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Maxi Blackout in Spagna e Portogallo: caos in tutta la penisola iberica, ancora incerte le cause. Sanchez: “Nulla può essere escluso”

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MADRID / LISBONA — È stato uno dei peggiori blackout mai registrati in Europa quello che oggi, intorno alle 12:30, ha mandato al collasso la rete elettrica della penisola iberica, lasciando milioni di persone senza luce, senza connessioni internet, senza treni, semafori, trasporti o comunicazioni mobili. Spagna, Portogallo e alcune aree del sud della Francia sono sprofondate nel buio in pieno giorno, provocando scene di panico, paralisi nei trasporti e interruzioni diffuse nei servizi essenziali.

Secondo quanto riferito dal premier spagnolo Pedro Sánchez in una dichiarazione serale dalla Moncloa, “almeno il 50% dell’approvvigionamento elettrico nazionale è stato ripristinato” e tutte le Comunità Autonome risultano ora parzialmente rialimentate. L’operatore nazionale Red Eléctrica Española (REE) ha spiegato che il blackout è stato causato da una drastica caduta di 15 GW di potenza in soli cinque secondi, pari al 60% della domanda elettrica nel momento dell’incidente. Uno “zero tecnico” che ha portato al collasso totale della rete.

Il premier ha convocato d’urgenza il Consiglio Nazionale di Sicurezza, rimanendo in contatto continuo con Bruxelles, l’Agenzia europea per la sicurezza cibernetica (ENISA) e i partner della NATO. “Nulla può essere escluso”, ha dichiarato Sánchez, pur invitando i cittadini a non lasciarsi travolgere dalle speculazioni. L’ENISA, dopo un primo esame, ha escluso un attacco hacker, parlando invece di un guasto tecnico. Tuttavia, la possibilità di un sabotaggio resta sul tavolo tra le ipotesi da verificare.

Nel frattempo, il gestore portoghese REN ha avanzato l’ipotesi di una “vibrazione atmosferica indotta”, fenomeno raro ma noto, legato a variazioni termiche estreme che alterano la sincronizzazione della rete elettrica interconnessa europea. Si tratterebbe, dunque, di un effetto a cascata partito dal territorio spagnolo ma con ripercussioni anche oltre confine.

A Madrid, il sindaco José Luis Almeida ha lanciato un appello urgente: “Rientrate il prima possibile nelle vostre case. L’illuminazione pubblica non è garantita.” Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nelle regioni colpite, mentre analogamente, il premier portoghese Luís Montenegro ha proclamato l’emergenza energetica nazionale. “Sappiamo che l’origine del guasto è esterna al nostro territorio. Tutto indica la Spagna”, ha detto Montenegro in una conferenza stampa serale.

I disagi:
In tutta la penisola iberica il blackout ha causato il caos: treni fermi, convogli evacuati e passeggeri nei tunnel delle metropolitane guidati solo dalla luce dei cellulari; aeroporti bloccati, con il 20% dei voli cancellati o deviati; supermercati presi d’assalto per acquistare batterie e candele; città paralizzate senza semafori, con incidenti e ingorghi sulle principali arterie stradali. A Madrid è stata interrotta la circolazione sulla tangenziale M-30. Nelle stazioni ferroviarie di Atocha e Chamartin si sono formate lunghe code e scene di confusione. A Barcellona, nell’aeroporto di El Prat, centinaia di viaggiatori hanno abbandonato i terminal a piedi per cercare alternative di trasporto.

Nelle strutture sanitarie, solo i gruppi elettrogeni hanno impedito scenari più drammatici, garantendo assistenza ai pazienti in terapia intensiva o con apparecchiature salvavita. Tuttavia, non sono mancati momenti critici, specie nei piccoli centri.

Ripristino parziale della rete:
In serata, Red Eléctrica ha dichiarato che la rete è stata ripristinata oltre il 61% in Spagna continentale, con priorità data alle grandi aree urbane. A Lisbona e Porto, l’elettricità è tornata in diversi quartieri. Le centrali idroelettriche sono ripartite gradualmente, mentre quelle nucleari, per protocollo, si sono spente automaticamente al verificarsi del guasto.

Il ministro spagnolo dei Trasporti, Óscar Puente, ha avvertito che il ritorno alla normalità dei collegamenti ferroviari richiederà “almeno 24-36 ore”, mentre la priorità è garantire le linee essenziali e la sicurezza dei passeggeri.

L’ombra della vulnerabilità europea:
Questo evento, definito dagli esperti come uno dei più gravi dopo il blackout italiano del 2003, ha riacceso il dibattito sulla vulnerabilità delle reti energetiche europee, sempre più interconnesse ma anche esposte a rischi sistemici, climatici e tecnologici. La Commissione Europea ha ribadito la necessità per i cittadini dell’UE di essere pronti a fronteggiare emergenze simili con scorte minime di sopravvivenza per 72 ore. Un consiglio ignorato da molti, fino a oggi.

“È la psicosi del kit di sopravvivenza, però qui manca la luce, non l’acqua”, ha ironizzato una cassiera di Madrid, Veronica López, mentre cercava di calmare i clienti in fila nel buio di un supermercato sulla Calle Goya.

Le autorità chiedono ora responsabilità, evitando inutili allarmismi e l’uso superfluo dei cellulari per non intasare la rete mobile, in parte ancora instabile. Le indagini proseguono, ma una cosa è certa: l’Europa oggi ha vissuto un campanello d’allarme che difficilmente sarà dimenticato.