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Cronaca

Coronavirus e trasporti: chi risolve il sovraffollamento di treni e bus?

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Tempo di lettura 4 minuti Varate le misure per il personale viaggiante. Mentre sui treni e bus si continua a viaggiare ammassati

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Quarantena, zone rosse, incontri pubblici vietati, e guai a salutarsi con la stretta di mano o scambiarsi effusioni amichevoli o amorose in pubblico. Occorre stare a un metro di distanza dalle persone, si ripete, perché il coronovirus «è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso a distanza ravvicinata». Poi però si è costretti – per svariate ragioni – a fruire dei mezzi pubblici e a quel punto, una volta salito a bordo vettura, ci si accorge che quelle raccomandazioni sono acqua fresca.

Succede ogni giorno di viaggiare ammassati nei treni delle metropolitane o delle ferrovie ex-concesse, nei bus come tram e filobus romani. Di camminare gomito a gomito lungo le banchine, emblematico quanto accade nella stazione di Piazzale Flaminio, di stare, essenzialmente, al di sotto della distanza di sicurezza, raccomandata dal Governo e dal Comitato Scientifico. Circa 1miliardo e 200milioni i cittadini potenzialmente coinvolti, per essere chiari, tanti quanti sono i passeggeri trasportati ogni anno da Atac, secondo le stime rese note dalla stessa azienda. Ai quali si sommano e si incrociano gli utenti di Cotral, l’altra importante società pubblica del comparto, con circa 70milioni. Esclusi nel conteggio il personale front-line delle rispettive aziende e dei rispettivi esercizi.

Nei confronti di questi ultimi Atac, al pari della altre aziende di TPL italiane, dispone (D.O. 53 del 7 marzo) che «a partire da lunedì prossimo, 9 marzo, il personale di guida, salvo casi di emergenza, non aprirà la porta anteriore delle vetture per le quali non è disponibile l’accesso separato alla cabina guida. Sarà consentito l’utilizzo della porta centrale e/o posteriore. La misura rimarrà operativa fino al termine dell’emergenza sanitaria».

La disposizione non riguarda le vetture di ultima generazione di 12 e 18 metri, quelle che, in definitiva, hanno l’accesso segregato alla cabina guida, i bus a due porte e quelli elettrici (Gulliver) nonché i tram di ogni tipologia. Ma nelle ultime ore è emerso che alcuni bus di colore rosso, serie Urbanway Inveco, arrivate tre fa nelle rimesse, avrebbero una cabina non adeguatamente chiusa. Una riprova le immagini scattate da alcuni lavoratori, durante il servizio.  

Le cabine bus Urbanway messe sotto accusa
Banco di manovra treno Linea B

Sul fronte metroferroviario, un’altra immagine mostra la sporcizia che sarebbe stata trovata sul banco di manovra di un treno della Linea B, e ciò fa pensare che le operazioni di pulizia e di igienizzazione effettuate dovrebbero essere rafforzate, ripetute nel corso della giornata. A rimarcarlo anche le RSU nella nota trasmessa a poche ore di distanza dalla disposizione Atac. «Riconoscendo le iniziative messe in campo», esordisce il documento dei rappresentanti dei lavoratori, «richiedono un incontro per ulteriori chiarimenti riguardo: le tipologie e modalità di esecuzione degli interventi di sanificazione, incluse tempistiche e frequenze; pulizie delle cabine di guida, bagni e box di stazione; pulizie dei filtri e delle condotte d’aereazione del sistema di climatizzazione delle cabine guida dei materiali in servizio; tipologia e utilizzo dei prodotti e loro integrità, impiego delle mascherine, dotazione di un interfono nei box di stazione; comportamenti da adottare verso i passeggeri». A complicare la situazione, il fatto che il personale delle ferrovie ex-concesse, Roma-Viterbo, Roma-Lido e Roma-Giardinetti, entri in contatto coi passeggeri durante le operazioni di cambio-banco, differentemente dai colleghi delle metropolitane.

