Ostia, guerra per la gestione dello spaccio tra fazioni: arrestato un 30enne accusato di tentato omicidio

OSTIA (RM) – Arrestato e trasferito in carcere un 30enne romano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato di tentato omicidio aggravato, detenzione di arma clandestina e ricettazione, in concorso. A mettere le manette ai polsi all’uomo i Carabinieri della Compagnia di Ostia, su delega della Procura della Repubblica di Roma

Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip del Tribunale di Roma all’esito di un’attività investigativa svolta dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Ostia, mediante indagini tecniche nonché analisi e comparazioni delle tracce ematiche da parte dei Carabinieri del R.I.S. di Roma, repertate nel corso del sopralluogo, a seguito dell’accertato tentato omicidio con arma da fuoco commesso l’ 8 aprile 2019 nell’androne di una palazzina popolare di via delle Ebridi, in danno di un uomo 28enne romano che abitava li e che fortunatamente non riportava ferite.

Le indagini dei Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza circa la partecipazione materiale dell’indagato all’azione criminosa, insieme a complici non ancora identificati, durante la quale tentava di attingere la vittima con 6 colpi di arma da fuoco cal. 9×21, senza riuscirvi per la forte resistenza opposta dalla vittima, rimanendo lui stesso ferito e dandosi poi alla fuga; rinvenire e sequestrare, in un locale della medesima palazzina, una pistola marca Beretta, calibro 9×21, risultata di provenienza furtiva e una pistola marca Makarov, calibro 9×18, con matricola abrasa, entrambe utilizzate durante l’azione di fuoco; ricondurre l’evento a conflitti tra fazioni diverse per la gestione dello spaccio presso le palazzine popolari di via delle Ebridi. L’arrestato è stato condotto presso la casa circondariale di Civitavecchia.




Volsca, i motivi della “disfatta” della BPL

Epilogo di una storia tutta italiana

Il lungo contenzioso tra la Volsca Ambiente e Servizi SPA (municipalizzata che gestisce la raccolta e il trasporto dei rifiuti per vari comuni tra cui Velletri, Albano Laziale, Lariano e da ultimo anche Genzano) e la Banca Popolare del Lazio finisce con una sentenza della Corte D’Appello che condanna l’istituto di credito a restituire alla Volsca circa 1 milione e 300 mila euro, somma che di recente la Banca ha provveduto a restituire.

Si conclude quindi con un nulla di fatto, quello che di fatto è risultato come un tentativo della Banca Popolare del Lazio di avvantaggiarsi rispetto agli altri creditori concorsuali, con un’azione giudiziaria che aveva trovato un provvisorio accoglimento da parte della sezione imprese del Tribunale di Roma.

La sentenza in appello di fine gennaio del 2022, ha dunque spento ogni velleità della Banca, riequilibrato le posizioni giuridiche di tutti i creditori fallimentari, ribaltando completamente quella di I° grado, concludendo in maniera irrevocabile che la società pubblica Volsca Ambiente e Servizi SpA, ha agito in maniera ineccepibile e che la BPL, stando alla decisione dei Giudici, ha intrapreso una causa che ha portato a un “nulla di fatto”, rimanendo sulle spalle dei cittadini le gravose spese di entrambi i gradi di giudizio. Purtroppo, infatti, pur sconfitta, la Banca è stata “graziata” dal pagamento delle spese copiose processuali, una abitudine tutta italiana che tende a moltiplicare giudizi che purtroppo si rivelano spesso inutili e strumentali.

Come può accadere che su una vicenda così visibilmente lineare ci sia stato un primo grado che ha sentenziato palesemente l’opposto del giudizio di appello?

Perché la Banca Popolare del Lazio ha fatto spendere i soldi dei soci, e dei cittadini per una causa che poi si è rivelata infondata?

La sentenza di primo grado è stata decisa nella camera di consiglio del Tribunale di Roma (presidente dott. Giuseppe Di Salvo) e giudice relatore Dott. Guido Romano, quella d’appello dal collegio presieduto dal Presidente dott.ssa Benedetta Thellung de Courtelary e giudice relatore dott.ssa Raffaella Tronci.

