Governo, Salvini: “Se dall’altra parte arrivano solo no, si va a votare”

Ancora scintille tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e quello del MoVimento cinque stelle, Luigi Di Maio. Salvini torna a parlare dopo la riunione dei leader del centrodestra ad Arcore e si dice convinto che ci sia il 51% delle possibilità di fare un governo tra centrodestra e Cinquestelle”. Pronta la replica di Di Maio: “C’è lo 0% di possibilità che il MoVimento 5 Stelle vada al governo con Berlusconi e con l’ammucchiata di centrodestra”, scrive su twitter.

“Se non c’è un governo serio si torna a votare. Non possiamo essere l’ultima ruota del carro. Farò di tutto per dare un governo a questo Paese che chiede cambiamento. Io mi sento pronto a prendere per mano questo Paese ma solo con una maggioranza certa. Serve un accordo scritto tra centrodestra e Cinque Stelle”, afferma Matteo Salvini. “Sono fiducioso che un governo si formerà e sarà un governo del cambiamento”, ha detto invece Luigi Di Maio “Di Maio, in questo momento, mi interessa meno di zero”, è la controreplica di Salvini.

Poi ancora Salvini da Spilimbergo: “La risposta a Di Maio è la vita reale: significa che c’è una squadra che ha vinto, voglio dialogare, non voglio fare il premier a tutti i costi, sono disposto a parlare di programmi, ma se dall’altra parte arrivano solo no, si va a votare e gli italiani daranno il loro voto a chi si fidano di più e penso che saremo noi”. “Da domani pronto a incontrare tutti, anche Di Maio. Anche non pretendendo di fare il premier. Ma se dall’altra parte ci sono arroganza, veti e supponenza non si va lontano”.

Salvini, che ha visitato il sacrario di Redipuglia, ha chiuso all’ipotesi di premier ‘terzi’ e sottolineato che chiederà un incontro a Di Maio. “Premier terzo? – ha detto Salvini – Quarto, quinto, dodicesimo, ma chi lo vota? I voti in parlamento da dove arrivano? Dal centrodestra e io immagino dai Cinque stelle, se vogliono ragionare seriamente”. “A Di Maio – ha aggiunto – chiedo se vuole ragionare o se preferisce il Pd, perché io ho visto che dice dialogo col Pd e anche con Renzi… auguri”.

“Non ci sono altri vertici, non è che possiamo far vertici tutti i giorni. Esiste il telefono fortunatamente, nel 2018”. “A Di Maio chiederò un incontro – ha aggiunto – volentieri, sulla disponibilità a venirci incontro per fare. Gli italiani chiedono di fare. Al di là dei veti o delle simpatie, facciamo qualcosa o no? Se la risposta è no, i numeri sono numeri, si torna al voto”. “Ci sono – ha detto ancora – il 51% di possibilità di fare governo tra centrodestra e Cinquestelle”.




Tensione Lega – M5S: Di Maio e Salvini sempre più lontani

Io al Colle vado da solo. Così ha scelto il centrodestra, per la prima volta va bene così…poi vediamo…”. Così Matteo Salvini, parlando al Senato, conferma che il centrodestra andrà alle consultazioni con delegazioni distinte.

“Ma da solo – ha detto ancora – Di Maio dove va…Voglio vederlo trovare 90 voti in giro, che dalla sera alla mattina si convincono. E poi 50 voti sono molti meno di 90”.

Il leader del Carroccio ha commentato anche la votazione degli uffici di presidenza in corso al Senato.  “I Cinque Stelle puntano i piedi? E’ un dibattito che non mi appassiona…Noi andiamo avanti per la nostra strada con tranquillità e responsabilità: oggi al Senato, domani alla Camera, per far partire il Parlamento”. Così Matteo Salvini, parlando al Senato circa le trattative tra i partiti per gli uffici di presidenza. Il segretario leghista ne ha anche per il Pd: “Cinque anni fa si presero le due presidenze, noi non stiamo facendo lo stesso. Per questo – conclude – ora non si possono imporre…”.

“Salvini dice che gli bastano 50 voti. Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!“, ha twittato Luigi Di Maio.

“I voti del Pd non sono a disposizione. Decidiamo noi”, ha risposto il capogruppo Pd Graziano Delrio, interpellato dall’ANSA all’uscita dalla Camera sulle dichiarazioni di Salvini e Di Maio sui voti Dem per la formazione di un governo.

“Il Partito Democratico di certo non parteciperà a nessun incontro sui programmi con altri in questi giorni – ha detto il segretario reggente del Partito Democratico Maurizio Martina –. Noi attendiamo con rispetto prima di tutto le consultazioni del Presidente della Repubblica”.

E’ una sorta di ripicca, il solito Pd che pensa prima alle poltrone che all’interesse del Paese. E’ questo il commento – apprende l’ANSA – che filtra dal M5S sul ‘no’ del Pd all’incontro sul programma, annunciato dal reggente Dem Maurizio Martina. Un ‘no’ che il M5S quindi lega – si sottolinea – allo scontro tra Dem e pentastellati su vicepresidenze e questori a Camera e al Senato.

