Regione, terremoto dopo arresto Tosini. Tuona il sindaco di Guidonia: “Chiarezza al più presto!”

“Apprendo dalle notizie di oggi dell’arresto della Dirigente Regionale Flaminia Tosini per vicende legate alla gestione ed autorizzazione di impianti di conferimento e smaltimento rifiuti, tema particolarmente sensibile nel nostro territorio. Da Sindaco di una città con ingenti presenze di impianti di trattamento rifiuti, non posso che essere decisamente preoccupato a leggere nell’ordinanza di arresto eseguita dai Carabinieri “che il ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio è illecitamente monitorato e governato”, e per questo chiederò chiarezza e garanzie per tutti i cittadini di Guidonia
Montecelio”- dichiara il Sindaco di Guidonia Montecelio Michel Barbet.




Lazio, semplificate le procedure per l’autorizzazione paesaggistica

Approvata la nuova modulistica per la richiesta di autorizzazione e compatibilità paesaggistica, sia in procedura ordinaria che semplificata, di competenza regionale. Con l’avvento del nuovo anno, non sarà possibile accettare domande presentate con modelli difformi rispetto al provvedimento recentemente entrato in vigore. In particolare, le istanze di autorizzazione paesaggistica devono essere sempre presentate allo Sportello Unico per l’Edilizia (SUE) del Comune interessato, tranne qualora siano riferite a interventi ricadenti in più Comuni – in questo caso deve essere presentata direttamente alla Regione – oppure sia necessario il ricorso alla conferenza di servizi.

Lo sportello unico per l’edilizia (SUE), infatti, verificherà se le eventuali opere richiedano uno o più atti di validazione: nel primo caso trasmetterà la richiesta e la relativa documentazione direttamente alla Regione, mentre nel caso di più atti di assenso indirà la conferenza di servizi.

“Questo provvedimento interessa le amministrazioni locali, gli operatori del settore e i cittadini del Lazio: grazie alla nuova modulistica si metterà finalmente ordine in un settore delicato e complesso, semplificando le procedure e garantendo chiarezza normativa e maggiore trasparenza”, dichiara Massimiliano Valeriani, assessore regionale all’Urbanistica e alle Politiche abitative.




Regione Lazio, arrivate prime dosi del vaccino italiano anti Covid: dal 24 agosto al via la sperimentazione sull’uomo

“Sono arrivate all’Istituto Spallanzani le prime dosi del vaccino ‘made in Italy’ e dal 24 agosto siamo pronti alla sperimentazione sull’ uomo”. Lo annuncia l’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. “Lo Spallanzani sta completando la ricerca dei volontari per la sperimentazione”, aggiunge l’assessore.

Il vaccino, informa la Regione Lazio, ha già superato i test preclinici effettuati sia in vitro che in vivo su modelli animali, “che hanno evidenziato la forte risposta immunitaria indotta dal vaccino e il buon profilo di sicurezza”.

Secondo quanto si apprende nei giorni scorsi è giunta l’approvazione della sperimentazione da parte del comitato etico nazionale presso l’Istituto Spallanzani di Roma, e ora può quindi cominciare la fase 1 di sperimentazione sull’uomo della piattaforma vaccinale italiana, alla quale hanno collaborato l’INMI e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, e che si avvale dei finanziamenti del Ministero della Ricerca Scientifica e della Regione Lazio ed è stato supportato dal Ministero della Salute.




Ferrovie concesse, ultima chiamata: parte la petizione in favore della Roma-Giardinetti

Sala Tevere.
Interno giorno. Al centro del tavolo presidenziale l’assessore regionale ai
trasporti Mauro Alessandri intento a
illustrare «il cambio governance e il piano degli investimenti» previsti sulle ferrovie ex concesse, Roma-Viterbo e Roma-Lido. Capitolo a parte per quanto riguarda la Roma-Giardinetti. «La nostra posizione
è chiara – ha chiarito – cessione a Roma
Capitale
, perché corrisponde perfettamente alla caratteristiche di una
linea tranviaria. Lo abbiamo concordato con il Comune, fino all’ultimo
avvicendamento sugli assessori».

Più che una
presentazione, quella andata in scena venerdì mattina, 29 novembre, in via
Cristoforo Colombo, sede della Regione
Lazio
, sembra essere stata una corsa contro il tempo. Da un lato per
recuperare credito agli occhi degli utenti – e potenziali elettori – dall’altra
per evitare ulteriori stangate dall’ANSF.
 Considerazioni a parte, sono 800 i milioni gli euro stanziati
complessivamente per le due ferrovie: 315 per l’acquisto del nuovo materiale
rotabile e 418 per gli interventi
strutturali, «investimenti–
spiega Alessandri – sulle opere civili e tecnologiche».

Affianco
all’assessore, il vicepresidente della Regione Daniele Leodori, il Responsabile dell’area trasporti su ferro Carlo Cecconi e il Direttore Stefano Fermante. E poi, quelli che sono
i veri protagonisti del «cambiamento»,
chiamati a farsi carico del pesante fardello:
il Presidente di Cotral SpA Amalia
Colaceci
, l’Amministratore Unico di ASTRAL
Antonio Mallamo e il Direttore della
Direzione territoriale di RFI Vito Episcopo. «Li
ringrazio tutti per il grande lavoro di squadra messo in campo in questi mesi – ha
detto Alessandri – ora al lavoro, con concretezza e umiltà, lungimiranza ed
attenzione. Il nostro compito è migliorare la vita delle cittadine e dei
cittadini, garantire la sicurezza del trasporto e il futuro delle lavoratrici e
dei lavoratori».

Nella
Lido gli investimenti sono destinati alla opere civili (recinzioni e barriere
fonoassorbenti), realizzazione del nuovo deposito a Lido Centro, completo
rinnovo dell’armamento e realizzazione del sistema di comunicazione terra-treno
(segnalamento con potenziamento e risanamento della linea aerea). Ma quello che
conta è la manutenzione straordinaria del materiale rotabile esistente. Sulla
Viterbo, quella messa davvero male, le risorse riguardano il «raddoppio
della stazione Flaminio – riprende l’assessore – il raddoppio della tratta
Riano – Morlupo e la predisposizione raddoppio tratta Montebello – Riano, manutenzione
straordinaria materiale rotabile esistente, potenziamento deposito Acqua
Acetosa e potenziamento linea elettrica».

