ANGUILLARA, UDC: “CON ARSENICO FUORILEGGE, TARIFFE IDRICHE GRATUITE ”

Redazione

Anguillara (RM) – “La tutela della salute pubblica rappresenta sempre una priorità per un’amministrazione seria che non può limitare la propria azione politica alla sola approvazione di una mozione. In attesa che gli uffici tecnici  provvedano tempestivamente alla dearsificazione imposta dalla deliberazione N. 74 del 28/12/2012 e per prevenire azioni legali e legittime da parte delle associazioni dei consumatori, proponiamo di discutere urgentemente in Consiglio comunale la riduzione e rimborso delle tariffe dell’acqua”. Lo dichiara Sergio Manciuria, capogruppo UDC di Anguillara e componente Anci Lazio, dopo aver preso visione dell’Ordinanza sul divieto dell’uso della rete idrica Montano per i valori dell’arsenico oltre i limite di legge che, dopo Colle Biadaro e Ponton dell’Elce, estende di fatto la non potabilità dell’acqua all’intero territorio sabatino.

“L’ordine del giorno presentato stamani al Sindaco Pizzorno  – spiega l’esponente Udc –  vuole sancire un principio di fondo ribadito anche dalla recente sentenza del TAR Lazio n° 664/2012: non si può richiedere al cittadino e all’esercente di una licenza commerciale – al quale va rimborsato il costo del dearsenificatore per esercitare l’attività – di pagare un servizio idrico che somministra un veleno quale l’arsenico, oltre i limiti di legge. Siamo coscienti dei ritardi e colpe delle istituzioni sovra-comunali, Regione e Ministero Salute, nel reperire le risorse per consentire agli enti locali di conformarsi alle disposizioni del Dlgs 31/2001,  ma a questo evento dannoso per la salute non può aggiungersi l’insensibilità dell’amministratore di turno per fare cassa sempre e comunque. Mi sono confrontato positivamente con gli altri due capigruppo di minoranza, Pizzigallo e Paolessi, – informa il referente sabatino – ed auspico che lo stesso accada con l’attuale maggioranza. Ribadisco la richiesta della sospensione delle tariffe con la riserva di ogni azione risarcitoria nei confronti degli altri organi responsabili da parte dell’avvocatura comunale.

Altresì come partito riteniamo fondamentale reperire nel prossimo bilancio previsionale le somme per rendere fruibile della potabilità sia l’acquedotto del Montano sia di quello del Consorzio Colle dei Pini-Barattoli. Una scelta equa e vicina alle esigenze dei cittadini   – conclude il rappresentante dell’Unione di centro –  dove la buona politica si fa garante non solo di preservare la salute pubblica  ma anche dei diritti dei contribuenti”.
 




BRACCIANO, LA COMUNITÀ DEL PARCO APPROVA IL PPPES (PROGRAMMA PLURIENNALE DI PROMOZIONE ECONOMICA E SOCIALE)

Redazione

Bracciano (RM) – Approvato finalmente dalla Comunità del Parco il PPPES (Programma Pluriennale di Promozione Economica e Sociale) presentato nel giugno del 2010. Il Commissario Straordinario redigerà quindi una deliberazione di adozione che verrà poi inviata alla Regione Lazio per la definitiva approvazione.

Uno strumento programmatico previsto dalla L.R. 29/97 che ha come scopo quello di prevedere la promozione delle iniziative sostenibili utili a favorire lo sviluppo economico, sociale e culturale delle popolazioni residenti all’interno del Parco e nei territori adiacenti, nonché, quello di rappresentare, in primo luogo ai residenti ed in generale ai portatori di interesse, quali siano le opportunità di sviluppo economico e sociale che il Parco offre al territorio. Occupazione, aggregazione sociale e offerta produttiva compatibili i pilastri fondamentali del PPPES.

Lo sviluppo maggiore, attualmente, è presente tra i tre comuni intorno al Lago – afferma il Commissario Straordinario del Parco, Stefano Stefanelli – con questo strumento cercheremo quindi di dare maggiore omogeneità al territorio. La differenza con gli altri Comuni del Parco è causata soprattutto dalla diversità di flusso turistico. Una tutela della biodiversità e un rilancio dell’economia locale le principali funzioni di questo Programma che permetterà alle popolazioni locali di crescere insieme.
 