Sulla RomaTpl, società che gestisce il 30% dei chilometri di superficie di Roma Capitale, la tensione resta alta. Complice le note sindacali di SLM Fast-Confsal e USB, secondo le quali la Società non avrebbe «provveduto ad alcuna azione preventiva». Secca la smentita della diretta interessata, arrivata a stretto giro di posta, anche se «non notiamo nessuna massiccia azione di pulizia», rimbecca Cosimo Andretta (Fast-Confsal), «almeno dicono che lunedì 9 marzo dovrebbero arrivare i kit per il personale». Partita sospesa. Per il momento.

Fin qui le misure di prevenzioni nei riguardi dei dipendenti, legittime seppur con dei lati oscuri. Rinforzate dal comunicato 7 del 5 marzo con la quale Atac, nella persona di Cristiano Ceresatto, direttore del personale, riconosce l’emergenza sanitaria e, in ottemperanza del D.P.C.M. del 04/03/2020, invita i lavoratori, tra l’altro, a «evitare le strette di mano ed attenersi alla distanza minima di 1 metro».

E questo non fa altro che riportare l’attenzione all’interrogativo iniziale: cosa si fa per l’utenza? Ben poco si direbbe, al di là dei proclami. Treni e bus continuano a viaggiare pieni zeppi, nelle banchine delle stazioni/fermati si sgomita per raggiungere quanto prima l’uscita. È normale? Il Comitato Pendolari RomaNord si è rivolto direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «i treni affollati sono un veicolo privilegiato per il contagio e noi come pendolari ogni giorno rischiamo di ammalarci», si legge nella lettera, «purtroppo né la Regione Lazio, proprietaria della ferrovia, né Atac, gestore del servizio, sembrano aver appieno compreso il pericolo e continuiamo a viaggiare stipati come bestie, da sempre, in treni sporchi, affollati e quindi insalubri. Inoltre pensiamo anche a chi porta questi mezzi, persone come noi e quindi esposte al contagio, esattamente come noi». Come dargli torto? «La sanificazione è doverosa in quanto si tratta di una prescrizione obbligatoria e ci chiediamo come mai non sia stata fatta prima e con regolarità», aggiunge il Presidente Fabrizio Bonanni. «Per i treni della ferrovia Roma-Viterbo ad esempio, come si fa a garantire la distanza di sicurezza tra i passeggeri se le corse sono sempre di meno e quindi la gente si ammassa sui pochi treni circolanti, soprattutto in tratta extraurbana? Noi abbiamo la quarantena dietro l’angolo».

L’affollamento è quotidiano su treni e bus Atac

«Il sovraffollamento dei mezzi è un problema serio e va affrontato con concretezza», rincara l’associazione TrasportiAmo, «intanto sarebbe opportuno, per tutelare la salute dei passeggeri, intensificare le operazioni di igienizzazione delle vetture, delle banchine e degli atrii delle stazioni/fermate».

Costume e Società

Roma, una targa in ricordo di Mary Gayley Senni, co-fondatrice del Roseto

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C’è l’anima dei Castelli Romani nel roseto della città di Roma.
Mary Gayley nata a Birdsboro in Pennsylvania in uno dei viaggi in giro per il mondo incontra e si innamora del conte Giulio Senni di cui divenne moglie nel 1913.
Siamo ai primi del novecento: l’Art Nouveau la fa da padrone, Mascagni e le sue opere sono la colonna sonora e nel mondo letterario Hermann Hesse smuove coscienze e cuori.
La prima guerra mondiale smorza un po’ il sogno di questo inizio secolo ma Mary, ormai la contessa Senni, insieme al marito va a vivere a Grottaferrata, nel cuore dei Castelli Romani.
Nasce qui, nel giardino della sua villa, la passione per il giardinaggio: rose ed iris, in particolare.
La sua biografia ci racconta di un suo viaggio a Parigi e della vista al roseto del Parco di Bagatelle.
Al suo ritorno decide che anche Roma, città di cui è innamorata, debba avere il suo roseto.
Nel 1924 regala al Comune di Roma una prima collezione di rose provenienti dal suo giardino di Grottaferrata ma a causa della poca attenzione dell’allora Commissario Regio le rose vengono piantumate al Pincio: una dimostrazione di scarsa sensibilità che sminuisce il carattere sperimentale dell’iniziativa.
Mary Senni arriva al punto di chiedere la restituzione delle stesse rose talmente è delusa dal fatto.
Proprio a sottolineare la grandezza e l’intuizione di questa donna formidabile va ricordato che Armand Millet, botanico francese, diede il nome “Mary Senni” ad un iris “charmant et femminin” – incantevole e femminile.

