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Cronaca

Caso Loris Stival: ecco tutti i particolari dopo la condanna a Veronica Panarello

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Tempo di lettura 3 minuti Intervista all'Avvocato di Davide Stival, Daniele Scrofani

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di Chiara Rai

RAGUSA – Trent’anni a Veronica Panarello per l’omicidio di suo figlio, il piccolo Loris Stival il quale, secondo la sentenza del Gup Andrea Reale, è stato strangolato dalla madre prima di essere gettato in un canalone in provincia di Ragusa. Il delitto è avvenuto due anni fa e in quest’arco di tempo Panarello ha cambiato versione più volte, la primissima è stata che la donna non ha trovato più suo figlio all’uscita di scuola, mentre l’ultima che non è stata lei a uccidere il figlio bensì suo suocero con il quale la stessa Veronica Panarello ha confessato di avere una relazione. Dunque secondo la donna, suo suocero avrebbe ucciso il nipote perché aveva scoperto la loro relazione clandestina e Veronica stessa lo avrebbe aiutato ad occultare il cadavere. Con il progredire delle investigazioni, pian piano, le telecamere hanno raccontato un’altra verità, immortalando il tragitto di Veronica Panarello quella tragica mattina: Loris non ci è purtroppo mai andato a scuola e sua madre, dopo averlo strangolato, lo ha gettato come fosse immondizia in un canale per poi montare la sceneggiata della scomparsa. Almeno questo è stato l’impianto accusatorio confermato con la sentenza a 30 anni formulata lunedì 17 ottobre 2016 dopo più di quattro ore di camera di consiglio, nell'aula del tribunale di Ragusa. Diversi particolari non sono ancora emersi dopo la pronunziazione di ieri, ed è per questo che L’Osservatore d’Italia ha inteso intervistare l’Avvocato di Davide Stival Daniele Scrofani.

 

 

Salve Avvocato, immaginiamo che la sentenza del giudice sia fedele alle vostre aspettative oppure ci sbagliamo?
Certo, ci riteniamo soddisfatti sebbene il giudice abbia escluso l’aggravante della premeditazione ma diciamo che l’impianto accusatorio ha retto. Ritengo soprattutto importante il fatto che, dopo le varie versioni fornite da Panarello in tutto questo tempo, sia stata disposta la trasmissione degli atti in Procura per procedere per calunnia della stessa nei confronti del suocero

 



È vero che Davide Stival, ha chiesto la separazione e un risarcimento da due milioni di euro?

La separazione formalmente non è stata richiesta però stiamo preparando il ricorso per separazione giudiziale e a breve sarà pronto. Il giudice ha disposto una provvisionale sul risarcimento che verrà liquidato dal giudice civile ovviamente parliamo di un risarcimento “virtuale”, perché la signora Panarello non è in grado di sostenere il pagamento di queste cifre, si tratta di un’azione più che altro simbolica. Il fatto del risarcimento forse è passato in secondo piano rispetto alla condanna a 30 anni ma ieri il Giudice ha condannato la signora Panarello a rifondere 250 mila euro a Davide Stival e 100 mila sempre allo stesso quale padre esercente la potestà sul figlio minore di 4 anni. In più Panarello è stata condannata a rifondere 100 mila a ciascuno dei nonni paterni del piccolo Loris

 

Davide Stival crede alle accuse che la signora Panarello rivolge a suo suocero? Padre e figlio si parlano?
No assolutamente Davide Stival non crede alle accuse di Veronica Panarello. Tra Davide Stival e il padre c’è una sospensione di rapporti che però intendo ben specificare è precedente alle accuse di Veronica Panarello. I due hanno avuto delle incomprensioni, si tratta di rapporti di famiglia che nulla hanno a che fare con questa tragedia.
 

 

Ricordiamo che Andra Stival è in veste di indagato in un fascicolo stralcio non ancora archiviato oltre che ad essere stato parte civile nel processo. Lei Avvocato come vede la posizione del padre del signor Davide Stival?
Una volta che il giudice ha disposto la trascrizione degli atti per calunnia ritengo che la posizione di Andrea Stival sia segnata verso l’archiviazione.

 

 

La perizia psichiatrica ha definito la signora Panarello una persona con una "personalità non armonica" ma "capace di intendere e di partecipare al processo". Anche voi ritenete abbia agito da sola?
La sentenza dice questo, del resto dalle innumerevoli prove acquisite vediamo che non vi sono altre persone che escono dal palazzo oltre i condomini quella mattina. Dunque noi ci affidiamo alla sentenza che appunto dice che Veronica Panarello ha commesso da sola l’omicidio.
 

Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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