Conte a Tria: “Stai sereno”

“Giovanni, stai sereno”. Dopo l’ultimo scontro tra Tria e Luigi Di Maio in Consiglio dei Ministri sui rimborsi ai risparmiatori truffati, il destino del ministro dell’Economia, da sempre “stabilmente in bilico”, sembra ancora più precario del solito. E, per quanto il presidente del Consiglio possa aver usato tale espressione in buona fede, non porta proprio benissimo il suo invito a Tria perché “stia sereno”. Nel linguaggio della politica tale locuzione è ormai collegata in modo indissolubile al celebre “Enrico stai sereno” che Matteo Renzi rivolse a Enrico Letta poco prima di sfilargli Palazzo Chigi.

Durante un’intervista al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, in occasione del Family Business Festival al Teatro Grande di Brescia, Giuseppe Conte ha assicurato che non ci sono problemi con la Lega nel governo, che il ministro dell’Economia Tria “deve stare sereno” e che l’esecutivo terrà i conti in ordine ed è già al lavoro per disinnescare le clausole di salvaguardia Ue come l’aumento dell’Iva.

Dopo l’evento il premier ha incontrato il filosofo Emanuele Severino, di cui è un attento lettore, è poi si è anche recato in piazza della Loggia per rendere omaggio alle vittime dell’attentato terroristico del 1974, facendo deporre una corona di fiori.

Conte ha poi negato scontri sulla questione dei rimborsi ai truffati dalle banche: “C’e’ stato un confronto sereno perché tutti quanti avevamo le idee chiare: abbiamo un miliardo e mezzo da sbloccare nel limiti delle regole europee. Quando vedo qualche ricostruzione sorrido”. Smentite anche fratture con Lega (“assolutamente no”): semplicemente, ha spiegato, “con la Lega stiamo attraversando un periodo particolare, siamo in campagna elettorale, è normale”.

Per il premier “ragionevolmente fino alle Europee continuerà la dialettica politica, ciascuno cerca di allargare il suo spazio politico”. Comunque, ha rassicurato Conte, “non bisogna pensare che da questo confronto dialettico venga messa in dubbio l’attività di governo”.

Il premier è apparso ottimista anche sul futuro economico: “Nel secondo semestre” dell’anno “ci aspettiamo una crescita più robusta”. Nessun problema, poi, sulle clausole di salvaguardia concordate con l’Ue (come l’aumento dell’Iva): “Abbiamo delle clausole importanti da fronteggiare ma ci stiamo già lavorando con vari accorgimenti” e “faremo di tutto, su questo dovete stare tranquilli, per tenere i conti in ordine”.

Infine, nel pomeriggio, al termine della sua visita in piazza della Loggia, Conte ha parlato di Alitalia. A chi gli chiedeva se lo Stato sia pronto ad arrivare al 15% in Alitalia, convertendo una parte del prestito ponte in azioni, il premier ha risposto: “Siamo pronti anche a questa evenienza. Stiamo lavorando al dossier Alitalia per rilanciare la nostra compagnia di bandiera”.




Emergenza idrica, l’Italia del nord sorride alla pioggia, si alzano livelli dei laghi. Vincenzi (ANBI): “Non basta. Sono necessari interventi strutturali”

A lungo invocata è arrivata una pioggia ristoratrice sulle regioni settentrionali del Paese; finora le caratteristiche del fenomeno meteo sono benigne: non si lamentano criticità idrogeologiche, seppur Consorzi di bonifica e Protezione Civile siano in allerta per la conclamata fragilità idraulica di un terreno inaridito da mesi di scarse precipitazioni.

I fenomeni meteorologici stanno comunque evidenziandosi con una diversa intensità testimoniata da apporti idrici localizzati.

A beneficiarne finora sono soprattutto i grandi laghi: in soli 4 giorni, il livello del lago Maggiore è cresciuto di quasi 44 centimetri; il lago di Como, che era indirizzato al minimo storico, segna + cm. 22,6; il lago d’Iseo, + 13 centimetri. Il lago di Garda è addirittura 26 centimetri sopra la media del periodo. Bene, in Emilia Romagna, anche gli invasi di Mignano e Molato, riempiti per circa la metà della capacità e superiori a quanto contenuto lo scorso anno.

Diversa e “a macchia di leopardo” è la situazione dei fiumi: il Po non ha ancora ricevuto l’atteso beneficio dalle piogge e, a Pontelagoscuro, è sceso sotto la fatidica soglia dei 600 metri cubi al secondo (mc/sec 598,cioè un terzo della media del periodo e la metà della portata del 5 Aprile di un anno fa), che fa scattare l’allarme “risalita del cuneo salino”, che contamina terreni e falde, rendendo inservibili le prese irrigue. A monte, il Po resta largamente sotto il livello dello scorso anno come altri fiumi piemontesi con l’ eccezione della Dora Baltea. Diversificata è la situazione per i fiumi dell’Emilia Romagna: se l’Enza è tornato ai livelli dello scorso anno, largamente sopra la media è il Secchia, mentre il Reno resta abbondantemente al di sotto della porta di un anno fa. In sofferenza anche il Lago di Bracciano nel Lazio che misura -147,5 centimetri rispetto allo zero idrometrico fissato a 163 centimetri.

