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IFA 2018, Samsung presenta le tecnologie del futuro

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Samsung Electronics in occasione della conferenza stampa di IFA ha sottolineato l’impegno dell’azienda nello sviluppo di prodotti e servizi rivoluzionari, destinati a dare il via alla nuova era del “Connected Living”. Samsung ha descritto come le innovative tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e sulle soluzioni IoT permettono di rendere più comoda la vita delle persone, eliminare le complessità per migliorare le esperienze quotidiane e garantire maggiore tranquillità con un livello di sicurezza superiore. “Samsung è posizionata in modo unico per offrire ai consumatori una gamma completa di prodotti e servizi AI e IoT all’avanguardia basati sul nostro ampio portfolio di televisori, schermi, sistemi audio, elettrodomestici e, naturalmente, dispositivi mobili”, ha dichiarato HS Kim, Presidente e CEO della divisione Consumer Electronics di Samsung Electronics. “Il nostro obiettivo è dare il via alla nuova era del Connected Living, in cui i nostri prodotti e servizi interagiscono tra loro per rendere la vita delle persone più ricca, intelligente e piacevole.”

– Uno sguardo alle tecnologie del domani

Samsung si impegna attivamente per rendere disponibili per i consumatori i vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale e dal 5G. L’azienda ha annunciato investimenti per miliardi di dollari negli ultimi mesi, allo scopo di garantire la continua integrazione delle innovazioni a livello di hardware, software e servizi. Con l’apertura di nuovi centri di ricerca dedicati all’intelligenza artificiale in tutto il mondo, tra cui la recente sede di Cambridge nel Regno Unito, Samsung prevede di impiegare 1.000 nuovi ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale nelle proprie strutture nel mondo entro il 2020, impegnati nella progettazione e nello sviluppo di tecnologie AI incentrate sugli utenti, che apprendano continuamente e migliorino la vita delle persone in un modo sempre più intelligente, utile e personalizzato. Inoltre, un’infrastruttura di rete avanzata è un prerequisito per la nuova era del Connected Living: attraverso il suo ruolo attivo nella definizione degli standard di settore 5G, Samsung sta realizzando l’implementazione delle reti di prossima generazione e prevede entro la fine dell’anno di introdurre negli Stati Uniti il primo servizio a banda larga domestico al mondo basato su 5G.

– La prossima frontiera della qualità d’immagine con la risoluzione 8K

Samsung continua a rivoluzionare il settore degli schermi a IFA 2018 con l’introduzione del modello Q900R QLED 8K, con tecnologia 8K AI Upscaling. Disponibili in tre formati ultra-large (65, 75 e 85 pollici), i televisori Samsung QLED 8K saranno caratterizzati da diversi miglioramenti per la compatibilità con lo standard 8K, tra cui Real 8K Resolution, Q HDR 8K e Quantum Processor 8K, tutti creati per dare vita alle immagini con qualità 8K. Real 8K Resolution può produrre una luminosità massima di 4.000 nit, uno standard utilizzato dalla maggior parte degli studi cinematografici. Q HDR 8K, basato su HDR10+, garantisce un’espressione perfetta dei colori per immagini realistiche, proprio come sono state concepite originariamente dall’autore. Il sistema 8K AI Upscaling del modello Q900R, una tecnologia proprietaria sviluppata con intelligenza artificiale, è progettato per incrementare la qualità sia dell’immagine che del suono, indipendentemente dalla qualità o dal formato dell’originale, alla risoluzione premium 8K. Samsung ha anche annunciato The Wall, uno schermo Micro LED all’avanguardia progettato per le aziende e gli ambienti di visione out-of-home. Con un display a tecnologia “self-emitting” e un design modulare, The Wall è completamente personalizzabile per consentire agli utenti di decidere con la massima libertà come integrare lo schermo nel proprio spazio. Inoltre, Samsung ha introdotto un nuovo modello da 49 pollici nella gamma The Frame con l’aggiunta della funzionalità Easy Discovery, che consente di accedere con facilità a opere d’arte selezionate, che possono essere visualizzate sullo schermo senza dover esplorare centinaia di opzioni. Inoltre, l’Art Store di The Frame continua a espandersi, con oltre 850 opere d’arte di alcune delle più rinomate istituzioni artistiche del mondo, tra cui il Museo Statale di Berlino, il Victoria & Albert Museum e la Tate Gallery. Infine, la qualità del suono continua a rimanere una priorità assoluta, con l’introduzione delle soundbar premium HW-N950 e HW-N850 di Samsung e Harman Kardon. Entrambe le soundbar supportano Dolby Atmos e DTS:X per creare un ambiente audio incredibilmente coinvolgente.

