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Cronaca

FOGGIA: LA STRADALE PRENDE DUE PREDONI DI MERCI

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Tempo di lettura 3 minuti A qualche centinaio di metri dal casello, i due occupanti, dopo aver abbandonato il mezzo, tentavano la fuga a piedi.

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Redazione

Foggia – Per contrastare il fenomeno dei reati predatori in danno degli autotrasportatori, perpetrati da vari sodalizi criminali di tipo associativo, dediti prevalentemente alla commissione di furti con la tecnica del c.d. "taglio del telo", a cura della Polizia Stradale sono stati predisposti servizi mirati finalizzati alla prevenzione e/o repressione di tali eventi criminosi.

Nell'ambito di queste attività nella notte tra il 5 ed il 6 Agosto u.s., personale della squadra di P.G. della Sottosezione Autostradale di Foggia, durante un servizio di appostamento nelle menzionate aree, notava un'autovettura Peugeot 308 che si aggirava all'interno del parcheggio dell'area di servizio "SALINE Nord", i cui occupanti comunicavano con apparati ricetrasmittenti ma anche a gesti con altre persone, a bordo di una FIAT Multipla, presenti nell'area di servizio opposta ("Saline Sud").

Gli investigatori notavano poi sopraggiungere, nell'area di servizio opposta, un autocarro Renault, con cabina bianca e telonatura azzurra, perfettamente corrispondente, per caratteristiche, ad un veicolo già utilizzato per la commissione di altri furti con la modalità del taglio del telo.

Essendo noto il modus operandi di queste bande, caratterizzato da una perfetta organizzazione e da una dettagliata ripartizione di compiti, l'attività di osservazione dei malviventi individuati continuava a distanza di sicurezza.

Alle 02,50 l'autocarro Renault riprendeva, stranamente, la marcia verso sud, seguito da personale Polstrada, nel frattempo sopraggiunto, uscendo al casello di Andria dove veniva intercettato da una pattuglia della Sottosezione Autostradale di Bari Sud preventivamente posizionata, per tale scopo, in quel punto.

Gli occupanti dell'autocarro, all'intimazione dell'alt della pattuglia, dopo aver rallentato, dando l'impressione di volersi fermare, riprendevano repentinamente la marcia tentando di investire il personale in uniforme.

A qualche centinaio di metri dal casello, i due occupanti, dopo aver abbandonato il mezzo, tentavano la fuga a piedi. Tempestivamente inseguiti, si riusciva a bloccare il conducente; il complice, invece, approfittando del buio della notte e della folta vegetazione, riusciva a dileguarsi.

La persona fermata risultava essere personaggio di spicco della criminalità bitontina, di anni 39, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio. Durante la fuga, l'uomo tentava di disfarsi di una radiotrasmittente sintonizzata sulle frequenze delle Polizia di Stato.

In contemporanea, all'altezza del Km 556 sud della A/14, nei pressi del casello di Foggia, la menzionata Peugeot affiancava, in una piazzola di sosta, la FIAT Multipla precedentemente segnalata nell'area Saline Sud; in quella circostanza un passeggero della Fiat Multipla saliva a bordo della Peugeot.

Le due autovetture, ripresa separatamente la marcia, dopo un breve passaggio all'interno dell'area Saline Sud, uscivano frettolosamente, probabilmente perché giunta notizia agli occupanti di quanto accaduto al loro complice, con direzione di marcia sud.

All'esterno del casello autostradale di Cerignola Est si riusciva a bloccare la FIAT Multipla, alla cui guida vi era un noto esponente della criminalità andriese, di anni 33.

In seguito ad ulteriori controlli effettuati presso l'area Saline Sud, si accertava il danneggiamento di nr. 6 mezzi pesanti in sosta ai quali erano stati tagliati i teli di copertura del semirimorchio, tipica procedura posta in essere per verificare il contenuto da asportare.

Le denunce presentate dagli autotrasportatori danneggiati, unitamente agli accertamenti esperiti dagli investigatori, hanno permesso di collegare il danneggiamento dei teloni alla presenza degli occupanti dei due veicoli intercettati (Peugeot 308 e FIAT Multipla), in combutta con il conducente dell'autocarro Renault bloccato all'uscita del casello autostradale di Andria.

Per i fatti su esposti, d'intesa con l'A.G., si procedeva all'arresto dei due pregiudicati, a carico dei quali sono stati ipotizzati i reati di tentato furto aggravato, danneggiamento in concorso, resistenza e violenza a P.U., installazione di apparecchiature atte ad intercettare o impedire comunicazioni o conversazioni telefoniche o telegrafiche.

Su disposizione dell'A.G. i predetti venivano tradotti presso la casa circondariale di Foggia.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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