“E’ una situazione in evoluzione – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – La pioggia sta dissetando i territori, ma non è certo risolutiva di problemi, che restano strutturali di fronte ad evidenti cambiamenti climatici. In montagna, ad esempio, sta anche nevicando, ma l’apporto idrico di tale fenomeno è assai diverso da quello delle nevi invernali che, “impaccandosi” al suolo, creano una riserva idrica che progressivamente si scioglie con il crescere della temperatura. Le nevi odierne, invece, tenderanno a sciogliersi repentinamente, aumentando un seppur contenuto rischio idrogeologico.”

L’intervista al direttore Generale dell’ANBI Massimo Gargano trasmessa a Officina Stampa il 28/06/2018

“La grande novità è che la pioggia di queste ore – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è accolta con sollievo non solo dagli agricoltori, ma dall’opinione pubblica in generale. Pur essendoci un grande bisogno di accrescere la cultura dell’acqua, la percezione sulla necessità di preservare ed ottimizzare la gestione di tale risorsa è ormai largamente diffusa. E’ tempo per scelte condivise.”




Milano, tutto pronto per la seconda edizione di artColorBike: arte e biciclette per scoprire l’ecologia e la mobilità sostenibile

MILANO – Seconda edizione ancora più ricca di contenuti per artColorBike, il progetto che promuove l’ecologia, la mobilità sostenibile e un approccio consapevole al consumo attraverso l’arte e il colore.

Dopo il successo della prima edizione, cultura, Istituzioni e aziende private si uniscono nuovamente per concretizzare un’iniziativa culturale che sceglie l’arte come strumento sociale veicolando un messaggio di responsabilità e rispetto.

Il progetto, ideato da Contexto ‐ agenzia milanese di editoria e comunicazione ‐, è realizzato in collaborazione con il Comune di Milano | Cultura, con l’Accademia di Belle Arti di Brera e grazie al contributo di Mimete, Colorificio Sammarinese, Rigo® e Talken Color.

La mostra itinerante, che inizia il suo viaggio con la tappa di Milano in occasione della Milano Design Week, prevede l’esposizione di 12 opere installative, frutto della creatività di giovani e talentuosi studenti d’arte selezionati dall’Accademia, che si sono espressi su un supporto significativo e di recupero: la bicicletta.

Guidati dal docente Dany Vescovi, gli studenti hanno trasformato dodici biciclette destinate alla rottamazione in altrettante opere d’arte, restituendole alla cittadinanza che le potrà ammirare in occasioni e momenti diversi at‐ traverso il format della mostra itinerante. Ispirandosi ai valori promossi dal progetto, i ragazzi hanno espresso la propria creatività, seguendo i percorsi individuali che fanno parte della loro ricerca artistica e utilizzando gli strumenti e i materiali messi a disposizione dagli sponsor tecnici.

Le opere verranno esposte per la prima volta a Milano dal 9 al 14 aprile 2019, in occasione della Milano Design Week 2019, in due spazi differenti della città: il Cortile d’Onore di Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento e lo spazio “Formidabile Lambrate” del Lambrate District Design.

L’esposizione proseguirà durante l’anno con tappe in location suggestive ed emozionanti, di interesse culturale ed artistico.

“Con artColorBike ‐afferma Vieri Barsotti, amministratore delegato di Contexto‐ percorriamo una strada originale per comunicare valori attuali e condivisi che il progetto divulga attraverso l’universo artistico, utilizzando il colore per dare nuova vita ad oggetti destinati alla rottamazione: con la loro trasformazione, i rottami esprimono rinno‐ vata bellezza e funzionalità.

Con questo progetto Contexto crea un circolo virtuoso che lega soggetti economici, Istituzioni e mondo dell’arte, creando relazioni e sinergie preziose in un cammino comune, di cui responsabilità e rispetto rappresentano le parole chiave”.

Spiega Dany Vescovi, docente dell’Accademia di Belle Arti di Brera: “Per artColorBike 2019 è stato proposto un tema: le ‘Migrazioni’ che, intese nelle loro declinazioni più ampie ‐reali, metaforiche, percettive‐, sono state campo d’indagine per un gruppo selezionato di studenti della nostra Accademia.

Quindi, che si tratti di migrazioni di popoli, di specie animali, di ioni, di cellule, di dati, o culturali, religiose e politiche, esse rappresentano un’evoluzione che fa parte del codice genetico della natura in senso più ampio.

L’oggetto ‘bicicletta’ reinventato e snaturato, dipinto e trasformato, contaminato e deframmentato, diventa opera personale ed autonoma che tende a superare i traguardi formali e concettuali legati alle consuete operazioni di destrutturazione e ricostruzione, ap‐ prodando a proposte articolate e a nuovi approcci formali”.

