Forza Motorsport 7, il re dei racing games è solo su Xbox One e Pc

Con lo stesso fragore del rombo di una fuoriserie in pista, Forza Motorsport 7, il videogame di guida in esclusiva per Xbox One e Pc, arriva per tutti gli amanti di corse automobilistiche. I possessori della console di casa Microsoft o di un computer possono quindi finalmente godere del gioco di corse più realistico mai realizzato fino a oggi. Per rendersi conto della bellezza di questo prodotto bastano davvero pochi minuti di gioco, tutto sembra perfetto, impeccabile e tale impressione non muta mai man mano che si scopre tutto ciò che il software ha da offrire. Forza Motorsport 7 è un capitolo che consolida l’ottimo lavoro svolto da Turn 10 nel corso degli anni, ma al contempo vanta di una grande personalità, qualità che si manifesta soprattutto nella resa del peso delle vetture in pista, nei feedback prodotti dalla trazione e dall’eventuale scivolamento sull’asfalto, nella generale sensazione di solidità di un modello di guida di assoluto riferimento per quanto concerne il genere. L’equilibrio trovato dagli sviluppatori in tal senso è pressoché perfetto, le auto risultano divertenti da guidare, ma rispondono perfettamente ai comandi proprio come accade nella realtà, quindi sono pronte a punire i piloti qualora schiaccino troppo sul pedale quando non dovrebbero o non tengano in considerazione le condizioni climatiche e quelle dell’asfalto. Grazie all’immensa rosa di opzioni alla guida Forza Motorsport 7 però si propone come un titolo adatto a qualsiasi tipo di giocatore, dal casual gamer a chi invece desidera il realismo più assoluto. Il titolo inoltre grazie ai 700 veicoli a disposizione risulta essere assolutamente vario ed estremamente bello da giocare. Insomma, con questi presupposti è bene sottolineare che non amare Forza 7 è davvero impossibile. Il titolo sviluppato da Turn 10 fa quest’anno da cavallo di battaglia per la line-up di Microsoft, che si è andata via via restringendo, e forte del suo bagaglio di quantità e qualità mira dritto al prossimo mese quando arriverà Xbox One X e potrà sfoggiare soluzioni tecniche 4k da apprezzare sul televisore, soluzioni tecniche impensabili fino a qualche tempo fa. Dopo il suggestivo filmato introduttivo, si viene subito a contatto con la prima delle numerose novità di questo settimo capitolo: la creazione del pilota. Naturalmente, trattandosi di un titolo racing, non c’è un editor approfondito: bisognerà infatti semplicemente scegliere il sesso del proprio alter ego digitale e la sua attrezzatura, ossia casco e tuta. In principio non ci sono molte scelte, alcune tute vengono sbloccate come bonus a seconda della fedeltà verso il marchio “Forza”, ma in poco tempo e dopo poche gare si potrà contare su un buon numero di kit di abbigliamento tra le decine disponibili, alcuni dei quali decisamente particolari: si spazia dalle normalissime tute racing con varie colorazioni e sponsorizzazioni passando per kit di abbigliamento più casual, altri decisamente vintage ed arrivando infine a completi assolutamente originali.

https://www.youtube.com/watch?v=Dokpy_KIuyA]

 

Una volta compiute le prime scelte, il gioco mette i giocatori nei panni di tre diversi piloti facendoli affrontare un tutorial sotto forma di flashback in cui ci vengono illustrate le peculiarità del titolo ed alcune delle novità che incontreremo proseguendo la carriera, come nuove categorie di veicoli e il forte impatto del rinnovato meteo dinamico. Una volta completate queste prime competizioni, si viene a contatto con il fulcro della modalità a giocatore singolo di Forza Motorsport 7: la Forza Driver’s Cup. Una volta arrivati al menù di gioco ci si accorge subito che l’offerta di base resta la stessa vista nei precedenti capitoli, con la modalità carriera divisa in categorie di importanza crescente che includono eventi sempre diversi, il multiplayer che conserva l’ottimo matchmaking della versione precedente del gioco, le collezioni d’auto anche queste divise per rarità e potenza e la solita lista di modalità composte da gare libere, Forza Vista, Hub e altro ancora a completare la lista. Mancano però ancora alcune modalità nel menu principale: gli eventi Forzathon, le Leghe e le aste, che appaiono con la dicitura “coming soon” nelle loro caselle. Presumibilmente i primi saranno simili a quanto visto in Forza Horizon, ossia eventi a scadenza e con limitazioni particolari per vincere ricompense speciali; l’asta dovrebbe includere le trattative tra giocatori per scambiarsi design ed oggetti rari e le Leghe serviranno a competere in multiplayer in gare speciali classificate, come in Forza 6. La modalità principale in single player è sempre la carriera, modalità che si distanzia dal percorso realistico di un pilota professionista, che comprende il far parte di scuderie, competere in campionati secondo un calendario, stipendi e così via. Ancora una volta in Forza Motorsport 7 ci si divide tra tanti eventi, composti da almeno quattro gare dove piazzarsi più in alto possibile per guadagnare crediti e punti esperienza, da spendere per comprare nuove vetture e accrescere il livello della propria collezione di bolidi, e finalmente progredire verso gare più importanti e automobili più potenti. La varietà di questi eventi è molto alta, ognuno è dedicato ad una categoria diversa, con più o meno restrizioni a seconda dei casi, e si ambienta in una selezione di circuiti pensata per stressare il tipo di veicolo che si deve utilizzare, e di conseguenza anche il giocatore. Oltre a competizioni basate su classifica, ci sono gli eventi speciali che pongono chi sta dinanzi lo schermo in situazioni alternative come l’ormai leggendario car-bowling, esibizioni monomarca, endurance o le avvincenti sfide hoonigan. Per dare maggior peso alla vittoria si possono utilizzare le modifiche, ovvero delle carte speciali capaci di dare ad esempio maggiori limitazioni od obiettivi in gara per aumentare i crediti e i punti esperienza ottenibili. Non cambiano molto gli equilibri ma accrescono la sfida e velocizzano l’accumulo di valuta per far crescere la collezione di auto in possesso nel proprio garage. Per quanto riguarda il sistema di guida, ancora una volta la serie di Forza si conferma essere il giusto connubio tra simulazione e arcade. La quantità di sistemi di assistenza alla guida è tale da rendere il gioco godibile anche durante i primi minuti, e soprattutto anche a chi non ha mai provato prima un racing game. Disabilitando tutti i controlli la difficoltà di Forza Motorsport 7 aumenta sostanzialmente e quindi anche chi desidera un livello di sfida molto impegnativo sarà sempre soddisfatto. In gara un piccolo errore può compromettere l’intera corsa, quindi anche stavolta è stato inserito un sistema di “riavvolgimento del tempo”, attivabile premendo il tasto Y, che consente di trnare indietro di qualche secondo e quindi di evitare di commettere l’errore commesso in precedenza. Naturalmente i giocatori che desiderano un’esperienza realistica non usufruiranno mai di tale feature, ma i giocatori meno abili saranno felici di ciò e grazie al riavvolgimento potranno imparare più in fretta come affrontare determinate curve e come dosare l’acceleratore.

