Fregene: 600mila euro dalla Regione Lazio a difesa della costa

 

Red. Cronaca


FREGENE (RM) – E’ partito l’intervento di difesa della costa a Fregene Sud, per un finanziamento complessivo di oltre 600mila euro da parte della Regione Lazio.

Tre le fasi previste: 1) ripascimento della linea di costa; 2) rifacimento della foce armata del Canale delle Acque Alte; 3) installazione del geo-tubo.


In base a questa tabella di marcia, giovedì scorso (13 aprile) sono stati consegnati i lavori di ripascimento della linea di costa di Fregene Sud, tra il canale delle Acque Alte e lo stabilimento “La Nave”. I lavori saranno eseguiti dalla Sales S.p.A., che effettuerà un ripascimento di 750 metri lungo la linea di costa dopo l’espletamento delle dovute procedure amministrative di comunicazione ed autorizzazione. Appena dopo la Pasqua, il cantiere inizierà l’attività a pieno regime.


Venerdì 15 aprile, invece, è stato prescelto il progettista che redigerà il progetto di rifacimento della sponda fociale e del braccio armato del Canale delle Acque Alte. I relativi lavori, da poco affidati, potranno iniziare a tra maggio e giugno per concludersi entro i primi di luglio, non interferendo tra l’altro con l’attività di balneazione.
Nella data del 13 aprile, inoltre, si è provveduto a sollecitare l’invio del progetto di protezione della suddetta linea di costa, protezione che si effettuerà tramite un geo-tubo. A questo proposito, si ricorda che il progetto esecutivo di questo intervento emergenziale abbisogna di alcune integrazioni da parte del progettista, richieste in sede di Valutazione di impatto ambientale (Via). A procedura conclusa, la Regione potrà subito appaltare l’istallazione di questa infrastruttura di difesa che sarà in grado di proteggere il tratto di costa nel breve e medio periodo.


L'avvio di queste tre fasi di intervento è un risultato importante, ancor più efficace se si pensa al buon livello di interlocuzione che si è sviluppato tra diversi attori: dall'ambito amministrativo a quello progettuale, dagli operatori del settore alla rappresentanza politico-istituzionale, al di là di qualsivoglia appartenenza.
Infine, in collaborazione con il Comune di Fiumicino e con le Associazioni dei balneari, la Regione Lazio comunica che intende programmare e finanziare un progetto integrato sull’intorno di Focene e di Fregene, ovvero un insieme di azioni concertate atte a stabilizzare il trend erosivo su un’estensione maggiore, con risultati attesi che si proiettino a questo punto sul lungo periodo.
 




Regione Lazio, cessione quote Centro Agroalimentare Roma: è scontro con i vertici della società

 
Redazione
 
La Regione Lazio si accinge a cedere le proprie quote del Centro agroalimentare Roma (Car), una delle più importanti strutture europee per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli e ittici. I vertici della società sono andati alla Pisana a esprimere in audizione la propria contrarietà alla decisione di dismettere le quote della Regione Lazio, attraverso una procedura ad evidenza pubblica varata dalla Giunta regionale.
 
Il presidente del Car, Valter Giammaria, e il direttore generale, Car Fabio Massimo Pallottini, sono stati ascoltati i dalla quarta commissione, Bilancio, presieduta da Simone Lupi (Pd), e dall’ottava, Attività produttive, presieduta da Daniele Fichera (Psi per Zingaretti). “Siamo venuti a conoscenza della cessione delle quote della Regione Lazio da un bando, perché nessuno ce lo ha comunicato”, ha esordito Giammaria. “Neppure la Camera di commercio è stata informata – ha proseguito Giammaria che peraltro è membro della Giunta camerale di Roma, ente proprietario (attraverso la Holding Camera Srl) di un terzo del pacchetto azionario della Società Centro Agroalimentare Roma CAR S.c.p.A (il 90% del capitale è pubblico) – In altre città italiane e europee l’attività svolta da questi centri è considerata strategica. Il Car è un riferimento per gli operatori, soprattutto in questo momento di crisi. L’andamento economico è positivo. Allora, vorremmo sapere perché a Roma l’attività svolta dal Car non dovrebbe essere considerata strategica. Al di là della legge nazionale – ha concluso Giammaria – che però altrove non viene applicata con la stessa solerzia, perché la Regione vuole dismettere le proprie quote?”.
 
