VESCOVI ALL'ATTACCO DELLE UNIONI CIVILI, BAGNASCO "L'UTERO IN AFFITTO.. IL COLPO FINALE"

Redazione

Città del Vaticano – Il disegno di legge sulle Unioni Civili è stato approvato in via definitiva dalla Camera e sembra che finalmente il nostro paese abbia raggiunto un traguardo importante e indispensabile nel riconoscere i diritti alle coppie di fatto e non solo. Ma c’è chi si oppone a questa ilarità che accomuna gran parte dei politicanti e cittadini italiani; è il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco che si è espresso in questi termini “sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale, così già si dice pubblicamente, compresa anche la pratica dell'utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà”. Ha aggiunto inoltre che i problemi del nostro paese sono il lavoro che manca, il gioco d’azzardo, “la gente vuole vedere il Parlamento impegnato senza distrazioni di energie e di tempo, perché questi sono i problemi veri del Paese, cioè del popolo. Per questo non si comprende come così vasta enfasi ed energia sia stata profusa per cause che rispondono non tanto a esigenze, già per altro previste dall'ordinamento giuridico, ma a schemi ideologici”. 
 
Sempre più poveri in Italia – ha detto Bagnasco – e una ricchezza sempre più concentrata nelle mani di pochi, spesso anche corrotti. "La povertà assoluta – ha ricordato parlando all'Assemblea dei vescovi – investe 1,5 milioni di famiglie, per un totale di 4 milioni di persone, il 6,8% della popolazione italiana! Mentre la platea dei poveri si allarga inglobando il ceto medio di ieri, la porzione della ricchezza cresce e si concentra sempre più nelle mani di pochi, purtroppo a volte anche attraverso la via della corruzione personale o di gruppo".