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Economia e Finanza

Cura Italia: ecco le prime modifiche proposte da AssoConsum in Commissione Giustizia al Ministero Sviluppo Economico

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Nella serata di ieri AssoConsum ha inoltrato al Ministero dello Sviluppo Economico alcune proposte di modifica al decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 c.d. “Cura Italia”.

“Si tratta, precisamente, di tre iniziative di rivalutazione normativa in materia tributaria finalizzate ad una migliore tutela di cittadini-consumatori, famiglie, piccole-medio imprese.

Soprattutto in questo drammatico periodo storico, di impatto sociale enormemente negativo, è necessario che l’apporto collaborativo istituzionale che ora ci compete possa contribuire ad un inquadramento quanto più ottimale delle norme.

Motivo, quest’ultimo, per cui l’associazione immediatamente dopo la promulgazione del decreto da parte del Presidente della Repubblica ha attivato la Consulta Legale Nazionale (da poco più di un anno istituita proprio per il vaglio di più ampio raggio delle questioni giuridiche rilevanti) al fine di considerare il disposto di legge nella sua interezza.

Attesa l’evoluzione dell’emergenza coronavirus ed l’iter parlamentare già iniziato per l’eventuale conversione in legge del decreto Cura Italia  è chiaro che il tempo diventa davvero prezioso; ragione per cui AssoConsum ha considerato vitale in questo momento offrire alla Commissione Giustizia del MISE un primo ventaglio di proposte che, con ogni buona probabilità, verrà ampliato coinvolgendo anche altri settori giuridici interessati come ad esempio l’ambito bancario, alimentare, amministrativo, assicurativo, ecc.”.

Qui di seguito l’abstract delle proposte AssoConsum, in materia tributaria, inviate al Ministero Sviluppo Economico per la Commissione Giustizia

  1. all’art. 67 si propone la non conversione dell’ampliamento, per combinato disposto, dei “TERMINI DI DECADENZA E PRESCRIZIONE” – Non convertire in legge l’ultimo comma (n. 4) atteso che, ove mai consentita l’applicabilità dell’art. 12, co. 2, del D.Lgs. 159/2015, si genererebbe una violazione del principio di eguaglianza e parità di trattamento – art. 3 Costituzione – tra Amministrazione pubblica e Cittadini (segnatamente in sfavore di quest’ultimi). 

In caso di conversione in legge della suddetta disposizione, invece, prevedere una norma d’interpretazione autentica, ai sensi dell’art. 1 co. 2, LEGGE 212/2000 (Statuto dei Contribuenti), inserendo nel testo di legge (a deliberarsi) il progressivo art. 67 bis mediante il quale chiarire che “l’Istituto della sospensione dei termini delle attività degli uffici degli Enti Impositori e degli Agenti della Riscossione non può intendersi, ad ogni modo, in sfavore del cittadino-contribuente non applicandosi, per l’effetto, alcuna proroga del termine sino al 31 dicembre del secondo anno successivo rispetto al giorno di dichiarata fine dello stato di emergenza (quale evento eccezionale) dovendosi pertanto applicare solo la sospensione effettiva”. 

  • all’art. 67 si propone il “BLOCCO DI TUTTE LE ATTIVITA’ DEGLI UFFICI IMPOSITORI ED ESATTORIALI” – Prevedere con disposizione aggiuntiva, avente progressivo comma 5, l’applicazione espressa del «divieto di notificazione di atti esattoriali di qualsiasi natura per tutto il periodo di dichiarata emergenza di cui alla Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 (durata di 6 mesi)»; quanto innanzi attesa l’inesistenza oggettiva di alcuna menzione specifica riguardo l’art. 12, co. 3, D.Lgs. 159/2015 nel Decreto Legge.

Prevedere, altresì, una estensione totale del blocco suddetto a tutte le misure cautelari (ipoteca e fermo amm.vo), ai pignoramenti, a tutti gli atti intesi e qualificabili non puramente ed esclusivamente esattoriali come ad esempio i provvedimenti di cui agli artt. 29 e 30 del D.L. 78/2010, le iscrizioni a ruolo di ogni genere e tutti gli atti preordinati a quest’ultime attività (il riferimento è, quindi, a liquidazioni, controlli, accertamenti, ecc.); estensione da prevedersi nel testo (a deliberarsi) ad abundantiam rispetto ad attività di verifica, in essere o da iniziare, pur con «presunzioni» (fatte salve le attività di polizia tributaria inerenti indagini ricadenti in sfera mafiosa od altre da specificarsi opportunamente).

