Campidoglio orfano di assessore al Bilancio: anche il magistrato Tutino saluta Raggi

di Chiara Rai

Non si fa in tempo a candidarne uno che Raggi si ritrova di nuovo in alto mare. Sembrano non volersi calmare le guerre stellari in Campidoglio dove Raggi è indaffarata a cercare l'assessore al Bilancio, impresa che si fa sempre più difficile anche perché a un passo dalla nomina, il consigliere della Corte dei conti Salvatore Tutino si fa da parte e "molla" la sindaca pentastellata. Eppure proprio questa mattina il magistrato contabile in pensione aveva rinnovato la sua volontà a ricoprire la carica assessorile. A raffreddare la disponibilità a far parte della squadra di Raggi e ricoprire il posto lasciato dall'ex assessore Minenna, l'accusa di far parte della casta che gli è stata mossa da alcuni esponenti grillini a cominciare da Roberto Fico. "Non posso accettare -spiega Salvatore Tutino- accuse totalmente infondate e prive di ogni elemento di verità. Avevo dato la mia disponibilità consapevole delle difficoltà e dei rischi che l'impegno avrebbe comportato. Ma pensavo a difficoltà legate all'impegnativo lavoro che mi sarei trovato ad affrontare come assessore al bilancio della Capitale". Stanco dunque di essere al centro di polemiche il magistrato si sfila: "Da diversi giorni – continua Tutino- sono sulla graticola sottoposto a esami surreali. Sono diventato oggetto di una contesa in cui, più che i curricula, contano le illazioni e dove le falsità e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità e impegno. Gli attacchi, del tutto ingiustificati, da parte di esponenti della forza politica che dovrà sostenere le scelte della giunta, minano alla base ogni possibilità di un proficuo lavoro. Perciò, nel ringraziare la sindaca per la considerazione, ritiro la mia disponibilità a fare l'assessore al bilancio. Continuerò, con serenità e rinnovato impegno, a dare il mio contributo alla Corte dei conti". I revisori sono stati chiari: serve una manovra di bilancio. E intanto gli uffici sono ancora fermi, mancano centinaia di deleghe da assegnare nei dipartimenti. E sfumano i 70 milioni di "spese fantasma" che erano stati indicate dall’ex assessore Minenna.




Campidoglio, martedì Raggi in Aula: pronto nuovo assessore

Redazione

ROMA – E' atteso entro martedì 20 settembre il nome del nuovo assessore al Bilancio della giunta Raggi. In quella giornata la sindaca andrà in assemblea capitolina per "comunicazioni" ai consiglieri comunali. Interpellato in merito dall'ANSA il capogruppo del M5S in Campidoglio Paolo Ferrara risponde: "Su cosa verteranno queste comunicazioni? Quando un assessore si dimette (il riferimento è all'ex responsabile del Bilancio Marcello Minenna, ndr) il sindaco deve riferire in Aula, riferirà su quanto è accaduto. Il nuovo assessore? Dovremo averlo per forza martedì perché senza la delibera sui 18 milioni per Atac non può andare in Aula. A meno che, mantenendo le deleghe al bilancio, relazioni la sindaca sulla delibera, ma credo sia una possibilità remota".

 

Celebrata prima unione gay La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha celebrato questa mattina nella Sala Rossa del Campidoglio la prima unione civile omosessuale ai sensi della Legge Cirinnà. Gli sposi sono Francisco Raffaele Villarusso, 43 anni, nato a Cerignola, e Luca De Sario, 30 anni, di Roma. Il sì è stato salutato da un grande applauso."Benvenuti, vi vedo emozionatissimi e giustamente.

E' un momento importante, una grande emozione – ha detto la sindaca – nasce una nuova coppia e una famiglia". "Vi auguro una unione lunga e divertente – ha aggiunto – potrebbe avere qualche scossone ma vi auguro di superare gli ostacoli che la vita ci pone davanti. Questa è la sfida che vi accingete ad intraprendere, andate avanti a testa alta con forza e divertitevi, il segreto è divertirsi. Vi auguro una vita intensa" ha concluso la prima cittadina della capitale prima di leggere gli tabella del codice così come previsto dalla procedura.




Campidoglio, altra tegola per Raggi: l'assessora Muraro indagata per abuso d'ufficio

Red. Pol.

