Caro bolletta, rischio chiusure per migliaia di attività. Servono provvedimenti urgenti per evitare il disastro economico!

Imprenditore di Grottaferrata: “A fine mese sarò costretto a mettere tutti i dipendenti in cassa integrazione e chiudere l’attività”

Schiacciati dai rincari delle bollette più che raddoppiate e dall’aumento dei prezzi e quindi dei costi, molte attività commerciali ed esercizi pubblici ormai faticano ad andare avanti. Una situazione ormai diffusa in tanti settori come negozi, alimentari, bar, ristoranti e hotel. E ora il rischio causato dal “caro-bolletta” è quello di assistere alla chiusura di migliaia di attività, un vero e proprio colpo di grazia per tantissime imprese che tentavano di riprendersi dopo le chiusure forzate del periodo pandemico.

“A fine mese sarò costretto a mettere tutti i dipendenti in cassa integrazione e chiudere l’attività” dice un imprenditore di Grottaferrata che si è visto recapitare una bolletta per l’energia elettrica riferita al bimestre luglio e agosto di quasi 50mila euro, rispetto i 15mila dello scorso anno e nonostante abbia investito a proprie spese in un impianto fotovoltaico che produce circa 80 Kwh. Una bolletta dove pesano quasi 10mila euro di IVA l’imposta sul valore aggiunto che incassa lo Stato. “Tutti questi rincari energetici – prosegue l’imprenditore – stanno portando una valanga di soldi nelle casse dello Stato che avrebbe potuto almeno rinunciare all’IVA con un provvedimento immediato in modo da alleggerire le bollette. Evidentemente non c’è la volontà di farlo. La pecora si tosa non si spella e ora quanto costerà allo Stato pagare la cassa integrazione per tutti i lavoratori che a causa di questi rincari perderanno il posto di lavoro?”

Secondo l’indagine di Confcommercio Milano tra ristoratori e alberghi, tra i settori che soffrono di più, il 15% vede il rischio di chiusura, il 10% di sospensione temporanea dell’attività. La maggioranza (il 66%) indica una soluzione per ridurre il caro energia nel minore uso di illuminazione e aria condizionata/riscaldamento. E, allo stesso tempo, chiede provvedimenti più ampi e incisivi per ridurre il carico fiscale sulle bollette.

“Bisogna evitare ulteriori chiusure, dopo la perdita in questi ultimi anni già di 10-15 mila aziende per gli effetti della pandemia. Una situazione che oggi ci fa vedere anche diverse vetrine chiuse nel centro storico. Ora i rincari energetici mettono a rischio altre aziende, 8-10 mila nell’anno”, dice il direttore di Confcommercio Roma, Romolo Guasco. Attualmente chiusure per il caro bollette nella capitale “non se ne registrano, ma il rischio c’è nei prossimi mesi”. E da Firenze a Napoli lo scenario è lo stesso.




Risparmiare sul gas: ecco le misure previste

Il Mite ha pubblicato il Regolamento per “realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia”.

Tra le misure previste una riduzione di 1 grado per il riscaldamento degli edifici, da 17 con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, da 19 con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici.

“I limiti di esercizio degli impianti termici, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione”. E’ quanto si legge nel Regolamento del Mite per il contenimento dei consumi di gas in cui si precisa tuttavia che sono fatte salve le utenze sensibili (es. ospedali, case di ricovero ecc.)

Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento indicate dal Regolamento pubblicato dal Mite “portano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas)”. A cui, spiega il Mite, si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi.

L’insieme del contributo atteso dalle misure adottate dal Mite assieme a misure comportamentali volontarie nell’uso efficiente dell’energia “porta ad una riduzione dei consumi coerente con il 15% del Regolamento UE, pari quindi almeno a 8,2 miliardi di Smc di gas naturale“. Lo si legge nel testo del Regolamento appena licenziato dal Mite.

“Il blocco del gasdotto Nord Stream 1 aumenta ulteriormente la probabilità di una recessione nell’Eurozona”. Lo affermano in una nota gli analisti di Fitch. “Il fermo completo del gasdotto Nord Stream 1 – spiegano gli esperti dell’Agenzia di rating – riduce ulteriormente i già pochi margini di errore per equilibrare il mercato europeo del gas questo inverno, nonostante la strategia dell’Ue per mitigare i peggiori effetti del blocco sul mercato sia ancora credibile”.