I fatti risalgono agli anni precedenti all’amministrazione guidata dall’allora sindaco di Velletri Fausto Servadio

Servadio nel 2008, ha ereditato la società Volsca Ambiente SPA sull’orlo del fallimento con debiti intorno ai 30 milioni di euro, favoriti anche dalla concessione, solo poco tempo prima e cioè nel 2006, di finanziamenti da parte proprio della Banca Popolare del Lazio. Nel 2009, preso atto della insolvenza della società partecipata e della contestuale dichiarazione di dissesto da parte del Comune di Velletri, veniva presentato ed approvato dai creditori, tra i quali anche al Banca Popolare del Lazio, il piano concordatario proposto dalla Volsca SpA.

Il piano proposto e portato a termine dall’allora amministrazione della partecipata, prevedeva la creazione di una nuova società, denominata Volsca Ambiente e servizi SpA che proseguisse, come in effetti accaduto e con risultati ragguardevoli sia dal punto di vista qualitativo che economico, l’attività di raccolta rifiuti, mentre la originaria società avrebbe dovuto procedere alla distribuzione della somme ricavate dagli asset ancora presenti, nelle forme e nella misura approvata anche dalla Banca.  

Tutta la procedura concordataria veniva conclusa sotto il rigoroso e stretto monitoraggio del Tribunale di Velletri e con il voto favorevole della maggioranza dei creditori chirografari, tra i quali la Banca Popolare del Lazio.

Esattamente il 24 maggio del 2010 la Banca Popolare del Lazio Soc. Cooperativa esprimeva voto favorevole alla proposta di concordato preventivo depositata a dicembre 2009 per un credito riconosciuto dagli organi del concordato nella misura di circa un milione di euro.

La nuova Volsca Ambiente e Servizi SPA, nel rispetto del decreto di omologa restituiva alla vecchia Volsca Ambiente SPA in liquidazione la somma di quasi tre milioni di euro quale patrimonio netto, in 72 rate mensili oltre interessi.

Il 4 marzo del 2014 l’Avvocato Piero Guidaldi entra nel Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare del Lazio.

Il 27 aprile del 2016 l’Avv. Piero Guidaldi cessa il proprio ruolo di Presidente della Volsca Ambiente e Servizi SPA, un ruolo ricoperto a partire dal 2008 e cioè solo successivamente agli affidamenti concessi dalla Banca Popolare del Lazio alla Volsca nel precedente 2006.

Un’azienda, la “nuova Volsca” che innegabilmente, dati alla mano, l’avvocato Piero Guidaldi ha saputo rimettere in piedi con una gestione onesta e trasparente al punto che prima di lasciare l’incarico, nonostante la inevitabile riconferma da parte degli allora Sindaci, Servadio, Marini e Caliciotti, distribuisce utili per 500mila euro, caso più unico che raro nel panorama nazionale.

Nel dicembre del 2016, la Banca Popolare del Lazio richiede al Tribunale di Velletri la risoluzione del concordato preventivo della Volsca Ambiente SPA in liquidazione e la dichiarazione di fallimento della stessa società.

I ritardi accumulati dalla gestione liquidatoria della vecchia Volsca, inducevamo la Banca Popolare del Lazio, erroneamente sicura di poterne trarre beneficio, a chiederne il fallimento previa risoluzione della procedura concordataria.

Il Tribunale di Velletri nel giugno 2017 dichiarava il fallimento della vecchia Volsca individuando le responsabilità, non nella originaria proposta concordataria valutata anche dalla Corte di Appello favorevolmente, bensì nelle eccessive lungaggini nella liquidazione delle poste attive a favore dei creditori concorsuali.

La BPL, già prima della dichiarazione di fallimento con risoluzione del concordato, si determina nell’agire contro la nuova Volsca Ambiente e Servizi SPA chiedendo il pagamento a quest’ultima, ed in barba al principio della parità di tutti i creditori fallimentari, del finanziamento concesso, secondo molti con troppa facilità, nel 2006 alla vecchia Volsca ormai dichiarata fallita.

Il resto è storia recente, dopo, infatti, una prima sentenza del Tribunale di Roma che condannava la nuova Volsca alla restituzione alla Banca delle somme finanziate (troppo facilmente?) alla vecchia Volsca, interveniva la sentenza della Corte di Appello di Roma che rimetteva la chiesa al centro del paese ordinando di fatto alla Banca di restituire l’importo che nel frattempo era lievitato a circa 1.300.000,00 euro e che veniva obtorto collo restituito.

La nuova Volsca Ambiente e Servizi versata la somma di circa 2.700.000,00 euro alla vecchia Volsca non aveva più nulla a che spartire con la vecchia, ivi compresi i suoi creditori.