“Non vado a un incarico al buio…Io vado se c’è una possibilità di dare un governo in breve tempo agli italiani”, ha detto ancora Salvini, su Radio 105.




Presidenti delle Camere, Salvini vota per Bernini anziché Romani. Berlusconi furioso: “Rotta coalizione, smascherato progetto Lega-M5S”

Arriva a metà pomeriggio la svolta nella trattativa per eleggere i presidenti delle CamereMatteo Salvini annuncia al Senato lo strappo nel centrodestra: la Lega, già nella seconda votazione a Palazzo Madama, ha votato per l’azzurra Anna Maria Bernini invece di sostenere il candidato di Forza Italia Paolo Romani e lo farà anche domani, alla terza votazione. Una decisione, spiega, presa per ‘senso di responsabilità’, con l’obiettivo di ‘uscire dal pantano’ nel quale il nuovo Parlamento è finito già alla prima seduta. La reazione del leader di Forza Italia non si è fatta attendere: “Dalla Lega arriva un atto di ostilità a freddo”, dice Silvio Berlusconi. I voti del Carroccio a Bernini – compatti alla seconda votazione conclusasi con un nulla di fatto – “rompono l’unità della coalizione del centrodestra e smascherano il progetto per un governo Lega-M5S” . Silvio Berlusconi decide dunque di convocare a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del partito per fare il punto della situazione

E ancora fumate nere alle Camere. Arrivata la seconda per la votazione del presidente di Palazzo Madama. Questa volta oltre alle schede bianche, sempre numerose, ce ne sono state molte in cui è stata espressa la preferenza per Anna Maria Bernini, vicecapogruppo di FI nella precedente legislatura. Alcuni voti sono stati dati anche a Napolitano, che ha prontamente ringraziato, e a Emma Bonino.

E la seconda fumata nera era già arrivata nell’Aula della Camera, dove al momento è in corso la terza votazione per eleggere il presidente.

L’Aula di Palazzo Madama tornerà a riunirsi domani mattina alle 10.30 per la terza votazione per la quale è previsto che si debba raggiungere la maggioranza assoluta dei votanti (verranno conteggiate anche le schede bianche). Se anche il terzo voto dovesse andare a vuoto il regolamento del Senato prevede che si debba immediatamente andare al ballottaggio tra i due nomi più votati. Entro domani infatti si dovrà avere il nome del nuovo presidente del Senato visto che la Costituzione non prevede una “vacatio” per quanto riguarda la seconda carica dello Stato che è il supplente del presidente della Repubblica.

E intanto si spacca il centrodestra con l’annuncio di Matteo Salvini: Votiamo Bernini per senso di responsabilità verso il centrodestra ed il paese’. ‘Abbiamo dato la disponibilità di votare un esponente di Forza Italia, speriamo che anche altri abbiano lo stesso senso di responsabilità’, ha detto ancora Salvini parlando al Senato con i giornalisti. ‘Per uscire dal pantano la Lega fa un gesto di responsabilità all’interno del centrodestra, non abbiamo chiesto nulla per noi, ma qui si fa notte e quindi abbiamo scelto di votare un candidato di centrodestra, di Forza Italia. Un atto di amore verso il parlamento e verso il centrodestra: abbiamo votato Anna Maria Bernini’ in Aula ora.




Lega avvicina M5S: Di Maio e Salvini e verso un accordo sulle Camere

Salvini potrebbe vagliare l’ipotesi di formare un governo con Di Maio. La guerra di posizione in atto nel centrodestra tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi riapre i giochi sugli accordi per le nomine alla presidenza delle Camera ma anche nuovi possibili scenari di governo, o per un ritorno pilotato alle urne dopo il via libera ad una nuova legge elettorale. Di Maio e Salvini sembrano sempre più voler avvicinare le loro posizioni. Anche se in serata il leader M5s rivendica con nettezza la presidenza della Camera ai pentastellati: “siamo la prima forza del Paese”, ricorda.

E’ però il leader della Lega ad assumere l’iniziativa rompendo gli indugi per formalizzare il dialogo con i 5 Stelle. In serata chiama Di Maio per una prima presa di contatto. “Abbiamo concordato sulla necessità di confrontarsi sulle presidenze delle due Camere nel rispetto del voto degli italiani”, spiega Salvini che, subito dopo, chiama Maurizio Martina e Pietro Grasso sottolineando loro la volontà di rendere operativo il Parlamento il più presto possibile. “Ho il mandato della coalizione a sentire gli altri segretari sulle Presidenze delle Camere”. Ma, spiega, “i ragionamenti sugli organismi di garanzia sono slegati da ragionamenti sul governo”.

Ragionamenti a cui, tuttavia, non si sottrae: il punto di partenza è un “no a qualsiasi governo che abbia al centro Gentiloni, Boschi, Minniti”. Tutto il resto è possibile. Intanto da Silvio Berlusconi arriva uno stop a M5s. “Ho aperto la porta per cacciarli via”, replica il leader di FI arrivando alla Camera per l’assemblea dei gruppi a chi gli chiede se avesse aperto all’ipotesi di un governo con i Cinque Stelle.

