Importante incontro presso l’Universitร degli studi internazionali di Roma
โ๐ธ๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐๐ ๐. ๐ผ๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ฃ๐๐ ๐๐๐๐๐โ questo il titolo dell’evento che si รจ tenuto lo scorso venerdรฌ all’Universitร degli studi internazionali di Roma a cura della Commissione Terza Missione di ateneo e del Centro di Ricerca DRC – Disability Research Centre.
“๐ถ๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐ฃ๐๐๐๐๐ ” il messaggio fondamentale alla base dellโincontro.
Prezioso lโintervento del ginecologo e esperto in endometriosi Fiorenzo De Cicco Nardone che ha spiegato quelle che sono le caratteristiche principali della malattia e che ha sottolineato quanto sia importante ascoltare il proprio corpo quando manda dei segnali.
Ad intervenire anche Alessandro Frolli, neuropsichiatra infantile, docente e direttore del Centro di Ricerca sulle disabilitร DRC UNINT e Michela Califano, consigliera in Regione Lazio, e prima firmataria della legge โEndometriosi 4.0โ.
Michela Califano Consigliere in Regione Lazio e prima firmataria della proposta di legge sull’endometriosi che porta il suo nome
Di gran valore la testimonianza della studentessa Francesca Volpe che ha permesso di toccare con mano gli effetti dellโendometriosi sulla vita quotidiana e le sue ripercussioni dal punto di vista psicologico e sociale. Lโimpatto del dolore cronico รจ stato rappresentato anche attraverso la realtร virtuale, grazie ad un esperimento condotto dallโesperto Marco Borgese e che ha visto protagonista proprio la studentessa.
Lโintero incontro รจ stato moderato da Sara Rizzo sociologa, docente e coordinatrice del Centro di Ricerca sulle disabilitร DRC UNINT e da Chiara Rai, giornalista de Il Messaggero e direttore de L’Osservatore d’Italia e si รจ concluso con unโinteressante sessione di domande e risposte.
Saranno gli investigatori i protagonisti dell’indagine e dell’arresto a raccontare la lunga caccia a Battisti
Andrร in onda il 1ยฐ aprile in prima serata su Rai 3 โCaccia allโuomo. Cesare Battisti una vita in fugaโ, la docufiction coprodotta da Rai Fiction e Indigo Stories per la regia di Graziano Conversano che racconta la fine della fuga lunga trentasette anni e lโarresto dellโex terrorista pluriomicida Cesare Battisti.
Una grande โcaccia allโuomoโ, frutto di una operazione internazionale che grazie alla costanza della Polizia di Stato e alla collaborazione delle forze dellโordine boliviane, ha cosรฌ reso giustizia alle vittime e ai loro parenti, con la condanna allโergastolo in via definitiva in Italia, per quattro omicidi compiuti negli anni Settanta.
Trentasette anni tra Europa e Sud America, polemiche, intercettazioni e pedinamenti, durante i quali Battisti ha sempre trovato il modo di sottrarsi alla giustizia. Fino al 12 gennaio del 2019. Viene arrestato a Santa Cruz de la Sierra da una squadra speciale dellโInterpol formata da poliziotti italiani e boliviani. Al momento del fermo ha 64 anni, era in fuga piรน o meno dal 13 dicembre, quando la Corte Suprema del Brasile, paese in cui viveva dal 2004, ne aveva ordinato lโarresto in vista di una possibile estradizione in Italia, negata in precedenza dallโex Presidente Luiz Inรกcio Lula da Silva.
In Caccia allโuomo saranno gli investigatori i protagonisti dell’indagine e dell’arresto a raccontare la lunga caccia a Battisti: non solo strategia investigativa, tecnologia e mezzi innovativi, ma anche le emozioni di chi quotidianamente compie con abnegazione e grande professionalitร il proprio mestiere nell’ombra. Una ricerca incessante, serrata e densa di colpi di scena per scovare il latitante in un territorio sconfinato del Sud America, con poche tracce da seguire, fatta da uomini e donne dello Stato abituati a lavorare lontano dai riflettori, con dedizione e spirito di gruppo.
Le testimonianze e le ricostruzioni dei poliziotti che hanno condotto le ricerche negli ultimi anni della sua clandestinitร – Eugenio Spina, Giuseppe Codispoti, Emilio Russo e Cristina Villa – ci guidano in tutte le complesse fasi dellโoperazione.