Nulla doveva la nuova Volsca e la BPL ha di fatto intentato una “causa persa” in partenza

Un giudizio che, soprattutto dopo la riformata sentenza del Tribunale di Roma, ha visto esponenti anche politici locali esporsi contro gli ideatori della proposta concordataria che, al contrario e nella sostanza ha risollevato le sorti di una società pubblica, i cui costi diversamente sarebbero ricaduti sulla cittadinanza. Tutti questi detrattori sono scomparsi dopo la pubblicazione della sentenza della Corte di Appello di Roma.

In questo gruppo di detrattori si annovera anche il Consigliere Dott. Giorgio Greci che oltre cinque anni fa gridò allo scandalo e definì come tardive le dimissioni di Guidaldi in considerazione dei danni che aveva causato alla società pubblica, certo eravamo in periodo preelettorale, ma la presa di posizione non deve avergli giovato o quanto meno portato fortuna visto l’esito elettorale. Non ultimo il Dott. Valentino Di Prisco attuale Presidente della Volsca, che le cronache ci narrano essere da sempre critico nei confronti dell’operazione concordataria.

Al contrario nonostante la iniziale sconfitta hanno continuato a mantenere la propria convinzione l’attuale Sindaco del Comune di Lariano Caliciotti il quale non è mai arretrato di fronte alla Banca Popolare del Lazio di cui è stato dipendente per molti anni e consulente all’epoca dei fatti, fermamente convinti della bontà del proprio operato i Sindaci Fausto Servadio e Nicola Marini unitamente all’assessore Luca Andreassi, tutti indistintamente ed ingiustamente maltrattati dopo la sentenza del Tribunale di Roma.

Mentre i politici si accapigliavano tra di loro, la Banca Popolare del Lazio godeva di una sentenza che oggi risulta errata e spazzata via in fretta dalla Corte di Appello di Roma che dopo un solo anno ha emesso il fatidico verdetto.

Ci sono tanti paradossi, tanti interrogativi rimasti senza risposta. Ma l’Italia si sa è la patria dei paradossi e spesso di relazioni tanto inopportune quanto lucrose ma soprattutto di conflitti d’interesse.

Visti i fatti succedutisi, ci si chiede quali siano stati i reali motivi che hanno indotto la Banca Popolare del Lazio, una banca che opera nel territorio in cui opera anche la Volsca Ambiente e Servizi SpA, ad aggredire così violentemente ed inopinatamente quest’ultima società, che dopo la richiesta di pagamento dell’importo di 1milione di euro cessava tutti i rapporti con la Banca medesima alla quale nel corso degli anni oltre ad aver versato somme non indifferenti per il servizio reso, aveva anche portato un notevole indotto costituito dagli oltre 120 dipendenti a cui corrispondeva gli stipendi oltre ai fornitori e clienti per un volume d’affari annuo all’epoca dei fatti di circa 10milioni di euro, somme che nel corso del tempo hanno ed avrebbero di gran lunga ricompensato la Banca ben oltre la somma richiesta giudizialmente di 1milione di euro e che neanche ha recuperato.

Solo perdite per la Banca Popolare del Lazio da questa operazione

Perdite costituite anche dalla ridotta ammissione al passivo fallimentare; se infatti in sede concordataria il credito della Banca Popolare del Lazio era stato integralmente riconosciuto dagli amministratori della società nella misura di 1milione di euro in sede fallimentare, quello stesso fallimento voluto proprio dalla Banca, il curatore ha dimezzato il credito vantato dalla Banca, riconoscendo dovuta la sola somma di circa 490mila euro con una evidente perdita. Perdite infine costituite dalle non certo esigue parcelle dei proprio procuratori.

Ed allora cosa ha spinto la Banca ad affrontare un giudizio dall’esito tanto incerto e rischioso quanto sicuramente foriero di perdite prevedibili già prima dell’inizio dello stesso?

Dall’analisi dei documenti un primo elemento lo ritroviamo nell’incarico dato dalla banca ai propri avvocati per intraprendere questa azione contro la Volsca. L’incarico, infatti, non veniva sottoscritto dal Presidente della Banca il compianto Prof. Renato Mastrostefano bensì dal Direttore Generale dell’epoca Rag. Massimo Lucidi, un indizio, forse una prova del fatto che il Presidente dall’alto della propria esperienza e prevedendone gli esiti, non fosse d’accordo nell’intraprendere il giudizio, oppure che sia stato tenuto all’oscuro di questa iniziativa?