https://www.youtube.com/watch?v=ZvtL_CSvrTA

– Curved Gaming Monitor CJG5

Il nuovo monitor CJG5, nelle versioni da 32 pollici (C32JG5) e da 27 pollici (C27JG5), possiede tutte le tecnologie fondamentali per il mondo del gaming. L’alta risoluzione WQHD, lo schermo curvo, una frequenza di aggiornamento di 144 Hz e un rapporto di contrasto elevato fanno di questo monitor lo strumento perfetto per vivere un’esperienza di gioco estremamente fluida e coinvolgente. Disponibile a livello mondiale nel terzo trimestre del 2018, il modello CJG5 garantisce uno straordinario livello di qualità tecnologica ad un prezzo accessibile. Il nuovo modello CJG5 offre inoltre una risoluzione WQHD (2.560 x 1.440), 1.5 volte superiore a quella full HD, che garantisce immagini nitide e realistiche con neri più profondi, bianchi più luminosi e colori estremamente vivaci, oltre a un rapporto di contrasto elevato pari a 3000:1. Combinando la risoluzione WQHD con un pannello VA curvo e un design minimale privo di cornici su tre lati, il monitor CJG5 consente di creare l’ambiente perfetto per vivere un’esperienza di gioco leggendaria. Inoltre, la curvatura 1800R minimizza l’affaticamento degli occhi riducendo il cambiamento della distanza focale dell’utente e, imitando la visione reale, agevolando il rapido spostamento del punto di messa a fuoco durante i giochi anche per periodi prolungati.

– Elettrodomestici ricchi di idee

In tutto il mondo, la vita moderna si sposta verso l’utilizzo di tecnologie più dinamiche, che svolgono diversi ruoli nell’ambiente domestico. In linea con questa tendenza, la cucina diventa il centro della casa e gli elettrodomestici operano come assistenti personali intelligenti. In definitiva, le persone desiderano soprattutto trasformare la propria vita a casa. Sulla base di questa tendenza costante, Samsung ha puntato a soddisfare le esigenze in rapida evoluzione delle persone con una gamma completa di soluzioni AI e IoT all’avanguardia. Con il frigorifero Family Hub, gli utenti possono godere di un’esperienza Connected Living che rende la vita in cucina ancora più comoda e appagante. Utilizzando il touchscreen di grandi dimensioni come un pannello di controllo, Family Hub permette di controllare facilmente i dispositivi connessi, inclusi dispositivi di terze parti. Con Bixby e Voice ID, è possibile ricevere istantaneamente le informazioni personalizzate di cui si ha bisogno, mentre la funzionalità Meal Planner di Family Hub aiuta le persone a pianificare i pasti raccomandando le ricette più adatte per loro. Dual Cook Flex ha aumentato l’efficienza di cottura per soddisfare le diverse preferenze ed esigenze dietetiche. Con lo sportello flessibile e la funzione Dual Cook, è possibile soddisfare le esigenze di ogni membro della famiglia in modo efficiente. Con la funzione Cooking Guide è anche possibile ricevere suggerimenti sullo scomparto da utilizzare in base agli ingredienti e al tipo di cottura. La rivoluzionaria lavatrice Quick Drive cambia radicalmente in meglio la vita delle persone. Quick Drive è in grado di lavare il bucato in metà tempo senza compromettere le prestazioni di lavaggio, garantendo una maggiore disponibilità di tempo. Inoltre, il sistema Q-rator basato sull’intelligenza artificiale opera come un assistente personalizzato e intelligente, mentre la funzione Laundry Planner riduce al minimo il tempo sprecato per il lavaggio, consentendo di avviare e arrestare il bucato in base alla propria pianificazione.