 

Il post di Di Maio

“Ieri, poco dopo le ore 20 ho ricevuto una telefonata da Matteo Salvini. Mi fa piacere raccontarvi cosa ci siamo detti perché voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza”. Lo scrive sul blog del M5S il suo capo politico, Luigi Di Maio. Lo scambio tra i due leader, in sintesi, li ha visti riconoscersi reciprocamente la vittoria che però passa, secondo Di Maio, attraverso “l’attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati” in quanto l’M5S è “la prima forza politica del Paese”.

“Ho ricordato a Salvini – si legge nel post di Di Maio – che il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, con il 32% dei voti, pari a quasi 11 milioni di italiani che ci hanno dato fiducia, e che alla Camera abbiamo il 36% dei deputati. Per noi questa volontà è sacrosanta – sottolinea – e vogliamo che venga rispecchiata attraverso l’attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati. Questo ci permetterà di portare avanti, a partire dall’Ufficio di Presidenza, la nostra battaglia per l’abolizione dei vitalizi e tanto altro”. Anche Salvini, conclude Di Maio, “ha riconosciuto il nostro straordinario risultato, e io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega”.




Centrodestra compatto: mandato a Salvini per sciogliere il nodo sulle presidenze

Pieno riconoscimento alla leadership di Matteo Salvini al quale Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni hanno dato mandato a incontrare M5S e Pd per cercare una soluzione per le presidenze di Camera e Senato. E’ questa, a quanto si apprende, una delle decisioni del vertice di Palazzo Grazioli. Un incontro, si fa sapere, in cui tutti e tre i leader hanno chiuso ad ipotesi di fare accordi di governo con il Pd. La riunione a Palazzo Grazioli si è svolta in un clima cordiale. Al termine degli incontri, Salvini rivedrà gli alleati.

Il vertice si è tenuto nello stesso giorno in cui Matteo Salvini è volato a Strasburgo al Parlamento europeo. Con il M5S “i programmi sono molto diversi, ha vinto la coalizione di centrodestra, non è autosufficiente alla Camera e al Senato, ma sicuramente non posso allearmi con chi ha male governato negli ultimi anni, quindi ipotesi di governi che prevedano Renzi e Boschi o Gentiloni sono inimmaginabili”, ha detto Matteo Salvini conversando con i giornalisti al Parlamento europeo, rispondendo alla domanda su un eventuale governo con il M5S. “Nostro obiettivo è quello di un governo di centrodestra, con un programma di centrodestra, e poi chi vivrà vedrà”, ha precisato.

“Smentisco” i contatti sulle due presidenze delle Camere, “non ho sentito nessuno – ha anche detto il leader del centrodestra -. Leggo sui giornali di retroscena, non ho sentito nessuno e siccome i contatti li terrò io con tutti, ascolterò, come è mio dovere, Di Maio, Renzi, Grasso e stasera stessa incontrerò prima gli alleati, Berlusconi e la Meloni”, ha aggiunto. “Sarebbe stata una scorrettezza incontrare gli altri prima di vedere i miei alleati”, ha precisato.

“Noi stiamo lavorando ad un programma di governo partendo da lavoro ed emergenza e se su questo programma ci sarà una maggioranza mi prendo il dovere e l’onere di governare. Non ho le smanie di andare al governo con chiunque, se per andare al governo devo portare chi è stato bocciato al voto, allora no”, ha detto Salvini nella sua conferenza stampa oggi a Strasburgo al Parlamento europeo.

Io ho detto che il tetto del 3%, che fa parte delle regole, saremo contenti di rispettarlo, ma se devo trovare 31 miliardi di euro per aumentare l’Iva e le accise allora contratteremo con Bruxelles in modo sereno per rispettare le esigenze italiane – ha aggiunto Salvini – L’euro è e rimane una moneta sbagliata, non c’è un’uscita solitaria ed improvvisa, i nostri esperti stanno lavorando ad un piano B”.

 




Centrodestra, Salvini ad Arcore da Berlusconi

Matteo Salvini varca i cancelli di Arcore da vincitore e soprattutto da nuovo leader in pectore del centrodestra. Quasi un passaggio di consegne con Silvio Berlusconi che tramite una nota (è l’unico leader a non fare una conferenza stampa) fa sapere di aver fatto i suoi complimenti al segretario della Lega ma soprattutto, come Salvini e Giorgia Meloni, auspica che “al centrodestra venga conferito il mandato” per formare il governo.

Certo, il risultato di Forza Italia non è assolutamente soddisfacente ma il Cavaliere ci tiene a ricordare al resto della coalizione che comunque il suo partito “resta determinante per la vittoria”. Insomma ad Arcore il clima non è dei migliori perchè oltre a dover digerire il sorpasso dei leghisti, l’ex premier si trova a dover già pagare un primo conto salato per il tonfo del suo partito che si concretizza nel ko in borsa per le aziende di famiglia.