ROMA – La bufera non si placa  per la giunta comunale di Roma, guidata da Virginia Raggi dopo le cinque dimissioni, tra cui il capo di gabinetto e l'assessore al bilancio, avvenute giovedì scorso. Secondo quanto si legge su alcuni quotidiani oggi in edicola, l'assessore all'ambiente Paola Muraro è indagata dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio e violazioni di norme sull'ambiente.

"A oggi Muraro afferma di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. Non esistono le carte per poter valutare", ha detto Luigi Di Maio durante la festa de Il Fatto Quotidiano parlando della notizia dell'avviso di garanzia all'assessore Muraro. "A chi si sta sfregando le mani in questo momento per questa ennesima questione che prende la ribalta nazionale – ha aggiunto Di Maio – dico che il Movimento non ha mai fatto sconti a nessuno, soprattutto al suo interno. Stiano sereni i nostri detrattori che pensano di azzopparci. Non faccio dichiarazioni sui se".

Il nome dell'assessore, dunque, figurerebbe nel registro degli indagati da circa tre mesi e cioè prima della sua nomina. La notizia arriva a sole 24 ore dalla convocazione della Muraro in commissione Ecomafie dove è fissata per domani una audizione assieme al sindaco Raggi. Il nome della Muraro, che per 12 anni è stata consulente dell'Ama (municipalizza dei rifiuti) nelle scorse settimane era già stato accostato alle inchiesta che la Procura capitolina aveva avviato e in particolare quella sul tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà di Manlio Cerroni.

Il pm Alberto Galanti nel procedimento indaga per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito dei rifiuti, truffa e frode nelle pubbliche forniture. Il nome della Muraro compare anche in una serie di intercettazioni, ritenute all'epoca dagli inquirenti non penalmente rilevanti, dell'inchiesta su Mafia Capitale. Dialoghi in cui compaiono anche imputati eccellenti del maxiprocesso: il ras delle coop romane, Salvatore Buzzi, e l'ex ad di Ama, Franco Panzironi.
Quelle intercettazioni saranno ora acquisite dalla Procura e finiranno nel filone delle indagini sullo smaltimento dei rifiuti a Roma.

Raggi, "siamo al lavoro e non ci fermiamo" – "Il lavoro non si ferma. In Campidoglio con i consiglieri per il nuovo assessore al Bilancio". Così la sindaca di Roma Virginia Raggi su Facebook, parla del lavoro che sta facendo per trovare il successore del dimissionario Marcello Minenna. Un lavoro che va avanti, dunque, anche nel giorno in cui i giornali riportano la notizia dell'assessore Paola Muraro indagata per abuso d'ufficio e reati ambientali.

 

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01/09/2016 Campidoglio in bilico: prove di dittatura a 5 stelle