 

https://www.youtube.com/watch?v=QITXLdS3eW0

 

Il miglioramento delle performance passa attraverso l’esperienza sui tracciati, che porta a immaginare messe a punto specifiche, da impostare, salvare e condividere andando a modificare i valori relativi alla pressione delle gomme, alla lunghezza dei rapporti, all’allineamento delle ruote, alle barre antirollio e alla durezza delle sospensioni. Insomma se si vuole gareggiare ad alto livello, il titolo di Turn 10 vi offre tutte le armi necessarie per farlo. Un ultimo apprezzamento per quello che concerne il driving system va fatto alle condizioni climatiche e ai suoi effetti, infatti nei circuiti in cui è presente il meteo variabile, in particolare, l’incidenza della pioggia viene rappresentata alla perfezione, andando a creare gradualmente delle pozze d’acqua che influiscono in maniera sostanziale sulla tenuta di strada, allungando inevitabilmente le frenate e impedendo ai giocatori di dare completo sfogo al propulsore, specie se ci si trova alla guida di un’auto potente. Per quello che concerne il lato grafico e tecnico è necessario distinguere tra la resa su Xbox e PC, ma soprattutto tra le diverse periferiche di input utilizzabili, che cambiano radicalmente la nostra esperienza di gioco. Xbox One alle prese con Forza Motorsport 7 si difende egregiamente, prende quanto di buono visto con i precedenti capitoli e lo migliora ancora di più grazie ai nuovi effetti atmosferici e l’illuminazione generale, vera discriminante del fotorealismo. Purtroppo alcuni modelli di auto non sono perfetti, dimostrando come per raggiungere il numero ragguardevole di 700 auto si sia dovuti ricorrere a parecchi lavori svolti nel corso di tutti questi anni: un aspetto che si nota, ma che non rovina per nulla l’impatto grafico che resta comunque di altissimo livello. Su PC invece, grazie alla possibilità di accedere alle impostazioni avanzate, diventa un piacere adattare il motore di gioco alle proprie esigenze. Rimane in sospeso la versione Xbox One X, infatti solo all’uscita della console più potente del mondo, sviluppata da Microsoft, si potrà ammirare il reale potenziale di Forza Motorsport 7 su console. Eccezionali i tracciati, realizzati ad arte ancora una volta e perfettamente riconoscibili. Forse i migliori di sempre per via del meteo dinamico che ne cambia l’aspetto in tempo reale, e illuminati magistralmente. Considerando le molteplici varianti, è possibile affrontare più di 200 percorsi, quanto basta per soddisfare a lungo tutti gli appassionati e tenerli impegnati nello studio della curva perfetta evento dopo evento. A completare la grandezza del titolo c’è il sonoro. Il rumore dei motori in pista è la parte migliore, con tutti i suoni registrati dalle controparti reali. Di grande effetto sono anche i sobbalzi del motore tra una marcia e l’altra. Un po’ meno coinvolgenti i rumori delle collisioni che risultano poco credibili, ma ciò rappresenta l’unico vero neo della produzione, ma che in ogni caso non sporca il risultato d’insieme. La musica di accompagnamento alle selezioni nei menù è composta da una buona raccolta di brani per la maggior parte rock, genere che ha sempre caratterizzato la serie, ma trattandosi di un aspetto totalmente marginale esso non danneggia o migliora il prodotto finale.

 

https://www.youtube.com/watch?v=_PKL3323wkQ

 

Tirando le somme, con Forza Motorsport 7 Microsoft e Turn 10 hanno realizzato un vero e proprio capolavoro, un mastodonte dei racing games, un colosso inattaccabile capace di coinvolgere e appassionare qualsiasi tipo di giocatore. A nostro avviso se siete possessori di una console del colosso di Redmond o avete a disposizione un buon Pc da gioco, lasciarsi scappare Forza Motorsport 7 potrebbe essere un grave errore. Se state cercando un gioco davvero bello, coinvolgente e duraturo, allora questo è il titolo giusto.

 

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 10

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

 

Francesco Pellegrino Lise




iPhone X: boom di prenotazioni, tempi di attesa fino a 6 settimane

Si sono aperte venerdì 27 ottobre, le prenotazioni per accaparrarsi il nuovo e attesissimo iPhone X (qui le specifiche del dispositivo), il modello che celebra i dieci anni del melafonino e che arriverà nei negozi il prossimo 3 novembre in 55 Paesi, Italia compresa. I preordini sono stati aperti sul sito Apple ma chi lo ha ordinato online dovrà aspettare un po’ per riceverlo a casa. Questo perché dal momento in cui è stata data la possibilità di “prenotare” il nuovo smartphone di Cupertino c’è stato un vero e proprio boom di richieste. Infatti appena dopo pochi minuti dall’apertura degli ordini i tempi di spedizione sono slittati dal 3 al 6 novembre e dopo poche ore la consegna stimata si è notevolmente allungata, fino a 5-6 settimane per i clienti italiani, sintomo di scorte ridotte come più volte ventilato dalle indiscrezioni delle ultime settimane, ma anche sintomo del fatto che gli italiani nonostante la crisi continuano a non rinunciare alla tecnologia. Apple dal canto suo ribadisce che nei negozi, il 3 novembre, saranno disponibili dei pezzi per la vendita, senza specificarne le quantità. La compagnia incoraggia i potenziali clienti ad arrivare “presto”, ma le code davanti ai negozi potrebbero risultare inutili se le scorte si preannunciano limitate. In Italia gli store apriranno alle 8. In ogni caso tutto ciò garantirà un enorme risalto mediatico al dispositivo, che sembra già essere destinato a infrangere diversi record di vendite.

https://www.youtube.com/watch?v=K4wEI5zhHB0

La strategia Apple di concepire iPhone X come lo smartphone della mela con il maggior numero di novità degli ultimi anni è apparsa convincente fin da subito, almeno da un punto di vista commerciale. Come sempre però, c’è anche un rovescio della medaglia, che in questo caso sembra essere rappresentato dall’andamento sul mercato di iPhone 8 e 8 Plus, ossia i modelli nuovi ma non top di gamma che l’azienda statunitense ha immesso sul mercato a settembre. Dopo la fase di prenotazione infatti, i tempi di consegna dei nuovi iPhone slittano solitamente fino a 3-6 settimane, mentre per iPhone 8 e 8 Plus non si è andati a più di 1-2 settimane o anche meno, a seconda degli operatori e delle catene di vendita. Senza dimenticare l’assenza delle code davanti agli Apple Store il 22 settembre, giorno in cui questi due dispositivi hanno fatto il loro debutto sul mercato. La sensazione comunque, fin dall’evento di presentazione di settembre, è che iPhone X abbia in qualche modo penalizzato l’offerta dell’azienda di Cupertino in ambito smartphone, mettendo in ombra iPhone 8 e 8 Plus. Con un prezzo di partenza che supera abbondantemente i mille euro, l’iPhone X introduce alcune novità significative. In primis il sistema di riconoscimento facciale, Face ID, principale imputato secondo le voci di corridoio dei ritardi di produzione per via delle componenti e del delicato assemblaggio del nuovo device del colosso di Cupertino.

Francesco Pellegrino Lise




South Park torna più irriverente che mai su Pc, Xbox One e PS4

South Park non è un semplice cartone animato per bambini, ma rappresenta una critica feroce a tutti gli aspetti della società moderna travestita da cartoon. Politicamente scorretto, a tratti volgare e senza risparmiare nulla e nessuno, South Park da più di vent’anni anni ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo e si è guadagnato, oltre che in televisione, anche un posto importante nel settore del gaming. Ubisoft ha infatti recentemente lanciato sul mercato South Park Scontri Di-Retti, ultimo titolo ispirato alla serie tv, disponibile per Pc, Xbox One e PlayStation 4. Questo nuovo capitolo si pone come il sequel di “South Park e il Bastone della Verità”, videogame che spopolò ai tempi della passata generazione di console e che, nella gold edition, viene distribuito in omaggio assieme al nuovo Scontri Di-Retti.