Piena soddisfazione per il risultato raggiunto esprime il Presidente della Comunità del Parco Guido Cianti. L’approvazione del Programma Pluriennale di Promozione Economica e Sociale – afferma Cianti – è un ulteriore passo verso un ottica di sinergia e collaborazione tra enti per il bene del territorio. Concordo nel dire che i Comuni dell’entroterra vanno “riqualificati” e dotati degli strumenti necessari per esprimere al meglio le proprie potenzialità. Un territorio a vocazione turistica come il nostro deve poter avere uno strumento che detti le linee guida verso un immediato futuro di progresso e sviluppo sostenibile.
 




PAPA BENEDETTO XVI LASCIA IL PONTIFICATO: A PASQUA IL NUOVO PAPA

Redazione

Città del Vaticano – Il Papa lascia il pontificato dal prossimo28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto.

''Un fulmine a ciel sereno''. Con queste parole il decano del collegio cardinalizio, cardinal Angelo Sodano ha commentato la decisione di Benedetto XVI di lasciare il pontificato.

Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa.
"Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono piu' adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino".  "Carissimi Fratelli – ha detto il Papa ai cardinali che non si aspettavano un tale annuncio – vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino". "Sono ben consapevole – ha aggiunto – che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacita' di amministrare bene il ministero a me affidato".

Carissimi Fratelli – ha detto ancora Benedetto XVI – vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesu' Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinche' assista con la sua bonta' materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice".

Il Papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indichi un conclave per l'elezione del successore.  La ''sede vacante'' dopo le dimissioni di Benedetto XVI scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovra' quindi essere convocato un conclave per l'elezione del nuovo Papa.

 "Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovra' essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice". E' questa la formula pronunciata dall'85enne Papa Benedetto XVI questa mattina, in lingua latina. Il Conclave potra' dunque tenersi nel mese di marzo. (Fonte: Rainews24)

 Se un Papa si rende conto che non è più in grado ''fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, di assolvere ai doveri del suo ufficio, allora ha il diritto e, in alcune circostanze, anche l'obbligo, di dimettersi''. Benedetto XVI parlò con chiarezza dell' ipotesi-dimissioni, nel caso di sopravvenuta inabilita' fisica o psichica, nel libro-intervista del 2010 ''Luce del mondo'' del giornalista tedesco Peter Seewald.

da fonti mediche dello staff trapela che il Papa soffre per dolori articolari e reumatici ma e' anche il peso del suo ruolo a incidere sul suo stato generale. Il Pontefice e' anche sofferente di fibrillazione atriale cronica ma, si e' appreso, rifiuta i farmaci anticoagulanti prescritti.
 




ALBANO INCENERITORE, ASSOCIAZIONI NO INC DEPOSITANO DENUNCIA PENALE VERSO DIRIGENTI REGIONALI

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da Daniele Castri referente legale dei No Inc

Albano (RM) – Proprio stamattina le Associazioni No Inc hanno depositato, presso la Procura della Repubblica di Roma, una denuncia penale nei confronti dei nuovi dirigenti dell’Area rifiuti della Regione Lazio. Nello specifico, sono coinvolti: il direttore regionale dott. ssa Maria Grazia Pompa, del responsabile del procedimento ing. Silvio Ciocchelli, il direttore Guido Magrini, il dirigente dell’area Ing. Ernesto Dello Vicario e l’estensore del procedimento Claudio Matronola. L’atto di denuncia è stato indirizzato, in modo particolare, al Procuratore Aggiunto Roberto Cucchiari ed al P.M. Alberto Galanti che si stanno già occupando, da tempo, del più generale affaire rifiuti romano. Il Procuratore Aggiunto Roberto Cucchiari, tra l’altro, sta seguendo, come emerso sulla stampa, la presunta violazione dei brevetti industriali relativi all’inceneritore di Albano presentata, diversi mesi fa, dai legali della multinazionale Thermoselect nei confronti del Co.E.Ma.