Lavoro, Di Raimondo (Asstel): “Urgente ridurre il divario di genere e promuovere nuove politiche del lavoro

I dati riportati nello studio dell’Osservatorio di The European House – Ambrosetti parlano chiaro: il “gender pay gap” ha un impatto economico annuo fino a 11.200 miliardi di dollari nei Paesi del G20. Un divario retributivo che si attesta mediamente al 14,1% in UE e che è variato solo in minima parte nell’ultimo decennio. In Italia il divario è ancora più ampio circa il 20% in più per gli uomini.

«Il divario di trattamento economico tra donne e uomini nel mondo del lavoro, nel nostro Paese, è davvero preoccupante, e questi dati ritraggono una situazione non più rinviabile.

Siamo, da tempo, impegnati a promuovere e valorizzare l’occupazione femminile con l’obiettivo di favorire le condizioni per permettere alle donne il raggiungimento di una giusta parità salariale e parità di carriera.

Bisogna evitare che le donne siano penalizzate sia dentro sia fuori la sfera lavorativa. La Filiera Tlc e l’associazione sono promotori di molte iniziative: in sede di rinnovo del contratto nazionale e con l’adesione al manifesto per l’occupazione femminile promosso da Valore D, ad esempio. Le imprese sono consapevoli dell’importanza della parità di genere per la competitività dell’Italia. Per questo siamo convinti che vadano anche implementate politiche volte ad aumentare l’accesso femminile alle materie STEM al fine di rispondere ai cambiamenti che l’innovazione tecnologica chiede al mondo del lavoro».  Lo dichiara Laura Di Raimondo Direttore di Asstel.




Nella morsa del gas: Nord Stream resta chiuso. Borse europee in forte calo

Borse europee pesanti a metà mattinata con Francoforte (-3%) in testa ai ribassi, davanti a Milano (-2,4%), Parigi (-2%) e Londra (-0,9%).

La corsa del prezzo del gas, che ad Amsterdam si muove attorno ai 280 euro al megawattora (+31,6% a 282,5 euro) spaventa gli investitori, che temono le conseguenza per l’economia e l’inflazione di uno stop delle forniture russe all’Europa.

Ne fa le spese anche l’euro, che fatica a mantenere quota 0,99 sul dollaro (-0,4% a 0,991), come pure i titoli di Stato dell’Eurozona, che non si salvano dalle vendite: i rendimenti sono tutti in crescita con quello del Btp decennale che si avvicina nuovamente a quota 4% (+13 punti base al 3,957%) mentre lo spread con il bund tedesco si allarga a 394 punti. Intanto riprende la corsa del petrolio, spinto dall’attesa per un talio alla produzione da parte dell’Opec+: wti e brent salgono di circa 2,5 punti percentuali, con il primo a quota 89,1 e il secondo a 95,5 dollari il barile. Non a caso sulle Borse europee i titoli dell’energia sono gli unici che si salvano dalle vendite: a Piazza Affari guidano i ribassi Interpump (-4,6%), Pirelli (-4%) e Stellantisi (-3,9%).

L’euro riagguanta quota 0,99 sul dollaro, dopo aver ritoccato i minimi dal 2002 a 0,98: la moneta unica scambia ora col biglietto verde a 0,991

Frena un po’ la sua corsa il prezzo del gas ad Amsterdam, dopo aver toccato un massimo di 290 euro al megawattora in avvio di seduta. I future Ttf avanzano del 23% a 264 euro al megawattora in scia alla decisione della Russia di chiudere il Nord Stream.

Le scorte di gas dell’Unione Europea sono salite nel corso dell’ultima settimana all’81,55% della capacità di stoccaggio. I dati del Gie (Gas Infrastructure Europe) indicano, alla data di sabato scorso, un riempimento dell’85,55% degli stoccaggi in Germania e dell’83,74% di quelli in Italia.