“L’impressione è che l’importanza e il peso del Car sull’economia del Lazio sia stata sottovalutata – ha dichiarato Pallottini – Il Car è la più grande struttura italiana sia come fatturato che come giro d’affari. I circa 400 operatori all’interno del Car generano un volume d’affari pari a due miliardi di euro e danno lavoro a 3500 lavoratori. Il fatturato della società è di diciotto milioni di euro”. Pallottini ha ricordato l’importante ruolo del Car nella formazione trasparente dei prezzi, attraverso l’incontro tra offerta e domanda da parte degli intermediari, nel controllo sulla legalità, in un settore come l’agroalimentare sempre a rischio di infiltrazioni mafiose, e in materia sanitaria, attraverso l’analisi e il controllo dei prodotti all’interno della struttura.
Nel corso dell’audizione sono intervenuti alcuni consiglieri regionali. La consigliera Valentina Corrado (M5s) si domanda come mai la Regione Lazio abbia avviato speditamente la dismissione delle proprie quote nel Car, non avendo mai avuto nulla da eccepire, in qualità di socio, sulla gestione.
 
“Perché per il Mof (il centro agroalimentare di Fondi), dove la partecipazione regionale è maggiore, si è in una fase di stallo?”, ha concluso Corrado. Dal canto suo, Pietro Sbardella (Gruppo Misto) si domanda perché la questione della cessione non sia stata portata all’attenzione del Consiglio regionale. Più tranchant è Giancarlo Righini (FdI): “Abbiamo sempre contestato lo strumento del decreto in materia di dismissioni. E’ una modalità inaccettabile”. Per Fichera invece “è evidente che il settore è al centro delle strategie regionali, ma allora la domanda è la seguente: quale idea ha l’esecutivo di questa Regione del presidio che deve mantenere una volta che le quote del Car saranno in mano ad altri soggetti? Quale forma è stata immaginata?”.
L’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, accompagnata dall’assessore allo Sviluppo economico, Guido Fabiani, ha dichiarato di non poter rispondere entrando nel merito delle scelte, in quanto è in corso l’asta (scade il 3 maggio), per l’aggiudicazione della quota di proprietà della Regione Lazio. Sartore ha spiegato che la procedura si sta svolgendo in forza dalla normativa nazionale in materia di razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche, peraltro in evoluzione, che obbliga la Regione a dismettere le quote di minoranza, salvo determinate fattispecie.



Regione Lazio: approvata la legge per promuovere gli ecomusei

 

Redazione

Via libera a maggioranza, dal Consiglio regionale del Lazio, alla proposta di legge per “Riconoscimento e valorizzazione degli ecomusei regionali” presentata dai consiglieri Enrico Maria Forte (Pd) e Rosa Giancola (Mdp). Trenta i voti a favore, un voto contrario, nove gli astenuti. Con questa normativa la Regione intende promuovere, riconoscere e disciplinare gli ecomusei regionali, con lo scopo – in particolare – di favorire la cultura della conservazione del paesaggio, valorizzare il patrimonio ambientale e culturale e promuovere la conservazione e la trasmissione della memoria storica. La legge è finanziata da uno stanziamento complessivo di 550 mila euro per il triennio 2017-2019, dei quali 250 mila per la parte corrente e 300 mila in conto capitale.
 
L’oggetto della nuova legge sono gli ecomusei, definiti allo stesso tempo “luoghi fisici” e “spazi mentali di una comunità”, spazi aperti e di condivisione che riuniscono paesaggio e storia. Insomma, da quanto si ricava dalla relazione di accompagnamento, una sorta di “musei dell’identità” per la promozione sul territorio di iniziative che possano sostenere anche l’economia locale, l’enogastronomia tipica, il turismo, l’artigianato, i mercati locali. Tra le esperienze già attive nel Lazio, la relazione alla proposta (che risale al 2013) ne ha ricordati quattro: quello del litorale di Ostia (1981), dell’Agro pontino (2004), del Lazio virgiliano (2008) e della Teverina (2009). La legge regionale sugli ecomusei si ispira alla Convenzione europea del paesaggio adottata dal Consiglio d’Europa nel luglio 2000. Sulla base delle disposizioni regionali approvate oggi potranno ottenere il riconoscimento gli ecomusei gestiti da enti locali, anche se in forma associata, associazioni e fondazioni culturali e ambientaliste. Altri soggetti ammessi: organismi senza scopo di lucro con le stesse finalità che si propone la legge e gli enti di gestione delle aree naturali protette regionali nel cui territorio ricade l’ecomuseo.
 