In virtù della vigente autonomia delle Regioni e degli Enti Locali, in ogni caso, estendere il blocco di cui innanzi a tutte le fattispecie regionali, provinciali, comunali ed ad atti dei riscossori privati. Il tutto nel doveroso rispetto del principio di capacità e proporzionalità contributiva di cui all’art. 53 della Costituzione e dei Principi della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo;

  • all’art. 68 si propone “AMPLIAMENTO SOSPENSIONE TERMINI DI PAGAMENTO” – Deliberare una norma d’interpretazione autentica, ai sensi dell’art. 1, co. 2, della legge 212/2000 (Statuto dei Contribuenti), inserendo nel testo di legge (a deliberarsi) il progressivo art. 68 bis volto a chiarire che «la sospensione dei termini dei versamenti in scadenza nel periodo intercorrente dal giorno 8 marzo al giorno 31 maggio 2020, derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, va applicata ai piani di rateazione di cui all’art. 19 del D.P.R. n. 602/1973 anche laddove concessi dai riscossori privati in ragione degli artt. 52 e 53 del D.Lgs. 446/1997».

Prevedere all’art. 68 l’inserimento del comma 1 bis mediante il quale riconoscere l’estensione del regime di sospensione dei termini di versamento anche alle casistiche di adesione e/o di definizione alternativa che fuoriescono dalla specifica di cui in decreto e cioè, a titolo di esempio, le forme rateali delle comunicazioni d’irregolarità, controllo formale, avvisi bonari, accertamento con adesione, mediazione contenziosa, ecc.

Economia e Finanza

Conti pubblici, i temi caldi dell’autunno

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L’avvio di una procedura Ue nei confronti dell’Italia apre le porte alla trattativa sull’asse Roma-Bruxelles in vista della manovra d’autunno. Cruciale non solo l’impegno per la correzione dei conti ma anche la spinta della crescita condizionata all’attuazione del Pnrr da circa 191 miliardi di euro.

Le raccomandazioni della Commissione europea erano attese al ministero dell’Economia, reo lo sforamento del deficit nel 2023 lievitato al 7,4% del pil sotto il peso delle spese post-Covid e della mina del superbonus; stessa sorte per altri sette Paesi membri, tra i quali la Francia. Nessun ritorno all’austerity però, “perché sarebbe un terribile errore”, ha chiarito nei giorni scorsi il commissario Ue agli affari economici Paolo Gentiloni.

In base alle attenuanti previste dal Patto di Stabilità riformato Roma dovrebbe tagliare il disavanzo dello 0,5-0,6% del pil (circa 10-12 miliardi) ogni anno per sette anni, quindi fino al 2031 incluso, attraverso una strategia credile monitorata da Bruxelles anche sul fronte della spesa pubblica. La proposta di procedura approderà al tavolo del Consiglio Ecofin di luglio per il via libera. Dopodiché il Mef dovrà presentare entro il 20 settembre il documento che ha preso il posto della vecchia Nadef, il Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psb) con le stime programmatiche su crescita, deficit e debito e da cui si evincerà l’entità dell’aggiustamento del 2025.

La correzione impone al governo di trovare coperture equivalenti per finanziare le misure della nuova Finanziaria, visto che la leva del deficit sarà per sette anni off limits. E l’esecutivo ha in più sedi confermato la volontà di riconfermare il taglio del cuneo fiscale (quasi 11 mld) e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef (oltre 4 mld), per un totale di circa 15 miliardi. Se così non fosse salirebbero le tasse per un valore medio pari a 100 euro al mese nelle buste paga di 14 milioni di cittadini. Le coperture verrebbero reperite tra i risparmi dell’Assegno di inclusione (circa 3 mld), dal taglio dell’Ace (4 mld) e dalle risorse della lotta all’evasione e del concordato biennale.

Ma in scadenza ci sono altre misure per circa 5 mld complessivi: dagli stanziamenti per la nuova Sabatini e gli investimenti nelle Zes (1,9 mld) alla detassazione dei premi di produttività aziendali (833 mln), il taglio del canone Rai (430 mln) o l’anticipo pensionistico (260 mln), solo per citarne alcune.