 

I due autori, Trey Parker e Matt Stone, sono grandi appassionati di videogiochi e hanno contribuito in larga parte alla realizzazione di entrambe le opere targate Ubisoft e questo ovviamente non ha potuto che giovare sul risultato finale. Scontri Di-Retti, senza contare un approfondimento del sistema di combattimento, non si discosta molto dai canoni del suo predecessore e rappresenta essenzialmente una vera e propria gioia per qualsiasi appassionato della serie.

 

Strutturalmente il software si presenta come un titolo dalle meccaniche piuttosto semplici, stracolmo di riferimenti alle puntate trasmesse in televisione e capace di prendersi gioco di qualunque confessione religiosa, etnia, orientamento sessuale, social network, dottrina alimentare, partito politico e molto altro ancora. Scontri Di-Retti è strutturato come se fosse un lungo episodio di South Park, con una gran quantità di svolte narrative, trovate innominabili e una vasta gamma di battute al limite della decenza. A livello di trama questo nuovo capitolo porta i giocatori poco dopo la conclusione delle vicende de Il Bastone della Verità. Ristabilita la pace nella ridente cittadina del Colorado, il protagonista, chiamato il novellino, ora giusto sovrano di elfi e umani è impegnato a difendere i propri domini dall’attacco di un esercito invasore, presto obliterato dalla possente fragranza della sua petomanzia.

 

Giunta di nuovo a Kupa Keep, la compagnia scopre però che la nuova chiamata alle armi non è stata lanciata dal Mago Cartman, ma da un “misterioso” personaggio proveniente dal futuro, alla ricerca di alleati per una nobile impresa: promuovere a colpi di condivisioni su “Procinstagram” il miglior franchise sui supereroi di tutti i tempi. Prendendo le mosse dai quattro episodi della saga del Procione delle stagioni 13 e 14 (e dal terzo episodio della 21, vero e proprio prologo del gioco), Scontri Di-Retti trascina l’utente in una storia inedita che non rinuncia a tirare in ballo alcuni dei personaggi più iconici della serie animata, in un tornado di citazioni folli che manderanno i fan della serie in visibilio.


Tra cospirazioni politico-lovecraftiane, “Civil War” e fragorose flatulenze che minacciano la solidità dello spaziotempo, la trama di Scontri Di-Retti si muove agilmente sui binari di una scrittura irriverente e carica di inventiva, anche quando si tratta di trovare l’ennesimo modo per scherzare sui “poteri speciali” del protagonista, opportunamente ribattezzato Petoman. Sotto la più evidente coltre di riferimenti a sfondo sessuale, scene scabrose e rumori intestinali, spicca però un substrato di satira ribollente che vuole essere un attacco al tanto osannato “politically correct” imperativo e imperante, spesso facciata di intenti molto meno nobili e scudo di chi fa dell’ipocrisia il proprio modus vivendi. Il cambio di ambientazione da quella fantasy a quella dei super eroi ha un impatto, oltre che sull’estetica dei costumi dei bambini, anche sul gameplay. Tanto per cominciare il passaggio da Re di Kupa Keep a paladino della giustizia in calzamaglia mette chi gioca di fronte alla scelta di una fra tre tipologie di poteri. Inizialmente si può decidere se essere un velocista in stile Flash, un forzuto come Hulk, oppure un blaster, ossia un eroe che spara raggi e fiammate come Ciclope, con la differenza però che essi vengono spesso emessi da orifizi non convenzionali. Ogni classe mette a disposizione tre mosse base ed un attacco speciale e man mano che si prosegue nel gioco si possono acquisire nuove classi e miscelare i tipi di attacco per ottenere un eroe capace di cavarsela in diverse situazioni.

 

Sempre a livello di giocabilità è bene sottolineare come i combattimenti abbiano abbracciato le meccaniche tattiche abbandonando quelle da Gdr, permettendo di affrontare i nemici con una squadra di massimo quattro elementi. Gli scontri, sempre a turni, si svolgono su una griglia quadrettata, con spostamenti dei partecipanti ed efficacia delle tecniche legata alla suddivisone del campo di battaglia. Un eroe picchiatore, ad esempio, predilige attacchi da mischia, che arrecano molto danno, ma che sono possibili da usare solo se il nemico si trova nelle caselle adiacenti all’eroe che si sta utilizzando. Un blaster invece preferisce attacchi ad area, in grado di infliggere danni moderati a più nemici e spesso mandandoli a fuoco o provocandogli danni extra da sanguinamento.

 

Se il protagonista risulta molto flessibile dal punto di vista della personalizzazione, tutti gli altri personaggi giocabili hanno invece attacchi e abilità bloccate in relazione alle classi a cui appartengono. Scontri Di-Retti, oltre ai combattimenti, garantisce anche l’esplorazione della bizzarra cittadina del Colorado in modo tutt’altro che convenzionale. Il gioco di ruolo in atto tra i ragazzini di South Park fa sì che alcune aree si rendano disponibili solo dopo aver sbloccato determinate abilità o solo dopo aver stretto un’amicizia forte con un altro supereroe. Oltre ai poteri legati alla classe scelta, il protagonista potrà contare su una “dote naturale” che lo rende in assoluto uno dei metaumani più potenti in circolazione: ovvero un deretano che tuona più di un temporale. La progressione del proprio personaggio in Scontri Di-Retti viene gestita tramite l’equipaggiamento di tre diverse categorie di “manufatti” che determinano i valori di base di tutte le caratteristiche. Maggiore sarà il livello del proprio eroe e quindi delle sue esalazioni intestinali, maggiore sarà il numero dei manufatti che si potranno assegnargli, fino ad un massimo di otto. La reale efficacia di questi oggetti sarà poi definita dai bonus e dai malus determinati da un ulteriore categoria d’equipaggiamenti, ovvero particolari modificatori genetici estrapolati da alcuni nemici particolari. Si tratta di un sistema di crescita tanto semplice da gestire quanto insospettabilmente profondo, specialmente in virtù dei meriti del combat system del gioco, che si presenta come uno snellimento netto rispetto a quello del capitolo precedente. Dal punto di vista grafico, il colpo d’occhio è davvero estasiante. La sensazione che si prova è infatti quella di star guardando una puntata interattiva, con personaggi, luoghi e situazioni dello stesso livello qualitativo della serie TV. Un plauso oi va fatto anche al comparto audio, splendidamente doppiato in italiano e che rende ancora di più l’esperienza di gioco un vero tuffo nell’universo creato da Trey Parker e Matt Stone. Tirando le somme, dopo aver provato questo pazzo titolo possiamo dire che Ubisoft ha ancora una volta fatto centro puntando sul franchise. I fan accaniti della serie passeranno ore ed ore in compagnia dei folli personaggi di South Park e rideranno a crepapelle sulle migliaia di battute, sui doppi sensi, sulle enormi flatulenze emesse dal protagonista e sulle situazioni assurde in cui s’imbatteranno gli eroici protagonisti del videogioco. Ovviamente il titolo è un prodotto destinato a un pubblico di maggiorenni, quindi ricordate sempre che South Park è un insieme di contenuti adatti agli occhi e alle orecchie di chi ha già compiuto 18 anni. Fatta questa premessa, Scontri Di-Retti è un prodotto assolutamente ben fatto, capace di stregare, ma soprattutto di divertire. Quindi se siete maggiorenni ma soprattutto fan dei quattro ragazzini protagonisti di South Park, questo titolo è assolutamente una chicca da non lasciarsi sfuggire.

 

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 9
Gameplay: 9
Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

 

Francesco Pellegrino Lise




Robotica in classe: nelle scuole dell’Umbria arriva TJBot

Il robot entra in classe: all’inizio soprattutto per acquisire da docenti e ragazzi elementi culturali, attraverso il programma che lo governa, poi per aiutare nell’apprendimento e nella sperimentazione. Coinvolge cinque scuole superiori dell’Umbria ed è partito da Spoleto il progetto di robotica educativa “Competenze digitali per il futuro” frutto di una collaborazione tra Fondazione Ibm Italia, Ufficio scolastico regionale, Regione e Confindustria.