Sul valore artistico di artColorBike e sul ruolo di ‘incubatore’ che le imprese più sensibili possono svolgere nei confronti dei migliori talenti dell’Accademia d’arte non ha dubbi Jacopo Guzzoni, vice presidente e amministratore delegato del Gruppo FOMAS: “Mimete Metal Powders, neonata azienda del Gruppo e giovane ambasciatrice della nostra avanguardia tecnologica, sostiene artColorBike 2019 con l’intento di dare ad artisti emergenti una visibilità che il difficile mondo dell’arte non sempre riesce a fornire, portando avanti così la tradizione del Gruppo di pro‐ muovere iniziative che avvicinano l’arte all’impresa”.

“Anche nel 2019 la nostra Amministrazione sceglie di collaborare con artColorBike ‐dichiara Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano‐ ribadendo l’importanza di una sinergia costruttiva ed efficace tra Istituzioni pubbliche e soggetti privati, con l’obiettivo di promuovere e rafforzare una sana e virtuosa evoluzione culturale in cui l’arte trovi sempre più i dovuti spazi e preziose energie. In un momento di grande attrattività come il Salone del Mobile e la Milano Design Week, la città diviene riferimento internazionale e guarda al futuro: è, quindi, ulteriore motivo di gioia sostenere un’iniziativa in cui i protagonisti sono i giovani talentuosi studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, che con serietà e motivazione partecipano ad un progetto così attuale”.




Antimafia, operazione “Extra fines 2 – Cleandro”: estradati dalla Germania i fratelli Gueli

CALTANISSETTA – Stamattina sono stati estradati dalla Germania Gueli Nicola e Gueli Salvatore, fratelli, entrambi colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Caltanissetta lo scorso mese di ottobre, accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico transnazionale di stupefacenti che aveva luogo in Germania, a Roma e in Sicilia.

La cattura dei due fa seguito ai provvedimenti già eseguiti lo scorso mese di gennaio, che avevano portato in carcere gli altri sodali dell’organizzazione: Rinzivillo Salvatore, D’Ambra Giandomenico, Lazzari Marco, Petrone Cristiano, Martorana Ivano, Ferracane Riccardo, Cassaro Giuseppe, Spiteri Vincenzo e Spiteri Gabriele.

L’attività di polizia costituisce l’epilogo di un’indagine, condotta dai poliziotti della Squadra Mobile di Caltanissetta e dai finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma che, alla fine del 2017, aveva già portato all’arresto di 37 persone e al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro.

Le investigazioni avevano consentito di accertare l’operatività del clan, diretto dai reclusi Antonio e Crocifisso Rinzivillo (entrambi al regime del “carcere duro”), attraverso il fratello Salvatore – poi finito in manette – il quale, a seguito dell’arresto dei germani, avvenuto nel 2015, era stato richiamato in Sicilia dalla Capitale al fine di riorganizzare le illecite attività della famiglia e riaffermarne il predominio sul territorio, coprendo la vacanza di comando venutasi a creare.

Successivi approfondimenti hanno permesso di individuare ulteriori personaggi organici al sodalizio, alcuni dei quali operativi in territorio tedesco, dove era attiva una “cellula” che si occupava dell’approvvigionamento di stupefacenti e della loro importazione in Italia.

All’operazione di estradizione ha preso parte personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, della Polizia di frontiera di Fiumicino e della Guardia di Finanza di Roma.




Maltempo, perturbazione atlantica in arrivo: freddo, pioggia e neve

Quasi un metro di neve in 24 ore sulle Alpi del nord Piemonte dove, a quote più basse, sono caduti fino a 100mm di pioggia. È tornato il maltempo su tutta la regione dopo due mesi di siccità quasi totale. Per oggi resta l’allerta gialla nei bacini idrografici settentrionali, dal Biellese all’Ossola, con rischio valanghe al grado 4 (‘forte’, su una scala europea che arriva fino a 5, ‘molto forte’). Dal pomeriggio tempo in miglioramento, prevede Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) la cui rete di stazioni metro ha registrato 100mm di pioggia a Mergozzo (Vco), 64 a Sambughetto Valstrona (Vco); 85 cm di neve fresca sul Monte Moro, sopra Macugnaga (Vco), ma la precipitazione, sia pur meno abbondante, ha interessato tutto l’arco alpino: al Pian del Sole di Bardonecchia (Torino), 42 cm di neve. Scuole chiuse nelle valli Antigorio e Formazza (Vco), è interrotta la ferrovia tra Domodossola e la Svizzera per alberi sui binari nel Canton Vallese. Garantiti i collegamenti con Milano.