Forse una prima risposta ci può essere fornita dal contenuto di una comunicazione inviata alla Banca D’Italia nella quale si segnalavano alcune anomalie, tra le quali gli affidamenti concessi alla Volsca che potevano essere ricondotti nell’ambito di un rapporto privilegiato tra l’allora Consigliere della Banca Notaio Capecelatro e l’allora Sindaco del Comune di Velletri, Dott. Bruno Cesaroni storico cliente del Notaio.

Se ciò fosse vero, il Notaio probabilmente sarebbe incappato nel conflitto di interessi, violazione che si configura quando c’è un danno per la Banca, danno causato solo in presenza di un mancato pagamento e/o recupero dell’intera somma da parte dell’istituto di credito. Qualunque rischio valeva la pena di far correre alla Banca pur di tenere in piedi la fiammella della speranza di poter recuperare l’intera somma dalla Volsca così che non si potesse configurare un danno per la Banca? I cui effetti potessero ricadere personalmente sui singoli attori? In questo quadro generale si potrebbe anche meglio spiegare il perché della mancata sottoscrizione da parte del Prof. Mastrostefano che mai avrebbe esposto l’istituto di credito a rischi inutili per salvaguardare singoli soggetti.

La situazione sembra fosse ben monitorata dalla stessa Banca D’Italia

BankItalia è a conoscenza dell’esito del giudizio e del contenuto della sentenza della Corte di Appello di Roma? In caso affermativo sarebbe interessante capire quali sono i provvedimenti che ritiene di poter adottare, vista l’evidenza dei fatti.

Al riguardo dedicheremo sicuramente un maggiore approfondimento, soprattutto di fronte a fatti che sono stati oggetto di rilievo anche da parte della Procura di Velletri e che sono state attenzionate solo dopo una ormai famosa segnalazione anonima. Una lettera dove si parla addirittura testualmente di un “vecchio ispettore gratificato con una fiammante bmw, pagata da un fornitore storico della banca, pur di ammorbidire le sanzioni elevate”. A questo punto ci mancherebbe soltanto di leggere in qualche altro scritto di “figli di” assunti dagli amici degli amici in quelle stesse banche che invece devono essere “verificate”. Sarebbe davvero un paradosso imbarazzante.




Ladispoli, dramma familiare: accoltella moglie e figlia, poi si sferra un colpo all’addome

I vigili del fuoco hanno aiutato a trasportare i feriti nelle ambulanze, che versavano in condizioni gravissime

Dramma familiare a Ladispoli, comune del litorale laziale in provincia di Roma, finisce in un bagno di sangue. Tre le persone ferite in maniera grave, con due di loro che lottano tra la vita e la morte.

Secondo una prima ricostruzione dei militari della compagnia di Civitavecchia, ancora al vaglio, un uomo di 48 anni avrebbe preso un coltello da cucina, raggiungendo la moglie 47enne nel bagno. Qui, dopo una lite, l’avrebbe colpita più volte al ventre e alle braccia. Poi ha accoltellato anche figlia, accorsa in soccorso della mamma, e ha sferrato un colpo anche al suo addome, autolesionandosi probabilmente con l’obiettivo di farla finita o, quanto meno, di inscenare una aggressione.

Sentite le urla, alcuni vicini che abitano nella zona di via Milano, hanno chiamato i soccorsi. Sul posto tre ambulanze, l’elisoccorso – arrivato a Ladispoli due volte – e appunto i carabinieri. Gravissima la moglie di 47 anni, in fin di vita, trasportata con la prima eliambulanza al San Camillo. Le sue condizioni sono le più gravi. In codice rosso, anche la figlia, una ragazza di 17 anni trasportata dal 118 al Bambino Gesù di Palidoro.

L’elisoccorso è atterrato di nuovo verso le 8.30 anche per l’uomo, che si è ferito gravemente. Anche lui è stato portato in codice rosso al Gemelli, è in prognosi riservata e come la moglie sta lottando tra la vita e la morte. La famiglia si trovava in un piccolo bagno, dove si suppone si sia consumato l’accoltellamento.

I vigili del fuoco hanno aiutato a trasportare i feriti nelle ambulanze, che versavano in condizioni gravissime. Il coltello, da cucina, è stato ritrovato dai carabinieri della compagnia di Civitavecchia che stanno cercando di ricostruire i fatti. La procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo per tentato omicidio aggravato.




