ISIL IN ITALIA: CINQUE UOMINI FERMATI IN VENETO, INDAGATI PER TERRORISMO

di Daniele Rizzo

Se a dirlo è il Ministro dell’Interno in prima persona c’è da fidarsi: in Italia sono presenti alcune decine di combattenti jihadisti dell’Isil, miliziani di nazionalità italiana pronti a morire per la causa islamica. Angelino Alfano lo ha confermato in un’intervista al Corriere del 24 agosto, annunciando che i Servizi segreti e l’Intelligence stanno lavorando per identificare ed isolare queste micro cellule terroristiche. Che poi non è neanche detto siano cellule in comunicazione tra loro. Più probabilmente si tratta di “lupi solitari” convertiti all’Islam, addestrati in Medio Oriente e spinti alla jihad da dei reclutatori presenti sul territorio italiano.
A prescindere dalle modalità di reclutamento o dai numeri che permettano di quantificare il fenomeno, di certo c’è che questa è una situazione allarmante che sta smuovendo tutte le realtà europee. Il pericolo di infiltrazioni terroristiche nelle maggiori capitali europee è difatti stabilmente presente dal 11 settembre del 2001, figurarsi oggi che il califfo al-Baghdadi ha chiamato a raccolta tutti i musulmani del mondo.
Ed a confermare le parole del ministro Alfano è oggi arrivato il primo riscontro pubblico: in Veneto sono stati iscritti al registro degli indagati cinque uomini, tutti sospettati di essere vicini alle organizzazioni che lottano con l’Isil. L’ipotesi che in queste ore è al vaglio degli investigatori è che i cinque (le cui origini dovrebbero essere balcaniche) abbiano svolto l’attività di reclutamento di persone finalizzata al raggiungimento del conflitto in Medio Oriente.
Intanto l’Onu, tramite la Commissione d’inchiesta sulla Siria che oggi ha presentato un rapporto a Ginevra, denuncia il perpetrarsi di esecuzioni pubbliche, flagellazioni e amputazioni in Siria da parte dell’Isis: ogni venerdì nel nord del paese sarebbero decine e decine le persone soggette a queste pratiche. Per lo più prigionieri di guerra, ma non mancano anche le donne costrette alla flagellazione in virtù dell’abbigliamento contrario alle regole dell’Isis. A questi rituali sarebbero invitati ad assistere anche i bambini, affinché gli serva da “lezione”.
Proprio riguardo i bambini è un altro il punto del rapporto Onu che ha sollevato clamore, e cioè che l’Isil starebbe arruolando tra le sue file anche ragazzi di appena 10 anni. L’intenzione dello Stato Islamico è evidente: coinvolgere più gente possibile nel proprio progetto di conquista globale, non disdegnando i bambini, che rappresentano il futuro dell’organizzazione. Un progetto che dimostra dunque la perversa lucidità dei combattenti jihadisti.




PUTIN E POROSHENKO: DIALOGO DI PACE VERSO ACCORDO TRA KIEV E RIBELLI

Redazione

Ucraina – Un tavolo di pace che continuerà finché non si sarà placato il conflitto? Così dovrebbe essere. Il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Petro Poroshenko hanno raggiunto un accordo per un gruppo di contatto sulla crisi. Lo ha detto il leader del Cremlino dopo il colloquio con il suo collega di Kiev. I due presidenti si sono detti d'accordo sulla "necessità di un dialogo". "Faremo tutto il possibile per progressi di pace", ha aggiunto Putin. Daremo il nostro "sostegno per il raggiungimento di un accordo tra Kiev e i ribelli".

E' durato oltre due ore il primo vero faccia a faccia a Minsk, dopo il breve incontro che i due leader avevano avuto in Normandia a giugno. Colloqui intensi, non facili, al termine dei quali Putin e Poroshenko si sono detti d'accordo sulla "necessità di un dialogo". Il Cremlino, intanto, ha dovuto incassare un colpo imbarazzante: la cattura di dieci parà russi. Uno sconfinamento casuale, ha sostenuto Mosca, ma Kiev sembra avere adesso in mano la prima vera prova tangibile delle ripetute violazioni della frontiera da parte dei russi che denuncia da tempo.

Putin e Poroshenko hanno iniziato il bilaterale in serata, alla fine di un lungo summit tra Unione doganale (Russia, Bielorussia, Kazakhstan), Ue e Ucraina. Che Poroshenko ritenesse il vertice di fondamentale importanza lo si è capito subito, quando – non appena arrivato – ha dichiarato solennemente che "i destini della pace e del mondo si decideranno in questo incontro".

Il presidente ucraino si è detto pronto a discutere varie possibili "exit strategy" dalla crisi per mettere fine alle violenze a est, consapevole che "tutti gli attori coinvolti vorrebbero uscirne con dignità".

All'apertura di Poroshenko si è però contrapposto il pugno duro di Putin, che ha sottolineato come la firma di un accordo d'associazione tra Kiev e Ue – che dovrebbe essere ratificato a settembre – potrebbe costare alla Russia più di due miliardi di euro e porterà inevitabilmente alla cancellazione del regime preferenziale per le importazioni dall'Ucraina in modo da proteggere il mercato russo.

Ma Putin ha anche ribadito che la crisi nella russofona Ucraina sud-orientale non può essere risolta "senza prendere in considerazione gli interessi sostanziali" di quelle regioni e "senza un dialogo di pace con i loro rappresentanti".

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UCRAINA: IL PRESIDENTE SCIOGLIE IL PARLAMENTO




CONTINGENTE ITALIANO IN KOSOVO: COMPLETATO CON SUCCESSO IMPIEGO OPERATIVO NEL NORD DEL PAESE

Redazione
 
Kosovo
– Il contingente italiano del Multinational Battle Group West, su base reggimento “Lancieri di Montebello”, ha completato con successo un’attività operativa a nord del fiume Ibar dove si concentra lo sforzo principale della missione multinazionale KFOR.
 
Una compagnia italiana è stata rischierata infatti, a fine luglio, nell’area nord della regione, equipaggiata per la prima volta con i VTLM “Lince”, veicolo tattico già ampiamente impiegato con successo in Afghanistan e in Libano per le sue caratteristiche di flessibilità d’impiego e adattabilità ai diversi ambienti operativi.
 
I soldati italiani, affiancati dai loro colleghi moldavi, hanno svolto attività di pattugliamento e check point nelle aree più sensibili nel nord del Kosovo in supporto alle locali forze di polizia, contribuendo al mantenimento del clima di generale sicurezza e di libertà di movimento.
 
Il Comandante di KFOR, Generale di Divisione Salvatore Farina, ha più volte incontrato i nostri militari in azione e si è congratulato per la professionalità e l’imparzialità dimostrata.
 
