Nuovo ospedale Castelli Romani, Silvestroni (FdI): “Struttura incompleta e viabilità impazzita. E’ l’ennesima passerella di Zingaretti

“Sarà sempre troppo tardi quando finirà l’era delle passerelle di Zingaretti.
Abbiamo assistito all’ennesima sfilata da parte del Governatore del Lazio, in occasione dell’inaugurazione dell’Ospedale dei Castelli Romani. Una struttura certamente fondamentale per i cittadini castellani ma che, come abbiamo avuto occasione di dire più volte, non sufficiente al fabbisogno del territorio. Con la salute non si scherza, o almeno non si dovrebbe. Non basta mettere in piedi un ospedale efficiente, e mi auguro vivamente che questo lo sarà, serviva una comunicazione più efficace e capillare delle chiusure delle altre strutture che invece non c’è stata creando caos e ulteriori sovraffollamenti nei pronto soccorsi rimasti in funzione. Serviva una viabilità agevole e sicura anche per le autoambulanze invece dietro le fanfare la realtà è un’altra. Ancora c’è tanto, forse troppo, da fare, prima di festeggiare una struttura sanitaria all’avanguardia.
Considerato che i mezzi di soccorso ad oggi sono obbligati a fare assurde deviazioni e a subire un traffico ovviamente congestionato. Chilometri in più, cioè minuti preziosi in più, che quando si ha un emergenza possono essere determinanti.
Inoltre dei circa 300 posti letto previsti ne sono stati attivati solo la metà, il parcheggio rischia di non essere adeguato quando l’ospedale sarà a regime e i bandi per assumere il personale risultano fermi. I cittadini dei Castelli meriterebbero un Presidente di Regione che abbia a cuore la loro salute almeno un po’ di più della sua personale corsa alla segreteria del PD.” Lo ha dichiarato in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni.




A Torino “Infrastrutture Internazionali per l’Italia” l’iniziativa di chi crede nel lavoro. Silvestroni (FdI): “La migliore risposta a chi crede nel lavoro e non nel metadone di stato del reddito di cittadinanza”

“Questa è l’Italia che mi piace! L’iniziativa dell’Assise Generale delle Associazioni “Infrastrutture Internazionali per l’Italia” che si svolgerà lunedì prossimo (3 dicembre) a Torino e alla quale parteciperanno i Presidenti di CONFAPI, CONFINDUSTRIA, CONFESERCENTI, CNA, CONFARTIGIANATO, CONFAGRICOLTURA, CIA AGRICOLTURA, ANCE, CONFCOMMERCIO, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP è la migliore risposta a chi crede nel lavoro e non nel metadone di stato del reddito di cittadinanza. Fratelli d’Italia è da sempre dalla parte del mondo delle imprese che rappresentano il volano di crescita e sviluppo per il paese e grazie alle quali la nostra nazione è stata portata nel terzo millennio. Industria, commercio, artigianato, agricoltura: in una parola tutto ciò che da una parte può attrarre investitori esteri e dall’altra coagulare fondi pubblici nazionali. Ed è grazie a queste realtà che si può creare lavoro, l’unica vera strada per restituire dignità agli italiani. Certamente non l’elemosina del reddito di cittadinanza che non crea ricchezza ma piuttosto assistenzialismo. La nostra forza sono gli italiani e la loro capacità di fare impresa e creare posti di lavoro. E a questi italiani dobbiamo dare risposte adeguate con il taglio netto alla burocrazia e alla pressione fiscale per chi vuole assumere giovani e capaci che non vanno scoraggiati facendoli poltrire sui divani con 700 euro in attesa di false proposte di lavoro” lo ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in Commissione Attività Produttive, Marco SILVESTRONI.




Fatturazione elettronica e violazione della Privacy, Marco Sivestroni: “Qui c’è un problema a monte” L’intervista

L’obbligo relativo alla fatturazione elettronica tra privati stabilito a partire dal 1 gennaio 2019 sembra destinato a slittare dopo l’autorevole intervento del Garante sulla Privacy. Il provvedimento n. 481 del 15 novembre 2018 non lascia adito a dubbi: il sistema congegnato dall’Agenzia delle Entrate viola la normativa italiana ed europea sulla protezione dei dati personali.
Le criticità sono legate tanto alla trasmissione, quanto alla ricezione e alla conservazione delle fatture.
Grandi concentrazioni di dati rappresentano infatti una ricchezza molto appetibile e, se priva di cifratura e memorizzata su server di posta elettronica, anche facilmente aggredibile.