Caccia allโuomo ripercorre le contraddizioni dellโItalia degli anni di piombo, i complicati rapporti diplomatici tra i paesi coinvolti, ricostruisce le tante maschere e le mille vite di Battisti anche attraverso le testimonianze dei protagonisti di quegli anni e dei parenti delle vittime: Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi Torregiani, il gioielliere ucciso in un agguato dei PAC perchรฉ ritenuto un โgiustiziere di proletariโ, e Maurizio Campagna, fratello di Andrea Campagna, il giovane agente della Digos freddato da cinque colpi di pistola alla schiena esplosi proprio da Battisti. E ancora, Arrigo Cavallina, lโex terrorista fondatore dei Proletari Armati per il Comunismo, Michele Valsenise, ambasciatore dโItalia in Brasile tra il 2004 e il 2009, lo storico Alessandro Giacone, i giornalisti Giovanni Bianconi e Carlo Bonini.
A corredo della narrazione materiale esclusivo fornito dalle forze dell’ordine: interviste agli investigatori e documenti che ricostruiscono la storia criminale di Cesare Battisti e la sua latitanza.
Caccia allโuomo. Cesare Battisti una vita in fuga รจ prodotto da Rai Fiction e Alessandro Lostia per Indigo Stories. Regia di Graziano Conversano; soggetto e sceneggiatura Giovanni Filippetto e Jan Ronca; direttore della fotografia Luigi Montebello; scenografia Barbara Vandi, Emanuela Rota; costumi Daniela Guastini; montaggio Michele Castelli; musiche Giorgio Spada; casting My casting; aiuto regia Adriano Candiago; fonico Davide Pesola; direttore di produzione Luca Guerra; produttore esecutivo Andrea Magnaschi; produttore RAI Lorenza Bizzarri.
Enrico Galmozzi, fondatore di Prima Linea: ‘Che goduria!’
La Cassazione francese ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei 10 Br degli anni di piombo in Italia.
ย “La Corte di Cassazione – si legge nel dispositivo annunciato oggi a Parigi sull’estremo ricorso contro il rifiuto di estradare i 10 ex Br in Italia – respinge i ricorsi presentati dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Parigi contro le decisioni della Corte d’Appello,ย ritenendo che i motivi addotti dai giudici, che discendono dal loro apprezzamento sovrano, sono sufficienti”.ย La Cassazione conclude che “il parere sfavorevole sulle richieste sfavorevoli alle richieste di estradizione รจ, in considerazione di ciรฒ, definitivo”.
Il rifiuto di accogliere il ricorso alla Corte di Cassazione sull’estradizione di 10 ex militanti di estrema sinistra italiani, in gran parte ex delle Brigate rosse, rifugiati in Francia dopo gli “anni di piombo”, era atteso.
Per i 10 , di cui 8 uomini fra i quali Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi, e 2 donne (le ex Br Marina Petrella e Roberta Cappelli), il tribunale francese aveva giร negato, il 29 giugno dello scorso anno, l’estradizione chiesta dall’Italia. La presidente della Chambre de l’Instruction aveva motivato il rifiuto con il rispetto della vita privata e familiare e con il diritto a un processo equo, garanzie previste dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, il giorno dopo, aveva perรฒ affermato che “quelle persone, coinvolte in reati di sangue, meritano di essere giudicate in Italia”. Di conseguenza, il procuratore generale della Corte d’appello di Parigi, Rรฉmy Heitz, in rappresentanza del governo, aveva immediatamente presentato un ricorso alla Corte di Cassazione, ritenendo necessario appurare se gli ex terroristi condannati in Italia in contumacia beneficeranno o meno di un nuovo processo se la Francia li consegnerร . Lo stesso procuratore contestava la decisione del tribunale sulla presunta violazione della vita privata e familiare degli imputati.
“Quanto mi fa godere la Cassazione francese…”. Questo il commento su Facebook di Enrico Galmozzi, fondatore delle Brigate combattenti di Prima Linea, alla decisione dei giudici di Parigi di confermare il rifiuto all’estradizione dei 10 ex Br degli anni di piombo in Italia. Galmozzi รจ stato condannato per gli omicidi dell’avvocato Enrico Pedenovi e del poliziotto Giuseppe Ciotta.
Il grande Carlo Pedretti, a cui va dato il merito di avere fatto conoscere e amare Leonardo da Vinci dal grande pubblico, e col quale ho avuto lโonore di collaborare e confrontarmi negli ultimi anni della sua vita, mi diceva:
โSe trovi la parola โscopertaโ in uno dei miei scritti – e ne aveva scritti davvero tanti – pago quello che crediโ.