Prevale il segno rosso sulle Borse asiatiche, che scontano gli effetti della crisi energetica e sono appesantite dalla possibile limitazione, oggetto di valutazione da parte dell’amministrazione americana, degli investimenti Usa nelle società tecnologiche cinesi. Tokyo ha perso lo 0,1%, Seul lo 0,2% mentre Sydney ha chiuso in rialzo dello 0,3%. Soffre invece Hong Kong, in calo dell’1,3%, mentre Shanghai arretra dello 0,1% e Shenzhen dello 0,7%. In forte ribasso i future sull’Europa, che paga l’impennata del prezzo del gas (+23,4% a 275 euro) scatenata dalla prolungata chiusura del Nord Stream: quelli su Francoforte cedono il 2,9%, quelli su Milano il 2,5% e quelli su Londra il 2,2%. L’euro intanto ritocca i minimi da vent’anni sul dollaro, scendendo sotto quota 0,99. In una giornata che vedrà la chiusura di Wall Street per il Labour Day gli occhi degli investitori sono puntati anche sulla riunione dell’Opec+, che potrebbe decidere di tagliare la produzione di petrolio (il wti sale del 2,1% a 88,7 dollari) allo scopo di sostenere i prezzi.




Le lingue del lavoro: gli sbocchi lavorativi per chi studia le lingue  

Da traduttore di manga e fumetti a linguista forense, sfatiamo un mito: guadagnare bene grazie allo studio delle lingue è possibile. Parliamo di cifre che possono arrivare fino a 67.000€ di stipendio medio annuo.

Lo dimostra l’infografica “Le lingue del lavoro: gli sbocchi lavorativi per chi studia le lingue” realizzata da Carlo Bo, che rimarca l’importanza di integrare lo studio delle lingue con un percorso specializzante in altri settori, finalizzato all’acquisizione di skill essenziali nel mondo di lavoro.

Gli sbocchi lavorativi per chi studia le lingue, infatti, sonomolteplici e coinvolgonosettori molto diversi tra loro: dall’HR Specialist al Social Media Manager, passando dal traduttore di film e serie tv, tutte professioni che necessitano di competenze specifiche aggiuntive e che consentono di assicurarsi uno stipendio medio tra i 27.000 ai 35.000€ annui.

Sarà sempre più necessario dunque approfondire le proprie competenze linguistiche in senso altamente professionalizzante, anche uscendo dalle solite logiche dei percorsi di studio tradizionali.

In tal senso, l’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo è una porta concretamente aperta sul mondo del lavoro, grazie ad una forte componente pratica e di laboratorio e ai seguenti piani di studio specifici (tra cui scegliere a partire dal secondo anno):

  • Mediazione Linguistica e Negoziazione Internazionale
  • Digital Communication and Social Media Marketing
  • International Trade and Multicultural Sales

Ma quali sono le lingue su cui puntare? Sicuramente il cinese, la più parlata al mondo dopo l’inglese. Importante anche lo spagnolo, molto richiesto dai datori di lavoro. Infine, se si vuole scommettere sul proprio futuro, ci sono il tedesco e l’arabo, lingue ormai sempre più diffuse e rilevanti nel mercato internazionale.




Gas, verso l’austerity: da ottobre un’ora e 1 grado di meno per riscaldarsi

Termosifoni accesi per un’ora in meno a partire da ottobre, con un grado stabilito in meno.

Questo, a quanto filtra da fonti ministeriali, una delle misure che sarebbe stata annunciata dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, durante la riunione del Consiglio dei ministri.

Le stesse fonti escludono il ritorno alla Dad nelle scuole,  nell’ambito del piano di risparmi energetici. Intanto, sempre secondo quanto si apprende, si lavora per portare il nuovo decreto contro il caro bollette in Cdm la prossima settimana.

La crisi energetica sta facendo muovere tutti i paesi dell’Ue, con la prospettiva di un vero e proprio ‘lockdown energetico’ in autunno per preservare le (scarse) scorte di gas in vista dell’inverno. Ursula von der Leyen ha dato le linee guida comunitarie, ora i vari paesi si muovono in autonomia dal punto di vista delle decisioni politiche.