Sul tema abbiamo voluto sentire l’Onorevole Marco Silvestroni (FdI) anche alla luce dei suoi emendamenti in finanziaria.

Onorevole, alla luce delle criticità rilevate dal Garante sul sistema per la fatturazione elettronica predisposto dall’Agenzia, si è venuta a creare confusione in migliaia di professionisti e imprese che ora non sanno come prepararsi ad affrontare il 1 gennaio 2019. Fratelli d’Italia cosa chiederà al Governo in merito?

Con tutto il rispetto per il lavoro del Garante della Privacy, ma qui c’è un problema a monte. Il problema delle imprese è avere l’ennesimo fardello burocratico messo dallo stato incapace di fare il proprio lavoro cioè i controlli sulla evasione e perciò lo scarica sui cittadini. Non è giusto che una piccola impresa ha potenzialmente un controllo e delle incombenze burocratiche ogni 3 giorni. Dal 1 gennaio 2019 le piccole aziende familiari e le piccole e medie imprese compresi i professionisti hanno un ulteriore obbligo ” la fattura elettronica” e devono spendere oltre 1.500 euro all’anno in più rispetto il 2018. Non mi sembra un buon sistema per rilanciare l’economia e aiutare quei pochi che cercano di creare ricchezza. Il governo ha a disposizione la proposta di legge depositata da Fratelli d’Italia, che prevede il graduale inserimento dell’obbligo della fatturazione elettronica partendo dalle grandi imprese e grandi fatturati per arrivare in 4 -5 anni agli artigiani e alle piccole imprese. Dando così al sistema la possibilità all’Agenzia delle Entrate di correggere eventuali errori e snellire le procedure e i costi.

Riguardo le altre criticità che lei ha già evidenziato la scorsa settimana insieme all’Ordine dei commercialisti del Lazio durante la conferenza alla Camera, alla luce del fatto che ora l’Agenzia dovrà rivedere tutto il sistema ritiene che sia necessario apportare altre modifiche con particolare riguardo al Terzo settore?

Per me il terzo settore dovrebbe essere del tutto esentato da questo ulteriore fardello della fatturazione elettronica anzi dovrebbe essere ulteriormente snellito il sistema di tassazione per chi opera nel no profit e comunque garantisce servizi spesso essenziali per i più fragili. Di contro chi dietro il no profit si arricchisce ingiustamente e illegalmente deve finire in galera e pensare a lungo che sulla pelle dei più deboli non si deve giocare.

Puo’ chiarire meglio quali punti della finanziaria andrebbero rivisti secondo lei?

In questa finanziaria varata da lega e dai 5 stelle troppi pochi punti del programma di chi ha vinto le elezioni ovvero il centro destra. Troppa poca attenzione a chi crea ricchezza e può garantire crescita e benessere ossia imprese e lavoratori. Uno stato si mette a fare assistenzialismo quando ha la disoccupazione al 4% no al 12% e quando la disoccupazione giovanile non sta vicino al 40% come sta adesso. In Italia non c’è lavoro e non si creerà buttando 9 miliardi sul reddito di cittadinanza. Bisognava selezionare e darsi delle priorità, perché oggi c’è un Italia da salvare, con pensioni di invalidità a 278 euro e indennità di accompagno a 516 euro in un contesto nazionale di 5 milioni di poveri.

Da dove partire per me e Fratelli d’Italia è chiaro: i miei emendamenti in finanziaria sono da giovedì 15 Novembre a disposizione del governo e della maggioranza, vediamo se le mie proposte di buon senso verranno accolte e se saranno all’altezza del cambiamento che viene tanto sbandierato.