Tale attività, normale implementazione del cosiddetto concetto di Kosovo wide, per cui tutte le unità  KFOR possono essere impiegate nell’intera area di operazione, rappresenta un elemento di novità per il Multinational Battle Group West, finora impiegato prevalentemente nel settore occidentale della regione a sorveglianza del Monastero di Decane e nel controllo della propria area di responsabilità.
 




UCRAINA: IL PRESIDENTE SCIOGLIE IL PARLAMENTO

di Maurizio Costa

Kiev – Continuano le tensioni tra l'Ucraina e la Russia. A 10 chilometri dal confine, le forze ucraine hanno attaccato un convoglio di mezzi militari russi a Novoazovsk, sul Mar d'Azov. Questi mezzi sarebbero entrati in Ucraina senza il consenso di Kiev.

Per questo, il presidente ucraino Poroshenko ha sciolto il parlamento e indetto le nuove elezioni, che si terranno il 26 ottobre. Questa mossa "servirà ad uscire dalla guerra", ammette il presidente.

Il problema è che la Russia, secondo l'Ucraina, con la scusa degli aiuti umanitari, continua a far entrare in territorio ucraino dei mezzi blindati, dei camion e dei carri armati per "invadere" la nazione. Kiev non accetta e corre ai ripari, attaccando e impedendo l'ingresso a questi mezzi.

Le autorità russe, dal canto loro, smentiscono di essere penetrate in territorio ucraino e rimangono sulla loro linea. Putin, infatti, continuerà ad inviare mezzi umanitari per sostenere le zone disagiate dell'est dell'Ucraina.




EBOLA: IN GIAPPONE PRONTO UN FARMACO CONTRO IL VIRUS

di Maurizio Costa

Un'azienda giapponese ha prodotto un farmaco anti-influenza contro l'Ebola, l'epidemia che sta devastando molti Paesi africani e non solo. La Toyama Chemical Co., infatti, ha creato l'Avignan* (T-705) che, grazie ad un nuovo meccanismo, sarebbe in grado di contrastare il virus Ebola.

Il farmaco, annunciato durante una conferenza stampa del portavoce di Fujifilm, il gruppo con a capo la Toyama, riuscirebbe ad arginare l'epidemia che sta causando decine di morti in tutto il mondo.

Yoshihide Suga, capo di gabinetto nipponico, ha affermato che il Giappone sarebbe pronto ad offrire questa nuova tecnologia all'Organizzazione Mondiale della Sanità.

L'Avigan è un farmaco inibitore della RNA polimerasi virale che riduce la propagazione del virus nelle cellule del corpo. Il farmaco è prodotto su richiesta del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare.

Intanto, il virus Ebola ha infettato un cittadino britannico e anche un membro dell'Oms. Dopo Sierra Leone, Liberia e Guinea, il virus è arrivato anche nella Republica Democratica del Congo.
 




ARABIA SAUDITA: 19 DECAPITAZIONI NEL SOLO MESE DI AGOSTO

di Maurizio Costa

L’Arabia Saudita, nel solo mese di agosto, ha applicato la pena di morte per decapitazione su almeno 19 persone. Se si contano tutte le esecuzioni dell’anno, i morti arrivano a 34.

Secondo lo “Human Rights Watch”, un’organizzazione internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, la pena capitale dovrebbe essere applicata solamente ai crimini più efferati, sebbene si tratti comunque di una pratica che andrebbe eliminata dalle istituzioni di tutto il mondo.

Il fatto eclatante è che i crimini commessi da queste persone riguardano traffici illegali di droga e stregoneria.

Il re dell’Arabia Saudita, Abdullah bin Abdulaziz Al Saud, insieme al governo del Paese, ha dato il via a questo giro di vite per contrastare il fenomeno dei narcotrafficanti. Il 18 agosto sono stati uccisi ben 4 spacciatori di droga e chiunque farà la stessa cosa “verrà punito secondo la legge della Shari’a, la legge di Dio”, ha dichiarato lo stesso re.

La Shari’a, però, prevede la pena di morte solamente per i crimini di omicidio ingiusto di un musulmano, adulterio, bestemmia e apostasia. Tutte le altre condanne sono disposizioni legislative.

Mohammed bin Bakr al-Alawi è stato ucciso il 5 agosto per aver praticato atti di stregoneria, mentre il 25 agosto, Hajras al-Querey verrà decapitato per traffico di droga, sebbene soffra di disturbi psichici e non sapesse di avere la droga dentro l’auto al momento dell'arresto.

I processi sono spesso sommari e le future vittime sono obbligate a confessare attraverso la pratica di torture.

“È una macchia per tutti i diritti dell’uomo – ha dichiarato Sarah Leah Witson, direttrice del HRW per il Medio Oriente – e le esecuzioni per i crimini di stregoneria o spaccio sono sconcertanti perché questi atti illegali di per sé non prevedono l’uccisione di nessuna persona.”

“Le autorità devono fermare questa pratica. – queste le parole di Said Boumedouha di Amnesty International – La pena di morte è sempre sbagliata ma per crimini di questo tipo ancor di più.”




MC DONALD'S E LA GUERRA DEL PANINO

di Simonetta D’Onofrio

Guerra del panino o solo una semplice schermaglia? Ancora è troppo presto per arrivare ad una conclusione definitiva su quanto sta accadendo a Mosca in questi giorni, dove la famosa catena dei panini e hamburger “McDonald’s” ha dovuto chiudere quattro esercizi, al centro della capitale, tra cui il più noto, il primo ad aver aperto quando ancora il dissolvimento dell’Impero non aveva consumato il primo distacco importante: l’indipendenza della Lituania (avvenuto due mesi dopo, nel marzo del ‘90). La motivazione, fornita dalle autorità russe, in seguito a un’ispezione, è la presenza di irregolarità sanitarie.

Motivazione che non convince la comunità internazionale. La chiusura di uno dei punti strategici del maggior investitore straniero in Russia (la catena ha oltre 400 punti vendita con decine di migliaia di addetti) è una chiara risposta alle misure economiche prese contro Putin, in seguito al conflitto ucraino e al suo appoggio ai separatisti russi.

McDonald’s non è soltanto il simbolo dell’alimentazione globalizzata a basso costo, per molti è il simulacro dell’invadenza americana nelle altre culture.

Fu il segretario del partito PCUS, Michail Sergeevic Gorbaciov ad aprire per primo il dialogo “distensivo”, non solo sul piano prettamente politico, ma anche sui costumi, sul modo di vivere e di mangiare degli Stati Uniti. Un’apertura che era in linea con la nuova visione che avrebbe avvicinato le due superpotenze, divise allora su tutto.

Fu proprio lui, con i suoi modi gentili e colti, a colloquiare con gli americani e gli stati europei, a definire nuovi accordi commerciali con le altre super potenze, che fino ad allora legavano l’URSS solo alle Grandi Purghe del 1935-1936, all'eliminazione dei kulaki e ai campi di concentramento sovietici, come i Gulag. Un fervore inimmaginabile proveniva da un popolo che stava provando il gusto per il consumismo, un amore verso i prodotti internazionali, rimasti fino a quel momento icone irraggiungibili. In pochissimo tempo fu possibile farsi vedere agli occhi dell’Occidente e della Grande Mela non più come “l’impero del male”.

