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Roma, Atac: i grillini bocciano l’integrazione degli stipendi ai dipendenti in solidarietà

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ROMA – I lavoratori di Atac SpA in cassa integrazione possono aspettare. Martedì pomeriggio, 14 aprile, l’Assemblea Capitolina ha respinto a maggioranza, 24 voti contrari e 14 favorevoli, la mozione 79/2020 a firma della consigliera Svetlana Celli. Che impegnava l’Amministrazione a «trovare le risorse necessarie a integrare l’assegno previsto dal Fondo Bilaterale» e rendere meno gravosa la vita degli autoferrotranvieri. Determinante la chiusura a riccio dei Cinque Stelle.

«E questi sarebbero gli amici dei lavoratori, non scherziamo», chiosa un dipendente della controllata Atac, «dal 2016, anno del loro insediamento in Campidoglio, siamo passati dalle 37 alle 39 ore settimanali, subito il concordato preventivo e ora la solidarietà. Verificatori e sosta sono in cassa integrazione al 100 per cento e percepiscono l’80 per cento dello stipendio base. Come fanno ad andare avanti? Questa crisi non la possiamo pagare solo noi, l’Amministrazione avrebbe dovuto attivarsi in tempo, invece vota contro».

«Stiamo vivendo un vero dramma», si sfoga una di quelle lavoratrici a casa dal 23 marzo scorso, «ci hanno lasciato con 800 euro al mese, una cifra che in tempi normali glieli riportano con 5 ore di lavoro al giorno». Duro il commento di Claudio De Francesco, Segretario della Faisa-Cisel: «Bocciare un atto del genere, che aiuta i lavoratori in difficoltà economiche, è da incapaci. Non ci sono più parole, solo parolacce per questa maggioranza. Ma tanto manca paco al voto, meno di anno e poi libereremo Roma».

La mozione poneva l’accento «sulla condizione economica di tutti i lavoratori che, stanti le necessarie misure restrittive adottate con D.P.C.M. hanno dovuto interrompere, ridurre o modificare la propria attività lavorativa», ricordava che Atac ha «attivato il Fondo Bilaterale di Solidarietà per 9 settimane e per circa 3000 unità» e, infine, evidenziava che l’assegno erogato «è drasticamente ridotto rispetto al normale stipendio, nonostante questi lavoratori siano stati enormemente esposti al rischio di contagio, anche più di altri lavoratori di altri settori produttivi».

Considerato inoltre che «in data 24 marzo la Regione Lazio ha approvato la DGR di trasferimento ad Atac della quota prevista dal Fondo Nazionale», circa 240milioni di euro, e che «l’Amministrazione possa e debba prevedere delle misure straordinarie di intervento e regolamentazione e di sostegno», il documento impegnava Sindaca e Giunta «a ricercare le risorse necessarie ad integrare l’assegno previsto dal Fondo Bilaterale di Solidarietà in modo da rendere meno gravosa la ripercussione economica sugli autoferrotranvieri dipendenti da Atac Spa».

D’accordo il PD: «Roma Capitale deve mettere in campo azioni su queste aziende», ha dichiarato il capogruppo Giulio Pelonzi durante l’intervento in Consiglio, «azioni che finora sono andate troppo a rilento, perse dietro a tematiche burocratiche». «Esprimo voto favorevole», aggiunge il consigliere Francesco Figliomeni di Fratelli d’Italia, «è un contributo sicuramente utile. Atac sta vivendo un momento di grande criticità e i lavoratori hanno dovuto vedere anche la cassa integrazione, disposta in maniera unilaterale, senza una minima discussione di nessun tipo, con addirittura la latitanza dell’Amministrazione».

Nonostante questo, e le oggettive difficoltà, la maggioranza grillina ha pensato bene di tirare dritto e di votare contro questa mozione, senza dare una spiegazione plausibile. «Nei giorni scorsi», evidenzia, infine, la consigliera Celli, «era circolata l’ipotesi di utilizzare i 240 milioni di euro della Regione per colmare il gap che c’è tra l’assegno previsto dal fondo e lo stipendio base dei lavoratori. Ma finora non sono stati prodotti i necessari atti attuativi dall’Amministrazione». Con buona pace dei dipendenti.

Castelli Romani

Artena, coppia ruba 100 pacchetti di sigarette: arrestati a Valmontone

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Nella notte i Carabinieri della Compagnia di Colleferro hanno arrestato in flagranza di reato una coppia di conviventi, un uomo 47 anni e una donna 33, domiciliata ad Artena, già nota alle forze dell’ordine, indiziati fortemente di furto aggravato di tabacchi all’interno di un bar di Via Latina.

Nello specifico, i militari della Stazione di Artena, ricevuta la segnalazione dalla Centrale Operativa di un furto all’interno di un bar, hanno raggiunto rapidamente sul posto e alla presenza del titolare dell’attività eseguivano un minuzioso sopralluogo visionando le immagini del sistema di video-sorveglianza ritraenti due persone, uomo e una donna, parzialmente travisate che, dopo aver forzato la serranda e la porta di ingresso, si sono introdotti  all’interno impossessandosi di circa 100 pacchetti di sigarette per poi darsi alla fuga poco istanti prima che il titolare sopraggiungesse sul posto.