In Italia la situazione politica è caotica, ma il governo in uscita si appresterebbe a varare un decreto apposito per ridurre il consumo domestico di gas, mentre le bollette continuano la loro folle corsa mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Si deciderà nei prossimi giorni per quanto concerne illuminazione urbana e orari d’apertura degli esercizi pubblici, intanto il focus è sul riscaldamento.

Termosifoni giù di un grado e un’ora in meno

Nel dm dovrebbero essere previsti, per l’inverno in arrivo, termosifoni giù di un grado -da 20 a 19 gradi- e riscaldamenti spenti un’ora prima per ridurre i consumi di un miliardo di metri cubi nell’ultimo semestre 2022 e di ben 2 miliardi nel 2023, stando almeno ai numeri sui quali ragiona il governo.

Sensibilizzazione

Governo che sta mettendo in cantiere, rivelano le stesse fonti, spot per sensibilizzare l’opinione pubblica sui consumi, ovvero sulle buone regole da tenere a mente per sforbiciarli, ad esempio rimarcando l’importanza di non stare troppo sotto la doccia o la buona abitudine di spegnere la luce quando non è strettamente necessaria.

Il piano Cingolani

Intanto domani a Palazzo Chigi, viene spiegato dalle stesse fonti, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani presenterà al premier Mario Draghi il piano di risparmio energetico – una prima parte è stata già anticipata a luglio scorso – in cui si tracciano le misure necessarie da adottare in base ai diversi scenari possibili, da quelli attuali a quelli a tinte più fosche, a cui saremmo costretti – ad esempio – se Mosca dovesse chiudere i rubinetti.




Gas alle stelle: Russia pronta a fornire, ma niente restrizioni

Verso vertice UE per discutere le misure di emergenza

Dopo una partenza di giornata calma e un picco nel secondo pomeriggio, il prezzo del gas ad Amsterdam, mercato di riferimento per l’Europa,  ha chiuso la seduta a 339 euro al megwattora (+5% rispetto alla vigilia), poco sotto il massimo storico di 341 euro segnato a meno di un’ora dalla fine dall’ultima seduta della settimana.

La Russia è pronta a fornire gas all’Europa nei volumi previsti dal contratto se l’Occidente non la metterà alle strette con le restrizioni

Lo afferma il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev in un’intervista alla tv francese, scrive la Tass. “Siamo pronti a fornire gas nei volumi che sono stati contrattati già ora. Tuttavia, questo dipenderà sicuramente dalla posizione dei Paesi occidentali ed europei. Se i pagamenti saranno vietati o se la consegna delle turbine riparate o il lancio del NordStream 2 saranno fermati, allora le forniture non saranno probabilmente nei volumi che si aspettano”, ha detto.

La crescita del prezzo del gas si scarica anche sul costo dell’elettricità in Italia, che oggi durante le contrattazione ha toccato il picco di 870 euro per poi attestarsi su una media giornaliera di 713,69 euro a megawattora. Il valore medio della borsa elettrica – che emerge dai dati del Gme – risulta in impercettibile flessione rispetto ai 718,71 euro di ieri, ma rimane comunque altissimo: superiore di 100 euro al valore di due giorni fa, quando si attestava a 614 euro e 200 euro in più dei 507,79 di una settimana fa.

SALVINI – Sull’emergenza bollette “la Lega chiede al Governo Draghi che è in carica di fare in fretta. Noi chiedemmo mesi fa un investimento maggiore, uno scostamento di bilancio, ci dissero no. Adesso tutti si accorgono che settembre e ottobre rischiano di essere devastanti per le famiglie e per le imprese – ha detto Matteo Salvini -. Se Draghi porta in Cdm o in Parlamento anche la prossima settimana un provvedimento da miliardi, da decine di miliardi per sostenere famiglie e imprese il voto della Lega è assicurato”. 

