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Roma

CERVETERI, ALLARME IMPIANTO BIOGAS A PIAN DELLA CARLOTTA: I CITTADINI CHIEDONO AIUTO A ZINGARETTI

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Tempo di lettura 5 minuti Il Comune di Cerveteri aveva dato parere negativo all'impianto, localizzato in una zona a protezione speciale.

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Redazione

Cerveteri – I Comitati e le Associazioni contro il biogas a Cerveteri, proccupati riguardo la costruzione in atto di un impianto a biogas a Pian della Carlotta scrivono una lettera aperta al Presidente della Provincia Nicola Zingaretti. Il Comune di Cerveteri aveva dato parere negativo all'impianto, localizzato in una zona a protezione speciale.

 

Al Presidente della Provincia
Nicola ZINGARETTI
Via IV Novembre 119/A – 00187 R O M A
e p.c.all’Assessore.Urbanistica e Ambiente
Michele CIVITA
al Sindaco di Cerveteri Alessio PASCUCCI

 

Presidente Zingaretti, siamo un gruppo sempre più nutrito di comitati che rappresentano molti cittadini di Cerveteri e dei Comuni limitrofi e vogliamo rappresentarLe la nostra estrema preoccupazione riguardo alla realizzazione di un impianto a biogas a Pian della Carlotta, la cui costruzione è ormai quasi terminata. E’ appena il caso di sottolineare che l’impianto il questione è localizzato in una Zona a Protezione Speciale, di particolare pregio sotto il profilo paesaggistico, archeologico, turistico, idrotermale.
Il primo motivo di sconcerto, prima ancora che di preoccupazione, riguarda il procedimento che ha portato all’approvazione del progetto dell’impianto in questione, progetto sul quale il Comune di Cerveteri aveva dato, a seguito di una delibera di contrarietà (la n. 140 del 30.09.2011), parere negativo. Un procedimento a dir poco fulmineo, caratterizzato da illegittimità, superficialità e anomalie tali da indurci a tentare di acquisire la documentazione completa così da verificare, oltre alla regolarità e congruità dell’istruttoria, dati tecnici imprescindibili quali ad esempio: la quantità e la qualità di ciò che entra; l’analisi chimica di ciò che entra nel processo e di ciò che ne esce; le sostanze chimiche eventualmente addizionate al processo; quantità e qualità delle polveri primarie e secondarie; le zone di ricaduta suddivise per singolo inquinante; l’incidenza prevista sulla composizione del suolo; l’incidenza prevista sulla composizione delle acque di superficie e di falda; l’incidenza su flora e fauna, microflora e la microfauna; l’incidenza sulla salute umana; il tipo di preparazione del personale impiegato; la qualifica di chi si deve occupare delle eventuali emergenze; il rispetto della Convenzione di Aarhus del 25 giugno 1998 e della Direttiva 2011/92/UE del 13 dicembre 2011, in vigore dal 17 febbraio 2012. Il controllo di tali dati è essenziale, soprattutto ove si consideri che non sono state invitate alla Conferenza di servizi né la ASL competente, né l’ARPA. Ripetute istanze di accesso presentate alla Provincia da soggetti diversi, compreso il Comune di Cerveteri, hanno consentito l’acquisizione di una documentazione scarsa e poco significativa; la documentazione integrale sembra essere inaccessibile e blindata. Le ipotesi sono due: o la documentazione relativa ai dati sopra elencati esiste e non viene resa accessibile (perché?), o non esiste e allora l’intero procedimento è irrimediabilmente viziato.
Visto che le istituzioni (nella specie la Provincia) non sembrano molto interessate alla salute dei cittadini, abbiamo provveduto noi ad approfondire le problematiche relative agli impianti a biogas e partecipando a numerose conferenze di biologi, scienziati, medici e tecnici abbiamo acquisito una consapevolezza sempre maggiore della pericolosità, insalubrità e sostanziale inutilità di tali impianti.
Gli interventi del Prof. Bohnel a Capalbio e del Prof. Gianni Tamino, biologo dell’Università di Padova, al convegno tenutosi recentemente a Manziana, corredati dalla relazione di due medici dell’ISDE, ci hanno definitivamente chiarito molti dubbi afferenti i diversi aspetti della questione. Per brevità ne elenchiamo solo alcuni:
Aspetto sanitario
Le centrali a biogas non sono affatto innocue. La fermentazione anaerobica favorisce la produzione di batteri sporigeni anaerobi come il clostridium botulinum che attraverso, il digestato sparso nei campi, colpiscono in modo anche mortale animali d’allevamento, specie volatili, e persone. Posto che il 90% dei batteri è assolutamente sconosciuto e che le loro interazioni non sono ancora note, posto che il territorio dell’Alto Lazio presenta già un tasso d’inquinamento d’insieme (“effetto cumulativo”) allarmante, e considerata l’alta percentuale di gravi patologie anche mortali legate all’inquinamento, soprattutto nei bambini, ci chiediamo che tipo di responsabilità si stia prendendo un politico o un amministratore nel favorire la proliferazioni di queste centrali. Per non parlare del rapporto CO2 – ossigeno, che con la progressiva sottrazione di aree verdi e di deforestazione, salta, favorendo l’effetto serra.
Aspetto ambientale
Il territorio dell’Alto Lazio presenta delle fragilità drammatiche che, unite ai cambiamenti climatici in atto, promettono ai nostri figli un futuro allarmante. Moltitudine di fonti d’inquinamento (radon, arsenico, emissioni tossiche continue, inquinamento falde acquifere, microcistine, siti inquinati da stoccaggi armi chimiche, sversamenti in cave dismesse di rifiuti tossici, percolati, ecc.) stanno mettendo a durissima prova il delicato equilibrio degli organismi viventi, e quindi dell’interazione ambiente-salute-futuro. Peraltro,
– l’uso generoso di pesticidi per favorire più raccolti l’anno da destinare a una macchina favorisce l’inquinamento delle falde acquifere e la desertificazione dei terreni, con conseguente alterazione del micro e macroclima;
– la combustione del “biogas” è fonte di emissioni tossiche;
– il biogas è più inquinante del metano perché contiene metano soltanto al 55-60%;
– i limiti di legge misurano la quantità di sostanze inquinanti per metro cubo, ignorando che il calcolo reale andrebbe fatto sul totale di metri cubi prodotti in un anno. È o non è un imbroglio?
Aspetto energetico
L’Alto Lazio ha il più grande polo energetico d’Europa (centrali di Civitavecchia e Montalto di Castro) e quindi non è vero che ha bisogno di energia elettrica. In un computo nazionale, l’Italia ha 50.000 MW in più del necessario: la potenza installata è quasi il doppio della massima potenza richiesta alla punta.
Aspetto etico
Si preferisce consumare selvaggiamente centinaia di ettari di terreni agricoli, mandandoli ad erosione sicura, per dar da mangiare a una macchina piuttosto che alle persone, aprendo peraltro la porta all’uso degli OGM. Che futuro prepariamo?
Aspetto economico
Queste centrali sono in linea con un modello di sviluppo economico lineare che finirà col determinare una serie di dittature (del cibo, dell’acqua, dell’aria, ecc.), perché logica del profitto vuole che nella scarsità il profitto cresce.
Aspetto politico
Truffare semanticamente il prossimo ponendo il prefisso “bio” a qualcosa che fa solo male va contro ogni forma di equità sociale e quindi contro qualsiasi forma di buona politica.
Dire che le biomasse sono fonti rinnovabili è politicamente e scientificamente scorretto. Le biomasse usate in questo modo non sono più recuperabili. Il digestato è inutilizzabile, tanto che si è pensato alla sua pelletizzazione: non va in discarica, non va in un inceneritore, viene venduto e bruciato direttamente dal consumatore. E, senza saperlo, ognuno di noi diventa complice di un ampio processo d’inquinamento. È buona politica questa?
L’unica fonte davvero rinnovabile, e democratica, è il SOLE. Basterebbe un decimillesimo dell’energia solare per coprire il fabbisogno di tutta l’energia umana. Buona politica vorrebbe che si applicasse questa logica.

