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Ferrovia Roma-Viterbo, le RSU all’Atac: “Rispettate le disposizioni del Ministero?”

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Tempo di lettura 2 minutiHanno chiesto di “essere convocati d’urgenza” i rappresentanti sindacali della Cgil e Cisl della ferrovia regionale Roma-Viterbo in gestione all’Atac, all’indomani del deragliamento verificatosi l’8 febbraio scorso presso stazione di Acqua Acetosa, che ha provocato la momentanea sospensione dell’esercizio e scatenato l’ira – legittima – dei pendolari.

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ROMA – Hanno chiesto di “essere convocati d’urgenza” i rappresentanti sindacali della Cgil e Cisl della ferrovia regionale Roma-Viterbo in gestione all’Atac, all’indomani del deragliamento verificatosi l’8 febbraio scorso presso stazione di Acqua Acetosa, che ha provocato la momentanea sospensione dell’esercizio e scatenato l’ira – legittima – dei pendolari. L’obiettivo è di avere “chiarimenti” sull’applicazione della D.O. 298 del 07.12.2016, che recepisce, per ciò che riguarda le ferrovie concesse, le “disposizioni contenute nella Circolare della DG STIF TPL n°7922 del 02/12/2016”.

Quel fatidico venerdì un convoglio, intorno alle ore 15, sviava, durante le operazioni di manovra, sul deviatoio contraddistinto sulla piantina aziendale col numero 5, che mette in relazione i binari dell’attiguo deposito con quelli destinati al servizio. È l’inizio di un lungo calvario per gli utenti della RomaNord, la tratta urbana resta interrotta per tre ore circa, il tempo richiesto dai tecnici aziendali per liberare dal treno il binario di circolazione pari (direzione Montebello, Civita e Viterbo) e i relativi circuiti elettrici di blocco di cui la sede è dotata.  

Alle ore 17.30, mentre il caos raggiungeva il culmine, partiva dalla stazione di testa di Piazzale Flaminio un convoglio scortato dal capotreno per effettuare il treno 134 (GrottarossaMontebello). Ma non potendo utilizzare il binario pari, ancora occupato, riceveva dalla DCT (Dirigenza Centrale Traffico) di Acqua Acetosa l’autorizzazione a svolgere “servizio su binario unico percorrendo Il binario dei dispari da Flaminio a Grottarossa per trasferimento materiale”.

Decisione questa che, stando ai rumors, sarebbe risultata indigesta ai rappresentanti sindacali, al punto da chiedere all’Atac, col fonogramma 8 del 13 febbraio, di “essere convocati con urgenza per chiarimenti in merito all’applicazione della Disposizione Operativa a firma del Direttore di Esercizio, che recepisce quanto disposto dalla Direzione Generale per i Sistemi di Trasporto e Impianti Fissi TPL n. 7922 del 02.12.2016”.

Ma perché? Cosa sarebbe successo di grave? Una risposta potrebbe emergere leggendo con la dovuta attenzione la stessa Circolare ministeriale, cui l’Azienda capitolina fa riferimento nella richiamata D.O. 298 del 07.12.2016. Che, infatti, al punto 3 chiarisce: “La circolazione treni in senso opposto rispetto a quello per cui il binario è attrezzato non è ammessa se non in caso di interruzione accidentale del binario attrezzato, al solo fine di consentire ai treni già in circolazione di superare il tratto interessato dall’anormalità, garantendo le necessarie condizioni di sicurezza”.

In altre parole, solo i “treni già in circolazione” possono essere instradati “in senso opposto rispetto a quello per cui il binario è attrezzato”.  Il che, facendo un raffronto, potrebbe stridere con quanto accaduto quel venerdì a Flaminio e giustificare così le reazioni delle RSU. A questo punto vien da chiedersi: chi ha suggerito al DCT di prendere quella decisione?