Campidoglio in bilico: prove di dittatura a 5 stelle

di Chiara Rai

ROMA – I Cinque Stelle danno prova di dittatura. Non concertazione. Non democrazia ma caos e dictat da parte dei neo amministratori pentastellati. L’ultima grossa prova è l’enorme bufera "stellare" esplosa in Campidoglio: il capo di gabinetto di Roma Capitale, Carla Raineri e l'assessore al bilancio Marcello Minenna, hanno rassegnato ieri le proprie dimissioni. Un epilogo che arriva dopo un fiume di polemiche sugli stipendi d'oro in casa Raggi. Sopra tutti il super compenso di 193.000,00 euro al giudice Raineri. Pensare poi, che le critiche e pressioni sulla sindaca finalizzate al taglio degli stipendi sono arrivate in questi ultimi giorni soprattutto dai vertici del Movimento, Grillo in testa, scatenando una vera e propria guerra intestina tra coloro che vogliono e si aspettano i tagli reali ai benefit della vecchia politica e i nuovi rampolli o meglio rampolle dei palazzi che si muovono ancora con la vecchia logica delle amicizie, parentele e nomine da centinaia di migliaia di euro. In questa storia ovviamente se ne lava ampiamente le mani il grande sconfitto delle amministrative e cioè il presidente del consiglio Matteo Renzi che lascia ai pentastellati tutti gli "onori" della cronaca caotica capitolina: "Rispetto il lavoro del sindaco – commenta – ha vinto lei, a lei onori e oneri, non metto bocca sulla squadra, chi vince ha la responsabilità e il dovere di governare". Adesso Renzi cavalca i primi “buchi neri” dei cinque stelle e rincara la dose con l’avvertimento alla sindaca. “Se Raggi non firma, Roma sarà fuori dalle Olimpiadi”. E sì, perché in ballo ci sono anche milioni di euro di rilancio per la Capitale che romani, imprenditori e amici di potrebbero vedere sfumati qualora Raggi decidesse di non candidare la Capitale ai Giochi. Sappiamo però che i motivi che avrebbero portato l'Anac, interpellata da Raggi, a dichiarare la nomina di Raineri "non conforme" sono sostanzialmente fondati su una errata applicazione del Tuel (Testo Unico degli Enti locali). Nei fatti avevano ragione le opposizioni: l'incarico di capo di gabinetto andava assegnato con un bando e non a chiamata diretta. Questo significa non solo che si trattava di una nomina d’oro – e su questo non c’è reato o difformità – ma che ci troviamo di fronte un’improvvisazione dei neo amministratori pentastellati che dall’oggi al domani si sono ritrovati “sindaci” senza la sudata gavetta, senza conoscere – la stragrande maggioranza – come funziona una macchina amministrativa e per di più paralizzando le città che amministrano per dare prova di un cambiamento che ad oggi appare fallimentare: bloccato lo stadio della Roma, la ristrutturazione delle Torri all'Eur, il futuro della Fiera di Roma e chi più ne ha più ne metta. Minenna, sostenuto dalla magistrata nella corsa a capo di gabinetto, è stato finora considerato un elemento essenziale della squadra a cinque stelle e, tra l'altro, si è sempre battuto per rivedere gli stipendi troppo alti dello staff, soprattutto quello del caposegretreria Salvatore Romeo. Ma Raggi non ha accettato i suoi consigli di buon grado e i maldipancia hanno costretto l’assessore alle dimissioni “irrevocabili”. Quindi non sarebbe stata solo la revoca dell'incarico di Raineri, ma anche il disaccordo su alcune nomine a spingere Minenna a dimettersi. I rapporti tesi con l'amministrazione sono iniziati dunque con le nomine di Salvatore Romeo e Raffaele Marra, considerati vicinissimi a Raggi e al suo vice Daniele Frongia. I ripensamenti non sono mancati anche per il ruolo del vicecapo di gabinetto vicario. In prima battuta questo incarico era stato assegnato a Raffaele Marra, dirigente pubblico che in passato aveva lavorato anche con Gianni Alemanno e Renata Polverini. La sua scelta non era andata giù al Movimento ed anche lui era stato revocato come vicario. Sono dunque passati soltanto due mesi dall'insediamento, dunque, per la sindaca Virginia Raggi non accenna a sciogliersi il nodo del capo di gabinetto, ruolo talmente delicato da accendere subito polemiche e dispute interne anche al Movimento Cinque Stelle. Il primo ad essere stato nominato alla guida dell'ufficio è stato Daniele Frongia, braccio destro della sindaca poi spostato nel ruolo di vicesindaco. Dopo di lui, si ragionò a lungo su Daniela Morgante, magistrato della Corte dei Conti e già nella giunta di Ignazio Marino. Morgante ebbe anche un incontro con la stessa sindaca ma poi la sua nomina cadde nel vuoto, con polemiche. Al suo posto si preferì Carla Romana Raineri, un altro magistrato che aveva già collaborato con il commissario Francesco Paolo Tronca e con l'ormai ex assessore al bilancio Marcello Minenna.

 




Roma, bufera in casa Raggi: si dimettono capo di gabinetto e assessore al bilancio

 
di Angelo Barraco
 
ROMA – La giunta pentastellata capitolina perde figure di prestigio fortemente volute dalla sindaca Raggi. Il capo di gabinetto di Roma Capitale, Carla Raineri e l’assessore al bilancio Marcello Minenna si sono dimessi. Una spaccatura che sicuramente destabilizza l’equilibrio che la prima cittadina aveva fortemente voluto attorno a se con persone di fiducia. La decisione è sicuramente legata alla questione degli stipendi e la volontà dei due di non entrare a far parte del vorticoso turbine di polemiche che ha coinvolto il M5S.
Pensare poi, che le critiche e pressioni sulla sindaca finalizzate al taglio degli stipendi sono arrivate in questi ultimi giorni soprattutto dai vertici del Movimento, Grillo in testa, scatenando una vera e propria guerra intestina. Non si intromette il presidente del consiglio Matteo Renzi che lascia ai pentastellati tutti gli "onori" della cronaca caotica capitolina: "Rispetto il lavoro del sindaco – commenta – ha vinto lei, a lei onori e oneri, non metto bocca sulla squadra, chi vince ha la responsabilità e il dovere di governare".