Obbligatorietà fatturazione elettronica, forti perplessità del Consiglio nazionale dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Silvestroni (FdI): “Grave errore della maggioranza gialloverde”

“L’obbligatorietà immediata della fatturazione elettronica per le piccole e medie imprese è un grave errore della maggioranza gialloverde. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, di cui abbiamo ascoltato le testimonianze oggi in conferenza stampa alla Camera dei Deputati, ha espresso forti perplessità su questa tema che ci sentiamo di condividere totalmente. Riteniamo infatti che la soluzione di buon senso debba essere quella di introdurre termini differiti per le imprese per adeguarsi all’obbligo della fatturazione elettronica in base alla grandezza dell’azienda partendo dalle imprese più grandi ed arrivando alle piccole nel 2022. Basta soffocare le PMI, spina dorsale della nostra economia, con la burocrazia continuando ad avere nei loro confronti un atteggiamento più punitivo che incentivante.” Lo ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni nel corso del suo intervento nella conferenza stampa sulla fatturazione elettronica.”




Legge di Bilancio, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma chiede l’abolizione integrale dell’articolo 17: Silvestroni (FDI) presenta emendamento

L’articolo 17 della legge di Bilancio 2019 prevede, a partire dal 1° gennaio 2019, l’istituzione della “Centrale per la progettazione delle opere pubbliche”, che godrà di autonomia amministrativa, organizzativa e funzionale per la progettazione di opere pubbliche.

Disporranno di questa struttura le amministrazioni centrali e gli enti territoriali

La Centrale avrà un “budget annuo” di 100 milioni di euro. Saranno assunti, per lo svolgimento dei compiti affidati a questo organismo, un massimo di 300 unità di personale di cui il 70% di profilo tecnico. L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma chiede l’abolizione integrale di questo articolo, la cui emanazione oltre ad essere un pericolo per tutte le professioni tecniche determinerebbe la paralisi nel settore di realizzazione delle opere pubbliche.

Ing. Carla Cappiello (Presidente del Consiglio dell’ordine degli Ingegneri di Roma):

“L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma chiede l’abolizione integrale di questo articolo, la cui emanazione oltre ad essere un pericolo per tutte le professioni tecniche e determinerebbe la paralisi nel settore di realizzazione delle opere pubbliche. Auspicheremmo piuttosto la creazione di un Fondo di Rotazione per la Progettazione da rendere disponibile a tutti gli enti locali, per consentirgli di accedere ai finanziamenti europei, anche tramite organismi già esistenti, con particolare attenzione alla salvaguardia del territorio, soprattutto per le costose opere di difesa del suolo, come nel settore idrogeologico. Bisognerebbe rilanciare le stazioni appaltanti qualificate e regolamentare gli appalti integrati, non abolendo le gare per continuare, così, a dare ossigeno per i professionisti tecnici”.

Ing. Roberto Cuccioletta (membro Assemblea Nazionale FdI):

“Non posso che esprimere la mia soddisfazione nel leggere le parole del mio presidente del consiglio dell’ordine degli ingegneri di Roma. Questo governo continua ad essere una delusione per quanto riguarda le iniziative volte a dare sostegno ai milioni di liberi professionisti in Italia che rappresentano una fetta importante del prodotto interno lordo. La proposta di quest’articolo di legge è una conferma che più che sostenere i primi revisionisti si tende a mortificarli”.

On. Marco Silvestroni (deputato FdI):

“Ho presentato un emendamento alla manovra finanziaria che chiede la soppressione integrale dell’art. 17. Condivido le forti preoccupazioni dell’ordine degli ingegneri. C’è un Italia da salvare creando opportunità, occupazione e garanzie di competenze e controlli adeguati. Non c’è bisogno che gli ingegneri consegnino le chiavi dello studio al Governo gialloverde. I 100 milioni previsti per la Centrale serviranno solo a far perdere qualità e professionalità. Ne chiediamo lo stralcio totale dalla legge di bilancio di previsione dello Stato”.

Nota dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

“I professionisti tecnici che si occupano di progettazione di opere pubbliche, potrebbero vedersi provati del loro lavoro, se si dovesse confermare l’articolo 17 della prossima legge di Bilancio. Secondo il testo attualmente in circolazione a partire dal 1° gennaio 2019 sarà istituita la “Centrale per la progettazione delle opere pubbliche”, che godrà di autonomia amministrativa, organizzativa e funzionale per la progettazione di opere pubbliche. Disporranno di questa struttura le amministrazioni centrali e gli enti territoriali. La Centrale avrà un “budget annuo” di 100 milioni di euro. Saranno assunti, per lo svolgimento dei compiti affidati a questo organismo, un massimo di 300 unità di personale di cui il 70% di profilo tecnico (210 unità).
Da una lettura approfondita dell’articolo, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, rileva forti perplessità e preoccupazioni per il futuro delle professioni tecniche in Italia. Si evidenziano numerose criticità, che la nascita di questa Centrale creerebbe. Tra queste:

– Le numerose specializzazioni che la progettazione ingegneristica al giorno d’oggi richiede, non possono essere racchiuse in soli 210 “dipendenti”, la cui mole di lavoro sarebbe immensa: la progettazione di tutte le opere pubbliche del Paese. Si sottolinea a tal proposito che le più
grandi società di ingegneria italiane, per coprire il vasto ventaglio di competenze, arrivano a contare anche 5000 dipendenti distribuiti nelle sedi centrali e nelle sedi distaccate territoriali
– Abolizione della concorrenza richiesta dal mercato e dal principio di proporzionalità comunitario. Si creerebbe un unico soggetto monopolista e dominante
– Violazione dell’articolo 77 del Codice dei Contratti Pubblici, poiché la Centrale, gestirebbe non solo la fase progettuale, ma anche le procedure di gara, venendo meno, quindi i criteri oggettivi per la scelta dell’appaltatore
– Uguaglianza tra controllante e controllato. Il Codice degli Appalti prevede che i progetti per le Opere Pubbliche siano giudicati ai fini dell’affidamento dell’opera da una commissione i cui membri sono estratti da un Albo Speciale istituito presso ANAC. In questo caso non ci sarebbe nessun vaglio e valutazione del progetto, se non di chi lo ha pensato
– Violazione dell’articolo 77 del Codice dei Contratti, che stabilisce che le progettazioni devono essere eseguite esclusivamente da chi ha le adeguate competenze
– Mancanza di opportunità lavorative per i giovani progettisti, che non avrebbero più nessuna occasione e possibilità di fare esperienza progettuale per mancanza di lavoro
– Chiusura degli studi di progettazione, di qualsiasi dimensione, privati del loro mercato e delle loro competenze
– Assenza di concorsi pubblici per l’assunzione di personale (art. 5 – assunzione prime 50 unità) in deroga ai principi di trasparenza ed imparzialità
– Richiamo alla stipula di protocolli con PPAA che al momento non esistono neanche in schema
– Costi immensi per le attività della Centrale, per lo svolgimento di tutte le attività tecniche preliminari alla progettazione nonché alle trasferta dei tecnici, che da Roma si dovrebbero muovere su tutto il territorio nazionale per analizzare ogni sito che necessita di un’opera pubblica
L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma chiede l’abolizione integrale di questo articolo, la cui emanazione oltre ad essere un pericolo per tutte le professioni tecniche e determinerebbe la paralisi nel settore di realizzazione delle opere pubbliche.
Secondo la Presidente Carla Cappiello si sovrebbe auspicare alla creazione di un Fondo di Rotazione per la Progettazione, da rendere disponibile a tutti gli enti locali, per consentirgli di accedere ai finanziamenti europei, anche tramite organismi già esistenti (eg. Cassa Deposito e Prestiti), con particolare attenzione alla salvaguardia del territorio, soprattutto per le costose opere di difesa del suolo, come nel settore idrogeologico. Bisognerebbe rilanciare le stazioni appaltanti qualificate, non abolire le gare per continuare, così, a dare ossigeno ai professionisti tecnici.”

 




Sovraffollamento carceri, Marco Silvestroni (FdI) interroga il ministro della Giustizia

“Nell’ultimo anno il sovraffollamento nelle carceri del Lazio ha raggiunto percentuali da capogiro ed è diventata una vera e propria emergenza che provoca quotidianamente problemi di sicurezza ai danni degli agenti di polizia penitenziaria. In particolare gli istituti penitenziari di Velletri e di Roma sono ormai al collasso con l’aggravante di una significativa carenza di personale. Una condizione più volte denunciata dai sindacati di polizia penitenziaria a cui però non è mai arrivata una adeguata risposta. Fatti di cui il Ministro della Giustizia Bonafede non possiamo credere non sia a conoscenza. Ma sapere non basta, è urgente intervenire. Per questo nella mia interrogazione ho chiesto a Bonafede quali iniziative ritenga di adottare per dare risposte congrue agli agenti di polizia penitenziaria e soprattutto quali azioni urgenti intenda mettere in campo per consentire loro di svolgere il proprio ruolo in condizioni adeguate. La sicurezza è una priorità su cui non si e può e si non si deve derogare” così il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni ha illustrato l’interrogazione parlamentare da lui sottoscritta e depositata ieri.