Mediaset ha registrato un -5,53% mentre la Mondadori ha perso il 4,56%. Un risultato che ha fatto correre l’ex capo del governo e la sua famiglia ai ripari. La situazione è stata affrontata nel consueto pranzo del lunedì con i figli ed i vertici aziendali e tutti avrebbero convenuto che Forza Italia non può non spendersi per dar vita ad un esecutivo anche se a trazione leghista. Ecco perchè i pontieri azzurri sarebbero già al lavoro per tastare il terreno in vista dell’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento, banco di prova per vedere se sia possibile una maggioranza. Le voci che circolano sono le più varie, anche perchè colmare il gap numerico che serve per arrivare ad avere una maggioranza autonoma non è cosa facile da raggiungere. Quello che è certo è che ad Arcore avrebbero tirato un sospiro di sollievo di fronte alla scelta di Matteo Renzi di lasciare la guida del partito solo dopo aver gestito la fase di insediamento delle Camere e di formazione del governo: Se non ci fosse stato lui sarebbe stato matematico un esecutivo Pd-M5s, è il ragionamento.




M5S: è il primo partito. Il centrodestra è la prima coalizione con ciclone Salvini. Paese ingovernabile

Movimento 5 Stelle a valanga primo partito e centrodestra prima coalizione in questa tornata elettorale che consegna all’Italia la conferma delle previsioni della vigilia, comprese quelle sui timori di una prevedibile ingovernabilità. Con due corollari: un Pd marginale e una guerra all’ultimo voto tra Matteo Salvini, al momento vincente, e Silvio Berlusconi. E’ la fotografia che consegnano le prime proiezioni e gli exit poll di questa difficilissima partita elettorale che per ora sembra indicare chiaramente solo il deciso ribaltamento dei rapporti di forza tra gli schieramenti ma insufficiente, tuttavia, a delineare una chiara maggioranza in grado di tradursi in forza di governo.

Quando ormai lo spoglio delle schede elettorali ha superato abbondantemente il 50%, il Movimento 5 Stelle si conferma il primo partito alle elezioni politiche con il 31% dei consensi, mentre il centrodestra è la prima coalizione con il 37%. La coalizione di centrosinistra, invece, fa registrare un 24%, con il Pd però che si tiene sotto la soglia del 20% sia alla Camera che al Senato. Alla Camera, dove lo scrutinio ha raggiunto il 55%, il centrodestra segna un 36,91% con la Lega primo partito della coalizione (18,58%), seguito da Forza Italia (13,48%), FdI (4,26%) e Noi con l’Italia-Udc (1,22%). M5S è al 31,12%, mentre il centrosinistra è al 24,23% (Pd 19,73%, +Europa 2,77%, Italia Europa Insieme 0,57%, Svp 0,54% e Civica Popolare 0,47%). LeU 3,55%. Al Senato, dove lo spoglio ha raggiunto il 73%, centrodestra al 37,47% (Lega 18,42%, Fi 14,17%, FdI 4,24%, Noi con l’Italia-Udc 1,17%), M5S al 31,23%, centrosinistra al 23,85% (Pd 19,78%, +Europa 2,47%, Italia Europa Insieme 0,54%, Svp e Civica Popolare 0,49%). LeU è al 3,36%.

“Se questo è il risultato finale la cosa chiara per il Pd è un dato negativo, noi passeremmo all’ opposizione”, dice a caldo il capogruppo Pd Ettore Rosato. “Stiamo seguendo come tutti l’evoluzione dei risultati ed è chiaro che si tratta di una sconfitta molto evidente e molto chiara, molto netta”, dice il vicesegretario del Pd Maurizio Martina al Nazareno.

Esulta il Movimento cinque stelle. “Se i dati saranno confermati, si tratterà di un trionfo del M5S, di una vera e propria apoteosi, che dimostra la bontà del nostro lavoro e dimostra che tutti quanti dovranno venire a parlare con noi, e questa sarà la prima volta. E’ questa è la migliore garanzia di trasparenza del popolo italiano. Dovranno venire a parlare con noi usando i nostri metodi di correttezza, di trasparenza”.