Il primo McDonald’s aprì in Russia il 31 gennaio 1990 (nell’ottobre dello stesso anno venne aperto anche in Cina), data questa pubblicizzata con caratteri molto grandi anche sul sito web della casa americana, che ci fa capire come sia stato per la catena di ristoranti più rappresentativa nel mondo un momento ricco di soddisfazione, dove viene propagandato anche la diffusione dei Golden Arches a Mosca.

L’inaugurazione del primo locale americano, fu considerato un evento straordinario, tanto desiderato da sembrare irreale, unico che vide la città che allora stava uscendo dal regime comunista, impazzire. La fila fuori dal fast food, disciplinata come era logico immaginare in un paese che viveva da decenni in un regime il quale lasciava poco spazio alla fantasia dei singoli, era lunga centinaia di metri.

Migliaia di persone in fila in Piazza Pushkin per ore e ore, esplodevano di gioia pur di accaparrarsi i simboli americani per eccellenza, hamburger e coca-cola.

McDonald’s non è stato il primo simbolo occidentale ad essere colpito dalle repressioni economiche russe. Iniziative simili sono state portate a termine in diverse occasioni. Tutte mirate a condannare il nemico di turno, mal visto dall’attuale governo. Qualche mese fa interruppe l’importazione delle mele polacche. Nel 2013 vietò l’ingresso dei prodotti caseari provenienti dalla Lituania. Nel 2006 mirò al vino esportato dalla Georgia e dalla Moldavia. Ma non sono solo questi ad essere stati presi di mira, la lista è lunga.

Non resta altro a questo punto che attendere l’evoluzione delle azioni commerciali, e soprattutto del loro motivo scatenante, il conflitto tra il governo ucraino, sostenuto dagli Stati Uniti e dell’Unione Europea, e i separatisti supportati da Mosca. Se non si trova una soluzione diplomatica efficace (e le premesse non sono certo concilianti), non è difficile immaginare altre repressioni su prodotti europei. L’Italia, ad esempio, è un partner commerciale strategico per la Russia, il terzo per valore dell’interscambio nell’Unione Europea, anche noi potremmo subire conseguenze non piacevoli.




ISIL, STRATEGIE SOTTO INCHIESTA: QUEL VIDEO NON CONVINCE

di Cinzia Marchegiani


Bruxelles
– Nel mondo dell’ipocrisia c’è lo sdegno per l’attività del gruppo armato islamico ISIL, quello sostenuto per anni dai principali alleati mediorientali degli Stati Uniti e di Israele: Turchia, Arabia Saudita e Qatar contro il Governo siriano di Bashar Al Assad?

E’ vero ci sono sgozzamenti e sgozzamenti, alcuni sono applauditi, altri condannati, anche questa è una bella fotografia dei nostri tempi, quando l’informazione viaggia tranquillamente andando a colmare quelle necessità di perbenismo e paure indotte amplificate da informazioni che spesso non raccontano mai la verità, lontana anni miglia da qualsiasi lettore o osservatore. Anche l’attivista per la pace americano degli Stati Uniti, Rick Rozoff, direttore di Stop NATO International Network con poche parole rispondendo a PressTv espone questa preoccupazione sulla ambigua situazione creatasi, anzi lancia un vero ammonimento:"che il gruppo terrorista ISIL rappresenta una minaccia chiara e immediata per gli Stati Uniti è un espediente disonesto e in malafede per giustificare l'intervento militare in Iraq.” E come dargli torto! D’altronde la storia si ripete, ora l’occidente unito ha pensato bene ad armare fino ai denti i Curdi per poter sostenere la guerriglia contro l’ISIL…insomma la pace è un obiettivo sostenuto con armi legalizzate da decreti legge che con una propria logica insegue obiettivi lontani dalla nostra portata. In un mondo che si sta preparando ad una grande guerra mondiale innescata da logiche anche troppo evidenti, con il gioco delle parti si è tessuta una bella crisi economica in paesi troppo civilizzati, dove fino a poco tempo fa il benessere e il consumismo tenevano lontani i problemi di coscienza…quelle stesse persone difficilmente avrebbero indossato un fucile. Ora basta guardare con occhio neanche tanto esperto i cambiamenti geopolitici europei dove la morsa letale del lavoro sta esasperando i cittadini, che increduli però ancora ripongono flebile la loro speranza nei propri governanti, attendono il miracolo pregato!
Rozoff continua:”Questo è un gioco di prestigio da parte della Casa Bianca, in primo luogo, che è stato utilizzato nel corso degli ultimi decenni, per giustificare l'intervento militare USA / l'aggressione degli Stati Uniti che assieme ai loro alleati sostengono un’insurrezione armata all'interno di uno stato nazione e poi sostengono che la risposta del governo per l'intervento armato sta destabilizzando la situazione e che si presenta una minaccia non solo per la regione, ma una minaccia diretta per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti…. Questo è ridicolo, naturalmente.”

Ma l’UE c’è! C’è anche economicamente, il 19 agosto 2014, ha annunciato una maggiore assistenza umanitaria agli iracheni in fuga dalla violenza, la Commissione europea intende aumentare l'assistenza umanitaria all'Iraq da € 5.000.000 a seguito dello spostamento di centinaia di migliaia di persone a causa dei recenti attacchi perpetrati dallo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL) e di altri gruppi armati. Questo finanziamento supplementare porterà il totale 2014 aiuti umanitari per l'Iraq a € 12 milioni.

Kristalina Georgieva, commissario per la Cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la protezione civile così ha dichiarato: "Questa nuova ondata di violenza ha conseguenze terribili per i bambini vulnerabili, donne e uomini. Il nostro nuovo finanziamento arriva sulla cima di 3 milioni di euro annunciati a marzo durante la mia visita a Baghdad e la regione curda dell'Iraq in previsione di un ulteriore deterioramento della sicurezza del Paese. Esso contribuirà ad alleviare la sofferenza, fornendo servizi e assistenza di base. Faccio appello a tutte le parti in lotta per garantire la sicurezza dei civili e di rispettare il ruolo umanitari di lavorare in condizioni pericolose. "

Puntuale l’UE spiega che la recente ondata di spostamento è stato precipitato dalla cattura della città di Mosul da ISIL e attacchi da parte di gruppi armati di opposizione governatorati di Ninewah, Salah Al-Din, Diyala e Al Anbar. Fino a mezzo milione di persone sono state sfollate dalle Ninewah finora, aggiungendo ai più di 400.000 persone già sfollate negli ultimi sei mesi.

