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LA VITA È SOLTANTO UN PUNTO DI VISTA

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Tempo di lettura 4 minuti''Quello che vedi dipende dal tuo punto di vista, per vedere il tuo punto di vista devi cambiare punto di vista'' Marianella Sclavi

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Sara Desirèe Galea

A volte il vivere si presenta come un vero e proprio lavoro 😀
Ragionavamo con una cliente giorni  fa,  ovvero lei ragionava io ascoltavo amorevole, sul fatto che  sta  attraversando un periodo esageratamente  ed intensamente tragico, che sta percorrendo una strada  un po’ ostica  nel rapporto di coppia e mi diceva,  un poco ''esanime'', che a volte le sembra proprio di stare dentro un’intensa attività lavorativa in quell' amare, non amare, discernere, ammettere, non riconoscere, accettare etc… (   lei applica l’ascolto attivo di se stessa ).
Questo ''caos'', importantissimo tra l'altro perché  impone presenza, dipende dal fatto che non riusciamo a comprendere cosa proviamo  e questo perché, essendo inabissati nello stato d'animo in causa, perdiamo la lucidità e la capacità analitica. Una frase molto potente di Marinella Sclavi  ''quello che vedi dipende dal tuo punto di vista, per vedere il tuo punto di vista devi cambiare punto di vista'' ci muove verso una diversa comprensione, ovvero quanto sia importante riuscire ad essere elastici mentalmente e propensi a viaggiare in ''diversi mondi'', punti di vista, forme,  per poter così comprendere cosa si muove dentro di noi, e  negli altri. (osservando le emozioni, ad esempio, possiamo comprendere in quale maniera stiamo percependo il mondo mentre lo guardiamo)
Stiamo parlando dell'ascolto attivo, della comunicazione efficace, dell’osservazione mirata.
Un problema grande degli esseri umani è che si focalizzano sui problemi e non sulle eventuali soluzioni. Un problema nel problema,  poi, è quello di pensare a fuggire dagli stessi piuttosto di osservarli come opportunità di crescita  e potente motivazione di cambiamento,  successivamente finalizzato al raggiungimento della realizzazione;   autorealizzazione,   autoefficacia,  felicità. L’essere umano quando è motivato, quindi quando si trova in uno stato di flow (Controllo psico/fisico totale – Consapevolezza – Unità con se stessi.  Una spiegazione fisiologica dello stato di flow deriva dal fatto che in tali situazioni la persona utilizza in modo completo, e simultaneo, le potenzialità di entrambi gli emisferi cerebrali)  di benessere, di stabilità emotiva, acquisisce la capacità di individuare ed usare le proprie potenzialità  che, gestendole con le proprie competenze, ovvero le qualità acquisite con la preparazione e l’esperienza, creano la forza e la determinazione a compiere le azioni che servono per decidere, definire,  risolvere o creare situazioni, eventi, tali ed eventuali.
‘’L’Uomo’’, usualmente, non riesce a stare nello ‘’stato di flow’’  ma giace quasi perennemente nello stato che lo precede, la noia, o nello stato che lo segue, lo stress 
Questo accade perché ci perdiamo tra mille patimenti, e pensieri, della  mente. Ci incartiamo in ragionamenti che cercano i perché dei problemi, la loro natura, il loro colore, odore,  sapore, perdendo la lucidità per andare oltre,  per cercare le soluzioni e risolvere lo stato di crisi. Come nelle sabbie mobili è il panico a subentrare, a fare perdere la forza, la motivazione e, soprattutto, la facoltà di ascoltarsi ed ascoltare. Come in una coltre di nubi, la mente si offusca, perde la capacità di ragionare, va in stallo focalizzandosi in tutto ciò che non può fare, vedere, dire, pensare, e perde la visione universale di ciò che invece potrebbe fare semplicemente  azionandosi, e facendo dei passi, piccoli passi verso l’obiettivo. E’ come se si perdesse  completamente la vista e non si vedessero più le varie vie, sbocchi, possibilità che si hanno di fronte; anzi si acquisisce la capacità di diventare creativi in maniera distruttiva dando vita  ad immagini di mostri, e baratri dentro la quale risulta impossibile uscire.
Tempo addietro con un cliente,  sostenendolo nella scoperta delle proprie potenzialità e   motivazioni  per fare dei passi mirati nel cambio di  professione, visto che il suo lavoro non lo faceva sentire realizzato  ed emotivamente appagato,  mi sono resa conto di come, a volte, ci concentriamo totalmente sullo stato di crisi, opposizione, e critica nella quale ci  troviamo, tanto da non riuscire  più a vedere  realtà concrete  e possibilità di cambiamento, semplicemente rendendole nulle con idee sabotanti e convinzioni limitanti.
Cosa era accaduto nel cliente? Era venuto a mancare l’ascolto e l’osservazione della sua vita, praticamente si era creato una nebbia illusoria auto sabotante che non solo non gli faceva vedere le possibilità di uscita che aveva a portata di mano,   ma dava, altresì,  origine a  degli ostacoli irreali che servivano a rendersi impossibile l’azione di cambiamento.
Persino durante la sessione aveva iniziato a giocare con dei racconti nel vuoto, quindi discorsi che non portavano in nessun luogo, o archetipo, se non quello di sviare anche me da quello che era il vero bersaglio, la convinzione di non essere all’altezza di un lavoro di responsabilità, convinzione che poi ha preso vita manifestandosi e mostrando le sue radici  nel mancato adempimento di un incarico che il padre gli aveva dato da piccolo e che per causa della sua voglia di giocare non aveva portato a termine, provocando l’ira del padre che si avventò contro di lui inveendo con gravose e rovinose parole.   
Girato e rigirato dentro una marea di problemi che stava creando per non darsi la possibilità di agire, nella vita come nella sessione,  si è smosso soltanto quando si è trovato dentro le verità che lui stesso si stava portando all’attenzione e, di fronte a ciò che ora stava ‘’ascoltando’’ da se stesso, si è sgomentato all’idea di come fosse proprio lui a creare delle interruzioni e dei limiti per causa di una paura che si trovava alla base di tutto.
Ho portato all’attenzione del pubblico questi due frammenti di storie per fare capire come nell’ascolto l’essere umano trovi  tutto lo  scibile che serve per azionarsi ed evolvere nelle proprie decisioni.
La capacità/facoltà di ascoltarsi è innata in chiunque  ma, usualmente,  pochi sanno metterla in pratica  perché è stato  smarrito il  vero baricentro dell’essere umano,  stabilendosi   un equilibrio che vive in una diversa natura ‘’ snaturata ‘’, diversità  che, quindi, non fa fare i giusti passi per arrivare ai punti effettivi di liberazione, ovvero separazione dal VERO problema.
Che dire? 
Ascoltatevi ed ascoltate, osservando tutto ciò che proviene da dentro di voi, perché nella verità c’è la motivazione, e nella motivazione vive l’azione; tutto si muove dall’interno verso l’esterno, ed è proprio in questo movimento che l’essere umano crea le sue ‘’creazioni’’.

Un abbraccio immenso,  con la speranza di avervi dato un diverso punto di vista, un altro mondo da sperimentare  ‘’perché quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso comportamento, sono il risultato di una complessa organizzazione che guida anche i nostri processi di pensiero’’ (psicologia della Gestalt “ Gestalt = forma” )