti collaterali ai pazienti trattati per un anno

 

di Cinzia Marchegiani

Montreal (Canada) – Uno studio importante sulla sicurezza medica della Cannabis irrompe con prepotenza e da speranza ai malati cronici di dolore. Un gruppo di ricerca canadese guidato dal Dr. Mark Ware dell'Istituto di Ricerca dell'Università McGill Health Centre (MUHC RI-) a Montréal ha infatti completato uno studio multicentrico nazionale guardando la sicurezza del consumo di cannabis medica tra i pazienti affetti da dolore cronico.

La scoperta che da speranza ai malti cronici di dolore. I ricercatori, hanno scoperto che i pazienti, con dolore cronico che hanno usato cannabis al giorno e per la durata di un anno, altamente monitorati, non avevano un aumento degli eventi avversi gravi rispetto ai pazienti con dolore che non hanno usato la cannabis. I risultati, che sono stati pubblicati on-line in The Journal of Pain, serviranno come studio di riferimento sugli effetti collaterali della cannabis quando viene utilizzato nella gestione del dolore.

L'autore principale, il dottor Ware, specialista del dolore presso l'Ospedale Generale di Montreal del MUHC e professore associato in famiglia Medicina e Anestesia presso la McGill University ha spiegato: "Questo è il primo e più grande studio di sicurezza a lungo termine del consumo di cannabis medica da parte dei pazienti affetti da dolore cronico mai condotto", spiega. "Abbiamo scoperto che la cannabis medica, in caso di utilizzo da parte dei pazienti che hanno esperienza degli utenti, e come parte di un programma di trattamento controllato per il dolore cronico più di un anno, sembra avere un profilo di sicurezza ragionevole."

Studio su pazienti con dolore cronico non oncologico. Nell'ambito delle cannabis per la gestione del dolore, la valutazione della Safety Study (COMPASS), che ha iniziato nel 2004, i ricercatori hanno seguito 215 pazienti adulti con dolore non oncologico cronico, che ha usato cannabis medica, e li rispetto ad un gruppo di controllo di 216 malati di dolore cronico che non erano di cannabis. Lo studio ha coinvolto sette centri clinici con esperienza la gestione del dolore in tutto il Canada si trova a Fredericton, Halifax, Londra, Montreal, Toronto e Vancouver.

Risultati importanti. I consumatori di cannabis hanno avuto accesso alla cannabis contenenti 12,5 per cento di THC da un produttore di cannabis autorizzato. La cannabis è stata erogata attraverso la farmacia ospedaliera in ogni sito, e ha raccolto i pazienti il loro approvvigionamento di ogni mese, dopo aver completato le visite e le prove necessarie. Insieme con informazioni sugli effetti nocivi, soggetti sono stati sottoposti funzione polmonare e test cognitivi, e sono stati invitati circa il loro dolore, l'umore e la qualità della vita nel corso di un anno di follow-up. Un certo numero di soggetti sono stati sottoposti i pannelli completi di esami del sangue per la biochimica di routine, funzionalità epatica e renale, e livelli di ormone selezionati. La quantità media di cannabis utilizzata complessiva è stata di 2,5 grammi al giorno se fumata, vaporizzato o preso come commestibili.

Il dottor Aline Boulanger, direttore della clinica dolore al Centre Hospitalier de l'Université de Montréal nel dettaglio spiega: "I nostri dati mostrano che i consumatori di cannabis quotidianamente avevano un rischio maggiore rispetto ai non utilizzatori (gruppo di controllo) di sperimentare gravi eventi avversi. Non abbiamo trovato alcuna evidenza di effetti nocivi sulla funzione cognitiva, o esami del sangue tra i consumatori di cannabis e abbiamo osservato un miglioramento significativo nei loro livelli di dolore, sintomo angoscia, l'umore e la qualità della vita rispetto ai controlli''.

I ricercatori hanno segnalato un aumento del rischio di "non gravi eventi avversi" nei consumatori di cannabis medica come mal di testa, nausea, vertigini, sonnolenza, e problemi respiratori associati con il fumo.

Un importante passo avanti ha offerto questo studio che apre nuove frontiere sull'utilizzo medico della cannabis.