Il testo dell’interrogazione dell’On. Marco Silvestroni (FdI)

Al Ministro della giustizia – Per sapere – premesso che:

nel Lazio dal 2016 al 2017 l’aumento di detenuti è stato calcolato in 108 unità; il sovraffollamento nei 14 istituti penitenziari del Lazio, dove al 31 dicembre 2017 sono stati contati 6.237 detenuti rispetto a una capienza regolamentare di 5.258 unità è diventata una questione di sicurezza;

il bilancio delle aggressioni negli istituti penitenziari risulta direttamente proporzionale al sovraffollamento, e, in particolare, preoccupa il sovraffollamento negli istituti di: Viterbo (+176); Cassino (+121); Frosinone (+76); Civitavecchia ( +62); Rebibbia (+53 per la sezione femminile); Rebibbia (+250); Regina Coeli (+318); Velletri (+139), Latina (+ 51) Rieti( +69);

le ragioni di tale situazione, così come nel resto delle carceri italiane, oltre al sovraffollamento, sono da ricercarsi principalmente nell’inadeguatezza delle strutture e nella ormai cronica carenza di personale della polizia penitenziaria;

a Velletri, come anche a Roma, gli istituti penitenziari sono ormai prossimi al collasso e la situazione lavorativa degli agenti di polizia penitenziaria è diventata inaccettabile, come confermato anche dagli ultimi fatti di cronaca relativi alle continue aggressioni a danno degli agenti;

i più colpiti da questa situazione emergenziale, oltre gli agenti di polizia penitenziaria, sono i pochi addetti impiegati nelle carceri, gli educatori e gli psicologi, continuamente sotto pressione e a rischio per la propria incolumità personale;

nel carcere di Velletri, addirittura, a causa della carenza di personale non si è potuto provvedere all’apertura di un nuovo padiglione appena completato;

E’ recentisima l’ennesima aggressione nel carcere di Velletri da parte di un detenuto di nazionalità Algerina a scapito di tre agenti entrambi refertati con 10 giorni di prognosi. A dare la notizia questa volta è stato direttamente il segretario OSPP (Organizzazione sindacale autonoma Polizia Penitenziaria) che ribadisce che senza interventi dalla parte politica al fine di ripristinare l’ordine e la sicurezza negli Istituti penitenziari si corre il rischio di trascorrere una estate di fuoco.

la legge 15 dicembre 1990, n. 395, ha istituito il Corpo di polizia penitenziaria che svolge compiti di polizia giudiziaria, pubblica sicurezza e gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della libertà personale, partecipa al mantenimento dell’ordine pubblico, e svolge attività di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza anche al di fuori dell’ambiente penitenziario;

il quadro normativo sinteticamente descritto assegna al personale della polizia penitenziaria funzioni ben più ampie di quelle di sicurezza dei centri detentivi, addirittura il personale viene a volte impiegato per garantire la sicurezza dei varchi dei palazzi di giustizia, sottraendo il poco personale alla sicurezza delle carceri -:

se sia a conoscenza dei fatti esposti, specie in relazione agli atti posti in essere in danno al personale della polizia penitenziaria di Velletri;

quali iniziative abbia adottato, o ritenga di adottare, al fine di garantire negli istituti penitenziari italiani una adeguata dotazione di agenti di polizia penitenziaria, con priorità nelle carceri del Lazio di Velletri e Rebibbia;

in che modo intenda intervenire per tamponare nell’immediato il problema legato alla carenza di agenti di polizia penitenziaria e per prevenire il verificarsi di eventi tragici.




