Cassazione su truffa di Bossi da 49 milioni: sequestrare conti Lega Nord. Salvini: “Attacco alla democrazia”. Incontro con Mattarella

“Ovunque venga rinvenuta” qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega Nord – su conti bancari, libretti, depositi – deve essere sequestrata fino a raggiungere 49 milioni di euro, provento della truffa allo Stato per la quale e’ stato condannato in primo grado l’ex leader leghista Umberto Bossi. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni che accolgono il ricorso del pm di Genova contro Matteo Salvini contrario ai sequestri a ‘tappeto’. Il Riesame ora deve sequire le indicazioni degli ermellini’. Finora bloccati 1,5mln di euro.

Ad avviso dei supremi giudici, la Guardia di Finanza può procedere al blocco dei conti della Lega in forza del decreto di sequestro, emesso lo scorso 4 settembre dal pm di Genova, senza necessita’ di un nuovo provvedimento per eventuali somme trovate su conti in momenti successivi al decreto. Invece, secondo Giovanni Ponti, legale della Lega, le uniche somme sequestrabili sono quelle trovate sui conti “al momento dell’esecuzione del sequestro” con “conseguente inammissibilità delle richieste del pm di procedere anche al sequestro delle somme ‘depositande’”. Secondo la difesa della Lega, il pm potrebbe chiedere la confisca “anche delle somme future” solo durante il processo di appello.

Ma la Cassazione ha obiettato che i soldi sui conti potrebbero non essere stati trovati al momento del decreto “per una impossibilita’ transitoria o reversibile”, e il pm non deve dare conto di tutte le attività di indagine svolte “altrimenti la funzione cautelare del sequestro potrebbe essere facilmente elusa durante il tempo occorrente per il loro compimento”.

‘La decisione diventa eseguibile a condizione che la sentenza del Riesame segua il principio affermato dalla Cassazione’, dice il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, commentando il pronunciamento della Cassazione sul sequestro dei fondi della Lega. Il tribunale del Riesame non ha ancora fissato una data per la discussione.

La Lega intende chiedere un incontro al Capo dello Stato Sergio Mattarella appena ritornerà dalla Lituania. “Si tratta di un gravissimo attacco alla democrazia – riferiscono fonti della Lega – per mettere fuori gioco per via giudiziaria il primo partito italiano. Un’azione che non ha precedenti in Italia e in Europa”.

Si tratta – proseguono le stesse fonti – di un attacco alla Costituzione perché si nega il diritto a milioni di italiani di essere rappresentati. È una sentenza politica senza senso giuridico. La Lega non ha paura, c’è clima di grande tranquillità e serenità anche se c’è la consapevolezza che “ci vogliono impedire di lavorare ed esistere“.

“Siamo stupiti di apprendere dalle agenzie, prima ancora che dalla Cassazione, le motivazioni della sentenza per cui dovrebbe proseguire il sequestro relativo a 48 milioni di euro di rimborsi elettorali”. “Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così”, Così Giulio Centemero, deputato della Lega e amministratore del partito.

“Consci della totale trasparenza e onestà con cui abbiamo gestito il movimento – si legge ancora – con bilanci da anni certificati da società esterne, e non avendo conti segreti all’estero ma solo poche lire in cassa visti i sequestri già effettuati, sarà nostra premura portare in monetine da 10 centesimi al tribunale di Genova tutto quello che abbiamo raccolto come offerte da pensionati, studenti e operai durante il raduno di Pontida. Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così”.

Da ambienti Lega filtra che sono in fase di perfezionamento e stesura decine di querele nei confronti di chi, osservano fonti leghiste, “parla a sproposito di soldi rubati dalla Lega”.

“Quei 49 milioni di euro non ci sono, posso fare una colletta, ma è un processo politico che riguarda fatti di 10 anni fa su soldi che io non ho mai visto”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini al programma ‘In onda’ su La7, commentando le motivazioni della della Cassazione sui fondi della Lega.




Caccia a Salvini, una certa stampa italiana mai era giunta a tale degrado e manifestazione di volgarità e idiozia

Comunque la si guardi, la mossa di Salvini di chiudere i porti e guardare un po’ più da vicino le navi ONG ha risolto una situazione che si protraeva da troppo tempo nella più totale irregolarità, in nome del buonismo ipocrita e dell’umanitarismo ideologizzato e politicizzato. Oggi sappiamo, ad esempio, che due navi che battono bandiera olandese, non sono in carico nei registri navali di quella nazione, e che oltretutto, essendo navi da diporto, buone per non più di cinquanta persone, ne trasportano più di duecento, oltre i membri dell’equipaggio, rischiando che tutti vadano ai pesci, nel senso letterale dell’espressione. Quelli che qualcuno ha indicato come ‘taxi del mare’, subito subissato da una marea di improperi, sono navi che qualcun altro ha definito ‘pirata’, come ci ha fatto capire il procuratore Zuccaro.

