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Exoprimal, lo shooter sci-fi con i dinosauri targato Capcom

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Exoprimal, il nuovo sparatutto sci-fi di Capcom per Pc, Xbox (anche su Gamepass Ultimate) e PlayStation, mette insieme due ingredienti principali molto amati per rendere il suo nuovo titolo un prodotto vincente. Questi sono Esoscheletri potenziati e dinosauri. A questo è stato aggiunto un pizzico di Pvp, una buona dose di Pve e una trama interessante quanto basta per tenere i giocatori incollati fino alla fine del gioco. Morale della favola? Exoprimal è un gioco assolutamente divertente che accontenta tutti. Ma andiamo a scoprire più nel dettaglio che cosa ha da offrire: Exoprimal è ambientato in un futuro alternativo e più precisamente nel 2040 e nel 2043. Il mondo sembra essere messo sotto scacco dall’improvvisa comparsa dei dinosauri, proprio quegli animali preistorici che tutti ritenevano estinti da milioni di anni ma che sembrano essere ritornati più forti di prima. Ovviamente la vita sulla terra è stata completamente messa a soqquadro e la sopravvivenza stessa della razza umana è in forte dubbio. Fortunatamente una multinazionale, la Aibius, ha sviluppato una nuova tecnologia che potrebbe salvare il genere umano: degli speciali esoscheletri chiamati exocorazze in grado di potenziare enormemente i comuni soldati e metterli in condizione di affrontare gli enormi bestioni e quindi di garantire una speranza di sopravvivenza all’intera razza umana. Se già questo potrebbe essere sufficiente per comporre un background interessante sappiate che in Exoprimal c’è di molto di più visto che, praticamente all’inizio dell’avventura si verrà a contatto con mondi paralleli, intelligenze artificiali dagli scopi poco chiari e molto altro. Non vogliamo svelare nient’altro però e vogliamo lasciare i lettori al piacere della scoperta proprio perchè, sotto il profilo narrativo, il nuovo titolo di Capcom ha da offrire davvero moltissimo. Ulteriore caratteristica che rende il videogioco assolutamente godibile è che Exoprimal è localizzato in italiano per quanto riguarda i sottotitoli e a metà per quanto riguarda il doppiaggio in quanto i protagonisti parlano in inglese mentre la sola voce dell’IA, Leviathan, è in italiano. In fase di prova abbiamo poi molto apprezzato il modo in cui la trama progredisce nel gioco visto che, missione cooperativa dopo missione cooperativa si avrà il modo di conoscere le evoluzioni della storia di Exoprimal. Meno felice è invece la scelta di mettere in scena un protagonista senza voce che perde sicuramente di carisma e crea situazioni surreali dove tutti intorno a lui parlano e lui non dice una parola ma si limita a far gesti e a mutare espressioni facciali. Una volta avviato, il gioco inizia con un mix abbastanza lungo di filmati e tutorial e una volta sorpassata questa fase scaraventa i giocatori direttamente sul campo di battaglia. Prima di combattere però nell’hub (oltre che potenziare la propria exocorazza, selezionare le armi, l’estetica e altro ancora) sarà possibile scegliere se affrontare la battaglia in versione Pve, PvP o in modalità del tutto casuale che garantisce però una percentuale in più di esperienza maturata a fine match.