I criteri e i requisiti necessari per il riconoscimento degli ecomusei saranno definiti da un regolamento di Giunta, dopo di che gli ecomusei già attivi avranno un anno di tempo per adeguarsi ad esso. Gli ecomusei “riconosciuti” potranno utilizzare il marchio regionale e godere dei contributi regionali. Criteri e modalità per accedervi saranno fissati annualmente dalla Giunta. Prevista l’istituzione di un comitato tecnico-scientifico.Nel corso delle tre sedute sulla proposta di legge in materia di ecomusei (la prima tenutasi l’8 marzo scorso), sono stati approvati numerosi emendamenti al testo originario. Le modifiche che il Consiglio ha accolto sono state proposte dal presidente della commissione Cultura, Cristian Carrara (Pd), Fabrizio Santori e Giancarlo Righini (FdI), da Marta Bonafoni e Daniela Bianchi (Mdp), da Eugenio Patanè (Pd), da Forza Italia e dal Movimento cinque stelle.
 
Approvato infine dall’Aula un ordine del giorno, promosso da Righini e Santori, che ha impegnato il presidente della Giunta regionale affinché, nell’attuazione della legge, gli ecomusei siano valorizzati anche per “mettere a sistema i servizi e gli istituti culturali e le aree protette naturali presenti nel territorio di riferimento”. Nell’atto di indirizzo si chiede che gli ecomusei siano utilizzati per “valorizzare le altre strutture museali in un’ottica interdisciplinare” e possano contribuire “fattivamente all’attuazione della Convenzione europea del paesaggio”. Inoltre si sollecita il coinvolgimento dei rappresentanti di ecomusei, enti locali, associazioni e istituzioni nonché, nella stesura del regolamento di Giunta, quello delle amministrazioni locali.



Regione Lazio, beni confiscati alla mafia: approvato il regolamento per l'assegnazione

 

Approvato oggi, in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il nuovo regolamento regionale per l'affidamento e l'utilizzo sociale dei beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata. Si tratta di un atto che si inserisce nel percorso di forte impegno politico e amministrativo intrapreso dalla Regione Lazio per rendere più veloce ed efficace la restituzione alle comunità e ai territori dei beni frutto di attività criminali e mafiose.
Entro poche settimane un bando destinato a Comuni e associazioni. Il bando, da 750mila euro, prevede la ristrutturazione dei beni e un bando per l'assegnazione di dieci tra appartamenti e terreni sequestrati o confiscati e ora a disposizione della Regione Lazio. "Il primo passo è riconoscere e denunciare la presenza delle mafie nel nostro territorio, per poi sovvertirne la logica di sopraffazione e di dominio sociale ed economico –parole di Rita Visini, Assessore Politiche sociali, Sport e Sicurezza, che ha aggiunto: penso a quanto abbiamo messo in campo per restituire al bene comune quegli spazi e quelle attività economiche che la criminalità usava per rafforzare il proprio potere, e penso anche alle nostre politiche di contrasto all'usura, il bancomat delle mafie, grazie alla legge regionale 14/2015 e ai fondi stanziati dalla Regione per il sostegno alle vittime del sovraindebitamento".




Regione Lazio, illustrati i programmi anticorruzione

 

"Abbiamo messo tanta carne al fuoco, sperando che non bruci. Una cosa è certa: questo fuoco non si spegnerà". Così Pompeo Savarino, direttore della struttura regionale per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità, ascoltato oggi in audizione dalla commissione consiliare speciale su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata. Savarino è approdato in Regione nel maggio 2016 dopo aver ricoperto per otto anni il ruolo di segretario generale al comune di Anzio. A febbraio ha approvato il nuovo piano anticorruzione regionale, sui cui contenuti ha incentrato il suo intervento alla Pisana.
 
