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Lanciato contro Dnipro, il nuovo missile balistico russo spaventa il continente. Mosca promette una produzione in serie, mentre la NATO si prepara a una risposta strategica tra timori di escalation globale
La guerra in Ucraina ha subito un’escalation drammatica dopo il lancio del missile balistico Oreshnik contro la città di Dnipro. Un’azione che Mosca descrive come un segnale potente non solo per Kiev, ma anche per i suoi alleati occidentali. “Possiamo colpire l’intera Europa”, è il messaggio sintetizzato dai vertici russi, generando allarme tra i partner della NATO e aprendo scenari inquietanti per la sicurezza del continente.
Allerta globale e preparativi militari
L’azione russa ha immediatamente catalizzato reazioni internazionali. La NATO ha convocato un vertice straordinario per il 26 novembre, al quale parteciperanno anche i rappresentanti ucraini, per discutere misure di sicurezza e coordinare le strategie di difesa. Donald Tusk, primo ministro polacco, ha descritto il momento come una “fase cruciale” del conflitto, aggiungendo: “Il rischio di un conflitto globale è ormai concreto”.
In Germania, il cancelliere Olaf Scholz ha espresso preoccupazione per “un’escalation grave e senza precedenti”, sottolineando come l’impiego di un missile balistico a medio raggio rappresenti un significativo passo avanti nella guerra. Secondo fonti della Frankfurter Allgemeine Zeitung, Berlino ha predisposto un piano dettagliato per affrontare una possibile invasione russa sul fronte orientale della NATO, con il coinvolgimento di centinaia di migliaia di soldati e misure per la protezione civile.
Reazioni e accuse incrociate
Mentre Londra e Parigi ribadiscono il loro sostegno all’Ucraina, sottolineando l’importanza di garantire una pace stabile, Mosca accusa l’Occidente di alimentare il conflitto. Vladimir Putin ha attribuito ai missili occidentali Atacms e Storm Shadow, forniti a Kiev, il ruolo di aggravare le ostilità. Tuttavia, i ministri degli Esteri britannico e francese hanno respinto le accuse, definendo la guerra russa come un’azione “provocatoria e su vasta scala”, responsabile della più grave crisi europea dalla Seconda guerra mondiale.
Parallelamente, Dmitry Medvedev, figura di spicco della politica russa, ha avvertito l’Europa delle conseguenze catastrofiche di eventuali ulteriori forniture militari a Kiev, descrivendo il missile Oreshnik come “impossibile da intercettare”. Un monito che si inserisce in una narrazione volta a dissuadere gli alleati ucraini.
Scetticismo e contro-narrazione di Kiev
Da parte sua, l’Ucraina ridimensiona le affermazioni russe. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha definito l’Oreshnik “un’invenzione propagandistica”. Secondo Podolyak, si tratterebbe di una versione rielaborata di armamenti già noti e non di un’arma rivoluzionaria. “Questa retorica è solo un tentativo di seminare paura”, ha dichiarato.
Un futuro incerto
La decisione di Vladimir Putin di avviare la produzione in serie del missile Oreshnik e di accelerare i test su nuovi armamenti balistici mette ulteriormente alla prova l’equilibrio geopolitico globale. Con il rischio di una nuova corsa agli armamenti, le prossime settimane si preannunciano decisive per il futuro della guerra e per la stabilità dell’Europa.