I NUMERI – Luigi Di Maio porta il Movimento, che nel 2013 aveva raccolto il 25,6 dei consensi, fin dove si era prefisso e anche oltre. Il suo obiettivo era raggiungere il traguardo del 30% e non solo l’ha centrato ma lo ha anche superato: stando alla seconda proiezione realizzata da SWG al proporzionale per il Senato M5s è il primo partito con il 33,6%. L’exit poll Opinio per la Camera lo stimava tra il 29,5 e il 32,5%. Ma un’intention poll di Tecné vede il M5s arrivare fino al 34%. Complesso per Di Maio ora trasformare questo suffragio in un progetto che lo porti a palazzo Chigi. Anche se questa sarà la sua richiesta al Capo dello Stato: con un pacchetto di voti che supera il 30% dirà che intende guidare lui quella che sarà la futura squadra di governo. Anche l’alleanza di centrodestra ha fatto centro. La coalizione, stando alla seconda proiezione Opinio per il Senato è al 36%. E a cantare vittoria è Matteo Salvini. La sua Lega ha quadruplicato i voti dal 2013. E, soprattutto, sta superando Silvio Berlusconi. La proiezione per il Senato la vede al 17,4% contro il 14,1% di Forza Italia. Tendenza confermata anche dal secondo exit poll Opinio per la Camera dove con una forbice del 13-16% il Carroccio è sopra gli azzurri (12,5-15,5%). Anche Fratelli d’Italia cresce: pure Giorgia Meloni ha raddoppiato i suoi voti dal 2013 (quanto ottenne meno del 2%) portandosi nelle proiezioni per il Senato al 4. Sul filo di lana Noi con l’Italia che al Senato è data al 1%. Per il centrosinistra, invece, i presagi più neri si sono avverati compreso il pericolo di crollo del Pd sotto la soglia psicologia del 20%. Il Pd è con il fiato sospeso, sulle montagne russe: gli exit poll lo fotografavano tra 20,5-23,5%. Ma la doccia fredda arriva con le proiezioni al Senato: 18,3%. Anche una intention poll di Tecné per la Camera parla di una forbice tra 17,5-21,5. Nell’alleanza l’unica che potrebbe sopravvivere sarebbe +Europa di Emma Bonino, che naviga negli exit poll tra il 2,5 e il 4,5%: la proiezione al Senato però la indica al 2,3%. Insieme, Civica Popolare e Svp potrebbero anche non raggiungere l’1%, facendo disperdere nel nulla anche quei pochi voti raccolti: le proiezioni al Senato lo confermano. Anche per Liberi e Uguali gli exit poll non sono confortanti: la forchetta di Opinio li vede tra il 3 e il 5%, un risultato al di sotto delle aspettative. La proiezione al Senato li conferma sulla fascia bassa: 3,3%.

Gli exit poll delle elezioni italiane sono le breaking news sui siti internazionali, da El Pais a Sky News, da Le Monde al Guardian. Tutti riportano la vittoria della coalizione di centrodestra nel suo insieme sottolineando tuttavia che il Movimento 5 Stelle è il primo partito. Ma è diffusa la lettura di un “hung parliament”, ovvero di un ‘Parlamento appeso’ senza una maggioranza per governare

 




Elezioni 2018, Barbara Saltamartini (Lega Salvini): “Bisogna essere capaci di amministrare, non basta essere onesti!”

Pienone per la Lega di Salvini all’hotel Duca D’Este di Bagni di Tivoli in provincia di Roma in occasione di un incontro con il vicesegretario federale Giancarlo Giorgetti a fianco della deputata Barbara Saltamartini, candidata alla Camera di tutto il centrodestra nel collegio uninominale. Giorgietti è un fiume in piena, non vuole essere definito economista perché “i professori” hanno affossato l’Italia mentre il suo obiettivo è liberarla e risollevare l’economia del Paese cominciando dal ristabilire bene i ruoli con l’Europa che non deve imporre prodotti stranieri agli italiani, non deve dettare legge e mettere in ginocchio le imprese. Parola di un politico nominato dal Quirinale il 30 marzo 2013 membro del gruppo di lavoro per le proposte programmatiche in materia economica e sociale, segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002 al 2012, capogruppo per la Lega Nord alla Camera dei Deputati per la XVII legislatura. Uno che di conti e di stoffa ne ha da vendere: è stato anche dal 2001 al 2006 presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione. Inoltre, durante il Governo Berlusconi II e Sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti.

IL VICE SEGRETARIO FEDERALE DELLA LEGA GIANCARLO GIORGETTI INTERVISTATO DA CHIARA RAI

Se una persona così mette la faccia per Saltamartini significa che la Lega candida pezzi da novanta

Quello di Bagni di Tivoli è stato un incontro con i professionisti, imprenditori e rappresentanti delle piccole medie imprese che vedono nella candidatura di Barbara Saltamartini un’ancora di salvezza per potersi risollevare dalla crisi. Realtà che rappresentano una ricchezza per il territorio e per l’economia locale che per la candidata deputata Barbara Saltamartini si possono tutelare e valorizzare soltanto abbassando le tasse e semplificando la burocrazia. Saltamartini ha visitato il Centro agroalimentare Roma, una realtà di persone e uomini che hanno bisogno di risollevarsi. La Saltamartini fa politica da 25 anni, sa stare in mezzo alla gente e raccoglierne le istanze per poi impegnarsi a risolverle. Appare cosciente del momento di crisi che attraversa l’Italia e della necessità di risollevarsi cercando di rimettere prima di tutti gli italiani al centro: cercando di alleggerire il peso dovuto alle tasse e ripristinare quel “decoro” che in assoluto manca sotto il profilo di tutti i servizi primari che oggi difettano: dalla viabilità alla sicurezza passando per i trasporti e una pianificazione che punti al benessere, sviluppo e crescita di una grande comunità oggi allo sbando.

LA DEPUTATA BARBARA SALTAMARTINI (LEGA SALVINI), CANDIDATA ALLA CAMERA DI TUTTO IL CENTRODESTRA NEL COLLEGIO UNINOMINALE INTERVISTATA DA CHIARA RAI

Saltamartini e Giorgetti hannno fatto emergere come sia davvero possibile ristabilire la vicinanza e la fiducia tra la politica e i cittadini che devono tornare a sentirsi partecipi

“Ho scelto di fare una campagna elettorale tra la gene – ha detto Saltamartini – quel contatto umano e personale necessario per ripartire”. Saltamartini ha parlato della criticità dei trasporti e viabilità ferroviaria di Guidonia dove “è assurdo che in tutti questi anni non si sia realizzato il raddoppio e le strade sono colabrodo, non c’è decoro”.