«Per i nuovi convogli delle due linee –
ha continuato – saranno utilizzati 315 milioni di euro, i primi 100 da
concretizzare con l’acquisto di 11 nuovi treni dei 38 totali previsti (abbiamo
già avviato le procedure ed entro il 28 febbraio 2020 riceveremo le offerte
delle ditte prequalificate). La futura governance delle due linee sarà pubblica
al 100% con il graduale subentro di ASTRAL e Cotral ad Atac: dal 1 gennaio 2020, Astral Spa affiancherà Atac nella
gestione delle infrastrutture, procedendo da subito a investire 19 milioni di
euro per la manutenzione straordinaria del materiale rotabile esistente. Dal 1
luglio 2020 Astral diventerà unico gestore delle infrastrutture e dal 1 gennaio
del 2021 Cotral affiancherà Atac anche nella gestione dell’esercizio, fino al 1
luglio 2021, quando Cotral diventerà gestore unico dell’esercizio sulle due
linee ferroviarie». Secondo Alessandri è fondamentale «il
rapporto con territori, sindacati, comitati ed osservatorio regionale trasporti».

A stretto giro di posta la risposta, puntuale, dei Comitati Pendolari della Viterbo e della Lido che in un comunicato congiunto rendono noto di aver indetto «una manifestazione per il giorno 11 dicembre 2019 dalle ore 11 nei pressi della sede della Regione Lazio a Via Rosa Raimondi Garibaldi». Un modo «per ribadire la necessità all’ente regionale di mettere in campo tutte le energie necessarie da subito per migliorare il servizio erogato da ATAC, ai minimi termini da mesi ormai». Non una protesta ma un incitamento. «Al piano di investimenti annunciato dalla Regione – chiosa Roberto Spigai del Comitato della Lido -, mancano tutti gli interventi “Caronte”, cioè quelle azioni che servono a traghettare le anime dei pendolari “dannati”, dall’Inferno di oggi al Paradiso di dopo domani l’altro, attraverso il fiume bollente dei treni insufficienti e inaffidabili e dei lavori in costanza di esercizio. Mancano anche notizie su tutti i cantieri fermi sulla Lido, a cominciare da Acilia sud».

Sono i disservizi quotidiani che attanagliano l’utenza, e nei confronti dei quali non sembra esserci una soluzione a breve termine. Solo questa mattina un treno diretto a Porta San Paolo è andato in tilt alla fermata Vitina, rallentando per l’ennesima volta il servizio, mentre dall’altra parte, sulla Viterbo, si sono verificate 15 soppressioni, di cui 12 treni urbani e 3 extraurbani, come riportato da Fabrizio Bonanni nel Gruppo dei Pendolari RomaNord. Che aggiunge lapidario: «Come pensavamo, la Regione ci ha appena scritto che “per cause tecniche” non ci sarà l’incontro dell’Osservatorio con noi l’11 dicembre, nonostante l’invito e le promesse della Regione e di Passanisi alla nostra manifestazione a Piazza del Popolo a novembre. Però la Regione ci tiene comunque a vederci l’11 per discutere della ferrovia: e noi ci andremo. Resta quindi tutto confermato, soprattutto la grande manifestazione».

Ma
sul tavolo, insieme alla inadeguatezza degli orari ferroviari, c’è anche l’annoso
problema dell’accessibilità alle infrastrutture o ai treni. Ne sa qualcosa
la signora Maria Cristina Abballe
,
madre di Alessandro, diversamente
abile, che pur vincendo le cause contro la Regione, riconosciuta colpevole nel
primo e secondo grado di giudizio, aspetta ancora di essere risarcita e di assistere
all’inizio dei lavori alla stazione di Rignano
Flaminio
, finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche. Un
caso emblematico, ma non unico nel suo genere.

Il consigliere Andrea Bozzi

Sabato
scorso, 30 novembre, si è svolta la manifestazione del Coordinamento Cittadino Accessibilità del Municipio X che «ha il grande merito di fare una
battaglia che vale per tutti – dichiara Andrea
Bozzi
, capogruppo municipale di “Sogno Comune” –  perché lo scandalo delle barriere
architettoniche che impediscono di raggiungere dalla stazione di Ostia Antica della Roma-Lido il Borgo,
gli Scavi archeologici e i centri abitati, lo paghiamo tutti, sia in termini di
diritti che di sviluppo del territorio. Basti pensare che l’amministrazione a
cinquestelle chiede di inserire gli Scavi nel patrimonio Unesco e ci fa facile
propaganda, senza però considerare che tutte le infrastrutture intorno non sono
adeguate e che qualsiasi Commissario si metterebbe a ridere o a piangere
davanti allo stato dell’arte». 

E
ancora: «Da anni giacciono progetti mai
realizzati – prosegue il consigliere civico – che riguardano l’attraversamento
a raso dalla stazione al Borgo attraversando la Via del Mare, o il rifacimento
totale del ponte che scavalca, oggi senza scivoli o ciclabilità, fino alla
rimodulazione di tutta la viabilità. Ma purtroppo questi progetti non hanno mai
visto la luce e nell’ultima commissione fatta in Campidoglio la Città
Metropolitana, che è uno dei soggetti coinvolti, non si è neppure presentato,
mentre nel Bilancio non c’è nulla. È vergognoso che Roma non consideri questa
una priorità e il Municipio X non abbia la forza di farsi valere, al punto che
nell’assemblea di oggi nel centro anziani di Ostia Antica “lo
Scariolanti” che ha seguito il corteo la Presidente ha semplicemente
ribadito che non ha i poteri per dare e che loro le richieste le hanno fatte. I
soliti alibi inutili di chi ha ereditato un immobilismo delle precedenti
amministrazioni, e che non ha fatto altro che portarlo avanti».