Le forze politiche locali non si sono dimostrate insensibili alla problematica dell’impianto a biogas di Pian della Carlotta e sappiamo che sono state approvate sia alla Provincia che al Comune di Cerveteri mozioni di contrarietà ed opposizione alla sua realizzazione. Inoltre ci risulta che Lei ha avuto mandato dal Consiglio Provinciale per intervenire sulla delibera di approvazione, ma ad oggi non sappiamo che tipo di azione Lei abbia intrapreso a riguardo.
Ma nonostante ciò i lavori procedono a ritmo serrato e il senso di impotenza della popolazione si sta trasformando in indignazione e rabbia. Non è accettabile che il territorio venga gestito dall’alto, depredato di tutte le sue risorse a fini esclusivamente speculativi, senza che i cittadini possano minimamente intervenire nelle scelte che li coinvolgono. Questa non è democrazia e la cosiddetta “sovranità popolare” è un’espressione obsoleta priva di reale significato. Abbiamo provato a percorrere la via del ricorso al TAR, con scarse speranze visto che a causa della totale mancanza di pubblicità e di comunicazione ci siamo mossi in ritardo, e altre vie giudiziarie se necessario percorreremo, ma sicuramente alle ormai prossime consultazioni elettorali cercheremo di arrivare con consapevolezza e senso di responsabilità.
Ci aspettiamo che Lei, prima che le Sue dimissioni da Presidente della Provincia diventino effettive, ci faccia conoscere la Sua posizione ufficiale e ci auguriamo che, forte del sostegno del Suo Consiglio Provinciale e come garante della salute dei cittadini, possa fermare la devastazione ambientale di un luogo così pregevole sotto il profilo archeologico, paesaggistico e naturalistico.
Desideriamo inoltre conoscere, in via generale, la Sua posizione riguardo al dilagare di impianti a biogas, biomasse e digestori anaerobici in tutta la Provincia e nel Lazio. La sappiamo infatti impegnata nella prossima campagna elettorale e un Suo chiaro intendimento potrebbe utilmente orientare molti cittadini e appartenenti ai numerosi comitati ambientalisti presenti su tutto il territorio.
Compatibilmente con i suoi impegni desideriamo invitare Lei e l'Assessore Civita alla manifestazione che si terrà a Cerveteri contro il biogas il prossimo sabato 15 dicembre alle ore 10. Potrebbe essere un'occasione per individuare un percorso congiunto condiviso.
Cordiali saluti
I Comitati e le Associazioni contro il biogas a Cerveteri