Protagonista è TJBot, piccolo robot progettato da Ibm Research che affiancherà gli studenti. Come hanno spiegato i tecnici “i ragazzi potranno accedere attraverso di esso ai servizi di Watson, il sistema cognitivo Ibm, in grado di interagire in linguaggio naturale, finalizzando la comunicazione uomo-macchina allo sviluppo di competenze”. Obiettivo è di diffondere la robotica come “opportunità per arricchire i contesti formativi e contribuire al raggiungimento di obiettivi di apprendimento”.




Roma, tutti pazzi per il Rock’n’Roll: a L’Asino che Vola arrivano gli “Stray Dogs Band”

Serata all’insegna del Rock’n’Roll il prossimo mercoledì 25 ottobre nel locale capitolino “L’Asino che Vola” di via Antonio Coppi 12/ D. A far rivivere le atmosfere di quelli che sono stati gli anni d’oro di questo genere musicale il gruppo degli “Stray Dogs Band” composto da: Pablo Moriggi (Voce e Chitarra), Mauro “Cobra” Luberti (Batteria e Voce), Fabio Landi (Basso), Roby Botticelli (Chitarra), Demi & Asia “The Sisters” (Cori).

Gli Stray Dogs Band promettono dunque un concerto di puro Rock’n’Roll, durante il quale sarà veramente difficile restare seduti. Uno spettacolo adatto a tutti, dagli amanti del genere ai ragazzi più giovani che avranno la possibilità di scoprire ed apprezzare canzoni che hanno fatto la storia del Rock’n’Roll e della musica in generale. Il pubblico non avrà il tempo di prendere fiato tra una canzone e l’altra raggiungendo lo scopo finale che è quello di proporre uno spettacolo pensato e realizzato per divertire e ballare, e per passare una serata all’insegna della leggerezza più spensierata.

Quando si pensa agli anni ‘50 il pensiero va subito a lui “The King”, Elvis Presley.“ Prima di lui non c’era niente “ diceva uno dei più grandi artisti del secolo scorso, John Lennon, sintetizzando il pensiero di tutti quei ragazzi, che vedevano in Elvis il loro idolo indiscusso. E’ per questo che gli Stray Dogs Band hanno voluto dedicare a questo straordinario artista, che in pochi anni ha rivoluzionato il mondo della musica e dello Show Business, uno straordinario concerto tributo proponendo alcuni dei suoi più grandi successi , nella versione “Live” degli anni ’70.


 

 




Bruno Contrada: quelle strane coincidenze del 1992

Un’altra puntata sul caso del neo reintegrato “sbirro” Bruno Contrada il quale è stato intervistato dalla giornalista Chiara Rai a Palermo. Una video intervista commentata negli studi della trasmissione giornalistica Officina Stampa arrivata ormai alla seconda stagione e che finora ha avuto tutti ospiti di rilievo che hanno trattato temi di respiro nazionale. La serie “Fango sulla divisa” che è cominciata con il caso Bruno Contrada è entrata nel vivo. In studio, lo scorso giovedì 19 ottobre, è stata ospite l’Onorevole Stefania Craxi che ha commentato un anno difficile che coincide proprio con l’anno dell’arresto di Contrada: il 1992.


Il paradosso delle sentenze e “i confidenti” Bruno Contrada, ha risposto a diverse domande della giornalista: “Mi chiede come si operava? Con i confidenti. E dove si vanno a trovare i confidenti? Nei conventi delle Orsoline?  O delle Clarisse o dei Francescani? Nll’ambiente della criminalità. E chi è che deve scovarli? Chi deve procurarseli? Gli sbirri, i poliziotti”.

Poi si è puntata l’attenzione sulla figura del boss di Mondello Rosario Riccobono: ”Riccobono con la sua cosca – ha proseguito Bruno Contrada –  era stato responsabile dell’omicidio dell’agente Gaetano Cappiello ed è stato uno dei criminali che più ho perseguito. Ammetto di essere uscito un po’ fuori dalla deontologia professionale perché lo considerai un nemico personale ma ero particolarmente legato a quel ragazzo napoletano, come me, di soli 22 anni che lavorava con noi alla Squadra Mobile di Palermo. Giurai, quando Gaetano Cappiello morì tra le mie braccia che avrei fatto di tutto per capire chi lo aveva ucciso. Dopo indagini e lavoro serrato riuscì a portare Rosario Riccobono e Gaspare Mutolo davanti alla Corte d’Assise che non solo li assolse per l’omicidio di Cappiello ma anche dall’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso dicendo che non c’erano prove che quei due criminali appartenessero alla mafia. Quel che è ancora più assurdo è che quella sentenza fu scritta da un giudice e dal presidente della V sezione penale  del Tribunale di Palermo che mi condannò dicendo che ero amico di Rosario Riccobono. Adesso, se è vero che è fisiologico che il magistrato assolva e il poliziotto arresti, è nel sistema e accade spesso, non è fisiologico però che un magistrato assolve per insufficienza di prove due criminali rimettendoli in libertà e poi condanna il poliziotto che li ha portati davanti a lui chiedendogli di farli condannare”.

 

Lo sbirro Contrada e i boss della mafia Poi Bruno Contrada ha rimarcato il fatto che se Rosario Riccobono fosse stato un suo confidente lo avrebbe detto perché quando si tenne il processo il boss era già morto nell’’82: “Riccobono non è stato mai un mio confidente perché ero contrario ad avere come confidenti gli esponenti di spicco, cercavo quelli con un piede dentro e uno fuori ma non i capi della mafia”.

 

Le dichiarazioni di Buscetta sulla Polizia di Stato di Palermo Bruno Contrada ha anche detto che quando Tommaso Buscetta fu interrogato da Giovanni Falcone il quale gli chiese informazioni sugli organi di polizia di Palermo, il pentito rispose: “A me risulta che gli organi di polizia a Palermo hanno fatto sempre il loro dovere”.

Bruno Contrada ricorda ancora: “Buscetta lo prelevai a Roma insieme a Ninni Russo e lo portammo a Palermo passando la nottata intera in treno a parlare con Buscetta e quando questo raccontava di come era stato trattato in Brasile dalla polizia politica “securitad social” e che era stato costretto a chinarsi in terra per mangiare io intervenni in maniera istintiva e sbagliai a parlare dicendo che  gli stessi sistemi dovevamo adottarli noi poliziotti a Palermo con voi mafiosi e d’allora lui non mi rivolse più la parola”.

Tra gli accusatori di Contrada c’è Gaspare Mutolo: “Io ho perseguito Mutolo e l’ho fatto condannare a 9 anni di carcere. Mutolo non aveva accusato solo Contrada ma anche il Pm Domenico Signorino che si sparò perché non resse l’accusa e i tre giudici che lo avevano condannato. Mutolo è stato a mio parere il più bugiardo tra tutti i pentiti”.

Stefania Craxi ha definito Bruno contrada: “Il più grande sbirro italiano che ha arrestato decine di mafiosi quando arrestare significava passare giornate intere a fare indagini senza mezzi, ne la tecnologia di oggi. Per lui – ricorda Stefania Craxi – hanno testimoniato centinaia di funzionari dello Stato e invece si è voluto ‘usare’ dei pentiti, gente che si è macchiata di delitti efferati perché era un momento in cui gli apparati dello Stato seguivano gli ordini e Bruno Contrada che è un uomo dello Stato agli ordini di qualcosa contrario alla nostra Repubblica non sarebbe mai stato capace di farlo”.

