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Redazione Lazio

Lazio, rapporto Ecomafia 2017: al quinto posto per reati ambientali

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Tempo di lettura 3 minuti Per le illegalità nel ciclo dei rifiuti, Lazio al 3° posto con 533 infrazioni e Roma 3° peggior provincia con 199

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Oggi Legambiente ha presentato a Roma il rapporto Ecomafia 2017. Anche nel Lazio, come in tutta Italia, si abbassano il numero di infrazioni complessive ai danni dell’ambiente grazie all’effetto positivo della legge sugli ecoreati nel codice penale, ma la nostra regione si conferma la 5° dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa, per numero di reati complessivi, la prima nel centro Italia. Sono infatti nel Lazio 2.241 le infrazioni accertate nel 2016 con 1815 denuncie, 25 arresti, 448 sequestri. Complessivamente i reati ai danni dell’ambiente calcolati nel 2016, 2.241 con questo dossier, sono comunque lievemente in calo rispetto all’anno 2015 quando erano 2.430. Continua a essere il ciclo dei rifiuti a vedere il maggior numero di reati ecomafiosi nella nostra regione, 3° in classifica con 533 infrazioni che hanno portato a 564 denunce, 19 arresti e 180 sequestri; tra le provincie Roma al 3° posto con 199 reati e Frosinone che entra tra le peggiori dieci al 9° posto con 101 infrazioni.
 
“La nostra regione continua ad essere la prima dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa, per il numero di reati legati all'ambiente, e a fronte di una lieve flessione, i numeri raccontano comunque di una forte presenza ecomafiosa nel Lazio – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Per i reati legati alla malagestione dei rifiuti, il Lazio occupa il terzo posto e anche nella classifica delle province è Roma a raggiungere la terza posizione nazionale, ciò dimostra quanta strada ci sia da fare e quale urgenza le amministrazioni devono avere nell'avviare un ciclo sano e virtuoso dei rifiuti perché ogni giorno senza estensione del porta a porta, centri di riuso sani e impiantistica adeguata, è un giorno in più per le ecomafie”. I reati legati al ciclo del cemento e quindi all’abusivismo edilizio, vedono il Lazio al 4° posto con 375 infrazioni (erano 514 nel 2015), 462 denunce e 162 sequestri, ed è Latina la peggior provincia, al 5° posto nella graduatoria provinciale con 144 infrazioni.
 
Sono moltissimi anche i reati ai danni della fauna, per i quali il Lazio è la sesta regione e le infrazioni sono 471, dalle quali sono derivate 410 denunce, 2 arresti e 88 sequestri. Roma è la 3° peggior provincia con 300 infrazioni. Per gli incendi dolosi e colposi, purtroppo sempre più all'ordine del giorno nelle cronache regionali, il Lazio occupa un poco onorevole 4° posto con le sue 436 infrazioni (440 nel 2015), 20 denunce, 3 arresti e 1 sequestro. Sono poi le Archeomafie e quindi i furti e reati ai danni del patrimonio storico-archeologico, che quest’anno fanno raggiungere al Lazio il primo posto assoluto nella classifica tra le Regioni a causa degli 80 furti avvenuti. Triste primato per il Lazio che sale al 1° posto (3° secondo il precedente rapporto) per la corruzione in materia ambientale, tra il 1 gennaio 2010 e il 31 maggio 2017 nella regione sono stati 391 gli arresti, 401 le denunce e 35 i sequestri legati proprio alla corruzione ambientale. “I numeri sull’abusivismo edilizio scendono positivamente nel Lazio ma bisogna aumentare ulteriormente i controlli e le denunce per azzerare questa piaga che ha devastato i territori.
 
Sono rimaste le stesse invece le cifre degli incendi dolosi e colposi, con l’aggravante che questi incendi sono e saranno sempre più devastanti vista l’evidente diminuzione degli eventi piovosi che stiamo vivendo. Il record di archeomafie poi, racconta di un enorme patrimonio storico del Lazio che va messo maggiormente in sicurezza. È invece molto preoccupante che per corruzione in materia ambientale, il Lazio raggiunga un triste primato rispetto allo scorso anno. I Comuni possono e devono fare ancora molto – conclude Scacchi -, nel monitoraggio del territorio e nella denuncia degli illeciti, bene la Regione Lazio per il recente protocollo con la Corte d'Appello di Roma proprio a contrasto degli ecoreati, torniamo a chiederle anche di far ripartire l’Osservatorio Ambiente e Legalità, per dare uno strumento importante in più ai cittadini e alle amministrazioni”. Intanto l'effetto della legge 68/2015 sui reati ambientali nel codice penale, è stata applicata nella nostra regione per 28 infrazioni, coinvolgendo 3 persone giuridiche e 35 persone note denunciate, con 11 sequestri.