E poi ancora sulla necessità di riportare lavoro qualificato in Italia: “Mandiamo via eccellenze, i cosiddetti cervelli in fuga – aggiunge Saltamartini- e facciamo entrare gente che non ha preparazione e delinque. Non parliamo della sicurezza poi, con tantissimi anziani che hanno paura a girare anche la mattina”.

Poi un distinguo importante fatto dalla candidata alla camera tra la Lega e i Cinque stelle: “C’è una grande differenza, bisogna essere capaci di amministrare, non basta essere onesti! Ovunque governino i Cinque Stelle c’è l’immobilismo mentre noi abbiamo bisogno di far ripartire l’Italia e di mettere al primo posto le esigenze degli italiani, prima la certezza di un futuro migliore ai nostri figli”




Macerata, mezzogiorno di fuoco: è tutta colpa di Salvini?

Chi pensa di ridurre l’episodio gravissimo del giovane Traini ad un rigurgito fascista, si sbaglia di grosso. Ventotto anni, armato di ‘una pistola semiautomatica di produzione straniera’, come recita il rapporto dei Carabinieri che l’hanno arrestato, e di due caricatori, che si suppone abbia scaricato nel suo raid anti-immigrati, già candidato per la Lega alle comunali di Corridonia del 2017, nelle quali non racimolò neanche un solo voto, allontanato dalla palestra che frequentava a causa delle sue posizioni estremiste, un dente di lupo – simbolo di Terza Posizione, movimento neo fascista fondato da Roberto Fiore, attualmente leader di Forza Nuova – tatuato sul sopracciglio destro, il giovane Luca Traini ha dato luogo nella giornata di ieri ad una corsa della morte per le strade di Macerata.

Lui stesso riferisce che la scintilla è scattata quando per radio ha sentito per l’ennesima volta parlare della morte della diciottenne Pamela Mastropietro, e soprattutto dei particolari dello smembramento del corpo della ragazza, chiusa in due trolley e gettata lungo una strada di campagna a Pollenza, vicino a Macerata. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, nella mente di una persona che non aveva mai fatto mistero delle proprie idee xenofobe. A questo punto – è sempre Traini che parla – avrebbe rinunciato ad andare nella palestra in cui si stava recando, sarebbe tornato a casa, avrebbe aperto la cassaforte, preso la sua pistola, regolarmente detenuta, e sarebbe partito, prendendo di mira i luoghi dello spaccio. Alcuni colpi sono stati anche sparati contro la vetrina della sede del PD, responsabile, a sentir lui, dell’immigrazione incontrollata che l’Italia sta subendo da anni.

Si è fatto catturare dai Carabinieri, intervenuti con prontezza, a cui ha fatto il saluto romano, avvolto dalla bandiera tricolore, lasciandosi poi docilmente ammanettare. È chiaro che non si può giustificare un gesto simile, se non riconducendolo ad una mente squilibrata: tutti gli estremismi vanno condannati. Ma è altrettanto chiaro che questa reazione – perché di tale si tratta – è soltanto la punta dell’iceberg di una situazione che gli Italiani stanno subendo da troppi anni, e che ha il suo inizio dal governo Monti.

Le manovre del primo governo tecnico hanno ridotto l’Italia in povertà, colpendo, fra l’altro, il mercato immobiliare, vera colonna portante dell’economia nazionale. La politica portata successivamente avanti da un Renzi troppe volte inadempiente nei confronti delle sue sue stesse promesse; il non aver dato ascolto alla voce dei cittadini, troppe volte insultati a torto con la definizione di ‘populisti’, al punto che oggi il populismo sembra essere la radice di tutti i mali; l’aver coniato un altro termine usato in senso dispregiativo, ‘sovranisti’, riferito a chi vorrebbe maggior rispetto per la propria nazione nei confronti di un’Europa mal sopportata, le cui incongruenze sono sotto gli occhi di tutti; l’immigrazione selvaggia imposta a tutta la nazione, insieme alle elargizioni nei confronti di ‘migranti’ – nuovo termine coniato ad hoc per sostituire quello più appropriato di ‘clandestini’ – troppo spesso ingrati e prepotenti: “Cibo no buono, non c’è la televisione, vogliamo più soldi”, a fronte di Italiani costretti dall’effetto deleterio delle iniziative del governo a vivere sotto i ponti; stupri, omicidi, spaccio di droga, aggressioni a Polizia, Carabinieri, controllori dei treni e dei mezzi pubblici, commessi da quei viaggiatori dei barconi che pensano di avere tutti i diritti; mezzi pubblici sui quali nessuno paga il biglietto, e non c’è chi possa costringere nessuno farlo; zone delle nostre città trasformate in ghetti di fatto, in cui la prepotenza di pochi impone la legge delle giungla; giovanotti di settanta-ottanta chili bene in salute che girano per le nostre città in gruppi, provvisti di smartphone e auricolari, a fronte di immagini desolanti – tese a raccogliere denaro – che passano in TV di bambini africani che muoiono di fame: eccetera eccetera. Tutto questo ha suscitato un sentimento di repulsione nei confronti di un viso dal colore scuro, comunque sia.