– Esperienze mobile di nuova generazione

Samsung ha inoltre presentato a IFA il suo smartphone più potente mai realizzato, Galaxy Note9. Annunciato all’inizio di questo mese a New York e in grado di offrire una capacità di 1 TB, Galaxy Note9 è stato progettato per chi desidera il meglio del meglio, con prestazioni della batteria senza confronti e una fotocamera intelligente che aiuta gli utenti a scattare la foto perfetta, in qualsiasi situazione. La S Pen, marchio di fabbrica della serie Galaxy Note, è stata rivoluzionata per il modello Note9, diventando un telecomando Bluetooth che consente di scattare selfie e perfino controllare le diapositive di una presentazione, anche quando ci si trova a una distanza di 10 metri dallo smartphone. Le persone hanno bisogno di un telefono che non le deluda e Galaxy Note9 è pensato proprio per questo: la batteria da 4.000 mAh di Galaxy Note9, la più grande in dotazione su un telefono della serie Galaxy, assicura l’autonomia necessaria per poter parlare, scambiare messaggi, giocare e guardare film dalla mattina alla sera; Galaxy Note9 è disponibile con due opzioni di archiviazione interna: 128 GB o 512 GB. Inoltre, grazie alla possibilità di inserire una scheda MicroSD fino a 512GB, Galaxy Note9 è in grado di offrire una capacità di 1 TB, per essere certi di avere sempre abbastanza spazio per le foto, i video e le app; Galaxy Note9 è uno smartphone estremamente potente, con un processore da 10nm all’avanguardia e il supporto per le più elevate velocità di rete disponibili sul mercato (fino a 1,2 gigabit al secondo) per lo streaming e il download senza rallentamenti. Include inoltre un sistema di raffreddamento sviluppato da Samsung e un algoritmo di regolazione delle prestazioni basato su intelligenza artificiale per garantire prestazioni elevate, ma al tempo stesso stabili. Grazie alle sue avanzate caratteristiche per l’utilizzo professionale, Galaxy Note9 è anche compatibile con Samsung DeX. Basta collegare un singolo adattatore HDMI a uno schermo per rendere l’esperienza Galaxy Note9 del tutto simile a quella offerta da un PC. Non solo: Galaxy Note9 offre la massima produttività, ma senza compromessi per la sicurezza, grazie alle più complete funzionalità di configurazione, distribuzione e gestione disponibili sul mercato, offerte dalla piattaforma Samsung Knox. Nell’ambito di IFA è anche stato presentato il nuovo Galaxy Watch, che con una maggiore durata della batteria fino 80 ore, elimina la necessità di ricarica giornaliera. Il nuovo smartwatch unisce l’aspetto di un orologio tradizionale alle più avanzate tecnologie smart. Galaxy Watch introduce una tecnologia migliorata per la batteria, che assicura un’autonomia di diversi giorni con una singola ricarica. Con l’aggiunta della connettività LTE, gli utenti di Galaxy Watch ora possono anche rimanere connessi senza eseguire il tethering a uno smartphone. In linea con la crescente attenzione delle persone per il benessere, Galaxy Watch dispone di un nuovo sistema di monitoraggio per la gestione dello stress, di un cardiofrequenzimetro e di una funzione di monitoraggio del sonno, oltre a proporre esercizi di respirazione che aiutano a rimanere concentrati.

https://www.youtube.com/watch?v=99e02hgugso

 

Francesco Pellegrino Lise

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Economia e Finanza

Quale futuro per i diritti dei lavoratori? intervista al professor Alberto Lepore, professore associato di diritto del Lavoro

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Alberto Lepore classe 1972, professore associato in Diritto del Lavoro presso l’Università di Roma 3, membro del Labour Law Group presso l’University College of London. Decine di pubblicazioni in ambito del Diritto al Lavoro ma, principalmente, un grande amico.

Alberto ci diamo del tu, ovviamente: ieri, 1° Maggio, Festa del Lavoro e dei Lavoratori mi è venuta spontanea l’idea di rivolgerti qualche domanda in merito al Diritto al Lavoro proprio per comprendere se, ancora oggi, quelle conquiste sociale figlie dell’800 hanno ancora valore.