Fiumicino, scoperta discarica di rifiuti speciali anche pericolosi

Il volume stimato dei rifiuti è pari a circa 600 metri cubi

FIUMICINO (RM) – Scoperta un’area adibita a discarica abusiva nel comune di Fiumicino.

Il proprietario del terreno è stato denunciato in quanto gravemente indiziato di aver realizzato una discarica non autorizzata di rifiuti speciali anche pericolosi costituiti da inerti da attività di demolizione, ferro, guaina di catrame, barattoli di vernice, ingombranti domestici e simili.

I Carabinieri della Stazione Forestale di Ostia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, durante il controllo all’interno del terreno hanno accertato la presenza di numerosi cumuli rifiuti speciali non prodotti in loco, dislocati in modo disomogeneo, a diretto contatto con il terreno lungo un’area di circa 400 mq e all’interno di 3 cassoni metallici scaricati presumibilmente a più riprese. Una parte dei rifiuti da demolizione sono stati visibilmente interrati mentre si distinguono anche alcuni rifiuti bruciati. Il volume stimato dei rifiuti è pari a circa 600 metri cubi. L’intera area è stata sequestrata dai Carabinieri Forestali.




Acilia, droga targata “Covid”: un arresto

Ieri pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Roma Acilia hanno arrestato un 56enne romano gravemente indiziato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, trovato in possesso di 1 kg di hashish.

L’uomo, già conosciuto per precedenti reati, è stato notato dai Carabinieri, a bordo della sua auto, mentre transitava tra le stradine di Acilia; lo hanno seguito e in sicurezza, poco dopo, lo hanno fermato appena imboccato il Grande Raccordo Anulare. L’uomo è apparso subito nervoso e a quel punto i Carabinieri hanno deciso di verificare meglio. Nel corso di una ispezione, sono stati trovati 10 panetti di hashish, del peso complessivo di 1 kg, occultati, nel vano motore del veicolo, e la somma di 1.050 euro, ritenuta provento di attività illecite, nella tasca interna del giubbotto del 56enne.

I panetti erano tutti marchiati con la scritta COVID. Quanto rinvenuto è stato sequestrato e a seguito dell’udienza di convalida tenutasi presso le aule di piazzale Clodio, l’arresto è stato convalidato e nei suoi confronti è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa del processo.




Pomezia, mensa scolastica sotto i riflettori: 8000 pasti al giorno e 41 dipendenti

Sindaco in visita il centro cottura Innova

Il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà, insieme alle Assessore Miriam Delvecchio e Simona Morcellini, ha visitato il centro cottura della ditta Innova, che ha in appalto il servizio di mensa scolastica delle scuole di Pomezia.

Un centro da 8000 pasti al giorno con 41 dipendenti, di cui l’80% impiegati da più di 10 anni. Un sistema di produzione dei pasti che segue un preciso percorso di cottura, al fine di impedire la contaminazione dei prodotti, e che per il trasporto verso gli istituti scolastici utilizza esclusivamente mezzi elettrici.

“Una realtà importante a livello nazionale, con 600 dipendenti solo nel Lazio – commenta la vice Sindaco Simona Morcellini – Innova serve in tutta Italia grandi realtà, dalle mense scolastiche agli ospedali, con una grande attenzione alla sostenibilità ambientale”.

“Abbiamo voluto vedere con i nostri occhi come vengono realizzati, imballati e trasportati i pasti che quotidianamente serviamo nelle scuole di Pomezia – dichiara il Sindaco Adriano Zuccalà – Abbiamo avuto conferma della professionalità e competenza degli operatori e delle operatrici che lavorano nel centro cottura e dell’impegno che la ditta Innova si assume nel fornire un servizio di ristorazione scolastica di qualità e a basso impatto ambientale”.

“L’ottimo lavoro portato avanti in questi anni in collaborazione con gli uffici comunali e la Commissione Mensa – aggiunge l’Assessora Delvecchio – garantisce alle famiglie un servizio costantemente controllato nel pieno rispetto delle regole e delle linee guida ministeriali e sanitarie. La salute e l’educazione alimentari dei nostri bambini è una priorità per tutti”.




Polizie locali in prima linea per la sicurezza. SUPL: “Meno tutele rispetto le altre forze di Polizia”

Ancora oggi, nonostante la pronuncia della Corte Europea, le Polizie locali d’Italia sono le uniche, a livello europeo, a presentare un contratto privatistico e non pubblico come per le altre forze di Polizia



Polizie locali in prima linea su tanti fronti della sicurezza, come le forze di Polizia statali, ma con meno tutele rispetto a queste ultime.