Sotto la lente d’ingrandimento, stavolta, è finita la recentissima determina regionale n. B-00266 del 29.01.2013 (doc. n. 1), che nel movimento non esitano a definire “scandalosa”, con la quale l’area rifiuti regionale ha non solo autorizzato la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani, ma  ha dato di fatto il via libera al cantiere. Questo cantiere ha in realtà una storia singolare piena di contraddizioni. Come ricorderete, infatti, già il 22 Ottobre 2008 l’allora Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo aveva autorizzato, con un’apposita ordinanza (Z-0003, doc. n. 2), l’avvio dei lavori per la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani. Ordinanza regionale a cui era seguita, addirittura, la Dichiarazione di Inizio Attività (D.I.A.) del Co.E.Ma. del 29 dicembre 2008, inviata sia al Comune di Albano Laziale sia alla Regione Lazio. In quell’occasione, però, due successivi sopralluoghi della Polizia Municipale di Albano (15.04.2009 e 13.10.2010, doc n. 3 e doc. n. 4) avevano certificato che “i lavori posti in essere consistevano nella sola delimitazione con paletti in ferro e rete metallica dell’area destinata alla costruzione della centrale” e che “dalla verifica dello stato dei luoghi è risultato che l’area non risulta essere in alcun modo interessata da attività edilizia.

Il cantiere per la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani, quindi, non era mai partito.Nonostante ciò, a giugno 2009 (doc. n. 5), sulla base della sola ordinanza di Marrazzo e della successiva D.I.A, il Co.E.Ma. stipulò col Gestore del Servizio Elettrico nazionale, GSE, una convenzione preliminare per il riconoscimento dei  CIP-6, ovvero dei 400 milioni di fondi pubblici necessari per la costruzione dell’impianto.

Però, come si ricorderà, l’ordinanza di Marrazzo è stata poi bocciata dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 1640 del 22.03.2012. Se, quindi, fino a quel momento la cantierizzazione del 29 dicembre 2008 poteva essere considerata solo fittizia, successivamente alla Sentenza del Consiglio di Stato del 22 marzo 2012, quella stessa cantierizzazione può essere, a tutti gli effetti, definita decaduta.
Eppure, i nuovi dirigenti dell’ufficio rifiuti della Regione Lazio – che hanno sostituito i precedenti travolti dalle inchieste della Procura di Roma – nell’autorizzazione di avvio del cantiere del 29 gennaio 2013, pur citando, per ben due volte, l’ordinanza di Marrazzo e la successiva D.I.A., non indicano, cosa davvero singolare, che questi due atti sono entrambe decaduti perché bocciati dal Consiglio di Stato.
Si tratta d’un modo per assicurare al Co.E.Ma. l’accesso ai 400 milioni di euro di fondi pubblici CIP-6 per la costruzione dell’impianto? Di sicuro, finora nessuno è riuscito ad avere copia della convenzione preliminare Co.E.Ma. – GSE stipulata proprio sulla base dell’ordinanza di Marrazzo e della successiva D.I.A..

Il GSE, difatti, ha rifiutato per ben tre volte un legittimo accesso agli atti depositato prima dal No Inc (maggio 2012, doc. n. 7), subito dopo dal Consigliere Regionale Ivano Peduzzi (giugno 2012, doc. n. 8) e, per ultimo, dal Comune di Albano Laziale (ottobre 2012, doc. n. 9).

Perché da parte del GSE, questa resistenza ingiustificata? Al momento è pendente una quarta richiesta di accesso agli atti promossa nei confronti del GSE da parte dai dieci sindaci del bacino (doc. n. 10).

Auspichiamo che, quanto prima, in ossequio al principio di trasparenza nella gestione della pubblica amministrazione, il GSE risponda alla legittima richiesta di accesso agli atti e permetta ai cittadini di prendere visione dei documenti richiesti.

 

I DOCUMENTI ALLEGATI ALL'ARTICOLO:

DOC 1

DOC 2

DOC 3

DOC 4

DOC 5

DOC 6

DOC 7

DOC 8

DOC 9

DOC 10

 

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CIAMPINO, ORDIGNO BELLICO: DURA NOTA DI COMELLINI (PDM) SU VISITA DEL GENERALE DOMENICO ROSSI CANDIDATO CON LISTA MONTI

Redazione

Ciampino (RM) –  Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), candidato alla Camera e alla Regione Lazio nelle liste "Amnistia Giustizia Libertà" interviene a proposito della visita del generale Domenico Rossi riferita dalle notizie di stampa diffuse in merito alle operazioni di brillamento dell'ordigno bellico ritrovato nei giorni scorsi a Ciampino.