 

Stefania Craxi: “Nessun riconoscimento per mio padre ancora a Milano” Poi, inevitabilmente si è parlato di Bettino Craxi tra i più grandi rappresentanti della Prima Repubblica. A lui sono state dedicate tante vie e piazze in italia: “Certamente questi riconoscimenti che non sono una questione toponomastica ma una questione politica fanno molto piacere – dice stefania Craxi – ma ho il rammarico che proprio da Milano che è la sua città, la città del socialismo riformista, questi riconoscimenti non sono potuti ancora avvenire. E aggiungo anche che incredibilmente sono state le giunte di centrodestra di tanti Comuni italiani a dare riconoscimenti a mio padre, dico incredibilmente perché Craxi appartiene alla storia della sinistra socialista”.

 

Gli effetti della crisi di Sigonella raccontati da Stefania Craxi Nel parlare di Bettino Craxi, gli ospiti di Officina Stampa, hanno citato la crisi di Sigonella quando l’allora presidente del Consiglio piegò le decisioni di Ronald Regan: “Mi dà agio di ricordare – aggiunge Stefania Craxi – che il dvd della notte di Sigonella è in edicola con Panorama. Una ricostruzione fedele di ciò che è successo. Vorrei però dire che il “decisionista” Craxi in realtà era un riflessivo che prima di prendere una decisione rifletteva a lungo ma detto questo in quei cinque giorni, tanto durò il rapimento della nave Achille Lauro fino alla liberazione degli ostaggi e alla ripartenza dell’aereo Egiziano, Craxi ebbe poco tempo per decidere, poche informazioni sommarie e decise quindi da solo ma in base a delle sue convinzioni profonde, innanzi tutto che l’Italia era una Nazione e non un paesello e che doveva essere rispettata anche dai nostri maggiori alleati e poi che non dovesse passare il principio che a governare lo scenario internazionale dovesse essere “la legge del più forte” e non i principi del diritto internazionale. L’altra grande convinzione è che l’uomo viene prima di qualsiasi altra cosa e quindi il suo primo tentativo fu di usare le armi della diplomazia per salvare gli oltre 500 ostaggi nella nave e poi c’era sotto tutto questo una grande visione mediterranea l’idea che l’Italia dovesse avere nel Mediterraneo un ruolo di leadership e quindi un suo ruolo importante sullo scenario internazionale”

 

Bettino Craxi e la caduta della Prima Repubblica Parlando di distruzione del sistema politico italiano, del fatidico 1992, Stefania Craxi dice suo padre riteneva che certamente ambienti nazionali e internazionali dell’epoca che hanno approfittato della temperie politica per comprare le aziende di Stato a prezzi d’incanto non avrebbero voluto una classe dirigente che si fosse opposta alla svendita del patrimonio italiano: “Ebbene Craxi – continua sua figlia – aveva dato l’impressione di un personaggio che non si sarebbe mai piegato se non agli interessi del suo paese”.

Uno spirito di servizio che indubbiamente Stefania Craxi riconosce anche a Bruno Contrada: “Bruno non soffriva il carcere perché era un uomo abituato a vivere per strada. Lui subiva l’umiliazione e quindi la restituzione della divisa (ndR. il riferimento è alla revoca di destituzione effettuata nei giorni scorsi dal Capo della Polizia Gabrielli) è una sconfitta per questa malagiustizia ma anche un atto di riconoscimento per un uomo che ha speso la vita per servire il suo Paese”.

Chi dovrebbe avere il coraggio di scusarsi adesso? Non ci sarà nessuno che scriverà una lettera a Bruno Contrada? Ci si chiede in studio ad Officina Stampa: “Io credo – dice Stefania Craxi – che ci sono dei responsabili di questo atto di sciacallaggio, che hanno perpetrato questa infamia e che per dovere morale potrebbero anche chiedere scusa”

 

I nemici di Bruno Contrada e il 1992 Il riferimento fa pensare immediatamente e spontaneamente sempre al 1992 quando sono iniziati tutti problemi di Bruno Contrada che ricevette l’incarico dal direttore del Sisde di riorganizzare il servizio segreto civile per contrastare il pericolo dell’eversione mafiosa. A qualcuno probabilmente quell’incarico assegnato a Bruno Contrada non faceva piacere, nonostante il Governo avesse dato indicazioni precise in tal senso. I fatti e le testimonianze di Contrada dicono chiaramente che la Direzione Investigativa Antimafia non gradiva assolutamente. All’epoca, era diretta dal generale dei Carabinieri Giuseppe Tavormina, il suo vice operativo era Gianni De Gennaro, che aveva un grado inferiore a quello di Bruno Contrada. Insomma i due si muovevamo su strade parallele.

 

Il mancato arresto di Bernardo Provenzano, lo smantellamento del pool e le manette per Bruno Contrada In quello scorcio del 1992, Bruno Contrada aveva un’indicazione importante per catturare uno dei due latitanti più pericolosi di Cosa nostra: Bernardo Provenzano. Una fonte gli aveva passato i numeri di cellulare di alcune persone vicine al boss. D’intesa con l’allora capo della polizia Vincenzo Parisi era stato creato un gruppo di lavoro misto, con elementi della Criminalpol e dei Servizi. Ma all’improvviso quel gruppo venne smantellato nonostante le ottime possibilità di arrivare all’obiettivo. E qualche settimana dopo Bruno Contrada fu arrestato. E lo “sbirro” non nasconde nulla: “Ho avuto anche dei nemici oltre a moltissimi estimatori – dice a Chiara Rai –  persone che per emergere avevano bisogno di abbassare il valore degli altri e questo l’ho avuto anche io nella mia amministrazione ma ho avuto anche 140 uomini delle istituzioni che sono venuti a deporre a favore della verità e della giustizia non di Bruno Contrada intendiamoci!

 

E proprio Contrada nella seconda parte dell’intervista dice chiaramente: “La mia storia bisogna contestualizzarla con l’anno 1992 un periodo in cui era in atto un processo politico di sovvertimento dei valori politici che avevano retto l’Italia dal dopoguerra in poi per circa 50 anni. C’era la volontà politica di distruggere il partito egemone rappresentato dalla Democrazia Cristiana con uomini di valore, statisti, anche il Partito Socialista che ha avuto sempre una grande importanza nella vita politica italiana e i vari partiti satelliti Repubblicano, Socialdemocratico, ecc, insomma statisti che dalle macerie della guerra nel ‘45, portarono l’Italia a rappresentare una delle massime potenze industriali del mondo. Così oltre a colpire quel mondo politico per distruggerlo e farlo crollare definitivamente dovevano essere colpiti anche quegli uomini di apparato che venivano considerati in quel contesto, tanto per citarne uno il Magistrato Corrado Carnevale”.

