Quarantena, zone rosse, incontri
pubblici vietati, e guai a salutarsi con la stretta di mano o scambiarsi
effusioni amichevoli o amorose in pubblico. Occorre stare a un metro di
distanza dalle persone, si ripete, perché il coronovirus «è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere
trasmesso a distanza ravvicinata». Poi però si è costretti – per svariate
ragioni – a fruire dei mezzi pubblici e a quel punto, una volta salito a bordo
vettura, ci si accorge che quelle raccomandazioni sono acqua fresca.
Succede ogni giorno di viaggiare
ammassati nei treni delle metropolitane o delle ferrovie ex-concesse, nei bus
come tram e filobus romani. Di camminare gomito a gomito lungo le banchine,
emblematico quanto accade nella stazione di Piazzale Flaminio, di stare, essenzialmente, al di sotto della
distanza di sicurezza, raccomandata dal Governo e dal Comitato Scientifico. Circa
1miliardo e 200milioni i cittadini potenzialmente coinvolti, per essere chiari,
tanti quanti sono i passeggeri trasportati ogni anno da Atac, secondo le stime rese note dalla stessa azienda. Ai quali si
sommano e si incrociano gli utenti di Cotral,
l’altra importante società pubblica del comparto, con circa 70milioni. Esclusi nel conteggio il
personale front-line delle rispettive
aziende e dei rispettivi esercizi.
Nei confronti di questi ultimi Atac, al
pari della altre aziende di TPL italiane, dispone (D.O. 53 del 7 marzo) che «a partire da lunedì prossimo, 9 marzo, il personale di guida, salvo
casi di emergenza, non aprirà la porta
anteriore delle vetture per le quali non è disponibile l’accesso separato
alla cabina guida. Sarà consentito l’utilizzo della porta centrale e/o posteriore. La misura rimarrà operativa fino al
termine dell’emergenza sanitaria».
La disposizione non riguarda le vetture di ultima generazione di 12 e 18 metri, quelle che, in definitiva, hanno l’accesso segregato alla cabina guida, i bus a due porte e quelli elettrici (Gulliver) nonché i tram di ogni tipologia. Ma nelle ultime ore è emerso che alcuni bus di colore rosso, serie Urbanway Inveco, arrivate tre fa nelle rimesse, avrebbero una cabina non adeguatamente chiusa. Una riprova le immagini scattate da alcuni lavoratori, durante il servizio.
Le cabine bus Urbanway messe sotto accusa
Banco di manovra treno Linea B
Sul fronte metroferroviario, un’altra
immagine mostra la sporcizia che sarebbe stata trovata sul banco di manovra di
un treno della Linea B, e ciò fa
pensare che le operazioni di pulizia e di igienizzazione effettuate dovrebbero
essere rafforzate, ripetute nel corso della giornata. A rimarcarlo anche le RSU nella nota trasmessa a poche ore di
distanza dalla disposizione Atac. «Riconoscendo le iniziative messe in campo»,
esordisce il documento dei rappresentanti dei lavoratori, «richiedono un incontro
per ulteriori chiarimenti riguardo: le tipologie e modalità di esecuzione degli
interventi di sanificazione, incluse tempistiche e frequenze; pulizie delle
cabine di guida, bagni e box di stazione; pulizie dei filtri e delle condotte d’aereazione
del sistema di climatizzazione delle cabine guida dei materiali in servizio;
tipologia e utilizzo dei prodotti e loro integrità, impiego delle mascherine,
dotazione di un interfono nei box di stazione; comportamenti da adottare verso
i passeggeri». A complicare la situazione, il fatto che il personale delle
ferrovie ex-concesse, Roma-Viterbo, Roma-Lido e Roma-Giardinetti, entri in contatto coi passeggeri durante le
operazioni di cambio-banco, differentemente dai colleghi delle metropolitane.
Sulla RomaTpl, società che gestisce il 30% dei chilometri di superficie
di Roma Capitale, la tensione resta alta.