Questo stava a significare il valore attribuito alla ricerca scientifica, fondata su atti certi e documenti di archivio o testimonianze, che caratterizzava senza flessioni la sua immensa bibliografia su Leonardo.
Alberto Angela con Carlo Pedretti
Si puรฒ dire che lโamico Pedretti โtolleravaโ il mio approccio โintuitivoโ, comunque frutto di studi e ricerche seppure non probanti, in quanto ero anche architetto, artista e pertanto in qualche modo โdominatoโ dalla fantasia e dalla creativitร ; valori che Pedretti ammirava come qualitร e di cui era ricco nello spirito e nelle capacitร manuali.
Ma, altrettanto, nel profondo, Carlo Pedretti era affascinato dagli studi di iconologia-iconografia, il metodo che individua oltre la tecnica esecutiva (che spesso annoia gli studenti e il grande pubblico), il significato e il messaggio di unโopera (in cui generosamente mi definรฌ โamico e collega particolarmente preparatoโ), tanto da scrivere un articolo nel 1994 dal titolo emblematico โlโiconografia, o lโiconologia, una disciplina che รจ andata eclissandosi durante lโultimo ventennioโ.
Perchรฉ dico questo? Perchรฉ per anni da chi era vicino a Pedretti, e si reputava suo erede intellettuale (ed erano davvero tantiโฆ) sono stato snobbato perchรฉ alla base delle mie ricerche non cโerano documenti โscopertiโ in qualche archivio; tanto da indurmi infine a โraccontareโ le mie teorie (che venivano definite โcongettureโ, sebbene frutto di studi e confronti, e come tali ignorate dal mondo degli studiosi identificati col metodo scientifico), in forma romanzata.
Oggi mi salta inevitabilmente agli occhi la parola โrivelazioneโ che accompagna sulla stampa nazionale e internazionale il โromanzoโ di Carlo Vecce โIl sorriso di Caterina – La madre di Leonardoโ in cui si โscopre e rivelaโ che la madre di Leonardo, Caterina, era una schiava dei paesi dellโEst, in particolare del Caucaso, rapita da pirati commercianti di schiavi sulle coste del Mar Nero.
Senza nulla togliere a Carlo Vecce come studioso e collaboratore stimato in tanti lavori di Carlo Pedretti, che non รจ stato citato fra tanti altri nei ringraziamenti in calce al libro, egli basa il suo romanzo su un documento dโarchivio in cui il notaio Piero da Vinci, comunemente ritenuto il padre di Leonardo, redigeva lโatto di liberazione dalla schiavitรน di Caterina. Da questo ad asserire che quella Caterina fosse la madre di Leonardo e che fosse lโamante (o peggio il sollazzo sessuale come emerge in alcune riviste) del notaio Piero da Vinci, il terreno scivola, nel secondo caso tristemente, dal piano scientifico a quello congetturale.
Allora la parola โrivelazioneโ per onestร intellettuale dovrebbe essere rivista; ma soprattutto, se siamo nellโambito della โintuizioneโ, quella di Carlo Vecce allora non ha la primogenitura.
Perchรฉ asserisco questo? Perchรฉ la prima ipotesi che la madre di Leonardo dal nome Caterina fosse una schiava risale a Renzo Cianchi, non citato, che in un saggio pubblicato dal figlio Francesco nel 2008, dal titolo inequivocabile โLa madre di Leonardo era una schiava?โ, ipotizzรฒ questa tesi.
Ma ben oltre10 anni prima del libro di Carlo Vecce, nel 2012, lโipotesi che la madre di Leonardo fosse una schiava dellโEst, unโancella del tempio dellโIsola dei Serpenti nel Mar Nero, proveniente ancora da piรน lontano e rapita da pirati, appartiene al mio libro โLa madre di Leonardo – Schiava e deaโ. In quel libro, sempre in chiave romanzata ma non del tutto inattendibile, ipotizzo che il padre Piero non fosse il notaio da Vinci, prestatosi alla copertura del piรน importante personaggio, ma Piero deโMedici, il padre di Lorenzo il Magnifico (del resto anche Cosimo deโMedici, padre di Piero e nonno di Lorenzo deโ Medici ebbe un figlio proprio da una schiava circassa). Andrebbe maggiormente indagata a riguardo la frase, e il suo significato, che Leonardo, abbandonando Roma deluso da Giuliano deโ Medici e da Papa Leone X Medici, scrisse con amarezza: โI medici mi crearono e mi distrusseroโฆโ
Ma, se non bastasse, ho ripreso questa ipotesi nel libro del 2017 โNoi siamo Leonardo?โ dove in modo ancora piรน preciso e anticipatore rispetto alla โrivelazioneโ di Carlo Vecce ipotizzo la provenienza di Caterina, la madre di Leonardo, dal Caucaso.
