MAFIA CAPITALE 2: ALTRA TEGOLA SUL CINEMA AQUILA, TRA ARRESTATI E INDAGATI I CONTI TORNANO

 

Il presidente del consorzio Sol.Co., Mario Monge, ha vinto il bando per l'assegnazione del Nuovo Cinema Aquila, bene espropriato alla mafia. Adesso Monge è ai domiciliari, l'ex Direttore del XIX Dipartimento di Roma, che concesse il cinema al Sol.Co., è indagata nel filone di Mafia Capitale e il comune di Roma ha revocato la gestione del bene al consorzio di Monge.

 

di Maurizio Costa

Roma – Continua l'inchiesta de L'Osservatore d'Italia sul Nuovo Cinema Aquila, bene espropriato alla mafia e concesso dal comune di Roma al consorzio Sol.Co. Di Mario Monge. Mirella Di Giovine, ex Direttore del XIX Dipartimento di Roma, che concesse la gestione del cinema al Sol.Co., è indagata nell'inchiesta di Mafia Capitale.

Di Giovine promosse direttamente la stesura del bando di affidamento del Cinema Aquila nel 2004. Poi, quando il Sol.Co. vinse il bando, dopo essere ricorso al Tar, Di Giovine consegnò direttamente l'immobile a Mario Monge, arrestato dal Ros con l'inchiesta di Mafia Capitale.

Il 20 maggio 2008, Di Giovine firma un documento da consegnare alla prefettura, nel quale si legge che la ristrutturazione del cinema è completata e che “si sta procedendo alla consegna formale del Nuovo Cinema Aquila con Atto di Convenzione a favore della Cooperativa Sol.Co.”.

La consegna arriva tre giorni dopo, con la convenzione numero 8862. L'atto è firmato direttamente da Mirella Di Giovine, “la quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta (il Dipartimento XIX n.d.r.)”, e Mario Monge, rappresentante del Sol.Co.

Mario Monge è agli arresti domiciliari perché sarebbe entrato in affari con Salvatore Buzzi per quel che riguarda un appalto per la gestione dei Cup “finalizzato all'acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio per un importo di 91.443.027,75 euro”.

Inoltre, il Nuovo Cinema Aquila è stato espropriato dalla gestione del Sol.Co., che è andato contro le regole del bando di assegnazione subappaltando il bene alla cooperativa sociale “N.C.A.”.

La nostra inchiesta è andata a fondo è ha scoperchiato un business che avrebbe fatto girare centinaia di migliaia di euro.