Capitolo a parte, come detto, merita la Roma-Giardinetti, l’ex concessa riqualificata a “tranvia veloce” ma rimasta nel limbo. Dopo il grave deragliamento avvenuto domenica scorsa sul binario di manovra della stazione di Centocelle per cause ancora da accertare, l’associazione TrasportiAmo, la stessa che ha segnalato l’incidente, ha lanciato una petizione online sulla piattaforma change.org. Subito condivisa dal Comitati Pendolari. «La linea svolge un ruolo strategico – recita il testo – nelle politiche dei trasporti della Via Casilina (Municipi V e VI), anche indipendente dalla Metro C», e che il PUMS,votato dall’Assemblea Capitolina in agosto, «prevede l’ammodernamento e il prolungamento» a Termini da un lato e a Tor Vergata dall’altra. Pertanto l’associazione chiede «di definire il trasferimento, a titolo gratuito, dell’infrastruttura dalla Regione Lazio a Roma Capitale e di sollecitare il MIT affinché assegni le risorse necessarie per l’ammodernamento e il prolungamento della Linea».

L’associazione sollecita inoltre la riapertura della linea fino a Giardinetti oppure «di prolungare quantomeno l’esercizio fino alla fermata “Togliatti” in corrispondenza della fermata Metro C “Parco di Centocelle”, in modo da creare un efficiente nodo di scambio» e l’istituzione di un Osservatorio «aperto alle associazioni/comitati dei pendolari e del territorio, ai Municipi e alle Organizzazioni Sindacali», per monitorare l’avanzamento lavori. Ugualmente importante il punto in cui chiede di «avviare gli interventi di revisione generale ai 5 elettrotreni serie Et81», la cui gara è stata aggiudicata da Atac nel 2015 a «ditte specializzate per un importo pari a € 1.481.415».  

D’accordo il CESMOT: «Da troppo tempo si naviga a vista senza alcuna idea per il futuro della linea e senza alcun intervento di ammodernamento o potenziamento. Finora sono state spese tante parole,ma fatti concreti zero. Ci chiediamo cosa intendano fare istituzioni per il futuro di questa è linea e quando intenderanno riaprire tratta  Centocelle – Giardinetti, chiusa da anni per colpa Delle folli scelte di Atac». «La nostra attenzione sul tema delle ferrovie concesse è sempre alta – scrive Renzo Coppini, Segretario SLM Fast-Confsal Lazio – in merito alla Giardinetti, condividiamo la sollecitazione dell’Associazione TrasportiAmo. Daremo il nostro supporto a tutte quelle iniziative in tutela del trasporto su ferro, per costruire insieme un servizio pubblico sostenibile e adeguato alle reali esigenze del personale e dell’utenza».

La consigliera Capitolina Celli

«Ho firmato la petizione per sollecitare Roma Capitale – spiega la consigliera capitolina Svetlana Celli, capogruppo di #RomatornaRoma – ad acquisire le competenze sulla “Roma-Giardinetti” e avviare così l’iter di riqualificazione e ammodernamento a vantaggio degli utenti e dei lavoratori. Il Ministero su sollecitazione della Regione ha classificato ufficialmente la linea “tranvia veloce”, proprio per le sue caratteristiche particolari di linea tranviaria di superficie. L’Amministrazione capitolina però latita e non decide l’acquisizione. Così questa linea rimane in un limbo di competenze e soffre per mancati interventi strutturali e mancato riconoscimento di fondi. Se invece si accelerasse sul trasferimento di competenze potrebbero arrivare dal Ministero risorse e progetti e renderebbero la Roma-Giardinetti più sicura e moderna. Un progetto potrebbe riguardare anche il collegamento diretto con la metro C, con il prolungamento fino al Parco di Centocelle. Un passaggio di consegne semplice e diretto – conclude l’esponente – che aiuterebbe il presente e il futuro di questa linea molto frequentata dai romani. Ringrazio l’associazione TrasportiAmo per averla proposta e mi auguro riesca a fare le giuste pressioni sul Campidoglio a guida pentastellata». A margine delle dichiarazioni la consigliera della Rete Civica dei Cittadini fa sapere che nei prossimi giorni presenterà una specifica mozione.




Roma-Viterbo, è scontro tra Regione e Comitato: A.a.a. cercasi nuovo orario

Sarebbe andato bene, così almeno
pare, il confronto con l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri del 4 settembre, “al fine di risolvere le
criticità createsi nel mese di luglio a seguito dell’applicazione delle nuove
normative ANSF entrate in vigore
anche sulla ferrovia Roma-Civita
Castellana-Viterbo
”. Recitava il comunicato congiunto dei sindaci dell’asse
Flaminia.

A presenziare, oltre all’assessore
e ai dirigenti regionali, lo stato maggiore di Atac SpA, con il Direttore delle ex-concesse Giovanni Battista Nicastro, e i rappresentati di ANAS. L’Azienda
Capitolina “ha presentato il nuovo piano ferroviario calibrato sui flussi reali
dei passeggeri, in linea con il piano dello scorso anno, da avviare dal 16
settembre, con la sola sostituzione di alcuni treni contro flusso con bus
gestiti direttamente da Atac. Rispetto alle ipotesi iniziali sono stati ridotti
i tempi di percorrenza dei treni, con un ritardo massimo presunto di soli 10
minuti da Montebello a Catalano. I sindaci hanno chiesto di anticipare
l’entrata in vigore almeno qualche giorno prima
”. Così come suggerito
dal Comitato Pendolari RomaNord, è
bene sottolinearlo.

“È stato inoltre presentato”,
continua il comunicato, “il cronoprogramma dei lavori di ammodernamento [altra
richiesta avanzata dal Comitato, ndr], dell’intera infrastruttura per un
importo lavori previsto di circa 400 milioni di euro in tre anni. I Sindaci si
sono riservati di valutare la proposta di orario, una volta ricevuta in forma
cartacea e più dettagliata, e di presentare a ATAC, nei prossimi giorni,
eventuali proposte di miglioria”.