Allora, prima di tutto bisogna mettere le mani – quelle dell’UE, non soltanto italiane – a bordo di queste pretese soluzioni umanitarie

Poi possiamo discutere della distribuzione del popolo dei gommoni. Intanto la prossima nave vedrà diviso il suo carico di migranti sembra fra sei diverse nazioni, sempre che quelle che ‘ci stanno pensando’ accettino. Che l’Italia debba ricevere, oltre che i passeggeri raccolti in acque italiane, anche quelli raccolti in acque territoriali libiche – dove molto premurosamente si va a ‘salvarli’ – oppure nel mare di Malta, non può continuare. Naturalmente, di tutto questo, una sinistra avvelenata dagli ultimi risultati elettorali da’ la colpa all’uomo forte attualmente al Ministero dell’Interno, Matteo Salvini. Al punto da criminalizzarlo oltre che sputargli addosso qualsiasi improperio, sui giornali e in TV.

Ma stiamo attenti. Se noi italiani abbiamo la misura di quello che si dice, e sappiamo discernere, non altrettanto si può dire della massa di africani sbarcati da noi a qualsiasi titolo, rifugiati o economici. Comunque, anche sapendo di non averne diritto, chi arriva qui fa domanda di asilo, che viene mediamente esaminata nell’arco di due anni. Come anche circa due anni ci vogliono per il successivo ricorso. Nel frattempo questa popolazione campa sulle nostre spalle. Quello che a loro non manca è qualcuno che li informi dei loro ‘diritti’, senza minimamente menzionare i loro ‘doveri’. Come ad esempio pagare il biglietto sui mezzi pubblici, non aggredire polizia e carabinieri, oltre che i controllori di bus e treni, non violentare le ragazze sulla spiaggia, non sporcare i luoghi pubblici, non aggredire in gruppo il prossimo di pelle bianca, eccetera eccetera.

Naturalmente fra questi, grazie a Dio, c’è sempre una parte, sia pur minima, che si comporta bene

Che è venuta in Italia, o in Europa per lavorare, integrarsi e avere un futuro. Ma sono i meno. La gran parte di chi sbarca da noi viene con un senso d’avventura, come – absit iniuria – un rapinatore che va a togliere ai ricchi ciò che lui non ha, e non potrà mai avere se non con la ruberia – in senso metaforico, ma in qualche caso anche letterale. Come quelli che sono subito reclutati dagli spacciatori. Questa gente non ha il nostro senso comune, e non capisce che gli insulti a Salvini hanno un’origine ben precisa, e che da noi non è come da loro, dove si fa giustizia sommaria. La sinistra è tutta impegnata a indottrinare costoro, e il pericolo è che qualcuno commetta un atto irresponsabile.

Sappiamo comunque a chi Salvini è andato a rompere le uova nel paniere

A quel cosiddetto filantropo ungherese-americano-ebreo che risponde al nome di George Soros, che dichiaratamente vorrebbe rendere l’Italia un ghetto di poveri, e che c’è il sospetto che controlli, tramite altri, anche testate giornalistiche importanti. Come ‘La Repubblica’, che definisce Salvini ‘nazista e assassino’, senza che abbia mai ucciso nessuno. O come ‘L’Espresso’ che titola ‘Uomini e no’, con la parola ‘Uomini’ sotto il viso di un migrante, e il ‘No’ sotto il ritratto di Salvini.

Bisogna dire che certa stampa italiana mai era giunta a tale degrado e manifestazione di volgarità e idiozia

Un avversario politico è un avversario, non un nemico. E la politica è un gioco, alla fine, nel quale chi non sa stare deve lasciare le carte sul tavolo e cambiare mestiere. Il pericolo è che, continuando su questa strada, succeda qualcosa di grave da parte di chi si dovesse sentire giustificato da tutto ciò che scrivono i giornali. Smettiamola con questi toni esacerbati. Capisco che la sconfitta brucia, specialmente dove non batte il sole, ma bisogna accettarla. Specialmente quando di essa si può incolpare soltanto se stessi. A chi addebiteremo un eventuale moto di piazza con vittime, o peggio, dopo tutto questo linciaggio mediatico? La sinistra ha le sue responsabilità. chi ha distrutto – o meglio, rottamato – il PD ha nome e cognome, si chiama Matteo Renzi. Ed è pericoloso oggi voler cercare di recuperare posizioni insultando l’avversario. Soprattutto pericoloso, specialmente quando si obbedisce a ordini dall’alto.