La vicenda dei maxistipendi ha creato una forte spaccatura all’interno del M5S.  Minenna ha presentato le sue dimissioni lo scorso 31 agosto, mentre a Raineri è stata revocata la nomina a capo di gabinetto di Roma Capitale a seguito del parere dell’Autorità nazionale anticorruzione consequenziale ad una scorretta messa in atto di un articolo del Testo unico degli enti locali.
 
L'annuncio su Facebook  Poco prima delle dimissioni il sindaco Raggi ha postato su Facebook la notizia che Raineri sarebbe stata recovata in seguito al parere espresso dall'Anac: "Trasparenza. È uno dei valori che ci contraddistingue e che perseguiamo. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere un parere all'Anac, l'Autorità Nazionale Anticorruzione, su tutte le nomine fatte finora dalla Giunta. Una richiesta per garantire il massimo della trasparenza: il palazzo deve essere di vetro, tutti i cittadini devono poter vedere cosa accade dentro. Questo è il M5S». E aggiunge: «Sulla base di due pareri contrastanti, ci siamo rivolti all'Anac che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della dottoressa Carla Romana Raineri a capo di Gabinetto va rivista in quanto 'la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l'articolo 90 Tuel' e 'l'applicazione, al caso di specie, dell'articolo 110 Tuel è da ritenersi impropria" – sottolinea Raggi – Ne prendiamo atto. Conseguentemente, sarà predisposta l'ordinanza di revoca".

 
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ELEZIONI A ROMA: ECCO I CANDIDATI IN CAMPO PER LA CORSA AL CAMPIDOGLIO

C.R.

Roma – Nella Capitale sono scaduti i termini per presentare la propria candidatura alle primarie del centrosinistra: a consegnare le firme Roberto Giachetti, Roberto Morassut e Stefano Pedica del Pd, Gianfranco Mascia dei Verdi, Domenico Rossi di Centro democratico, ma bisognerà aspettare il 6 marzo per sapere chi sarà legittimato a correre per lo scranno più alto del Campidoglio. Alla consultazione potrebbe prendere parte anche Chiara Ferraro, una ragazza autistica già candidata nella passata tornata elettorale nella lista civica di Ignazio Marino: suo padre ha consegnato le firme in suo sostegno per dare «un segnale», non sono abbastanza ma potrebbero raggiungere la soglia grazie al gesto di Roberto Giachetti, pronto a cedere alla giovane parte delle sue, in sovrannumero. Per 'La Destrà c'è Francesco Storace, il Movimento 5 Stelle ha raccolto le candidature, ma ancora non ha sdoganato il nome, mentre Sinistra Italiana è in campo con Stefano Fassina. È ancora un punto interrogativo, invece, il possibile ritorno dell'ex sindaco Ignazio Marino, con cui proprio Fassina aveva proposto un ticket e forte dell'appoggio della neonata associazione 'Parte civile: Marziani in movimentò, nata proprio in un suo sostegno. Punta alla poltrona di sindaco anche Alfio Marchini, con la sua lista civica. L'imprenditore non ha incassato l'appoggio del centrodestra che invece cerca un altro nome da spendere: l'ultimo circolato è quello della conduttrice televisiva Rita dalla Chiesa, 'sponsorizzatà soprattutto da Fdi. Ma quest'ultima si è immediatamente sfilata. Adesso in ballo c'è Irene Pivetti, ex presidente della Camera che piace a Salvini il quale però ha avvisato: o si fa un nome o basta tavoli con Meloni e Berlusconi. Insomma c'è aria di primarie nel centrodestra.




UN MERCOLEDÌ DA LEONE… MARINO

di Ivan Galea – Matteo La Stella

Ignazionovelas – Un mercoledì da leoni  è il titolo di un film del 1978 diretto da John Milius e dedicato al mondo del surf. Il regista presenta una sorta di avventura autobiografica, in ricordo dei propri anni giovanili passati in California. Nel finale del film Matt – l'interprete principale – torna sulla spiaggia che frequentava in gioventù insieme a due amici e regala a un giovane ragazzo la tavola che gli era stata donata da Bear, il quale l'aveva conservata per una grande occasione, accettando definitivamente quel "passaggio di età" che egli aveva sempre cercato di fuggire. E così, volendo parafrasare il film di Milius con l'ennesima telenovelas andata in onda ieri in Campidoglio, ci immaginiamo il finale di un Marino che deve necessariamente cedere la tavola da surf donatagli da Renzi, accettando definitivamente quel "passaggio di testimone ormai obbligatorio": Un Mercoledì da Leone… Marino.