Fissata per il 18 settembre la firma del protocollo
per la formazione dell’Osservatorio
sulla mobilità
e poi “nella stessa occasione, “sindaci e gestori saranno
ascoltati per verificare la possibilità di potenziare il Trasporto Pubblico
Locale su gomma in sinergia tra i Comuni, per garantire con maggiore facilità
il trasporto da e per le stazioni di Montebello e Monterotondo. I sindaci
inoltre si sono accordati affinché venga stabilito un calendario di incontri in
ciascun comune, con la partecipazione dell’assessore ai Lavori Pubblici e dei
dirigenti regionali, per illustrare la situazione ai cittadini”.

Da Viterbo è stata l’assessore Laura
Allegrini
a tirare le somme: “Alessandri ha assicurato che per l’anno
scolastico 2019/2020 saranno ripristinate le corse dello scorso anno. Saranno
quindi soppresse le corse sostitutive degli autobus. Sarà anche ripristinato lo
scambio a Vignanello. Ci saranno inoltre corse col sistema del cadenzato
mnemonico ogni due ore sull’ora pari al minuto 30 in partenza da Catalano, e al
minuto 21 in partenza da Viterbo. Entro due anni inizieranno i lavori per 105
milioni di euro, già disponibili per tutti i lavori tecnologici riguardanti
l’intera linea, il cui soggetto attuatore è RFI. Durante la riunione è stato
affrontato anche il problema dei passaggi a livello privati: due per il Comune
di Viterbo. La Regione chiederà al Comune di rendere pubbliche le strade
interessate in modo da poterli mettere in sicurezza. Con il consigliere Panunzi
abbiamo ribadito la necessità che la carrozza 59 ritorni a Viterbo, quale pezzo
di storia del nostro territorio”.

Insomma, tutto sarebbe andato nei
migliori dei modi. “Come Regione Lazio abbiamo inoltre illustrato il quadro
degli interventi già avviati, per un costo complessivo di circa 100 milioni di
€, che saranno realizzati da RFI SpA quale soggetto attuatore ai sensi
dell’art. 47 comma 1 del Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50”. Ha dichiarato,
gongolando, Alessandri: “A tal fine è in corso di approvazione la convenzione
che regola i rapporti tra Regione Lazio ed RFI per la realizzazione dei
suddetti provvedimenti. Inoltre, per quanto concerne il parco rotabile, la gara
in atto prevede un vero e proprio rinnovo: 12 treni sulla tratta urbana; 6
sulla tratta extraurbana; manutenzione per 10 anni e materiale di scorta”.

“Per monitorare il corretto
funzionamento di questi provvedimenti”, ha poi concluso, “nonché per avanzare
segnalazioni o proposte atte a migliorare la qualità del servizio per i
cittadini, è prossima l’istituzione dell’Osservatorio di Vigilanza, organismo
di concertazione tra la Regione Lazio e i Comuni. Ringrazio i consiglieri
Minnucci e Panunzi per aver partecipato ai due incontri confermando nuovamente
la loro grande validità di interlocutori e rappresentanti dei territori”.

Ma del nuovo orario, quello
impacchettato da Atac, ancora nessuna traccia. Doveva essere consegnato ai
primi cittadini al massimo ieri, 5 settembre, invece la cosa sarebbe slittata all’inizio
della prossima settimana. Perché tanto mistero? C’è o non c’è? E quali sono i
timori? Quel poco che si conosce, frutto di indiscrezioni, è stato anticipato
in anteprima da l’Osservatorio
d’Italia
. Per il resto, buio pesto.

“Come un dejavu”, attacca Fabrizio Bonanni portavoce del Comitato Pendolari. “Esatto, tutte cose già sentite anni fa e che si ripropongono di solito o prima delle elezioni o quando si debbono scusare per i tanti errori che fanno continuamente, come fossero in stato confusionale. La sensazione è proprio questa: per cercare di calmare le acque che di solito i pendolari agitano a ragione, se ne escono in Regione e (sempre meno) in Atac con ‘faremo, investiremo, programmeremo, stiamo per…’, le solite litanie che sentiamo dal 2012”.

“Questo accade perché
fondamentalmente non conoscono la nostra ferrovia, non viaggiano con noi, non
soffrono con noi. Questo gli manca per capire bene come si sta dalle nostre
parti. Se da lunedi 16 il nuovo orario fatto vedere da ATAC (ma che nessuno,
nemmeno i sindaci riescono ancora ad averne copia) produrrà ancora più
disservizi (e stranamente i nuovi avvisi di ATAC sul nuovo orario iniziano a
essere pieni di scuse, perché forse già sanno che saranno dolori per noi utenti)
non basterà nemmeno il Comitato a calmare gli animi degli utenti ancora alle
prese con soppressioni, ritardi al posto dei ‘faremo, investiremo…’. Con le promesse non ci facciamo nulla e
restiamo sorpresi dalle posizioni di alcuni sindaci che invece di attaccare e
farsi sentire duramente verso chi non mantiene gli impegni, sembrano essersi
tranquillizzati con quelle 4 promesse buttate sul tavolo dall’assessore e da
Atac che è sempre più fuori dalla gestione della nostra ferrovia”.

“Purtroppo non abbiamo avuto la
possibilità di partecipare all’incontro del 4 settembre insieme ai Sindaci,
nonostante la preventiva richiesta, perché la Regione ha ritenuto opportuno
vedere solo i primi cittadini dei comuni interessati…quando chi sta sul pezzo e
ed è a fianco dei pendolari è solo questo Comitato. La cosa non ci ha sorpreso
più di tanto, ce l’aspettavamo. Come ci aspettavamo che la Regione per riparare
al torto ci convocasse lunedì 9, per
darci evidenza del nuovo orario e degli investimenti previsti, che ormai
conosciamo a memoria da anni. Non essendo abituati a perdere tempo nelle
fresche stanze degli enti pubblici ma a stare sul campo, in stazione e sui treni a fianco dei nostri amici
pendolari, abbiamo declinato l’invito certi che con il nuovo orario dal 16
settembre ci sarà da soffrire. Sicuramente l’incontro è solo rimandato a tempi
peggiori, di questo ne siamo purtroppo certi”.