Temporali, venti forti ed anche neve – Torna l’inverno sull’Italia per effetto di una perturbazione atlantica che colpirà prima le regioni settentrionali per poi estendersi al Centro ed al Sud. Ad indicarlo è un’allerta meteo della Protezione civile, che prevede, temporali su Piemonte e Lombardia, in estensione a Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento.Previste nevicate sopra i 1.100-1.400 metri sui settori alpini di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, province autonome di Trento e Bolzano, con accumuli al suolo da moderati a localmente abbondanti. Venti forti o di burrasca su Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, specie zone costiere, e Sicilia, in estensione a Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Coldiretti, salva le semine dopo la grande sete – L’arrivo del maltempo salva le semine primaverili a rischio dopo un mese di marzo che ha fatto registrare il record negativo del 78% di precipitazioni in meno in Piemonte, ma la situazione è grave per la siccità nelle campagne di tutto il centro nord. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati dell’Arpa, in occasione delle condizioni meteorologiche avverse emesso dalla protezione civile per il maltempo che porta di nuovo la neve sulle Alpi. Lungo la Penisola l’area maggiormente penalizzata dalla mancanza di acqua è il Nord-Ovest per l’anomalia climatica di quest’anno, sottolinea la Coldiretti, che ha lasciato senza neve le montagne ed a secco invasi, fiumi, laghi, compromettendo le riserve nei terreni necessarie per le semine di granoturco, soia, girasole, barbabietole, riso, pomodoro; a preoccupare sono anche gli ortaggi e le piante da frutto fiorite in anticipo per le alte temperature. Se da un lato infatti il bel tempo ha permesso agli agricoltori di fare le lavorazioni per preparare il terreno alla semina in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi che, spiega la Coldiretti, può avvenire solo se in presenza di buona umidità del terreno. In queste condizioni il maltempo è manna per gli agricoltori ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa.




Mafia nigeriana, a Palermo gli uomini della Squadra Mobile disarticolano l’organizzazione criminale “Eye”

E´ in corso dalle prime luci dell´alba una vasta operazione della Polizia di Stato contro la mafia nigeriana, volta alla disarticolazione di un sodalizio criminale di matrice cultista, denominato “Eiye” ramificato su tutto il territorio nazionale.

Diversi i fermi emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di altrettanti cittadini nigeriani accusati di far parte della predetta associazione a delinquere di stampo mafioso, come dimostrato dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Palermo coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che si sono avvalse di attività tecniche, dichiarazioni di collaboratori e dichiarazioni testimoniali.

L´attività investigativa della Squadra Mobile ha preso spunto dalla denuncia di una ragazza nigeriana vittima di tratta e di sfruttamento della prostituzione, che ha fornito agli agenti significativi elementi in ordine all´appartenenza agli Eiye del suo sfruttatore.

E´ stata quindi individuata la casa di prostituzione all´interno del quartiere storico di Ballarò ed avviata una capillare attività investigativa che ha consentito di ricostruire l´organigramma dell´associazione a livello locale, fino a giungere all´identificazione dei suoi vertici.

Nel corso delle indagini sono stati documentati numerosi episodi violenti riconducibili all´associazione e alla sua capacità di imporsi sul territorio, nonché diverse attività delittuose connesse allo spaccio di stupefacenti e alla prostituzione, principalmente localizzate nel quartiere Ballarò di Palermo.

Numerose anche le riunioni tra i sodali documentate nel corso delle indagini, tra cui in particolare una relativa al “battesimo di un nuovo Bird”, con la captazione dell´intero rito da parte degli investigatori.
Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, come gli stessi membri cercassero di mascherare l´associazione a delinquere “Eiye”, costituendone una regolare denominata “Aviary”.




ANBI, la proposta: contro le crisi idriche un’alleanza per bacini polivalenti

“L’emergenza idrica, che si sta prospettando
nell’Italia settentrionale, non colpirà solo l’agricoltura, ma tutti gli
interessi, che gravano sulla risorsa idrica; per questo, ANBI propone una
strategia ventennale di bacini ad uso plurimo dove, nel rispetto delle priorità
di legge, trovino soddisfazione le diverse esigenze: umane, agricole,
produttive, turistiche  in un contesto di
valorizzazione ambientale, nel quale coinvolgere le realtà locali attraverso
processi partecipativi dal basso.”

Lo afferma Francesco Vincenzi, Presidente
dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del
Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI),
intervenuto ad un workshop sul
futuro delle energie rinnovabili, organizzato a Roma da “Terna”.

“L’acqua – prosegue
il Presidente di ANBI – è non solo
fonte di vita, ma un elemento produttivo strategico da gestire con
lungimiranza. E’ necessario contemperare  le diverse esigenze, evitando
controproducenti conflitti sull’utilizzo della risorsa idrica; per questo,
nell’immediato abbiamo chiesto la convocazione degli Osservatori sulle risorse
idriche presso le Autorità di Distretto, ma in prospettiva dobbiamo aumentare
la capacità di trattenere le acque in bacini, coinvolgendo le espressioni del
territorio in una strategia virtuosa. Già oggi, i Consorzi di bonifica
producono, da fonti rinnovabili, l’80% dell’energia utilizzata.”
 