l’iris Mary Senni

Dopo la guerra nacque il famoso Roseto di Roma.
Venerdì 17 maggio alle ore 15,00 nel Roseto di Roma Capitale vi sarà una cerimonia di posa della targa in memoria di Mary Gayley Senni, co-fondatrice del roseto ed ideatrice del Premio Roma per le nuove varietà di rose.
Un riconoscimento importante figlio di una sensibilità accresciuta verso l’universo femminile da sempre foriero non solo di idee ma che realizza, da sempre, sogni.

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Castelli Romani

Frascati, al via la settimana Calasanziana al santuario della Regina delle scuole pie

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Un cartellone ricco di eventi religiosi e culturali

Si parte il 18 maggio alle 19,00 con la rappresentazione sacra La Leggenda di Ognuno messa in scena dal gruppo teatrale amatoriale Amici delle Scuole Pie. A seguire il Triduo di preparazione alla Festa avrà inizio martedì 20 maggio, alle ore 17,00, con la recita del Santo Rosario al quale seguirà la Santa Messa presso il Santuario della Regina delle Scuole Pie in piazza delle Scuole Pie a Frascati.
Mercoledì 22 maggio dopo la Santa Messa ci sarà l’ inaugurazione del Portale artistico opera dello scultore tuscolano Roberto Scardella, già autore della Statua bronzea collocata sul campanile del Santuario.

La statua bronzea di Roberto Scardella posta sul campanile del Santuario

Un’ opera in ferro a maglia poligonale con inserti di terracotta realizzata dalla ditta Fiorella Caroni Ceramiche su matrice originale dello scultore che sarà collocato all’ingresso.
L’ importante è significativo evento artistico sarà accompagnato da un incontro moderato dal noto giornalista Rai Luciano Ghelfi cui prenderanno parte Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Padre Sergio Sereni Preposto provinciale d’ Italia dell’ Ordine dei Padri Scolopi e l’architetto Maria Grazia D’Amelio, docente dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Giovedì 23 maggio alle 17,30 solenne celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Stefano Russo, vescovo di Frascati. Al termine la tradizionale processione con il quadro La Regina delle Scuole Pie, miracolosa immagine donata da San Giuseppe Calasanzio alla Casa di Frascati nel 1617
Le celebrazioni calasanziane si concluderanno domenica 28 maggio con il concerto del coro gospel One voice previsto alle ore 19,00 nella piazza e diretto dal maestro Simone Negri.

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Castelli Romani

Colonna, elezioni: Fabio Pochesci presenta la sua squadra

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Con un avvio dedicato alla Festa della Mamma ed alla Giornata Internazionale dell’Infermiere un emozionatissimo Fabio Pochesci, nei Giardini Belvedere a Colonna, presenta la squadra di Uniti X Colonna con la quale proverà a diventare il nuovo sindaco della Città.
“Abbracciamo il futuro” è lo slogan che unisce questa gruppo compatto e solare che inizia la kermesse donando alle mamme presenti un fiore per ringraziarle.
La tensione è palpabile, tante le persone in piazza ad ascoltare questo gruppo di ragazze e ragazzi che sperano di poter scrivere una pagina nuova per la città di Colonna.

“Da domani metteremo le scarpe da ginnastica” dice ancora più sorridente Fabio Pochesci che poi, da bravo capitano, presenta uno ad uno i componenti della sua squadra.