“Avevamo chiesto di anticipare di
qualche giorno l’entrata in vigore del nuovo orario per permettere a tutti di
prendere confidenza con i nuovi treni e le nuove soppressioni che
immancabilmente ci saranno, e invece nemmeno quello: si comincia con il primo
giorno di scuola, quasi a ripetere lo stesso errore del 1 luglio scorso, ma si
sa che Regione Lazio e Atac ripetono facilmente gli stessi errori: abbiamo tanti
esempi lampanti a proposito. Insieme all’associazione TrasportiAmo era stata presentata ai Sindaci e ai cittadini di Sant’Oreste, Rignano e Sacrofano (gli
unici a fare incontri con i cittadini prima del 4 settembre, con Sindaco e
Giunta di Sant’Oreste ‘fastidiosi’ capofila coraggiosi!) sia lo stato del
servizio dal 1 luglio al 30 agosto che una proposta di orario nel rispetto del
regolamento ANSF vigente, e speravamo che questo nostro lavoro, insieme alla richiesta
di avere un dettagliato cronoprogramma dei lavori, fosse soddisfacente per dare
l’idea alla Regione e Atac che il servizio può essere migliorato. Invece, non
solo non
ci hanno invitato il 4, ma non hanno nemmeno preso in considerazione le nostre
proposte, veicolate dai sindaci presenti all’incontro
”.

“Adesso ci aspettiamo che ogni Comune
che non abbia ancora provveduto, convochi prima del 16 una assemblea pubblica
per informare i cittadini delle novità recepite in regione, che vanno oltre il
comunicato congiunto pubblicato recentemente. Il risultato migliore in questo
periodo è sicuramente aver ricompattato e avvicinato sindaci e comuni anche
nella prospettiva della costruzione di una rete di trasporto locale, anche per
sopperire temporaneamente (si spera) alle lacune del treno che collega questi
comuni”.

“Il Comitato Pendolari”, conclude
Bonanni, “sarà sempre al fianco degli utenti della romanord e rappresenterà la
voce e il baluardo di tanti cittadini che si sentono abbandonati dagli enti e
che pagano biglietti e abbonamenti per avere un atroce servizio pubblico che
dal 1 luglio al 30 agosto ha funzionato al 100% solo per 6 giorni su 60. Questo
è il vero dato che fa riflettere e che ci invoglia ad andare avanti anche con
la nostra petizione che vi invitiamo a firmare e a condividere”.

Per firmare la petizione:
https://www.change.org/p/regione-lazio-potenziare-la-ferrovia-roma-civita-castellana-viterbo




Il destino della Ferrovia Roma-Viterbo (e dei pendolari) appeso a un filo

C’è grande attesa per il
confronto tra i Sindaci e l’assessorato regionale ai trasporti, in programma nella
giornata odierna. Sul tavolo le sorti, attuali e future, dell’esercizio
ferroviario della Roma-Viterbo
targato Atac, dopo le soppressioni
estive, in parte sostituite con bus, scaturite in seguito all’entrata in vigore
delle restrizioni alla circolazione dettate dall’ANSF. Come si procederà? Saranno riattivati i treni oppure si
continuerà coi bus?

Secondo indiscrezioni, l’Azienda
Capitolina dovrebbe presentare un nuovo orario che verta nella direzione
auspicata dai Comuni e dal Comitato
Pendolari RomaNord
,  almeno in parte,
sintetizzata nelle assemblee pubbliche e nella petizione online lanciata da
questi ultimi sulla piattaforma change.org
(per votare cliccare qui). Che in pochi giorni ha
raccolto all’incirca 1500 firme: segno
evidente che gli utenti preferiscono il treno per i propri spostamenti e, in virtù
di questo, desiderano conoscere dettagliatamente il cronoprogramma degli
interventi di raddoppio e riqualificazione. Punti cardini della vertenza del
Comitato.

L’orario, così come sarebbe stato
impacchettato da Atac, dovrebbe prevedere all’incirca 37 treni diluiti nella tratta extraurbana, di cui 16 tra Catalano e Viterbo, e 188 in quella
urbana. Ci sarebbe spazio anche per una novità, ovvero la reintroduzione degli
incroci, fissi, nelle stazioni di Castelnuovo
e di Vignanello.Soluzione che era stata abolita con la Disposizioneaziendale 146/19 del 5 luglio,perché
in contrasto con le rigide direttive dell’Agenzia, per via delle carenze
infrastrutturali degli impianti nella tratta extraurbana. Se tale circostanza
dovesse trovare conferma, sarebbe lecito porsi delle domande: come è stato possibile?
Cos’è cambiato da luglio ad oggi in quella tratta? Sono stati per caso installati
accorgimenti tecnologici capaci di controllare la circolazione treni?

Oltre a questo, l’assessore Mauro Alessandri dovrebbe evidenziare,
in quella stessa sede, gli interventi “finalizzati alla messa in sicurezza
della tratta extraurbana della ferrovia che la Regione Lazio ha avviato per il
miglioramento e la regolarità del servizio offerto ai viaggiatori. Tali
interventi consistono essenzialmente in: “Implementazione di un sistema di
segnalamento tipo SCMT (sistema di controllo della marcia del treno) sia a
terra che a bordo dei treni; Realizzazione di un sistema di blocco automatico
conta assi; Realizzazione di apparati che consentono di centralizzare il
controllo del traffico ferroviario in linea e nelle stazioni; Ammodernamento e
rinnovo dell’armamento e linea di contatto nelle stazioni per renderle
compatibili con i nuovi sistemi di sicurezza da realizzare; Potenziamento del
sistema di alimentazione elettrica mediante la realizzazione di nuove
sottostazioni elettriche e rinnovo di alcune tratte di linea di contatto
ammalorate”.