Complice le note sindacali di SLM
Fast-Confsal e USB, secondo le
quali la Società non avrebbe «provveduto ad alcuna azione preventiva». Secca la
smentita della diretta interessata, arrivata a stretto giro di posta, anche se
«non notiamo nessuna massiccia azione di pulizia», rimbecca Cosimo Andretta (Fast-Confsal), «almeno
dicono che lunedì 9 marzo dovrebbero arrivare i kit per il personale». Partita
sospesa. Per il momento.
Fin qui le misure di prevenzioni nei
riguardi dei dipendenti, legittime seppur con dei lati oscuri. Rinforzate dal comunicato 7 del 5 marzo con la quale Atac,
nella persona di Cristiano Ceresatto,
direttore del personale, riconosce l’emergenza sanitaria e, in ottemperanza del
D.P.C.M. del 04/03/2020, invita i
lavoratori, tra l’altro, a «evitare le strette di mano ed
attenersi alla distanza minima di 1 metro».
E questo non fa altro che riportare l’attenzione all’interrogativo iniziale: cosa si fa per l’utenza? Ben poco si direbbe, al di là dei proclami. Treni e bus continuano a viaggiare pieni zeppi, nelle banchine delle stazioni/fermati si sgomita per raggiungere quanto prima l’uscita. È normale? Il Comitato Pendolari RomaNord si è rivolto direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «i treni affollati sono un veicolo privilegiato per il contagio e noi come pendolari ogni giorno rischiamo di ammalarci», si legge nella lettera, «purtroppo né la Regione Lazio, proprietaria della ferrovia, né Atac, gestore del servizio, sembrano aver appieno compreso il pericolo e continuiamo a viaggiare stipati come bestie, da sempre, in treni sporchi, affollati e quindi insalubri. Inoltre pensiamo anche a chi porta questi mezzi, persone come noi e quindi esposte al contagio, esattamente come noi». Come dargli torto? «La sanificazione è doverosa in quanto si tratta di una prescrizione obbligatoria e ci chiediamo come mai non sia stata fatta prima e con regolarità», aggiunge il Presidente Fabrizio Bonanni. «Per i treni della ferrovia Roma-Viterbo ad esempio, come si fa a garantire la distanza di sicurezza tra i passeggeri se le corse sono sempre di meno e quindi la gente si ammassa sui pochi treni circolanti, soprattutto in tratta extraurbana? Noi abbiamo la quarantena dietro l’angolo».
L’affollamento è quotidiano su treni e bus Atac
«Il sovraffollamento dei mezzi è un problema serio e va affrontato con concretezza», rincara l’associazione TrasportiAmo, «intanto sarebbe opportuno, per tutelare la salute dei passeggeri, intensificare le operazioni di igienizzazione delle vetture, delle banchine e degli atrii delle stazioni/fermate».
MILANO – Una bimba di due anni trovata morta in casa, a Cisliano, dai Carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso.
Verso l’una di questa notte i militari, attivati dal 112, sono entrati attraverso la finestra nell’abitazione, in quanto la porta di ingresso risultava chiusa dall’interno e nessuno rispondeva, dove è stata trovata la piccola priva di vita e la madre in stato di incoscienza.
La donna è stata trasportata all’ospedale di Magenta dove si trova attualmente piantonata dai Carabinieri.
Sul posto, oltre ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia Abbiategrasso, il Pubblico Ministero della Procura di Pavia, dott. Roberto Vincenzo Oreste Valli, ed il medico legale.
Al momento non sono note le cause della morta della piccola, che non presenta evidenti segni di violenza sul corpo.
MILANO – Anche il sabato appena trascorso ha fatto registrare numerosi interventi da parte dei Carabinieri a seguito di assembramenti, feste clandestine e violazione dei decreti da parte di titolari di esercizi pubblici.
Nel tardo pomeriggio di sabato 6 marzo, alle ore 18:00 circa, personale della Stazione Carabinieri di Castano Primo e del N.O.R. della Compagnia di Legnano, hanno proceduto al controllo di un bar sito in piazza Sant’Ambrogio a Vanzaghello e di un altro in via Villoresi a Turbigo in quanto al loro interno venivano trovate rispettivamente 4 e 6 persone assembrate ed intente a consumare bevande. Entrambi i locali venivano quindi temporaneamente chiusi per 5 giorni ed i 10 avventori venivano sanzionati amministrativamente per le violazioni delle disposizioni in materia di contenimento del contagio.
