NEW YORK: TUTTO IL MONDO E' DISCARICA

di Simonetta D'Onofrio

Non può essere una consolazione, rientrando nella categoria del “mal comune”, ma alcuni romani che, girando per le strade della Grande Mela, hanno notato come i cumuli di immondizia non siano inferiori a quelli della periferia romana più degradata, non ci hanno messo molto a immortalare l’indecenza e pubblicarla sui social network in polemica con quanto scritto in un articolo del New York Times alcuni giorni fa.
Un invito, neanche tanto velato, a preoccuparsi dei loro problemi, perché da una parte è vero che l’Urbe vive un momento in cui tutto sembra allo sbando, anche e soprattutto per la debolezza percepita delle istituzioni cittadine, troppo impegnate a ricostruire una credibilità infranta con le vicende di Mafia Capitale per riuscire ad amministrare l’ordinario, che non è un elemento accessorio, ma ciò che tutti i giorni i cittadini vivono sulla loro pelle. Ma è altrettanto vero che non esiste metropoli che non abbia le sue contraddizioni e le sue problematiche.
Ci sono molte città dove la criminalità è superiore a quello delle città italiane, Roma compresa, dove il tasso di suicidi è molto più alto, dove il verde è un miraggio, e l’acqua che sgorga dai rubinetti è imparagonabile con quella che giunge nella capitale dal Peschiera.
Attaccare Roma è diventato ormai uno sport internazionale, troppo facile attaccare chi è in difficoltà. Certi tabella ricordano i ciclisti che vanno in fuga nel momento in cui il loro avversario ha forato e non può inseguirli. Una scorrettezza mediatica che è stata mal digerita da molti romani, che hanno reagito invitando i propri concittadini a prendere la ramazza, come ha fatto Gassman, o dimostrando che, anche sotto il punto di vista rifiuti, tutto il mondo è paese.

 

(foto Twitter)