BERLUSCONI – “Quello del costo dell’energia è un tema essenziale per una Regione ricca di imprese come la nostra, si rischia un disastro per le famiglie ai prezzi attuali e per le imprese. Io ho chiesto per primo al governo di intervenire e ho notizia che si sta predisponendo un decreto”, ha detto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

DI MAIO – “Noi speriamo di scongiurare i razionamenti con tutte le nostre forze sia come Governo che come forze politiche. Noi come Ic abbiamo chiesto un massiccio intervento sulle bollette per mitigarne gli effetti su imprese e famiglie. Il governo farà tutto il possibile e interverrà in maniera incisiva. Ma quelli che hanno provocato la crisi di Governo a luglio adesso dovrebbero tacere, invece di chiedere interventi al Governo”: così il ministro degli Esteri e capo politico di Impegno civico Luigi Di Maio.

LETTA – “I rialzi odierni confermano l’urgenza di un intervento drastico che ponga un tetto fissato al prezzo dell’elettricità. E la necessità di raddoppiare il credito d’imposta per l’energia che consenta il recupero di parte degli enormi aumenti in corso. Ne va della tenuta del Paese”, scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta

Intanto, la presidenza ceca, presidenza di turno del semestre Ue “convocherà una riunione urgente dei ministri dell’Energia per discutere le misure di emergenza specifiche – ha annunciato il presidente della Repubblica Ceca Petr Fiala su twitter – per affrontare la situazione energetica”. che potrebbe venir fissata entro metà settembre. I contatti tra gli Stati membri sulla data e sull’agenda della riunione sono ancora in corso e da quanto si apprende la convocazione ufficiale dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana




E-car, le vendite non aumentano: cosa manca per convincere gli italiani?

Le auto elettriche stanno diventando sempre più popolari in tutto il mondo, grazie alla crescente consapevolezza ambientale delle persone. Tuttavia, in Italia le vendite in questo settore stentano a decollare per diversi motivi, dato che non convincono del tutto gli italiani. Tra questi, la mancanza di stazioni di ricarica, i prezzi elevati e la generale diffidenza verso le nuove tecnologie, come nel caso dei dubbi sull’affidabilità e sull’autonomia delle batterie. Si spera ovviamente che, con il tempo, anche gli automobilisti italiani possano prendere una maggiore confidenza con questo tema, così da passare alla mobilità elettrica.

Nonostante gli incentivi, il mercato delle auto elettriche non decolla

I dati dei mesi passati avevano fatto sperare in un decollo delle auto elettriche nel breve periodo, ma la realtà attuale smentisce ogni previsione positiva. Un po’ per la crisi economica, un po’ per via di altri fattori, il mercato delle auto elettriche si è improvvisamente ritrovato con le “batterie scariche”. Lo testimoniano le ricerche di settore, che evidenziano un calo delle immatricolazioni di automobili ad alimentazione elettrica rispetto a luglio 2021 e nel primo semestre 2022, pari a 7 mila unità circa rispetto al medesimo periodo dello scorso anno (28 mila contro 35 mila circa).

In realtà gli stessi esperti spiegano che questa flessione è del tutto in linea con la crisi che anche gli altri mercati stanno affrontando, e che dipende da molteplici fattori, non ultima la situazione geopolitica che l’Europa sta vivendo. Inoltre, se a questo si aggiungono anche i dubbi degli italiani sulle auto elettriche, si ottiene un risultato ancor più altalenante e difficile da decifrare.

I miti sulle automobili elettriche da sfatare e le difficoltà oggettive

Da un lato ci sono alcune verità, come il fatto che mancano le colonnine e che le auto elettriche hanno un costo superiore alle medie. Dall’altro lato, però, ci sono anche parecchi falsi miti da sfatare. Uno di questi riguarda le tecnologie, sempre più avanzate, e la qualità delle batterie di ultima generazione, con un’autonomia sempre più ampia e aiutata da sistemi come la frenata rigenerante.

Per quel che riguarda il problema della carenza di colonnine, non va comunque ignorata la possibilità di fare tutto dal proprio garage: come infatti spiegano alcuni blog gestiti da esperti del settore dell’energia, oggi è possibile effettuare una ricarica di una macchina elettrica comodamente da casa. In questo modo si potrà ovviare a qualsiasi tipo di problematica, superando uno dei maggiori scogli.