ANBI e Terna,
unitamente a Coldiretti, sono già legate da un Protocollo d’Intesa, siglato ad
inizio 2018, per ottimizzare i benefici di una gestione polivalente della
risorsa irrigua, coniugandone un uso idroelettrico con i fabbisogni prioritari
delle imprese agricole e con la sostenibilità ambientale.

“L’accordo siglato
fra ANBI, Coldiretti e Terna – conclude Francesco
Vincenzi
– conferma il ruolo che i Consorzi di bonifica e, più in generale,
l’agricoltura possono giocare sul terreno della modernità. L’intesa apre nuove
opportunità nel campo della sostenibilità energetica e della ottimizzazione
d’uso delle risorse idriche nell’interesse della salvaguardia ambientale e
dell’economia del settore primario. Il futuro non può che nascere dalla
condivisione di obbiettivi comuni fra soggetti di diversa natura, ma con una
comune sensibilità per la valorizzazione del territorio e delle sue risorse
naturali.”




Anbi, allarme idrico: dopo il Po anche l’Adige è in crisi d’acqua

Mentre il fiume Po si avvicina, a Pontelagoscuro, alla fatidica portata di 600 metri cubi al secondo, sotto la quale scatta l’emergenza siccità e la concomitante dannosissima risalita chilometrica del cuneo salino, anche l’Adige, secondo fiume d’Italia e dal quale “pescano” gli acquedotti di Rovigo, segnala una crescente sofferenza idrica: il trend è allarmante, se si paragona l’attuale portata, inferiore ai 100 metri cubi al secondo, a quella del Marzo di 5 anni fa: oltre 271 metri cubi al secondo nel 2014, un exploit idrico, dal quale ci si è progressivamente allontanati. D’altronde, sul bacino del fiume Adige, nella prima quindicina di Marzo è caduto il 93% di pioggia in meno (-89% sull’intera regione Veneto; il record spetta al bacino polesano Fissero Tartaro Canalbianco:-97%!).

Grave è anche la situazione dei fiumi in Emilia Romagna, dove l’Enza (a Vetto) è quasi asciutto, il Secchia (a Lugo) segna la portata di mc/sec 1,53 contro una media del periodo pari a 31,2 (!) ed il Reno (a Casalecchio) registra una portata di mc/sec 2,57 contro una media, nel periodo, di 25 metri cubi al secondo!

Continua, invece, il trend positivo nelle regioni meridionali, dove i bacini di Puglia, Sicilia e Sardegna sono indicativamente oltre il 60% delle capacità d’invaso, largamente superiore alle condizioni dello scorso anno.
“Il paradosso italiano, cui dover porre urgente rimedio, si accentua, se consideriamo che, sul Bel Paese, ogni anno sono finora caduti mediamente 302 miliardi di metri cubi di pioggia, di cui i cambiamenti climatici hanno incrementato l’estremizzazione degli eventi, aumentando i rischi idrogeologici; ad oggi, di tale ricchezza idrica invidiata da tutto il mondo, tratteniamo, per diversi usi, solo l’11,3%! Usando un termine proprio di altri settori, dobbiamo maggiormente tesaurizzare tale patrimonio sempre prezioso”

A segnalarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

“Contestualmente, secondo il Ministro dell’Ambiente, il 20% del territorio italiano è a rischio desertificazione per un andamento meteorologico, a macchia di leopardo, accentuato da una spesso incontrollata cementificazione del suolo, la cui prima risposta sta nell’aumentare la resilienza delle comunità attraverso la creazione di bacini per trattenere l’acqua, quando arriva: in Italia attualmente esistono 381 dighe con altrettanti invasi, ma ne servirebbero altri 2000 di dimensioni medio-piccole e che non vanno ad interferire con la “naturalità” dei nostri fiumi e torrenti. Se ne evince – conclude il dg di ANBI, Massimo Gargano – che i 30 cantieri del Piano Nazionale Invasi, in fase di avvio, devono essere solo la prima tranche di un piano più ampio, mirato alla realizzazione di infrastrutture idrauliche, indispensabili a cogliere le opportunità di un Paese ricco, dati alla mano, dall’ “oro blu”, anche se nessuno oggi lo direbbe. Ecco perché serve cultura e formazione ad ogni livello per affrontare, a 360°, un problema epocale.”




Ocse, rapporto economico sull’Italia: fare dietrofront su quota 100 e reddito di cittadinanza

Negli ultimi anni l’Italia ha registrato una “ripresa modesta” che ora “si sta indebolendo” tanto che nel 2019 “il Pil dovrebbe registrare una contrazione dello 0,2% e un aumento dello 0,5% nel 2020. La politica di bilancio espansiva e una debole crescita faranno lievitare il disavanzo delle finanze pubbliche, che passerà dal 2,1% del Pil nel 2018 al 2,5% nel 2019” mentre il debito salirà al 134%. Sono le stime aggiornate dell’Ocse, contenute nel Rapporto sull’Italia. Ma il ministro dell’Economia Tria e i vicepremier Salvini e Di Maio respingono le critiche.