Castelli Romani

Castel Gandolfo, iniziati i lavori al parcheggio di via Giovanni Paolo II

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Castel Gandolfo – Da oggi sono ufficialmente iniziati i lavori di manutenzione straordinaria presso il parcheggio multipiano situato in Via Giovanni Paolo II, adiacente alla sede ASL Roma 6. L’intervento, realizzato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, comporterà alcune modifiche temporanee alla viabilità interna e il divieto di sosta per consentire il corretto svolgimento delle operazioni.

I lavori prevedono la manutenzione straordinaria delle aree interne del parcheggio, inclusi importanti interventi sull’impianto elettrico, al fine di garantire maggiore sicurezza e funzionalità alla struttura. Questo parcheggio è un nodo di scambio fondamentale per i numerosi utenti che quotidianamente si recano agli sportelli e ai poliambulatori della ASL.

Il Sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, ha espresso il suo apprezzamento per l’intervento: “Ringrazio la Città Metropolitana, nelle persone del Sindaco Gualtieri e del Vice Sindaco Sanna, per questo intervento che permetterà di mettere in sicurezza e valorizzare questo nodo di scambio che quotidianamente viene molto utilizzato dagli utenti che si recano agli sportelli e poliambulatori della nostra Asl”.

I lavori saranno eseguiti con la massima celerità possibile per ridurre al minimo i disagi per i cittadini. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti periodicamente per informare la popolazione sull’avanzamento dei lavori e su eventuali ulteriori modifiche alla circolazione.

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Castelli Romani

Rocca Priora, incastrato il ladro seriale delle auto

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Arrestato dai carabinieri il ladro seriale che rubava dentro le macchine parcheggiate in sosta vicino ai negozi in pieno centro a Rocca Priora. Per due giorni si sono ripetuti furti all’interno di alcune auto che l’uomo forzava dopo aver visto i proprietari scendere per fare degli acquisti nella zona di via San Sebastiano in centro. I Carabinieri della locale stazione dopo aver ricevuto tre denunce da due uomini anziani e un perito informatico della zona, che avevano visto sottrarsi telefonini , tablet , iPad e altri oggetti dalle loro auto. Si sono appostati e l’altra mattina lo hanno fermato in flagranza di reato mentre tentava di aprire la macchina di un ottantenne del posto. Il ladro è stato arrestato e ritrovata tutta la refurtiva asportata precedentemente dalle auto in sosta davanti ai negozi in centro.

Presso il Tribunale di Velletri c’è stato il processo per direttissima per la convalida dell’arresto che è stato eseguito dal giudice monocratico. Il 35enne egiziano, già conosciuto alla Giustizia per furto, ricettazione e altri reati, ha patteggiato la pena ed è stato rimesso in libertà al momento. Con divieto di avvicinamento a Rocca Priora e altre prescrizioni imposte dalla magistratura.

I cittadini vittime dei furti hanno ringraziato a lungo i carabinieri del posto per essere intervenuti velocemente e aver identificato e arrestato l’autore ritrovandogli in casa sua sempre nella cittadina dei Castelli tutta la refurtiva che è stata restituita ai legittimi proprietari .

In particolare un iPad di lavoro molto importante per il perito informatico che lavora per importanti aziende del settore.

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Roma

Roma, metro Piramide: la banchina degli impuniti

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È senza soste l’impegno della vigilanza nelle stazioni metro di Roma.
Ma come potete vedere dalle foto le difficoltà maggiori avvengono in questo preciso momento presso la stazione Piramide della Linea B (sono circa le 18) dove un folto gruppo di borseggiatori bosniaci, si ostina a restare sulla banchina incurante degli avvisi della Guardie Giurate predisposte al servizio che li stanno invitando a lasciare la stazione.
Una situazione a dir poco incresciosa che mostra in pieno i limiti di un sistema giuridico che rischia di confermare sempre di più il concetto di “impunità” per chi si macchia di tale reati.

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