Tre le direttrici lungo le quali ha mosso i primi passi dal suo insediamento. "In primo luogo ho voluto fortemente rilanciare lo strumento del whistleblowing (segnalazione illeciti), finora sottoutilizzato dai dipendenti pubblici regionali, per metterlo a disposizione anche di cittadini e imprese che si interfaccino con la Regione Lazio, allargando così il raggio d'azione". Savarino si è quindi soffermato sugli adempimenti relativi alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab) presenti sul territorio regionale: "Ho trovato la massima disponibilità e collaborazione per mettere su una piccola squadra in grado, in pochi mesi, di colmare il grande vuoto di informazioni sul patrimonio disponibile e sulla natura giuridica di ciascun Ipab: oggi perlomeno siamo in grado di comprendere l'entità di ciò di cui stiamo parlando, ferme restando alcune criticità come l'assenza di revisori dei conti in alcuni istituti e, più in generale, una gestione troppo disomogenea da istituto a istituto".
 
Secondo Savarino, è auspicabile una semplificazione del quadro delle Ipab, anche mediante fusioni e privatizzazioni. Il direttore ha annunciato inoltre che la sua struttura analizza oramai in maniera analitica e non più a campione tutte le dichiarazioni e le autocertificazioni relative a inconferibilità e incompatibilità degli incarichi attribuiti dalle Ipab. Il terzo filone affrontato da Savarino ha riguardato i bandi, in via di definizione, riguardanti l'assegnazione di strutture confiscate alla malavita organizzata. "I criteri per dare in gestione la villa confiscata simbolo dei Casamonica, ad esempio, sono all'ordine del giorno della prossima giunta regionale e in settimana contiamo già di approvare il relativo bando, al quale spero davvero partecipino tante realtà della società civile".
 
Tra i consiglieri presenti, Marta Bonafoni (Mdp), ha richiamato, su quest'ultimo argomento, una precedente audizione con il presidente dell’Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità del Lazio, Giampiero Cioffredi, chiedendo maggiori informazioni sulla tempistica di tutti i futuri bandi che abbiano per oggetto la riutilizzazione  a scopo sociale e la ristrutturazione delle numerose strutture sottratte alla criminalità organizzata nel Lazio. Gian Paolo Manzella (Pd) si è invece soffermato sulla necessità di rotazione dei dirigenti per limitare casi di accumulo di informazioni e potere in singoli elementi della pubblica amministrazione per tempi prolungati. Il presidente Favara ha quindi suggerito meccanismi premiali per i funzionari che nel proprio curriculum vantino responsabilità di gestione e organizzazione di strutture diverse dello stesso ente. Gianluca Perilli (M5s) ha infine preteso rassicurazioni sulla effettiva terzietà della struttura diretta da Savarino rispetto a chi, di volta in volta, viene eletto alla guida della Regione Lazio. Rassicurazioni prontamente fornite da Savarino, che ha spiegato come l'Anticorruzione regionale sia attualmente slegata da vertici politici e amministrativi dell'ente che è tenuto a controllare ed eventualmente sanzionare.



Lazio, rifiuti: un ambito unico per la gestione regionale

 

Redazione

 

Istituire un ambito unico (Ato) a livello laziale per la gestione dei rifiuti, suddiviso in distretti, al posto dei cinque Ato provinciali previsti dalla legge regionale del 1998. Rendere noto l’assetto societario – con nomi di proprietari, amministratori e quote detenute da altre società – di chi intende realizzare impianti di smaltimento, di recupero e discariche. È quanto prevedono due proposte di legge presentate ieri mattina in commissione Ambiente del Consiglio regionale.
 
La prima, di iniziativa della Giunta, è stata illustrata dall’assessore regionale ad Ambiente e Rifiuti Mauro Buschini, mentre la seconda è stata esposta dal proponente, Francesco Storace (Mns). La commissione, presieduta da Enrico Panunzi, ha votato a maggioranza di procedere alla formulazione di un testo unificato delle due proposte (n. 369 quella di Giunta e n. 59 quella di Storace) che entrambe intendono a modificare la legge regionale n. 27 del 9 luglio 1998 “Disciplina regionale della gestione dei rifiuti”. Contrari all’unificazione i due consiglieri M5s Silvia Blasi e Devid Porrello.
 
L’intenzione di dar vita a un ambito unico regionale era stata già anticipata da Buschini nei mesi scorsi in occasione delle sedute sulle linee guida del nuovo piano rifiuti. Ora la proposta ha preso corpo in un testo di tre tabella. “L’attuale delimitazione degli Ato non è funzionale alla gestione dei rifiuti nella Regione Lazio e alle esigenze delle Province, dei Comuni e dei cittadini”, si legge nella relazione di accompagnamento alla proposta. L’Ato unico, benché di livello regionale, prevede comunque la partecipazione, attraverso una Consulta dei comuni laziali i cui rappresentanti saranno eletti – come ha anticipato oggi Buschini – sulla base dei distretti nei quali verrà ripartito l’ambito regionale. Distretti entro il cui perimetro si dovrà realizzare, nelle intenzioni della legge, la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti urbani.
 