Roberto Ragone




Salvini su migranti, daremo 12 motovedette a Libia. E la Lifeline verrà sequestrata

“Oggi in Consiglio dei ministri, se il tempo lo consentirà, doneremo altre 12 motovedette alla Libia con conseguente formazione degli equipaggi per continuare a proteggere vite nel Mediterraneo”. Lo ha detto al question time il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aggiungendo che “secondo dati dell’Oim in Libia sono presenti 662mila migranti, il 10% minori, provenienti da 40 Paesi, prevalentemente africani. I richiedenti asilo registrati dall’Unhcr sono 152mila”.

Nel frattempo, dopo l’incontro segreto a Roma tra Conte e Macron per lo sblocco del caso Lifeline con la ridistribuzione dei migranti, in mattinata c’è stato l’alt della Germania con l’opposizione del ministro tedesco Horst Seehofer. La vicenda sembra avviarsi a conclusione e la nave dell’ong potrà attraccare nei porti maltesi. Il premier maltese Muscat: ‘Lifeline caso unico’. Sono otto il numero di Paesi Ue che hanno dato disponibilità ad accogliere i migranti della Lifeline: Belgio, Malta, Italia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Olanda.

“La Lifeline sarà sequestrata per l’avvio di un’indagine, il capitano dell’imbarcazione ha ignorato le leggi internazionali, non si è trattato di uno scontro tra due stati membri”, ha aggiunto Muscat.

La Lifeline avrà il permesso di attraccare a Malta nel pomeriggio di oggi, ha annunciato il premier maltese. La colpa della vicenda “ricade sul capitano”, ha sottolineato.

Salvini, Lifeline a Malta successo italiano – “La nave fuorilegge Lifeline arriverà a Malta e lì verrà bloccata per accertamenti. Altro successo del governo italiano: dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti!”. Così il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini.

L’opposizione del ministro Seehofer. È il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ad avere impedito alla Germania di partecipare all’accordo e accogliere una quota dei profughi della nave Lifeline. Tutti gli altri politici avrebbero la volontà di risolvere il problema. È quello che ha detto Axel Steier, portavoce di Lifeline, all’ANSA, spiegando quali difficoltà impediscano alla Germania di partecipare all’accordo con gli altri Stati disposti ad accettare i profughi della nave.

L’attacco della nave della ong a Salvini. Il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer “agisce come una versione tedesca del collega italiano Salvini e rende il governo tedesco complice della mancata assistenza a persone in pericolo”. Lo dice Axel Steier, di Lifeline. “Se la situazione a bordo della nave subirà un’escalation a causa delle condizioni di sfinimento e debolezza delle persone a bordo, e del peggioramento del tempo, Seehofer ne avrà piena responsabilità”, aggiunge nella nota.

Ci sono due Ong che navigano in maniera illegale. Battono bandiera olandese ma l’Olanda non li riconosce e navigano con una nave da diporto che potrebbe portare 50 persone trasportandone più di 200. “Sono irresponsabili, non soccorritori”. Lo dice il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, parlando a Agora, su Rai3 rispondendo a una domanda sulla situazione della Lifeline e sul ruolo delle Ong. Il ministro ha sottolineato che la Guardia costiera italiana ha rispettato le convenzioni internazionali e che negli anni ha salvato “un milione di vite umane”.