Castelli Romani

Banca Popolare del Lazio, il 4 maggio c’è l’assemblea a Castel Gandolfo

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Il prossimo sabato 4 maggio 2024, alle ore 10 presso il Centro Mariapoli Internazionale, Via
S. Giovanni Battista de la Salle a Castel Gandolfo si terrà l’assemblea dei soci della Banca Popolare del Lazio per deliberare su argomenti molto importanti.

Nello stesso giorno a Velletri si tiene la Festa della Madonna delle Grazie e processione dei Ceri nel pomeriggio. Ma sicuramente i soci interessati alle attività e assemblea della Banca troveranno comunque il modo di partecipare.

L’Articolo 6 del regolamento assembleare Bpl dice chiaramente che “gli aventi diritto possono intervenire su ciascuno degli argomenti posti in discussione una sola volta, facendo osservazioni, chiedendo informazioni e formulando eventuali proposte. La richiesta può essere avanzata fino a quando il Presidente non abbia dichiarato chiusa la discussione sull’argomento oggetto della stessa. Coloro che intervengono hanno altresì diritto di replica”.

Gli argomenti all’ordine del giorno sono, tra gli altri:

Presentazione del Bilancio di esercizio al 31.12.2023, proposta di ripartizione dell’utile e di
determinazione del valore di rimborso delle azioni per i casi di scioglimento del rapporto sociale; proposta di determinazione dell’ammontare complessivo da destinare a scopi di beneficenza, assistenza e di pubblico interesse, proposta di determinazione del compenso degli amministratori, acquisto e disposizione di azioni proprie, nomina di 3 Sindaci effettivi e 2 Sindaci supplenti e designazione del Presidente del Collegio Sindacale, fissazione degli emolumenti dei membri del Collegio Sindacale, nomina di 5 Probiviri effettivi e 2 Probiviri supplenti.

Dopo un lungo periodo dove le assemblee ancora si continuavano a tenere in remoto per via del Covid, e succedeva fino a poco tempo fa, oggi si svolgono di persona e sarà dunque un’occasione di confronto e partecipazione democratica.

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Castelli Romani

Frascati, ospedale: intervento chirurgico con tecnica all’avanguardia

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Asportato tumore allo stomaco a un’anziana senza anestesia generale
 
Straordinario intervento chirurgico all’Ospedale San Sebastiano di Frascati dove è stato possibile evitare gravi complicanze post operatorie per Bice, una signora di 85 anni di Monte Compatri che è stata operata con anestesia spinale anziché generale per l’asportazione di un tumore esteso allo stomaco.
 
Non c’è stata necessità di ricovero in terapia intensiva e nella degenza post operatoria non si sono resi necessari farmaci analgesici.
 
La signora attualmente, a meno di una settimana dall’intervento, ha avuto una precoce ripresa ed è in buona salute, presto sarà dimessa per ricongiungersi ai suoi cari.
 
Grande soddisfazione, in merito alla tecnica anestesiologica, è stata espressa sia dalla paziente che dal chirurgo operatore, il dr. Massimiliano Boccuzzi Direttore della UOC di Chirurgia Generale e dai suoi aiuti Dr. Francesco Boccaccini e Dr.Angelo Torcasio coadiuvati dalla preziosa collaborazione del servizio di endoscopia digestiva del San Sebastiano (Dr.Fabrizio Travaglini).
 
Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli e il Direttore Sanitario dottor Vincenzo Carlo La Regina si sono complimentati per questo straordinario risultato: “Questo significa salvare vite – hanno detto – siamo di fronte a un intervento che segna un passo fondamentale per la presa in carico dei pazienti complessi e in età avanzata che sempre più spesso sono costretti a subire le gravi complicanze post operatorie o addirittura a non potersi sottoporre agli interventi chirurgici perché eccessivamente rischiosi. Le persone per le persone, questa è un’altra grande testimonianza del percorso di umanizzazione della salute che abbiamo intenzione di portare avanti insieme”.
 
Tecnicamente si è trattato di un intervento chirurgico di gastrectomia subtotale per una voluminosa neoplasia gastrica a un’anziana con un quadro clinico complesso perché già operata alcuni anni fa per una neoplasia del colon e venti giorni fa sottoposta a intervento per una frattura di femore post traumatica, sempre presso il San Sebastiano.
 
In considerazione dell’età avanzata e delle varie comorbidità, in accordo con la paziente, l’equipe della UOSD di Anestesia e Rianimazione del San Sebastiano con il Responsabile Dott. Benedetto Alfonsi, afferente al Dipartimento di Emergenza diretto dalla Dott.ssa Carla Giancotti, ha deciso di non eseguire l’intervento in anestesia generale, bensì in anestesia locoregionale, che è stata effettuata dal Dr. Benedetto Alfonsi in collaborazione con il Prof.Fabrizio Fattorini.  
 
All’anestesia spinale, necessaria per l’intervento chirurgico, è stato associato l’ESP Block bilaterale, un blocco di fascia ecoguidato della parete posteriore del torace.
 
Il blocco di fascia è stato effettuato per garantire l’analgesia post operatoria senza la necessità di oppiacei. I blocchi di fascia rappresentano attualmente un ulteriore passo avanti nel controllo del dolore post operatorio. Per migliorare il comfort operatorio, durante l’intervento la paziente è stata lievemente sedata. Ora sta bene e l’intervento è riuscito.
 
Tale testimonianza è importante anche dal punto di vista scientifico alla luce del continuo incremento di pazienti over 80 con molteplici comorbilità che sempre più spesso si rivolgono all’Ospedale di Frascati, essendo collocato in un’area demograficamente ricca di case di riposo per anziani e di pazienti geriatrici.
 
“Da vari anni – dichiara il  dottor Massimiliano Boccuzzi, direttore UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Frascati – sono in aumento gli anziani sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore che prima erano uno scoglio difficile da superare per alcune tipologie di pazienti e da anni chirurghi ed anestesisti sono impegnati nell’affinamento di tecniche anestesiologiche e chirurgiche mininvasive, che ci possano condurre ad una sensibile riduzione dei rischi anestesiologici e delle complicanze chirurgiche, in tali tecnologie la Asl Roma 6 si sta dimostrando un importante punto di riferimento permettendo agli operatori di poter crescere e perfezionare nuove tecniche a basso impatto di complicanze post operatorie”.

 



Privo di virus.www.avast.com

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Cronaca

Roma, al Quarticciolo baby spacciatori per evitare imputazioni

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ROMA – Proseguono i controlli antidroga in zona Quarticciolo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma che, dopo gli 11 arresti eseguiti qualche giorno fa che hanno portato alla luce anche numerosi nascondigli utilizzati per occultare lo stupefacente – cassonetti dei rifiuti, aiuole, fori nei muri e addirittura una trappola per topi – hanno arrestato in flagranza di reato un 16enne romano gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In compagnia del 16enne c’era anche un 13enne, non imputabile, che è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Roma.
Più nel dettaglio, i Carabinieri della Stazione di Roma Tor Tre Teste, impegnati in un servizio perlustrativo finalizzato alla repressione dei reati in materia di stupefacenti nel quartiere Quarticciolo, hanno sorpreso i due minori cedere dello stupefacente ad alcuni acquirenti in strada, prelevandolo da un nascondiglio di fortuna costituito da un arbusto.
I Carabinieri hanno fermato i due ragazzini e li hanno trovati in possesso di oltre 400 euro in contanti, ritenuti provento di attività illecita, rinvenendo 12 dosi di crack occultate tra gli arbusti.
Su disposizione della Procura per i Minorenni, il 16enne è stato accompagnato al centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli e, su richiesta del Pubblico Ministero, il G.I.P. ha applicato la misura cautelare delle prescrizioni con ordinanza del 30/03/2024, mentre il 13enne è stato affidato ai rispettivi genitori.



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