Qualcuno ha indicato Salvini e la Lega come responsabili morali di questa sparatoria

Noi diciamo che Salvini ha soltanto denunciato una situazione che sta sfuggendo di mano all’autorità costituita, rifiutando quel buonismo ipocrita che sembra essere tanto di moda specialmente nei nuovi ‘talk show’ della mutua così frequenti in RAI, costruiti per orientare l’opinione di un popolo che troppe volte s’è fatto suggestionare dalle parole di un Renzi marinaio. E che oggi ancora pontifica dai pulpiti elettorali, mentre i Tiggì della RAI gli offrono ogni volta non un piccolo servizio relativo alla notizia, ma un lungo monologo con domande concordate, in apertura, come fosse una tribuna elettorale: alla faccia della ‘par condicio’ di infelice memoria.

Non si tratta quindi soltanto di un rigurgito fascista, come ad alcuni fa comodo sentenziare, perché in esso è implicita la condanna anche penale di un periodo che per legge non può essere riesumato. Consigliamo poi a Roberto Saviano, se vuole assumere il ruolo di accusatore, di mettersi in gioco entrando in politica. Troppo comoda è la posizione di chi può attaccare chicchessia, – in questo caso Salvini – forte della sua passata reputazione di anti-camorra, posizione che ancora oggi gli porta non pochi vantaggi economici con poca fatica. L’Europa sta stretta a molti, in questo paese, ed è quella che oggi condiziona le scelte dei nostri politici, per qualsiasi motivo: ma non certo per l’interesse dei cittadini, vessati da troppe tasse – nonostante i proclami contrari: chi fa i conti tutti i giorno con la spesa lo sa bene – con troppe pensioni troppo basse, dovendo sopportare il sopruso delle pensioni d’oro e dei vitalizi intoccabili perchè ‘diritti acquisiti’, vittime di sprechi istituzionali, di aumento incontrollato e progressivo del debito pubblico, di numerose ingiustizie sociali quotidiane. Non per nulla abbiamo già scritto su queste colonne che la classe politica attuale è decisamente la peggiore, dal 1948 ad oggi, al punto da far dubitare del fatto che il nostro sia uno Stato democratico: e che ‘Democratico’ sia solo un aggettivo senza senso appiccicato al ‘Partito’ di Renzi pe confondere il prossimo. Se noi diciamo ‘prima gli Italiani’, non commettiamo un reato, né bestemmiamo: ci sembra sacrosanto pensare prima a chi è più vicino, a chi a noi è più ‘prossimo’, alla nostra famiglia, ai nostri figli. E se l’Europa, tanto decantata e desiderata anche da una riesumata Bonino, piace tanto ad alcuni, bene, che vadano fuori da un’Italia che non è dello stesso parere. La pace sociale non conquista imponendola dall’alto per convenienze che con la nazione non hanno nulla a che fare, come il bilancio delle banche che ormai comandano in Europa e nel mondo.

L’episodio di Macerata, gravissimo e condannabile, ha tuttavia scoperchiato un vaso di Pandora che bisogna considerare con molta attenzione, senza relegarlo a semplice reato razzista e xenofobo. Se la situazione dovesse continuare in questo senso, la pressione sociale aumenterebbe, e gli episodi come questo troverebbero numerosi e facili emulatori. L’assassino della giovane fatta a pezzi era uno spacciatore clandestino, già condannato e scarcerato, e avrebbe dovuto stare in galera o al suo paese: vogliamo anche di questo dare la colpa a Salvini?

Roberto Ragone

 




Arcore, vertice Berlusconi, Salvini e Meloni: centrodestra unito alle prossime elezioni

“Ufficializzata la composizione della coalizione a quattro con Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e quarto Polo. Tra le decisioni di oggi anche quella di costituire due delegazioni comuni, che si incontreranno già martedì prossimo, per definire i dettagli del programma e dei collegi. Sulle regionali la coalizione conferma che si presenterà con candidati comuni e condivisi”. E’ quanto si legge nella nota congiunta diffusa al termine del vertice di Arcore tra Berlusconi, Salvini e Meloni.

Tra i primi passi dell’azione di governo di Centrodestra che uscirà dalle politiche del prossimo 4 marzo ci sarà “la revisione del sistema pensionistico cancellando gli effetti deleteri della Legge Fornero“. E’ quanto si legge nella nota congiunta diffusa al termine del vertice di Arcore tra Berlusconi, Salvini e Meloni.

“Sulle regionali la coalizione conferma che si presenterà con candidati comuni e condivisi. Per quanto riguarda la Lombardia, se davvero il presidente Maroni per motivi personali non confermasse la disponibilità alla sua candidatura, verrebbe messo in campo un profilo già comunemente individuato”. Lo si legge nel comunicato congiunto del vertice del centrodestra ad Arcore.