La prima domanda prende spunto dall’articolo 1 della nostra Carta Costituzionale: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Quanto valore ha, ancora oggi, questa affermazione nel nostro Paese?
Quanto affermato dall’articolo 1 della nostra Costituzione ha ancora un grande valore e una portata fondamentale perché a seguito della promulgazione della Costituzione del 1948 vengono superati quell’insieme di privilegi, di retaggio aristocratico e feudale che caratterizzavano l’ordinamento monarchico preesistente.
Secondo l’articolo 1 della Costituzione il cittadino si qualifica all’interno della società non più attraverso quello che ha, ma attraverso quello che fa. Il lavoro quindi diventa da un lato ciò che qualifica la persona, nel contempo il lavoro è anche lo strumento attraverso cui la persona trova la sua collocazione all’interno della società.
Il lavoro diventa in forza dell’articolo 1 il collante tra cittadino e corpo sociale; senza l’esecuzione di una prestazione lavorativa il cittadino non può partecipare al corpo sociale, non può avere una collocazione nella società e non può neanche ricoprire una determinata posizione economica; rimane sostanzialmente emarginato; tagliato fuori dalla società. Quindi l’articolo 1 ha ancora un ruolo fondamentale all’interno della nostra Repubblica, tant’è che si è detto appunto che la Repubblica italiana è una Repubblica lavorista. Ma il principio da questo espresso va protetto perché i privilegi possono sempre, in altra forma, rinascere e, pertanto, bisogna stare sempre in guardia.

Lo sai, sono nato il 20 maggio 1971 ad un anno esatto dalla promulgazione dello Statuto dei Lavoratori. Qualcuno dice che sia stata profondamente scardinata dal Job Act di Matteo Renzi.
Cosa di buono mantiene questa intuizione di cui fu padre putativo Gino Giugni?

Il Jobs Act di Matteo Renzi ha colpito al cuore lo Statuto dei lavoratori (Legge 20 maggio 1970 n.300 n.d.s.), perché ha abrogato una norma di civiltà e cioè l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori che prevedeva, a certe condizioni, qualora il licenziamento fosse illegittimo la reintegrazione nel posto di lavoro, in altri termini, il ritorno nello stesso posto di lavoro come se il licenziamento non fosse mai stato intimato.
Con il decreto legislativo n. 23 del 2015 il Jobs Act ha sostanzialmente modificato la tutela prevista in caso di licenziamento illegittimo sostituendola con la tutela indennitaria: la reintegrazione è stata conservata soltanto in casi marginali, mentre nella maggior parte dei casi nelle ipotesi di licenziamento illegittimo al lavoratore verrà pagata un’indennità monetaria commisurata alla durata del rapporto.
La cancellazione della reintegrazione nel posto di lavoro come tutela generale rende la posizione del lavoratore nel rapporto di lavoro molto più debole.
Il Jobs Act di Renzi poi ha colpito un’altra norma molto importante che tutela la professionalità del lavoratore e cioè l’articolo 13 dello Statuto dei lavoratori introduttivo del 2103 del codice civile sulle mansioni: ha previsto che è oggi possibile demansionare in ipotesi molto ampie tra cui anche per ragioni economiche legate alle esigenze dell’impresa. Anche questa norma che colpisce la professionalità e la progressione di carriera lede un’altro dei patrimoni del lavoratore e rende molto più debole la sua posizione; anche la norma sul divieto dei controlli sul posto di lavoro (art.4 dello Statuto dei lavoratori n.d.s.) è stata riformata nel senso di consentire controlli molto più pervasivi sul posto di lavoro.
Lo Statuto conserva ancora norme importanti soprattutto nella dimensione collettiva come gli articoli 19 e seguenti che introducono i diritti sindacali; l’articolo 28 sulla repressione della condotta antisindacale; l’articolo 15 sulla non discriminazione.
C’è quindi ancora molto nello Statuto di buono e di protettivo per il lavoratore ma certamente la cancellazione dell’articolo 18 ha creato un vulnus notevole perché ha sostanzialmente monetizzato il posto di lavoro: il datore di lavoro oggi può anche intimando un licenziamento illegittimo sapere che anche se perde in causa dovrà pagare solo una somma di denaro commisurata alla durata del rapporto di lavoro per togliersi dai piedi un lavoratore non più desiderato.