Una città paralizzata dal maltempo, come vuole l'inusuale “tradizione capitolina”, ha fatto da cornice al mercoledì di “crociata al contrario” dell'ancora sindaco Ignazio Marino che, denti stretti, ha incontrato nel tardo pomeriggio il commissario capitolino Matteo Orfini, mentre già in giornata un altro pezzo della sua giunta gli aveva dato il benservito.

Infatti, dopo gli indizi di un'imminente ripensamento riguardo le sue dimissioni- che diverranno effettive solo dopo la mezzanotte di domenica primo novembre- urlati domenica ai “suoi” nella gremita Piazza del Campidoglio, il primo cittadino ha continuato a tergiversare, convinto che la strategia dell'attesa potesse essere quella giusta per rimanere al timone del Comune. L'appuntamento in Giunta. La giornata del primo cittadino a Palazzo Senatorio inizia alle ore 11. Un giorno di lavoro come tanti per Marino, che commenta sereno:” Oggi abbiamo una giunta molto, molto importante, densa di decisioni”. Una riunione tecnica senza confronti politici, fanno sapere dal Campidoglio.

Anche se, dalle parole dell'affezionato assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi, si intuisce che il sindaco non abbia affatto cambiato idea. “Marino è tentato di ritirare le dimissioni – conferma parlando ai microfoni di Radio 24 – perché da alcuni giorni è stato tentato un dialogo molto complicato con i vertici del Pd, ma non essendoci altre vie di confronto aperte, l'unica che rimane è quella istituzionale di ritirare le dimissioni. Il primo cittadino non pensa di risolvere così una crisi politica, ma vuole parlarne in consiglio comunale. In questo momento il ritiro delle dimissioni è un atto dovuto ed è l'unica strada per avere un confronto e spingere a parlarsi”. “Il sindaco – puntualizza la Cattoi – si è presentato dimissionario perché sembrava fosse colpito da un'enorme vicenda giudiziaria legata alle spese di rappresentanza che poi- ha chiarito- Io non nutro speranze che si possa andare avanti in questo clima di grande sfiducia, i consiglieri comunali possono sfiduciare il sindaco ma lo devono dire e spiegare al sindaco e ai cittadini”.

Cade un altro assessore. Intanto, un altro pezzo della giunta cade sotto i colpi della crisi del Campidoglio: l'assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Pucci, infatti, fa sapere che da lunedì lascerà Palazzo Senatorio per tornare al suo lavoro. L'annuncio non impensierisce affatto il “sindaco infedele”, come neanche la sfiducia presentata da Fratelli d'Italia: l'obiettivo è un faccia a faccia con i vertici del Pd. L'incontro con Orfini.

Nello stupore generale il Pd apre nuovamente il dialogo con il primo cittadino, programmandogli un incontro con Matteo Orfini in campo neutro. Così, mentre Renzi esprime tutto il suo malcontento da Cuba,lasciando lo scettro tra le mani del segretario dem Orfini, lo scontro prende piede alle 18 nell'abitazione del vicesindaco Marco Causi. Quì, in un appartamento poco lontano da Piazzale della Radio si riuniscono l' assessore ai Trasporti Stefano Esposito, l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella, l'assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi e il collaboratore del sindaco Roberto Tricarico. Una discussione durata oltre due ore quella tra Marino ed Orfini che, però, sembra non aver sciolto il bandolo della matassa. “È andata benissimo.

E come ho detto nei giorni scorsi sto riflettendo”, così si è espresso il primo cittadino al termine della riunione. Secondo Marco Causi, colui che ha messo a disposizion il “ring”, la discussione sarebbe stata: “Molto cordiale. La notizia è che ci si parla- spiega il vicesindaco- ma la soluzione ancora non c'è e le varie parti restano delle loro posizioni però si è fatto un primo passo perché almeno si è aperta una discussione cordiale”. L'”infedele” Marino, dunque, punta ancora una volta i piedi mentre il “crociato” Orfini tenta il tutto per tutto pur di dissuaderlo dal ritirare le dimissioni.