Il fondo scala del disastro umanitario non è ancora chiaro, come molte famiglie sfollate sono attualmente ospitati da parenti e comunità di origine. Il numero di sfollati è previsto in aumento a causa della gravità dei combattimenti. La città di Mosul (Ninewah governatorato) cadde sotto il controllo di gruppi armati di opposizione (AOGs), tra cui lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL). Tutti gli ospedali di Mosul, con una popolazione di quasi due milioni di persone, sono segnalati per essere chiusi. Una crisi umanitaria su larga scala si sta sviluppando, l'ONU ha riportato vittime negli centinaia e massicci spostamenti di popolazione. La violenza continua a causare lo spostamento sul centro e nord dell'Iraq, causando il numero di sfollati interni a salire. Le stime attuali indicano che fino a 500 mila persone sono state sfollate da gennaio. Si stima che circa 300 mila sfollati sono arrivati a Erbil e Dohuk nei giorni scorsi.

Le agenzie umanitarie continuano ad organizzare l'assistenza alle famiglie sfollate. Anche se le condizioni per gli sfollati ospitati dalle comunità locali sono stabili per il momento, ci sono preoccupazioni circa la capacità delle comunità curde che già ospitano un gran numero di sfollati interni da Al-Anbar e profughi iracheni. Sul confine contese tra Ninive e governatorati curdi, sono stati segnalati scarsità di cibo sui mercati locali, nonché l'interruzione dei servizi di elettricità e acqua. Le agenzie umanitarie continuano a lavorare sulla creazione di ospitare temporanea Shikan e Khabat, e la distribuzione di prodotti alimentari e di emergenza. Il restauro e il potenziamento dei servizi sanitari nelle zone dove gli sfollati stanno raccogliendo è una priorità.

Il commissario Georgieva ricorda: "l'Europa sta con il popolo iracheno nel momento del bisogno. L'attivazione del meccanismo di protezione civile dell'UE garantisce che l'aiuto europeo può raggiungere rapidamente le zone più colpite dai combattimenti, a nome delle vittime di questa crisi, ringrazio il Regno Unito, Italia e Svezia per l'assistenza che forniscono e per quegli Stati membri che sono pronti a inviare il supporto e la competenza."

La Commissione europea è intervenuta all'inizio della crisi irachena e gradualmente ha intensificato la sua risposta dal precedente visita del Commissario Georgieva per il paese a marzo. Un ufficio umanitario dell'UE opera a Erbil da maggio. Nel mese di giugno, la Commissione ha fornito 5 milioni di euro in risposta alle crescenti esigenze derivanti dal movimento di massa di persone, e altrettanti 5 milioni di euro sono stati assegnati la scorsa settimana portando il finanziamento complessivo per l'Iraq a 17 milioni di euro nel 2014. Il sostegno umanitario totale della Commissione europea in Iraq dal 2007 ammonta a quasi 145 milioni  di euro, compreso il sostegno ai profughi siriani in Iraq. Il programma umanitario risponde alle esigenze degli iracheni sfollati nel paese e dei rifugiati iracheni in Giordania e in Libano con  7 milioni di euro nel 2013 ed 12 milioni nel 2014.
Le agenzie umanitarie continuano ad organizzare l'assistenza alle famiglie sfollate….mentre i diritti nei paesi membri sono gambizzati dalle politiche europee. C’è chi parla di un nuovo conflitto mondiale, questa volta l’occidente si armerà per difendere quello poco che gli rimarrà, basta fare zapping con la tv per vedere i focolai attivi che a macchia di leopardo si stanno espandendo…Ancorati ancora alle logiche di appartenenza politica, comprendiamo solo a carte scoperte gli obiettivi reali, eppure la fotografia appena scattata sul mondo vede delineare strade ancora reversibili….ma l’Europa troppo legata agli Stati Uniti da accordi economici e strategie visibili, si sta omologando all’America che ha fatto della lotta contro il terrorismo una vera guerra giustificata con operazioni antiterroristiche… e ora sostenendo i Curdi con le armi non si fa altro che sostenere quel disegno di divisione dell’Iraq e quindi ad una sua ulteriore destabilizzazione. l’ISIL una creatura che si sta ribellando al padrone o anche questa è una strategia?

L’Osservatore d’Italia comincerà a rendere pubbliche le analisi dei grandi analisti e degli economisti che con sguardo al di sopra delle parti stanno delineando scenari inquietanti, gli stessi che ognuno di noi forse inconsciamente vuole allontanare, ma lo spettro della povertà nell’occidente creato con logiche sovranazionali, è stato tessuto con molta maestria e devono allarmare chi ancora vive in un’ampolla di vetro….

E ora fanno discutere le immagini al rallentatore del video dell’ISIL, dove i particolari sulla decapitazione del giornalista Foley non convincono molto…il coltello puntato alla gola dopo tanti movimenti non produce sangue….e il caso diventa virale, l’FBI è a caccia del boia britannico o del regista maldestro? Le parole di Rozoff devono far riflettere….ma soprattutto se il video è un falso, l'Italia e il resto dell'Occidende quale causa stanno sostenendo se  continuano ad armare i Curdi?




IRAQ IL SOSTEGNO UMANITARIO DELLA COMMISSIONE EUROPEA DAL 2007 ARRIVA A 145.000.000 DI EURO

L’ISL ora e’ il nemico per il mondo intero….In questo scenario il sostegno umanitario totale della Commissione europea in Iraq dal 2007 non si è fatto attendere, è arrivato a pesare 145.000.000 euro, compreso il sostegno ai profughi siriani in Iraq. Il programma umanitario applicato risponde alle esigenze degli iracheni sfollati nel paese e dei rifugiati iracheni in Giordania e in Libano con € 7.000.000 nel 2013 ed € 12.000.000 nel 2014