Alle 19:00 circa dello stesso giorno, a Cormano, i Carabinieri della locale Stazione hanno sanzionato 3 ragazzi, facenti parte di un gruppo più ampio di persone allontanatesi velocemente all’arrivo degli operanti, che erano assembrati presso la stazione F.N. Milano. Uno dei ragazzi inoltre, un 16enne italiano, è stato trovato in possesso di 0.34 gr. di hashish e quindi segnalato quale assuntore di sostanze stupefacenti.
Anche a Cologno Monzese in via Visconti, alle ore 20:00 circa di ieri, i Carabinieri della locale Tenenza, con l’ausilio di personale della Polizia Locale, hanno proceduto al controllo di numerosi avventori trovati a stazionare nei pressi di un minimarket di proprietà di un cittadino bengalese 37enne, che è quindi stato sanzionato per aver consentito la somministrazione di cibi e bevande nelle adiacenze del locale, con sospensione e chiusura dell’attività per 5 giorni. Nel complesso, al termine del controllo, sono state poi sanzionate per assembramento e mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, 8 persone.
Nella medesima serata, a Milano, personale della Compagnia Milano P.ta Monforte e del Nucleo Radiomobile sono intervenuti presso il parco “Metropolitana Cimiano” in quanto erano pervenute al 112 varie segnalazioni di assembramenti. Giunti sul posto, gli operanti hanno identificato e segnalato per l’inosservanza delle misure anti – covid, 7 cittadini sudamericani tra i 19 ed i 23 anni che si erano riuniti a consumare alcolici insieme ad altre decine di giovani che sono riusciti ad allontanarsi precipitosamente alla vista dei Carabinieri.
Più tardi, alle ore 22:30 circa, i Carabinieri della Tenenza di Cologno Monzese sono poi intervenuti in via Quattro Strade, sanzionando 4 stranieri di origine moldava per la violazione delle disposizioni sanitarie volte al contenimento del contagio e violazione del coprifuoco ed inoltre per non aver rispettato l’obbligo di indossare i previsti dispositivi di protezione individuale.
In ultimo in via Milano a Bresso, all’1 circa di questa notte, i Carabinieri della locale Stazione, dopo essere intervenuti per segnalato assembramento, hanno denunciato in stato di libertà per minaccia ed oltraggio a Pubblico Ufficiale due italiani di 20 e 21 anni che si trovavano insieme ad un altro soggetto ed in stato di alterazione dovuto all’abuso di sostanze alcoliche. Alla vista dei militari si sono dati alla fuga a piedi venendo però raggiunti e bloccati, durante le successive fasi di identificazione i due hanno iniziato ad inveire contro di loro con minacce e frasi oltraggiose. Tutti e tre i giovani sono inoltre stati sanzionati per la violazione delle norme anti – covid.
La Polizia di Stato, a seguito di controlli predisposti presso gli esercizi commerciali, prevalentemente di somministrazione di alimenti e bevande, al fine di verificare il rispetto delle prescrizioni imposte dal Governo per contenere l’espandersi della pandemia, ha sanzionato il titolare del bar denominato “MEET CAFE’, sito a Caltanissetta in Via L.Monaco.
Nel corso del controllo, è stato accertato che all’interno dei locali dell’attività in questione, dove erano presenti circa un centinaio di avventori, distribuiti nei tavoli con posto a sedere (in ottemperanza alle disposizioni impartite dalle linee guida del D.P.C.M.), due tavoli risultavano essere occupati da n.5 avventori anziché 4; identificati e opportunamente interpellati riferivano di non essere congiunti o conviventi.
Pertanto, si è proceduto alla contestazione della violazione dell’art.1 comma 10 Lett. “GG” del D.P.C.M. del 14.01.2021 (aree gialle), con riferimento all’art. 4 comma 1 del D.L. 25.03.2020 n.19 convertito con Legge n.35 del 22.05.2020, che prevede la sanzione amministrativa di euro 400,00 e la contestuale sanzione accessoria della sospensione dell’attività per giorni 5.
Si provvederà ad inoltrare alla competente Prefettura apposita informativa per i provvedimenti successivi, che vorrà adottare.