“Si eviterà la libera circolazione dei rifiuti nel territorio regionale”, ha tenuto a sottolineare Buschini, riferendosi proprio all’articolazione distrettuale che punta a creare, in pratica, dei sub-ambiti autosufficienti. La chiusura del ciclo infatti – secondo la relazione al testo – “comprende l’organizzazione dei servizi di raccolta e l’individuazione dei siti e degli impianti per il loro trattamento, recupero e smaltimento al fine di compiere l’autosufficienza nel perimetro di ciascun distretto”. Eventuali “interdipendenze” o sussidiarietà che dovessero rendersi necessarie dovranno essere esaminate e valutate in sede distrettuale e quindi di Ato regionale. Buschini ha anche parlato della possibilità di costituire dentro l’ambito bacini per la raccolta così da consentire ai comuni di svolgere servizi insieme. Quando si parla di “chiusura del ciclo”, sempre secondo Buschini, non significa che ogni distretto dovrà avere – insieme agli altri impianti – anche un termovalorizzatore, poiché per questo genere di impianti le leggi vigenti prevedono un ambito unico nazionale.
 
La seconda proposta di modifica della legge regionale sulla gestione dei rifiuti del 1998 è stata presentata da Storace “contro le situazioni di monopolio”. La proposta è nata in occasione della vicenda sul sito di Falcognana. In materia di iter per l’autorizzazione di impianti di smaltimento, recupero o discariche la proposta di legge – destinata a confluire in un testo unificato con la precedente, come deciso dalla commissione – propone di inserire nei progetti presentati ogni utile informazione che consenta di conoscere il nome dei proprietari, degli amministratori o delle società che detengono quote azionarie, con il divieto di valutare soggetti che operano per interposta persona o società fiduciarie.



Romanina, villa Casamonica alla Regione Lazio: sarà utilizzata per scopi sociali

 

La villa Casamonica alla Romanina è stata  assegnata alla Regione Lazio. Entro 10 giorni il bando pubblico per l’assegnazione gratuita rivolto alla cooperazione e all’associazionismo per il riutilizzo sociale della villa confiscata alla Romanina. L’appello, rivolto a tutto il terzo settore, è quello alla larga partecipazione al bando per l’utilizzo sociale di un immobile confiscato ad un clan che a Roma si caratterizza per il suo forte potere di intimidazione. “Oggi villa Casamonica alla Romanina confiscata e assegnata a Regione Lazio. Grazie a Questura di Roma, la utilizzeremo per scopi sociali”- è il commento, su Twitter, del presidente, Nicola Zingaretti. “Le strutture della società civile responsabile sappiano che lo Stato c’è e riesce a dare il meglio di sé nel contrasto alla criminalità organizzata perché a Roma sa fare squadra- parole di Gianpiero Cioffredi, Presidente dell'Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. Non finiremo mai di ringraziare per queste ragioni l’attività delle Forze di Polizia, del Prefetto Paola Basilone, del Tribunale per le Misure di Prevenzione, dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati e del Procuratore Giuseppe Pignatone”- ha detto ancora Cioffredi.



Regione Lazio, firmato il Protocollo per l’attrazione degli investimenti esteri

Redazione

 
Un Protocollo d’Intesa per l’attrazione degli investimenti esteri, con l’obiettivo di promuovere al meglio le opportunità d’investimento e rafforzare la presenza delle imprese estere sul territorio. Il Protocollo è stato firmato dal Sottosegretario Ivan Scalfarotto, dal Direttore dell’Agenzia ICE, l’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane Piergiorgio Borgogelli, e dall’Assessore allo Sviluppo economico e alle Attività produttive della Regione, Guido Fabiani. Un’azione di coordinamento delle strategie di intervento e delle attività volte quindi a rendere più efficace ed efficiente l’azione delle istituzioni centrali e locali, nonché la ricerca di potenziali investitori a livello internazionale.
 