Circa 100 milioni il costo
complessivo degli interventi che, secondo l’assessore, dovrebbero essere
realizzati da RFI SpA ai sensi
dell’art. 47 comma 1 del Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50. “A tal fine è in
corso di approvazione la convenzione che regola i rapporti tra Regione Lazio ed
RFI per la realizzazione dei suddetti provvedimenti”. “Inoltre, per quanto
concerne i rotabili, si sta procedendo all’invito alle 8 società che hanno
superato la fase di prequalifica a predisporre il progetto e l’offerta
economica secondo quanto previsto nel capitolato d’appalto. La gara in atto
prevede il rinnovo dell’intero parco rotabile: 12 treni sulla tratta urbana; 6
sulla tratta extraurbana; Manutenzione per 10 anni e materiale di scorta. I
treni sono previsti dopo 3 anni dall’aggiudicazione, nel frattempo si procederà
con revisione generale e revamping dei mezzi attualmente in servizio, con
eventuale acquisizione di ulteriori materiali qualora fosse necessario integrare
l’offerta di trasporto”.

Comunque sia, al netto della
nuova cambiale sottoscritta da Alessandri in persona agli utenti, il volume
offerto dall’Azienda sarebbe inferiore a quello paventato dall’associazione TrasportiAmo, nel piano illustrato il 23 agosto durante la prima seduta
pubblica della Commissione Speciale di Studio istituita dall’Amministrazione di
Sant’Oreste per volere della Sindaca
Valentina Pini. Proposta accolta benevolmente
dallo stesso Comune, e dagli altri presenti, nonché dal Comitato Pendolari: “il
nostro orario è stato stilato nel rispetto delle direttive ANSF”, precisano, “del
numero del materiale rotabile, del numero del personale in forza nella
ferrovia, del Regolamento Circolazione Treni e, altresì, dei vincoli presenti
nella galleria tra Flaminio e Acqua Acetosa”.

Infatti, scorrendo il plico, i
treni extraurbani sono complessivamente 50
e quelli urbani 194. “Per dare
continuità al servizio e superare gli incroci, abbiamo previsto una rottura di
carico a Vignanello, in modo da avere 30 treni giornalieri nella tratta tra
Civita e Viterbo.  Però, prendiamo atto
della proposta Atac, che valuteremo, una volta ufficializzata, nelle sedi
opportune”. Ma siete stati quantomeno contattati? “No, e ce lo immaginavamo”,
rispondono dall’Associazione, “si vede che Regione e Atac sono allergici ai
confronti bilaterali, chi lo può dire. Noi continueremo la battaglia affianco
ai Comuni e al Comitato, affinché questa ferrovia non faccia la fine della
gloriosa Roma-Fiuggi”.

E dal Comitato Pendolari, è Fabrizio Bonanni a fare il punto della situazione: “L’importanza delle nostre iniziative è di aver riportato, dopo tanto tempo, la questione dei pendolari e della ferrovia al centro delle agende dei Comuni. Da una nostra statistica risulta che dal 1 luglio al 30 agosto, nonostante l’orario ultraridotto, si sono registrate continue soppressioni di treni extraurbani già carenti di loro. In pratica, in sessanta giorni solo in 6 di questi, ossia il 10%, abbiamo avuto una regolarità del servizio. Per il resto ogni giorno ce n’era una. Allo stato attuale delle cose, non essendoci novità tangibili e positivi per i pendolari, non riteniamo opportuno ulteriori incontri con gli enti preposti”. E cioè Atac e Regione. Poi aggiunge: “Anche nell’incontro a Rignano Flaminio che si è svolto ieri [3 settembre ndr] abbiamo incentivato i Comune a fare rete. È fondamentale. E di chiedere nella riunione in Regione di attivare il nuovo orario qualche giorno prima della riapertura delle scuole, mercoledì o al massimo giovedì prossimo, per evitare di fare lo stesso errore del 3 luglio. I pendolari devono avere il tempo di provare le modifiche, Atac deve imparare a conoscere la sua utenza che spesso tratta come bestiame su quei treni. Avevamo richiesto per tempo di essere invitati all’incontro come comitato pendolari, anche tramite i sindaci con i quali siamo in contatto continuo, ma ce l’hanno (guarda caso) rifiutato”.




Ferrovia Roma-Viterbo, la nuova strada (e Zingaretti) finisce sott’acqua. La video denuncia

Finisce sott’acqua la nuova strada di circonvallazione, necessaria per la chiusura di 11 passaggi a livello della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo in gestione all’Atac, che ricadevano nel rettifilo compreso tra la stazione di Catalano e quella di Fabrica di Roma. Un’opera strategica e vitale, considerato il numero delle collisioni tra le auto e i treni, voluta dal Presidente Nicola Zingaretti in persona e realizzata da una ditta per contro della società regionale ASTRAL.

Il deputato Mauro Rotelli

Tuttavia le piogge, cadute fino a ieri nella zona, ne hanno evidenziato i limiti, e i risultati sono tragicomici. Carreggiata allagata, un fiume in piena, mentre il sottopassaggio, anch’esso determinante, costato all’incirca 1milione di euro, secondo i bene informati, si è tramutato in una piscina, profonda e rischiosa per gli automobilisti. A testimoniarlo è il video-denuncia del deputato Mauro Rotelli (FdI), eletto nel collegio uninominale di Viterbo, pubblicato sul suo profilo Facebook nella giornata del 3 febbraio.

Il video-denuncia realizzato dall’esponente politico

“Buona domenica Astral – scrive l’esponente politico a corredo delle immagini – sbigottiti, nella strada provinciale San Luca, direttrice Vignanello-Corchiano-Civita Castellana, il sottopasso in questione è stato realizzato per l’eliminazione dei passaggi a livello della ferrovia Roma-Viterbo. Chiaramente qualcosa non funziona e non funzionerà mai”. Il deputato poi lancia una serie di interrogativi: “L’opera è stata già collaudata e presa in carico? Chi deve gestire queste situazioni? Le ditte che hanno realizzato l’opera? La Provincia di Viterbo è in grado? È vero che le pompe aspiranti non sono state collegate all’energia elettrica? In caso di temporali se salta la corrente cosa succede? A quale ditta verrà affidata la manutenzione? Chissà se su questo scempio qualcun altro vorrà vederci chiaro, sono diventato tanto curioso”.