Spesso non si coniuga il diritto al lavoro con i doveri che scaturiscono dal lavoro stesso. A tuo avviso dove sta il punto di rottura tra queste due situazioni?
Il diritto al lavoro come anche il dovere di lavorare sono enunciati dall’art. 4 della Costituzione. Questi due principi sono tra loro complementari, perché la repubblica deve far sì che sia garantito il diritto al lavoro, d’altro canto il cittadino deve fare tutto il possibile per poter trovare un’occupazione.
L’articolo 4, però, è una norma programmatica cioè detta praticamente un programma, un progetto che deve essere realizzato attraverso leggi ordinarie e infatti abbiamo assistito nel corso degli anni all’introduzione una serie di leggi per realizzare il diritto al lavoro.
Dalla introduzione degli uffici di collocamento fino alla creazione delle agenzie accreditate per attuare concretamente il diritto al lavoro. Ma essendo l’art. 4 una norma programmatica il diritto al lavoro e’un principio tendenziale, anche perché non vi è una sanzione se il lavoro non è garantito a tutti tant’è che siamo in un’epoca nella quale la disoccupazione è molto elevata, nonostante gli sforzi che la Repubblica ha fatto, la piena occupazione non è stata mai raggiunta.
D’altro canto il dovere di lavorare è fondamentale perché si lega all’art. 1: il cittadino partecipa al corpo sociale e acquisisce una posizione sociale ed economica nella società soltanto se lavora. Indirettamente la Costituzione stessa sanziona colui che non vuole lavorare: l’articolo 38 prevede prestazioni previdenziali, quindi provvidenze economiche di sostegno al reddito o quando il lavoratore è inabile al lavoro oppure quando il lavoratore è disoccupato, quindi abbia già lavorato ma ha perso il lavoro oppure sia subentrato un evento che abbia reso impossibile lavorare. Quando invece non vuole lavorare il sistema previdenziale non lo supporta, essendo il reddito di cittadinanza una parentesi anomala nel nostro ordinamento, se non addirittura incostituzionale, e, infatti, è stato rapidamente espunto dall’ordinamento previdenziale.
È evidente però che se non è garantito il diritto al lavoro, il cittadino non potrà’ nonostante i suoi sforzi adempiere al dovere di lavorare.

Un’ultima domanda: quale è il futuro stesso dei diritti dei lavoratori ai giorni nostri?
A fronte della globalizzazione dei mercati e della competizione mondiale il futuro dei diritti dei lavoratori non mi pare roseo. Già negli ultimi anni abbiamo assistito, come accennato, ad una riduzione notevole dei diritti a tutela dei lavoratori e probabilmente nei prossimi anni assisteremo a un’ulteriore riduzione dai diritti. Oggi, oltretutto, il lavoro è minacciato dalla informatizzazione e dalla meccanizzazione dei processi produttivi. Il lavoro digitale è eseguito attraverso strumenti elettronici e sicuramente ridurrà ulteriormente le chance di trovare lavoro. Quindi le sfide future per i diritti dei lavoratori sono grandi e molto difficili, ma quale lavorista sono pronto ad affrontarle.
Ringraziamo il professor Alberto Lepore per la sua disponibilità e per averci fatto comprendere, con le sue parole, l’alto senso istituzionale della giornata di oggi Primo Maggio Festa del Lavoro e dei Lavoratori.

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Costume e Società

A Milano l’arte elegante del pugliese parigino

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Palazzo Reale a Milano  sta celebrando, per la prima volta, con una mostra monografica, il talento di Giuseppe De Nittis esponendo una novantina dipinti, tra oli e pastelli, provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, tra cui il Musée d’Orsay e il Petit Palais di Parigi, i Musée des Beaux-Arts di Reims e di Dunquerke, gli Uffizi di Firenze – solo per citarne alcuni – oltre allo straordinario nucleo di opere conservate alla GAM di Milano e una selezione dalla Pinacoteca di Barletta, intitolata al Pittore, che ne conserva un eccezionale numero a seguito del lascito testamentario della vedova Leontine De Nittis.
 