Un incontro ‘segreto’ tra Conte e Macron per sbloccare l’impasse. Dopo una settimana in mare, la navigazione dei migranti della nave Lifeline potrebbe concludersi presto nel porto maltese di La Valletta. Da qui, le 234 persone salvate giovedì scorso davanti alle coste libiche dovrebbero essere poi ridistribuite subito su base volontaria tra un drappello di Paesi dell’Ue: una soluzione del tutto inedita nella gestione degli sbarchi, che potrebbe segnare un precedente nella politica europea. E che il governo italiano già rivendica come un successo nel giorno in cui incassa anche un’apertura dalla Commissione europea: “Non è giusto – sottolineano a Bruxelles – che sia solo un Paese dell’Ue a ricevere tutte queste navi. Abbiamo compreso la posizione italiana”. La soluzione europea cui si lavorava da giorni ha avuto un’accelerazione durante il colloquio organizzato ieri sera in gran riservatezza tra il premier Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron – a Roma per una visita ufficiale in Vaticano – ma è maturata soprattutto in una serie di telefonate incrociate tra le cancellerie dell’Ue, con il sostegno di Commissione e Consiglio europeo. Anche se il premier maltese Joseph Muscat – che pure si intesta “lo sforzo diplomatico per arrivare a un accordo ad hoc” – ancora frena: al momento non è stato dato il via libera all’ingresso della nave in porto. Si attende che tutti gli Stati coinvolti nei colloqui accettino di accogliere in patria la loro quota di passeggeri della Lifeline. La disponibilità per ora è arrivata da Italia, Francia, Portogallo, oltre alla stessa Malta. Germania, Olanda e Spagna starebbero invece ancora valutando. “Coerentemente con il principio cardine della nostra proposta sull’immigrazione – ha sottolineato Conte dopo avere dato l’annuncio dell’intesa raggiunta con Muscat – l’Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo”. Dalla Lifeline si sono detti soddisfatti del sostegno maltese anche se, in serata, dalla nave facevano sapere di non essere ancora stati autorizzati ad attraccare. Per loro, tuttavia, altri guai potrebbero iniziare proprio una volta sbarcati. La Valletta ha annunciato un’indagine e possibili azioni contro l’equipaggio “che ha ignorato le istruzioni date dalle autorità italiane in accordo con le leggi internazionali”.​Parole, pure queste, che suonano come un significativo cambio di tono nei confronti di Roma dopo che nei giorni scorsi da Malta avevano parlato di “vera disumanità” per non aver subito accolto la nave in un porto italiano. In attesa degli eventi, il ministro degli Interni Matteo Salvini può intanto esultare su Twitter: “E due! Dopo la ong Aquarius spedita in Spagna, ora tocca alla Lifeline che andrà a Malta. Stop all’invasione”. Senza rinunciare all’ormai quotidiana polemica a distanza con Macron. “E’ un arrogante, apra subito le porte di casa sua ai 9.000 immigrati che la Francia si era impegnata ad accogliere dall’Italia”, ha attaccato il vice premier dopo che il leader francese aveva ribadito la sua opinione secondo cui in Italia “non c’è una crisi migratoria” e ammonito a non chiamare “egoista” la Francia. Intanto è tornata sotto i riflettori anche la nave Aquarius della ong Sos Mediterranee. All’imbarcazione dirottata nei giorni scorsi a Valencia con il suo carico di oltre 600 migranti, è stato ora negato da Malta anche uno sbarco tecnico per fare rifornimento. Ha accettato di accoglierla Marsiglia, nel Sud della Francia. Stavolta, però, senza migranti a bordo.




Incontro segreto Salvini – Macron: la nave Lifeline andrà a Malta

Un incontro segreto, lunedì sera alla Casina Valadier di Roma, tra il premier Conte e il presidente francese Macron sblocca il caso della Lifeline. La nave della ong andrà a Malta, annuncia il capo dello governo italiano, e ‘una quota’ dei 234 migranti a bordo sarà accolta in Italia, il resto in altri 6 Paesi Ue. Ma 4 sono pronti, altri 3 valutano. Per questo La Valletta ora frena. Lifeline: ‘Ci vietano ancora l’ingresso’. Il comandante della Guardia Costiera all’ANSA: ‘Risponderemo sempre agli sos’. A sorpresa il faccia a faccia di lunedì, mentre continuano gli attacchi di Salvini e Di Maio all’inquilino dell’Eliseo. ‘Conte ha chiesto di vedermi, incontro proficuo. ‘Non c’è crisi crisi sui migranti in Italia, sbarchi diminuiti’, dice Macron. L’Ue prepara il Consiglio di giovedì e venerdì. Sanchez dalla Merkel, si consolida l’asse Berlino-Parigi-Madrid.

Lifeline, Malta ci vieta ancora l’ingresso – “Abbiamo ricevuto un messaggio da Malta alle 18: dice che non ci è permesso di entrare nelle acque territoriali”. Lo sostiene Lifeline in un tweet, aggiungendo di non essere quindi in grado di “confermare ciò che è stato diffuso dai media finora”.

Macron, colloquio proficuo con Conte sui migranti – “Sono stato sollecitato dopo il nostro incontro di domenica dal presidente Conte. I nostri protocolli si sono messi in contatto e si è convenuto che un incontro riservato fosse rispettoso nei confronti del Vaticano” presso cui era la visita ufficiale. E’ stato uno scambio privato, per questo non era in agenda”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in una conferenza stampa a Roma rispondendo a una domanda sull’incontro con il premier italiano.

Con il premier italiano Giuseppe Conte “ci siamo confrontati su questioni di attualità, eurozona e migranti. Non abbiamo parlato di politica italiana o della posizione italiana, il tema delle migrazioni riguarda tutti. E’ stato uno scambio proficuo e interessante su come rispondere nella maniera più efficace possibile alla questione dei flussi”, ha spiegato Macron.