Roma, disastro Capitale e le esternazioni di Virginia Raggi. Silvestroni (FdI): “Ci avevate raccontato che solo voi del M5s potevate cambiare le cose…”

“Resto incredulo di fronte alle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Raggi in risposta all’editoriale del Fatto Quotidiano sull’incurabilità di Roma”. Questo un primo commento dell’onorevole Marco Silvestroni, deputato di Fratelli d’Italia, sulle risposte di Virginia Raggi alle domande di Antonio Padellaro riguardo i malesseri capitolini. Risposte in cui si leggono esternazioni del tipo “Quelli che ci hanno preceduto hanno scavato un buco da 13 miliardi che paga anche lei ogni giorno con la mancanza di servizi al cittadino” o “Per rimediare alla mancanza di manutenzione degli ultimi decenni sono necessari almeno 250 milioni di euro all’anno per i prossimi cinque anni. A bilancio noi ne abbiamo 30 ogni anno perché il Comune di Roma può permettersi solo questo per colpa dei “capaci” di prima”.

La solita litania del ‘la colpa è di chi c’era prima’

“A 2 anni dal suo insediamento – ha detto l’onorevole Silvestroni – le uniche risposte in grado di dare di fronte alle problematicità e alla complessità della Capitale sono, ancora una volta, che è colpa di quelli che c’erano prima, che non ci sono i soldi e che è vittima di un feroce attacco mediatico. Che i predecessori di questa amministrazione pentastellata abbiano sulla coscienza gravi colpe è un’ovvietà di cui siamo tutti consapevoli”.

Silvestroni: “Cara Virginia tu eri consigliere di opposizione prima che sindaco”

“Decenni di governi PD hanno lasciato sicuramente un’eredità pesantissima. – prosegue Silvestroni – Ma la domanda è: cara Virginia tu eri consigliere di opposizione prima che sindaco. – prosegue il deputato di Fratelli d’Italia –  Chi meglio di te poteva conoscere lo stato dell’arte? Quando ti sei candidata a primo cittadino eri o non eri consapevole che avresti ereditato una città al collasso e che l’impresa era da eroi? Ci avete raccontato che solo voi del Movimento 5 Stelle potevate cambiare le cose e invece non avete cambiato nemmeno le giustificazioni di fronte alla vostra oggettiva incapacità amministrativa. Un’incapacità ed un’inerzia che, se ovviamente su Roma che è la capitale d’Italia attira l’attenzione di tutti, si dimostra ancor più pesantemente su l’altro ente che ricade sotto la responsabilità del Sindaco romano: la Città Metropolitana, il territorio della provincia di Roma con i suoi 121 comuni, con le sue strade e scuole. Evidentemente i pensieri continui (a cui non seguono azioni però) che la Raggi dichiara di avere per Roma non le consentono di lasciarne nessuno per la provincia che è abbandonata a sé stessa e con fondi a disposizione ridicoli. Insomma un ente strategico che però non funziona, anche per responsabilità della pessima legge Del Rio, la cui richiesta di rivisitazione è il primo atto da parlamentare che ho presentato. In attesa però di mettere mano alle norme, si poteva e si doveva fare di più sia per la Capitale che per la Città Metropolitana. Infine un appunto a questo Sindaco, che sembra proprio aver poco rispetto dei suoi concittadini, quello che si è ingenerato di nuovo nei romani è l’esasperazione non la coscienza civica che di certo non nasce con il M5S al governo della città. A Roma ci sono comunità di attivisti, associazioni, movimenti politici, cittadini che da decenni e decenni potrebbero far scuola di come si ama, si protegge e si ha a cuore il proprio territorio. Magari basterebbe ascoltarli e prenderli ad esempio di più per riuscire a mettere a segno almeno una cosa ben fatta”.




Roma, figuraccia mondiale col giro d’Italia. Silvestroni (FdI): “Raggi non ne mette a segno una giusta”

ROMA – Le ormai famose buche di Roma hanno compromesso il Giro d’Italia. La 21esima e ultima tappa della corsa ciclistica, che passa per le strade capitoline, è stata neutralizzata a sette giri dal termine: in pratica il percorso sarà coperto per intero, ma gli ultimi sette passaggi non varranno per la classifica finale. Il provvedimento è stato richiesto a gran voce dai corridori a causa del manto stradale, giudicato “pericoloso” per la loro incolumità.

Il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni è intervenuto sulla figuraccia mondiale che ha dovuto subire la Capitale d’Italia.