di Cinzia Marchegiani


Bruxelles- Nel mondo dell’ipocrisia c’è lo sdegno per l’attività del gruppo armato islamico ISIL, quello sostenuto per anni dai principali alleati mediorientali degli Stati Uniti e di Israele: Turchia, Arabia Saudita e Qatar contro il Governo siriano di Bashar Al Assad? E’ vero ci sono sgozzamenti e sgozzamenti, alcuni sono applauditi, altri condannati, anche questa è una bella fotografia dei nostri tempi, quando l’informazione viaggia tranquillamente andando a colmare quelle necessità di perbenismo e paure indotte amplificate da informazioni che spesso non raccontano mai la verità, lontana anni miglia da qualsiasi lettore o osservatore. Anche l’attivista per la pace americano degli Stati Uniti, Rick Rozoff, direttore di Stop NATO International Network con poche parole rispondendo a PressTv espone questa preoccupazione sulla ambigua situazione creatasi, anzi lancia un vero ammonimento:"che il gruppo terrorista ISIL rappresenta una minaccia chiara e immediata per gli Stati Uniti è un espediente disonesto e in malafede per giustificare l'intervento militare in Iraq.” E come dargli torto! D’altronde la storia si ripete, ora l’occidente unito ha pensato bene ad armare fino ai denti i Curdi (Italia compresa) per poter sostenere la guerriglia contro l’ISIL…insomma la pace è un obiettivo sostenuto con armi legalizzate da decreti legge che con una propria logica insegue obiettivi lontani dalla nostra portata. In un mondo che si sta preparando ad una grande guerra mondiale innescata da logiche anche troppo evidenti, con il gioco delle parti si è tessuta una bella crisi economica in paesi troppo civilizzati, dove fino a poco tempo fa il benessere e il consumismo tenevano lontani i problemi di coscienza…quelle stesse persone difficilmente avrebbero indossato un fucile. Ora basta guardare con occhio neanche tanto esperto i cambiamenti geopolitici europei dove la morsa letale del lavoro sta esasperando i cittadini, che increduli però ancora ripongono flebile la loro speranza nei propri governanti e attendono il miracolo pregato!
Rozoff continua:”Questo è un gioco di prestigio da parte della Casa Bianca, in primo luogo, che è stato utilizzato nel corso degli ultimi decenni, per giustificare l'intervento militare USA / l'aggressione degli Stati Uniti che assieme ai loro alleati sostengono un’insurrezione armata all'interno di uno stato nazione e poi sostengono che la risposta del governo per l'intervento armato sta destabilizzando la situazione e che si presenta una minaccia non solo per la regione, ma una minaccia diretta per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti…. Questo è ridicolo, naturalmente.”

Ma l’UE c’è! C’è anche economicamente, ieri, 19 agosto 2014, ha annunciato una maggiore assistenza umanitaria agli iracheni in fuga dalla violenza, la Commissione europea intende aumentare l'assistenza umanitaria all'Iraq da 5 milioni di euro a seguito dello spostamento di centinaia di migliaia di persone a causa dei recenti attacchi perpetrati dallo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL) e di altri gruppi armati. Questo finanziamento supplementare porterà il totale 2014 aiuti umanitari per l'Iraq a 12 milioni di euro. 

Kristalina Georgieva, commissario per la Cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la protezione civile così ha dichiarato: "Questa nuova ondata di violenza ha conseguenze terribili per i bambini vulnerabili, donne e uomini. Il nostro nuovo finanziamento arriva sulla cima di 3 milioni di euro annunciati a marzo durante la mia visita a Baghdad e la regione curda dell'Iraq in previsione di un ulteriore deterioramento della sicurezza del Paese. Esso contribuirà ad alleviare la sofferenza, fornendo servizi e assistenza di base. Faccio appello a tutte le parti in lotta per garantire la sicurezza dei civili e di rispettare il ruolo umanitari di lavorare in condizioni pericolose. "

Puntuale l’UE spiega che la recente ondata di spostamento è stato precipitato dalla cattura della città di Mosul da ISIL e attacchi da parte di gruppi armati di opposizione governatorati di Ninewah, Salah Al-Din, Diyala e Al Anbar. Fino a mezzo milione di persone sono state sfollate dalle Ninewah finora, aggiungendo ai più di 400.000 persone già sfollate negli ultimi sei mesi.

Il fondo scala del disastro umanitario non è ancora chiaro, come molte famiglie sfollate sono attualmente ospitati da parenti e comunità di origine. Il numero di sfollati è previsto in aumento a causa della gravità dei combattimenti. La città di Mosul (Ninewah governatorato) cadde sotto il controllo di gruppi armati di opposizione (AOGs), tra cui lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL). Tutti gli ospedali di Mosul, con una popolazione di quasi due milioni di persone, sono segnalati per essere chiusi. Una crisi umanitaria su larga scala si sta sviluppando, l'ONU ha riportato vittime negli centinaia e massicci spostamenti di popolazione. La violenza continua a causare lo spostamento sul centro e nord dell'Iraq, causando il numero di sfollati interni a salire. Le stime attuali indicano che fino a 500 mila persone sono state sfollate da gennaio. Si stima che circa 300 mila sfollati sono arrivati a Erbil e Dohuk nei giorni scorsi.

Le agenzie umanitarie continuano ad organizzare l'assistenza alle famiglie sfollate. Anche se le condizioni per gli sfollati ospitati dalle comunità locali sono stabili per il momento, ci sono preoccupazioni circa la capacità delle comunità curde che già ospitano un gran numero di sfollati interni da Al-Anbar e profughi siriani. Sul confine contese tra Ninive e governatorati curdi, sono stati segnalati scarsità di cibo sui mercati locali, nonché l'interruzione dei servizi di elettricità e acqua. Le agenzie umanitarie continuano a lavorare sulla creazione di ospitare temporanea Shikan e Khabat, e la distribuzione di prodotti alimentari e di emergenza. Il restauro e il potenziamento dei servizi sanitari nelle zone dove gli sfollati stanno raccogliendo è una priorità.

Il commissario Georgieva ricorda: "l'Europa sta con il popolo iracheno nel momento del bisogno. L'attivazione del meccanismo di protezione civile dell'UE garantisce che l'aiuto europeo può raggiungere rapidamente le zone più colpite dai combattimenti, a nome delle vittime di questa crisi, ringrazio il Regno Unito, Italia e Svezia per l'assistenza che forniscono e per quegli Stati membri che sono pronti a inviare il supporto e la competenza."

La Commissione europea è intervenuta all'inizio della crisi irachena e gradualmente ha intensificato la sua risposta dal precedente visita del Commissario Georgieva per il paese a marzo. Un ufficio umanitario dell'UE opera a Erbil da maggio. Nel mese di giugno, la Commissione ha fornito 5 milioni di euro in risposta alle crescenti esigenze derivanti dal movimento di massa di persone, e altrettanti 5 milioni di euro sono stati assegnati la scorsa settimana portando il finanziamento complessivo per l'Iraq a 17 milioni di euro nel 2014. Il sostegno umanitario totale della Commissione europea in Iraq dal 2007 ammonta a quasi 145.000.000 di euro, compreso il sostegno ai profughi siriani in Iraq. Il programma umanitario risponde alle esigenze degli iracheni sfollati nel paese e dei rifugiati iracheni in Giordania e in Libano con  7.000.000 euro nel 2013 ed  12.000.000 euro nel 2014.
Le agenzie umanitarie continuano ad organizzare l'assistenza alle famiglie sfollate….mentre i diritti nei paesi membri sono gambizzati dalle politiche economiche europee. C’è chi parla di un nuovo conflitto mondiale, questa volta l’occidente si armerà per difendere quello poco che gli rimarrà, basta fare zapping con la tv per vedere i focolai attivi che a macchia di leopardo si stanno espandendo…Ancorati ancora alle logiche di appartenenza politica, comprendiamo solo a carte scoperte gli obiettivi reali, eppure la fotografia appena scattata sul mondo vede delineare strade ancora per poco reversibili….ma l’Europa troppo legata agli Stati Uniti da accordi economici e strategie visibili, si sta omologando all’America che ha fatto della lotta contro il terrorismo una vera guerra giustificata con operazioni antiterroristiche… e ora sostenendo i Curdi con le armi non si fa altro che sostenere quel disegno di divisione dell’Iraq e quindi ad una sua ulteriore destabilizzazione. l’ISIL una creatura che si sta ribellando al padrone o anche questa è una strategia?