Fonti Malta, 4 Stati disponibili su Lifeline, 3 valutano – Quattro Stati dell’Ue – Italia, Malta, Francia e Portogallo – hanno confermato di essere disposti ad accogliere parte dei migranti salvati dalla nave Lifeline, mentre altri tre paesi – Germania, Paesi Bassi e Spagna – stanno ancora “valutando” il caso. E’ la situazione, aggiornata a oggi pomeriggio, ricostruita dal quotidiano Times of Malta che attribuisce la notizia a proprie fonti. In un comunicato stampa, il governo maltese aveva parlato invece di sei Stati coinvolti nell’accordo.

Il governo maltese ha annunciato l’apertura di ‘un’inchiesta sul capitano della Lifeline che ha ignorato le istruzioni delle autorità italiane date in accordo alle leggi internazionali’, e non si è ancora pronunciato sull’ipotesi, ventilata da Macron e confermata dal premier italiano Conte, che la nave della Ong si diriga verso l’isola.

Salvini,dopo Aquarius Lifeline, stop invasione – “E due! Dopo la ong Aquarius spedita in Spagna, ora tocca alla ong Lifeline che andrà a Malta, con questa nave fuorilegge che finalmente verrà sequestrata. Per donne e bambini davvero in fuga dalla guerra le porte sono aperte, per tutti gli altri no! #stopinvasione”. Lo scrive in un tweet il vicepremier e ministro del’Interno, Matteo Salvini.




Salvini: chiudere cartelle Equitalia sotto i 100mila euro. Fisco, scoperti mille grandi evasori

“Chiudere sa subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Ora tocca al governo – aggiunge – semplificare il sistema fiscale e ridurre le tasse”.

Il ministro dell’Interno ha partecipato alle celebrazioni del 224° anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza e ha ringraziato il Corpo per i risultati raggiunti. “Dodicimila evasori totali sconosciuti al fisco e grandi evasori che hanno rubato una media di 2 milioni di euro a testa – ha detto – onore alla Guardia di Finanza che li ha scovati, ora tocca al governo ridurre le tasse e semplificare il sistema fiscale”.

Due miliardi e 300 milioni, più di due milioni a testa: è quanto hanno sottratto al fisco i mille grandi evasori scoperti dalla Guardia di Finanza dal 1 gennaio del 2017 al 31 maggio di quest’anno. I Finanzieri hanno anche individuato quasi 13mila evasori totali e contestato 23mila reati fiscali.

Dei 2,3 miliardi evasi dai grandi evasori, che non sono piccoli artigiani, commercianti o imprenditori ma soggetti che si avvalgono di una rete di connivenze e spesso anche della consulenza di studi tributari, più della metà – 1,3 miliardi – sono però già stati confiscati acquisiti in via definitiva al patrimonio dello Stato.

I dati di quasi un anno e mezzo di attività sono stati resi noti in occasione della festa del Corpo: da gennaio 2017 sono stati scoperti anche 12.824 evasori totali, soggetti del tutto sconosciuti al fisco, che hanno evaso 5,8 miliardi di Iva. I finanzieri hanno inoltre portato alla luce quasi 23mila reati fiscali – il 67% dei quali riguardano emissione di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento di documenti contabile – e denunciato 17mila persone, di cui 378 arrestate. Infine, sono 30.818 i lavoratori in nero impiegati da 6.361 datori di lavoro.

Ridurre al minimo invasività controlli – Ridurre al minimo l’invasività dei controlli e montare sulla buona fede dei cittadini. È questa la nuova linea d’azione della Guardia di Finanza indicata del Comandante generale Giorgio Toschi Nel corso delle Celebrazioni del 224/esimo anniversario del corpo. Toschi ha sottolineato che il corpo intende “sostenere convintamente il cambiamento nei rapporti tra amministrazione finanziaria e contribuente”. E per questo punta a ” un approccio fondato sulla semplificazione fiscale, sulla buona fede e sulla cooperazione tra le parti teso ad eliminare le misure che penalizzano i cittadini onesti, favorendo invece l’adeguamento spontaneo agli obblighi tributari e riducendo al minimo, dove possibile, l’invasività dei controlli”.




Dopo i migranti Salvini passa ai rom: “Facciamo un’anagrafe”. E si scatena l’ira dell’associazione nomadi

Dopo aver respinto i migranti, Salvini passa ai rom. Come da programma elettorale. “Al Ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, leader della Lega, parlando a TeleLombardia. Salvini ha parlato di “una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti”, ossia “rifacendo quello che fu definito il censimento, facciamo un’anagrafe”. Per Salvini, gli stranieri irregolari andranno “espulsi” con accordi fra Stati, ma “i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”.