Intanto via twitter arrivano i nuovi loghi per le elezioni di Forza Italia e della Lega, pubblicati dai rispettivi leader.

“Oggi vi auguro #BuonaDomenica mostrandovi in anteprima il nostro simbolo per le #elezioni del 4 marzo. Anche con questa nuova legge elettorale votare è molto facile: basta barrare il logo di Forza Italia!”: così il leader di Forza Italia che pubblica il nuovo logo di Forza Italia dove dentro un cerchio blu e sotto la scritta “Forza Italia”, campeggia “Berlusconi presidente”.




Fotomontaggio contro Salvini: cosa non si fa per un po’ di pubblicità

Cosa non si fa pur di lanciare un blog sconosciuto dove ignoti alle cronache provocano i non protagonisti  di una politica che ha perso la sua missione.

Adesso abbiamo anche la brutta e malconcia copia di Charlie Hebdo. Cosa ci ha guadagnato il nostro il Paese? Nulla. Un momento di gloria per chi non ne avrebbe mai avuta se non fossimo quasi  tutti talmente chiacchieroni e lingue lunghe da ignorare ciò che davvero ci sta piovendo addosso per correre dietro a chicchessia. Facciamogli un po’ di pubblicità! Tanto è questo ciò che interessa. E chi ne trae i benefici in questi giorni sono il politico e i provocatori. Su, forza, mettiamo ancora qualche click. Ripercorriamo cosa successo, tanto questo viene bene a tutti i cronisti che si rispettino.

Un fotomontaggio, intitolato “Ho un sogno”, che lo ritrae imbavagliato e con il microfono di una diretta televisiva ma, soprattutto, con un drappo delle Brigate Rosse alle spalle. Come se fosse ostaggio dei terroristi, insomma. Violenza sul web anche ai danni di Matteo Salvini, che commenta sempre su Facebook postando il ‘fake’ e affermando: “Incredibile. Questa è vera violenza. Non mi fanno paura, mi danno ancora più forza: andiamo a governare!”.

Il segretario della Lega specifica che il post è di “Vento ribelle”, di ieri. “Oggi stesso denunceremo l’autore – annuncia – e attendo reazioni scandalizzate come quelle dei giorni scorsi dove è stato detto tutto e il suo contrario su episodi di presunta violenza”. “Sono altrettanto sicuro – prosegue – che di fronte a tante inaccettabili minacce si aprirà anche un serio dibattito sulla violenza vera e non presunta. Ovviamente mi auguro che dopo tante chiacchiere sulle fake news e la violenza su Facebook partano indagini vere e approfondite sull’autore di questo gesto”.

“Provano a fermarci in tutti i modi. Calunnie, intimidazioni persino minacce ma nessuno può fermare chi ha il consenso della gente ed è forte della ragione delle proprie idee. A chi minaccia Matteo Salvini rappresentandolo come Aldo Moro consigliamo di trovarsi un buon avvocato, di studiarsi un pò storia e di parlare con le famiglie di chi è morto negli anni di piombo così da imparare un pò d’umanità. Siamo stanchi della democrazia a senso unico, della solidarietà a parti alterne. La violenza in ogni sua forma deve essere condannata senza se e senza ma. Dove sono oggi le anime belle della sinistra?”. Così i presidenti dei gruppi parlamentari leghisti, Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio.

La nostra dirigente Monica Nassisi, aveva segnalato ieri a Facebook la vergognosa foto che minaccia Matteo Salvini
La risposta del social network e’ allucinante: “Non viola gli standard della comunita’”. Sembra scritta da Laura Boldrini, per la serie due pesi e due misure pic.twitter.com/xngPAHS6gd

— Francesco Storace (@Storace) 4 dicembre 2017

“A nome mio e del Pd rivolgo piena solidarietà a Matteo Salvini per il violento quanto indegno post che è apparso su Fb”, afferma Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd. “Bavagli e ricordi di un sanguinario passato terroristico – prosegue – sono da condannare con forza. Le autorità facciano piena luce su un gesto grave, visto che il web non può e non deve essere terreno di caccia incontrastato per sostenitori di diversi estremismi”.

“Solidarietà all’amico Matteo Salvini. La violenza è sempre inaccettabile. Il web non può diventare un luogo di odio!” Lo scrive su Twitter Giovanni Toti, presidente della regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi.

Cosa è Vento Ribelle

Vento Ribelle è un blog che si dichiara: “Anti fascista, anti razzista, anti capitalista, anti militarista, anti colonialista e anti imperialista”. Evviva. Evviva. Al blog, il cui traffico risulta così basso da non essere calcolato dagli strumenti di analisi dei siti, è associata una pagina Facebook (mi raccomando non perdetevi queste chicche!) che ha invece 114.897 persone che seguono gli aggiornamenti, fatti spesso da foto prese da internet accompagnate da una didascalia che ne danno un senso politico. La pagina è gestita da Gian Piero Sartiani e Davide Codenotti e in queste ore hanno richiamato l’attenzione per il fotomontaggio Matteo Salvini.