L’Osservatore d’Italia comincerà a rendere pubbliche le analisi dei grandi analisti e degli economisti che con sguardo al di sopra delle parti stanno delineando scenari inquietanti, gli stessi che ognuno di noi forse inconsciamente vuole allontanare, ma lo spettro della povertà nell’occidente creato con logiche sovranazionali, è stato tessuto con molta maestria e devono allarmare chi ancora vive in un’ampolla di vetro….




ISIL DECAPITATO GIORNALISTA JAMES FOLEY: VIDEO AUTENTICO, IL BOIA HA L'ACCENTO BRITANNICO

In una lettera al quotidiano britannico “The Times” il Generale Abdulellah al-Bashir del cosiddetto Esercito libero siriano ha detto che la maggior parte dei membri dello Stato di al-Qaeda-linked Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL), sono dal Regno Unito e sono coinvolti in atti brutali contro il popolo siriano. La notizia shock è stata confermata anche dal ministro degli esteri britannico, Philip Hammond:”il governo inglese era a conoscenza del numero significativo di cittadini britannici coinvolti con le organizzazioni estremiste d'oltremare. L’assassino del giornalista Foley ha parlato con un accento indiscutibilmente inglese. 


di Cinzia Marchegiani

Sgozzato e decapitato il giornalista James Foley nelle mani del gruppo islamico ISIL, in missione per Agence France-Presse (AFP) e la media company con sede a Boston Global Post, di lui si erano perse le notizie il 22 novembre 2012, sicuramente rapito in Siria. Con il titolo “Messaggio per l’America” il video di una crudezza indicibile l’ISIL, Stato di al-Qaeda-linked Islamico dell'Iraq e del Levante ammonisce gli Stati Uniti d’America e i suoi alleati con l’esecuzione barbara del giornalista quarantenne James Foley. Il video, ormai virale su internet da ieri 19 agosto 2014, dimostra chiara la vendetta per gli attacchi aerei che gli USA ha spiegato contro l’Iraq. Il video mostra il giornalista inginocchiato con le mani legate dietro alla schiena è costretto a leggere un messaggio che rivolge alla sua famiglia: “Chiedo a miei amici, familiari e persone care a sollevarsi contro i miei veri assassini, il governo degli Stati Uniti, per ciò che accadrà a me è solo una conseguenza della loro compiacenza e criminalità”. Al suo fianco un militare vestito di nero, con il volto coperto conclude il messaggio prima della decapitazione e sgozzamento di James Foley:” Siamo un esercito islamico e di uno stato che è stata accettata da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, qualsiasi tentativo da voi Obama per negare i musulmani i loro diritti di vivere in sicurezza sotto il califfato islamico comporterà lo spargimento di sangue del tuo popolo.”
L’intelligence della Casa Bianca sta cercando di identificare il carnefice e solo da poco, dopo aver analizzato il filmato pubblicato on-line, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Caitlin Hayden ha confermato che il video è autentico. La polizia ha avvertito che la visualizzazione, il download o la diffusione del video può essere un reato ai sensi della legislazione terrorismo.
Dopo lo sgozzamento e la decapitazione, Foley viene mostrato in posizione prona con la testa come trofeo adagiata sulla sua schiena. Verrà poi mostrato un altro prigioniero, identificato come il giornalista americano Steven Sotloff, rapito nel nord della Siria un anno fa, avvertendo che anche il suo destino dipende dalla prossima mossa del presidente Barack Obama. David Cameron, tornato dalla sua vacanza per l’emergenza sulla situazione in Iraq e la Siria dichiara:"Siamo assolutamente consapevoli che ci sono un numero significativo di cittadini britannici coinvolti in crimini terribili, probabilmente nella commissione di atrocità, facendo jihad con Isil, ora conosciuto come IS, e altre organizzazioni estremiste".
Quell’accento del carnefice è britannico. Una notizia che ora apre scenari ancora più inquietanti. Si apprende che in una lettera al quotidiano britannico “The Times”, il Generale Abdulellah al-Bashir del cosiddetto Esercito libero siriano, ha detto che la maggior parte dei membri dello Stato di al-Qaeda-linked Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL),  sono dal Regno Unito e sono coinvolti in atti brutali contro il popolo siriano. Notizia shock che è stata confermata anche dal ministro degli esteri Philip Hammond, il governo inglese era a conoscenza del "numero significativo" di cittadini britannici coinvolti con le organizzazioni estremiste d'oltremare, e conferma che l’assassino del giornalista Foley ha parlato con un accento inglese.
Il giornale indipendente PressTV nel dettaglio riporta le conclusioni del ministro degli esteri Philip Hammond, il quale riferisce che la decapitazione dal presunto militante britannico ISIL ha mostrato fino a che punto il gruppo terroristico costituiva una minaccia diretta per la sicurezza nazionale della Gran Bretagna:”Ci sono un numero significativo di cittadini britannici in Siria, sempre in Iraq che rappresentano una minaccia diretta alla nostra sicurezza nazionale”. Secondo le autorità britanniche, circa 400 cittadini britannici si ritiene di aver viaggiato in Siria nel corso degli ultimi due anni a lottare insieme a gruppi militanti. Il giornale continua a dare uno spaccato sui presunti militari britannici:”Shiraz Maher, un ricercatore senior presso il Centro Internazionale per lo Studio della radicalizzazione (ICSR) al King College di Londra, ha detto che i militanti britannici sono tra i più combattenti feroci e rumorosi ranghi del ISIL e commentando il video dell'esecuzione spiega: "Per noi, è abbastanza chiaro che questo ragazzo è molto probabilmente britannico, a causa delle espressioni colloquiali, nonché (come l'accento)."

La Gran Bretagna ha deciso di inviare in Iraq diversi elicotteri militari Chinook, oltre a organizzare la fornitura della armi alle forze curde nel nord del paese, come del resto ha deciso il governo tedesco, infatti la Germania si dichiara pronta a mettere a disposizione i combattenti curdi nel nord dell'Iraq, armi e munizioni, decisione che comunque sarà presa il 27 agosto 2014.

L'Italia si accoda alla decisione della Germania, da poco è stato approvato dalle commissioni Esteri e Difesa del Senato la risoluzione che dà il via libera agli aiuti militari ai curdi nell'ambito della crisi in Iraq con armi leggere, compresi razzianticarro, e munizioni che saranno inviate nei prossimi giorni ai curdi che combattono contro gli jahdisti sunniti dello Stato Islamico in Iraq. Mogherini ribatte: "è un dovere morale proteggere i civili".