Dura replica dell’Associazione nomadi: “Il ministro dell’Interno sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non è consentito dalla legge”, afferma Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio che si occupa della tutela dei diritti di comunità come rom e sinti. “Inoltre esistono già dati e numeri su chi vive negli insediamenti formali e informali -continua Stasolla- e i pochi rom irregolari sono apolidi di fatto, quindi inespellibili. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo e a volte sono ‘più italiani’ di tanti nostri concittadini”.




Salvini chiede scuse ufficiali alla Francia. Ma Macron rilancia: “Chi caccia le navi provoca”

Sulla solidarietà e sull’umanità l’Italia non accetta lezioni da nessuno. La Francia si scusi ufficialmente per le frasi offensive pronunciate ieri o il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, farà bene ad annullare l’incontro con il presidente Macron, che sul tema dell’immigrazione deve finalmente “passare dalle parole ai fatti e accogliere i 9 mila immigrati che si era impegnato ad accogliere”.

Al suo primo intervento nell’Aula del Senato Matteo Salvini usa toni durissimi nei confronti di Parigi. Durante l’informativa sulla vicenda della nave Aquarius, prima bloccata tra le coste italiane e quelle maltesi con il suo carico di oltre 600 migranti e ora in navigazione verso la Spagna, il ministro dell’Interno non risparmia critiche al Paese d’oltralpe e respinge le accuse dell’opposizione.

“Sono stufo dei bambini che muoiono nel Mediterraneo perché qualcuno li illude che da noi c’è futuro. Sono stufo di morti di Stato”, dice tra gli applausi di grande parte dell’emiciclo ricordando che il primo intervento del governo è stato quello di “mettere in sicurezza le donne, i bambini” e tutte le persone a bordo della nave. Critiche le rivolge anche alle organizzazioni umanitarie: “è tempo che gli Stati tornino a essere Stati” perché “non è possibile che siano associazioni private a finanziate da chissà chi a imporre tempi e modi dell’immigrazione”.

E a chi sostiene che l’Italia è oggi più isolata nel contesto europeo Salvini risponde sostenendo che il Paese “non è mai stato centrale come in queste ore” e invitando l’Unione “a battere un colpo o a tacere per sempre”. Oggi, ribadisce in un altro passaggio, “c’è un’attenzione che non c’è mai stata prima: sta a noi giocarci le carte in maniera positiva”. Il regolamento di Dublino, insiste, “va superato: penso che con il collega tedesco e con il collega austriaco proporremo una nostra iniziativa”, annuncia poi.

In ultimo replica al tweet dei giorni scorsi di monsignor Ravasi: “‘Ama il prossimo tuo come te stesso’: il mio prossimo sono donne e bambini vittime che scappano dalla guerra ma significa anche amare milioni di italiani che hanno perso casa, lavoro e speranza. Con tutti i miei limiti e difetti cercherò di fare il possibile per dare voce a questi rifugiati veri e immigrati regolari che vengono qui a cercare un lavoro e agli italiani che hanno perso la speranza”.

Intanto nel pomeriggio il presidente francese, Emmanuel Macron, risponde all’Italia sul caso Aquarius e considera la scelta di Roma una provocazione. “Chi è che dice io sono più forte dei democratici e se vedo una nave arrivare davanti alle mie coste la caccio via? Se gli do ragione, aiuto la democrazia?”, si è chiesto il presidente Macron ai microfoni di Bfmtv. “Chi caccia le navi provoca. Non dimentichiamo chi ha parlato e con chi abbiamo a che fare”, ha aggiunto Macron che comunque aveva sottolineato il “lavoro esemplare fatto nell’ultimo periodo con l’Italia”.




Elezioni Amministrative: un banco di prova per il Governo

Le elezioni locali sono sulla strada di un governo già fatto e non di uno da farsi. Dopo la prova regionale in Molise e Friuli Venezia Giulia durante le trattative, a fine aprile, e in Val D’Aosta a maggio, arrivano domenica le comunali da Nord a Sud. Un primo test di gradimento per l’esecutivo di Giuseppe Conte e soprattutto sui rapporti di forza tra M5S e Lega che lo sostengono e tra i due vicepremier e capi politici, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Se a Campobasso e Udine il leader del Carroccio voleva mostrare a Silvio Berlusconi una predominanza nel centrodestra e arginare i 5 stelle, ora l’obiettivo é confermare la plausibilità di sondaggi che lo danno al 27%, vicino al M5S. Per Di Maio, invece, la necessità di non perdere il “grip”, la presa da 11 milioni di voti sul Paese, dopo la strategia dei due forni per il governo, la rinuncia alla premiership e l’ottovolante sull’impeachment al presidente Sergio Mattarella. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo vede il suo MoVimento cimentarsi con elezioni che diventano la spia del suo stato di salute, mentre il collega degli Interni gli contende la leadership reale nel governo.