In entrambi questi volumi non ebbi lโaccortezza di citare lo studio di Renzo Cianci, ma si trattava di romanzi puri e non anticipati come โrivelazioneโ storica, e comunque ebbi modo di scusarmene con la signora Cianchi correndo ai ripari nella mia pubblicazione del 2020 โIl Misticismo di Leonardo da Vinci (uomo senza lettere e fede) dialogo con Carlo Pedretti e altriโ dove ripropongo il tema del rapporto formativo fra Leonardo e la madre (la schiava circassa) Caterina.
Perchรฉ ho fatto queste precisazioni? Perchรฉ quando si sviluppa un romanzo su un tema giร scaturito dalla fantasia di altri, magari scrivendolo forse anche meglio e piรน ricco di particolari, ritengo sia comunque doveroso citare chi ha giร trattato lโargomento e il tema che ne costituisce la base o lโessenza creativa: in questo caso che la madre di Leonardo fosse una schiava dellโEst e che avesse avuto, per le sue origini e sapere, una grande influenza, fino ad essere identificata nella Gioconda (come sosteneva Freud) per la grandezza di Leonardo, uomo universale.
Ma soprattutto intendo stavolta, dopo tanti anni di studi, โmettere le mani avantiโ per quanto potrร servireโฆ, almeno su altre quattro probabili future โRIVELAZIONIโ da parte di altri autori, che elenco di seguito e sulle quali fino ad ora, lo stesso gruppo che ha partecipato al lavoro di Carlo Vecce, ha assunto negli anni uno sprezzante, silenzioso distacco.
Il primo argomento, come scrivo in โLโaltro Leonardo – I mostri e la bellezza di Da Vinciโ del 2009, รจ che le principali opere di Leonardo, fra cui La Gioconda e il San Giovanni Battista, se specchiate, contengono al loro interno immagini allโinsegna della teoria dellโarmonia degli opposti e rispettivamente una Gargoyle (e altro ancoraโฆ) e un Bafometto, quali anticipazioni di quelle anamorfosi che, come ricorda Pedretti, Leonardo sviluppรฒ sul finire della vita.
Il secondo argomento รจ il contenuto del libro โLeonardo da Vinci e il (disegno del) territorio viventeโ del 2013, dove sostengo che quel disegno non รจ una semplice rappresentazione topografica di un paesaggio ma contiene al suo interno un elaborato messaggio frutto di figure nascoste nelle rocce, simile allโantica tecnica cinese, e quindi eseguito, con riflessione e meditazione, in piรน tempi. Riscontro con soddisfazione che durante il recente restauro dellโopera presso lโOpificio delle Pietre Dure di Firenze รจ emerso che il disegno รจ stato eseguito in piรน tempi e con piรน inchiostri e non รจ un disegno realizzato, pertanto, durante un viaggio e in pochi minuti come asserivano con determinazione vari studiosi.
ย Il terzo argomento, รจ riferito alla scultura dellโAngelo Annunciante di San Gennaro che Carlo Pedretti nel 1999 attribuรฌ al giovane Leonardo da Vinci. Dopo la scomparsa di Pedretti mi occupai come promotore e coordinatore del restauro dellโopera, generosamente finanziato da comuni amici Russi. Allโepoca, era il 2019, fui diffidato ย dal โlegareโ lโopera al nome di Leonardo in quanto dal restauro avrebbe potuto emerge, tratti in inganno da maldestre ridipinture settecentesche, che la scultura fosse di tale epoca con grande conseguente discredito per lโintuizione โerrataโ di Pedretti. Andai avanti con la mia convinzione, in linea con quella di Pedretti, ed emerse inequivocabilmente dal magistrale restauro eseguito dallโOpificio delle Pietre Dure che lโopera era quattrocentesca, di ricca finitura ed eseguita da mano esperta e veloce.
LโAngelo annuncianteโ della Pieve di San Gennaro in Lucchesia
Questo andava a confermare la mia teoria che lโopera potesse appartenere, andando cosรฌ oltre Pedretti, a Leonardo in etร matura, eseguita durante i suoi sopralluoghi a San Gennaro e dintorni per la realizzazione della mappa (oggi a Windsor) funzionale agli studi per la deviazione del fiume Arno fra il 1503-1504.