Di fatto le mansioni del “Vigile urbano” così come nell’immaginario collettivo che ci aveva fatto conoscere l’Albertone nazionale sono mutate dopo la riforma del 1986 che ha attribuito al Corpo anche funzioni di polizia giudiziaria, di Polizia stradale, di pubblica sicurezza trasformando di fatto i vecchi Vigili urbani addetti al traffico in agenti di Polizia locale. E a partire da quella data, i tagli al personale del pubblico impiego, che hanno fortemente interessato anche il personale delle forze Armate e delle forze di Polizia, han fatto si che sempre più spesso, le Polizie Locali venissero impiegate, almeno nelle città metropolitane, in compiti prima riservati alla Polizia di Stato e forse non è un caso che città come Roma, Torino, Bologna abbiano come comandante generale, non un dirigente interno al Corpo ma un Dirigente “prestato” proprio dalla Polizia di Stato.

E ancora oggi, nonostante la pronuncia della Corte Europea, le Polizie locali d’Italia sono le uniche, a livello europeo, a presentare un contratto privatistico e non pubblico come per le altre forze di Polizia. E la modifica alla riforma dell’86 per poter quindi cambiare questo status e garantire equità di diritti agli operatori delle Polizie locali si è arenata con alcuni veti del Ministero degli Interni.

“I punti salienti di una nuova riforma – ha detto Marco Milani Segretario Romano Aggiunto del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale – sarebbero l’entrata delle Polizie Locali nel comparto sicurezza (insieme a Polizia, Carabinieri e Finanza quale forza di Polizia sebbene ad ordinamento locale e di conseguenza il contratto pubblicistico (e non privatistico) che garantirebbe agli agenti le stesse tutele legislative, assicurative e previdenziali dei colleghi delle altre Forze dell’ordine.” Milani ha poi evidenziato anche la necessità del relativo accesso alla banca dati nazionale (SDI ex CED) che consentirebbe di conoscere i precedenti penali e l’eventuale pericolosità sociale delle persone che gli agenti si trovano ad arrestare o trattenere per motivi di servizio. Infine il segretario ritiene necessaria una sorta di  base Comune a livello nazionale che determini i requisiti di accesso ai Corpi e gli equipaggiamenti degli stessi, mutando su questo la discrezionalitá delle varie amministrazioni comunali. Su quest’ultima questione in Italia ci sono comuni che vedono i loro agenti armati con pistola, arma lunga, sfollagente, taser ed altri invece dove gli agenti di polizia locale sono  completamente disarmati.




Ostia Chocolate, un mare di cioccolato: torna l’evento più goloso del litorale romano

Dopo due anni di pandemia, finalmente torna la manifestazione “OstiaChocolate, #unmaredicioccolato”. L’evento più goloso del litorale romano si svolgerà da venerdì 8 a domenica 10 aprile 2022, in piazza Anco Marzio a Ostia, dalle 10 alle 22.

Tutti i giorni gli artigiani del cioccolato provenienti da ogni parte d’Italia esporranno nei loro stand tantissime prelibatezze al cacao, preparate nei modi più svariati: pregiatissimo cioccolato dalle molteplici forme e fragranze, cioccolatini e praline ripiene e tanto altro.

E vista la vicinanza dell’evento alla Pasqua, non mancheranno delle gustose idee regalo come le uova di purissimo cioccolato rigorosamente realizzate a mano dai tanti maestri cioccolatieri presenti alla manifestazione: vere e proprie sculture realizzate con ingredienti di pregio che renderanno felici adulti e bambini.

L’evento ha lo scopo di diffondere la cultura del cioccolato artigianale e l’arte della sua lavorazione. Il cacao la farà quindi da padrone con i suoi gusti, profumi, forme e consistenze. Ce ne sarà davvero per tutti i gusti e esigenze. Dalla cioccolata vegan a quella al peperoncino, da quella aromatizzata alle praline, alle tavolette, ai cioccolatini e alle creme spalmabili.