Exoprimal però non è un titolo che procede normalmente, ma anzi, per capire bene quel che accade sarà necessario superare qualche battaglia. Il titolo infatti, si presenta come un action game cooperativo e nello stesso tempo competitivo a squadre che prende diverse meccaniche di diversi generi e le mixa in un’unica soluzione esplosiva. Quindi, prima di procedere all’acquisto è bene tener presente che se si sta cercando un titolo da giocare in single player Exoprimal non fa per voi, in quanto anche per avanzare nella trama principale è necessario combattere con o contro o entrambi con avversari in carne e ossa. Il concetto di single player nell’ultimo prodotto del colosso nipponico non è minimamente contemplato. In buona sostanza nel gioco si prende parte a battaglie simulate che vedranno il giocatore e i suoi alleati affrontare una squadra avversaria e/o orde di dinosauri, il tutto per permettere a Leviathan di raccogliere nuovi dati e potenziare le exocorazze (con un sistema di crescita ed evoluzione del personaggio abbastanza classico). Exoprimal però prende le meccaniche di gioco dagli Hero Shooter (in stile Overwatch o Paladins per intenderci) infatti ogni personaggio che compone il team è dotato di una exotuta con poteri diversi e saranno proprio tali skills a modificare l’esito delle varie battaglie. Purtroppo, conviene dirlo subito, al momento il numero di modalità presenti nel gioco è tutto fuorchè esaltante, ma nel futuro prossimo è già presente una modalità end game che viene annunciata una volta finita la campagna. Inoltre visto che il titolo prevede dei season pass, c’è da aspettarsi che nel futuro arriveranno molte altre novità. Pad alla mano Exoprimal si dimostra essere un videogioco divertente e immediato, e dopo aver seguito con attenzione il tutorial iniziale anche il giocatore meno esperto riesce a sentirsi a proprio agio e sarà in grado di muoversi rapidamente con la exotuta castigando lucertoloni a suon di esplosioni. Certo, essendo il titolo uno sparatutto cooperativo è fondamentale trovare anche giocatori in linea con le proprie aspettative, abbiamo notato come la composizione della squadra e l’affiatamento del team sia davvero un elemento fondamentale per divertirsi seriamente. Infatti, se si ha la possibilità di giocare con degli amici online è sempre meglio scegliere tale opzione in quanto una squadra senza un guaritore o un tank ha meno possibilità di vittoria rispetto a un team bilanciato e coeso. Se dobbiamo trovare un difetto al tutto è da ricercarsi nella ripetitività del gameplay loop che, passato l’entusiasmo iniziale e l’interesse per l’avanzamento della trama, rischia di diventare davvero problematico: la presenza di altre modalità di gioco avrebbe sicuramente favorito la nuova IP di Capcom. Non resta infatti altro che vedere che cosa avrà da offrire il titolo nei prossimi mesi per capire se la casa nipponica ha saputo mantenere una fanbase solida o meno.

Parlando ancora di gameplay In Exoprimal ci sono un totale di 3 classi: Assalto (DPS), Colosso (Tank) e Supporto (Healer). Al momento sono presenti solo 10 exocorazze, tutte diverse tra loro, ognuna con i propri poteri peculiari. Sicuramente verranno aggiunte ulteriori exocorazze in futuro, anche se dobbiamo segnalarvi che 3 di quelle presenti si sbloccano solamente aumentando il livello giocatore oppure comprando la Deluxe Edition. Queste 3 exotute sono: Nimbus (si sblocca al livello 20), Muramase (che si sblocca al livello 30) e Vigilant (al livello 40). Le tute da combattimento sono ben curate nel minimo dettaglio ed è possibile personalizzarle con skin, sia per la corazza che per le armi, oltre ad aggiungere accessori e adesivi. Le skin sono tutte a pagamento, utilizzando i BikCoin valuta che si ottiene giocando, o tramite le loot box che si sbloccano avanzando di livello. Vi è anche la possibilità di migliorare la exotuta, aumentandone il livello. Si possono aggiungere dei moduli che possono incrementare i danni o le cure, oppure abbassare il cooldown delle mosse speciali o abilità. Ogni exotuta ha abilità differenti e di conseguenza moduli diversi, con la possibilità anche di intercambiare le tute in partita, rendendo gli scontri dinamici. Una meccanica molto interessante è quella del “Dominatore”, ovvero la possibilità di prendere il controllo di un dinosauro – casuale tra quelli presenti nel gioco, ma comunque di grandi dimensioni – e invadere la partita della squadra avversaria, rallentando il completamento dei loro obiettivi e avere più possibilità di vittoria. Come dicevamo prima, le modalità principali in Exoprimal si dividono in PVE e PVP, dove l’unica differenza tra le due sta nella missione finale dove le due squadre si scontrano. Una volta iniziata la partita, si è costretti a completare degli obiettivi il più velocemente possibile per guadagnare secondi preziosi sull’avversario. La squadra nemica si farà viva solamente nella fase finale della missioni. Per il resto del tempo, le due squadre completeranno gli obiettivi senza mai incrociarsi, come se fossero su due piani temporali differenti per intenderci. Purtroppo arriviamo alla pecca principale di Exoprimal, la monotonia nelle situazioni. Ai giocatori verrà richiesto di uccidere un numero di dinosauri il più velocemente possibile – prima dell’altra squadra – per poi passare all’obiettivo successivo che, molto spesso, è lo stesso di prima, solo con nemici differenti. Le partite si svolgono tutte nello stesso modo, con mappe differenti talvolta, ma con gli stessi obiettivi. La ripetitività nello svolgere sempre le stesse azioni si fa sentire a partire dalla terza partita di fila. Una partita dura in media 10-15 minuti, dove uccidiamo dinosauri a più non posso. Divertente le prime partite, per poi diventare quasi stucchevole. Ovviamente le boss fight hanno delle missioni a se, ma comunque restano davvero poche rispetto al numero di scontri necessari per concludere l’avventura. La missione finale è sicuramente la parte più divertente del gioco, in particolare quella PVP dove le due squadre si scontrano in mezzo ai dinosauri. Tra le missioni finali sono presenti dei grandi classici del genere, come conquistare gli obiettivi, spostare il carico oppure utilizzare un martello da caricare per poi distruggere un nucleo.