"La visita del candidato per la lista di Monti, Domenico Rossi agli artificieri del Sesto Reggimento Genio di Roma impiegati nell'operazione di brillamento dell'ordigno bellico a Ciampino non fa altro che confermare la grave la compromissione dell'estraneità delle Forze armate dalla competizione politica. Mi chiedo come abbia fatto il 'generale', che è anche il sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, ad essere stato autorizzato a far visita i militari impegnati nell'operazione di bonifica; se la "visita" si sia svolta all'interno dell'area interdetta e se quindi l'abbia potuta fare solo grazie al suo incarico e al suo grado. Sono certo che se al posto del candidato "generale" ci fosse stato un "caporale", quest'ultimo già sarebbe stato denunciato, messo ai ferri e cacciato dall'Esercito. Ho il timore che ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di interpretazione del regolamento e della legge ad uso e consumo del più forte. Il Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola, sulla questione non ha nulla da dire?"

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CIAMPINO, IL 6 REGGIMENTO GENIO PIONIERI BONIFICA LA BOMBA

Redazione

Ciampino (RM) – Un team di specialisti dell’esercito è intervenuto, questa mattina, a Ciampino, per la bonifica di una bomba d’aereo da 500 libre, contente circa 250 chili di esplosivo, residuato della Seconda Guerra Mondiale.  Per le operazioni di bonifica è stato chiuso dalle ore 10.00 alle 12.00 l’aeroporto internazionale di Ciampino e oltre 3400 persone, dei comuni di Roma e Ciampino, sono state evacuate.  L’intervento, eseguito dai militari del 6° reggimento genio pionieri, di stanza a Roma Cecchignola, si è svolto in due fasi, nella prima, la più delicata, gli artificieri dell’esercito hanno estratto le due spolette, una anteriore e l’altra posteriore. Nella seconda fase, l’ordigno è stato trasportato in una cava nella zona a confine tra i comuni di Ciampino e Roma, dove è stata fatta brillare. L'esercito è la forza armata preposta alla formazione degli artificieri di tutte le forze polizia e delle forze armate.
 
L’Esercito, per le capacità tecniche del personale e dei mezzi in dotazione, fornisce, quotidianamente, il proprio contributo nei campi della pubblica utilità e della tutela ambientale. Nel 2012, i nuclei EOD (Explosive Ordnance Disposal) dei reparti del genio hanno eseguito 2400 interventi specialistici (oltre 30.000 negli ultimi 10 anni) per la bonifica di ordigni esplosivi e sono stati distrutti 12.000 ordigni.

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ROMA CARCERE REBIBBIA, MUORE PER MALORE DETENUTO ITALIANO DI 46 ANNI

Redazione

Lazio – Si è sentito male dopo una seduta di ginnastica. Soccorso con il defibrillatore dal personale presente, è stato immediatamente trasferito nella struttura protetta dell’Ospedale “Sandro Pertini” dove, però, è deceduto poco dopo il suo arrivo.  E’ morto così, questo pomeriggio, Antonio Schena, detenuto 46enne del carcere di Rebibbia N.C.. La notizia è stata diffusa dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

Schena è la prima persona che muore, nelle carceri del Lazio, nel 2013.

L’uomo era detenuto in una cella della sezione G 9 del carcere di Rebibbia N.C., quella riservata ai cosiddetti reclusi precauzionali, proveniente da Genova.

Ex carabiniere della stazione di Genova-Sampierdarena, sospeso dall’Arma, Schena stava scontando una condanna per  una serie di reati fra i quali la vendita di falsi titoli onorifici del “Sovrano Ordine di Malta e di Cilicia” e falsi attestati di onorificenza dell’Onu in cambio di denaro da destinare a suo dire a scopi benefici.

«Quest’uomo non soffriva, almeno in apparenza, di patologie così gravi da metterlo a rischio di vita – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – Il problema, però, è che gli attuali livelli di sovraffollamento, la carenza di risorse e le gravi difficoltà in cui versa la sanità penitenziaria del Lazio, fanno si che le carceri non siano le strutture più adeguate a garantire livelli ottimali di tutela della salute alle persone che vi sono recluse».