Fabio Pochesci con Iughetta Cobucci

“Questo per me è un battesimo … e pensate che sono pure la più longeva del gruppo” dice scherzando Iughetta Cobucci ma che poi con chiarezza esclama “le idee non hanno colore né bandiere, vi chiediamo un voto di fiducia, una delega di fiducia”.
Poi è il turno di Luca Flamini “de chi so’ fijo?” dice scherzando; perché lui a Colonna ci è arrivato per amore e della città si è innamorato.

“Avete la possibilità di scrivere, con il vostro voto, una nuova pagina per Colonna” queste le parole di Alessandro Gelpi, consigliere uscente, che abbraccia fraternamente Fabio Pochesci; tra i due esiste una amicizia consolidata da anni e afferma “è questo uno dei valori aggiunti del nostro gruppo”.

Fabio Pochesci con Alessandro Gelpi

Serena Mazzocco si impegna con estrema decisione a far si che il Cimitero torni ad essere luogo accessibile a tutti “non è possibile che molti dei nostri anziani non possano recarsi dai propri cari defunti”.
Poi è il momento di Danilo Colagrossi, per tutti Archimede, che orgogliosamente ed emozionato come non mai afferma “sono il C900 della squadra, sono nato a Colonna e ci vivo da sempre”.
“Colonna deve diventare un hotspot, il punto di partenza, per chi vuole visitare Roma … abbiamo un obiettivo da realizzare tutti insieme: abbracciare il futuro con Fabio” queste le parole di Annarita Vitale, anche Lei “adottata” dal calore e dall’amore dei colonnesi.

Fabio Pochesci con Emiliano Bultrini

Sale in “cattedra” il prof: Emiliano Bultrini: “La politica è fare per la comunità, per i cittadini” e poi aggiunge tra gli applausi “belle le serrande affrescate ma sarebbero ancora più belle se aperte” impegnandosi a rilanciare il commercio che sta morendo nella città. E chiude con un frase davvero importante “la cultura non è un vezzo, è uno strumento che può e deve produrre ricchezza”. Gli applausi concludono il suo intervento.
Una emozionata Lia Calabrò, da sempre a Colonna, invita a dare fiducia alla squadra e, nel concludere, “è ora di respirare aria pulita”.
Ed è il momento della più piccola della squadra ma quella con la maggiore grinta: Flavia Cappellini.

Fabio Pochesci con Flavia Cappellini

“Poi ve spiego a chi so fija” dice scherzando perché orgogliosamente dice “sono la settima generazione di colonnesi”. E chiude il suo intervento dicendo “Quanto è importante la vita sociale? A Colonna è scomparsa e le strade stanno diventando terreno fertile per la malavita” e tra gli applausi aggiunge “noi giovani siamo troppe volte sottovalutati, dateci una mano a raggiungere l’obiettivo di riportare in alto la nostra Città”.
Il consigliere comunale uscente, Cristian Romagnoli, lo “sportivo del gruppo” invita ad una profonda riflessione: “è ora di coinvolgere in modo attivo e chiaro tutte le associazioni presenti a Colonna rendendole partecipi di ogni progetto” perché “ogni singola persona ha una abilità, una competenza e può di sicuro essere valore aggiunto”.

Fabio Pochesci con Cristian Romagnoli

Un combattivo Francesco Vescovi con estrema chiarezza afferma “siamo pronti a dare a Colonna una alternativa concreta ed un nuovo slancio … si respira un’aria diversa e la sensazione è forte”. Chiude tra gli applausi “noi non abbiamo nulla da perdere, possiamo insieme, stavolta, far vincere davvero la nostra città”.
“Il cambiamento a volte può fare paura ma noi siamo pronti ad ascoltare, a metterci a disposizione della città senza alcuna paura” queste le parole di Daniele Nardi che tra gli applausi lancia il grido “Se non ora, quando?”

E poi è il turno di Fabio Pochesci poche parole ma lo sguardo dritto e fiero da vero combattente “Vedo molto nervosismo tra i miei avversari rinnovo l’invito ad un confronto leale ed onesto” e poi abbraccia la sua squadra … la partita è solo all’inizio.

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