Un nuovo sistema di gestione tra Amministrazioni centrali e regionali. L’intesa segue le altre dieci già siglate con altrettante Regioni (Toscana, Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Veneto, Provincia autonoma di Trento, Basilicata e Valle d’Aosta) e si inserisce in un percorso di confronto tra Amministrazioni, sviluppatosi anche nell’ambito del Comitato Attrazione Investimenti presieduto dal Sottosegretario stesso. La firma di questo Protocollo rientra nel più ampio Programma di internazionalizzazione 2016-2017 che prevede, come elemento innovativo rispetto al precedente, proprio il tema della “attrazione investimenti” tra le linee di azione che si stanno realizzando in questo biennio.
 
Per questo la Regione ha indicato la società in house "Lazio Innova S.p.A." come soggetto operativo per l'attuazione delle attività di attrazione investimenti esteri, in collaborazione con l’Agenzia ICE e secondo le indicazioni della Regione Lazio. I punti fondamentali delle collaborazioni tra MISE, ICE e Regioni? Lo scambio di informazioni sulle attività svolte, la raccolta e la promozione di opportunità presso gli investitori internazionali, in linea con le specializzazioni individuate dalle strategie regionali di internazionalizzazione. Essenziale il ruolo svolto dagli uffici dell’Agenzia ICE all’estero, dove alla tradizionale azione di supporto del Made in Italy, si affianca quella di promozione dell’Italia come meta di investimenti. Ed è per questo motivo che l’ICE, nelle principali piazze finanziarie mondiali come ad esempio New York, Londra, Dubai, Singapore e Tokyo, ha iniziato, già nel 2015, ad aprire dei desk dedicati all’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di progetti innovativi nel nostro Paese. Per il 2017 sono in programma le inaugurazioni dei desk di Hong Kong e Pechino.



Regione Lazio: si è insediata la commissione terremoto

Redazione

 
LAZIO – Si è insediata oggi la commissione speciale sul terremoto del Consiglio regionale del Lazio, istituita con la legge regionale n. 17 del 2016 (legge di Stabilità 2017). Eletto presidente Pietro Di Paolo (Cuoritaliani), con 12 voti, vicepresidenti Daniele Mitolo (Pd) e Devid Porrello (M5s). Il nuovo organismo avrà il compito “di effettuare studi, esami, indagini, ricerche, approfondimenti sulle misure a favore delle zone del Lazio colpite da eventi sismici, con particolare attenzione all’attività di prevenzione e gestione dei conseguenti interventi”, come stabilito al comma 154 dell’articolo 3 della legge.
 
La commissione, inoltre, potrà: a) elaborare proposte legislative e amministrative per definire e programmare interventi per neutralizzare o quantomeno ridurre i danni legati al terremoto; b) promuovere incontri, seminari e convegni sui temi di propria competenza; c) scambiare, rendere pubblici e diffondere i dati, le informazioni e le esperienze dei soggetti istituzionali, al fine di promuovere una maggiore conoscenza del fenomeno e una cultura di prevenzione dello stesso; d) fornire al Consiglio regionale il quadro dettagliato in merito all’attività, ai risultati conseguiti e ai benefici prodotti dagli interventi posti in essere a favore delle popolazioni colpite dal terremoto, con particolare riferimento ai fondi disponibili, alle risorse impegnate ed erogate e, infine, alle modalità e ai criteri per la concessione di contributi ai soggetti coinvolti, pubblici o privati.
 
“Privilegeremo soprattutto la fase dell’ascolto e punteremo a favorire la semplificazione burocratica a beneficio dei terremotati che ce la stanno mettendo tutta per ripartire”, ha dichiarato il neo presidente Di Paolo. È previsto che la commissione duri in carica fino alla fine della legislatura e che presenti annualmente all’Aula una relazione sull’attività svolta. Ne fanno parte, oltre ai tre consiglieri eletti nell’ufficio di presidenza: Enrico Panunzi (Pd); Daniela Bianchi (Si-Sel); Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti); Daniele Fichera (Psi); Marino Fardelli (LB-OL); Piero Petrassi (Cd); Antonello Aurigemma (Pdl-FI); Giancarlo Righini (FdI); Francesco Storace (La Destra); Olimpia Tarzia (Lista Storace).