Asl Roma 6, Pnrr: presentato il piano da 49 milioni di investimenti sul territorio

Saranno attivate 11 Case della Comunità, 6 Ospedali di Comunità, 6 Centrali operative territoriali (dislocate sul territorio, una per distretto: H1, H2, H3, H4, H5, H6), l’adeguamento sismico degli ospedali e il rafforzamento tecnologico della rete ospedaliera con l’acquisto di 23 nuove apparecchiature di ultima generazione

E’ stato presentato oggi dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato e dal commissario straordinario della Asl Roma 6, Narciso Mostarda il Piano di investimenti previsto dal Pnrr per la Asl Roma 6. Sono intervenuti all’appuntamento Daniele Leodori, vice presidente Regione Lazio, e Rodolfo Lena, presidente commissione Sanità. Presenti i sindaci del territorio.

Il Piano illustrato prevede investimenti per un totale di 49 milioni di euro volti a rafforzare la capacità di erogazione di servizi e prestazioni sul territorio, grazie al potenziamento di strutture territoriali, l’estensione dell’assistenza domiciliare, il coordinamento tra setting di cura al fine di garantire la continuità dell’assistenza, lo sviluppo della telemedicina e una maggiore integrazione con i servizi sociosanitari.

Nello specifico, la Regione Lazio, con le D.G.R. 1005/1006/1007 del 30/12/2021 ha approvato: l’attivazione di 11 Case della Comunità, 6 Ospedali di Comunità, 6 Centrali operative territoriali (dislocate sul territorio, una per distretto: H1, H2, H3, H4, H5, H6), l’adeguamento sismico degli ospedali e il rafforzamento tecnologico della rete ospedaliera con l’acquisto di 23 nuove apparecchiature di ultima generazione.

Con le Case e gli Ospedali di Comunità la risposta ai bisogni di cura espressi dal territorio sarà ancora più immediata ed inclusiva. Il rafforzamento del parco tecnologico migliorerà la qualità delle cure negli ospedali, consentendo all’azienda di offrire un numero di prestazioni più elevato. Inoltre, l’importante piano di adeguamento sismico contribuirà a rendere le strutture sanitarie più sicure.

Con la D.G.R. 75 del 25/02/2022 la Regione Lazio ha inoltre approvato il Piano Regionale di digitalizzazione per le strutture ospedaliere Dea di I e II livello. Questa la sintesi degli investimenti previsti dal piano del Pnrr e dal Piano Nazionale Investimenti Complementari al Pnrr che fanno parte del più ampio piano riorganizzativo della sanità laziale che vede impegnati 700 milioni di euro fino al 2026.

“I finanziamenti previsti dal Pnrr- ha commentato l’assessore D’Amato- rappresentano una grande sfida che ci permetterà di aprire una stagione di grandi investimenti. Questo è il momento di fare squadra tutti insieme per pensare e realizzare una nuova sanità che guarda ai bisogni delle persone e dei territori. Nuovi ospedali, ma anche sanità del territorio e nuove tecnologie per una offerta di prossimità che permetterà alle persone di percepire un reale cambio di passo”.

“Il territorio- ha dichiarato il commissario straordinario Narciso Mostarda- è protagonista del cambiamento, diventando porta di accesso al cittadino per una immediata risposta ai bisogni di cura e per una presa in carico efficiente ed inclusiva, puntando sull’innovazione e verso una vera e propria rivoluzione digitale. Il Pnrr ci ha offerto un’importante occasione, quella di restituire nuova vita alle nostre strutture territoriali, rafforzandone il valore e il potenziale, in una logica di prossimità e digitalizzazione. Partiamo da qui per costruire un nuovo modello di sanità”.




Ostia, rapinarono una farmacia in pieno centro. Svolta nelle indagini: individuati e arrestati due uomini

Prove schiaccianti a carico dei due: dalle perquisizioni oltre ad alcuni degli abiti usati durante la rapina, sono stati trovati i mezzi di trasporto usati dai rapinatori, tra i quali uno scooter rubato

OSTIA (RM) – Arrestati e trasferiti in carcere 2 uomini gravemente indiziati di aver rapinato una farmacia. I fatti risalgono allo scorso dicembre e sono avvenuti nel centro di Ostia: due uomini, poco prima della chiusura, sono entrati, entrambi con il volto coperto, in una farmacia. Uno è andato diretto nella parte posteriore del negozio mentre l’altro, armato di un taglierino, ha “puntato” una delle dipendenti facendosi consegnare quanto contenuto in cassa. L’uomo che è andato nel retrobottega ha cercato, senza esito, la cassaforte e si è “accontentato” di rapinare una delle titolari che si è trovata di fronte.