Se è vero, però, che la storia tende a ripetersi, Marino, probabilmente, verrà cacciato in maniera cruenta dalla “Terra Santa”. Per Roma il Campidoglio.




BUFERA SUGLI APPALTI DELLE STRADE ROMA: ARRESTATO FUNZIONARIO DEL CAMPIDOGLIO CHE PRENDEVA MAZZETTE

Redazione

Pagavano tangenti per alterare e aggiudicarsi le gare di appalto per la manutenzione delle strade della Grande Viabilità di Roma. Due imprenditori e di un funzionario del dipartimento S.I.M.U. (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) di Roma Capitale sono finiti agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d'asta. Il provvedimento di custodia cautelare è stato eseguito dai Carabinieri del Comando per la Tutela dell'Ambiente, in collaborazione con i colleghi del Comando provinciale di Roma, al termine di indagini coordinate dalla procura. In corso perquisizioni delle società ricollegabili agli imprenditori e dell'ufficio del funzionario.

Le tre persone finite ai domiciliari nell'inchiesta dei carabinieri su un giro di tangenti per alterare le gare di appalto sulla Grande Viabilità di Roma sono gli imprenditori Luigi Martella e Alessio Ferrari e il funzionario di Roma capitale Ercole Lalli. Le indagini, partite a settembre, hanno permesso di accertare che i due imprenditori, al centro di una filiera di imprese, il 27 settembre, "al fine di turbare le gare d'appalto per la manutenzione e la sorveglianza delle strade della Grande Viabilità della citta'", consegnarono a Lalli, funzionario del dipartimento SIMU, 2000 euro in contanti in cambio di "informazioni riservate" relative all'aggiudicazione di gare, "ognuna del valore di circa un milione di euro". C'era anche la prima gara assegnata dal comune per il Giubileo ed era stata bloccata ieri dall'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), tra quelle per cui idue imprenditori e il funzionario sono stati arrestati. Secondo le verifiche dell'Anac, i due imprenditori erano in realtà soci occulti.

I carabinieri, al momento del loro intervento, hanno scoperto che Lalli ha cercato di disfarsi della busta che conteneva 10 banconote da 100 euro e 20 pezzi da 50. L'obiettivo degli imprenditori, stando a quanto emerso dalle indagini, era quello di "incrementare la probabilità di aggiudicazione delle gare". La manutenzione stradale della Grande Viabilità di Roma Capitale avviene tradizionalmente attraverso la suddivisione della città metropolitana in otto lotti, corrispondenti ad altrettante aree. L'affidamento della manutenzione e sorveglianza è effettuato, per ciascun lotto, attraverso una gara e con durata limitata nel tempo. Allo scadere del periodo, quindi, vengono bandite nuove gare, per assicurare la continuità del servizio. Le imprese invitate vengono sorteggiate dall'Amministrazione attraverso un metodo casuale tra quelle iscritte ad uno specifico sistema informatizzato in uso a Roma Capitale. E i due imprenditori, è stato accertato dai carabinieri, avevano capito come fare per sapere in anticipo quante e quali imprese venissero invitate ai vari lotti. Anche il mero dato numerico permetteva loro di avere una posizione di vantaggio rispetto agli altri imprenditori sia nel caso il bando di gara prevedesse l'aggiudicazione per "massimo ribasso" sia con la metodologia della "media mediata", espressione riferita al cosiddetto "taglio d'ali", con cui vengono esclusi coloro che presentano offerte con ribassi troppo contenuti o viceversa troppo elevati.




CAMPIDOGLIO: DIMISSIONI DEGLI ASSESSORI DEL PD. SI ATTENDONO QUELLE DI MARINO

Redazione

Roma – Gli assessori del Pd nella Giunta Marino si sono dimessi. Lo ha comunicato Carla Ruocco, esponente del direttorio M5s arrivando al Campidoglio per la seduta del Consiglio comunale. " Il Pd ha fallito, deve andare a casa e non governare ancora. La città deve tornare a votare. A Roma – ha dichiarato la Ruocco- va garantito un governo nuovo". il "pressing" del Pd sul sindaco di Roma Ignazio Marino, che appare ora ad un passo dalle dimissioni ha dato quindi i primi risultati. 

Gli assessori, in testa quelli "politici", ultimi arrivati" dal Parlamento a Palazzo Senatorio a luglio per avviare la cosiddetta fase due, proveranno a convincere Marino della necessità di fare un passo indietro per il bene della città con il Giubileo alle porte, e hanno utilizzato come argomento di pressione le loro dimissioni.