La consacrazione di Giuseppe de Nittis come uno dei grandi protagonisti della pittura dell’Ottocento europeo è avvenuta grazie alla fortuna espositiva di cui ha goduto a partire dalla magnifica retrospettiva dedicatagli nel 1914 dalla 11a Biennale di Venezia. Altre tappe fondamentali sono state la mostra ‘Giuseppe De Nittis. La modernité élégante’ allestita a Parigi al Petit Palais nel 2010-11, e nel 2013 la fondamentale monografica a lui dedicata a Padova a Palazzo Zabarella.
 
In ‘De Nittis. Pittore della vita moderna’ si intende esaltare la statura internazionale di un pittore che è stato, insieme a Boldini, il più grande degli italiani a Parigi, dove è riuscito a reggere il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti, con cui ha saputo condividere, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando una volta per sempre la gerarchia dei generi per raggiungere quell’autonomia dell’arte che è stata la massima aspirazione della modernità.
 
I francesi e De Nittis, che si è sempre sentito profondamente parigino di adozione, hanno affrontato gli stessi temi, come il paesaggio, il ritratto e la rappresentazione della vita moderna che De Nittis ha saputo catturare lungo le strade delle due metropoli da lui frequentate, in quegli anni grandi capitali europee dell’arte: Parigi e Londra. Ha saputo rappresentare con le due metropoli, in una straordinaria pittura en plein air, i luoghi privilegiati della mitologia della modernità, che saranno collocati al centro di un percorso espositivo articolato lungo un arco temporale di vent’anni, dal 1864 al 1884, ricostruendo un’avventura pittorica assolutamente straordinaria, conclusasi prematuramente con la sua scomparsa a soli 38 anni di età. I risultati da lui raggiunti si devono a un’innata genialità, alla capacità di sapersi confrontare con i maggiori artisti del suo tempo, alla sua curiosità intellettuale, alla sua disponibilità verso altri linguaggi. È inoltre tra gli artisti dell’epoca che meglio si è saputo misurare con la pittura giapponese allora diventata di moda.La mostra vede infine la collaborazione di METS Percorsi d’Arte, che ha contribuito al progetto espositivo con l’apporto di un importante nucleo di opere provenienti da collezioni private, tra le quali il Kimono color arancio, Piccadilly e la celeberrima Westminster.
 
Tutto questo è sottolineato dalla mostra e dal ricco catalogo Silvana Editoriale.
 
Una vita breve ma sufficiente per entrare nella storia dell’arte
 
Giuseppe De Nittis nacque a Barletta il 25 febbraio 1846. A pochi mesi dalla sua nascita, il padre si suicidò dopo due anni di carcere per motivi politici e Giuseppe crebbe con i tre fratelli nella casa dei nonni paterni. Fin dall’infanzia manifestò una forte propensione alla pittura e, nonostante il parere contrario della famiglia, si iscrssee nel 1861 all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Insofferente agli schemi accademici, fu espulso due anni dopo ed iniziò a dipingere en plen air con altri artisti, come Federico Rossano e Marco De Gregorio. Nel 1866 partì per Firenze dove prese contatto con il gruppo dei Macchiaoli. Dopo aver visitato Palermo, Roma, Venezia e Torino, nel 1867 si trasferì a Parigi dove due anni dopo sposò Léontine Lucile Gruvelle. Nel 1869 partecipò per la prima volta al Salon con opere molto vicine al gusto parigino. Il soggiorno napoletano del 1870 vide il suo stile arrivare alla maturità e all’indipendenza artistica e il ritorno a Parigi nel 1872 segnò il suo successo con la partecipazione al Salon dell’opera ‘Una strada da Brindisi a Barletta’. Il dipinto ‘Che freddo!’ esposto al Salon nel 1874 rappresentò l’affermazione definitiva dell’artista, che si meritò anche l’appellativo ‘peintre des Parisiennes’ (pittore della parigine). Nello stesso anno partecipò con ben cinque tele alla prima esposizione di quello che sarà il gruppo impressionista tenutosi nello studio del fotografo Nadar. In cerca di nuovi stimoli partì poco dopo per Londra, dove realizzò una serie di opere dedicate alla vita quotidiana della città. Partecipò all’Esposizione Universale di Parigi nel 1878 con dodici lavori che polarizzarono l’attenzione sia del pubblico che della critica. Negli ultimi anni si concentrò particolarmente sulla tecnica del disegno a pastello. Colpito da una forte bronchite nel 1883, rimase per mesi bloccato a letto e dipingere diventò sempre più difficile; morì a  Saint-Germain-en-Laye (Francia)   il 21 agosto del 1884 a causa di un ictus cerebrale. È sepolto a Parigi, nel cimitero di Père-Lachaise (divisione 11) ed il suo epitaffio fu scritto da Alessandro Dumas figlio. Sua moglie Léontine donò molti suoi quadri alla città natale del pittore, ora conservati nella Pinacoteca De Nittis collocata nel Palazzo della Marra a Barletta.
 