Regione Lazio e Arsial: torna "Sapere i Sapori" il progetto per la corretta alimentazione degli studenti

 

Redazione

 

Regione Lazio / Arsial – Torna “Sapere i Sapori”, il progetto di comunicazione ed educazione alla corretta alimentazione sostenuto da Regione Lazio e Arsial e rivolto agli studenti degli istituti scolastici della scuola primaria, media inferiore e del primo biennio degli istituti di istruzione superiore e degli Enti di formazione accreditati dalla Regione Lazio. Fornire alle scuole gli strumenti indispensabili per realizzare progetti e interventi di sensibilizzazione e formazione sui corretti stili di vita e sulle scelte alimentari consapevoli e responsabili da parte delle giovani generazioni, con particolar riguardo alle produzioni tipiche del Lazio: questo l’obiettivo primario del bando.

 
Novità del 2016-2017: è stato proposto un elenco di attività formative che privilegia il coinvolgimento diretto dei destinatari nelle attività educative, prevedendo il confronto con le imprese del settore ed esperienze dirette legate all’agricoltura, all’allevamento, alla produzione e al consumo del cibo. Il budget complessivo per l’anno scolastico 2016/2017 è di 350mila euro, sino a esaurimento fondi e in ordine cronologico di arrivo delle domande, sempre secondo la ripartizione prevista dal bando nel “rapporto popolazione scolastica/provincia” (60% alla provincia di Roma e il 40% alle altre provincie).
 
I numeri di Sapere i Sapori 2016/2017: ad oggi sono 147 scuole coinvolte, così distribuite sul territorio: 90 a Roma e provincia; 22 in provincia di Latina; 18 in provincia di Frosinone; 12 in provincia di Viterbo e 5 in provincia di Rieti. Sul totale di 26.147 coinvolti, 15.182 si trovano a Roma e provincia; 3.574 a Latina; 4.040 a Frosinone; 2.794 a Viterbo, 557 a Rieti.



Lazio, rifiuti: al via le linee guida per la tariffazione puntuale

 

Redazione

 

REGIONE LAZIO – Rifiuti, la Regione adotta un provvedimento per promuovere la tariffazione puntuale: uno strumento per incentivare prioritariamente il contenimento e la riduzione della produzione di rifiuti e per potenziare l'invio a riciclare le diverse frazioni di rifiuti tramite la raccolta differenziata. Uno strumento importante per incentivare i cittadini a fare nel miglior modo possibile la raccolta differenziata. L’obiettivo è quello di giungere a un piano tariffario che premierà, con agevolazioni sulle bollette, chi produrrà meno rifiuti. Un metodo che non si basa più sul numero dei componenti dei nuclei familiari e sui metri quadri delle abitazioni ma sulla quantità e sulla correttezza nel conferimento da parte di ciascun utente.
 
I comportamenti virtuosi avranno un riconoscimento monetario pressoché immediato, secondo il principio che chi produce meno e ricicla meglio paga di meno,  con la sicurezza, seguendo i principi della trasparenza, che i cittadini paghino solo il numero di conferimenti realmente operati oltre a quelli già inclusi nella parte fissa della tariffa. Nella deliberazione, inoltre, sono individuate le azioni che i Comuni dovranno adottare al fine di realizzare la verifica puntuale della produzione di rifiuti partendo dalle utenze non domestiche e sono previsti sostegni economici per gli stessi Comuni, sia di parte corrente che di parte capitale, nell'ambito della programmazione sulla differenziata.
 
“I regolamenti comunali di gestione dei rifiuti urbani potranno essere aggiornati con le modalità attraverso le quali la nuova tariffazione può essere attuata in relazione alla “quantificazione” dei rifiuti prodotti dalle singole utenze- lo ha detto Mauro Buschini, Assessore Rapporti con il Consiglio, Ambiente e Rifiuti, che ha aggiunto: potranno essere utilizzati, ad esempio, sistemi di identificazione del singolo utente attraverso l’utilizzo di contenitori dedicati (sacchi o bidoni) di varie dimensioni e di etichette a barre, lacci, ecc. con codice a barra rimovibile che permettono l’associazione del numero di scarichi effettuati dall’utente; utilizzo di contenitori dedicati dotati di trasponder o tessera magnetica che permettono la registrazione dei dati identificativi; dotazione ai cittadini di contenitori con codice a barre serigrafato che quantifichino i rifiuti conferiti mediante lettura con pistola laser; utilizzo di sacchi o lacci per contenitori preacquistati che permettano all’utente di quantificare i rifiuti effettivamente conferiti in modo proporzionato al consumo di sacchi e/o lacci effettivamente impiegati e al volume predefinito”- ha detto ancora Buschini.