"Aspettate e vedrete", ha commentato l'assessore ai Trasporti Stefano Esposito interpellato sull'argomento. Nel pomeriggio, il commissario del Pd Roma Matteo Orfini e il segretario romano di Sel Paolo Cento si incontreranno per fare il punto sulla situazione in Campidoglio. Secondo quanto si è appreso, al centro della discussione la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Marino. “E' evidente che i passi annunciati da Marino non sono più sufficienti – dichiara Cento in una nota – Il Sindaco valuti se esistono ancora le condizioni per proseguire il suo mandato. Per Sel rimane comunque indispensabile che siano chiarite nelle prossime ore tutte le vicende relative alle spese di rappresentanza perché altrimenti verrebbe meno la sua autorevolezza". Alle 14 è convocata la segreteria romana del partito.




BLITZ DEI CARABINIERI AL CAMPIDOGLIO: ECCO LE SPESE DI MARINO NEGLI USA

di Cinzia Marchegiani

Roma – Bella la vita per il sindaco di Roma con la carta di credito! Finisce con un accesso agli atti forzato, l’acquisizione dei documenti presso gli uffici del Campidoglio per conoscere le spese pazze del Sindaco Marino. Un atto dovuto da quando il Sindaco ha dato chiari segni di poca trasparenza sul suo ultimo viaggio negli Usa, quello a Philadelfia, dove aveva detto che non era costato un centesimo ai cittadini romani.

Il tormentone e le parole di Papa Francesco. In questo tormentone anche Papa Francesco, per distaccarsi da qualsiasi forma di strumentalizzazione da parte dell’”imbucato Marino”, negli Usa, aveva detto al mondo intero, che né le organizzazioni ecclesiastiche, né tantomeno se stesso, avevano invitato il Sindaco di Roma in America. Ma se Marino semina figuracce come caramelle, l’ultima le è costata davvero cara. Ha baccetto su Rai 1, ad uno Mattina, lo stesso Papa bergoglio, perché secondo il Sindaco non doveva proprio rispondere alle domande insidiose dei giornalisti. Insomma una Lectio che Marino poteva anche risparmiarsela, con tutti i guai diplomatici che ha scatenato.

Negato l'accesso alle spese di rappresentanza. Blitz dei carabinieri. Una vera telecronaca l'accesso ai documenti della rendicontazione della carta di credito del Sindaco di Roma. Il 2 ottobre 2015 davanti al citofono della Ragioneria del Campidoglio, i dirigenti si rifiutano di fare l’accesso agli atti ai rapprenentati politici. Il M5S Roma presente dichiara: “E’ la prima volta che accade”. Dopo breve tempo riprovano, verso le ore 12:45 vedendo ancora ostruzione da parte dei pubblici impiegati, il M5S chiamano i Carabinieri, i quali sono pervenuti in breve tempo. Anche con i Carabinieri presenti non aprono il portone, ma uno di loro riesce comunque ad entrare. Verso le ore 13.05. esce il carabiniere. Ha incontrato il ragioniere generale che ha assicurato che in giornata ci saranno i documenti. Ha anche aggiunto che daranno i documenti alla Commissione Trasparenza (vale a dire ad altri consiglieri). Per il momento ignote le motivazioni per le quali impediscono l'accesso. La telecronaca finisce quando i Carabinieri rientrano negli uffici ed escono con tutti i dati.

La rendicontazione e verifica alla Corte dei Conti. Dopo oltre due settimane di attesa dalla prima richiesta di accesso agli atti, e numerosi solleciti, e alla fine il M5S Roma ha dovuto chiedere l'intervento delle forze dell'ordine, in questo caso i Carabinieri, grazie ai quali sono riusciti il 2 ottobre 2015 ad ottenere tutte le spese di rappresentanza del sindaco Marino dall'inizio del suo mandato. Il gruppo M5S spiega: “A prescindere da eventuali vizi di illegittimità, che non starà a noi accertare, lo farà eventualmente la Corte dei Conti, un dato politico emerge in maniera chiara: il sindaco Marino ha confuso il suo mandato con quello di Ministro degli Esteri, Ambasciatore, Alto Rappresentante di Stato, o qualche carica simile".