Informazioni:
 
Una mostra Comune di Milano – Cultura | Palazzo Reale | CMS.Cultura
 
A cura di Fernando Mazzocca e Paola Zatti , fino al  30.06.2024
 
Orario: Da martedì a domenica ore 10:00-19:30, giovedì chiusura alle 22:30. Ultimo ingresso un’ora prima. Lunedì chiuso.
 
Biglietti
 
Aperto: € 17,00; Intero: € 15,00;Ridotto: € 13,00; Esclusi i costi di prevendita.
 
Info e prenotazioni: palazzorealemilano.it     mostradenittis.it
 
Privo di virus.www.avast.com



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Cronaca

Prevenzione e contrasto dei crimini informatici: siglato accordo tra Polizia di Stato e BCC Banca Iccrea

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È stato siglato a Roma l’accordo tra la Polizia di Stato e BCC Banca Iccrea, capogruppo del Gruppo BCC Iccrea, per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici che hanno per oggetto le reti e i sistemi informativi di supporto alle funzioni istituzionali della società.
La convenzione, firmata dal Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani e da Mauro Pastore, Direttore Generale di BCC Banca Iccrea, è finalizzata a sviluppare una collaborazione strutturata tra le parti, per l’adozione ed il potenziamento di strategie sempre più efficaci in materia di prevenzione e contrasto al cybercrime, considerato il delicato e strategico settore di intervento del Gruppo.
Il Gruppo BCC Iccrea è il maggiore gruppo bancario cooperativo, l’unico gruppo bancario nazionale a capitale interamente italiano e il quarto gruppo bancario in Italia per attivi. BCC Iccrea, in qualità di Capogruppo esercita le attività di direzione, coordinamento e controllo sulle Società del Perimetro di Direzione e Coordinamento e, in tale ambito, supporta l’operatività bancaria delle BCC, fornendo prodotti, servizi e consulenza al fine di soddisfare le esigenze dei loro Soci, clienti, famiglie e territorio di riferimento.
La tutela delle infrastrutture critiche informatizzate di istituzioni e aziende che erogano servizi essenziali è una delle mission specifiche della Polizia Postale, l’articolazione specialistica della Polizia di Stato deputata alla prevenzione e contrasto della criminalità. La Polizia di Stato assicura attraverso la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Organo del Ministero dell’Interno deputato alla sicurezza delle comunicazioni. In particolare, tale compito viene assolto attraverso il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) che, con una sala operativa disponibile h24, rappresenta il punto di contatto per la gestione degli eventi critici delle infrastrutture di rilievo nazionale operanti in settori sensibili e di importanza strategica per il Paese.
Alla firma della convenzione erano presenti per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, Prefetto Renato Cortese, il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Dott. Ivano Gabrielli mentre per BCC Banca Iccrea erano presenti Renato Alessandroni,
Responsabile Sicurezza e Continuità Operativa, Chief Information Security Officer, Pasquale De Rinaldis, Responsabile Sicurezza delle Informazioni, Giuseppe Cardillo, Head of Architecture & Innovation e Raffaella Nani, Responsabile Comunicazione Istituzionale.



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