Un altro mito da sfatare riguarda il rumore prodotto dalle auto elettriche: queste vetture, al contrario di quanto si possa credere, sono molto silenziose e dunque confortevoli anche dal punto di vista acustico. Inoltre, ci sono gli incentivi che possono dare una mano a livello economico, senza dimenticarsi dell’aspetto green dei veicoli alimentati a batteria.




Prezzi energia: il gas vola a 310 euro

Una fiammata porta il futures sul gas, negli scambi ad Amsterdam, a toccare i 315 euro (+8%).

Poi si assesta su quota 310 euro, un rialzo comunque vertiginoso sulla peggiore crisi di approvvigionamento degli ultimi decenni che mette pressione ai Governi.

L’impennata ha anche portato i prezzi dell’energia in tutto il continente a livelli mai visti prima, contribuendo all’aumento dei costi per tutto, dalla produzione di zinco e alluminio ai fertilizzanti.




Trieste, chiusura stabilimenti Wärtsilä: le ripercussioni della fuga

Si sviluppano le ripercussioni negative della decisione di Wärtsilä, multinazionale finlandese leader nella produzione di motori marini, di chiudere lo stabilimento di Trieste per de localizzare in Finlandia.. Quando, qualche settimana fa, Håkan  Agnevall, presidente della Wartsila Corp. aveva confermato la decisione aziendale durante una riunione a Roma col ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti , quest’ultimo aveva dichiarato che tale decisione “incrina la fiducia che era alla base dei rapporti tra Italia e Finlandia”, dichiarazione significativa tenendo presente che pochi giorni prima lo stesso Giorgetti aveva incontrato in Finlandia suoi colleghi ministri finlandesi.

Giancarlo Giorgetti

A queste prime posizoni critiche, si sono poi aggiunte le valutazioni negative dei sindacati triestini alla pretsea di Wärtsilä che i lavoratori si facessero parte attiva nello smantellamento della fabbrica: “Wärtsilä senza vergogna” ha dichiaratoil segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis, aggiungendo che Wärtsilä “dopo aver pugnalato alle spalle 900 dipendenti e le loro famiglie, l’intera collettività sociale e industriale triestina e snobbato la proposta del progetto annunciato dal ministero dello Sviluppo ‘Industria del mare’, va oltre,pretendendo che i lavoratori siano parte attiva nello smaltimento industriale del sito di Bagnoli magari indossando anche i guanti bianchi“.

Quasi una beffa, ribatte il sindacato facendo sapere che “il presidio pacifico ai cancelli quindi, rimarrà fino a quando non ci saranno le condizioni per discutere un serio piano industriale e occupazionale, non accetteremo che con un colpo di spugna venga cancellata una storia industriale di decenni e con essa le competenze dei 900 lavoratori. Ribadiamo, serve una soluzione industriale duratura e solida”. Intanto. dopo uno sciopero già effettuato, “vista l’attuale evoluzione della vicenda “Wärtsilä”, che intende recapitare i motori custoditi presso i magazzini triestini, le organizzazioni sindacali. FILT-CGIL, FITCISL, UILTRASPORTI E UGL MARE dichiarano lo stato di agitazione del personale operante presso il porto di Trieste a sostegno della vertenza e in segno di solidarietà dei lavoratori impiegati presso lo stabilimento che rischiano il posto di lavoro. E quindi” potrà essere attuata l’astensione volontaria da parte operatori portuali di tutte le operazioni riguardanti l’azienda Wärtsilä quali ad esempio l’imbarco di motori ed il sollevamento degli stessi a bordo delle navi, oltre che ogni operazione portuale riguardante l’azienda in questione, fino alla soluzione della vertenza”.