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CASTELLI ROMANI: L'AREA DEL PARCO REGIONALE NON SI TOCCA

A. De Mar.

Castelli Romani (RM) – Non si placano le reazioni politiche rispetto alla proposta di riperimetrazione del Parco Regionale dei Castelli Romani. Quest'area protetta potrebbe essere rivoluzionata da una Valutazione Ambientale Strategica criticata sul nascere.

“La nuova proposta di riperimetrazione del Parco Regionale dei Castelli Romani è subdola e illegittima, va fermata -ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.- Ci sono infinite sentenze del TAR, confermate dall'ultima di pochi mesi fa del Consiglio di Stato, che hanno sancito in modo cristallino che il perimetro del parco è quello stabilito con la delibera del 1998 e che le norme di salvaguardia sono quelle della legge istitutiva del 1984 e non sono soggette a decadenza. Che senso ha, allora, che lo stesso Ente parco ipotizzi subdole procedure di valutazione ambientale strategica per un intervento che anche un bambino capisce avrebbe un impatto negativo sul sistema ambientale? E con quali soldi pubblici sono stati affidati studi così inutili? Sono domande importanti, che nei prossimi giorni diventeranno oggetto di richieste precise alle istituzioni competenti, per impedire per l'ennesima volta la scucitura dal parco di territori importanti. Più in generale, spiace davvero constatare che dopo quasi trent'anni dall'istituzione, ancora non si capisca il valore dell'area protetta ai castelli, che ha salvato una dei territori più belli del Lazio dalla completa cementificazione, conservandone quelle parti boscate e lacustri che caratterizzando quel paesaggio raccontato da poeti e scrittori di tutto il mondo.”

E' infuriata Legambiente contro la nuova proposta contenuta nella Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per la riperimetrazione del Parco Regionale dei Castelli Romani. Le analisi contenute nel testo del Rapporto preliminare, fanno disgraziatamente affermazioni del tutto fasulle, come quella ormai solita quanto desueta circa la presunta superficie massima per le aree protette a scala provinciale, in palese contrasto con la normativa nazionale in materia. Ha dell'incredibile, poi, l'ipotesi di eliminare dal perimetro del parco il bosco di castagno a ridosso del Monte Artemisio, parte di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), giustificata dalla tipologia di specie presenti che non sarebbero autoctone mentre quel paesaggio fa parte del territorio da secoli e ed è SIC proprio in virtù dell’eccezionalità delle caratteristiche naturali.

“ Basta con questa farsa, è senza fondamento la proposta di tagliare 2.300 ettari dai 15.000 totali del perimetro del parco -conclude Parlati-. Le aree del lago Albano e di quello di Nemi non si toccano, così come il Monte Artemisio, le Piagge di Nemi e il Vallone tempesta, il Bosco del Cerquone, i campi di Annibale, i pratoni del Vivaro. Il parco torni a occuparsi con impegno delle attività di conservazione della natura, di salvaguardia di un'area protetta che negli ultimi anni ha visto un incredibile sviluppo urbanistico. Dal canto nostro, segnaleremo alla Commissione Europea la proposta, visto che le istituzioni di Bruxelles stilano un rapporto di verifica periodico sullo stato di ratifica ed efficacia della Direttiva VAS, il cui principio guida è quello di precauzione.”

Insorge anche il Pd

“La proposta di riperimetrazione del parco regionale dei Castelli romani è scellerata, ha alcun senso, se non quello di consegnare 2.300 ettari agli interessi locali di chi vorrebbe colare nuovo cemento su un’area verde di enorme valore paesaggistico – dichiara Cristiana Avenali, candidata alla Regione Lazio nel listino Zingaretti-. L’area interessata dal taglio, includerebbe il bosco di castagno del Monte Artemisio decretato dalla Comunità europea quale Sito di Interesse Comunitario (SIC). Gli uffici della Regione Lazio debbono fermare subito la procedura relativa alla Valutazione Ambientale Strategica, che presenta notevoli e gravi carenze dal punto di vista tecnico, scientifico e normativo, è in palese contrasto con le precise espressioni degli organi della Magistratura Amministrativa e non può quindi essere considerata un punto di riferimento per nessuna valutazione.”