“Dopo la giornata di ieri le buche di Roma sono andate in mondovisione. – Ha detto Silvestroni – Davvero una figuraccia terribile quella che la Capitale ha fatto durante il passaggio del Giro d’Italia. Le condizioni disastrate infatti del manto stradale hanno scatenato le proteste dei corridori con conseguenze negative anche sugli esiti della gara. Il tema della manutenzione stradale è diventato una vera e propria emergenza sia per Roma che per tutto il territorio della città metropolitana. La Sindaca Raggi – ha proseguito il deputato FdI – e la sua “mobilissima” giunta proprio non riescono ad individuare le priorità della città e a metterne a segno una giusta. Invito ancora una volta la Sindaca, come tante volte ho fatto dai banchi della città metropolitana, a concentrarsi su pochi interventi strutturali e fondamentali per la sicurezza e la vivibilità invece di andare partorendo bizzarrie varie. Perché se a volte le sue fantasiose proposte possono talvolta provocare una risata in questo caso ci hanno sottoposto alla vergogna e all’umiliazione in tutto il mondo”.

Sul caso è intervenuta anche la senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà, che ha puntato il dito sulla sindaca Raggi per “la figuraccia in mondovisione” subita dalla Capitale

“Non serviva la protesta dei corridori per certificare l’impraticabilità di campo di una città che quotidianamente mette a rischio la mobilità dei romani”. ha dichiarato Cirinnà. “È ora che, dopo questo ennesimo e palese fallimento e le numerose emergenze irrisolte, da quella dei rifiuti a quella del trasporto pubblico, la sindaca prenda atto dell’incapacità sua e della sua Giunta di gestire in modo adeguato la Capitale del Paese”.




Albano Laziale, la Prefettura diffida il Comune e minaccia scioglimento. Silvestroni: “Così non si può andare avanti”

ALBANO LAZIALE (RM) – Ad Albano Laziale l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Marini è stata diffidata dalla Prefettura di Roma ad inviare il rendiconto di gestione dell’anno finanziario 2017 – il cui termine di approvazione è scaduto lo scorso 30 aprile – entro 20 giorni a partire da oggi, periodo dopo il quale saranno avviate le procedure di scioglimento del Consiglio comunale. E la Prefettura aveva già sollecitato l’Ente locale lo scorso 23 aprile a rispettare la scadenza di approvazione. Adesso la situazione appare molto più pesante per l’amministarzione Marini perché la prefettura ha avvertito che scioglierà il Consiglio comunale se non verrà rispettato l’ultimatum.

Marco Silvestroni (FdI): “Così non si può più andare avanti”

“In merito alla nota del Prefetto di Roma – Dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni – nella quale si intima l’amministrazione di Albano ad approvare urgentemente il rendiconto di gestione del 2017 altrimenti tra 20 giorni inizieranno le procedure di scioglimento del Consiglio Comunale. “E’ dal 26 Marzo – continua Silvestroni – che questa giunta a guida PD non convoca un Consiglio Comunale quando il rendiconto 2017 doveva essere approvato per legge entro il 30 Aprile 2018. A fine Marzo la maggioranza approvò unicamente il bilancio di previsione. Ma nonostante la disastrosa situazione della città che avrebbe richiesto adeguate coperture economiche per buche, parcheggi, sicurezza e decoro urbano, ci siamo trovati di fronte ad un bilancio senza programmazione, vuoto di linee politiche e soprattutto privo di stanziamenti a mio avviso urgenti. Abbiamo atteso invano una variazione sul bilancio per altri due mesi, ma invece è arrivata solo l’ennesima conferma dell’incapacità gestionale di questa amministrazione, che oggi viene certificata anche dal Prefetto della Provincia di Roma. Non mi sono mai augurato che la Città di Albano facesse questa fine – conclude il deputato nonché capogruppo in consiglio comunale di FdI – per avere dei vantaggi politici perché il miglioramento della qualità di vita dei cittadini è sempre stato al primo posto. Il fallimento di questa Amministrazione non è in discussione, bisogna immediatamente lavorare per dare riposte agli albanensi. Così davvero non si può più andare avanti”.