 

Il caso del Magistrato Corrado Carnevale Carnevale fu accusato di aver favorito, durante la presidenza della prima sezione penale della Cassazione, alcuni imputati eccellenti in processi di Mafia, annullando talvolta le condanne per vizi di forma (solitamente vizi procedurali, inosservanza delle norme di legge o difetto di motivazione ). Fu però definitivamente assolto nel processo per concorso esterno in associazione di tipo mafioso (in seguito ad accuse sempre del solito Gaspare Mutolo che lo coinvolse nel processo a Giulio Andreotti), in quanto il fatto non sussisteva; vista la richiesta volontaria di trasferimento a una sezione civile da parte di Carnevale, fu bloccato anche il procedimento di inchiesta a cui era sottoposto. ll 29 giugno 2001, dopo l’assoluzione in primo grado dell’8 giugno 2000 perché “il fatto non sussiste”, Corrado Carnevale fu condannato dalla Corte d’appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa a 6 anni di carcere, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale lungo l’arco della pena (Carnevale era in corsa per ottenere la carica di primo presidente della Corte). Poche voci si levarono in sua difesa, tra esse quella del leader radicale Marco Pannella che definì la sentenza “un’esecuzione, una condanna ignobile, un momento di trionfo del neofascismo etico di sinistra”. La sentenza finale in Cassazione del 30 ottobre 2002, davanti alle sezioni penali riunite, lo assolse invece con formula piena, tramite annullamento senza rinvio che ribaltò la sentenza della Corte d’appello e ripristinò la sentenza di primo grado, constatando prove insufficienti (articolo 530) a sostenere tali accuse, non essendo dimostrabile che Corrado Carnevale volesse aiutare la mafia (rilevando che gli annullamenti erano stati effettuati anche in processi che non riguardavano la mafia).

 

L’omicidio Cappiello Il proprietario di un noto laboratorio fotografico era stato più volte oggetto di minacce ed estorsione da parte di banditi che chiedevano soldi in cambio di protezione. Il commerciante si rivolge alla Polizia, che organizza un servizio per catturare gli estortori. Dopo numerosi appostamenti, andati a vuoto per la particolare cautela adoperata dai banditi, l’ultimo appuntamento, quello decisivo è previsto per le ore 21,30 del giorno 2 Luglio, davanti alla Chiesa della Resurrezione nel quartiere “Villaggio Ruffini”. La zona è circondata da agenti e sottufficiali in borghese, mentre un furgoncino civetta è posteggiato ad una ventina di metri dal luogo dell’appuntamento. L’agente Cappiello si trova nella macchina dell’imprenditore per proteggerlo durante la consegna del denaro e poi lasciare intervenire i colleghi. Alle ore 21,15 i banditi telefonano a Randazzo dicendogli di attendere il loro arrivo in macchina. Quando si avvicinano, Cappiello esce improvvisamente dalla vettura, dichiarandoli in arresto, ma viene raggiunto da cinque colpi al petto. Morirà poco dopo all’ospedale di Villa Sofia, tra le braccia del suo capo della mobile, Bruno Contrada. Cappiello lasciò la Moglie e un figlio in tenera età




Nintendo 3DS: un tuffo nel passato con Mario & Luigi Superstars Saga + Scagnozzi di Bowser

Nintendo lancia sul suo 3DS Mario & Luigi Superstars Saga + Scagnozzi di Bowser. Con tale operazione la grande N porta i giocatori indietro nel tempo, nel lontano 2003, riproponendo uno dei titoli più apprezzati della famiglia dei due idraulici più famosi del mondo. Quest’operazione nostalgia è chiaramente volta a far conoscere a tutti gli utenti più giovani i grandi capolavori del passato, ma anche a farli rigiocare a chi ha avuto la fortuna di goderseli al momento del lancio. Una volta lanciato il gioco, i fan di vecchia data noteranno che l’avventura principale è rimasta invariata: i due baffuti fratelli sono chiamati una volta tanto a fronteggiare una minaccia diversa dal solito Bowser. La Strega Ghignarda e il suo assistente Sogghigno hanno rubato la voce alla Principessa Peach e grazie al potere del Fagiolo Stella minacciano di conquistare l’intero Regno dei Funghi. Ai due eroi toccherà l’arduo compito di far tornare la voce alla bionda regnante affrontando mille peripezie in salsa gdr. Mario e Luigi vengono controllati tramite lo stick analogico e i tasti A (Mario) e B (Luigi). In questa edizione è stata inserita inoltre la possibilità di farli saltare contemporaneamente i fratelli tramite la pressione del pulsante X, cosa che torna particolarmente utile durante gli spostamenti e nelle fasi di pre-combattimento. I nemici infatti sono visibili e riuscire a saltarci sopra, o a martellarli, equivale ad avere un vantaggio non indifferente una volta passati alla battaglia vera e propria. Per quanto riguarda il combat system, esso funziona con il classico sistema a turni, lo stesso che ha reso noto Final Fantasy. Di volta in volta i due idraulici possono utilizzare i loro famosi salti o altri attacchi per eliminare i nemici. Man mano che procedono nell’avventura inoltre verranno in possesso di attacchi combinati sempre più complessi e potenti, ma anche di strumenti con cui possono sia offendere che difendersi. Rispetto al classico sistema di combattimento alla Final Fantasy è però necessario avere i riflessi pronti. Ogni avversario infatti fornisce qualche indizio su quale dei due fratelli colpirà e questo si rivela fondamentale per reagire di conseguenza ed evitare o riportare meno danni possibili. In perfetto stile Gdr, entrambi i protagonisti possono migliorare il proprio equipaggiamento, indossando tute particolari che gli conferiscono bonus di vario tipo. Ad ogni passaggio di livello inoltre, le caratteristiche base vengono incrementate, migliorando i punti vita, i punti fratelli, attacco, difesa e… baffi. Quest’ultima caratteristica potrebbe sembrare inutile ma è invece importante non trascurarla visto che proprio da essa dipende la possibilità di infliggere colpi critici ai nemici o di ottenere bonus supplementari. Una volta raggiunto il Borgo di Fagiolandia, all’incirca un paio d’ore dopo aver cominciato l’avventura, si sbloccherà finalmente Scagnozzi di Bowser, la modalità inedita che arricchisce Superstar Saga e che da quel momento in poi diventa accessibile in qualsiasi istante dopo aver messo il gioco in pausa. La storia di quest’elemento in più procede parallelamente alle disavventure di Mario e Luigi nel regno di Fagiolandia.


Nei panni di un Goomba e di un piccolo esercito di tirapiedi bisognerà cercare Bowser, scomparso all’inizio del gioco in seguito all’attacco di Sogghigno. In realtà, quello che bisognerà fare in questa modalità di gioco sarà guardare numerose, esilaranti cutscene in cui i maldestri scagnozzi che danno il nome al gioco finiscono con lo scontrarsi tra di loro e con i loro nuovi nemici in semplici battaglie dal sapore strategico che ricordano alla lontana quanto proposto nella serie Fire Emblem. Prima di ogni battaglia è possibile modificare la squadra, poiché i rapporti di forza tra le unità in campo rispettano regole simili a quelle della morra cinese: quindi, i nemici in mischia sono più forti di quelli a distanza, quelli a distanza hanno la meglio sulle unità volanti e quest’ultime, ovviamente, hanno un vantaggio su quelle in mischia. Il giocatore deve dunque formare il suo team in base alla composizione della squadra nemica, se vuole avere la meglio, poiché una volta iniziato lo scontro il suo ruolo si ridurrà quasi interamente a quello di un semplice spettatore, anche se in alcuni casi è possibile intervenire direttamente ma limitatamente, per esempio premendo un pulsante al momento giusto per infliggere più danni. Nel complesso, quest’aggiunta non è nulla di che, ma serve per stemperare il lungo cammino della campagna principale e a strappare qualche risata. L’avventura è piuttosto longeva e articolata. Occorrono circa 15 ore per arrivare all’end game, con ‘aggiunta di almeno 3 o 4 ore in più se si vuole scoprire ogni segreto. In questa edizione per Nintendo 3DS è stato ovviamente implementato l’utilizzo dello schermo inferiore della console portatile, che viene usato sia per visualizzare la mappa, modificare l’equipaggiamento, usare gli oggetti e selezionare le azioni che Mario e Luigi possono compiere durante l’esplorazione. È stata inoltre aggiunta la possibilità di salvare in qualsiasi momento, opzione molto utile se si deve chiudere all’improvviso, anche se nel gioco sono rimasti i punti salvataggio originali. Ovviamente essendo un gioco della saga di Mario Bros non bisogna aspettarsi chissà quale intreccio narrativo complicato, la storia, già semplice di per sé, è quasi una scusa per catapultare i due idraulici nelle situazioni più disparate all’insegna di citazioni e scenette esilaranti. Fortunatamente, il nuovo Superstar Saga, tra le altre cose, risolve anche un vecchio problema dell’originale ossia la lunghezza di molte scene. Spesso accade infatti che i personaggi si perdono in lunghissimi giri di parole, prolungando forse un po’ troppo le scene d’intermezzo, ma adesso tenendo premuto il tasto R si potrà velocizzare il tutto. Dal punto di vista grafico non ci sono differenze enormi con il capitolo originale del 2003. L’effetto 3D non è stato implementato e graficamente, quindi il titolo sembra quasi identico alla sua versione GBA. Poco male perché Mario & Luigi: Superstar Saga è invecchiato benissimo sotto tutti i punti di vista e a parer nostro apportare modifiche esagerate avrebbe potuto rovinare l’appeal del titolo. Se ve lo siete perso allora, oppure non eravate ancora nati è giunto il momento di rimediare. Tirando le somme questa riedizione di Mario & Luigi Superstars Saga + Scagnozzi di Bowser è un vero piccolo capolavoro fatto per divertire. Giocando le avventure dei due idraulici vi sembrerà di essere stati catapultati indietro nel tempo, perderselo ancora una volta sarebbe un errore, rigiocarlo nel 2017 invece è un’esperienza assolutamente appagante. Quindi, alla luce di quanto detto, se siete amanti dei personaggi Nintendo, perdersi questo titolo potrebbe essere davvero un grave errore. Non lasciatevelo scappare.