Nel corso della rapina i due malviventi parlavano con un forzato accento abruzzese, tanto forzato da indurre le persone presenti a pensare che questo modo di parlare fosse un maldestro tentativo di mascherare il vero accento.

Oltre a questo particolare gli investigatori del X Distretto Lido, in stretto coordinamento con la Procura di Roma, hanno passato al setaccio prima di tutto le immagini dei sistemi di videosorveglianza. I poliziotti  non si sono però fermati alle immagini dell’evento ma hanno allargato la ricerca all’intero quartiere e per l’intero pomeriggio; l’intuizione si è rivelata esatta e sono riusciti ad acquisire anche le fasi di preparazione del colpo quando i due uomini, ignari di essere ripresi, parlottavano tranquillamente.

L’altro prezioso contributo alle indagini è venuto dalla conoscenza del territorio dei poliziotti che, battendo le vie di Ostia, hanno individuato prima uno e poi entrambi i sospettati. Ulteriori conferme sono arrivate dalle perquisizioni delegate durante le quali, oltre ad alcuni degli abiti usati durante la rapina, sono stati trovati i mezzi di trasporto usati dai 2, tra i quali uno scooter rubato.

Con il quadro indiziario di cui  sopra la Procura ha chiesto ed ottenuta dal GIP del Tribunale di Roma, a carico di F.G e C.M , entrambi romani di 45 anni, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’ordinanza è stata eseguita dagli stessi agenti del X° Distretto. 




Anzio, tre arresti in una casa da riposo (lager) per anziani. Stampa Romana “vietato” sapere dove

“Le storture della riforma Cartabia colpiscono ancora”

Con una nota autorizzata dalla Procura di Velletri, i Carabinieri hanno fatto sapere di aver arrestato 5 persone per maltrattamenti in una casa di riposo “del litorale romano”.

Nella mattinata odierna i militari del NAS di Roma, coadiuvati dai Carabinieri dell’Arma Territoriale hanno dato esecuzione a nr. 3 ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari e nr. 2 ordinanze di applicazione di misure interdittive (divieto temporaneo dell’esercizio della relativa impresa o professione) nonché a nr. 7 decreti di perquisizione disposti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri.

I provvedimenti scaturiscono da una attività info-investigativa dei Carabinieri Nas supportata da attività tecniche di intercettazione ambientale audio video e telefoniche che permettevano di svelare varie condotte delittuose a carico dei proprietari e del personale dipendente operante all’interno di una Comunità alloggio per anziani sita in un comune del litorale laziale. L’indagine ha permesso di accertare a carico degli indagati reati di maltrattamenti posti in essere nei confronti degli anziani ospiti quali:

  • sistematiche condotte vessatorie fisiche e verbali nonché reiterate intimidazioni anche mediante strattoni, colpi, insulti, minacce e lancio di oggetti;
  • omissioni nella cura degli ospiti residenti e somministrazione massiccia di farmaci sedativi, senza alcuna necessità e al di fuori di alcun piano terapeutico, così da sopire gli ospiti durante la notte evitando richieste di assistenza consentendo agli operatori sanitari di riposare indisturbati;
  • omesso approvvigionamento di generi alimentari/ beni di prima necessità. Addirittura il latte veniva “allungato” con acqua al fine di lucrare al massimo sui profitti generati dall’attività;
  • inesistenza di qualsiasi attività ludica o ricreativa per gli anziani i quali erano anche costretti a restare nelle loro camere dalle 18.00 serali fino al mattino successivo.

“Sappiamo chi ha coordinato l’operazione, chi l’ha eseguita ma ignoriamo quale sia la struttura nella quale gli anziani venivano picchiati e non siamo in grado quindi di far sapere ai lettori dove avvenivano le vessazioni, né di escludere le case di riposo che invece agiscono nel rispetto delle regole tra Pomezia e Nettuno, territorio di competenza di quella Procura. – Si legge in una nota diffusa da Stampa Romana a firma Giovanni Del Giaccio Coordinatore Macro area Libertà di informare ASR – Comprendiamo la necessità di rispettare la norma Cartabia – sempre più un bavaglio preventivo – da parte di magistrati e forze dell’ordine, però è bene ricordare che si deve contemperare la riservatezza delle indagini con il diritto dovere di cronaca dei giornalisti, quello dei cittadini a essere compiutamente informati e degli imprenditori onesti a non finire in un calderone.”