“L’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo” aumenterà “la diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico”, scrive l’Ocse nel Rapporto sull’Italia invitando ad “abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019 e mantenere il nesso tra l’età pensionabile e la speranza di vita”.

“La salute del settore bancario è strettamente connessa alla finanza pubblica e ai suoi effetti sui rendimenti dei titoli di stato. Rendimenti dei titoli di stato più bassi contribuirebbero a preservare la stabilità del settore bancario”, scrive ancora l’Ocse.

“Una maggiore adesione spontanea all’obbligo tributario e il contrasto vigoroso dell’evasione fiscale sono essenziali per aumentare il gettito fiscale, consentendo di ridurre le aliquote fiscali e rendendo il sistema tributario più equo”, scrive l’Ocse nel Rapporto sull’Italia che, tra le raccomandazioni, contiene quella di “evitare i condoni fiscali ripetuti” e anche quella di “abbassare la soglia massima per i pagamenti in contanti”.

“Il livello del trasferimento, previsto dal programma attuale del Reddito di Cittadinanza, rischia di incoraggiare l’occupazione informale e di creare trappole della povertà”. Lo scrive l’Ocse nel Rapporto economico sull’Italia.

“Oggi l’economia italiana è ufficialmente in stallo”: lo ha detto il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, sottolineando che “il rallentamento dell’economia sottolinea ancora una volta l’urgenza di sviluppare politiche per rivitalizzare la crescita”.

L’Italia “continua ad affrontare significativi problemi in campo economico e sociale” e “per risolverli è necessario adottare una serie di riforme pluriennali per favorire una crescita più solida e inclusiva e ripristinare la fiducia nella capacità di riforma”. Lo ha detto il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, alla presentazione del Rapporto economico sull’Italia dell’organizzazione parigina.

“Una marcia indietro sul regime di pensionamento anticipato introdotto con ‘Quota 100″ consentirebbe di liberare risorse per 40 miliardi di euro” da qui al 2025.

In Italia “il tenore materiale di vita, inteso come Pil procapite, è all’incirca allo stesso livello del 2000”, ha sottolineato Angel Gurria, notando però anche che “la riduzione del rapporto fra debito e Pil è una priorità”.




Brexit, 4 piani b al voto: governo battuto sulla procedura

La Camera dei Comuni ha approvato con 322 contro 277, sconfiggendo ancora una volta il governo di Theresa May, la procedura per la seconda sessione dei voti indicativi d’iniziativa parlamentare sulle opzioni di piano B alternative all’accordo sulla Brexit della premier Tory.
Lo speaker John Bercow ha poi ridotto le opzioni a 4: due in favore di una Brexit più soft (unione doganale e mercato unico 2.0), una sull’ipotesi di referendum bis e una per attribuire di fatto poteri sovrani al Parlamento sul governo.




Ancri affronta il tema dell’Autonomia differenziata su richiesta di alcune Regioni: coinvolti costituzionalisti e studenti

L’ANCRI affronta il tema dell’autonomia differenziata, chiesta con forza da alcune regioni, coinvolgendo costituzionalisti e giovani studenti.
Il Prof Saulle Panizza dopo aver affrontato nello specifico i richiami all’unità nazionale nella nostra Carta costituzionale, ha ricordato anche i tentativi di rottura di questi principi.
Il tema del riconoscimento di maggiori forme di autonomia alle Regioni a statuto ordinario, si è imposto al centro del dibattito a seguito delle iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna nel 2017.

Dopo aver sottoscritto tre accordi preliminari con il Governo a febbraio 2018, su richiesta delle tre regioni, il negoziato è proseguito ampliando il quadro delle materie da trasferire rispetto a quello originariamente
previsto. Nella seduta del 14 febbraio 2019, il Ministro per gli Affari regionali ha illustrato in Consiglio dei ministri i contenuti delle intese da sottoporre alla firma.