Per rispettare gli impegni con l’Ue sarà cruciale la correzione dei conti ma anche l’andamento della crescita presente e futura, con il Pnrr a fare da traino con un impatto aggiuntivo stimato di 3 punti percentuali cumulativi fino al 2026 e di 9,6 punti in più fino al 2050, secondo l’Upb. Intanto questa mattina alle 11 è in programma la cabina di regia convocata dal ministro per le Politiche Ue Raffaele Fitto a Palazzo Chigi per fare il punto sull’attuazione dei 37 obiettivi che danno all’Italia il diritto di chiedere gli 8,5 miliardi della sesta rata, mentre si dovrebbe chiudere a stretto giro di posta l’esborso del quinto pagamento da 10,6 miliardi collegati ai 52 obiettivi del secondo semestre 2023.

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Castelli Romani

Bcc Colli Albani, assemblea dei soci: un impegno concreto per il futuro del territorio

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Presenti circa 1.500 persone al PalaCesaroni di Genzano

Nel suggestivo scenario del Palacesaroni di Genzano, si è svolta l’assemblea annuale della Banca di Credito Cooperativo (Bcc) Colli Albani, un evento che ha evidenziato il solido stato di salute finanziaria dell’istituto e il suo impegno verso la comunità locale.

Il focus principale dell’assemblea è stato il bilancio e la relazione del 2023, che hanno confermato l’ottima performance della Bcc Colli Albani nel corso dell’anno precedente. Grazie a una gestione oculata e prudente, la banca ha continuato a crescere in modo stabile e sostenibile, garantendo ai soci e ai clienti una solida base finanziaria.

Presente il deputato e sindaco di Lanuvio Andrea Volpi che si è complimentato pubblicamente: “Ciò che apprezziamo oggi – ha detto – è il frutto di un lavoro iniziato quasi 80 anni fa, un risultato maturato grazie al lavoro di uomini illuminati e da soci che nel tempo hanno visto ripagata la fiducia prestata. La fortuna di poter contare su una BCC locale risiede nella prossimità, risiede nell’umanità e nei valori che rappresenta, risiede nella capacità di sostenere e partecipare iniziative imprenditoriali.  La traccia di questo segno è ben evidente in tantissime azioni sul sociale, sulla sostenibilità, sullo sport, sulla cura degli spazi pubblici. Continueremo a lavorare in sinergia avendo ben in mente l’obiettivo primario della cura del bene comune e del sostegno ai nostri Comuni”.

Presenti anche il sindaco di Genzano Carlo Zoccolotti, il primo cittadino di Marino, Stefano Cecchi, il Vescovo di Albano Vincenzo Viva, il Direttore Generale Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di Bonifica dott. Massimo Gargano.

Non è mancata la partecipazione delle Forze dell’Ordine. Polizia Locale, Carabinieri di Genzano, Albano e Nemi. Inoltre la Protezione Civile di Genzano ha prestato servizio per la sicurezza dei numerosi presenti unitamente al servizio di vigilanza privato incaricato dalla BCC Colli Albani.

Un aspetto particolarmente rilevante emerso durante l’assemblea è l’accentuato impegno della Bcc Colli Albani verso l’ambiente e il risparmio energetico. A tal fine, l’istituto ha annunciato la fondazione di una comunità energetica, un’iniziativa innovativa che mira a promuovere la sostenibilità ambientale e a favorire la transizione verso fonti energetiche rinnovabili nella comunità locale.

Inoltre, la Bcc Colli Albani ha evidenziato il suo ruolo sociale attraverso la Mutua Cam, fondata proprio dalla banca, che garantisce rimborsi spesa sanitaria ai soci e supporta una vasta gamma di servizi culturali, tra cui teatro, sport e turismo. Questa iniziativa dimostra l’impegno della banca nel promuovere il benessere e lo sviluppo della comunità locale, oltre a offrire vantaggi tangibili ai propri soci e clienti.

Il Presidente della Bcc Colli Albani, Maurizio Capogrossi, è stato elogiato durante l’assemblea per il suo esemplare impegno e la sua leadership nella gestione dell’istituto di credito. Capogrossi è considerato un esempio tangibile di vicinanza al territorio e di collaborazione con le amministrazioni locali, la Asl, le istituzioni militari, religiose e civili. La sua visione inclusiva e orientata alla comunità ha contribuito in modo significativo al successo e alla reputazione della Bcc Colli Albani nella regione.