Ma ripercussioni arrivano fino in Corea del Sud: è dal paese asiatico infatti che è giunta una richiesta di spiegazioni, recapitata alla Regione Friuli Venezia Giulia, per il ritardo della spedizione alla Dsme (Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering) dei motori dal sito industriale di San Dorligo della Valle. A chiederne conto è stato il Console generale della Repubblica di Corea, Kang Hyung-Shik, con una lettera alla Prefettura di Trieste girata poi al presidente della Regione  Massimiliano Fedriga. Che ha risposto dicendo di comprendere, come si legge in una nota della Regione, le difficoltà che l’azienda coreana sta subendo per il ritardo nella consegna dei motori prodotti dallo stabilimento Wärtsilä, ma allo stesso tempo sottolineando come questa situazione “sia stata causata dalla repentina decisione della proprietà finlandese di avviare la procedura per l’immediato licenziamento di 450 dipendenti“. I quali, ha detto ancora Fedriga, hanno reagito e le loro azioni, sostenute dal sindacato, “sono finalizzate alla difesa dei propri diritti e a contrastare la decisione assunta dalla Wärtsilä”. Sempre Fedriga ha chiesto ai coreani di aiutare a ‘risolvere’ la situazione: ha fatto “appello alla riconosciuta sensibilità ai temi sociali e del lavoro che ha sempre contraddistinto l’azione della Repubblica della Corea del Sud e l’attività della Dsme”, chiedendo al Console di “rappresentare direttamente ai vertici dell’azienda finlandese il disagio che la chiusura dello stabilimento di San Dorligo della Valle sta arrecando anche al tessuto economico coreano“. Il tutto, “con l’auspicio che un’azione congiunta di sensibilizzazione possa far tornare Wärtsilä sui suoi passi con la soddisfazione delle istituzioni -italiane e coreane- e dei lavoratori”.




Cambiare casa: qual è il momento giusto e cosa bisogna tenere a mente

Nella vita prima o poi arriva il momento di cambiare casa. Si tratta di una situazione che ovviamente può metterci di fronte ad una serie di difficoltà, non solo pratiche ma anche emotive, perché rappresenta un cambio di vita per certi versi radicale. Inoltre, ancor prima di arrivare alla ricerca e al successivo acquisto di una nuova casa, è importante capire qual è il momento giusto per prendere questa decisione. Oggi, dunque, vedremo insieme le cose più importanti da tenere a mente.

Qual è il momento migliore per cambiare casa?

Non esiste una risposta precisa a questa domanda, perché alle volte potrebbe trattarsi di una scelta, altre volte di un passo obbligatorio. In pratica, tutto dipende dalle esigenze e dagli obiettivi specifici che ognuno di noi vuole raggiungere, come nel caso del cambio casa legato alla necessità di trasferirsi in un’altra città, per lavoro o per questioni affettive e familiari. Ovviamente, in alcuni casi sarà indispensabile trasferirsi il prima possibile, mentre in altri potremo permetterci di restare fermi ancora per un po’ senza particolari problemi, in attesa dell’occasione giusta.

In linee generali, se si è scelto di farlo, conviene cambiare casa quando ci sono delle agevolazioni ad hoc come il bonus prima casa, per citarne uno: in questo modo si potrà diminuire la spesa economica. Un altro momento ideale per farlo è quando le proprie finanze lo permettono, ovvero quando si ha la possibilità di accendere un mutuo senza troppe difficoltà od incognite per il futuro. Anche il periodo dell’anno può influenzare questa scelta: per fare un esempio concreto, il trasloco in estate può diventare un vero incubo, e lo stesso discorso vale per l’inverno, stavolta a causa della pioggia. Meglio optare per una stagione caratterizzata dal clima mite, come la primavera.

Gli aspetti principali da tenere a mente quando si cambia casa

Cambiare casa non è certo un passo da prendere alla leggera: è importante valutare attentamente tutti gli aspetti legati a questo cambiamento, per non trovarsi impreparati di fronte a problemi o imprevisti. Tra i primi fattori da valutare troviamo l’attivazione o la riattivazione dei contatori. Per fortuna, su questi temi è possibile trovare online alcune guide, come quelle sul subentro del gas di ENGIE, che mostrano i costi e le tempistiche di queste operazioni. In secondo luogo, si consiglia di occuparsi anche della connessione internet, considerando la sua importanza.

Inoltre, è bene provvedere anche ai vari impegni burocratici, come la comunicazione del cambio di residenza presso l’ufficio anagrafe. Naturalmente, prima di comprare la casa dei propri sogni, bisogna fare i conti con la realtà e verificare se si ha il budget per potersela permettere. Infine, è sempre il caso di studiare il quartiere, la presenza dei servizi essenziali e la qualità del vicinato, oltre alle condizioni dell’immobile.