Migranti, Silvestroni (FdI): “Sistema accoglienza bomba a orologeria”

“Dopo che siamo stati invasi dai clandestini, il Viminale a guida Pd si compiace per il calo degli sbarchi di migranti. Lo stesso Viminale targato Pd, però, continua a non dire una parola, nonostante le interrogazioni parlamentari, sull’indecente business e sul sistema colabrodo dell’accoglienza, una vera bomba a orologeria che negli ultimi cinque anni è costato ai contribuenti italiani quasi 20 miliardi di euro”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni. “Ad oggi oltre 600 mila persone, tra migranti e finti profughi, si trovano in strutture straordinarie e di emergenza sulle quali speculano cooperative e false organizzazioni di solidarietà. Strutture inadeguate e fatiscenti che hanno, come unico risultato, quello di fomentare tensioni e proteste e di alimentare il proselitismo jihadista. Le stesse commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di asilo – prosegue Silvestroni – nei fatti si sono rivelate un flop, con la conseguenza che i richiedenti asilo, molti dei quali finiscono per delinquere o avvicinarsi al radicalismo islamico, rimangono per mesi se non anni sul nostro territorio, con vitto e alloggio pagato. È chiaro quindi che c’è un grosso problema di sicurezza pubblica, legato all’inefficiente sistema di accoglienza, al quale il nuovo governo dovrà dare una efficace e tempestiva risposta”.




Münster, furgone contro la folla: Silvestroni (FdI) invoca il reato di terrorismo islamico

MUNSTER – È di almeno quattro morti, compreso l’attentatore, e una cinquantina di feriti di cui 6 in pericolo di vita, secondo la Bild, il primo bilancio di quanto avvenuto nelle prime ore del pomeriggio nel centro di Münster, in Germania, quando un furgone ha travolto la folla nel centro della città della Renania Settentrionale-Vestfalia. Il furgone usato per l’attacco sarebbe piombato sui pedoni e sui clienti seduti ai tavoli all’aperto del ristorante Kiepenkerl, nel centro storico. Il presunto attentatore, secondo quanto confermato dalla polizia, si sarebbe ucciso a colpi di arma da fuoco. L’autore dell’attacco, riferisce la polizia, si è suicidato. E, secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, si tratterebbe di un tedesco con problemi psichici. Secondo quanto riferisce la Dpa, circolano voci sulla possibile presenza di un secondo attentatore che sarebbe in fuga, ricercato dalla polizia.

I media tedeschi parlano di attacco terroristico, anche se, su Twitter, la polizia si è limitata ad affermare: “Niente speculazioni” e ha esortato gli abitanti della città ad evitare il centro per permettere ai soccorsi di operare. Fonti della Farnesina riferiscono che sono in corso le verifiche per accertare l’eventuale coinvolgimento di connazionali.

L’accertamento dell’identità del conducente del veicolo ha richiesto del tempo con la polizia che, prima, ha dovuto controllare che non fossero presenti ordigni sull’auto dove era il corpo. A fine giornata le autorità hanno poi confermato che si tratterebbe di un cittadino tedesco, ma non hanno voluto aggiungere dettagli. Secondo i media l’autore sarebbe Jens R, un 48enne del Sauerland, una regione collinare non lontana da Muenster, circostanza che ha fatto vacillare l’ipotesi, cavalcata con convinzione dai media tedeschi nel corso del pomeriggio, che si potesse trattare di un attentato terroristico. La cittadina di Muenster, uno dei principali centri universitari in Germania, era tornata a rianimarsi in questi ultimi giorni, raccontano testimoni ai media locali. I circa 50.000 studenti che la abitano stavano tornando alla spicciolata questo fine settimana per l’inizio del semestre estivo, che comincia lunedì. Stamattina la città si era ulteriormente riempita in occasione di una manifestazione contro l’intervento turco in Siria. Anche per questo i media avevano accreditato l’ipotesi di terrorismo di matrice non tedesca.

 

Il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni invoca il reato di terrorismo islamico.

“Un clima di guerra e di terrore intollerabile al quale ormai siamo quotidianamente sottoposti. – Ha dichiarato sul proprio profilo Fb il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni dopo aver appreso la notizia – L’Occidente, l’Europa, l’Italia sono sotto attacco – ha detto ancora Silvestroni – e dobbiamo difenderci. Serve immediatamente una legge per introdurre il reato di terrorismo islamico!”

Marco Silvestroni deputato di Fratelli d’Italia