I documenti raccolti parlano di numerose missioni all'estero, quasi tutte a Londra e negli Stati Uniti con voli in business class. Il gruppo M5S nel dettaglio racconta: “Non mancano poi cene offerte a rappresentanti della World Health Organization, rappresentanti della stampa estera, ambasciatore del Vietnam, rappresentanti di aziende ospedaliere, chirurghi di fama internazionale, per non parlare addirittura di diverse cene con Parlamentari della Repubblica e loro accompagnatori . Il conto totale, che pagano tutti i cittadini romani con le loro tasse, in poco più di due anni sfiora i 50 mila Euro, insomma quasi 2.000 euro al mese per le spese di rappresentanza del Sindaco. Un po’ troppo!”
A prescindere da eventuali vizi di illegittimità, il M5S anticipa che l’accertamento lo farà la Corte dei Conti: “Un dato politico emerge in maniera chiara: il sindaco Marino ha confuso il suo mandato con quello di Ministro degli Esteri, Ambasciatore, Alto Rappresentante di Stato, o qualche carica simile”.

3 ottobre 2015. Dopo il blitz dei Carabinieri, il Sindaco Marino pubblica la rendicontazione. Le spese della carta di credito del Sindaco sono già in rete, annuncia Marino dal suo profilo facebook, ma lo fa solo dopo il blitz dei carabinieri alla ragioneria del Campidoglio, e spiega: “Aggregate in maniera diversa a seconda delle esigenze di rendicontazione degli uffici”. Sul sito ufficiale del Comune di Roma si legge: “Per consentire una consultazione immediata e più veloce, sono di seguito pubblicate tutte le spese effettuate dal sindaco Ignazio Marino con la carta di credito in sua dotazione, divise per mesi di utilizzo e non per tipo di rendicontazione”.

Alla  buon ora direbbero i romani. Ora si dovrà capire quanto e se i soldi dei cittadini romani sono serviti a pagare le spese di rappresentanza in quest'ultimo viaggio a Philadelfia, poiché lo stesso Ignazio Marino aveva tranquillizzato che non era gravato sulle tasche dei contribuenti.




ROMA: E' CRISI TRA COMUNITA' EBRAICA E CAMPIDOGLIO

Redazione

Roma – Si apre una crisi tra il Comune di Roma e la Comunità ebraica di Roma a causa della questione degli urtisti. Ad affermarlo è la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che ha partecipato alla manifestazione degli urtisti in piazza del Campidoglio. "Quando le promesse non vengono mantenute creano delle situazioni di disagio di fronte alle quali è evidente che noi non possiamo rimanere insensibili tanto meno inermi. Una crisi c'é, è innegabile, altrimenti non staremmo qua. E' la prima volta nella storia della comunità – ha detto la presidente della Comunità ebraica – che manifestiamo in questa maniera accanto a una categoria sotto la sede dell'amministrazione. Mai ci saremmo immaginati di doverlo fare. Il nostro percorso è stato sempre a disposizione delle istituzioni, sinergico con le istituzioni e con la città. Oggi questo ci è impedito". "Scendere oggi in piazza al fianco di questa categoria che ha promosso questa manifestazione era per noi assolutamente doveroso – ha aggiunto Dureghello – La maggior parte delle famiglie degli urtisti titolari delle licenze storiche sono membri della comunita' oltre il 99%. Queste famiglie stanno chiedendo di poter lavorare come gli e' stato assicurato e garantito dal sindaco in primis e dall'amministrazione. Garanzia che e' stata data anche a noi che siamo stati coinvolti perche' abbiamo chiaramente ribadito la necessita' del lavoro dignitoso delle persone anche perche' l'amministrazione ci ha chiesto di garantire un esito positivo delle trattative che erano in corso. Queste promesse non hanno avuto riscontro, gli incontri previsti per definire in maniera netta e conclusiva la vicenda permettendo a queste persone di tornare a lavorare ad oggi sono stati tutti rimandati compreso quello odierno. Non e' possibile tollerare una situazione del genere. Noi come comunita' ci stiamo facendo carico di queste famiglie in senso sociale attraverso i nostri organi assistenziali ma questo non e' quello che possiamo continuare a fare. Da cittadini e da rappresentanti della comunita' storica dobbiamo rivendicare il diritto di tutti a poter lavorare e soprattutto l'esigenza di una fiducia concreta nei confronti delle istituzioni, fiducia che oggi mi sento di non poter dichiarare ancora di avere"