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REGIONALI 2013: RETE DEI CITTADINI DENUNCIA PRESIDENTE AGCOM, DIRETTORE DELLA RAI, DEL TG1, TG2, TG3 ED ALTRI

Redazione

Roma – "Oggi è stata depositata da nostri attivisti e candidati, presso i carabinieri, una denuncia contro il presidente dell’Agcom, direttore della R.A.I, direttore del Tg1, Tg2, Tg3 ed altri. Perchè la storia si ripete! – Dichiara in una nota il portavoce di Rete dei Cittadini – Come 3 anni fa, Rete dei Cittadini  partecipa alle elezioni regionali del Lazio, – prosegue la nota – con il suo candidato alla presidenza, Pino Strano. Come 3 anni fa dobbiamo urlare e sgomitare per un diritto, il nostro diritto, di poter far sapere ai cittadini la nostra esistenza. Come possono i cittadini votare in libertà e senza condizionamenti se non sono informati su chi partecipa alle elezioni in maniera chiara e soprattutto equa tra i partecipanti? Come fa la maggioranza degli italiani che si informa solo attraverso la tv a sapere quanti sono i candidati e cosa propongono? Come si può ritenere un paese democratico se le tv ed i media in generale sono volutamente gestiti in maniera da censurare, celare tutte le forze alternative al sistema? Ignorare, far finta di ignorare per paura di destabilizzare in qualche modo l’ordine precostituito è questa l’unica ma potente arma che hanno nei confronti di noi tutti cittadini. Non abbiamo facce conosciute o poteri forti alle spalle, siamo cittadini comuni che vogliono esercitare un preciso diritto-dovere: partecipare alla vita politica del proprio paese e decidere per se stessi smettendo di delegare. In un qualsiasi paese minimamente democratico l’informazione libera ed indipendente è alla base del sistema politico. Chiediamo con forza il ripristino della legalità! Chiederemo i danni non tanto per noi come forza politica che comunque sono ingenti. Chiederemo i danni perchè abbiamo tutti qualcosa da perdere da questo sistema di illegalità prima di tutto la nostra democrazia.
 




ELEZIONI 2013, LE RIFLESSIONI DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA GENITORI

Redazione

Roma – L’A.Ge. – Associazione Italiana Genitori – a poche settimane dall’appuntamento elettorale che porterà al rinnovo delle due Camere e di alcune Assemblee regionali, ha sviluppato nella riunione del suo Consiglio direttivo nazionale un’intensa riflessione.

"Ci muove la consapevolezza che i genitori sono parte vitale del nostro Paese,  fattore di qualità nella scuola e nelle istituzioni quando coinvolti e partner di una corresponsabilità educativa. Coerenza, onestà, capacità progettuale le richieste forti alla politica. E soprattutto un dibattito elettorale che parli anche di famiglia, di bambini, di papà e mamme, di scuola, università ed educazione: non solo IMU, banche, tasse in genere, che sono certo temi rilevanti per ogni famiglia, ma tasselli isolati di un sistema molto più ampio, nazionale ed internazionale.

Sfondo delle nostre riflessioni è la Costituzione Italiana, che agli tabella 29, 30, 31 proclama solennemente l’impegno a promuovere il formarsi e il mantenersi della famiglia, a sostenerne i diritti, con particolare riguardo alle famiglie numerose, proteggendo la maternità, l’infanzia, la gioventù. Condividiamo i numerosi appelli e documenti redatti da realtà del Terzo Settore, del volontariato, dell’Associazionismo familiare, tutti, sostanzialmente, volti ad evidenziare che la riduzione di risorse e la crisi non possono continuamente ricadere sui più fragili e sulle famiglie, sempre più impoverite anche dalla carenza di adeguate politiche familiari, molto più incisive in Paesi come la Francia e la Germania. La fatica sfocia in disperazione, poi in tensione e rabbia, talora. E ci sono ancora forti disuguaglianze nel Paese, prima di tutto fra aree geografiche, con sacche di povertà sociale e culturale, segnate dall’abbandono scolastico, che consegna giovani al lavoro nero o al
crimine .

È compito della politica assicurare equità, sia nella distribuzione delle risorse che dei sacrifici. È dovere di tutti i cittadini essere corresponsabili nel presidiare i valori della moralità e legalità.