A dispetto di una pattuglia parlamentare che è circa metà della sua: visto il 17% della Lega contro il 32% M5S. I due “ragazzi”, come molta gente ha preso a chiamarli, (nonostante Di Maio abbia quasi 32 anni e Salvini 45) si sono in realtà tuffati in campagna elettorale appena nato l’esecutivo. Subito dopo il giuramento sono scesi entrambi in Sicilia a promettere tagli ai vitalizi e sussidi, l’uno; il pugno duro con i migranti l’altro, l’altro. Le loro mosse di queste ore sembrano sempre al confine tra atti ministeriali e propaganda elettorale. Una sorta di verifica di inizio mandato tra Ilva e Iva, Flat Tax e politica dell’immigrazione. Con il paradosso di essere alleati, o meglio contraenti in Parlamento e avversari sul territorio, dove invece la Lega si presenta assieme a Forza Italia.

Il capo di M5S cerca di togliersi di dosso il sospetto di essere debole e ondivago dicendo sull’Ilva di Taranto “decido io, quelle di Grillo sono opinioni personali”. Il leader leghista invece punta non solo ai voti di Fi, ma oramai anche a quelli del movimento. Contrastato sui migranti dal presidente della Camera Roberto Fico, ortodosso M5S, che schiera idealmente lo Stato con le Ong, di nuovo definite “taxi del mare” e “affariste” da Salvini: leader della Lega che parla alle città, quelle che alla fine ospitano i migranti e che domenica votano. Quasi 7 milioni di italiani alle urne, al netto delle situazioni locali e dello sforzo del Pd di mantenere qualche roccaforte, daranno un primo responso sulla popolarità dei due vicepremier. Protagonisti della formula politica gialloverde, che tra due giorni si misurerà per la prima volta con gli italiani.




Salvini: “Con la flat tax ci guadagnano tutti”

Con la flat tax “ci guadagnano tutti”. Così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto a ‘Radio Anch’io’ a chi gli chiedeva se la riforma fiscale ipotizzata nel contratto fosse iniqua e consentisse maggiori guadagni ai ricchi. “Se uno fattura di più e paga di più è chiaro che risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più e crea lavoro in più – ha aggiunto il ministro – Non siamo in grado di moltiplicare pani e pesci. Ma l’assoluta intenzione è che tutti riescano ad avere qualche lira in più in tasca da spendere”. Perché il problema del nostro paese, ha concluso Salvini, “è che le esportazioni vanno bene grazie ai nostri eroici imprenditori, che nonostante tutto e tutti tengono alto il made in Italy nel mondo, ma devono tornare a comprare anche gli italiani. E per farli tornare a comprare occorre che tornino a lavorare dignitosamente e che abbiano in tasca qualche lira”.

Smontare la legge Fornero “è un impegno sacro”, ha ribadito Salvini parlando della riforma del sistema pensionistico. “L’impegno è di smontarla pezzetto per pezzetto – ha aggiunto – ripartendo da quota cento ed avendo l’obiettivo di tornare a quota 41 anni di contributi”




Clandestini, fine della pacchia: parola di ministro

“Per i clandestini è finita la pacchia, devono fare le valigie, con calma, ma se ne devono andare”: così il ministro dell’interno, Matteo Salvini, a Vicenza, appoggiando in piazza il candidato sindaco Francesco Rucco. “Sulle Ong stiamo lavorando e ho le mie idee: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vice scafista deve attraccare nei porti italiani”.
“Domani vado in Sicilia, è la nostra frontiera. Voglio migliorare gli accordi con i Paesi da cui arrivano migliaia di disperati per il bene nostro e loro!”, aveva detto arrivando alla parata del 2 Giugno.
Rispondendo a chi gli chiedeva quale fosse il suo primo passo da ministro, Salvini ha detto: “Domani sarò in Sicilia che è la nostra frontiera. Ci sono da migliorare accordi con Paesi da cui arrivano migliaia di disperati e non possiamo permetterci né per loro né per noi di continuare a mantenerne alcune centinaia di migliaia in Italia”.