 

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 9,5
Longevità: 9

VOTO FINALE: 9

 

Francesco Pellegrino Lise

 




Separazioni e divorzi, assegnazione casa familiare: sfatiamo un luogo comune

Quando i coniugi si separano a chi va la casa familiare? Si ritiene comunemente che quando i coniugi si separano la casa familiare spetti sempre alla moglie. Le cose non stanno così. La casa familiare, che è l’abitazione nella quale i coniugi e i figli hanno vissuto fino al momento della separazione, viene infatti assegnata per legge al coniuge con il quale i figli restano a vivere. Pertanto se il giudice stabilisce che i figli debbano restare con la madre la casa familiare verrà assegnata a quest’ultima, se invece verranno collocati presso il padre sarà questi a ottenere la casa.

L’abitazione familiare viene quindi assegnata nell’esclusivo interesse dei figli che hanno diritto a restare nella casa in cui sono cresciuti, dove hanno le loro abitudini di vita e i loro affetti. Nessuna rilevanza assume la responsabilità di uno o dell’altro coniuge nella separazione, né rileva la capacità economica o la disponibilità di altri immobili dei coniugi. Si prospettano infatti spesso situazioni in cui la casa viene assegnata al genitore che tiene i figli a vivere con se anche se possiede altri immobili. Proprio perché l’assegnazione della casa familiare si ottiene nell’esclusivo interesse dei figli tale diritto si perde quando i figli vanno a vivere altrove, quando diventano economicamente autonomi, se il coniuge che ha avuto l’abitazione in assegnazione va a vivere altrove o se inizia una convivenza stabile con un nuovo compagno.

Se i coniugi non hanno figli nessuno di loro avrà diritto all’assegnazione della casa che tornerà nell’esclusiva disponibilità del proprietario, mentre nei casi di comproprietà dell’immobile non resterà altra soluzione che mettere in vendita il bene.

Susanna Donatella Campione 

   L’avvocato Susanna Donatella Campione durante la trasmissione Officina Stampa affronta l’argomento dell’assegnazione della casa familiare




Officina Stampa: la caduta della prima Repubblica, il 1992 e il caso Bruno Contrada

L’onorevole Stefania Craxi interverrà oggi (giovedì 19 ottobre 2017) in diretta a partire dalle ore 18 alla trasmissione Officina Stampa condotta dalla giornalista Chiara Rai.

Puntata interamente dedicata al caso del dottor Bruno Contrada che pochi giorni fa ha visto revocarsi dal Capo della Polizia Franco Gabrielli il provvedimento del 13 luglio 2007, a firma dell’allora capo della Polizia Antonio Manganelli, con cui era stato destituito di diritto dall’amministrazione della Pubblica Sicurezza con decorrenza retroattiva 13 gennaio 1993.

Ospiti della trasmissione condotta da Chiara Rai, insieme all’onorevole Stefania Craxi: l’avvocato Stefano Giordano legale del dottor Bruno Contrada in collegamento Skype da Palermo, il giornalista opinionista Emilio Ammaturo, l’avvocato Alessandro Biaggi già sindaco di Nemi (RM) per due mandati. Previsto inoltre il collegamento telefonico da Palermo con il dottor Bruno Contrada.  

Nel corso della puntata di Officina Stampa sarà messa in onda la quarta parte della video intervista di Chiara Rai al dottor Bruno Contrada che entrerà nel vivo di quel 1992 che non coincide soltanto con il suo arresto, ma anche e soprattutto con quegli avvenimenti storico politici che hanno segnato la fine della prima Repubblica.

Cliccare per vedere la puntata direttamente su questa pagina a partire dalle ore 18 di giovedì 19 ottobre 2017




Roma, piromane in manette: scoperto l’autore degli oltre 100 incendi della scorsa estate

ROMA – Al termine di accurate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica – Gruppo Reati Ambientali e Sicurezza sul Lavoro – presso il Tribunale di Roma, diretto dal Procuratore Aggiunto Dottoressa Nunzia D’Elia, i Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un italiano di 31 anni, residente a Trigoria, attualmente detenuto presso il carcere di Roma – Regina Coeli, ritenuto responsabile dell’incendio di oltre 100 autovetture, terrorizzando, all’inizio della scorsa estate, i residenti dell’area sud del comune di Roma.

Gli incendi avevano interessato principalmente i quartieri dell’E.U.R., di Tor de’ Cenci, di Spinaceto e dell’Axa e l’uomo era stato già fermato dai Carabinieri della Stazione di Tor de’ Cenci nel mese di luglio, subito dopo aver dato fuoco a sette autovetture.


L’attività investigativa è stata condotta dai Carabinieri della Stazione Carabinieri di Tor de’ Cenci con la collaborazione del Nucleo Operativo della Compagnia di Pomezia. La stretta sinergia con i Carabinieri della Compagnia di Roma Eur, soprattutto nelle determinanti fasi iniziali, ha consentito di arrestare il piromane nel mese di luglio in flagranza di reato ed ha consentito, grazie alla visione di molte ore di filmati del sistema di videosorveglianza di esercizi commerciali situati nelle vicinanze dei luoghi colpiti dal piromane, all’analisi dei tabulati telefonici dei telefoni cellulari in uso all’indagato ed a molteplici servizi di osservazione e pedinamento di dimostrare la responsabilità dell’arrestato circa la commissione di oltre 100 incendi.

L’uomo, che per paura di essere scoperto dalle forze dell’ordine si allontanava dai luoghi degli incendi subito dopo averli appiccati, era solito tornare sui luoghi del delitto alcune ore dopo, per verificare i danni che aveva causato. Il 31enne è ritenuto responsabile anche degli incendi che l’11 giugno ed il 20 giugno scorsi interessarono rispettivamente i quartieri dell’E.U.R., dove vennero bruciate 35 autovetture, e quelli di Tor de’ Cenci, Spinaceto e dell’Axa dove le autovetture colpite furono 46. All’arrestato è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare presso il carcere di Roma – Regina Coeli.