Regione Lazio, nuovo piano di risanamento dell’aria. Greenpeace: con il vecchio piano lo smog è aumentato

ROMA – Greenpeace ritiene che l’accordo arrivato ieri tra Ministero dell’Ambiente e Regione Lazio sulle politiche per la qualità dell’aria di Roma sia un passo positivo che, tuttavia, arriva con incredibile ritardo.

La Regione Lazio sta lentamente redigendo un nuovo Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (PRQA). Greenpeace ricorda che quello oggi in vigore, in quasi dieci anni di applicazione, non ha determinato miglioramenti significativi per quanto riguarda la concentrazione di inquinanti nell’aria della capitale, che resta fortemente inquinata. Il Piano in vigore, che dovrebbe essere lo strumento principale della Regione in termini di programmazione e indirizzo per abbattere lo smog, è addirittura non più rispondente alla normativa: ovvero, fa riferimento a un quadro legislativo nel frattempo mutato da ben otto anni. Proprio per tale ragione, lo scorso febbraio, Greenpeace e ClientEarth avevano notificato una lettera di diffida alla Regione Lazio con la richiesta di adottare urgentemente un nuovo PRQA.

L’accordo tra Ministero e Regione, peraltro, demanda al PRQA in via di redazione la previsione di “una limitazione della circolazione dal 1° novembre al 31 marzo di ogni anno, da applicare entro il 1° gennaio 2019, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,30 alle ore 18,30” per i diesel euro 3. Si tratta di una misura debole, che andrebbe almeno estesa all’intero anno solare; ma, ancor più, il nuovo PRQA non sarà mai adottato prima del prossimo gennaio. Dunque ci si chiede: tale blocco sarà prossimamente operativo? Il Comune di Roma partecipa di questa scelta?

Greenpeace auspica inoltre che le misure di incentivazione all’acquisto di veicoli a basse emissioni, previste nell’accordo, non contrastino con l’esigenza di ridurre drasticamente il parco dei veicoli circolanti; e che non si incentivino in alcun modo veicoli a gas, le cui emissioni – come dimostrato da recenti studi – non risultano significativamente migliori di quelle dei tradizionali veicoli a benzina o gasolio; né veicoli ibridi.

Dall’altro lato, su Roma, c’è un governo cittadino latitante. «Virginia Raggi aveva positivamente annunciato, lo scorso febbraio, uno stop dei diesel a Roma entro il 2024. Da allora il buio», commenta Andrea Boraschi, responsabile campagna Trasporti di Greenpeace Italia. «Ci risulta che all’attenzione della sindaca vi sia, dalla fine dello scorso maggio, una roadmap di decarbonizzazione del settore trasporti nella Capitale. Questo documento, approntato dai tecnici incaricati, include ovviamente un percorso di limitazione e poi di bando alla circolazione dei diesel in città: ci risulta però che questo documento “giaccia in un cassetto”, per così dire. A quando il passaggio dalle parole ai fatti?».

Per Greenpeace, dopo questo primo passo, il ministero per l’Ambiente – anche in virtù della procedura d’infrazione Ue che interessa l’Italia in materia di qualità dell’aria, e che vede proprio Roma e la Valle del Sacco tra le aree incriminate – deve sollecitare e ottenere dai governi locali maggiore impegno. A Roma tre milioni di persone sono esposte tutti i giorni a un’aria satura di inquinanti, oltre i limiti di legge, con un costo sanitario, ambientale ed economico inaccettabile.




Regione Lazio, Cangemi in pole position per la vicepresidenza. Palozzi sostituito nei prossimi giorni

Dalle ultime indiscrezioni risulta ormai deciso che ad avvicendarsi allo scranno di vicepresidente dell’Aula alla Regione Lazio, dopo l’arresto di Palozzi, sarà Giuseppe Cangemi. Per Forza Italia è un susseguirsi di beffe dopo il danno dell’ex consigliere Adriano Palozzi costretto ai domiciliari dalla Prefettura di Roma dopo il caso dello stadio della società calcistica capitolina per le sue pressioni sull’imprenditore Parnasi, il quale in un interrogatorio di oltre 11 ore, delinea i suoi rapporti con Palozzi.

Il 7 luglio scorso, il riesame ha scagionato da ogni coinvolgimento Michele Anzaldi del Pd nello stesso filone investigativo, mentre ha confermato la restrizione domiciliare per il consigliere Palozzi eletto con più di 9 mila voti nelle ultime elezioni ed ora dichiarato temporaneamente decaduto con decreto governativo dopo la notifica del provvedimento della Prefettura romana.

L’ex sindaco di Marino sarà sostituito da Roberta Angelilli, ex parlamentare europeo e prima tra i non eletti nella stessa circoscrizione romana, ufficialmente nella prossima seduta di martedì 7 agosto. Ma secondo l’articolo 20 comma 5 dello Statuto della Regione Lazio che recita ““I componenti l’Ufficio di presidenza restano in carica per l’intera legislatura, salvo i casi di dimissioni o di grave impedimento”, non è allo stesso modo immediata la sostituzione per la carica di vicepresidente.

Bisogna che i colleghi dello stesso Palozzi definiscano se il caso rientri nella fattispiecie del “grave impedimento”.

Nelle ultime ore si fa avanti, però,il nome di Giuseppe Cangemi, eletto in Forza Italia e bocciato alla guida della Sanità da un’ala dello stesso partito, capitanata da Tajani e Abbruzzese.

Cangemi si è, in seguito, aggiunto al gruppo Misto e da poco ha dichiarato il suo ingresso nella maggioranza di Zingaretti con la sottoscrizione del patto propugnato dal dem Buschini, come ha riportato nei giorni scorsi L’Osservatore d’Italia.