Il messaggio chiaro del gruppo islamico ISIL è ora un eco:”Siamo un esercito islamico e di uno stato che è stata accettata da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, qualsiasi tentativo da voi Obama per negare i musulmani i loro diritti di vivere in sicurezza sotto il califfato islamico comporterà lo spargimento di sangue del tuo popolo.”

Ora ci si chiede quante cellule dell’ISIL vivono per ora silenti nei paesi occidentali….




EBOLA: I SEI VACCINI "ETICI" E L'INCARTAMENTO SULLE REGOLE SUI FARMACI NON TESTATI

Il 7 agosto la FDA autorizzava la Tekmira un’azienda che ha sviluppato il TKM-ebola nell'ambito di un contratto di 140 milioni dollari con la US Department of Defense Medical Contromisure Sistemi BioDefense Therapeutics (MCS-BDTX) misto Product Management Office, lavoro condotto sotto contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense Joint Project Manager Medical contromisure Systems. Questa pandemia ricorda la trama della virus H1N1 quando nel 21 agosto 2009, Fabrizio Oleari, allora Direttore Generale del Ministero della Salute, firmava un contratto segreto con la Novartis, per una pandemia finita in una bolla di sapone, costosa… ma sempre una bolla che ha allarmato inutilmente le persone, e scaricato la casa farmaceutica dalle responsabilità, basti ricordare gli art. 4.2, 4.3, 4.5: la responsabilità di Novartis è limitata al difetto di fabbricazione: escluso il danno di altro tipo derivante dalla semplice assunzione del vaccino; e l’ art. 4.6: il ministero è tenuto a indennizzare Novartis in conseguenza di danni provocati dal vaccino, salvo ove tali danni siano provocati da un difetto di fabbricazione.

di Cinzia Marchegiani

Con il caso dei vaccini etici, una crepa è stata aperta spinta dalla necessità di arrestare l’amplificazione del focolaio in Africa occidentale. E’ stato autorizzato un farmaco non testato sugli umani da spedire in Africa solo dopo che due missionari americani in fin di vita avevano chiesto di ricevere un farmaco non sperimentato. L’Italia e il resto del mondo guarda con sgomento questa decisione, poiché le morti per Ebola non sono iniziate ora, ma solo da poco (12 agosto 2014) l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che il numero di morti per l'epidemia di Ebola in Africa occidentale ha "emergenza sanitaria pubblica di portata globale”, quando la CDC (laboratori governativi statunitensi) e tutti i siti di informazione rassicuravano che è difficile il contagio per via aerea, ma soltanto con lo scambio dei fluidi corporei. Certo è imbarazzante e inconcepibile, dopo tanti annunci di Taske Force inviate in Africa, venire a conoscenza che decine di infermieri in un ospedale governativo di Kenema, nella parte orientale della città di Sierra Leone sono andati in sciopero ad oltranza lo scorso lunedi dopo la morte di tre dei loro colleghi, sospettati di essere stati infettati con il virus mortale. L'ospedale Kenema, unico centro di test nel paese per la febbre emorragica, che detiene tra l’altro il maggior numero di pazienti del focolaio, ospita i reparti Ebola assieme ai reparti dei malati non infettati. Per questo gli addetti sanitari hanno chiesto un trasferimento immediato del reparto Ebola in una zona esterna, perché rappresenta un rischio per la salute degli stessi operatori e dei malati ricoverati in degenza nei reparti “non-ebola” e solo ora, il governo della Sierra Leone sta esaminando le rimostranze dei sanitari.
Le notizie sempre più precise mostrano una fotografia di gravi responsabilità della gestione e del contenimento, dopo che il resto del mondo allarmato ha inviato i migliori esperti per contenere il focolaio che improvvisamente è esploso e ha allargato il suo raggio di azione.
Dopo l’annuncio di un’epidemia che sta diventando un potenziale emergenza anche per il resto del mondo, l’OMS, previo incontro dei migliori scienziati aveva fatto il punto sulla questione etica dei vaccini, e con un comunicato il 12 agosto 2014 aveva detto al mondo intero che per questione di etica venivano autorizzati la somministrazione di farmaci ancora sperimentali, cioè non testati sull’uomo nella zona del focolaio….anche dal sito delle Nazioni Unite lo stesso giorno appare il comunicato che dirama la medesima notizia: “Un pannello di etica di 12 membri convocato dall'agenzia di salute delle Nazioni Unite oggi ha raggiunto consenso unanime che è etico per il trattamento di pazienti con Ebola farmaci sperimentali per contrastare l'epidemia più grande, più grave e più complessa del virus nella storia”, e riporta le parole del Vice Direttore Generale per i sistemi sanitari e l'Innovazione, Marie- Paule Kieny, intervenuta alla conferenza stampa in Ginevra:"C'è stato un accordo unanime tra gli esperti che, nelle circostanze particolari di questa epidemia di Ebola è etico offrire interventi non registrati come potenziali trattamenti o prevenzione.” L'OMS, in una dichiarazione sull'esito del Comitato di Emergenza due giorni di esperti, ha detto che "negli ultimi dieci anni, gli sforzi di ricerca sono stati investiti nello sviluppo di farmaci e vaccini per le malattie virus Ebola. Alcuni di questi hanno mostrato risultati promettenti in laboratorio, ma non sono ancora stati valutati per la sicurezza e l'efficacia negli esseri umani. " Dr. Kieny ha riferito che molti di questi trattamenti hanno dimostrato di essere molto efficace nei primati non umani – scimmie – ma nessuno sono stati testati sugli esseri umani. Attualmente, non esistono terapie o vaccini autorizzati per l'Ebola.”
In questo panorama delle informazioni non sfugge però il comunicato della Tekmira Pharmaceutical Corporationa, l’azienda Canadase chiamata ad inviare in Africa 800-1000 dosi del suo vaccino TMK-ebola. Infatti la Tekmira aveva già ricevuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration (FDA) per condurre test limitata di un vaccino contro Ebola negli esseri umani, e a documentarlo è lo stesso comunicato dell’azienda che il 7 agosto con grande soddisfazione e orgoglio comunicava che la US Food & Drug Administration (FDA) abilitava l’uso della sperimentazione terapeutica di Tekmira in pazienti con infezione da Ebola, confermando verbalmente di aver modificato la stiva clinico completo immessi sul Investigational New Drug Application TKM-Ebola (IND) a una presa clinico parziale. Un’azione questa che ha consentito l'uso potenziale di TKM-Ebola in individui infettati con il virus Ebola. Il dottor Mark Murray, CEO e Presidente della Tekmira Pharmaceuticals dopo l’autorizzazione della FDA dichiara: "Siamo lieti che la FDA ha preso in considerazione il rischio-ricompensa di TKM-Ebola per i pazienti infetti. Stiamo osservando attentamente l'epidemia di virus Ebola e le sue conseguenze, e siamo disposti ad aiutare con qualsiasi uso responsabile di TKM-Ebola. La lungimiranza mostrata dalla FDA rimuove un potenziale ostacolo a farlo. Questa epidemia attuale sottolinea la necessità critica per gli agenti terapeutici efficaci per trattare il virus Ebola. Riconosciamo l'urgenza accresciuta di questa situazione, e stiamo valutando con attenzione le opzioni per l'utilizzo del nostro farmaco sperimentale nei protocolli clinici e normativi accettate."