Marvel vs Capcom Infinite: il ritorno del picchiaduro cross-over

L’arrivo nei negozi di Marvel Vs. Capcom: Infinite su Pc, Xbox One e PS4 ha fatto sicuramente molto piacere ai fan della saga ma soprattutto ha incuriosito anche tantissimi videogiocatori appassionati dei due differenti universi che caratterizzano il titolo. Per chi non lo sapesse, il gioco è un picchiaduro a squadre che vede i supereroi della nota casa fumettistica statunitense e i protagonisti di alcune saghe di successo della software house giapponese fondersi in un prodotto assolutamente divertente e complesso nello stesso tempo. Sia ben chiaro, le differenze con il suo predecessore, Ultimate Marvel VS Capcom 3, sono numerose ma l’impronta della già citata avventura si vede fin dalle prime battute, seppur il tutto sia arricchito da meccaniche completamente nuove e da una grafica totalmente rinnovata. Affrontando la modalità campagna, la trama percorre una storyline semplice quanto appassionante, fatta per coinvolgere tutti i lottatori presenti in game. Ultron e Sigma sono due storici “cattivi” provenienti rispettivamente sia dall’universo Marvel e da quello Capcom, che hanno deciso di unire le forze per soggiogare il mondo intero. Il duo entra in possesso di due delle sei Infinity Stones: ossia di potenti pietre che permettono di controllare sei diversi aspetti della realtà. Attraverso queste gemme gli antagonisti si fondono in un unico essere, Ultron Sigma e uniscono i loro universi di provenienza, portando così i personaggi di Marvel e Capcom a incontrarsi. Il compito degli eroi è fermare Ultron Sigma prima che possa rilasciare un pericoloso virus in grado di mettere ogni forma di vita sotto il suo controllo.

 

La trama si sviluppa attraverso i numerosi filmati che intervallano gli scontri nella modalità campagna, sebbene non si tratti certamente di una storia che brilli per originalità o per qualità dell’intreccio narrativo, gli sviluppatori si sono molto impegnati nella caratterizzazione dei personaggi, riuscendo a rendere al meglio interazioni tra due mondi così lontani tra loro. Nella storia si può quindi vedere Ryu insegnare ad Hulk come controllare la sua rabbia apocalittica, Rocket Raccoon chiedere armi in prestito a Dante, Iron Man e Frank West combattere fianco a fianco, e così via. Considerando che il cast conta ben trenta personaggi, non era semplice dare il giusto spazio a ciascuno di essi, ma gli sviluppatori sono riusciti nell’impresa di coinvolgere tutti quanti nella storia, senza tralasciare nessuno e soprattutto hanno dato vita a un titolo divertente e assolutamente destinato a durare nel tempo. A livello di giocabilità, le novità rispetto a Marvel Vs Capcom 3 sono molteplici, a partire dal numero di personaggi presenti in ogni squadra. Gli sviluppatori hanno infatti optato per un approccio simile a quello di X-Men vs. Street Fighter dell’ormai lontano 1996, ossia con team composti da due elementi in grado di alternarsi nell’arena o di combattere contemporaneamente per brevi periodi di tempo. La fonte d’ispirazione principale di Capcom per Infinite va però ricercata ancora più indietro nel tempo, ovvero nell’originale Marvel Super Heroes. Il titolo del 1995 era basato sulla serie Il Guanto dell’Infinito e sulla lotta contro Thanos e le sue gemme, quindi l’idea di base nasce dalla fusione di due vecchi titoli che hanno fatto la storia del genere picchiaduro su console.

Oltre alla già citata campagna, Marvel Vs. Capcom: Infinite propone anche altre sezioni, chiamate rispettivamente: Allenamento, Versus e Arcade. Proprio quest’ultima dà la possibilità di lanciarsi in battaglie su battaglie allo scopo di sbloccare nuovi colori per i costumi dei personaggi utilizzati. La presenza delle Missioni permette inoltre agli utenti di impratichirsi maggiormente con le tecniche avanzate. Non manca poi la sezione multiplayer, sia in locale che online, quindi il titolo promette una longevità davvero incredibile. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, esso ha un’ottima base e le combinazioni di tasti rispondono sempre in maniera precisa, ovviamente a patto di eseguirle con il giusto timing. Durante gli scontri infatti si avrà la libertà di concatenare combo su combo, chiamare in aiuto il proprio partner ed effettuare devastanti attacchi di coppia. Il lottatore passivo inoltre potrà inoltre recuperare una parte dei punti vita, di conseguenza sarà necessario fare attenzione e gestire al meglio i singoli guerrieri utilizzando dei cambi al momento giusto.

 

Sono presenti, ovviamente, tutti gli attacchi originali dei protagonisti: lo schermo si riempirà spesso e volentieri di effetti speciali, raggi di luce, esplosioni e molto altro ancora. Per impreziosire i combattimenti, gli sviluppatori hanno pensato di inserire le Infinity Stones direttamente nel gioco. Prima di accedere a ogni battaglia, dopo aver scelto la coppia di alleati, è possibile scegliere una tra le sei gemme a disposizione, queste sono in grado praticamente di donare al team due differenti tecniche. Esse si chiamano Infinity Surge e Infinity Storm e sono attivabili rispettivamente premendo il tasto L1 oppure R1 e L1 contemporaneamente. Per farne un uso corretto durante la lotta, vi consigliamo di approfondire l’utilizzo di ogni pietra in modo da optare per la strategia che più si adatta al vostro stile di gioco. In termini di bilanciamento, l’uso delle gemme non “danneggia” l’esperienza di gioco perché non sono artefatti in grado di cambiare facilmente le sorti dell’incontro, infatti usando un minimo di attenzione è possibile schivare le super mosse e quindi passare tempestivamente al contrattacco. Per quello che concerne il comparto tecnico, Marvel Vs. Capcom: Infinite è caratterizzato da una risoluzione a 1080p in grado di rimanere inchiodato sempre a 60fps senza subire alcun rallentamento. Lo stile grafico, cambiato rispetto al passato, propone una soluzione molto più realistica, decisione che potrebbe non piacere a chi ha apprezzato da sempre il look cartoon originale, che ricorda gli ultimi capitoli della saga di Street Fighter. Purtroppo la presenza di modelli poligonali poco curati e soprattutto di animazioni non sempre al top macchiano una produzione davvero ben realizzata, ma fortunatamente questi piccoli nei non inficiano il gameplay che offre un livello di divertimento e di competizione molto alto. Buono anche il comparto audio che è sempre in grado di fare il suo lavoro accompagnando perfettamente ogni fase del gioco, sia durante l’esplorazione dei menu che nelle fasi di battaglia.

Tirando le somme, possiamo assolutamente dire che Marvel Vs Capcom: Infinite è un gioco di lotta davvero piacevole da giocare e studiato per soddisfare sia i giocatori esperti che i neofiti del genere. Questa volta la software house di Osaka è riuscita a centrare il suo obiettivo, creando un’esperienza veramente completa. Peccato solo per il comparto tecnico che macchia una produzione veramente ben fatta sotto tutti i punti di vista. Sono pochi, infatti, i lottatori inediti rispetto al precedente capitolo della serie, anche se molti veterani vantano un gameplay e un set di mosse del tutto rinnovato. In ogni caso, il prodotto è un titolo assolutamente da provare per gli amanti dei picchiaduro e da non perdere per chi ama i supereroi Marvel e i protagonisti dei videogiochi targati Capcom.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8,5
Sonoro: 8,5
LONGEVITA’: 8,5

Francesco Pellegrino Lise