Per quanto riguarda la trama e l’atmosfera il lavoro svolto dagli sviluppatori di Capcom è stato anche stavolta ottimo in quanto hanno saputo creare un mondo di gioco interessante, caotico ma al contempo credibile, profondo e ricco di mistero. A prima vista eravamo rimasti un po’ scettici riguardo ai vari personaggi che rappresentavano un po’ i classici clichè del mondo ludico e cinematografico ma, missione dopo missione, il contesto del mondo di gioco viene a galla ed Exoprimal si dimostra davvero originale e interessante. Il nostro consiglio? Giocate le prime cinque o sei missioni, lasciatevi trasportare dagli eventi di gioco e vedrete: non riuscirete più a staccarvi dallo schermo. A livello grafico Exoprimal offre un dettaglio visivo sufficiente, ma non certo da far gridare al miracolo. Continuiamo però ad essere sorpresi per come il titolo riesca a gestire una simile mole di elementi a schermo senza quasi mai vacillare. Si tratta – almeno su Xbox Series X, la versione da noi testata – di un risultato notevole anche considerando il modo in cui si muovono i singoli nemici, ben animati e con reazioni credibili ai colpi subiti, che siano essi i proiettili di un fucile d’assalto o i possenti pugni di un tank. Deludente è invece l’interazione con gli scenari, con alberi e veicoli che dopo aver subito danni si spostano di qualche centimetro e scompaiono lentamente nel nulla. Sempre a proposito delle mappe, abbiamo riscontrato una scarsa originalità delle stesse. Soprattutto le arene ambientate in città hanno un’estetica molto simile tra loro e sono poche le eccezioni che conducono i giocatori in grotte naturali o antiche rovine, probabilmente i luoghi più gradevoli da ammirare e in cui darsi battaglia. Abbiamo invece apprezzato tutto quel che riguarda il design delle armature, belle da vedere sia nelle loro versioni originali che in quelle alternative, visto che vi sono skin che stravolgono totalmente l’aspetto della Exotuta. Tirando le somme, Exoprimal si è dimostrato essere un gioco che diverte, con una trama originale e che ha molto da offrire. Unica pecca, almeno al momento, è la possibilità che la risicata offerta di modalità di gioco possa annoiare i giocatori più esigenti. In ogni caso l’ultimo nato in casa Capcom è un videogioco che merita di essere goduto sia da soli che con gli amici e che è in grado di offrire ore e ore di gran divertimento.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 9

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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