Chiediamo che il dibattito politico rivolga attenzione anche alle famiglie e all’ampia realtà educativa del nostro Paese. La sfida educativa assume molti volti, e tutti, in modo diverso, incidono nella tenuta del patto sociale fra i cittadini e nella qualità della vita e delle relazioni. Dal crescere di separazioni e divorzi, all’alto numero di giovani che né studiano né lavorano (NEET), dal diffondersi di stili di vita rivolti solo al successo e alla prestazione, che scivolano spesso nell’uso frequente di sostanze stupefacenti, alla fuga nel gioco d’azzardo (online o in sale gioco o in slot machine, sempre più diffusi e pubblicizzati): tutti questi sono segnali di disgregazione sociale, di impoverimento e ripiego individualistico. Sono compensati solo dall’alto numero di donne e uomini impegnati nel volontariato e nell’associazionismo, dalla tenuta, anche nelle difficoltà, di molte famiglie, dalla fiducia che gran parte dei giovani rivolge ancora all’ambito e agli affetti familiari, avendo perso nel contempo stima per le altre istituzioni.

Molte e ripetute scelte politiche e amministrative, sostenute anche da parti di opinione pubblica, hanno considerato l’istruzione e la cultura come soli “costi” per il Paese, hanno prodotto situazioni mortificanti per la scuola e l’università: tutti i cittadini sanno dei tagli su disabilità e supplenze, di precarie condizioni degli edifici scolastici, della riduzione progressiva di ogni progettualità, delle difficoltà della ricerca in Italia. Chiediamo ai candidati, alla politica, alle istituzioni, di condividere alcune priorità.  
– L’educazione e la cura delle persone e delle relazioni  sono un ambito essenziale e fondamentale per la coesione del nostro Paese e per la sua crescita
– Partecipazione, legalità e moralità sono dimensioni che devono caratterizzare la vita democratica. Le forme di volontariato e associazionismo sono da promuovere e sostenere come capitale sociale e ricchezza per tutti, ma non comportano che le istituzioni pubbliche e la politica deleghino e rinuncino alle loro responsabilità 
– La partecipazione dei genitori alla vita pubblica, in particolare nel mondo della scuola, non è una concessione benevola e saltuaria, ma è fattore di civiltà, cresciuto negli anni. È un bene da promuovere, anche perché è provato che scuole partecipate sono scuole migliori, inclusive, che facilitano l’apprendimento 
– La scuola è un bene comune del Paese e non può essere continuamente oggetto di contesa, di riforma e controriforma, a seconda del mutare degli schieramenti al governo.
– Chiediamo gradualità, rispetto, apertura di confronti con i diretti attori delle comunità educative: genitori, insegnanti, studenti, enti locali, centri di ricerca, biblioteche, associazionismo. 
– Nella popolazione giovanile, in genere poco ascoltata, vi sono i più piccoli, i bambini, ragazzi e adolescenti spesso invisibili nelle città e nel dibattito pubblico. Una società attenta ai minori sa essere attenta alle domande di tutti. E l’attenzione ai minori e ai loro diritti chiama in gioco l’attenzione ai loro genitori, alle loro famiglie.

Confermiamo la disponibilità della nostra associazione a discutere ed incontrare, partecipando a gruppi di lavoro, audizioni, commissioni. Principalmente sosterremo alcune azioni e proposte:
 