Bagno di folla per il neo ministro dell’Interno al termine della parata del 2 giugno

Il leader della Lega si è fermato a lungo con le decine di persone che lo acclamavano, tra selfie e abbracci. “Salva l’Italia”, “ora rispettate i patti” ma anche un “non lasciare Berlusconi”, tra le richieste dei sostenitori. Il neo ministro ha avuto non pochi problemi per raggiungere piazza Venezia, ‘braccato’ ogni centimetro dai sostenitori.
“Ragazzi devo andare in ufficio”, la richiesta di Salvini nel tentativo di dribblare la folla.




Governo, ultima chiamata del presidente per M5s e Lega

Ore decisive per una probabile riapertura del governo pentaleghista. E secondo fonti M5s ci sarebbero contatti sempre più frequenti tra Di Maio e Salvini proprio in queste ore, dopo la proposta del leader pentastellato di “spostare” Paolo Savona dal Mef a un altro ministero per dare il via al governo.

Un ultimo, estremo, tentativo di dare all’Italia un governo politico

L’ipotesi di un Esecutivo giallo-verde, quasi fotocopia di quello che Giuseppe Conte avrebbe dovuto portare al Quirinale domenica scorsa, con l’economista della “discorda” Paolo Savona dentro, ma in un ruolo diverso da quello di responsabile del Mef. E’ la carta che prova a giocare Luigi Di Maio per non arrendersi all’ineluttabilità di un governo tecnico o di un immediato ritorno alle urne. E’ un’offerta su cui potrebbe riflettere anche Matteo Salvini, fin’ora irremovibile nel blindare Savona: “ne parlerò con Di Maio”, sembra aprire. Il ritorno al governo politico è una chance che Sergio Mattarella intende dare ai due partiti guardando con “grande attenzione”a questa soluzione, soprattutto dopo i timori sorti dal rischio di scaricare su un governo del Presidente sfiduciato la gestione della crisi dei mercati che potrebbe abbattersi sull’Italia nei prossimi mesi. Perché allo stato nessuno, compreso Salvini che pure si augura un voto “il prima possibile ma non a fine luglio”, sarebbe ancora convinto di dare la fiducia ad una compagine guidata da Cottarelli. Che dovrebbe quindi accompagnare l’Italia al voto e rappresentarla all’estero da una possibile debole posizione di governo in carica per i soli affari correnti. Sergio Mattarella quindi concede altro tempo. Il Capo dello Stato ha incontrato nel pomeriggio il leader del M5s, che da ieri continua a ripetere: “governo politico o urne”. Poi ha visto anche il premier tecnico in pectore, Carlo Cottarelli, per un incontro “informale” dopo il quale è stato deciso che il presidente del Consiglio incaricato non sarebbe tornato in serata per sciogliere la riserva.

“La battaglia non è con il Quirinale” si affretta a precisare Di Maio che domenica era arrivato a minacciare il presidente di impeachment per aver bloccato la partenza dell’esecutivo giallo-verde per l’insistenza dei due leader sulla presenza dell’euroscettico Savona. “Ci proveremo ancora, aspettiamo una risposta dalla Lega sulla proposta che abbiamo fatto”,spiega ai parlamentari riuniti di sera in assemblea dopo che nel pomeriggio, prima di salire al Colle, aveva perentoriamente chiarito: “il M5S voterà contro un governo non politico, ovvero quello già pronto di Carlo Cottarelli, e non si presterà a escamotage parlamentari come quello della non sfiducia tecnica”. In ogni caso, sono ore in cui la tensione tra M5s e Lega rimane sempre alta. Salvini dice di voler riflettere sulla proposta di Di Maio ma comunque avverte: “Se mi tirano via anche un solo uomo di quella squadra, il governo non ha senso che esista” mette in guardi escludendo ipotesi di governi “tenuti al guinzaglio”. In attesa che si chiarisca la reale opportunità di rinascita di un governo politico, intanto, resta l’opzione del governo Cottarelli che potrebbe partire grazie al voto di fiducia di una parte dei partiti, insieme a uscite dall’aula e astensioni. E su questo approccio praticamente tutti, al netto dei 5 stelle che hanno già annunciato voto contrario, sono ancora fortemente indecisi. Silvio Berlusconi, molto irritato per la partita che Salvini sta giocando in solitaria, ha riunito un vertice a palazzo Grazioli. Sulla fiducia Fi non voterà in dissenso dalle altre forze del centrodestra anche perché il Cav non ha nessuna intenzione di dare il destro a Salvini per rompere. Lo stesso Salvini, pur auspicando un esecutivo che porti al voto a ottobre, è molto perplesso circa il da farsi. Il Pd, anche nei contatti di giornata con il Quirinale, conferma, per ora, l’astensione “positiva”. E si prepara a ogni scenario, anche il voto a brevissimo con Gentiloni candidato premier di un fronte “largo, aperto, nuovo”.