Ora il fatto che si avanzi il nome di Cangemi risulta insopportabile per i consiglieri di Forza Italia i quali, attraverso un avvertimento di Antonello Aurigemma allo stesso Buschini, si dicono pronti a osteggiare la già claudicante legislatura di Zingaretti bloccando il dibattito sul Collegato al Bilancio (provvedimento omnibus dove è stato inserito di tutto) proponendo centinaia di emendamenti.

Gli azzurri criticano la maggioranza che non rispetta il patto secondo cui il Presidente dell’Aula spetta al Pd, mentre le due vicepresidenze all’opposizione. Di fatti vicino al 5 Stelle Devid Porrello, i forzisti vorrebbero adesso Laura Cartaginese, eletta con Palozzi nella doppia preferenza di genere, a seguito dell’evidente impossibilità di rientro di Cangemi in Forza Italia che comunque sembra prossimo alla nomina.

Gianpaolo Plini




Regione Lazio: c’è un piano per far cadere subito Nicola Zingaretti

ROMA – Ormai non se ne parla più nelle stanze segrete. C’è un piano per far cadere Nicola Zingaretti ancora prima che la giunta regionale del Lazio prenda forma. A rivelarlo è il Messaggero, secondo cui il sistema che le opposizioni vorrebbero applicare ricalca quello che portò alle dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma, con la differenza che non dovrebbero fare ricorsi a ‘tradimenti’ interni alla maggioranza, dato che grillini e centrodestra, insieme con Pirozzi, raggiungono due consigliere in più del centrosinistra.

In sostanza il piano prevede dimissioni di massa dei 26 consiglieri regionali che hanno una sorta di ‘maggioranza ombra’ in consiglio pur non avendo vinto le elezioni. Nello schema, ricostruisce il quotidiano romano, si intravedono le manovre di Matteo Salvini per attirare nella sua galassia la lista del sindaco di Amatrice forte di un solo seggio e che potrebbe rappresentare l’ago della bilancia. In caso di dimissioni di massa, Zingaretti​ decadrebbe immediatamente, si dovrebbero convocare nuove  elezioni entro 60 giorni e il governatore uscente non potrebbe più candidarsi.

La mossa a sorpresa, riporta il Messaggero, è già in fase avanzata ma l’esito è ancora da scrivere. Sia Stefano Parisi, candidato del centrodestra, che Roberta Lombardi di M5s hanno confermato al giornale l’esistenza del piano, anche se poi Parisi in tv l’ha definita “un’idea lunare” mentre Pirozzi l’ha confermata all’Agi. La neo capogruppo grillina vuole però parlarne con gli altri 9 eletti del Movimento e con il capo politico Luigi Di Maio, mentre tra i sostenitori di Parisi (Energie per l’Italia, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi con l’Italia, per un totale di 15 consiglieri) l’idea non dispiace.

Che succede se i consiglieri si dimettono

L’articolo 43 dello statuto del Consiglio regionale del Lazio recita al paragrafo 2  che “l’approvazione della mozione di sfiducia” da parte della metà più uno dei consiglieri “comporta le dimissioni della giunta regionale e lo scioglimento del consiglio”. E’ la seconda ipotesi, preferita al momento da Parisi, per far saltare il governatore. Ma avrebbe una premessa: la partenza dei lavori dell’Aula e di tutta la macchina regionale, dalla giunta alle presidenze delle commissioni. Terreni di accordo tra il centrosinistra e le minoranze, rappresentate al momento da ben 7 gruppi, per non parlare delle varie correnti interne ai 5 Stelle o a Forza Italia. E a quel punto ogni consigliere dovrebbe fare i conti con la prospettiva di perdere circa 7 mila euro al mese, netti.




Turismo nel Lazio: le proposte della Fiavet al nuovo governo regionale

 

In un recente incontro con la stampa, la FIAVET Lazio, Federazione degli agenti di viaggio della regione, ha presentato le proposte ed i suggerimenti per per il nuovo governo regionale in tema di settore turistico. In particolare, sul tema ‘Il turismo domanda’ il presidente Ernesto Mazzi, affiancato dai consiglieri Paolo Tsimbirlis e Ezio Maria Biagioli, ha stilato una lista di richieste che, se attuate, sarebbero di slancio concreto per il settore.

Coordinamento, consultazione e raccolta dati per realizzare una strategia: questi elementi in sintesi la Fiavet Lazio pone sul tavolo del al nuovo governo regionale lamentando la scarsa attenzione riservata in passato al settore.

Mazzi ha ricordato come manchi uno specifico dicastero per il turismo che razionalizzi e stimoli; ritiene indifferibile anche un impegno per norme nazionali chiare e coerenti, anche con riferimento al recepimento della nuova Direttiva UE sui pacchetti turistici,e per la competitività in Europa contro le disparità che incoraggiano la delocalizzazione di imprese e consumo. E ancora appelli sul lavoro giovanile, contro l’abusivismo, sul fondo di garanzia e l’evoluzione dell’infrastruttura tecnologica indispensabile , con un riferimento per Roma, che ritrovi decoro e dignità.
Ha anche fatto riferimento all’esigenza di una modifica alla vigente legge regionale settoriale, all’urgenza di indizione di un nuovo concorso per la creazione di direttori tecnici di agenzie. La lotta all’abusivismo e la frammentarietà e contraddittorietà delle normative vigenti sono anche punti dolenti non secondari

Altri punti critici citati da Mazzi e dai consiglieri riguardano la tassa di soggiorno, “i cui proventi vanno reinvestiti nel settore”, ed i controlli sia nella raccolta di tale tassa che nella lotta all’abusivismo, auspicando altresì un supporto alle agenzie nella tutela del consumatore, una revisione delle modalità di gestione del Fondo di garanzia, un impegno, a livello nazionale, per una uniformità delle aliquote IVA e della tassazione nella UE per contrastare le delocalizzazioni selvagge ed anticoncorrenziali. Non secondario il tema del sostegno all’occupazione giovanile ed ad una migliorata formazione. Indefiniti un carnet d’impegni che il nuovo non leggero e di grande impegno su cui la Fiavet Lazio intende essere protagonista e propositrice collaborativa.

Gianfranco Nitti