Nel frattempo altre regioni hanno intrapreso il
percorso per la richiesta di condizioni particolari di autonomia.
Su questo argomenti di particolare rilevanza per il sistema istituzionale l’Associazione Nazionale degli Insigniti dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (ANCRI) ha ritenuto di fornire il proprio contributo
di conoscenza coinvolgendo studenti e docenti di diritto costituzionale.
Cogliendo l’occasione delle celebrazioni della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” l’ANCRI, proseguendo il proprio “Viaggio tra i valori e i simboli della Repubblica”, ha
organizzato una serie di eventi a Pisa, Bologna, Ferrara e Brindisi, che raccontano e spiegano, attraverso diverse forme espressive, i pilastri ideali e simbolici della nostra democrazia.
A Pisa per divulgare la conoscenza dei valori costituzionali e dei simboli della Repubblica, l’Associazione dei Benemeriti ha affrontato il tema della “Unità d’Italia nella Costituzione” coinvolgendo appartenenti al
mondo accademico di due diverse generazioni.
Sul tema è intervenuto il giovane universitario Matteo Ghezzi in rappresentanza degli studenti del 1^ anno di Giurisprudenza, che ha fatto una dotta e applauditissima relazione sull’Unità d’Italia e la Carta
Costituzionale, con proiezioni e suggestioni nelle prospettive delle giovani generazioni.
A seguire è intervenuto il costituzionalista Saulle Panizza, titolare del Corso di “Ordinamento costituzionale e diritti della persona” presso l’Università di Pisa che ha trattato in maniera diffusa del tema “L’Unità di Italia nella Costituzione Italiana”
“Il tema dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione – ha esordito il prof Panizza – è di grande attualità e investe il dibattito politico-istituzionale di questi mesi. Si tratta di un profilo delicato che non può andare
disgiunto dai principi di unitarietà e solidarietà che caratterizzano la nostra Carta. Non casualmente, direi, – ha aggiunto- l’art. 116 richiama un procedimento rinforzato, una legge da approvarsi a maggioranza
assoluta e l’esigenza del rispetto dei principi di cui all’art. 119, tra cui vi sono quelli di coordinamento della finanza pubblica, di perequazione, solidarietà e rimozione degli squilibri economici e sociali tra i territori
della Repubblica”.
Affrontando nello specifico i richiami all’unità nazionale nella nostra Carta costituzionale il prof Panizza ha sottolineato che “La Costituzione italiana contiene una serie di disposizioni che guardano già all’Unità in
sé come a un valore. Si pensi all’unità familiare (art. 29), alla rappresentanza unitaria dei sindacati (art. 39), alla trasformazione del latifondo e alla ricostituzione delle unità produttive nell’ambito della
proprietà terriera (art. 44). Con specifico riferimento all’unità nazionale, poi – ha proseguito – i riferimenti sono numerosi, a partire dalla fondamentale affermazione contenuta nell’art. 5, secondo cui la Repubblica,
una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali e attua, nei servizi che dipendono dallo Stato, il più ampio decentramento amministrativo. Una formula di equilibrio tra esigenze di unità e
indivisibilità, da un lato, e di autonomia e decentramento, dall’altro, che ha ispirato nei decenni successivi anche altre Costituzioni: si vedano, in termini analoghi, l’art. 2 della Costituzione spagnola e l’art. 6 di quella
portoghese”.
Molti – ha detto ancora – sono anche i richiami nel Titolo V della Parte II, sia nella versione originaria sia in quella successiva alla profonda revisione operata tra il 1999 e il 2001: i livelli essenziali delle prestazioni, la
legislazione concorrente, l’esercizio delle funzioni amministrative, i principi ispiratori dell’autonomia finanziaria, il potere sostitutivo esercitabile dal Governo, sono tutti concetti che richiamano direttamente
o indirettamente il valore dell’unità nazionale. Così come lo richiamano molti altri articoli che si riferiscono al concetto di Nazione, di Patria o di Repubblica (si noti, a proposito di quest’ultima, come il termine compaia ben nove volte nei primi dodici articoli, contenenti i principi fondamentali)”.
Proseguendo il sui intervento ha affrontato anche il tema del grado di concretezza di questi richiami costituzionali. “E’ fondamentale osservare – ha sottolineato – che la nostra Costituzione non si è limitata a
una indicazione astratta ma ha previsto tutta una serie di istituti e di strumenti di attuazione e di garanzia dell’unità nazionale. In primo luogo la figura del Presidente della Repubblica, che l’art. 87 qualifica Capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale. La giurisprudenza costituzionale, a tal proposito, ha avuto modo di precisare che il Presidente della Repubblica la rappresenta non soltanto nel senso dell’unità territoriale, ma anche e soprattutto nel senso della coesione e dell’armonico
funzionamento dei poteri, politici e di garanzia, che compongono l’assetto costituzionale della Repubblica (sent. n. 1/2013). In secondo luogo – ha proseguito – attraverso il principio dell’unità della giurisdizione costituzionale, espresso nell’unicità dell’organo competente ad amministrarla, come la Corte costituzionale ha rivendicato fin dai primi mesi di funzionamento (sent. n. 38/1957). Ma una garanzia in tal senso – ha aggiunto ancora – è anche rappresentata dalla rigidità della nostra Carta e dai particolari procedimenti che si richiedono per una sua modifica (artt. 138 e 139).
Concludendo il suo intervento il Prof Panizza ha ricordato i tentativi di rottura di questo principio dell’unità nazionale nel corso del tempo. “Più di un provvedimento – ha detto – in vero, spesso adottato dalle regioni, ha rischiato di minare questo principio, ma la Corte costituzionale è stata ferma nel ricondurre il quadro di insieme alla legittimità costituzionale. Si pensi, solo per fare qualche esempio, all’annullamento della delibera della Provincia di Bolzano che riteneva di poter non riprodurre l’emblema
della Repubblica italiana sugli attestati, i diplomi e le certificazioni per le scuole, mantenendo solo quello della Provincia autonoma (sent. n. 328/2010). O alla violazione della Costituzione riscontrata nella legge
della Regione Veneto che pretendeva di indire un referendum consultivo che chiedeva all’elettore di esprimersi con un “sì” o un “no” sul quesito “Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana?” (sent. n. 118/2015). Ancor più recentemente, merita segnalare la sent. n. 183/2018 che, a proposito dell’uso dei vessilli regionali, ha operato una lettura congiunta degli artt. 5 e 12 della Carta, escludendo così che lo Stato possa essere costretto a far uso di simboli che la Costituzione non consente
di considerare come riferibili all’intera collettività nazionale.