L’assemblea della Bcc Colli Albani al Palacesaroni di Genzano ha confermato il ruolo cruciale dell’istituto di credito nella promozione dello sviluppo economico e sociale della comunità locale. Attraverso iniziative innovative, come la fondazione di una comunità energetica e la promozione di servizi culturali e sanitari, la Bcc Colli Albani continua a dimostrare il suo impegno verso il benessere e il progresso della sua comunità di riferimento.

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Economia e Finanza

Agricoltura, decreto fotovoltaico: sì ai pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sollevati

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Sì ai pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sollevati da terra, in modo da permettere l’attività agricola sotto.

Gli impianti potranno anche essere realizzati in cave e vicino ad autostrade. Sono fatti salvi anche i progetti previsti dal Pnrr e quelli che hanno già presentato l’istanza per la realizzazione. E’ questa la decisione presa dal Cdm sul punto più spinoso del Decreto di aiuti al settore agricolo che il ministro Francesco Lollobrigida ha portato oggi in Consiglio dei ministri. “C’è stata grande serenità – ha detto Lollobrigida al termine della riunione – col collega dell’Ambiente Pichetto su un norma del 2021.

Dopo quattro anni poniamo fine alla installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, ovviamente con grande pragmatismo. Abbiamo scelto di limitare ai terreni produttivi questo divieto, quindi nelle cave e nelle aree interne ad impianti industriali si potrà continuare a produrre queste agroenergie. Il tutto a salvaguardia dei piani Pnrr che non intendiamo mettere in discussione in alcun modo”. L’obiettivo, ha poi aggiunto, è quello di non sottrarre all’agricoltura terreni di pregio. La bozza del provvedimento prevedeva di fatto un divieto per l’agrivoltaico, cioè il fotovoltaico sui terreni agricoli: “le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”.

Un divieto chiesto da tempo a gran voce da Coldiretti. e sostenuto con convinzione dal ministro Francesco Lollobrigida. Sembra anzi che il titolare dell’Agricoltura considerasse lo stop come il punto più importante del suo decreto di aiuti. Il problema è che l’agrivoltaico è considerato invece strategico dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, per sviluppare le fonti rinnovabili in Italia. Il Mase a febbraio ha varato un decreto che stanzia 30 milioni all’anno per vent’anni per questo settore. L’obiettivo è di arrivare a oltre 1 Gigawatt di potenza installata già nel 2026. Quando la bozza ha cominciato a girare la scorsa settimana, il Ministero guidato da Gilberto Pichetto ha fatto subito sapere che il divieto dell’agrivoltaico “non era condiviso”. Il ministro non ha gradito la fuga in avanti del collega, che evidentemente aveva deciso sulla materia senza consultarlo, nonostante fosse anche di sua competenza. Dalla fine della scorsa settimana, è partita una trattativa fra i due ministeri per arrivare a un compromesso. Raggiunto in Cdm.

“Rafforziamo il ruolo del commissario per la siccità Nicola Dell’Acqua, che ha predisposto un piano straordinario e lo autorizziamo a svolgere gli interventi di urgenza per riuscire a efficientare il sistema idrico italiano”. Così il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, illustrando il decreto varato in Consiglio dei ministri, dove è stato audito il governatore della Sicilia Renato Schifani. Serve una “pianificazione per affrontare in termini infrastrutturali una criticità ormai ciclica – ha aggiunto -: la siccità non è un’emergenza, ogni cinque anni circa colpisce in modo devastante il nostro territorio, in questo caso la Sicilia ma è capitato ad altre regioni. Con il cambio climatico gli effetti rischiano di aumentare”.

Su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il Governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi, in relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana. È stato anche deliberato un primo stanziamento di 20 milioni di euro per consentire alla Regione di far fronte all’attuazione degli immediati interventi.

“Diamo la possibilità di ampliare il ruolo di guardia venatoria alle associazioni legittimate allo svolgimento dell’antibracconaggio e del controllo dello svolgimento regolare di tutte le attività previste per legge”, dice il ministro Lollobrigida. “Questo – ha spiegato – ampia lo spettro delle associazioni che potranno avere, con una certificazione che deve essere data a coloro che svolgono questa funzione, il controllo in particolare dell’antibracconaggio, che è l’elemento sul quale auspichiamo si muovano le guardie che hanno questo tipo di configurazione”.

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