Ed ecco che prende forma la storia della sperimentazione del farmaco vaccino TKM-Ebola, un virus anti-Ebola RNAi terapeutico, sviluppato nell'ambito di un contratto di 140 milioni dollari con la US Department of Defense Medical Contromisure Sistemi BioDefense Therapeutics (MCS-BDTX) misto Product Management Office, lavoro condotto sotto contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense Joint Project Manager Medical contromisure Systems (JPM-MCS) un componente del Joint Office Executive Program per Chimica e Biologica della Difesa, che mira a fornire forze militari statunitensi e la nazione con soluzioni mediche sicure, efficaci e innovativi per contrastare chimica, biologica, radiologica e minacce nucleari. La JPM-MCS facilita lo sviluppo avanzato e l'acquisizione di contromisure e sistemi medicali per migliorare la capacità di risposta biodefense. E’ nel marzo 2014 alla Tekmira è stata concessa una designazione Fast Track dalla US Food and Drug Administration per lo sviluppo di TKM-Ebola, poiché nel FDAMA (Modernization Act Food and Drug Administration) del 1997 vi è la Sezione 112 "Expediting studio e l'approvazione dei farmaci fast track". Questa sezione incarica l'Agenzia per facilitare lo sviluppo e accelerare revisione di farmaci e prodotti biologici destinati per il trattamento di condizioni gravi o pericolose per la vita e che dimostrano il potenziale per affrontare le esigenze mediche insoddisfatte. Fast track (Richiesta di prestazione) aggiunge ai programmi esistenti, come ad esempio l'approvazione accelerata, la possibilità di una "recensione rolling" per un'applicazione. Una caratteristica importante del fast track è che essa sottolinea la natura critica di chiudere presto la comunicazione tra la FDA e sponsor per migliorare l'efficienza di sviluppo del prodotto. Per essere ammessi al fast track programma, il richiedente deve presentare una richiesta con la documentazione di supporto per la designazione fast track per il prodotto e il suo uso proposto. FDA è richiesto dalla legge per decidere entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta se sono soddisfatte le condizioni per la designazione fast track. La presente relazione illustra le prestazioni del CBER nel rivedere e decidere su queste richieste.

Intanto è stato dato l’annuncio che  Vaccine Research Center (VRC) entrerà nella fase di sperimentazione clinica questo autunno 2014 con un vaccino candidato Ebola in collaborazione con Okairos, azienda biotech svizzera-italiana recentemente acquisita da GlaxoSmithKline. Il vaccino in fase di sperimentazione, che è stato progettato dagli scienziati VRC, viene descritto non contenere alcun materiale infettivo del virus Ebola:”Si tratta di un vettore vaccino scimpanzé adenovirus in cui sono state inserite due geni Ebola. Questo è un vettore virale non replicanti, il che significa che il vaccino entra in una cellula, trasporta gli inserti gene, e non si replica ulteriormente. Gli inserti gene esprimono una proteina a cui il corpo produce una risposta immunitaria.” Il vaccino sperimentale, il sito della VCR ha spiegato, ha recentemente dimostrato una promessa in un modello di primate. Dello stesso vaccino promettente, ne ha parlato Jean-Marie Okvo-Bele direttore del Dipartimento di vaccini e l'immunizzazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): quello più promettente è quello della GSK, se supera le prove, potrebbe essere pronto nel 2015. Quello che emerge è che in pochissimo tempo verrebbe sperimentato clinicamente un vaccino, da settembre 2014 nella fase I, per poi passare nella Fase II (quando?) e produrre il vaccino (?) che sarà pronto all’inizio del 2015, tutto in 4 mesi! Corbezzoli! Alla GSK verrà commissionato questo vaccino contro l’Ebola, un azienda che ha in attivo una serie di scandali al sole e il risarcimento più alto del mondo per frode sanitaria negli Stati Uniti avvenuto nel luglio 2012, quando la GlaxoSmithKline è stata condannata a pagare un risarcimento di 3 miliardi di dollari, per la promozione illegale di prescrizioni di farmaci da parte dell'azienda, non aveva riportato correttamente i dati di sicurezza di utilizzo, alla corruzione di medici e alla promozione di medicine per usi non autorizzati, grazie ad un’indagine governativa avviata da un informatore che ha agito secondo la legge statunitense "False Claims Act" che permette ai dipendenti aziendali di segnalare frodi e truffe dei loro datori di lavoro. Il quesito lecito pone riflessioni etiche troppo importanti in questo mondo dove la sanità e le case farmaceutiche, per no parlare delle manipolazione dei virus letali per l’uomo e gli animali, sono troppo spesso nei bachi degli imputati ,chi ha soldi per pagare risarcimenti milionari può permettersi il lusso di danneggiare il malato il quale diventa lo strumento per fare soldi?

A Gennaio 2015 sarà pronto il vaccino per Ebola che ancora non si comprende come possa effettuare tutte le fasi della sperimentazione, mentre il 7 agosto la FDA autorizzava la Tekmira un’azienda che ha sviluppato il TKM-ebola nell'ambito di un contratto di 140 milioni dollari con la US Department of Defense Medical Contromisure Sistemi BioDefense Therapeutics (MCS-BDTX) misto Product Management Office, lavoro condotto sotto contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense Joint Project Manager Medical contromisure Systems. Questa pandemia ricorda la trama della virus H1N1 quando nel 21 agosto 2009, Fabrizio Oleari, allora Direttore Generale del Ministero della Salute, firmava un contratto segreto con la Novartis, per una pandemia finita in una bolla di sapone, costosa… ma sempre una bolla che ha allarmato inutilmente le persone, e scaricato la casa farmaceutica dalle responsabilità, basti ricordare gli art. 4.2, 4.3, 4.5: la responsabilità di Novartis è limitata al difetto di fabbricazione: escluso il danno di altro tipo derivante dalla semplice assunzione del vaccino; e l’ art. 4.6: il ministero è tenuto a indennizzare Novartis in conseguenza di danni provocati dal vaccino, salvo ove tali danni siano provocati da un difetto di fabbricazione.

Lon Sheneider, professore presso la University of Southern California di Los Angeles:”le aziende considerano il rischio di sanzioni multimilionarie come un altro costo per fare business.”