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I tempi stringono. Si vedranno stasera a cena Berlusconi, Salvini e Meloni, a palazzo Grazioli, per concordare una linea unitaria per arrivare domani alle consultazioni al Quirinale parlando con una voce sola. Ma non sarà facilissimo. Perché al di là delle posizioni ufficiali ribadite in pubblico anche ieri, è dietro le quinte che si tengono i contatti incrociati e che si valutano scenari divergenti e in parte opposti.
Da una parte c’è Salvini, che continua a mantenere stretti rapporti con Di Maio e che oggi con grande interesse ascolterà quello che il leader del M5S dirà nell’intervista Lucia Annunziata a «In mezz’ora in più», visto che sarebbero attese «novità» o in un senso — apertura all’offerta di un governo a tempo — o nell’altro, chiusura su tutti i fronti.
l leader del M5s in tv rilancia la proposta a Salvini: sì a un esecutivo politico Lega- 5Stelle guidato da un premier terzo (nè l’uno nè l’altro leader, quindi), ma senza Berlusconi.
Una questione che già aveva bloccato l’intesa tre settimane fa. Di Maio annuncia il suo passo indietro dalla richiesta di Palazzo Chigi e propone un accordo sul programma (reddito di cittadinanza, via la legge Fornero, legge anticorruzione), una soluzione per evitare ‘algidi tecnici’.
Il M5s, conferma il suo leader, voterà contro ogni altro tipo di governo: ‘di tregua’, ‘del presidente’, ‘istituzionale’. Se la Lega non ci sta, i 5Stelle torneranno a chiedere il voto al più presto.
In una dichiarazione con il visto del Cavaliere, il fedelissimo Sestino Giacomoni afferma che FI è «forza responsabile» che chiede due cose: un governo che faccia quello che si aspettano gli italiani, e che sia guidato «da chi ha vinto le elezioni», ovvero un esponente di centrodestra. In teoria le posizioni collimano, in pratica i discorsi che si fanno ad Arcore sono diversi.