Successivamente questa tesi, circa lโappartenenza dellโopera a Leonardo adulto, รจ stata suffragata da una testimonianza di persona la quale, allora giovanissima, ricordava esattamente e dichiarava che negli anni 40โ-50โ la mano destra dellโAngelo, non ricostruita dallโOpificio per mancanza di documentazione scientifica riguardo la postura delle dita mancanti, era con lโindice disteso, โtipicoโ del gesto nellโarte di Leonardo; esattamente come ipotizzavo nel mio libro โSe fosse un indice che รจ Leonardoโ del 2019.
Ma anche desidero anticipare la possibile โfutura rivelazioneโ che lโAngelo Annunciante attribuito a Leonardo appartenga ad un gruppo scultoreo dellโAnnunciazione, come ho ipotizzato nel mio libro โLโenigmatica Madonna del Parto di San Gennaro – Una singolare Annunciazione fra Leonardo e Piero della Francescaโ del 2021, e come emerse da documenti di archivio del 1646 e del 1933, questโultimi da me ritrovati nella Pieve di San Gennaro, assieme al Parroco Don Cyprien Mwiseneza.
Il quarto argomento รจ il rapporto fra Leonardo da Vinci e la religione. Diceva Carlo Pedretti: ยซI grandi interpreti del pensiero e dellโindole di Leonardo, che si sono avvicendati negli ultimi centocinquantโanni, hanno sempre evitato di prendere di petto il problema del rapporto di Leonardo e della sua arte con la religione. ร un problema abbastanza scomodo, per non dire spinosoโฆยป. Qualcosa a riguardo ho detto nel libro โIDEA dopo โLi omini grossiโ โ, sperando in un mondo che possa andare oltre la grettezza degli uomini โdi tristi costumiโ, come li definiva Leonardo, cioรจ senza anima. Uno stato collettivo di frenesia, indolenza e rabbia, esploso violentemente dopo i melensi โcinguettiiโ e abbracci virtuali durante il periodo pandemico.
Alla fine di questo exursus, consapevole di avere poco promosso il mio lavoro, trascinato sempre da nuove curiositร e dallโimpegno anche in altre attivitร , come la rappresentazione artistica di questi studi, per cui continuo ad essere grato a Pedretti per la sue esaltanti parole a riguardo; spero di poter scongiurare che prossimamente mi possa ancora trovare di fronte a โrivelazioniโ circa: 1_opere presenti nella Gioconda e nel San Giovanni Battista in ossequio alla teoria rinascimentale dellโarmonia degli opposti; 2_scoperta di figure presenti nelle rocce del disegno del paesaggio di Leonardo del 1473 (a riguardo qualcuno ha โscopertoโ recentemente la presenza del volto di un leone al centro del disegno che illustrai anni e anni fa allโIstituto di Cultura dellโAmbasciata italiana di cultura a Vienna; 3_che la scultura dellโAngelo di San Gennaro รจ di Leonardo da Vinci e soprattutto di Leonardo maturo, come ho ipotizzato; 4_ che รจ opportuno occuparsi, con conseguente annuncio alla stampa internazionale, del rapporto fra Leonardo e la religione.
Ma ancora di piรน mi preme, senza nulla togliere alla riconoscenza per chi fa ricerche di archivio, preziose per le successive riflessioni (non dogmi: ai miei studenti ricordavo che spesso il mito รจ piรน veritiero della storia), che venga riconosciuto, accompagnato da profondi studi, il valore del metodo intuitivo. A riguardo cito Einstein quando affermava: โLa mente intuitiva รจ un dono sacro e la mente razionale รจ un servo fedele. Abbiamo creato una societร che onora il servo e ha dimenticato il donoโ
Desidero terminare dedicando ai passati e futuri โscopritori di idee altruiโ quanto di loro scriveva Leonardo da Vinci, definendoli โtrombettiโ con evidente rammarico e un pizzico di risentimento:
Ma prendo ancora un piccolo spazio per manifestare la preoccupazione che anche nei confronti del mio prossimo libro, che amplia i temi del precedente e uscirร a giorni, dal titolo โLeonardo da Vinci โomoโ postmoderno – Il vero volto di Leonardo?โ avvenga che qualche โtrombettoโ possa scoprire, facendo sua lโidea del libro rivisitata, il valore della โfilosofiaโ di Leonardo (non quella comunemente intesa) e quanto essa possa essere oggi utile come una sorta di ereditร per il genere umano o antidoto โanti-nichilismoโ. Vorrei invece che qualcuno, magari con maggiore merito su quei temi, potesse poi approfondire e migliorare lealmente, o anche criticare, ma con onestร intellettuale, quanto attraverso quellโopera mi prefiggo di dire e raccontare.