– L’armonizzazione tra la vita familiare e la vita di lavoro, delle donne in particolare. Riteniamo che nella vita familiare l’educazione sia dimensione fondamentale, e vada perciò riconosciuto l’impegno del genitore nella scuola come tempo di cura, anche quando comporti assenze motivate dal lavoro
– Il diritto di scelta educativa delle famiglie. È un diritto costituzionale, che deve essere esercitato concretamente, non solo dichiarato. La scelta educativa si esercita nella partecipazione scolastica, nell’articolazione delle progettualità e degli orari scolastici, nell’effettiva parità fra le scuole del sistema pubblico dell’istruzione e formazione, nella corresponsabilità educativa. – La piena partecipazione dei genitori alla vita della scuola. Dopo l’approvazione del DDL 953 alla Camera, relativo alla governance delle scuole, chiediamo che il dibattito riparta subito dal Senato, dove, con opportune integrazioni e modifiche, è possibile approvare in
breve tempo un testo importante. La partecipazione dei genitori deve avvenire anche nella valutazione del sistema scolastico, delle scuole, dell’insegnamento e degli insegnanti .
– La realizzazione di “città educative”. Sono da porre in essere efficaci tutele dei minori nei confronti del mondo dei media (individualismo, violenza, consumo paiono essere le uniche proposte del mondo adulto). È da interrompere il sostegno pubblico al gioco d’azzardo, bisogna organizzare efficaci azioni di contrasto e prevenzione di fronte alle diverse dipendenze (sostanze, alcol, tabacco) che continuamente modificano la loro offerta, estendendola a fasce di popolazione sempre più giovane. Soprattutto sono da promuovere alleanze educative e reti tra scuole, volontariato, enti locali, sport che abbiano a cuore l’attenzione ai minori e alle loro famiglie"
 




ESERCITO: CHIUSI I CAMPIONATI SCIISTICI DELLE TRUPPE ALPINE

Redazione

San Candido (BZ) – Alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, del Comandante delle Truppe Alpine Gen. C. A. Alberto Primicerj, e delle autorità locali si è tenuta oggi la cerimonia di chiusura della 65ª edizione dei Campionati Sciistici delle Truppe Alpine, una manifestazione che si conferma quale appuntamento annuale di verifica dello stato di addestramento dei reparti Alpini.

L’edizione 2013 ha visto la partecipazione di oltre 1000 militari appartenenti alle truppe da montagna di 11 diversi paesi: Argentina, Bulgaria, FYROM, Germania, Italia, Libano, Polonia, Spagna, Slovenia, Stati Uniti d’America e Ungheria.

Nel rivolgersi ai partecipanti, il Gen. Graziano ha espresso vivo apprezzamento per l’organizzazione e i risultati ottenuti e ha sottolineato come: “i Campionati alpini collegano l'agonismo sportivo con lo spirito militare, con la voglia di competere e crescere insieme in una palestra ambientale unica che é quella delle montagne. Grazie a questo addestramento – ha ricordato il Generale – gli alpini italiani in Afghanistan sono stati impiegati anche a  5400 metri di quota”.  “Cambiando il mondo, cambiando gli scenari, si sono rinnovate cose che  si pensavano forse superate: ciò che conta per un soldato è il coraggio, il coraggio morale ma anche il coraggio fisico,  il non avere paura e l’affrontare i rischi derivanti dall’impiego”. “Le minacce asimmentriche ricercano oggi ambienti come quello montano che il soldato deve affrontare utilizzando al meglio la tecnologia ma anche aumentando le capacità fisiche” – ha concluso il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.

A fare gli onori di casa il Comandante delle Truppe Alpine, Gen. Alberto Primicerj, che ha così riassunto nel suo discorso lo spirito di questa grande manifestazione: “Una grande festa dello sport invernale e della cultura della montagna che credo non abbia tradito le aspettative. Quattro giorni di intenso e sano agonismo si sono appena conclusi, sono stati anche quattro giorni di interessanti appuntamenti culturali ed occasioni di incontro che hanno dato la possibilità di approfondire il tema della montagna, conoscendone molto da vicino sia il suo ambiente naturale che la sua gente, anche quella in uniforme, in questa meravigliosa cornice dell’Alta Val Pusteria”.

Ultimo atto dei Campionati l’ammainabandiera e lo spegnimento del tripode di quelli che vengono ormai considerate le “Olimpiadi degli alpini”. Decine le gare e i trofei assegnati.

Tra questi, nell’ultima giornata, il Trofeo Medaglia d’Oro Silvano Buffa, tre giorni di competizione per plotoni in cui i concorrenti affrontano prove che combinano tecnica sciistica e attività prettamente militari.

Quest’anno il successo è andato al 5° reggimento alpini di Vipiteno, seguito dal 7° reggimento alpini di Belluno e dal 3° reggimento artiglieria da montagna di Tolmezzo.

La 65^ edizione di questi Campionati sciistici delle Truppe Alpine si chiude, ma già nasce l’aspettativa per il prossimo appuntamento che, invariabilmente, richiamerà nuovamente quanti amano la montagna e le più sane espressioni dello spirito sportivo.