Per il secondo anno consecutivo l’Associazione Nazionale degli Insigniti dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (ANCRI) celebra a Pisa la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e
della Bandiera”.
L’incontro- dibattito condiviso con Prefettura, Regione, Provincia, Comune, Università e Ordine degli avvocati, si è tenuto domenica 17 marzo alla Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa, alla presenza di
rappresentanti delle istituzioni, Amministrazioni, Enti, Associazioni, degli insigniti di Pisa e della società civile.
Gli interventi sono stati introdotti dall’Inno Nazionale intonato a sorpresa dal tenore Marco Voleri.

Dopo i saluti di Antonio Cerrai delegato ANCRI per la Toscana, moderati dal giornalista Cristiano Mencacci, sono intervenuti Tommaso Bove, presidente nazionale dell’ANCRI, Barbara Gambini dell’Ordine degli Avvocati, il Prorettore Marco Gesi dell’Universitá di Pisa, Michele Conti Sindaco di Pisa, Antonio Mazzeo Consigliere Regionale e Giuseppe Castaldo Prefetto di Pisa.
Agli interventi giuridici sono stati aperti con un apprezzatissimo intervento del giovane universitario, Matteo Ghezzi che, parlando in rappresentanza degli studenti del 1^ anno di Giurisprudenza, ha fatto una dotta relazione su “L’Unità d’Italia e la Carta Costituzionale: proiezioni e suggestioni nelle prospettive delle giovani generazioni” riscuotendo applausi a scena aperta.
“E’ difficile – ha esordito Matteo Ghezzi – dare una prospettiva giovanile e al contempo consapevole di ciò che significa unità. Ancor di più risulta problematico collegare l’idea di unità con il divampante regionalismo
differenziato che caratterizza i nostri giorni. Ritengo il tema del regionalismo un tema assai moderno ed estremamente attuale anche se in poco tempo ben sedimentato nella nostra mente e, seppur con qualche
iniziale difficoltà, anche nei rapporti con lo Stato.

La riflessione che necessariamente sorge spontanea è quella che ci fa chiedere se un eccesso di autonomia regionale possa provocare lesioni alla forma di stato unitaria, se si tratti effettivamente di “promuovere” le autonomie regionali come previsto dall’art 5, o se il regionalismo differenziato possa rompere gli equilibri che dalla riforma del titolo V a oggi si sono andati a creare tra stato e regione”.
“Le regioni – ha proseguito Matteo Ghezzi – svolgono un ruolo fondamentale nel caratterizzare il nostro ordinamento come moderno. Ma ciò che mi sembra necessario pretendere è maggiore ponderazione nel
procedere a tali richieste; riflettere sulle conseguenze di un eccesso di regionalismo, che è un fenomeno giovane, recente, come detto, e che di conseguenza deve ben sedimentarsi nei rapporti con tutti gli altri
livelli territoriali affinché possa risultare efficace.
Non dimentichiamoci inoltre che vi sono già 5 regioni a statuto speciale che godono di condizioni particolari di autonomia dal punto di vista amministrativo, legislativo e finanziario e alle quali, si affiancherebbero Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, e che dunque, anche nei rapporti tra regioni dovrebbero crearsi nuovi equilibri che non è da escludere portino a contrasti.
E’ un tema estremamente delicato – ha concluso – che da giovane studente di giurisprudenza mi rende pieno di quesiti e, anche di qualche dubbio, ma, al contempo, è appassionante e carico di interesse l’idea di regionalismo a più velocità”.
Subito dopo Matteo Ghezzi ha preso la parola il costituzionalista Saulle Panizza il quale ha poi, insieme con il Sindaco di Pisa Michele Conti e il Presidente della Provincia Massimiliano Angori, preso parte a una tavola rotonda, moderata dal giornalista Tommaso Strambi, sul tema “Unità, Autonomie Regionali e Costituzione”.
I lavori della mattinata si sono chiusi con l’intervento conclusivo dell’ex Prefetto di Pisa Francesco Tagliente

Enrico Pellegrini