Le immediate ricerche diramate, grazie anche alla descrizione dell’autovettura utilizzata dai malviventi fornita dal titolare dell’attività, consentivano ai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Colleferro di rintracciare, nel giro di poche decine di minuti, nel limitrofo comune di Valmontone, l’autovettura segnalata con a bordo il 47enne e la 33enne che sottoposti a perquisizione personale sono stati trovati in possesso dell’intera refurtiva e degli arnesi da scasso.

I militari, oltre ad acquisire la denuncia del responsabile dell’esercizio commerciale, hanno anche acquisito i video delle telecamere di videosorveglianza che documentano gli attimi in cui la coppia si impossessava della refurtiva. 

Tutti i tabacchi rinvenuti, sono stati restituiti al proprietario dell’esercizio commerciale, mentre i due verranno giudicati nella mattinata odierna, con rito direttissimo, dinanzi al Tribunale di Velletri.

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Castelli Romani

Monte Compatri: due arresti per rapina, lesioni, estorsione e furto

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MONTE COMPATRI (RM) – I Carabinieri della Stazione di Monte Compatri hanno arrestato due cittadini del posto, un 48enne e 44enne, già noti alle forze dell’ordine, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri per i reati di rapina, lesioni personali, estorsione e furto.
Il provvedimento è stato emesso a seguito delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, scattate dalla denuncia presentata ai Carabinieri da parte di un 46enne romano residente a Monte Compatri, anche lui con precedenti, che riferiva di essere vittima di una serie di episodi violenti da parte dei due indagati che lo accusavano del mancato saldo di un debito, di circa euro 1.200, che però il 46enne riferiva di aver sanato.
In particolare, l’uomo ha raccontato di aver chiesto un prestito a due suoi conoscenti e, nonostante lo avesse saldato – con ricariche PostePay documentabili – sarebbe stato preso di mira dai due che pretendevano altro denaro, nonostante avesse già restituito circa 1.600 euro, ben oltre la somma ricevuta. Sempre secondo quanto denunciato, in più occasioni, sarebbe stato avvicinato dagli indagati e minacciato fino a quando, la notte tra il 17 e 18 aprile scorso, sarebbe stato raggiunto presso la sua abitazione e aggredito con pugni al volto e al petto, riportando 25 giorni di prognosi. In quella occasione, i due indagati riuscirono a sfilare all’uomo le chiavi dell’autovettura intestata alla madre e a prelevare il veicolo stesso, parcheggiato in strada poco distante, che fu rinvenuto qualche giorno dopo danneggiato.
La notte tra il 27 e 28 aprile scorso, invece, l’uomo ha denunciato di essere stato nuovamente raggiunto dagli indagati presso la sua abitazione e che, non avendo aperto la porta per timore di una nuova aggressione, i due avrebbero danneggiato il portone d’ingresso e successivamente anche l’autovettura, che aveva parcheggiato nel centro cittadino, mediante il lancio di grossi sassi che infrangevano il parabrezza e alcuni vetri dei finestrini.
Le attività dei Carabinieri hanno portato all’identificazione del 48enne e del 44enne grazie anche alla visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza nel centro cittadino che hanno immortalato il danneggiamento dell’auto della vittima e grazie all’analisi dei tabulati telefonici che hanno permesso di accertare la ricezione di numerosi messaggi minatori, tramite una nota App di messaggeria istantanea.
L’Autorità Giudiziaria ha quindi emesso il provvedimento che i Carabinieri della Stazione di Monte Compatri hanno eseguito sottoponendo, come disposto, il 48enne alla misura cautelare nel carcere di Velletri e il 44enne alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Si precisa che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.

 


Aliquota Comunicazione e Stampa – Comando Provinciale Carabinieri Roma
P.za San Lorenzo in Lucina, 6
00186 Roma

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Cronaca

Lazio, la Regione ha revocato il patrocinio a Roma pride 2023

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La Regione Lazio revoca il patrocinio alla manifestazione “Roma Pride 2023”. Anche se la Giunta del Lazio “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili – sottolinea l’ente – , come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca”, la firma istituzionale della Regione Lazio “non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.

La decisione di revocare il patrocinio per il Roma Pride in programma sabato prossimo “si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato ‘Queeresistenza’, consultabile pubblicamente sul sito della kermesse.

Tali affermazioni violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio”.

E anche “alla luce di quanto dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride”.

“Si esprime altresì rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un’occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia – fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione – per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione”. La Giunta del Lazio “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili – sottolinea la regione Lazio revocando il patrocinio al Roma pride – , come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata, questione peraltro totalmente estranea alle competenze regionali”. “In particolare, il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano”.

“La revoca del patrocinio al Pride di Roma da parte della Regione Lazio è atto grave –  spiega Cecilia D’Elia, senatrice Pd -, un passo indietro sul terreno dell’impegno dei diritti, della lotta alle discriminazioni. Inutile agitare lo spettro della GPA, il Pride è da sempre il momento in cui la comunità lgbtq+ si mostra con tutto l’orgoglio delle sue battaglie per una piena cittadinanza, a partire dal doveroso riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno”. Per Emanuela Droghei, consigliera regionale e vicepresidente della Commissione bilancio alla Pisana, “la decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio al Roma Pride è inspiegabile. Il centrodestra, ancora una volta, conferma la sua posizione purtroppo irremovibile su diritti e inclusione. Per governare è necessario avere il coraggio di fare delle scelte e di scontentare qualcuno, anche all’interno del proprio partito, pur di fare la cosa giusta per tante cittadine e tanti cittadini che aspettano ancora di vedere riconosciuti i propri diritti”. 

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